Università degli Studi di Enna “Kore” Corso di Studi in Servizio Sociale Insegnamento di Psicologia sociale Sex offenders: La valutazione Prof.ssa Irene Petruccelli Enna, 30 novembre 2015 A.A. 2015-2016 Assessment: aspetti critici Una diagnosi accurata dei disturbi psichiatrici correlati associata ad un’attenta valutazione del comportamento deviante è fondamentale per la prognosi/trattamento. • Gli attuali strumenti diagnostici hanno il grosso limite costituito dalla imprevedibilità e indeterminatezza del comportamento. • Ciò che attualmente è possibile fare è diagnosticare se esistano nel soggetto fantasie pedofile o eccitazione per materiale pedofilo. 2 Assessment omnicomprensivo Diversi fattori di rischio prossimali e distali L’assessment dovrebbe essere precoce ed omincomprensivo: • • • • • • valutazione clinica funzionamento psicosessuale funzionamento cognitivo abilità socio-relazionali rendimento scolastico/professionale eventi di vita (Raimond et al., 1999; Seligman e Hardenburg, 2000) 3 Fattori favorenti il rischio di recidiva • L’aver agito a danno di più vittime o di vittime sconosciute all’autore • La sperimentazione di isolamento sociale o difficoltà a rapportarsi con i pari, con conseguente deficit dell’intimità ed inibizione della capacità empatica • La percezione di essere rifiutati dalle figure adulte di riferimento o la presenza di alti livelli di conflittualità rispetto alle stesse • L’ideazione fantasmatica che la vittima sia consenziente o addirittura provocatoria • L’essere caratterizzati da modalità comportamentali impulsive con scarse capacità di autoregolazione (Worling e Langstrom, 2003) 4 Tipologie di sex offender - 1 1. “criminale opportunista”, caratterizzato da scarso controllo degli impulsi, storia di comportamenti criminali, scarsa empatia, uso strumentale impulsivo della violenza per cui la violenza sessuale è messa in atto, occasionalmente, senza alcuna premeditazione; 2. “non criminale-sessuale non sadico”, caratterizzato da cognizioni distorte sulle donne e sulla sessualità, sentimenti di inadeguatezza sulla propria sessualità e in merito alla propria immagine di sé come maschio, fantasie sessuali non aggressive, scarse esperienze di aggressioni non sessuali, eccitazione sessuale durante l’abuso sessuale; compensa la propria inadeguatezza sessuale con la sottomissione della vittima, senza darle alcuna possibilità di ribellarsi; 3. “criminale con rabbia pervasiva” caratterizzato da disinibizione permanente nell’attuare l’abuso sessuale, perché la sua rabbia e la sua ostilità non permettono sentimenti socio-affettivi; emerge un livello di eccitazione sessuale della stessa entità sia durante la visione di scene di violenza sessuale, sia durante la visione di scene di attività sessuali consenzienti, un senso di rabbia non diretta esclusivamente verso le donne, l’assenza di fantasie sessuali durante l’abuso, l’uso della violenza anche se non necessaria ai fini della congiunzione sessuale; tale tipo di stupratore difficilmente prova un 5 vero e proprio piacere sessuale nel compiere l’abuso, ma riesce a liberare la rabbia repressa attraverso l’azione violenta; Tipologie di sex offender - 2 4. “non criminale vendicativo”, caratterizzato da rabbia non erotizzata diretta esclusivamente verso le donne, uso di minacce verbali, volontà di umiliare e denigrare la vittima; scarica la propria rabbia repressa procurando un senso di umiliazione nonché lesioni fisiche alla vittima; 5. “criminale palesemente sadico”, caratterizzato da premeditazione all’abuso sessuale guidato da fantasie sessuali violente, aspetto belligerante e rabbioso, propensione ad infliggere gravi lesioni fisiche alla vittima; si eccita brutalizzando la propria vittima; questa tipologia può rappresentare in modo abbastanza significativo la personalità del serial killer a sfondo sessuale; 6. “non criminale sadico latente” è caratterizzato dagli stessi aspetti del tipo precedente, ma senza avvertire l’esigenza di brutalizzare la propria vittima. (Knight e Prentky, 1990) 6 Minori autori di reati sessuali: incidenza - 1 Giovani di età compresa tra i 12 e i 18 anni condannati per reati di tipo sessuale. Si stima che adolescenti e giovani adulti siano responsabili di circa un terzo del totale dei reati sessuali (Varker et al., 2008). Nello specifico, il 15-30% di tutti gli stupri e il 30-50% degli abusi sessuali (American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 1999). 7 Minori autori di reati sessuali: incidenza - 2 Nel 2006, su 39.626 minorenni italiani e stranieri denunciati alle Procure della Repubblica presso i Tribunali per i Minorenni, 679 lo sono per violenza sessuale. Di questi: - 675 sono maschi, 5 femmine (italiane) - 535 sono italiani, 144 stranieri Le denunce di violenza sessuale a carico di minorenni nel decennio 1996-2006 sono raddoppiate (da 329 nel 1996 a 679 nel 2006) Fonte: Dipartimento Giustizia Minorile su dati ISTAT, 2008 8 Il profilo del giovane autore di reati sessuali • Età media di 14 anni (Nyman et al., 2001) • Prevalentemente di sesso maschile (JAACAP, 1999) • Famiglia disgregata e multiproblematica (Miner et al., 1997) • Isolamento sociale (Marshall et al., 1991) • Scarsa competenza relazionale (Lowell, 2002) • Scarsa scolarizzazione/alti tassi di abbandono scolastico (Langevin et al., 1996) • Problemi di apprendimento e comportamenti aggressivi (Kahn e Chambers, 1991) • Diversi contesti socio-culturali, economici, etnoculturali e religiosi di appartenenza (JAACAP, 1999) • Scarsa empatia (Barbaree, Marshall, 2006) • Basso QI (McCurry et al., 1998) • Presenza di storie di abusi (Becker et al., 1995). • Presenza di fantasie e comportamenti parafilici (Abel, Osborn e Twigg, 2001) 9 • Recidiva (Worling e Langstrom, 2003; ) Una classificazione in base al’età delle vittime Alcuni Autori (Hunter et al., 2000; Beckett, 1999) hanno tentato una classificazione degli YSO in base all’età delle vittime: - Coloro che abusano di coetanei o giovani adulti, spesso agiscono in luoghi pubblici, alla presenza di un gruppo, con l’ausilio di armi e associano altri reati - Coloro che abusano di bambini, spesso agiscono in casa propria o della vittima senza esercitare violenza o minaccia. 10 Altri tentativi di classificazione - 1 O’Brien e Bera (1986) dividono i soggetti in 7 categorie: a. b. c. d. e. f. g. Sperimentatori: giovani, scarse abilità, aggressioni del tipo situazionale Sottosocializzati: isolati socialmente, nessun precedente penale, famiglia disfunzionale, insicuri e con scarsa autostima Sessualmente aggressivi: violenti, usano sostanze, impulsivi, ambiente familiare disfunzionale e violento Sessualmente compulsivi: fantasie sessuali devianti, ansiosi, comportamenti parafilici Impulsivi: problemi nel controllo degli impulsi Pseudosocializzati: narcisi, con problemi nella gestione dell’intimità, relazioni sociali superficiali, intelligenti. Influenzati dal gruppo di pari. 11 Altri tentativi di classificazione - 2 Gaves (2001) esaminò 16000 casi di YSO negli USA ed elaborò una classificazione in base alle vittime e alla tipologia di aggressione: a. b. c. Aggressione pedofila: individui con minore socializzazione, aggressioni meno violente, vittime di età inferiore e di sesso femminile. Violenza sessuale: soggetti normalmente socializzati con più tratti antisociali, aggressioni più violente, vittime coetanee o di età maggiore. Aggressione sessuale non differenziabile. 12 Per riassumere Zappalà e Bosco (2008) così riassumono le caratteristiche dei soggetti: CARATTERISTICHE Caratteristiche delle vittime Vittime di sesso femminile tra il 70 e il 90% Vittime di sesso maschile intorno al 25% Le vittime sono generalmente molto giovani (circa il 60% è > 12 anni) Quando la vittima è un bambino è maggiore la probabilità che sia di sesso maschile Relazione autore/ vittima Vittime solitamente più giovani Vittime facenti parte della famiglia o conosciute e raramente estranee Caratteristiche dell’aggressione Aggressioni meno violente di quelle commesse da adulti L’utilizzo della violenza sembra essere di tipo più espressivo che strumentale Gli aggressori che attaccano vittime coetanee o di età maggiore usano più violenza Parafilie Presenza di due parafilie con insorgenza fra i 15 e i 18 anni Motivazioni Rabbia, disturbi sessuali, disturbi della personalità, problemi familiari, noia, dinamiche all’interno del gruppo dei pari Età Più l’età di inizio è bassa, maggiore è la probabilità di persistenza del comportamento violento Famiglia Genitori violenti, maltrattanti e/o abusanti fisicamente e/o sessualmente Carriera La progressione da comportamenti sessuali devianti non violenti (ad es. esibizionismo) a comportamenti sessuali violenti non è comune. Solitamente gli aggressori a danno di bambini strutturano la loro condotta reiterandola. Recidiva I tassi di recidiva sono più bassi degli aggressori sessuali adulti. Le percentuali di recidiva oscillano tra il 7 e il 14%. Gli esibizionisti e i child molester con vittime extrafamiliari hanno 13 tassi di recidiva più alti. PEDOFILI 14 Abuso vs pedofilia “Child maltreatment is defined as: all forms of physical and/or emotional ill-treatment, sexual abuse, neglect or negligent treatment or commercial or other exploitation, resulting in actual or potential harm to a child’s health, survival, development or dignity in the context of a relationship of responsibility, trust or power” (WHO, 2014). Oggi sono state identificate nuove forme di abuso: dall’abuso istituzionale alla pedofilia e allo sfruttamento sessuale, che comprende la pornografia minorile, il turismo sessuale, la prostituzione minorile e la tratta. Si è inoltre imposta la necessità di prestare attenzione agli abusi in culture differenti 15 dalla nostra (Fergusson, Mullen, 1999). Parafilie nel DSM-5 Il DSM-5 traccia una linea netta tra i comportamenti sessuali atipici, le parafilie, e i Disturbi Parafilici che devono necessariamente comportare disagio clinicamente significativo e alterazione del funzionamento. I criteri per i Disturbi Parafilici rimarranno quelli attualmente presenti nel DSM-4, con l’aggiunta di indicatori di decorso, ci sarà infatti da specificare se il disturbo è in remissione o se il paziente vive in un ambiente controllato (come il carcere, dove la pratica sessuale deviante non può essere praticata). La Parafilia è condizione necessaria, ma non sufficiente, per lo sviluppo di un Disturbo Parafilico e di per sé non richiede un intervento terapeutico, poiché da sola non costituisce una diagnosi. Disturbo parafilico Si potrà porre diagnosi di Disturbo parafilico solo quando saranno presenti entrambi questi criteri: • Sentimenti di disagio per le proprie pratiche sessuali, non solo derivanti dalla disapprovazione sociale • Desiderio o comportamento sessuale che comporti sofferenza psicologica, lesioni fisiche o la morte di un’altra persona o desiderio sessuale verso una persona che non abbia dato il proprio consenso o che non siano in grado di darlo. Il cambiamento nei criteri diagnostici tra DSM-4 e DSM-5 è notevole e comporta, per esempio, che si possano praticare comportamenti sessuali atipici, come per esempio il travestitismo o il masochismo, senza avere una diagnosi di disturbo mentale. La maggior parte delle persone con interessi 17 sessuali atipici non hanno un disturbo mentale. Riassumendo… Per essere diagnosticati con un disturbo parafilico, il DSM -5 richiede per le persone con questi interessi: 1- disagio personale circa il loro interesse, non solo disagio derivante dalla disapprovazione della società (egodistonia); 2- avere un desiderio sessuale o comportamento che comporta disagio psicologico per un'altra persona, lesioni o morte, o un desiderio per i comportamenti sessuali con persone che non vogliono o persone incapaci di dare il proprio consenso . (American Psychiatric Association, 2013) 18 Comportamenti parafilici Uno studio condotto su 1025 soggetti in trattamento per reati sessuali ha verificato l’elevata presenza di comportamenti parafilici. PARAFILIA Travestitismo % SOGGETTI 5,9 ETÀ MEDIA DI INSORGENZA 13,6 Feticismo 4,7 16 Zoofilia 4,9 17,4 Voyeurismo 13 17,7 Pedofilia a danno di vittime di sesso maschile 19 18,2 Telefonate oscene 3,2 19,3 Masochismo 3,2 19,3 Sadismo 4,4 19,4 Frotteurismo 8,5 20,7 Esibizionismo 20,4 21,1 Pedofilia a danno di vittime di sesso femminile 25,6 21,6 Masturbazione in pubblico 3,9 21,8 Violenza sessuale 15,9 21,8 Pedofilia incestuosa a danno di vittime di sesso maschile 7,1 23,5 Pedofilia incestuosa a danno di vittime di sesso femminile 24,1 27,1 19 Abel et al., 1993; Abel, Osborn e Twigg, 2001 Profilo del pedofilo: deficit nelle competenze sociali I pedofili presentano anche frequenti e consistenti difficoltà socio-relazionali: • Basso livello di prestazioni scolastiche/ accademiche; • Basso livello o assenza di abilità sociali e di capacità assertive; • Basso livello o assenza di capacità di controllare rabbia e impulso; • Isolamento (difficoltà/incapacità a costruire relazioni tra pari); (Becker e Kaplan, 1988) 20 Modello multivariato quadripartito di Nagayama e Hirschman (1991) 4 precursori motivazionali: • l’eccitazione fisiologica sessuale • le cognizioni che giustificano l’abuso sessuale • lo scarso controllo emotivo • specifici problemi evolutivi correlati alla personalità Questi 4 precursori motivazionali possono incidere significativamente sull’aumento della probabilità della messa in atto del comportamento di abuso. 21 Profilo del pedofilo: distorsioni cognitive Rispetto a soggetti autori di reati (non sessuali) e non autori di reati, il pedofilo tende a vedere il “bambino come essere sessuale“, tende a credere nell’“incontrollabilità della sessualità" e ad avere distorsioni nella definizione della sessualità. (Gray et al, 2005; Mihailides, 2004) Spesso i pedofili credono che i bambini amino fare sesso con gli adulti, ricerchino attivamente di impegnarsi in tali attività con loro e non vengano danneggiati da ciò. Il pedofilo inoltre tende a: • negare o minimizzare il danno arrecato al bambino; • spostare la responsabilità su altri o su fattori situazionali. (Bandura, 1986; Marshall, 1994) 22 Modello delle distorsioni cognitive di Ward, Gannon e Keown (2006) Le distorsioni cognitive hanno origine dalla combinazione di: • credenze; • valori e scopi ad essi associati; • azioni. Tre livelli di analisi: • il micro livello, focalizzato su credenze, valori o azioni dell’individuo; • il meso livello, focalizzato sulla relazione tra i progetti di vita dell’individuo e le condizioni ambientali in cui questi progetti vengono realizzati; • il macro livello, focalizzato sulla più ampia relazione tra il s.o. e l’ambiente culturale e sociale nel quale è inserito. 23 Modello delle distorsioni cognitive di Ward, Gannon e Keown (2006) Sette temi tipici delle distorsioni cognitive dei s.o.: 1. incontrollabilità, 2. mondo pericoloso, 3. autorizzazione (intesa come il diritto di compiere l’abuso), 4. bambini come esseri sessuali, 5. natura del danno (ovvero la minimizzazione del danno arrecato), 6. donne impossibili da conoscere, 7. donne come oggetti. 24 Fasi di sviluppo del comportamento pedofilo • Fantasie sessuali devianti esperite nel corso della pubertà; • Comportamenti devianti attuati dopo 2-3 anni; • Patterns consolidati di comportamento sessualmente deviante nel corso dell’età adulta. Il decorso sembra essere cronico, specialmente per i soggetti attratti dai maschi; la frequenza è fluttuante e in relazione agli stress psicosessuali. (Saleh, Fabian, Vincent, 2004) 25 Deficit della capacità empatica Empatia = capacità di “sentirsi dentro l’altro”, caratterizzata da 3 componenti: • 1) la presa di prospettiva, la capacità di identificare accuratamente lo stato emotivo e di percepire come le altre persone potrebbero rispondere ad una certa situazione, questa abilità è primariamente cognitiva; • 2) la risposta emotiva agli altri. Le risposte emozionali empatiche rispecchiano le emozioni percepite, sebbene ci sia una gamma di sensazioni complementari che dovrebbero essere considerate empatiche; ad esempio, vedere l’angoscia di un bambino potrebbe evocare tristezza o compassione; • 3) la terza componente, la premura, cioè il desiderio di aiutare, non è inclusa in nessuna definizione di empatia, ma è importante nella considerazione dei deficits degli autori di abuso sessuale. 26 Marshall, insieme ai suoi collaboratori (1995), identificò l’empatia come un processo stadiale: • Riconoscimento delle emozioni: discriminazioni dei propri e altrui stati emozionali; • Presa di prospettiva: assunzione da parte di chi osserva della prospettiva dell’altro; • Replicazione delle emozioni: risposta emozionale che replica l’emozione dell’altro; • Decisione di risposta: riflettere sui sentimenti espressi dall’altro e decidere di agire tenendo conto di questi o ignorandoli. 27 Per riassumere: schema cognitivo prototipico del s.o. Contiene particolari immagini di sé, dell’atto sessuale e della vittima. • L’abusante percepisce se stesso e interagisce con gli altri in modo rigidamente egocentrico. • L’abusante considera l’atto sessuale come un mezzo utile per il raggiungimento della felicità e per affrontare e gestire lo stress. • L’abusante identifica una vittima legittimata e predestinata: essa lo provoca oppure deve essere punita sessualmente. 28