la cartella stampa

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COMUNICATO STAMPA
È USCITO IL 1° APRILE, IL NUOVO ALBUM DI LOU DALFIN.
“MUSICA ENDEMICA” SEGNA IL RITORNO DEI CONTRABBANDIERI DI MUSICA OCCITANA.
FOLK CONTEMPORANEO DALL’ANIMO PUNK PER COMBATTERE CONTRO OGNI MURO.
ON LINE IL VIDEO “LOS TAXIS DE BARCELONA”
https://www.youtube.com/watch?v=WcJxjSc3wQo
Dopo 34 anni di carriera, 12 album realizzati, un impressionante numero di collaborazioni e più di 1300 concerti è
uscito il 1° aprile “Musica Endemica”, la nuova avventura discografica di Lou Dalfin che vede la collaborazione di
Madaski, co-leader e anima elettronica degli Africa Unite, in veste di producer.
L’album è anticipato dal video di “Los Taxis de Barcelona”, diretto dal filmmaker torinese Davide Borsa e basato
sul testo del poeta Léon Cordes. Un road movie nell’Occitania mediterranea fino alla capitale della Nazione catalana sui
cammini percorsi dai nobili antenati trovatori di cui Lou Dalfin è ritenuto l'erede. Un viaggio transfrontaliero, in un
territorio di identità culturale che va oltre i confini della geografia politica, che termina alla festa di Horta, piccolo e
sconosciuto quartiere di Barcellona.
A 5 anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio, la storica formazione piemontese punto di riferimento della scena
indipendente italiana e internazionale, torna con un trionfo di cornamuse, ghironde, basso e chitarra in 14 nuovi brani che
costituiscono un nuovo capitolo della saga di questi “contrabbandieri di musica occitana”.
Musica endemica perché la musica della band di Sergio Berardo è strettamente legata a una terra precisa che non è mai
stata Nazione, a un Paese che esiste ma non c’è: l’Occitania, quell’area geografica che va dal sud della Francia alla parte
occidentale del Piemonte. L'Occitania è il simbolo di "un'identità che va al di là delle frontiere, delle carte
geografiche" perchè "i muri sono solo il frutto della paura" ha dichiarato Sergio Berardo. Una musica dunque legata
alla lingua e alla cultura di un’utopia ben reale e concreta, di un sogno carico di storia che nei Lou Dalfin, da oltre 30 anni,
si traduce in pratica di resistenza culturale.
Il gruppo nasce nel 1982 con l’obiettivo programmatico di rivisitare la musica tradizionale occitana e renderla
contemporanea. Le loro sono canzoni da ballare o balli da cantare. Anima rock, se non addirittura punk, suoni folk,
danze tradizionali e racconti, a volte di festa, a volte di delitti, gli elementi che negli anni hanno portato Lou Dalfin a
infiammare grandi festival e centri sociali, ma anche a vincere la Targa Tenco nel 2004, e che ritornano in questo nuovo
lavoro. “Sulle rotte del contrabbando di musica occitana si respira l’atmosfera degli spartani studi di registrazione, delle
risse epiche ai concerti, della gioventù delle valli che balla la giga e si rotola in terra ascoltando i Ramones” ha scritto
Paolo Ferrari nella biografia romanzata di Lou Dalfin uscita nel 2015 per Fusta Editore.
Il rifiuto della rigida geometria disegnata dalla globalizzazione che rinchiude tutto fra omologazione planetaria e autoreclusione nelle “piccole patrie”, porta Lou Dalfin a creare ponti ideali che collegano le valli d’Oc al resto del mondo
attraverso una musica fatta di memoria collettiva e di storie individuali, di emozioni e di sogni, di malinconia e di
lotta. Di gioia e rivoluzione, direbbero gli Area.
“Musica Endemica” è così un viaggio nel tempo alla (ri)scoperta di un universo umano, geografico e storico
profondissimo. Un viaggio di conoscenza senza la quale è impossibile immaginare qualsiasi futuro.
SCHEDA ALBUM
14 tracce, 14 storie. Piccole e grandi. Del passato e del presente. E così, al suono di ghironde, organetti, flauti e cornamuse,
ma anche della santissima trinità del rock basso/chitarra/batteria, si canta e si balla di vittime della crociata del 1209 (“Lo
negat”) e reduci della guerra di indipendenza divenuti criminali e giustiziati con la ghigliottina (“La Beata”); dei soldati
disobbedienti che nel 1907 a Beziers si rifiutarono di sparare sulla folla in lotta (“Glòria al Deseten”) e della vicenda
umana del giganti Ugo di Vinadio che in piena Belle Epoque diventarono malinconiche stelle freak del circo (“Gigants”);
dell’assurdità del turismo contemporaneo mordi e fuggi che non contempla minimamente il viaggio come scoperta e
conoscenza (“I vilejants”) e del traffico metropolitano che trasforma Barcellona in un luogo surreale (“Los Taxis de
Barcelona”). E c’è spazio anche per l’irrisione del provincialismo nella cronaca di un concerto di Manu Chao a Cuneo o
per le atmosfere noir del brano “Darrier Gardian”. Fino ad arrivare alla traccia che chiude il disco (“L'àngel de
Serrabona”), valzer di commiato in catalano, lingua scelta per rimarcare il legame degli occitani con quel popolo
coraggioso che sta lottando per il proprio futuro. Ed è al futuro che le ghironde e le cornamuse dell'ultimo trovatore e il suo
mucchio selvaggio guardano. Per ricordarci che un pezzo del nostro domani è proprio in quei suoni antichi.
TRACKLIST
1) Glòria al Deseseten
2) I vilejants
3) Lo negat
4) Provincia clandestina
5) La Beata
6) Brandi di cavals
7) Los Taxis de Barcelona
8) Intro
9) Gigants
10) Tèrra 1209
11) Seguida de Borreias
12) Lo darrier gardian
13) Roccerè
14) L'àngel de Serrabona
TOUR
23 aprile - Macra (Cn) - 170° Festa di Sant Marcelin
29 aprile - Condove (To) - Valsusa Filmfest
18 giugno - Coniolo (Al) - Festival Coniolo in Folk
8 luglio - San Bartolomeo al mare (Im)
9 luglio - Le Puy en Velai (Francia) - Festival La Retornada
16 luglio - Saurat (Francia) - Festival Festenoc
5 agosto - Perigueux (Francia)
7 agosto - Revello (Cn)
15 agosto - Castelmagno (Cn) - Occit'amo Festival
20 agosto - Ilons (Francia) - Festival Festivous
28 agosto - Canosio (Cn) - Festa del nostrale d'alpe
9 settembre - La Bastide (Francia)
10 settembre - Aureville (Francia) - Festival Campestral
BIOGRAFIA
Fondato da Sergio Berardo, il gruppo nasce nel 1982 con l’obiettivo di rivisitare la musica tradizionale occitana e renderla
contemporanea. Una "line-up" acustica (ghironda, fisarmoniche, violino, plettri, clarinetto, flauti) e un repertorio di brani
storici e popolari caratterizzano il percorso artistico della formazione originaria. Con quest'approccio vengono registrati
due LP: "En franso i ero de grando guero" nel 1982 e "L'aze d'alegre" nel 1984. Dopo uno stop di 5 anni, Lou Dalfin
"resuscita" nell'autunno del 1990: Sergio riunisce attorno a sé vari musicisti delle più diverse estrazioni musicali - folk,
jazz e rock. L'inizio di questa seconda esperienza ha rappresentato il naturale momento di transizione del gruppo dalla
formula acustica a quella attuale. Accanto agli strumenti più tipici della tradizione - vioulo, pivo, armoni a semitoun,
pinfre, arebebo, viouloun, ecc. – vengono introdotti basso, batteria, chitarra e tastiere. E’ il nuovo suono di Lou Dalfin che
cela un ideale e un fine esplicito: rendere la tradizione occitana fruibile dal maggior numero di persone, perché le radici
culturali di pochi divengano patrimonio di tutti. Nel 1991 esce “W Jan d’l’Eiretto”, il disco testimone del nuovo corso.
Assieme agli innumerevoli concerti nelle regioni occitane del Piemonte, il gruppo inizia ad esibirsi in altre zone in Italia e
all’estero, specialmente nelle regioni occitane francesi.
Siamo nel pieno degli anni ’90 e in Italia si assiste al boom della musica indipendente. Le major finalmente si accorgono
che esiste una musica “altra” e alcuni generi fino ad allora elitari possono raggiungere una nuova visibilità. Lou Dalfin si
colloca a pieno diritto in questo filone e pubblica “Gibous, Bagase e Bandì” nel 1995, il live con i baschi Sustraia “Radio
Occitania Libra” nel 1997 e “Lo Viatge” nel 1998.
Nel 2001 il gruppo dà alle stampe il suo primo best of “La Flor de Lo Dalfin” ma uno dei momenti più importanti
dell’intera storia di Lou Dalfin arriva nel 2004 con l’uscita de “L’Oste del Diau” che ottiene la Targa Tenco per il miglior
album in dialetto, lo stesso premio assegnato per la prima volta a Fabrizio De André con “Creuza de ma”. E’ l’inizio di un
ulteriore nuovo corso che vede Berardo e soci prestare una maggiore attenzione alla canzone d’autore pur senza
abbandonare la consueta energia. Nel 2007 Lou Dalfin festeggia i 25 anni di attività e fa uscire “I Virasolelhs”, secondo
capitolo di quella che si potrà definire una trilogia. Come già avvenne per “L’Oste del Diau” è di nuovo il fumettista di
scuola Bonelli Luca Enoch a disegnare la copertina.
Nel 2008 Lou Dalfin apre il suo studio alla Feel Good Productions per rivisitare in chiave dancefloor alcuni dei suoi più
recenti brani. Oltre a remixare due tracce i FGP dirigono la produzione artistica del progetto “Remescla” coinvolgendo
alcuni dei più interessanti produttori di Global Vibes da ogni parte del mondo. A prima vista sembrerebbe un’operazione
azzardata, invece non è altro che un nuovo percorso sulla strada della sperimentazione che da sempre ha caratterizzato il
gruppo.
A fine 2011 esce “Cavalier Faidit“ che chiude la trilogia iniziata nel 2004 con “L’Oste del Diau“. Il disco ufficializza
quello che è ormai il brevetto di Lou Dalfin: il ballo-canzone, canzoni da ballare, balli da ascoltare, a riprova
dell'importanza che hanno assunto i testi dei brani che danzano paralleli alle musiche.
Da quel momento il gruppo intraprende un tour che finirà soltanto nel novembre 2015 dopo innumerevoli tappe in Italia,
Francia e Spagna.
A maggio 2015 viene dato alle stampe “Lou Dalfin, vita e miracoli dei contrabbandieri di musica occitana” (Fusta
Editore): la prefazione dello scrittore Alessandro Perissinotto introduce una biografia romanzata, in cui la musica diventa
il veicolo di un messaggio di resistenza. Tra messaggi di pace e risse sanguigne, polemiche e approfondimenti culturali.
“Musica Endemica”, il nuovo album, è uscito il 1° aprile 2016.
DISCOGRAFIA


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



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

En franso i ero de grando guero - 1982
L’aze d’alegre - 1984
W Jan d’ l’eiretto (Ed. Ousitanio Vivo) 1992
Gibous, Bagase e Bandí (Ed. Baracca e Burattini/Sony) 1995
Radio Occitania libra live with Sustraia (Ed. Baracca e Burattini/Sony) 1997
Lo viatge (Ed. Noys/Sony ) 1998
La flor de lo dalfin (UPRFolkRock/Peones edizioni musicali/Venus) 2001
L’òste dal Diau (Ed. Tarantanius, distribuzione Venus) 2004
I Virasolelhs (Musicalista/Self distribuzione) 2007
Remescla (Musicalista/Green Queen Music/Self distribuzione) 2009
 Cavalier Faidit (Musicalista/Self distribuzione) 2011
 Musica Endemica (Lou Dalfin/Self distribuzione) 2016
LINE UP
Sergio Berardo (voce, ghironda, organetto, cornamuse, flauti), Riccardo Serra (batteria), Dino Tron (fisarmonica,
organetto, cornamuse), Enrico Gosmar (chitarra), Carlo Revello (basso), Mario Poletti (mandolino, bouzouki, banjo),
Chiara Cesano (violino).
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