zione Checché ne sia di ciò, tutte le lenti hanno la parte superiore

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NUOVO
MODELLO
1)1
MICROSCOPIO
267
zione
Checché ne sia di ciò, tutte le lenti hanno la parte
superiore della loro montatura di un diametro alquanto minore
di quello dell'anello in cui s'infilzano, e in compenso sporgente
di % centim. al di sopra del livello superiore dell'anello, per
potersi afferrare e cambiare con facilità le lenti.
L'anello ha un'altezza di 8 millimetri. Il suo margine inferiore sporge 1 millimetro. Tanto questa sporgenza, quanto
l'altezza data all'anello, quanto il suo diametro maggiore di
quello delle lenti, hanno per oggetto di permettere il collocamento di un tubo o corpo che s'infilza esteriormente sull'anello,
e che essendo munito all'altra sua estremità di un oculare,
converte istantaneamente il microscopio semplice in composto,
senza remuovere dal posto la lente che fa allora da obbiettivo,
e senza disturbare la preparazione che si può quindi osservare
immediatamente nelì'istesso punto con un ingrandimento molto
maggiore.
La lunghezza del tubo non è più di 12 centimetri. Questa
poca lunghezza, congiunta al ristretto potere amplificante delle
lenti adoperate come obbiettivi, permette di fare uso senza
inconvenienti di un oculare forte, con cui si ottiene in combinazione colle lenti di 2 - 3 millim. di distanza focale un ingrandimento di 2 - 4 0 0 diametri, ingrandimento più che sufficiente
per 1' osservazione degli organismi più minuti come polline, «
spore ec. di cui si occupi l'organologia vegetale e la fitografia,
escluse sempre le ricerche proprie dell'istologia.
Nell'oculare havvi un micrometro di 5 millimetri per la
misura degli oggetti. Per disegnarli si adatta mediante un
anello al di sopra dell'oculare una camera lucida del sistema
* Lo Zeiss di Iena ha inventato un sistema, col quale mercè l'aggiunta di una lente
ocnlare piano-concava posta ad una notevole distanza dalla lente semplice o dal doppietto,
ottiene ristesso ingrandimento con l'istesso campo che con doppietti ordinari di 3 e 2 millimetri, acquistando una distanza focale di 27 e 16 millimetri. Il vantaggio procurato da
questo sistema è reale, ma però minore di quel che sembri, perchè con ingrandimenti più
forti, conservata sempre una notevole distanza focale, la dissezione non riesce più possibile
per la ristrettezza eccessiva del campo, la grossezza apparente degli aghi da dissezione più
sottili, e l'inattitudine nella mano ad eseguire gl'impercettibili movimenti che occorrerebbe
imprimere ad essi. Per queste medesime ragioni sono di assai limitata utilità i sistemi
raddrizzatori applicati ai microscopi composti por farne strumenti da dissezione.
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