Raffinate tecniche artigianali nella costruzione degli strumenti musicali Il meglio della produzione italiana Perugia Classico è l’unica vera vetrina della prestigiosa produzione Italiana di strumenti musicali. Quest’ultima si caratterizza per la sua alta qualità, per le raffinate tecniche artigianali nella realizzazione dei prodotti. Perugia Classico presenta fedelmente quanto di meglio la situazione italiana oggi esprime: accanto alle botteghe tradizionali, sono presenti le moderne imprese artigiane che partendo dalla stessa tradizione hanno saputo dare alla loro produzione un taglio di altissima precisione. Arpe, organi meccanici, violini, clavicembali, strumenti a fiato raccolgono e rinnovano la grande tradizione della produzione classica italiana. Alcune particolari categorie di strumenti realizzati in Italia (gli archi per esempio) vantano una sorta di primogenitura indiscussa. Essa deriva dalla qualità dello strumento, spesso un vero e proprio “oggetto d’arte”, unico, esclusivo. Frutto di un conoscenze tramandate nei secoli e rivisitate accuratamente alla luce delle conoscenze contemporanee. Tutta la produzione odierna, dai violini cremonesi, toscani, bolognesi, alle grandiose opere delle famiglie organarie umbre e trentine, etc. è figlia di tale tradizione ed è presente a Perugia. Dal 1995 ad oggi, la manifestazione è diventata il punto di incontro e di riferimento per quasi tutte queste importanti realtà produttive italiane. La manifestazione ha consentito ad un tessuto frammentato di piccole aziende artigiane, distribuite su tutto il territorio nazionale, di approfondire le tematiche e le problematiche del proprio settore, di definire obbiettivi e strategie comuni da perseguire, di emergere ed aggregarsi come realtà produttiva visibile, come soggetto economico at- tivo. Infatti proprio Perugia Classico ha promosso la nascita della Associazione Nazionale di Categoria (Acisa), strumento indispensabile di confronto e di promozione del settore. Questa vocazione esclusiva ha permesso di mettere a punto - e migliorare costantemente - una situazione promozionale importante sia per chi espone sia per chi visita. Lontani dai ritmi e dalle logiche della grande produzione industriale, Perugia Classico offre - in una splendida cornice architettonica che richiama suggestioni della rinascimentale bottega d’arte - la possibilità di presentare gli strumenti musicali valorizzandone le caratteristiche tecniche, sonore, artigianali. Le strategie nazionali per lexport: un momento importante per i costruttori italiani di strumenti musicali Exportare musica: occorre unire le forze Perugia Classico è un momento importante di promozione per i costruttori italiani di strumenti musicali che operano in un settore con grandi potenzialità soprattutto nell’esportazione all’estero, dove i nostri prodotti godono da sempre di ottima immagine, ma che deve superare una certa frammentarietà. Per competere nei mercati ricchi ma difficili occorre unire le forze e progettare strategie complessive ed articolate, che vadano dalle politiche di immagine al marketing, alla distribuzione. Per questo si è costituita a Perugia, nell’ambito di Perugia Classico, a cui fa stretto riferimento, l’Associazione dei costruttori italiani di strumenti acustici (Acisa) che, con il supporto dell’Istituto per il commercio estero e del Ministero dell’artigianato, ha organizzato negli anni scorsi diverse iniziative fra cui un importante momento di promozione della liuteria italiana a Pechino. Strumentario Periodico di artigianato, musica e cultura Direttore Responsabile Antonello Lamanna Editore Perugia Classico Srl Sede via Ritorta1, Perugia tel. 075 5736383 Redazione via Fratti 14, Perugia tel. 075 5715231 Grafica e design Maria Cristina Ceccarelli Fotografo ufficiale Adriano Scognamillo Tipografia Tipo-lito Grafica 84 via Concordia, 4/6 Perugia Strumentario Anno I, n.1 - Settembre 2005 Aut. n. 37/2004 del Tribunale di Perugia - Reg. Per. del 11/10/2004 2 Strumentario è on line all’indirizzo www.egeamusic.com Dal 26 settembre al 2 ottobre 2005 Tutto pronto per lXI Edizione di Perugia Classico Perugia Classico è alla sua undicesima edizione. Sempre di più si afferma come la manifestazione italiana più importante per la promozione degli strumenti musicali della tradizione. È un’esposizione, in primo luogo, dove si incontrano produttori, acquirenti, utenti finali, operatori del settore, ma è anche un evento originale articolato in molte altre cose: concerti, convegni scientifici, incontri con i costruttori e gli artisti, seminari e master class. Questa singolare iniziativa ha comunque come obbiettivo principale la valorizzazione dello strumento musicale realizzato artigianalmente. I singoli strumenti possono essere ascoltati, provati, è possibile essere edotti, direttamente dai costruttori sulle tecniche, sui procedimenti adottati per raggiungere un preciso risultato sonoro, timbrico. Gli strumenti musicali tradizionali costruiti artigianalmente sono il centro di interesse principale della manifestazione. Essi costituiscono il filo conduttore di tutte le iniziative (esposizione, concerti, attività didattica, convegni, etc.). Perugia Classico è quindi la manifestazione che rapidamente si é accreditata come il più importante evento espositivo italiano di strumenti musicali tradizionali. È ormai un appuntamento fondamentale per gli operatori del settore, i musicisti professionisti, gli appassionati e per tutti coloro che praticano attività musicali in forma professionale o amatoriale. A Perugia quindi, moltissime macchine per far musica diversissime fra loro, ma con una sola comune e rigorosa caratteristica: si tratta di strumenti acustici, costruiti artigianalmente. Alcune sezioni hanno una grande importanza tecnica, storica, documentale, mentre altre sono collezioni prestigiose e ricostruzioni di stru- menti etnici di differenti aree geografiche italiane (come Calabria, Sicilia, Puglia ). Perugia Classico è infine l’unica grande esposizione italiana che rappresenta gli interessi di tutte le famiglie di strumenti musicali. Sono rinomati i presidi a vocazione specifica di Castelfidardo per le fisarmoniche e di Cremona per i violini, ma solo a Perugia si trovano, gli uni accanto agli altri, archi, percussioni, chitarre, ottoni e legni, fisarmoniche. Anche in questa undicesima edizione vi saranno espositori, che rappresentano un microcosmo molto articolato che comprende aziende dai grandi fatturati e artigiani da pochi pezzi all’anno, prodotti costosissimi o da pochi euro, strumenti semplici o manufatti molto complessi. I luoghi La sua naturale collocazione nel cuore del centro storico di Perugia È una manifestazione nata da uno sforzo progettuale dell’Amministrazione comunale proprio per valorizzare il centro di Perugia con attività e iniziative che si ricollegano alla sua grande tradizione musicale ma anche all’esigenza - pienamente rispettata nelle nove precedenti edizioni - di incentivare un turismo di qualità e a dimensione delle peculiarità urbanistiche dell’acropoli. Fra gli ambienti della mostra e delle iniziative collaterali, perciò, ci sono la Rocca Paolina, l’oratorio di Santa Cecilia, il teatro Morlacchi, l’atrio del Palazzo dei Priori, la chiesa di S. M. della Misericordia. Difficile immaginare uno scenario più suggestivo ad una pur suggestiva esposizione. I concerti Dal classico al jazz passando per la world music Illustri esponenti della scena del concertismo internazionale, sia sul versante classico che jazz, con sconfinamenti nella world music. Il concerto inaugurale, la sera di mercoledì 29 settembre all’Auditorium S. Cecilia, avrà come protagonista l’Ensemble di Olivia Sellerio e Pietro Leveratto. Mentre venerdì 30 si esibirà, sempre all’Auditorim S. Cecilia la Drummeria( formazione costituita da quattro batteristi storici del pop italiano). Sabato 1 Ottobre è L’Egea Orchestra la protagonista del concerto che avrà luogo al teatro Morlacchi (dieci solisti di primo piano che suonano con strumenti di costruttori italiani). È un’esposizione, in primo luogo, dove si incontrano produttori, acquirenti, utenti finali, operatori del settore, ma è anche un evento originale con molti altri aspetti: concerti, convegni scientifici, incontri con i costruttori e gli artisti, seminari e master class 3 Perugia è sede dellACISA, Associazione Costruttori Italiani Strumenti Acustici Un punto dincontro per gli artigiani L’ACISA viene costituita in Perugia il 25 Settembre 1997. il percorso che porta alla costituzione dell’associazione di categoria nasce in modo spontaneo. L’occasione è data dalla partecipazione di molti costruttori italiani di strumenti acustici alle prime tre edizioni Perugia Classico ( 95/96/97 ). In quella sede, divenuta punto d’incontro per quasi tutte le realtà artigiane del settore, sono avviati i primi confronti su molte tematiche che accomunano i partecipanti. Il 25 Settembre ‘97, alla presenza di un rappresentante del Ministero dell’Industria ed Artigianato, viene discusso dall’assemblea ed approvato il documento statutario dell’ACISA. L’associazione fissa i suoi obiettivi principali, annuncia la propria adesione alle associazioni storiche di categoria, individua nelle promozione delle aziende, dei loro prodotti di alto artigianato artistico il punto principale su cui concentrare la propria azione, le proprie strategie. Ribadisce la specificità delle tematiche inerenti alla costruzione di strumenti musicali acustici realizzati con “tecniche artigianali”, afferma la necessità di azioni promozionali in Italia ed all’estero che tengano specificamente conto della grande tradizione italiana e ne rilancino programmaticamente l’immagine. Grazie all’apporto dell’ICE vengono organizzate le prime azioni promozionali all’estero. Nel 1997 al NAMM di Los Angeles, nel 1998 e nel 1999 al MUSICORA di Parigi, nel 1999 ancora al MUSICORA di Parigi, e dal 2001 al 2003 alla fiera di Francoforte. In tutte e tre le occasioni è stato allestito uno stand di Perugia Classico e la cornice espositiva (immagini di sfondo, allestimento della stand centrale, etc.) faceva preponderatamente riferimento a Perugia. 4 I fiori allocchiello dellartigianato artistico in Umbria Macchine per fare musica, ori e stoffe preziose in nome della tradizione Gli strumenti musicali come esempio importante di artigianato artistico. Il mondo degli strumenti musicali che si ritrova a Perugia Classico è senza dubbio fatto di aziende la cui produzione è nella stragrande maggioranza dei casi artigianale. Alcune particolari categorie di strumenti realizzati in Italia (archi per esempio) vantano una primogenitura indiscussa. Essa deriva dalla qualità dello strumento, spesso vero e proprio “oggetto d’arte”, unico, esclusivo. Frutto di un “sapere costruttivo” antico e rivisitato alla luce delle conoscenze odierne. Un sapere che ha nella raffinata tecnica artigianale il suo punto di forza, di grandissima distinzione rispetto alla produzione industriale. Musica e artigianato artistico umbro Il grande patrimonio di aziende artigiane che operano oggi in Italia, la loro ricchissima tradizione hanno consentito l’affermarsi del prodotto made in Italy realizzato artigianalmente. Ciò è vero sia per il settore degli strumenti musicali, ma anche per molti altri settori dell’artigianato artistico: orafo, ceramico, moda, etc. Perugia Classico nella precedente edizione ha già ospitato delle iniziative espositive e promozionali riferite alla produzione dei maestri orafi e di alta sartoria umbri. Gioielli e realizzazioni di alta sartoria sono stati esposti in contesti in cui il filo conduttore era la musica e gli strumenti musicali, ma in cui la componente artigianale ne costituiva l’elemento comune, il tessuto connettivo, la chiave di let- tura più importante. Perugia Classico si propone di contribuire a valorizzare l’artigianato umbro di qualità prestandosi come testimonial a prodotti che vanno dall’ alta moda all’arte orafa . L’idea di fondo è che anche il mondo degli gli strumenti musicali è in definitiva espressione di un artigianato d’arte che affonda le radici nella tradizione, nel sapere, nella cultura, nel gusto del bello che è patrimonio condiviso del nostro Paese. La musica quindi può fare da sfondo e da colonna sonora a gioielli (29 espositori) a vasi e a tessuti preziosi (16 espositori). Gli anni precedenti queste iniziative hanno avuto a Perugia Classico grande successo. Una vetrina sul futuro per la rassegna made in Italy dedicata agli strumenti musicali Perugia Classico sbarca a Montreal La produzione italiana di strumenti musicali acustici nell’ultimo decennio si è sempre più caratterizzata per l’elevata qualità dei manufatti e per l’impiego, nella fase produttiva, di tecniche esclusivamente artigianali: La realizzazione di quasi tutte le famiglie di strumenti musicali tradizionali ha oggi come riferimento generalizzato il grande patrimonio di conoscenze tecniche, teoriche, stilistiche, tipico della grande tradizione costruttiva italiana. Essa, naturalmente, è rivisitata alla luce del sapere odierno, contemporaneo, ma il riferimento alla maestria artigianale del passato è costante. Il prodotto italiano si colloca sulla fascia alta del mercato del settore ed è diretto ad un’utenza professionalizzata, esigente. Un’utenza che predilige il pezzo unico, particolare per caratteristiche sonore e tecniche. Le iniziative promozionali realizzate negli ultimi cinque anni (Parigi, Pechino, Francoforte, etc.) hanno mirato a valorizzare le caratteristiche peculiari dello strumento italiano e ad affermare un’immagine di livello alto, esclusivo. Il contesto in cui esse si sono verificate è stato, seppur con differenti connotazioni, di estrema attenzione per il prodotto artigianale, per il manufatto originale, per il pezzo unico. Dagli Stradivari ai Guarneri del Gesù, ai Guadagnini, agli Amati L’artigianato artistico italiano Realizzazioni di insuperabile maestria tecnica ed artistica Gli strumenti musicali costituiscono un esempio di artigianato artistico di qualità. La tradizione costruttiva italiana risale al medioevo ed ha avuto momenti insuperabili di grandissima produzione. Basti pensare agli Stradivari, ai Guarneri del Gesù, ai Guadagnini, agli Amati, realizzazioni di insuperabile maestria tecnica ed artistica. La tradizione italiana è altrettanto importante nella produzione di altri manufatti di qualità: la lavorazione orafa, dei tessuti, delle ceramiche, etc. Un numero selezionato di tali prodotti potrebbe essere esposto, come altro esempio di artigianato artistico, presso il Museo di Arte Contemporanea. I pezzi esposti saranno scelti in modo da evidenziare i metodi rigorosamente artigianali di produzione, i processi originale di creazione e realizzazione. La settimana degli strumenti musicali italiani con 500 concerti in 15 giorni Mostre, concerti, seminari ed incontri Durante il Montreal Jazz Festival L’iniziativa proposta è nella stessa linea promozionale fin qui tracciata. E ha tutte le caratteristiche per rappresentare un altro tassello importante nel mosaico di azioni promosse a favore dello strumento musicale di qualità. Il luogo in cui essa avrà luogo è Montreal. Il periodo è una settimana a cavallo tra giugno e luglio 2006. Il contesto è il Montreal Jazz Festival. La formula ricalca quella sperimentata con successo in occasione della Settimana della liuteria Italiana a Pechino: esposizione, concerti, seminari ed altre azioni tematiche. Considerazioni preliminari inducono a ritenere che il Canada ed in particolare il Quebec sia un mercato particolarmente interessante per la produzione italiana. Il Quebec è una regione ove sono presenti molte istituzioni musicali (conservatori, università, scuole di musica, etc.) e dove vi è un’intensa attività musicale strutturata (stagioni concertistiche con orchestre stabili cittadine). Montreal è la città culturalmente di riferimento per l’intera regione ed ospita numerose iniziative di respiro internazionale. Il Jazz Festival di Montreal è frequentato da 1.800.000 persone ed è la manifestazione jazz più importante al mondo. In 15 giorni hanno luogo 500 concerti e si esibiscono oltre 2000 musicisti. Un intero quartiere della città diviene il contenitore privilegiato di attività musicali di qualità. Il pubblico fruisce le differenti offerte e vive l’evento festival con grande partecipazione. L’iniziativa proposta si colloca all’interno di tale contesto. Essa è denominata “La settimana degli strumenti musicali italiani”. È articolata in più segmenti di attività e ha come obiettivo l’affermazione e la promozione dello strumento italiano come manufatto artigianale unico, come oggetto di artigianato artistico moderno, ma frutto di una grande tradizione. Musica classica, antica e mostre darte Altri eventi per affermare l’immagine alta del Made in Italy: musica classica, antica, mostre d’arte. Oltre ai concerti inseriti nel programma del Montreal Jazz Festival sono previsti altri eventi che hanno come riferimento un linguaggio non riferito alla musica jazz. Questi possono aver luogo in aree ove la presenza della comunità è consistente, oppure in altri siti di particolare interesse per la promozione del Made in Italy. Tali eventi collaterali possono essere associati alla promozione di particolari categorie merceologiche. Ogni evento può essere tematizzato e proposto in sintonia con un particolare prodotto. Per rafforzare nell’immaginario collettivo le radici storiche, artistiche del Made in Italy è importante allestire una mostra di grande significato culturale che abbia come oggetto la tradizione e gli strumenti musicali. Uno tra i più importanti eventi musicali mondiali dedicati al jazz Il Montreal Jazz Festival L’edizione annuale si tiene tra la fine di giugno e l’inizio di luglio e dura 10 giorni. Si svolge nel grande complesso di Place des Artes (tre grandi teatri, più numerose sale d’audizione) e la piazza che sta al centro del complesso, diramandosi nelle vie adiacenti e articolandosi in tutti i teatri e locali di rilievo della città. Conta circa 2 milioni di spettatori, con un bacino di utenza che coinvolge un forte flusso turistico dalla costa nord-est degli USA, da New York a Boston e dall’ovest del Canada. Le performance sono oltre 500, divise fra quelle a pagamento (circa 150) e quelle gratuite (circa 350). I concerti e gli spettacoli hanno luogo da mezzogiorno a mezzanotte per 10 giorni di seguito. In concomitanza con il festival musicale vero e proprio e per la prima volta nel 2005, si tiene l’evento fieristico SIMMM (Salone degli Strumenti Musicali e dei Musicisti di Montreal): una mostra-convegno con l’obiettivo di promuovere la “pratica della musica”, sulla musica come hobby-disciplina e gli strumenti, con la predisposizione di stand di esposizione, ma anche aree di dimostrazione e seminariali, dove artisti, artigiani e costruttori di strumenti musicali, scuole di musica e quant’altro potranno trarre vantaggio dall’alta concentrazione di pubblico “sensibilizzato” del Festival per promuovere i loro prodotti e le loro performance. Il paese partner per l’edizione 2006 del Mjf-SIMMM potrebbe essere l’Italia. Ciò comporta una visibilità privilegiata rispetto agli altri sponsor ed operatori presenti ma, soprattutto, garantisce una promozione dell’Italian Way of Life a 360° con la possibilità di promuovere sia gli strumenti musicali (di cui pure l’Italia possiede eccellenze artigianali) che gli artisti jazz italiani, il tutto proposto dando la massima valorizzazione degli aspetti legati al turismo e all’enogastronomia regionali. 5 Il nuovo Cd di Olivia Sellerio e Pietro Leveratto Accabbanna E il jazz incontra la musica popolare siciliana di Antonello Lamanna Si chiama Accabanna, l’ultima fatica musicale dell’Egea Records, prestigiosa etichetta italiana - con sede a Perugia - attenta alle sonorità mediterranee, che annovera nel suo catalogo i più importanti jazzisti italiani. Accabbanna è il nome del primo cd - uscito nel maggio 2005 - di Olivia Sellerio e Pietro Leveratto ed è un riuscito esempio di lavoro sulla musica di tradizione riletta in chiave contemporanea. Accabbanna nasce nel 2001 dall’intenzione di Olivia Sellerio, vocalist della scuola di Maria Pia De Vito e Loredana Spata, di coniugare il canto jazz con quello popolare siciliano, amato e sperimentato dalla cantante fin dagli anni dell’adolescenza. L’idea trova la forma immaginata solo nel 2004, grazie all’incontro con Pietro Leveratto, contrabbassista, compositore e arrangiatore con oltre cento incisioni e importanti collaborazioni all’attivo, direttore musicale del settetto, Accabbanna, al quale attualmente prendono parte altri cinque musicisti: Giampaolo Casati, tromba; Gaspare Palazzolo, sassofono tenore; Enrico “Tobia” Vaccaro, chitarra e violino; Mauro Schiavone, pianoforte; Giovanni Apprendi, tammorre e percussioni. “Accabbanna - spiega Olivia Sellerio - in lingua siciliana significa da questa parte; più in generale, si potrebbe dire da queste parti, dalle nostre parti, o in questa parte del mondo. Ed esprime dunque una forte identità, culturale oltre che geografica. È un progetto che nasce dall’elaborazione di materiali, parole e musica, propri della tradizione siciliana e ricavati dalla ricerca su testi di riferimento etnomusicologico, come il Corpus di Favara e la raccolta di Canti Popolari Siciliani di Salomone Marino, e da registrazioni storiche curate dal Folkstudio di Palermo. Musica legata a filo doppio al territorio nel quale è stata concepita, dove la presenza del jazz, attraverso gli arrangiamenti e le sonorità degli strumenti utilizzati, non vuole essere una semplice operazione di adattamento, quanto 6 piuttosto la dimostrazione della capacità che hanno melodie e testi poetici, antichissimi e anonimi, di mantenere inalterata la loro qualità evocativa e d’ispirare brani originali”. “[…]Olivia forse aveva affidato e affida qualcos’altro alla ripresa della musica popolare - scrive Elsa Guggino nelle note introduttive del Cd -, come sembra suggerire la sua veemente protesta: «Sono una siciliana e ho il diritto di proclamarlo. La musica popolare, se non mi appartiene in proprio, è comunque musica della terra in cui vivo e con cui voglio cercare un rapporto: il mio tipo di rapporto”. Accabbanna ha ufficialmente aperto Umbria Jazz 2004, con il concerto inaugurale della Latri di passu * sezione italiana, che ha riscosso un notevole apprezzamento da parte della critica musicale. È un disco da ascoltare con attenzione, ricco di riferimenti stilistici, soluzioni musicali interessanti, di colori variegati, ma sempre definiti, chiari. È un Cd complesso, intenso, ma di immediata fruizione. In ogni singolo brano i processi di elaborazione dei materiali originari sono sempre posti al servizio della musica, della sua essenzialità. Con “Accabbanna” un altro importante e prezioso tassello è stato aggiunto al mosaico di pubblicazioni Egea. Parole di Andrea Camilleri, musica di Olivia Sellerio Latri di passu, e iu povira e pazza Ca vi cridiva amici, me cumpari Boni pi’ caminari a la trazzera Quannu agghiorna e ’nmenzu di li rami S’ammuccianu fantasmi e cosi tinti Quannu era chiaru ’U pani nni spartimmu e la quartara Nni liccammu a turnu ‘a sarda ca pinniva di la canna Scanciannu auguriu di bona jurnata Latri di passu, tutti l’arricordu Li facci vostri ca chiamavu amuri Amicizia, fiducia e m’abbruciava Ad un focu ’i pagghia ca cridiva Eternu comu ’u mari ca risacca Ora ca è notti unn’è ca siti juti U barracanu nun mi fa cchiù cavuru Tuttu lu me vinu v’u siti vuvutu. Andrea Camilleri * Dal Cd Accabbanna La band di Accabbanna Olivia Sellerio, voce Giampaolo Casati, tromba Gaspare Palazzolo, sassofono tenore e soprano Enrico Tobia Vaccaro, chitarre e violino Mauro Schiavone, pianoforte e armonium Pietro Leveratto, contrabbasso e arrangiamenti Giovanni Apprendi, tamburi a cornice e percussioni Francesco La Bruna, violino in Spartenza GIOVEDÌ 29 SETTEMBRE ORE 21.30 AUDITORIUM S. CECILIA La musica di origine popolare va trattata con attenzione e delicatezza Io, il jazz, e tanta Sicilia di Pietro Leveratto La forza, primordiale e spesso raffinatissima, di melodie anonime ed elaborate nel corso dei secoli da una comunità intera, la trama dei ritmi, nati magari dai movimenti del lavoro, potrebbero farci prigionieri o indurci a banalizzarle. La musica di origine popolare va trattata con attenzione e delicatezza. “Se mi fossi limitato ad una semplice elaborazione o peggio, ad un tentativo di rendere colto o far swingare ciò che nella maggior parte dei casi era musica d'uso, concepita con uno scopo ben preciso piuttosto che semplicemente fruita nell'ascolto, avrei danneggiato la bellezza del materiale di partenza senza nemmeno ottenere qualcosa di funzionale alla prassi del jazz. Iniziando a lavorare sul materiale scelto da Olivia (reperito sui testi di riferimento quali il Favara ed il Pitrè, nelle produzioni del Folk Studio, eccetera) e grazie alla sua frequentazione della musica popolare, ci siamo trovati a dover stabilire un confine, quello sottile ma del tutto imprescindibile che separa i tre elementi che reggono (e danno significato) a questo lavoro: i testi in siciliano e la centralità della parola cantata, ovvero della voce. Per prima cosa preoccuparmi delle sonorità pure delle sillabe come del significato delle parole. È stato un compito arduo; sono genovese e sulle prime le finezze dei vari dialetti siciliani che incontravo mi sfuggivano del tutto: cullare un neonato, esorcizzare la fatica della mattanza, rimpiangere un amore lontano, queste le cose che dovevo tenere presente per evitare l’equivoco. In questo è stato essenziale il confronto, talvolta anche aspro, con Olivia, che già da tempo lavorava al progetto e ne aveva definito la poetica con molta precisione. Il suo modo di cantare queste melodie è riuscito, secondo il mio punto di vista, a rendere perfettamente la messa a fuoco della sua personalità musicale, senza che si sia perso niente dell' ispirazione originaria dei canti; interpretando la trasparenza delle melodie, la voce di Olivia dichiara come la comunicazione dei sentimenti costituisca il sistema nervoso centrale di tutte le espressioni artistiche di origine sinceramente popolare, dal jazz alla musica latina. La presenza del jazz, con le consuetudini d'approccio che hanno i musicisti, talvolta poco propensi a preoccuparsi del materiale se non quale spazio da riempire con l’improvvisazione. Eravamo però convinti che i musicisti di jazz fossero i soli in grado di mettersi in relazione con la musica senza i pregiudizi, storici, estetici e ideologici, che avrebbero reso difficile un lavoro che partisse dalla musica popolare. Talvolta i jazzisti possono dare l'impressione di avere poco rispetto per la storia della musica e le sue convenzioni, ma la amano ed era quello che ci interessava. Questo approccio riguardava certamente, anche se non specialmente, la parte vocale del lavoro. Olivia frequenta il jazz da sempre, ha cantato e canta i brani della tradizione americana, e ci siamo trovati a parlare degli stessi dischi “La musica di origine popolare va trattata con attenzione e delicatezza” importanti per la formazione di entrambi; con una cantante che si fosse occupata solo di folklore e musica etnica sarebbe stato impossibile elaborare un progetto nel quale la presenza dell’improvvisazione e delle convenzioni orali tipicamente jazzistiche resta un punto caratterizzante. Le strutture armoniche. In questo caso poteva essere piuttosto semplice concepire delle riarmonizzazioni dei pezzi, spesso costruite su modelli di scala non usuali nella musica colta ma del tutto plausibili nel jazz dagli anni ‘60 ad oggi. Ho preferito invece pensare ad un sostrato molto lineare, spesso decisamente modale, che permettesse alla voce di essere la vera guida, anche dell'armonia, e quando possibile, ho cercato di scrivere in maniera contrappuntistica linee che supportano e chiariscono armonicamente quella principale. 7 Musiche di Germano Mazzocchetti eseguite da un ensemble firmato Egea IL MIGLIORE JAZZ ITALIANO DIVENTA UNORCHESTRA È da qualche anno che, all’interno della casa discografica perugina Egea, vi è l’intenzione di realizzare un progetto originale che veda coinvolti i musicisti che quasi stabilmente incidono per essa. Progetto allettante, ma difficile, poiché oltre che solisti di primo livello quasi tutti i musicisti Egea sono titolari, in veste di autori, di propri progetti fortemente caratterizzati sia dal punto di vista compositivo che espressivo. È stata scelta, per tale motivo, la strada di commissionare un lavoro inedito, ad un autore che mai ha inciso per Egea, pensato su misura per un organico composto da formidabili esecutori-autori. Tale lavoro muove dalle linee essenziali della poetica Egea e apre un nuovo terreno di ricerca dove LEgea Orchestra Pietro Tonolo, sax tenore Marco Zurzolo, sax contralto, soprano e flauto Gabriele Mirabassi, clarinetto Gianpaolo Casati, tromba Alessandro Tedesco, trombone Giancarlo Bianchetti, chitarra Enrico Pieranunzi, pianoforte Piero Leveratto, contrabbasso Francesco Sotgiu, batteria Fulvio Maras, percussioni 8 il contributo personale del singolo musicista, il proprio patrimonio espressivo alimenta significativamente il quadro generale di riferimento, l’edificio musicale concretamente “scritto”. Di questa nuova idea, l’Egea Orchestra, ne fanno parte: Gabriele Mirabassi (clarinetto), Gianpaolo Casati (tromba), Marco Zurzolo (sax contralto), Pietro Tonolo (sax tenore), Alessandro Tedesco (trombone), Giancarlo Bianchetti (chitarra), Enrico Pieranunzi (pianoforte), Piero Leveratto (contrabbasso), Francesco Sotgiu (batteria), Fulvio Maras (percussioni). Musiche di Germano Mazzocchetti. Germano Mazzocchetti SABATO 1 OTTOBRE Dalla tesi sulla storia del jazz al Festival del Cinema di Venezia Lo stile inconfondibile del compositore Germano Mazzocchetti coincide in un certo senso con la linea poetica della Egea essendo la sua scrittura dotata di una musicalità trasversale che riesce a trarre ispirazione dalla musica classi...con gli strumenti del ca, dal jazz e dalla musica popolare. miglior artigianato Mazzocchetti è nato a Città S. Angelo (PE). artistico italiano Dapprima studia fisarmonica poi, dopo il liceo classico, si laurea in Musicologia con una tesi sulla storia del jazz. Nel 1978 l’incontro con il regista Antonio Calenda lo avvicina alla composizione di musiche per il teatro debuttando nella “Rappresentazione della Passione” con Elsa Merlini. La collaborazione con Calenda lo porta a sperimentarsi nei più diversi generi teatrali, dalla ri-visitazione del varietà e della musica popolare degli anni Trenta e Quaranta (Cinecittà) alla commedia musicale a tutto tondo (“Le ragazze di Lisistrata”), dai classici (Eschilo, Sofocle, Shakespeare, Molière) al teatro del Novecento e contemporaneo (Beckett, Ionesco, Pinter). Ha collaborato con molti registi, tra i quali ricordiamo Vittorio Gasmann (“Anima e corpo”, “Buoie sincere”) Luigi Squarzina (“La guerra”), Beppe Navello (“Casa di bambola”, “Il costruttore Solness”), Vincenzo Salemme (“Lo strano caso di Felice G.”, “La gente vuole Ridere”), Lello Arena (“Un bel giorno a Santa Stella”). Inoltre con Marco Parodi, Ugo Gregoretti, Pino Micol, Gastone Moschin, Patrick Rossi Gastaldi, Giancarlo Nanni. Ha scritto su testi di Dino e Gustavo Verde, la com- ORE 21.30 TEATRO MORLACCHI media musicale “Arcobaleno” che ha debuttato, con la regia di Gino Landi, Al teatro Sistina nel 1993, e l’operina “la ballata di Orfeo”, di prossima messa in scena. Per il cinema ha composto la colonna sonora di film di Nino Russo, Umberto Marino, Carlo Vanzina e Sergio Rubini (“Il viaggio della Sposa”, di quest’ultimo è stato proiettato alla serata inaugurale della Mostra del Cinema di Venezia del 1997). Il suo concerto “Musica e figure”, che comprende una scelta di musiche per il teatro, è stato eseguito in vari festival e stagioni concertistiche e teatrali, tra cui al Piccolo Regio di Torino e a S. Ivo alla Sapienza a Roma. Un itinerario di musica e cultura mediterranea lL KALSART FESTIVAL di Palermo Si alza il sipario sul jazz made in Italy All’interno del progetto Kals’art 2005, la rassegna estiva musicale ha assunto anche quest’anno un ruolo centrale in quanto elemento trasversale di aggregazione del pubblico e di raccordo tra le location del quartiere. Il programma si articola in quattro sedi, ciascuna delle quali caratterizzata da una precisa atmosfera musicale. Proprio in Piazza Kalsa si è svolta “Kals’art Wave”, la rassegna contraddistinta da proposte musicali che affondano le proprie radici nella cultura mediterranea. Sul palco si sono alternati musicisti come la Banda di Avola e i Lautari (il gruppo prodotto da Carmen Consoli), che hanno incociato i propri percorsi con altri di matrice balcanica, presentati da artisti come Boban Markovic, Boris Kovac e Sandy Lopicic Orkestar, famosa per le sue straordinarie voci femminili. Grande attesa per Flamenjazz con Nacho Arimany & Tacha Gonzales. Il loro spettacolo fonde il flamenco ed il jazz, la musica di “metissage” per eccellenza, in un'unica arte in cui le antiche tradizioni popolari e la penetrante poesia di Federico Garcia Lorca fungono da cornice formale e il dialogo tra i musicisti, l’improvvisazione suonata con la speciale e partecipazione di Nacho Arimany, e danzata con Tacha Gonzales, accostano magicamente i due mondi: l’orientalismo musicale andaluso e il jazz. In questo percorso si inserisce con un’evidente autonomia artistica e progettuale la collaborazione con la prestigiosa etichetta discografica Egea di Perugia: la rassegna “Egea for Kals’art” ha visto sul palco di Piazza Kalsa alcuni tra i più acclamati nomi del panorama etno e jazz italiano, tra cui Marco Zurzolo e Accabbanna, la nuova formazione di Olivia Sellerio. “Kals’art Maree” è l’appuntamento certamente più riconoscibile di Kals’art. La sede principale della rassegna sarà la Chiesa dello Spasimo, con qualche piccola trasferta a Palazzo Bonagia. Luoghi che garantiscono un’atmosfera raccolta e un’acustica di grande raffinatezza. Il percorso musicale presenta alcune tra le più interessanti voci della scena internazionale. Si inaugura con i Madredeus, il gruppo scoperto da Wim Wenders nel film Lisbon Story, guidati dalla splendida voce di Teresa Salgueiro. Quindi musica elettronica con i fracesi Nouvelle Vague, e la loro proposta lounge. Da non perdere la performance di Rokia Traorè, considerata la più importante cantante africana della nuova generazione. Non mancheranno ritmi latini con la bossa nova della brasiliana Paula Morelembaum e con Franca Masu, che proporrà un progetto dove fado, flamenco e ritmi mediterranei si fondono in maniera unica ed emozionante. Ricca anche la proposta di voci pop e jazz, Cristina Donà proporrà in questa sua prima presenza palermitana un concerto per sola voce e chitarra. Musiche mediterranee con contaminazioni di vari generi per la palermitana Lucina Lanzara, che presenterà in anteprima il suo ultimo lavoro De Mare. Seguiranno i Marlango, uno dei gruppi più apprezzati della scena musicale spagnola, guidati dalla sensuale voce di Leonor Watling, che affianca il lavoro di musicista a quello di attrice, interpretando film di grande successo come “Parla con Lei” di Pedro Almodovar. Ancora fado, dopo l’apertura dei Madredeus, con Mafalda Arnauth , considerata con Cristina Branco e Mariza, già ospite di Kalsart lo scorso anno, una delle regine di questo antico canto portoghese. Pop jazz con la splendida Rebekka Bakken, ospite quest’anno anche di Arezzo Wave, e Viktoria Tolstoij, pronipote del celebre scrittore, con la sensualità della sua voce propone sonorità decisamente moderne ed accattivanti; Maria Pia De Vito, che presenterà un nuovo lavoro espressamente organizzato per Kals’art 2005, con ospiti del calibro di Rita Marcotulli; ed ancora jazz con la proposta di Chiara Civello, italiana di nascita, statunitense di formazioni musicale, da poco alla ribalta anche nel nostro paese. 9 Un viaggio etnico-musicale tra i diversi linguaggi del tamburo LA DRUMMERIA quando la batteria canta La Drummeria è nata dall’affiatamento e l’amicizia tra cinque grandi protagonisti della scena musicale italiana, 5 grandi interpreti dei diversi linguaggi musicali, 5 persone lontane per età, vissuto, gusti, esperienze e temperamenti ma accomunate dal medesimo spirito di avventura e sperimentazione. Un autentico ‘super gruppo’, un viaggio etnico-musicale attraverso diverse “tradizioni dei tamburi” proposto da esponenti tra i più completi e rappresentativi. Lo spettacolo si snoda attraverso sezioni “obbligate” e momenti in assolo, con composizioni scritte da diversi musicisti e completate da improvvisazioni, giochi e palleggi musical percussivi per concludersi con un gran finale in crescendo; insomma, una formula unica, originale e nuova. “Il batterista è un musicista sociale. Questo non vuol dire che sia sempre socievole, ma generalmente è il musicista che si trova meglio in compagnia. La batteria, infatti, è uno strumento da accompagnamento, lasciata da sola difficilmente può generare musica. In natura, quindi, il batterista è un animale che si trova sempre insieme ad altri musicisti. Un animale naturalmente sociale. Ma non basta. A differenza di quanto si pensi, il batterista è anche un timido, non ama mettersi in mostra. Infatti il suo strumento resta dietro a tutti gli altri e lui stesso è nascosto da piatti e tamburi. Che il batterista sia un animale sociale si vede anche negli incontri fra colleghi, alle fiere e nei festival, quando si formano crocchi spontanei di persone con le bacchette in tasca, tutte pronte a commentare un nuovo strumento o le evoluzioni di un nuovo batterista giunto alla ribalta. Proprio durante questi incontri fra colleghi prende corpo l’idea della Drummeria. Due parole scambiate a un festival di percussioni, le prime prove, le nuove idee, il concerto, il perfezionamento dello spettacolo. E il miracolo è fatto, le batterie riescono a fare musica e spettacolo. Oggi la Drummeria è un orologio composto da cinque meccanismi completamente differenti ma assolutamente necessari l’uno all’altro. Difficile immaginare un melting pot più vario, cinque stili che vengono da cinque angoli diversi del pianeta dei tamburi, cinque uomini che hanno fatto la storia della batteria italiana degli ultimi trent’anni”. Una formazione che si nutre del talento di artisti da anni protagonisti della scena musicale italiana e ognuno di loro porta alla band qualcosa di speciale: Ellade Bandini porta una cultura totale fatta di musica, vita vissuta e di infiniti concerti; porta le idee di chi ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, affrontando ogni genere musicale in totale sintonia con i bisogni veri del pubblico; Walter Calloni porta la potenza, l’energia e tutto il groove che ha fatto la storia del rock italiano, e con il suo calore e la precisione dei suoi colpi, racconta al pubblico una vita vissuta con la musica; Maxx Furian porta le emozioni legate alla nuova generazione del batterista eclettico, tecnicamente perfetto, che, grazie alla qualità totale dell’esecuzione garantisce la compattezza musicale del gruppo; Christian Meyer porta la fantasia, l’inventiva spinta fino alle estreme conseguenze, uno spirito di avventura tale da svelare inimmaginabili dimensioni del tempo; Paolo Pellegatti porta tutto il sapore del jazz e tutti conflitti di quella sua anima nera dannatamente rock, che si libera in dinamiche coinvolgenti. Nella Drummeria 5 tra i migliori batteristi italiani hanno unito storie di musica e di vita, di groove VENERDÌ 30 SETTEMBRE ORE 21.30 AUDITORIUM S. CECILIA e di colore, di tecnica e d’inventiva, per offrire al pubblico un grande spettacolo musicale e d’intrattenimento che va ben oltre tutto quello che ci si potrebbe aspettare dalla batteria. Claudio Sessa del Corriere della Sera ha definito la Drummeria: “Un gruppo di forte impatto, che vuole fare emergere il canto degli strumenti e grazie all’esperienza dei musicisti ha tutti i numeri per riuscirci”. 11 UFIP Mille e una nota Perugia classico e la Scuola di musica SCIENZA e ARTE Presentano Festival della musica e dei bambini Perugia, centro storico Da Lunedì 26 settembre a sabato 2 ottobre Scuola di Musica Scienza e Arte Auditorium Santa Cecilia Il Giardino Sonoro Percorsi ludici attraverso il mondo delle percussioni Allestimento a cura della ditta UFIP di Pistoia Un viaggio attraverso i materiali delle percussioni che vengono presentati e suonati prima nelle forme naturali (es. tronchi, noci di cocco, pelli…) e di utilizzo primario/domestico (es. campane, coperchi, pentole) e poi nella loro evoluzione in strumenti musicali. Il percorso si conclude con la conoscenza degli strumenti a percussioni moderni: piatti, gong, batterie, marimbe saranno i protagonisti indiscussi della seconda parte dell’itinerario. L’esplorazione dei materiali delle percussioni fornisce spunti didattici tra “scienza e musica” divertendo i bambini e i ragazzi che, accompagnati da operatori ed animatori, vivranno un contatto vero e coinvolgente con il mondo dei suoni. … e per questo percuoto… Laboratori di percussioni per bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni A cura di Lucien Caselli Conoscere l’intima essenza degli strumenti a percussione. Creare atmosfere, caratteri, stati d’animo… scoprendo le possibilità espressive delle percussioni. Giocare, suonare, inventare, improvvisare testi, filastrocche e canzoni utilizzando suoni e ritmi. I Laboratori prevedono, sia per bambini che per ragazzi, tre appuntamenti di 1 ora e 30 minuti in orario pomeridiano lunedì, mercoledì e sabato pomeriggio. Domenica mattina è prevista una performance per i bambini e ragazzi che hanno partecipato ai laboratori. Il laboratorio è per gruppi di 8/10 bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni. Al fine di poter creare gruppi omogenei per età e competenze è necessaria la prenotazione. Verso la percussione Incontri e laboratori sulle percussioni per adulti ed insegnanti A cura di Giovanni Canale Tre incontri a tema, indipendenti, ma strettamente legati tra loro. Un percorso per chiunque abbia piacere e desiderio di conoscere il mondo delle percussioni. All’interno di ognuno degli incontri i partecipanti avranno l’occasione di suonare e creare piccole performances musicali. Saranno rilasciati attestati di partecipazione su richiesta. Per partecipare agli incontri è necessaria la prenotazione. 12 a seguire Martedì 27 settembre ore 15.30/18.30 Il telefono senza fili L’origine e la funzionalità delle percussioni Giovedì 29 settembre ore 15.30/18.30 Il tempo della vita, il tempo che è in noi, il tempo della musica La pulsazione Venerdì 30 settembre ore 15.30/18.30 Entra nelle percussioni! Conoscenza, classificazione, improvvisazione Quando la talpa vuol ballare il tango Filastrocche di Toti Scialoja musiche di Pietro Tonolo Per Coro di Voci bianche e gruppo jazz Emanuela Dentini, flauto Giuseppe Mazziotti, clarinetto Pietro Tonolo, sassofono Cristiano Arcelli, sassofono Massimo Morgante, trombone e fisarmonica Gabriele Mirabassi, pianoforte Igor Spallati, contrabbasso Giancarlo Bianchetti, batteria La piccola bottega corale di Scienza e Arte con la partecipazione straordinaria di Venerdì 30 settembre ore 18.00 Teatro Morlacchi Moony Witcher Il segreto della fantasia scrittrice fantasy per ragazzi, autrice della saga di “Nina e la Sesta Luna” favola sonora Testi: Martina Paoletti, Francesca Rossi Musiche: Filippo Fanò Favola musicale realizzata dalle Scuole Materne comunali e Statali che hanno partecipato al Piano di Educazione Musicale promosso dal Comune di Perugia Emanuela Dentini, flauto Giuseppe Mazziotti, clarinetto Cristiano Arcelli, sassofono Massimo Morgante, fisarmonica Filippo Fanò, pianoforte Francesco Ponticelli, contrabbasso Gabriele Damiano, batteria Per informazioni e prenotazioni: SCUOLA DI MUSICA SCIENZA e ARTE Via A. Fratti, 14 06123 Perugia Tel. 075 5736383 Centro per la Didattica Musicale Scienza e Arte Corsi per tutte l’età Per bambini di 2/3 anni Laboratori ludico creativi sul suono e sulla musica Per bambini di 4/5 anni Propedeutica musicale, ritmica, canzoni Avvio al flauto dolce Per bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni Lezione settimanale di strumento Teoria e lettura del linguaggio musica e Musica d’insieme Per adulti Corsi strumentali Musica d’insieme Teoria, ascolto, ear training Corsi jazz La scuola ha organizzato al suo interno uno SPAZIO GIOCHI per i bambini che frequentano i corsi. Operatori specializzati guideranno giochi e attività di disegno, pittura, manipolazione, costruzione di strumenti musicali, ecc... Info: Scuola di musica “Scienza e Arte” via Fratti 14, 06123 Perugia tel. 075 5736383 A proposito di 7 e mezzo di Marco Zurzolo Una nuova via del jazz, quella NAPOLETANA di Renzo Arbore “È da tempo che il Jazz italiano cerca la sua personalità. Da “vecchio” appassionato ricordo i nostri pur bravi musicisti alle prese con un Jazz d’imitazione, prontissimi a recepire gli stimoli che arrivavano da oltre oceano, ma timidissimi nel cercare la fantomatica “via italiana al Jazz” che tutti noi auspicavamo. È vero che un certo Gato Barbieri aveva approfittato di una celebre colonna sonora per far sentire la sua vena “argentina” in un… ultimo tango a Parigi. Ma si era rimasti lì. Dopo anni, finalmente, un musicista napoletano, tale Marco Zurzolo, osava con decisio- ne, indicare a noi e ai critici che si poteva intraprendere una via non soltanto italiana, ma addirittura “napoletana”, essendo quest’ultima misteriosamente e abilmente sposabile con il Jazz di oggi. Oggi Marco Zurzolo è un nome internazionale e – quello che più conta in un mondo dove c’è anche molto… fumo – “internazionalmente” stimato è che sono addirittura i “tecnici” stranieri quelli maggiormente affascinati dalle sue elaborazioni di “pezzi” napoletani, che non sono neanche i più noti o “prevedibili”, in versione jazzistica. È una strada che, secondo me lo porterà lontano. Artisticamente s’intende. Fisicamente Zurzolo va già di qua e di là. Buon viaggio...” In una lunga notte dinverno nel 2003... di Marco Zurzolo “In una lunga notte d’inverno nel 2003... ero da ore impegnato nei più fantasiosi tentativi di padre inesperto per cercare di addormentare mia figlia, nata da pochi giorni, che invece non solo non mostrava alcuna inclinazione al sonno (qualità che ha mantenuto invariata), ma continuava a piangere disperatamente con una energia che raramente ho visto negli adulti! Così dopo aver fatto veramente di tutto, mi sono seduto al piano e le ho suonato alcune note che a poco a poco sono diventate la sua ninna nanna e finalmente, lei si è addormentata e nello stesso momento nasceva una nuova stagione della mia musica. Infatti la ninna nanna è divenuto il primo brano di questo nuovo CD, che pur avendo un legame di continuità con il mio lavoro precedente, segna per me una forte svolta. In questo lavoro si respira una nuova aria, è un lavoro più intimista e romantico, sebbene il mio linguaggio e la mia ispirazione abbiano tratto ancora una volta grande energia da Napoli. Forse questa volta in maniera diversa, cogliendone un’essenza sconosciuta, guardandola da un’altra angolazione. Per questo ho arrangiato i brani per una piccola formazione di cinque elementi e, devo dire che ancora una volta, si è creata con gli amici musicisti che hanno collaborato a questo progetto una grande sinergia artistica che ha prodotto durante le prove e le registrazioni la situazione ideale per la espressione della nostra musica. Sono inoltre molto felice della preziosa collaborazione di Mark Johnson, Gabriele Mirabassi e Pino Tafuto che hanno colto con grande intensità ciò che le mie note volevano esprimere e che ringrazio molto per la loro disponibilità artistica ed intellettuale. Ho intitolato questo lavoro con il nome di un gioco di carte perché come giocatori spesso andiamo per la nostra strada concentrati solo sul nostro fine, senza pensare che a volte bisogna sapere aspettare e guardare ciò che accade al mondo attorno a noi. L’ho intitolato con il nome di un gioco di carte napoletane perché Napoli è sempre presente nella mia vita ed, in questo momento in particolare, è emblema di questo atteggiamento”. 13 Il nuovo Cd di Enrico PIERANUNZI e Ada MONTELLANICO DANZA DI UNA NINFA Omaggio a Tenco 14 Due grandi artisti alla guida di un ensemble d’eccezione per presentare un progetto che non mancherà di stupire e affascinare appassionati di jazz e non. Ada Montellanico ed Enrico Pieranunzi hanno, infatti, realizzato per l’etichetta Egea un nuovo lavoro che è un vero e proprio viaggio all’interno del mondo poetico-musicale di Luigi Tenco. Difficile immaginare un binomio più efficace per affrontare e realizzare un’operazione così delicata come quella di dar vita a nuovi originali racconti sonori attraverso le emozionanti storie racchiuse nelle bellissime musiche e nei testi del cantautore. I due artisti che hanno firmato “Danza di una ninfa” sono riusciti brillantemente nell’impresa grazie alle eccellenti qualità che da tempo sono loro riconosciute. Ada Montellanico si è ritagliata un suo proprio, importante spazio nel panorama vocale per aver reso la lingua italiana suono e improvvisazione jazzistica e per essere interprete capace come poche di far aderire il suo intimo mondo emotivo alle esigenze della narrazione. Enrico Pieranunzi, dal canto suo, si è costruito negli anni, attraverso le sue improvvisazioni e composizioni, un personalissimo universo sonoro che ne ha fatto uno dei musicisti italiani più apprezzati in tutto il mondo. Se è vero che la collaborazione Montellanico/Pieranunzi ha già prodotto in passato opere importanti come “L’altro Tenco” (1996) e “Ma l’amore no” (1997), va detto subito che “Danza di una ninfa” si presenta come un progetto del tutto nuovo, in un certo senso “rivoluzionario” perché in esso la più raffinata tradizione cantautorale italiana si fonde col jazz più autentico e trasgressivo; così composizioni celebri come, per esempio, “Mi sono innamorato di te” e “Ho capito che ti amo” grazie ai sorprendenti, “trasversali” arrangiamenti di Pieranunzi e all’appassionato, originalissimo approccio interpretativo della Montellanico risulteranno del tutto “inediti”. Ma, a proposito di “inediti” si potranno ascoltare nel Cd quattro brani davvero speciali che non potranno non colpire per la loro grande bellezza e forza poetica. Sono quattro testi di Luigi Tenco - due dei quali musicati dalla Montellanico, due da Pieranunzi - la cui incisione costituisce un “evento nell’evento” perché mai, prima d’ora, testi del cantautore erano stati messi in musica, operazione che ha tra l’altro ricevuto il caloroso consenso e sostegno della famiglia Tenco. Ed il fatto che siano stati due musicisti di jazz a fare tutto questo ha un sapore particolare, tenendo conto dell’enorme importanza che questa musica ha avuto negli anni di formazione del futuro autore di tante, splendide canzoni. Naturalmente gli straordinari esiti artistici del progetto non sarebbero stati possibili senza il contributo determinante dei musicisti che vi hanno partecipato, ognuno dei quali ha arricchito il cd della sua forte personalità espressiva con un ospite d’eccezione, il prestigioso polistrumentista statunitense Paul McCandless, da tempo punto di forza dei mitici “Oregon”. Un progetto quindi che costituisce per vari motivi un’occasione importante e rara an- che e soprattutto per il sottile gioco di interazione tra i due artisti che lo hanno realizzato: una sorta di seducente interplay, grazie al quale la Montellanico attraverso la sua voce rende la parola “suono” e Pieranunzi trasforma il suo suono in “parola”. Ma principalmente, si potrà riscoprire in una veste completamente nuova e inaspettata l’immensa originalità e profondità di Luigi Tenco, un artista tra i più importanti mai apparsi sulla scena musicale italiana. “Quattro brani inediti di Tenco rinascono a nuova vita DANZA DI UNA NINFA con Ada Montellanico e Enrico Pieranunzi Anche stanotte uscita dal mare tu, ninfa, danzi vestita di luna “Anche stanotte uscita dal mare tu, ninfa, danzi vestita di luna”. È il verso iniziale di una canzone scritta da Luigi Tenco e da anni abbandonata tra le sue carte sparse. È probabile che per questo testo il cantautore scomparso nel 1967 avesse sbozzato anche la musica, ma se pure così fosse di quella canzone non se ne avrebbe comunque più traccia. Ora le parole di Danza di una ninfa sotto la luna, insieme a quelle di altri tre testi scritti ma non musicati da Tenco, tornano a vivere grazie alla cantante Ada Montellanico e al pianista Enrico Pieranunzi, due musicisti jazz che amano rileggere la nostra canzone d’autore”. [La Repubblica, 4 agosto 2005] Un progetto di ricerca coordinato dalla Cattedra di Fonetica e Fonologia dellUniversità per Stranieri di Perugia Una terra di cantori nella rete WWW. MESSURGA.IT Il sito delle tradizioni popolari Le Voci del Folklore “Messurga”, l’antico nome di Mesoraca, un paese della provincia di Crotone, significa “terra di cantori” […]. Da questa parola, che rimanda a significati magici e musicali, è nato - nel 1998 - il cd-rom Messurga. Voci e Suoni dalla Calabria, dedicato al dialetto del crotonese (con foto, immagini, suoni, canti e voci popolari). Nel 2000 nasce l’Associazione Culturale Messurga con sede in Calabria e in Umbria. Suoni, voci e memorie dal mondo popolare Si tratta di una collana di studi e ricerche etnolinguistiche dedicata soprattutto alle voci dei dialetti, costituita principalmente da registrazioni di materiale audio in CD, con l’intento di costituire un Archivio sonoro del territorio nazionale. Le voci dialettali, in qualità di testimonianze orali, in questa prospettiva, sarebbero analizzate e valorizzate come elementi di identificazione della persona in quanto tale e in quanto componente di una comunità sociale e culturale. Del tema della voce umana, d’altronde, si occupano a vario titolo numerose discipline: la linguistica, l’antropologia culturale, l’etnomusicologia, la musicologia, l’ingegneria elettronica. C’è da aggiungere, inoltre, che la voce umana è, come la nota musicale, un suono: l’uno prodotto con lo strumento musicale umano (l’apparato fonatorio), l’altro con gli strumenti musicali costruiti dall’uomo. I due suoni appartengono a due tipologie diverse, pur avendo una parte in comune: non sono antitetici, ma possono essere complementari. Attraverso la combinazione di questi elementi (i suoni e i foni) possiamo ottenere diverse composizioni musicali: musica strumentale, vocale, vocale e strumentale insieme; anche parlando una delle tante lingue naturali, produciamo una delle possibili forme della musica vocale. L’aspetto musicale delle lingue (che con termini tecnici chiamiamo prosodia) ci permette di segnalare l’organizzazione dei significati, la struttura logico-sintattica e la gerarchia delle informazioni di un testo orale (composizione che presen- ta numerose e varie tipologie). Ogni lingua ha la sua propria melodia e il suo proprio ritmo, che sono frutto dell’elaborazione culturale di una comunità, collocata in un preciso tempo e spazio. Il parlare (comporre una modulazione ritmica “significante”), il cantare (nella doppia accezione di modulare la voce secondo un motivo musicale; e di eseguire con la voce una musica) ed anche il mangiare fanno parte di quelle attività con le quali diamo concreta attuazione a numerose funzioni: organizzare la propria esperienza, attribuire valori a quanto facciamo, trasmettere esperienze, fondare e costruire rapporti interpersonali e comunitari, cioè più semplicemente: pensare, nutrirsi, comunicare, esprimersi. Se per la lingua è scontato riconoscerne lo statuto di strumento di comunicazione, e perciò di potente strumento di socialità, per la musica e il cibo è opportuno sottolinearlo e evidenziarlo. Dal momento che il senso di identità e di appartenenza ad un gruppo e ad un luogo si realizza (o si rifiuta) in varia misura, possiamo ricorrere anche all’uso di questi “strumenti” per produrre melodie e ritmi caratteristici, che segnalano le diverse modalità di costruzione e di partecipazione e, dunque, l’originalità e la tipicità delle singole lingue e culture. L’incidenza e il rilievo della musica, come d’altronde della lingua, nella costituzione della storia e dell’identità di una certa comunità, insieme alle particolari caratteristiche assunte dall’aspetto della cultura materiale (gli strumenti musicali etnici) nelle diverse regioni delle penisola, sono alla base della presentazione di questo progetto di ricerca in campo linguistico e antropologico. Il paesaggio linguistico e culturale italiano è ancora vario e frazionato, nonostante sia sottoposto alle forti pressioni del cambiamento, ai cosiddetti processi di globalizzazione; l’attenzione posta alle voci del folklore non si configura come una operazione di ritorno nostalgico al passato, ma come una delle possibili risposte ai nuovi bisogni comunicativi ed espressivi imposti dalle nuove dimensioni comunicative. In questo quadro la riscoperta del localismo e delle radici appare non una chiusura o un ripiegamento, ma un passaggio per l’apertura di un dialogo costruttivo, basato sulla reciproca conoscenza e disponibilità ad accogliere le altrui ricchezze. La collana “Le Voci del Folklore” fa parte di un progetto di ricerca molto più ampio, ideato e diretto da Antonello Lamanna, e coordinato dal prof. Antonio Batinti, docente di Dialettologia italiana e di Fonetica e Fonologia all’Università per Stranieri di Perugia. I volumi e i cd dedicati alla musica popolare della collana Le Voci del Folklore diretta da Antonello Lamanna Strumentario, Ragnatele e Tammurriate Strumentario volume + CD a cura di A. Lamanna ISBN 88-7118-130-1 Pagg. 144 - 15,50 Euro Prima edizione maggio 2001 Adnkronos Libri Ragnatele volume + CD a cura di A. Lamanna ISBN 88-7118-146-8 Pagg. 223 - 16,50 Euro Prima edizione maggio 2002 Adnkronos Libri Tammurriate a cura di A. Lamanna volume + CD IISBN 88-7118-180-8 Pagg. 223 - 20 Euro Prima edizione giugno 2004 Adnkronos Libri “ Nel volume si affronta l’universo sonoro tradizionale: dai repertori dell’Umbria, ai suonatori di lira della Calabria, dalla world music alle influenze etniche della musica colta, dai cantori di Carpino alle tarantelle e ai saltarelli umbri. Sono presenti, tra gli altri, interventi e contributi di Ignazio Macchiarella, Eugenio Bennato e Ambrogio Sparagna. Nel Cd allegato si possono ascoltare brani della tradizione popolare dell’Umbria, Calabria, Lazio, Puglia, Campania. “Ragnatele” ripercorre la complessa storia del tarantismo fino agli sviluppi attuali, approfondendo la conoscenza di questo fenomeno che ha attualmente una grandissima risonanza, e non solo a livello nazionale; infatti l’antico mito della taranta vive una stagione di rinnovato interesse da parte di musicisti, registi e studiosi e, soprattutto, della gente comune. Al libro è allegato il Cd “Ragnatele”: un’accurata selezione di pizziche e tarantelle. In “Tammurriate” antropologi, etnomusicologi, musicisti, giornalisti ed esperti hanno ripercorso nelle loro specifiche discipline la storia della musica tradizionale della Campania, dai repertori del Cilento, alle tammurriate, fino alle nuove forme musicali oggi al centro di accesi dibattiti. Nel Cd allegato una serie di brani tradizionali, dalle tammurriate ai canti religiosi delle Confraternite. 15