Bozza del programma di Filosofia - Digilander

PROGRAMMAZIONE DI FILOSOFIA
Anno scolastico 2002/2003
Classe V^ A liceo scientifico
Titolo/Tema del Corso
UOMINI CHE HANNO UN PORTO IN ALTO MARE
(F. Nietzsche)
La riflessione filosofica nella storia del tormentato occidente moderno
(1800-1900)
"Ma piantarsi in mezzo all'intera meravigliosa incertezza e ambiguità dell'esistenza e non porre
dei problemi, non tremare dalla brama e dal piacere di porre problemi, senza neppure odiare
colui che li pone, e magari forse divertendosi fiaccamente alle sue spalle: questo è quello che io
sento spregevole ed è questa sensazione che io cerco innanzitutto in ciascuno: e non so per
quale follia torno sempre a persuadermi che ogni uomo, in quanto uomo, possiede questa
sensazione".
(Nietzsche, La gaia scienza.)
INTRODUZIONE
L'insegnamento della filosofia offre un contributo importante all'opera educativa messa in atto
dalla scuola. Essere educati alla cittadinanza democratica comporta infatti aver maturato
efficaci capacità logico-critiche e aver acquisito con consapevolezza critica il patrimonio
culturale della società di appartenenza. Non disgiunto da queste capacità cognitive è lo sviluppo
di una coscienza etica ispirata ai principi del rispetto e della solidarietà.
L'insegnamento della filosofia si propone appunto di coniugare l'obiettivo della educazione
logica, argomentativa ed etica, con il tradizionale ancoraggio storico, partendo dal presupposto
che lo studio dei grandi pensatori del passato possa aiutare a trovare le parole per dire il
presente, secondo l'insegnamento di Ricoeur per il quale comprendere significa comprendersi di
fronte al testo: ogni vera comprensione è, in altri termini, comprensione di sé attraverso ciò che
è diverso da sé, gli altri e il passato.
Viene perciò a cadere come falso problema quello di dover decidere se insegnare la filosofia per
temi (problemi) o seguendo un criterio storico. In verità i due momenti si intrecciano,
costantemente ancorati come sono agli interessi e alle domande-guida del presente personale e
sociale dello studente. Il costante intreccio non può mai essere sconfessato, anche se in certe fasi
può prevalere la dimensione storica e in altre quella tematica.
Storicità dei prodotti filosofico-culturali, irrinunciabile valenza logico-argomentativa del
pensare filosofico, caratteristiche di globalità e universalità della prospettiva filosofica (che
determinano le specifiche tematiche dislocantesi essenzialmente su due assi: quello epistemicoconoscitivo e quello etico-politico-educativo), tutti questi "obiettivi" debbono essere
globalmente perseguiti in una didattica della filosofia che lavori nella direzione della
formazione delle competenze. Una metafora adatta per designare questo tipo di insegnamento è
quella dell'intreccio: dinamica unità pur nella ricchezza nelle diverse componenti.
Volendo meglio precisare queste considerazioni con riferimento all'insegnamento della filosofia
contemporanea, potremmo così schematizzare gli obiettivi generali:
 Di carattere formativo:
 Abitudine alla riflessione critica sulla cultura contemporanea sia nella direzione della
riflessione epistemologica sia in quella della domanda etico-politica;
 sforzo di neutralizzazione di ogni riduttivismo nella lettura dell'esperienza umana;
 superamento del dogmatismo e abitudine al dialogo tra le varie interpretazioni della realtà;
 condivisione della prospettiva dell'etica della responsabilità di fronte alle grandi sfide del
tempo presente.
 Di carattere cognitivo:
 consapevolezza del legame della problematica epistemico-cognitiva contemporanea con le
sfide dell'avvento della modernità tecnico-scientifica (cfr. l'oscillazione tra la prospettiva
epistemologica e quella ontologico-ermeneutica, oppure tra Analitici e Continentali);
 consapevolezza della parabola dell'Occidente moderno: dal compiersi dei miti storicisticorazionalistici alla svolta critica e nichilistica;
 consapevolezza della radicale problematicità e dell'insuperabile complessità con cui la cultura
contemporanea post-moderna affronta le questioni etico-politiche.
La programmazione suddivide lo svolgimento del programma in due fasi distinte nel tempo e diverse
per obiettivi.
Nella Fase 1, che si estende al mese di febbraio, lo studente è introdotto ai grandi temi del percorso di
filosofia. Si punterà alla conoscenza dell'impianto sintetico e globale degli autori principali fermandosi
su alcuni temi qualificanti che meglio si prestano a informare sul senso della specifica proposta
filosofica. A questo scopo verranno utilizzate sia le sintesi manualistiche sia la lettura diretta di alcune
pagine degli autori. In questo modo lo studente è messo in grado di conoscere il quadro della filosofia
dell'Ottocento e del Novecento seguendo un criterio che privilegia lo sviluppo storico.
Nella Fase 2, prevale il criterio di uno studio per temi e problemi di più stretta attualità, che rinforzi
l'interesse dello studente e permetta di offrire un primo quadro di insieme della complessa situazione
del pensiero filosofico dei nostri giorni.
Entrambe le fasi dell'insegnamento saranno condotte con i criteri della didattica modulare che
distingue tra UNITA' DIDATTICHE e UNITA' DI LAVORO.
Il vero principio cardine di questa didattica modulare è l'unità di lavoro come porzione di tempo cui
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corrisponde un tema specifico. Facendo coincidere l'unità di lavoro con l'ora di lezione (l'architrave di
tutta l'effettiva attività didattica) si ha forse la regola d'oro che rende efficacemente attuabile
l'insegnamento modulare.
Ambito di ricerca
FASE 1: I grandi autori e le grandi pagine filosofiche dell'Ottocento e del Novecento.
 Kant: la fondazione delle scienze naturali e della morale nei principi puri del Soggetto razionale.
 Hegel: la storia come processo e la sua razionalità.
 Marx: la storia come rivoluzione e la critica della modernità.
 Comte: il positivismo come celebrazione del primato della scienza e della tecnica.
 Schopenhauer e Kierkegaard: i sintomi profetici della crisi dell'ottimismo razionalistico.
 Nietzsche: il testimone del Nichilismo contemporaneo.
 Voci dalla e sulla Crisi della coscienza occidentale moderna:

Freud e la fine dell'autarchia del soggetto razionale;

Bergson e la ricerca di nuove vie intuizionistico-vitalistiche per il senso metafisico della
realtà;

Croce: neoidealismo come storicismo assoluto;

Husserl: la specificità della coscienza nell'impegno di superare la crisi delle scienze
europee;

Heidegger e la nuova ontologia ermeneutica;

Wittgenstein: la sofferta consapevolezza dei limiti invalicabili del linguaggio.
FASE 2: Questioni aperte. Etica, comunicazione e strategie conoscitive nell'epoca di Internet
 L'uomo come dialogo. Gadamer, Ricoeur e l'ermeneutica filosofica.
 La riflessione sulla scienza. Popper e il dibattito epistemologico contemporaneo.
 L'etica nella condizione postmoderna. Complessità globalizzazione e dilemmi morali.
 Eguali e diversi. I problemi della teoria politica oggi: come conciliare libertà ed eguaglianza.
 Il nuovo Golem. Incontrarsi, comunicare e vivere nel cyberspazio.
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FASE I
PROFILO STORICO DELLA FILOSOFIA DELL'OTTOCENTO E DEL NOVECENTO
Collocazione cronologica: primo quadrimestre, fino al mese di febbraio.
Tempo dedicato: quattro ore settimanali, divise in due blocchi e con due ore di lezione per
ciascun blocco.
Finalità: conoscenza del quadro della filosofia contemporanea nel suo insieme.
Obiettivi didattici generali:
A. introduzione ai grandi temi del percorso di filosofia e acquisizione del linguaggio specifico;
B. conoscenza dell'impianto sintetico globale degli autori principali;
C. indagine su alcuni temi qualificanti che meglio si prestano ad informare sul senso della
specifica proposta filosofica degli autori scelti;
D. lettura di pagine degli autori, scelte per chiarire e approfondire i temi studiati e per un
confronto diretto con i vari codici linguistici.
Strumento: il manuale di Domenico Massaro, "La comunicazione filosofica" (Paravia). Le
scelte di fondo di questo progetto didattico corrispondono all'intreccio di componenti e obiettivi
dell'insegnamento della filosofia di cui si parlava nelle riflessioni introduttive. L'insegnamento
seguirà abbastanza fedelmente le articolazioni secondo le quali si strutturano le unità didattiche
che sostanziano il progetto:
a) le domande guida e gli obiettivi della ricerca;
b) le linee generali per l'inquadramento di un autore o di una corrente di pensiero;
c) i temi e gli argomenti per presentare i nuclei centrali della speculazione filosofica;
d) percorsi testuali in linea con gli sviluppi della esposizione precedente.
Spazi: un'aula capace di contenere entrambe le classi interessate al progetto.
Destinatari: gli studenti delle due classi riunite in un unico gruppo.
Docenti: entrambi i docenti titolari dell'insegnamento di storia e di filosofia nelle due classi
coinvolte, secondo una distribuzione di tempi e modi di intervento puntualmente concordati dai
docenti stessi nelle ore della concreta attività di programmazione lungo il corso dell'anno
scolastico.
Struttura del lavoro didattico: organizzazione modulare per UNITA' DIDATTICHE e UNITA'
DI LAVORO secondo delle articolazioni del manuale.
Modalità di verifica:


quesiti a risposta singola
interrogazioni:
 momenti di dialogo personalizzato in relazione ai contenuti delle verifiche scritte, specialmente
nel caso in cui queste abbiano dato esito negativo
 un ciclo di colloqui di maggiore portata da effettuarsi nella seconda metà di dicembre.
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CONTENUTI
1^ Unità Didattica: KANT: fondazione delle scienze naturali e della morale nei principi puri
del Soggetto razionale
Prerequisiti:
1. Significato della modernità come avvento della scienza moderna e problematizzazione della
filosofia e in particolare della metafisica.
2. Il problema gnoseologico e il soggettivismo come caratteri generali della filosofia moderna.
3. La contesa tra Razionalismo (Cartesio, Leibniz, Wolff) e l'Empirismo (Loche, Hume)
riguardo la conoscenza umana (origine, validità, limiti) e il conseguente dibattito
epistemologico.
4. La laicità della filosofia moderna come uso critico della ragione, ma anche i limiti
"descrittivistici" di tale critica sia da parte dei razionalisti sia da parte degli empiristi.
Obiettivi specifici:
1. Mostrare che Kant è a buon diritto il culmine della filosofia moderna in quanto per un verso
riesce a dare una fondazione filosofica del conoscere umano e del sapere scientifico che
concilia le opposte esigenze del Razionalismo e dell'Empirismo, e per l'altro verso riconosce
la specificità del campo etico-politico cercandone una fondazione strettamente razionale.
2. Mostrare che Kant non è solo il culmine della filosofia moderna ma anche l'inizio della
filosofia contemporanea in quanto lascia aperta la complessità delle problematiche
filosofiche (non solo scienza ma anche metafisica, almeno come esigenza e come fede
razionale alla luce della globalità dell'esperienza umana) ancorate tuttavia in una
irrinunciabile e tipica caratterizzazione critico/trascendentale (soggettività!).
3. Precisare come Kant sia veramente lo spartiacque tra modernità e contemporaneità in
quanto la sua filosofia apre a tutti i possibili grandi scenari del pensiero contemporaneo, che
molto spesso si costruiscono facendo più o meno esplicito riferimento alle sue proposte
(possono così riferirsi a Kant sia l'ampio gruppo delle filosofie che privilegiano la scienza e
i problemi epistemologici come tipici e unicamente sensati, sia il gruppo delle filosofie che
mantengono una specifica ricerca di senso e all'interno di questa un irrinunciabile
riferimento di carattere ontologico anche se con itinerari e movenze che non possono più
somigliare all'ingenuo realismo della metafisica tradizionale).
Unita' di lavoro previste: sette lezioni
Lezione 1. Una "rivoluzione copernicana" nel cuore del dibattito gnoseologico moderno.
Argomenti: a) Il criticismo come "filosofia del limite" e l'orizzonte storico del pensiero
kantiano (p. 659). b) Il problema generale della "Critica della Ragion Pura" (p. 661). c) I
"Giudizi sintetici a priori" (p.662). d) La Rivoluzione Copernicana (p. 664).
Lezione 2. La nuova concezione "trascendentale" dello spazio e del tempo come inizio e
paradigma della rivoluzione copernicana in gnoseologia.
Argomenti: a) la facoltà della conoscenza e la partizione della "Critica della Ragion Pura" (p.
665). b) La teoria dello spazio e del tempo (p. 667). c) La fondazione kantiana della
matematica (p. 662).
Lezione 3. La messa in opera della rivoluzione copernicana nella conoscenza delle realtà
mondane.
Argomenti: a) Le categorie (p. 669). b) La Deduzione Trascendentale (p. 670). c) Definizione
generale degli schemi trascendentali e dei principi dell'intelletto puro (p. 673).
Lezione 4. La nuova impostazione trascendentale della conoscenza, mentre apre la possibilità di
conoscenze universalmente valide sulle realtà mondane, ne limita i confini agli aspetti
fenomenici.
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Argomenti: a) Ambiti d'uso delle categorie (p. 676). b) Il concetto di "noumeno" (p. 677).
Lezione 5. La metafisica tra illusioni teoretiche e bisogno insopprimibile dell'uomo.
Argomenti: a) La genesi della metafisica e le sue tre idee (p.678). b) Critica della psicologia
razionale e della cosmologia razionale (p. 679). c) Critica alle prove dell'esistenza di Dio (p.
681). d) La funzione regolativa delle idee (p. 683).
Lezione 6. Dal punto di vista "pratico" la Ragione è essenzialmente "pura" (autonomia della
legge morale).
Argomenti: a) La ragion pura pratica e i compiti della nuova critica (p. 686). b) Realtà e
assolutezza della legge morale (p. 687).
Lezione 7. L'esperienza morale colloca l'uomo nel mondo noumenico e postula il riferimento
ad uno spirituale "regno dei fini", fondamento di razionale speranza di non soccombere alla
insensatezza della morte.
Argomenti: a) La teoria dei postulati pratici e la fede morale (p. 693). b) Il primato della
ragion pratica (p. 694).
Durata: 6 ore
Periodo: 10-21/09/01 (5 ore, più 1 ora di presentazione del programma).
2^ Unità Didattica: HEGEL e il compimento storico idealistico del razionalismo del
razionalismo occidentale
Prerequisiti:
1. Il passaggio dalla cultura dell'illuminismo a quella del Romanticismo come ritorno del
bisogno dell'Originario e dell'Infinito oltre le superficiali spiegazioni scientificomeccanicistiche.
2. Nuova sensibilità riguardo la Natura vista come particolare momento della Totalità Infinita.
3. Nuova sensibilità per il tema della Storia, considerata come unitario ed organico sviluppo
dello Spirito nell'intreccio delle vicende dell'uomo e della civiltà.
4. La lezione di Kant come irrinunciabile centralità del soggetto e della umana attività
nell'affrontare tutti i problemi della filosofia.
5. I caratteri della filosofia kantiana alla base del dibattito filosofico che porta la filosofia
tedesca sulla strada di una tipica curva idealistica.
6. La collocazione in qualche modo "dialettica" dell'Idealismo di Hegel rispetto all'Idealismo
etico-soggettivo di Fichte e all'Idealismo estetico-oggettivo di Schelling.
Obiettivi:
1. Mostrare come con Hegel si realizzi una ripresa delle aperture metafisiche di Kant ma con il
preciso impegno di superarne i limiti soggettivistici ed intellettualistici sia sul piano teorico
sia quello pratico.
2. Mostrare come Hegel si prefigga questa ripresa (superamento) della filosofie kantiana in
virtù di alcuni presupposti sia storici sia speculativi. Per i primi si pensa al bisogno di
"riconciliarsi" con il reale dopo le critiche illuministiche e rivoluzionarie. Per i secondi si
pensa soprattutto alla nuova concezione immanentistica dell'Infinito con la conseguente
concezione dialettica della ragione.
3. Evidenziare come Hegel riproponga la centralità della filosofia rispetto al sistema delle
scienze tipico della modernità, una centralità che è impegno fondativo e orientamento
finalistico (la questione del senso).
4. In forza dei punti precedenti occorrerà ben evidenziare come le varie parti del sistema
Hegeliano e, in particolare, quelle dedicate alla "filosofia dello Spirito", oltre ad essere
coerente sviluppo del movimento dialettico, possono considerarsi stimolanti forme di
interpretazione speculativa della moderna civiltà scientifica ed etico-politica.
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5. Cominciare a mettere in chiaro come la filosofia idealistica di Hegel esprima lo sforzo più
alto di interpretazione razionale della realtà e come tuttavia, proprio il suo carattere
idealistico/razionalistico, la esponga a nuove forme di riduttivismo (cfr. i temi dell'arte e
della religione..) e ad esiti olistico-storicistici che sembrano non tenere conto in modo
adeguato della irriducibile ricchezza dell'esperienza umana e soprattutto della sua radicale
temporalità (novità e rischiosità)
Unita' di lavoro previste: sei lezioni
Lezione 1. La Unitotalità organica è lo scopo della filosofia come scienza della verità.
Argomenti: a) La risoluzione del finito nell'Infinito (p.143). b) La concezione dialettica della
realtà e della ragione (p. 168). c) L'identità di ragione e realtà (p. 144). d) La funzione
giustificativa della filosofia (p. 144).
Lezione 2. Come una "introduzione" al Sapere Assoluto (idealismo dialettico) non possa che
essere "Fenomenologia dello Spirito".
Argomenti: a) Introduzione alla Fenomenologia dello Spirito (p. 152). b) Due figure
paradigmatiche: "Servo/padrone" (p.153) "Coscienza infelice" (p. 156).
Lezione 3. Il sistema del Sapere Assoluto (idealismo dialettico) come autosviluppo dell'Idea e
come fondazione filosofica del complesso delle scienze moderne.
Argomenti: a) Significato generale della "Enciclopedia" (p.152). b) Il Sistema e le sue
partizioni (p. 146). c) Definizione generale della Logica (p. 160). d) Definizione generale
della Filosofia della Natura (p. 162).
Lezione 4. La Filosofia dello Spirito: momento della "sintesi" nell'autosvolgimento dialettico
dell'Assoluto e fondazione filosofica delle scienze storico-sociali (antropologiche, giuridiche,
economiche, politiche, culturali).
Argomenti: a) Definizione generale della "Filosofia dello Spirito" (p. 164). b) Lo Spirito
soggettivo (p.164). c) Lo Spirito oggettivo (p. 165).
Lezione 5. Lo Spirito logico-dialettico e la più ambiziosa filosofia della storia prodotta dal
razionalismo occidentale.
Argomenti: a) Centralità del tema della Storia (p. 171). b) Il fine della Storia (p. 171) c) I
mezzi della Storia (p. 171). d) I modi della razionalità nella Storia (p. 172).
Lezione 6. L'Assoluto si conosce come tale nelle forme dell'arte, della religione e della
filosofia.
Argomenti: a) Definizione dello Spirito Assoluto (p. 172). b) L'arte (p. 172). c) La religione
(p. 173). d) La filosofia (p. 173).
Durata: 6 ore
Verifica: 1 ora (Kant e Hegel) + 1 ora di dialogo di controllo e chiarimento
Periodo: 23/9 – 5/10
3^ Unità Didattica: MARX: la storia come rivoluzione e la critica della modernità
Prerequisiti
1. E' necessario conoscere nei termini essenziali i dibattiti della Scuola Hegeliana sia nei temi
fondamentali (religione e politica) sia nei principali sviluppi.
2. Occorre in particolare conoscere il senso del rovesciamento materialistico nella concezione
della realtà proposto da Feuerbach.
3. Il nuovo contesto storico-politico dell'Europa come ripresa del protagonismo borghese e
crisi del sistema della Restaurazione.
4. Conoscere nei termini essenziali le tesi dell'economia classica (Smith e Ricardo).
5. Consapevolezza dell'imporsi della "questione operaia" nelle fasi di maturo sviluppo del
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sistema capitalistico-industriale, con le prime formulazioni del pensiero socialista.
6. Permanere della fiducia in una comprensione razionale delle dinamiche storiche e nella
possibilità di guidarle verso un traguardo risolutivo.
Obiettivi
1. Mostrare come i dibattiti della Scuola Hegeliana trovino oggettivo fondamento nella
complessa ambiguità del pensiero di Hegel, con particolare riguardo al punto dove porre
l'accento: se sul "razionale" piuttosto che sul "reale", se sulla negazione piuttosto che sulla
sintesi, se sulla conciliazione piuttosto che sul superamento. E tutto questo in un
significativo slittamento dal tema del rapporto tra filosofia e religione al tema più
propriamente storico-politico.
2. Mostrare come lo sbocco della discussione critica riguardo la filosofa hegeliana per un
verso sia già il caratteristico rimprovero di essere un "misticismo logico" che si rovescia in
un "empirismo acritico" (Ruge) e per l'altro il rovesciamento dell'idealismo in materialismo
(Feuerbach).
3. Mostrare come Marx si iscriva nella scia delle precedenti acquisizioni e come tuttavia vi
imprima ben presto la caratteristica "determinazione" socio-economica che costituisce
l'originalità della sua proposta.
4. Mostrare come tale determinazione socio-economica permetta a Marx di recuperare la
centralità del tema della storia e di ricollegarsi alla stessa dialettica hegeliana in aperta
critica verso la Sinistra e Feuerbach, salvo rovesciare in senso materialistico la stessa
dialettica.
5. Evidenziare come il pensiero di Marx, nonostante gli sviluppi e la pluralità dei temi (cfr.
l'economia politica) rimanga profondamente unitario e coerente, perché sempre guidato
dalla esigenza squisitamente filosofica della hegeliana dialettica della storia, pur nel
rovesciamento materialistico.
6. Cominciare a far emergere come proprio la qualificante dimensione filosofica storicodialettica faccia della proposta di Marx una "filosofia della storia" di carattere solistico, con
i rischi di riduttivismo riguardo la complessità dell'esperienza umana e soprattutto di una
inadeguata attenzione al dramma dell'esistenza (temporalità, rischiosità, dimensione
tragica).
Unita' di lavoro previste: sei lezioni
Lezione 1. Studiare Marx: motivazioni, domande, obiettivi e inquadramento propedeutico (p.
60-66).
Lezione 2. Il lavoro umano nella società capitalistica
Lezione 3. Un mondo di merci: l'analisi economica del Capitale.
Lezione 4. Il materialismo storico.
Lezione 5. Il superamento dello Stato borghese.
Lezione 6. Percorso testuale: l'interpretazione materialistica della storia.
Durata: 5 ore
Periodo: 7-16/10
4^ Unità Didattica: il POSITIVISMO come celebrazione del primato della scienza e della
tecnica
Prerequisiti
1. Consapevolezza di come nell'Ottocento rimanga e si incrementi l'importanza della scienza
proprio in forza dei successi tecnologici della rivoluzione industriale.
2. Consapevolezza dell'incrementarsi della centralità del modello borghese nella società
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europea dell'Ottocento e della più chiara congruità di tale modello con la concezione
tecnico-scientifica del mondo (oggettivismo strumentale).
3. Consapevolezza di come il protagonismo borghese si esprima anche in una precisa
ideologia quale è appunto il Positivismo con i suoi iniziali caratteri di ottimismo riformatore
e gradualista.
Obiettivi
1. Mostrare come nell'Ottocento l'eredità kantiana non sia solo quella idealisticotrascendentale ma anche quella fenomenistico-epistemologica.
2. Mostrare come il Positivismo si colleghi senza particolari soluzioni di continuità con
l'Illuminismo, salvo integrarlo con buone dosi di sensibilità romantica.
3. Mostrare come in forza della particolare sintesi di Illuminismo e Romanticismo, il
Positivismo, basandosi su un esaltazione ingenua della scienza, finisca con il riproporre una
sorta di assolutizzazione dei "fatti" e una semplicistica filosofia della storia di carattere
oggettivistico e utilitaristico (una cripto metafisica dai caratteri nettamente materialistici).
4. Sarà così possibile chiedersi se venga salvata la complessità dell'esperienza umana, la sua
radicale temporalità e gli aspetti drammatico-tragici che la contraddistinguono. Anzi
occorrerà mostrare che proprio la tranquillizzante pervasività (nello spazio e nel tempo) del
modello positivista lo farà ad un certo punto diventare l'obiettivo polemico che accomuna,
pur nella irriducibile pluralità delle prospettive e delle proposte, tutte le più importanti
filosofie di fine Ottocento e del Novecento.
Unita' di lavoro previste: quattro lezioni
Lezione 1. Studiare Comte e il Positivismo: motivazioni, domande, obiettivi e inquadramento
propedeutico (p. 128-132).
Lezione 2. L'evoluzionismo biologico e filosofico.
Lezione 3. La filosofia positiva di Comte e la nuova enciclopedia delle scienze.
Lezione 4. Percorso testuale: il positivismo come interpretazione generale della società.
Durata: 4 ore
Verifica: 1 ora (Marx e Positivismo) + 1 ora di dialogo di controllo e chiarimento
Periodo: 18-26/10
5^ Unità Didattica: SCHOPENHAUER e la contestazione del razionalismo storicistico
occidentale in nome della insuperabile condizione tragica del vivere mondano
Prerequisiti
1. Ricordare la complessità del movimento romantico sia per quanto riguarda le modalità di
approccio alla realtà (non solo ragione e concetti ma intuizione e sentimento) sia per quanto
riguarda la visione della vita (non solo ritorno appagante alla totalità originaria ma anche
angoscia e dolore di irrisolte lacerazioni).
2. Ricordare che la sostanziale differenza tra "commedia" e "tragedia", non solo come figure
letterarie ma come paradigmi interpretativi dell'esistenza, percorre la storia della cultura
occidentale anche se la linea vincente, da Socrate/Platone ad Hegel, sembra essere la solare
"divina/umana commedia".
3. La convinzione tipicamente romantica della centralità dell'arte rispetto al sapere
oggettivistico e concettuale della scienza (a condizione che se ne ripensino profondamente il
senso e la funzione oltre il soggettivismo kantiano e oltre il riduttivismo logico-dialettico di
Hegel).
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Obiettivi
1. Mostrare il particolare rapporto di continuità e di diversità esistente tra la filosofia
gnoseologica-trascendentale di Kant e l'analisi romantico-esistenziale della vita di
Schopenhauer.
2. Mostrare la ricchezza in qualche modo sistematica della filosofia di Schopenhauer
comprendente le grandi articolazioni della gnoseologia, della metafisica, dell'estetica e
dell'etica.
3. Mostrare la profonda diversità rispetto alla filosofia di Hegel, prima nell'originale modalità
di approccio alla realtà (riflessione sulla condizione esistenziale del soffrire alla ricerca di
spiegazioni e possibili via di salvezza: una metafisica dell'esperienza, quasi un'ermeneutica
del vivere) e poi nelle particolari tesi conclusive (pessimismo storico-cosmico e rinuncia,
piuttosto che visione storico-progressista e impegno politico culturale).
4. Cominciare a sottolineare come queste novità metodologiche e contenutistiche del pensiero
filosofico, se appaiono inattuali in un epoca di entusiasmi storico-nazionalistici e
capitalistico-industriali, ricupereranno valore e crescente attenzione a partire dalle prime
cocenti delusioni del fallimento della rivoluzione europea del Quarantotto.
5. Cominciare ad evidenziare i grandi contributi del pensiero di Schopenhauer al formarsi dei
metodi e dei temi della filosofia contemporanea: priorità della vita sul conoscere
oggettivante e strumentalità di quest'ultimo, la filosofia come riflessione sulla condizione
drammatica dell'esistenza, rifiuto delle facili consolazioni metafico-veritative e tragicità
della condizione umana, rifiuto del mito del progresso e di ogni forma di filosofia della
storia, centralità dell'arte nell'esperienza umana.
Unita' di lavoro previste: cinque lezioni
Lezione 1. Studiare Schopenhauer: motivazione, domande, obiettivi e inquadramento
propedeutico (p. 2-5).
Lezione 2. Esperienze e studi giovanili: la prima elaborazione del pessimismo.
Lezione 3. Il mondo come volontà e rappresentazione.
Lezione 4. La concezione pessimistica dell'esistenza e le vie di liberazione dal dolore.
Lezione 5. Percorso testuale: tra desiderio e noia: Schopenhauer, Leopardi e la letteratura
dell'Ottocento.
Durata: 4 ore
Periodo: 28/10-2/11
6^ Unità Didattica: Kierkegaard: drammaticità dell'esistenza e la fede come paradosso, il
tragico religioso e la critica al razionalismo occidentale.
Prerequisiti
Obiettivi
Unita' di lavoro previste: cinque lezioni
Lezione 1. Studiare Kierkegaard: motivazione, domande, obiettivi e inquadramento
propedeutico (p. 2-5).
Lezione 2. I capisaldi del pensiero e l'opposizione all'idealismo.
Lezione 3. Gli stadi dell'esistenza.
Lezione 4. Possibilità, angoscia, disperazione e fede.
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Lezione 5. Percorso testuale: scelta e possibilità negli stadi della vita.
Durata: 4 ore
Verifica: 20’ (Schopenhauer e Kierkegaard) + 40’ di dialogo di controllo e chiarimento
Periodo: 4-13/11
7^ Unità Didattica: NIETZSCHE: il ritorno del tragico antico e la lettura dell'occidente
razionalistico come decadenza e nichilismo.
Prerequisiti
1. La consapevolezza riguardo la tensione presente nella seconda metà dell'ottocento tra
"Zivilization" e "Kultur", una tensione che riguarda il modo globale di concepire lo sviluppo
umano e il modo congruente di esercitare l'opera di formazione delle nuove generazioni. I
termini della contrapposizione potrebbero essere: scienza o arte, materiale o spirituale,
utilitarismo o valori, oggetto o soggetto, ragione o sentimento, pensiero o vita….Nietzsche
lotterà con estrema forza per la Kultur, salvo darne una sua originalissima interpretazione.
2. I riferimenti globalmente filosofici per questa tensione potrebbero essere da una parte il
sempre più vittorioso positivismo e dall'altra le mai rassegnate esigenze romantiche (tardo
roamticismo). Così potremo vedere una buona dose di neoromanticismo in Nietzsche,
nonostante la sua accesa polemica con il romanticismo decadente.
3. Questo neoromantico ricupero della centralità dell'arte prelude alle dinamiche del
Decadentismo, ma occorre essere subito consapevoli della distinzione tra "estetismo
decadente" ed "estetica del Decadentismo". E' solo in quest'ultima che l'arte attinge a
profondità e a centralità autenticamente filosofiche. E' a queste profondità che si colloca
Nietzsche.
4. Il Neoromanticismo non può non fare riferimento alle opere greche considerate modello
originario da cui si è decaduti e al quale occorre ritornare. L'interpretazione del significato
del mondo greco che ancora si impone all'epoca di Nietzsche (e che verrà da lui
profondamente capovolta) è quella neoclassica dell'equilibrio, della misura e della serenità.
Obiettivi
1. Mostrare come l'atteggiamento neoromantico di porre al centro il mondo dell'arte appaia in
Nietzsche subito molto originale: attenzione privilegiata alla tragedia, sintesi di filologia ed
ermeneutica, sensibilità filosofica di carattere schopenhaueriano e superamento delle
consolidate tesi neoclassiche.
2. Mostrare come già nella prima opera (La nascita della tragedia) la somiglianza con
Schopenhauer sia meno significativa rispetto le profonde differenze: la "metafisica d'artista"
si basa sul "si" alla vita (accettazione del tragico) e l'arte non è evasione ma un dare forma
senza ultimi significati.
3. Mostrare come la prima neoromantica ma non decadente intuizione della centralità dell'arte
tragica racchiude in sé tutta la carica critica ("genealogia") riguardo i miti della civiltà
occidentale, tutti segnati dalla decadenza oggettivistico-intellettualistica.
4. Mostrare come la pars denstruens (critica alla scienza e alla storia, fine della verità, morte di
Dio) della critica ai miti occidentali, tutti responsabili della decadenza come abbandono
della centralità dell'arte tragica, sia il momento essenziale per indicare un nuovo inizio
(l'oltre-uomo, l'eterno ritorno, la volontà di potenza, la transvalutazione di tutti i valori)
come ritorno all'originario greco del "gioco cosmico del tempo" del divino Eraclito.
5. Ma, ancora una volta, questo finale "gioco cosmico del tempo" ha la valenza del ritorno
dell'arte tragica e della vita vissuta come arte nel senso di pura "formatività" senza rimandi
né veritativi né simbolici.
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6. Cominciare ad evidenziare quanto questa radicale critica a tutto l'occidente nichilista,
proprio perché, paradossalmente, altissima filosofia, segni il crollo delle antiche certezze e
apra il contemporaneo tempo della crisi.
7. Mostrare perciò la costante presenza di Nietzsche per tutti i dibattiti filosofici del
Novecento con approccio ed esiti i più diversificati.
Unita' di lavoro previste: sei lezioni
Lezione 1. Studiare Nietzsche: motivazioni, domande, obiettivi e inquadramento propedeutico
(p. 212-220
Lezione 2. La decadenza del presente e l'epoca tragica dei greci.
Lezione 3. La morte di Dio.
Lezione 4. L'oltre-uomo e l'eterno ritorno dell'uguale.
Lezione 5. La volontà di potenza.
Lezione 6. Percorso testuale: il nichilismo e la decadenza del presente.
Durata: 6 ore
Periodo: 13-23/11
8^ Unità Didattica: FREUD e la fine dell'autarchia del soggetto razionale
Prerequisiti
1. Il clima di enfasi della scienza diffuso nell'Ottocento e pervasività del metodo scientifico
che sempre più si estende dagli ambiti naturalistici a quelli umani togliendo alla filosofia
zone che essa considerava come sue proprie.
2. L'imporsi del modello positivistico della scienza con i suoi caratteri di riduttivismo e di
determinismo materialistici.
3. La situazione della lettura delle malattie psichiche ai tempi di Freud: disturbi organici e
fisiologici cerebrali e nervosi.
4. Psichico e inconscio come temi che pur strani e minoritari, cominciano ad echeggiare nei
dibattiti filosofici e in alcune pratiche medico-scientifiche, favorendo la germinazione del
pensiero psicanalitico.
5. Contestualizzare le novità metodologiche della psicologia nel più ampio dibattito
epistemologico di fine Ottocento e primi Novecento (nuove teorie scientifiche e nuove
riflessioni sui metodi e sui caratteri della scienza) tutto convergente a superare le ingenue
rigidità del Positivismo, proprio a partire dall'effettiva realtà della scienza.
Obiettivi
1. Mostrare come le ricerche di Freud riguardino quella nuova scienza, la psicologia, che più
di altre si trova sul confine tra scienza in senso stretto e filosofia. Questo aiuterà a non
meravigliarsi degli eventuali debiti di Freud riguardo precedenti riflessioni filosofiche
sull'inconscio (Schopenhauer, Nietzsche).
2. Mostrare come la scoperta dello psichico sia richiesta proprio dalla pratica terapeutica come
ricerca dell'eziologia delle patologie mentali (es. nevrosi) e come questa scoperta obblighi
quanto meno ad allargare, rispetto agli angusti schemi positivistici, gli aspetti del reale e le
categorie atte ad interpretarlo.
3. Mostrare come il lavoro teorico di Freud mentre contestualizza in una più ampia
spiegazione l'insieme delle sue ricerche empiriche e terapeutiche, elabori una concezione
della psiche (prima e seconda topica) con squisita valenza antropologica e, come tale,
pienamente inserita nel più ampio dibattito filosofico del Novecento.
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4. Mostrare come Freud si inserisca nel dibattito di cui sopra con una potente carica
demistificatrice riguardo la volontà di razionale dominio dell'uomo sul mondo e sulle
vicende storiche (il progresso!). Egli stesso parla della psicanalisi come terza ferita al
narcisismo dell'uomo occidentale dopo quelle di Copernico e Darwin. E questo ha grande
importanza nel dibattito della filosofia contemporanea come filosofia in tempo di crisi.
5. Mostrare come le procedure terapeutiche psicoanalitiche possano avere validità anche se
non strettamente legate alla teorica antropologica di Freud e soprattutto come sia la terapia
sia l'antropologia psicanalitiche possano avere una loro specifica validità senza doversi
legare al riduttivismo materialistico (cfr. Ricoeur: la questione del senso e del fondamento
possono rimanere aperti oltre la struttura delle dinamiche psichiche).
Unita' di lavoro previste: sette lezioni
Lezione 1. Studiare Freud: motivazioni, domande, obiettivi e inquadramento propedeutico (p.
272-281
Lezione 2. Il sogno come via di accesso all'inconscio.
Lezione 3. La struttura della psiche.
Lezione 4. La teoria della sessualità.
Lezione 5. Il disagio della civiltà.
Lezione 6. Percorso testuale. La nevrosi: che cos'è e da dove nasce?
Durata: 6 ore
Periodo: 25/11–7/12
Interrogazione generale programmata
 Orizzonte tematico: Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche, Freud
 Durata: 6 ore
 Periodo: 16-21/12/02
9^ Unità Didattica: BERGSON e la ricerca di nuove vie intuizionistico-vitalistiche per il senso
metafisico della realtà'
Prerequisiti
1. Conoscere nelle grandi linee la tradizione spiritualistica soprattutto francese con la centralità
del tema della coscienza e la sua irriducibilità alle dimensioni naturalistiche.
2. Essere informati sui precedenti, ancora soprattutto francesi, di una riflessione critica
riguardo i metodi e i risultati della scienza in contestazione dei dogmatismi e dei
riduttivismi positivistici (Boutroux e Poincaré).
3. Centralità del tema dell'evoluzione, imposto dagli sviluppi del tardo positivismo inglese
(Spencer), e le due opposte interpretazione nella cultura del tempo: determinismo
naturalistico-biologico e finalismo creazionista.
4. La presenza di sintomi sempre più diffusi di crisi del Positivismo come crisi di portata più
radicale che in qualche modo coinvolge tutta la tradizione razionalistica dell'occidente.
Irrazionalismo e vitalismo come caratteristiche di molteplici forme culturali radicalmente
alternative rispetto ai modelli tradizionali.
Obiettivi
1. Mostrare come l'originalità di Bergson non si fondi tanto sullo sforzo di sintetizzare le
giuste istanze della scienza con le irrinunciabili esigenze di fondazione filosoficometafisica, quanto nella capacità di reinterpretare a questo scopo sia il significato (metodi e
risultati) della scienza sia il significato (metodi e risultati) della metafisica.
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2. Mostrare più specificatamente che l'originalità delle reinterpretazioni "mediatrici" risiede
nel tentativo di una visione profondamente unitaria del principio originario dell'esperienza
umana e della realtà tutta. I dualismi non sono veramente tali ma momenti di un processo
unitario. Si possono così spiegare sia le differenze metodologiche e contenutistiche tra
scienza e metafisica sia la reciproca legittimazione e integrazione.
3. Mostrare la genialità di Bergson nell'affrontare tutti questi temi generali a partire dal tema
del tempo come tema conteso tra scienza e filosofia e quindi più di altri adatto per esprimere
le distinzioni, le compatibilità e le integrazioni di cui sopra.
4. Mostrare come la centralità del tempo come durata possa diventare in Bergson un principio
ontologico che reinterpreta il tema dell'evoluzione oltre il determinismo e oltre il finalismo
finendo con il prospettare una nuova metafisica di spiritualismo evoluzionistico.
5. Cominciare ad evidenziare come, se per un verso con tutta questa operazione Bergson
intende candidarsi a interprete della crisi dell'Occidente e primo segnale per una possibile
uscita, per l'altro verso il suo riferirsi più allo spiritualismo francese che non alla filosofia
trascendentale tedesca, lo rende meno radicale nell'interpretazione della crisi stessa e alla
fine meno convincente ed efficace nella discussione sugli eventuali rimedi.
Unita' di lavoro previste: quattro lezioni
Lezione 1. Studiare Bergson: motivazioni, domande, obiettivi e inquadramento propedeutico (p.
324-327).
Lezione 2. La realtà e la verità originaria della coscienza riscoprono il lato "metafisico" del
tempo e permettono di ripensare l'esperienza e la stessa costituzione dell'uomo secondo una
complessità irriducibile agli schemi della scienza e di ogni filosofia deterministica.
Lezione 3. Anche nei confronti della realtà globalmente intesa l'approccio scientifico è
schematico e strumentale. La nuova metafisica intuizionistico-vitalistica ne definisce l'essenza
originaria come "evoluzione creatrice" e "slancio vitale", nuova ontologia che trasforma in
senso spiritualistico la gnoseologia, l'etica e la stessa religione.
Lezione 4. Percorso testuale. Il tempo della vita e l'evoluzione creatrice.
Durata: 4 ore
Periodo: 7-11/01/03
10^ Unità Didattica: Croce: neoidelismo come storicismo assoluto.
Prerequisiti
Obiettivi
Unita' di lavoro previste: tre lezioni
Lezione 1. Studiare Croce: motivazioni, domande, obiettivi e inquadramento propedeutico (p.
324-327)
Lezione 2. Lo storicismo assoluto.
Lezione 3. Percorso testuale. Lo Spirito come unica realtà
Durata: 2 ore
Verifica: 1 ora (Bergson e Croce)
Periodo: 13-15/01/03
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11^ Unità Didattica: Husserl: la specificità della coscienza come impegno per superare la crisi
delle scienze europee.
Prerequisiti:
Obiettivi
Durata: 4 ore
Periodo: 17-22/01/03
12^ Unità Didattica: HEIDEGGER e la nuova ontologia ermeneutica
Prerequisiti:
1. Consapevolezza dei temi e dei problemi che si impongono ad Heidegger già a partire
dall'ambiente della sua formazione. Si tratta del tema teologico ed ontologico per un verso,
e della necessità di ripensarne lo statuto metafisico perché possano essere meglio rispettati i
caratteri di evenenenzialità escatologica propri del messaggio biblico.
2. Consapevolezza di come Hiedegger senza rinunciare ai suoi temi e ai suoi problemi si
inserisca sempre più nel clima culturale e filosofico dei primi decenni del Novecento.
3. Consapevolezza di come in questo modo il problema ontologico venga ripensato da
Heidegger a partire dalla duplice esigenza di un impianto fenomenologico (Husserl) e di
attenzione all'effettività storica dell'uomo (Dilthey). Si costituisce così il caratteristico
procedere heideggeriano: l'analisi (fenomenologica) dell'Esserci come via al ripensamento
del senso dell'Essere.
4. Consapevolezza di come Heidegger grazie alla tematizzazione della centralità del problema
ontologico e grazie e all'intrascendibile orizzonte fenomenologico/ermeneutico della
riflessione filosofica, si colloca nel solco della grande tradizione trascendentale (Kant,
Hegel) e perviene a tali livelli di radicalità riguardo i temi della Crisi (Nietzsche) che lo
collocano tra i più affascinanti maestri del pensiero contemporaneo.
Obiettivi
1. Mostrare come l'interesse costante della riflessione di Heidegger sia il tema ontologico: la
ricerca del senso dell'Essere, in aperta resistenza alla pervasiva "cosificazione" del mondo e
della vita, determinata dalla civiltà tecnico-scientifica con le sue epistemologie scientiste e
con le sue filosofie tardo-metafisiche.
2. Mostrare come Heidegger si inserisca pienamente nel contesto dell'esistenzialismo europeo
subendone suggestioni decisive ma divenendone ben presto il teorico più rappresentativo,
anche se il senso ultimo della sua proposta filosofica intende collocarsi polemicamente oltre
l'esistenzialismo stesso.
3. Mostrare come l'approccio fenomenologico sia quello che gli permette di ripresentare
seriamente e sensatamente il tema ontologico senza cadere né nell'ingenuo realismo della
metafisica tradizionale né nell'idealismo logico-dialettico.
4. Mostrare come l'integrazione della "correlazione fenomenologica" con l'effettiva condizione
"storico esistenziale" del soggetto, mentre accetta e in un certo senso compie la rivoluzione
copernicana della modernità, paradossalmente richiede di superarne i tracciati puramente
fenomenistici e soggettivistici, riaprendo la relazione dell'uomo all'Essere.
5. Mostrare come l'analitica esistenziale porti alla centralità del tema del tempo e alla sua
portata ontologica.
6. Mostrare come il senso della "svolta" non faccia che ribadire, pur nella obbligata
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prospettiva della priorità dell'Essere come tale rispetto all'Esserci, il radicamento ontologico
della temporalità.
7. Cominciare ad evidenziare che l'"Analitica esistenziale" e la "Evenemenzialità dell'Essere"
costituiscono una filosofia che si candida a rileggere tutto il senso della crisi dell'Occidente
indicandone i possibili elementi di nuova speranza. Proprio il ricupero dell'originaria
specificità dell'arte (con la possibile apertura ad una sua simbolica allusività, pur nella
consapevole invalicabilità del Mistero dell'Essere da parte dell'uomo) rende più persuasivo
di altri questo avvincente invito al pensare.
Unita' di lavoro previste: sette lezioni
Lezione 1. L'Analitica dell'Esserci come ritorno della riflessione ontologica nel nuovo contesto
fenomenologico e storico-vitalistico.
Lezione 2. Se l'essere dell'uomo è l'Esserci (progetto), l'essere delle cose è la loro funzionalità
all'uomo (strumenti che nella loro totalità costituiscono il mondo).
Lezione 3. L'Esserci come essere-nel-mondo si manifesta finito: è progetto, ma nella gettatezza
e nella deiezione (la Cura).
Lezione 4. L'autenticità non è perciò una condizione originaria, ma il risultato di una
riappropriazione (la decisione anticipatrice della morte).
Lezione 5. Il tempo è scoperto come ciò che rende possibile sia la decisione sia il modo
inautentico di esistere: il tempo è il senso dell'Esserci, ciò che in ultima istanza definisce l'essere
dell'Esserci e con ciò lo stesso Essere in generale (da qui la più ampia portata ontologica del
tempo).
Lezione 6. Il tema del senso dell'Essere richiede una "svolta": la libertà di scelta dell'uomo è
interna ad un ambito che è fondato da una libertà più radicale che è libertà dell'Essere stesso
(l'Essere come "lichtung" e come "destino", e con ciò Heidegger ribadisce e approfondisce il
radicamento ontologico della temporalità).
Durata: 6 ore
Periodo: 24/01-1/02/03
13^ Unità Didattica: Wittgenstein: la sofferta consapevolezza dei limiti invalicabili del
linguaggio.
Prerequisiti:
Obiettivi
Durata: 4 ore
Verifica: 1 ora (Husserl, Heidegger, Wittgenstein) + 1 ora di dialogo di controllo e
chiarimento
Periodo: 3-15/02/03
FASE II
Questione aperte. Etica, comunicazione e strategie conoscitive nell'epoca di internet
Collocazione cronologica: dal mese di marzo.
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Tempo dedicato: due ore settimanali.
Finalità:
Obiettivi didattici generali:
Strumento:
Spazi: l'aula della singola classe.
Destinatari: gli studenti delle singole classi.
Docenti: il singolo docente titolare dell'insegnamento di storia e filosofia per la propria classe, pur in esecuzione
di una comune programmazione con il collega del Progetto.
Struttura del lavoro didattico (modularità)
CONTENUTI
 L'uomo come dialogo. Gadamer, Ricoeur e l'ermeneutica filosofica.
 La riflessione sulla scienza. Popper e il dibattito epistemologico contemporaneo.
 L'etica nella condizione postmoderna. Complessità globalizzazione e dilemmi morali.
 Eguali e diversi. I problemi della teoria politica oggi: come conciliare libertà ed eguaglianza.
 Il nuovo Golem. Incontrarsi, comunicare e vivere nel cyberspazio.
Desenzano del Garda, 17 agosto 2002
I docenti
Prof. Andrea Nonfarmale
Prof. Giuseppe Piotti
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