La morte cardiaca improvvisa nella donna Stefania Rizzo, Domenico Corrado, Gaetano Thiene, Cristina Basso Servizio di Patologia Cardiovascolare, Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari, Azienda Ospedaliera e Università degli Studi, Padova Although the incidence of sudden cardiac death (SCD) is greater in men than in women, it represents an important mode of death also in the female gender. Sex-related differences have been identified not only in the prevalence of the phenomenon, but also in risk factors and etiology of SCD. The peripartum period represents a peculiar trigger of SCD in women with underlying cardiovascular substrates. Several lesions, both congenital and acquired, may be identified at postmortem in SCD victims, including coronary artery, myocardial, valve, and aortic diseases. While the incidence of SCD increases progressively with age in adult elderly women to reach a 1:1 male:female ratio after the age of 80 years, mostly due to the increasing incidence of atherosclerotic disease in the postmenopausal period, SCD in young women is a rare event and usually associated with non-atherosclerotic disease, such as mitral valve prolapse, spontaneous coronary dissection, myocarditis, inherited cardiomyopathies and congenital heart diseases. The heart can be found structurally normal and inherited ion channel diseases are often implicated. Gender differences in the risk of SCD deserve further attention, since they affect the evaluation of interventions designed to reduce the rate of female SCD. Key words. Gender; Pathology; Sudden cardiac death; Women. G Ital Cardiol 2012;13(6):432-439 INTRODUZIONE La morte improvvisa è definita come un evento fatale, naturale ed inaspettato, che interviene entro 1h dall’inizio della sintomatologia in soggetti apparentemente sani o affetti da patologie non abbastanza gravi da predire un decesso così rapido1. Essa può essere la conseguenza di varie condizioni cardiache o extracardiache, tuttavia l’arresto cardiaco è il principale meccanismo patogenetico, e in genere l’instabilità elettrica rappresenta la via finale comune di morte2. Negli Stati Uniti, la morte cardiaca improvvisa (MCI) ha un’incidenza di circa 0.1-0.2% nella popolazione generale, con un numero di vittime compreso tra 300 000 e 350 000 all’anno3. L’Europa presenta un profilo epidemiologico sovrapponibile a quello degli Stati Uniti4. La MCI manifesta una predominanza maschile in tutte le classi di età, con un’incidenza circa 3 volte superiore rispetto alle donne5. Questo dato probabilmente riflette la più alta incidenza negli uomini di malattia coronarica, che rappresenta la causa principale di arresto cardiaco e MCI. In uno studio epidemiologico Framingham, le donne mostravano inoltre un ritardo di 10-20 anni nell’insorgenza di MCI, con un rapporto © 2012 Il Pensiero Scientifico Editore Ricevuto 02.04.2012; accettato 04.04.2012. Studio condotto nell’ambito del Registro Regionale di Patologia Cardio-Cerebro-Vascolare e della Ricerca Sanitaria Finalizzata “Rischio cardiovascolare nelle donne atlete giovani ed in età menopausale”, Regione Veneto. Gli autori dichiarano nessun conflitto di interessi. Per la corrispondenza: Prof.ssa Cristina Basso Servizio di Patologia Cardiovascolare, Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari, Azienda Ospedaliera e Università degli Studi, Via Gabelli 61, 35121 Padova e-mail: [email protected] 432 G ITAL CARDIOL | VOL 13 | GIUGNO 2012 uomo/donna dell’arresto cardiaco di 6.75:1 nell’età compresa tra i 55 e i 64 anni, e di 2.17:1 tra i 65 e i 74 anni6, il che implica una protezione dall’aterosclerosi conferita dal genere femminile in epoca premenopausale7. La minore frequenza di MCI nella donna durante il periodo fertile è da ricondurre all’effetto protettivo della funzione ormonale ovarica verso le malattie cardiovascolari. Il rischio di MCI, così come quello delle sindromi coronariche e di altri eventi cardiovascolari, aumenta poi progressivamente dopo la menopausa8. La MCI è tuttavia un’importante causa di mortalità anche nella giovane donna. Relativamente poco però è noto circa l’epidemiologia della MCI nel sesso femminile. Soprattutto le giovani donne sono poco rappresentate nelle casistiche autoptiche disponibili. Negli anni ’80, negli Stati Uniti l’incidenza annuale di MCI nell’intervallo di età dai 35 ai 74 anni era stimato di 191/100 000 tra gli uomini, e minore, pari a 57/100 000, nelle donne3. Recenti studi epidemiologici hanno però rivelato dati allarmanti riguardo alla MCI in giovani donne9, con un aumento di frequenza fino al 21% nella fascia di età dai 35 ai 44 anni (Tabella 1). L’esperienza Oregon mostra che le donne costituiscono attualmente il 40% di tutti i casi di MCI nella popolazione generale con un’età media di 69 anni10. Le cause rimangono sconosciute. Sicuramente le donne ricevono un trattamento meno aggressivo e più tardivo rispetto agli uomini. Inoltre poiché i sintomi della sottostante cardiopatia sono spesso atipici (es. dolore al collo o al dorso, nausea, vomito, ecc.) spesso vengono misconosciuti o riferiti troppo tardivamente. Poiché le donne sono meno esposte ai tradizionali fattori di rischio cardiovascolari rispetto agli uomini, la prevenzione primaria e la stratificazione del rischio volte a prevenire l’aterosclerosi coronarica potrebbero non essere adeguate a prevenire la MCI e ad arrestare questa tendenza nella donna, a differenza di quanto si sta facendo con successo nel sesso maschile11. LA MORTE IMPROVVISA NELLA DONNA CHIAVE DI LETTURA Ragionevoli certezze. L’incidenza di morte cardiaca improvvisa (MCI) è sostanzialmente più alta negli uomini che nelle donne, indipendentemente dall’eziologia. Tuttavia la MCI è un fenomeno non trascurabile nel sesso femminile, non soltanto in epoca postmenopausale, quando viene a cessare l’effetto protettivo ormonale sullo sviluppo di aterosclerosi coronarica e delle sue complicanze, ma anche in età fertile, come dimostrano recenti studi epidemiologici. In giovani donne il periodo più a rischio è il peripartum, soprattutto in presenza di un substrato cardiovascolare patologico. Inoltre le donne mostrano un profilo elettrofisiologico differente dagli uomini, soprattutto per quanto riguarda la ripolarizzazione ventricolare e la maggiore lunghezza basale dell’intervallo QT, che predispongono allo sviluppo di aritmie. L’eziologia della MCI e i meccanismi di morte differiscono tra uomo e donna. Se nel sesso maschile la causa più frequente di morte resta l’aterosclerosi coronarica, in età giovane-adulta è raro nel sesso femminile il reperto autoptico di coronaropatia ed infarto miocardico acuto. Cause ischemiche di MCI nella donna sono piuttosto le anomalie congenite delle coronarie, la dissezione coronarica spontanea, le embolie e le arteriti. Più frequenti le forme non ischemiche, soprattutto le miocarditi e il prolasso della valvola mitrale, come anche le MCI sine materia, cioè a cuore strutturalmente normale, che riflette la più alta prevalenza nel sesso femminile di sindrome del QT lungo, una malattia dei canali ionici. Riguardo al meccanismo di morte, anche nella donna è frequentemente elettrico aritmico, spesso da dissociazione elettromeccanica. Questo spiega la minore incidenza di impianto di defibrillatori nella donna e il minor successo di defibrillazione dopo arresto cardiaco. Un attento esame macro- e microscopico del cuore permette di identificare con certezza nella maggioranza dei casi il substrato patologico che ha portato a MCI. Nei casi silenti, cioè a cuore normale, il ricorso alla cosiddetta autopsia molecolare permette di formulare una diagnosi di morte, essenziale per i familiari della vittima. Questioni aperte. Sono noti da tempo gli effetti protettivi degli ormoni sessuali femminili sull’aterosclerosi e sulle sue complicanze. Richiede forse ulteriore delucidazione l’impatto degli steroidi gonadici femminili sul sistema nervoso autonomo e sull’elettrofisiologia dei cardiomiociti, che potrebbe costituire una sorta di predisposizione genetica a malattie cardiache aritmiche, con un impatto sull’incidenza, la presentazione clinica e la severità di aritmie cardiache nella donna. Le ipotesi. Nonostante ci sia sempre maggiore interesse sulle differenze di genere nelle malattie cardiovascolari, nelle casistiche autoptiche disponibili le donne, soprattutto le giovani donne, sono poco rappresentate e i dati raccolti sulle differenze fra uomo e donna nel campo della MCI insufficienti a chiarirne la fisiopatologia. Se si pensa che l’aterosclerosi coronarica è una causa minore di MCI in donne in età fertile, e che la prevenzione primaria è basata sui tradizionali fattori di rischio cardiovascolari, ci si rende conto della necessità di dati epidemiologici che spieghino le sostanziali differenze nei profili di rischio per MCI tra uomo e donna, sulla base dei quali passare a formulare strategie di prevenzione mirate in base al sesso. CAUSE DI MORTE CARDIACA IMPROVVISA NELLA DONNA Studi epidemiologici hanno identificato differenze legate al sesso non solo nell’incidenza, ma anche nei fattori di rischio ed eziologia per MCI7. Quando la MCI si manifesta in adulti ed anziani, l’aterosclerosi coronarica, spesso complicata da trombosi, è la causa sottostante più comune e circa la metà dei casi si verifica in pazienti con coronaropatia nota. Al contrario, un largo spettro di malattie cardiovascolari, sia congenite che acquisite, rendono conto della MCI nel giovane (≤35 anni di età), con significative differenze legate al sesso. La MCI indipendente da causa ischemica è più frequente fra le donne11. Altre cause di MCI non coronariche descritte sono molto simili a quelle riportate in casistiche maschili di pari età12-15, e comprendono valvulopatie, in particolare il prolasso della valvola mitrale16, miocarditi, cardiomiopatie e malattie dei canali ionici. È stato riportato che il 55% di donne morte improvvisamente mostra malattie cardiache non aterosclerotiche, incluse la cardiomiopatia dilatativa (19%), le valvulopatie (13%), il vasospasmo coronarico (5%). Infine, il 10% delle donne rispetto al 3% degli uomini ha un cuore strutturalmente normale all’autopsia17. Nella nostra esperienza, rivedendo i reperti autoptici e la patologia cardiaca in dettaglio in una serie di casi di MCI giovanile (≤35 anni) raccolti dal 1979 al 1999 nell’ambito del Registro di Patologia cardio-cerebro-vascolare della Regione Veneto, abbiamo calcolato un’incidenza di morte improvvisa di 1.5 per 100 000 individui per anno nel maschio e 0.5 per 100 000 per anno nella femmina (Tabella 2). Del totale di 300 morti improvvise, 80 donne (27%) e 220 uomini (73%), 55 si erano verificate in atleti competitivi e 245 tra non atleti, per un tasso di mortalità di 2.3 e 0.9 per 100 000 individui per anno, rispettivamente. Nella popolazione di atleti, abbiamo avuto 50 morti improvvise nel maschio e 5 nella femmina, per un tasso di mortalità di 2.6 e 1.1 per 100 000 individui per anno, rispettivamente. Il rischio relativo stimato di morte improvvisa negli atleti vs i non atleti era di 2.5 [intervallo di confidenza (IC) 1.8-3.4; p<0.0001], ed era di 1.95 nel maschio (IC 1.3-2.6; p=0.0001) e 2.0 nella femmina (IC 0.6-4.9; p=0.15). La Tabella 2 riporta le cause principali di MCI nel giovane suddivise per sesso. Il peripartum si è rivelato il periodo più a rischio per MCI in donne con substrato cardiovascolare patologico. Nella nostra G ITAL CARDIOL | VOL 13 | GIUGNO 2012 433 S RIZZO ET AL Tabella 1. Numero e tasso di mortalità per fasce di età per morte cardiaca improvvisa e variazione relativa dal 1989 al 1998 nella popolazione adulta ≥35 anni negli Stati Uniti. Fasce di età (anni) Uomini 35-44 45-54 55-64 65-74 75-84 ≥85 Donne N. Per 100 000 Variazionea 7533 19 575 30 680 49 508 64 863 48 332 34.1 115.9 284.0 600.2 1362.8 4073.3 -2.8% -12.3% -18.1% -14.1% -13.5% -5.7% N. Variazionea Per 100 000 2584 5931 12 006 28 874 66 727 119 416 11.5 33.5 101.2 284.7 928.5 4171.8 +21.1% -5.6% -14.5% -8.8% -9.6% -1.4% a la variazione relativa è calcolata come tasso 1998 meno il tasso 1989 diviso per il tasso 1989 e moltiplicato per 100. Modificata da Zheng et al.9. Tabella 2. Cause di morte improvvisa per sesso ed età in giovani atleti e non atleti nella Regione Veneto (n = 300). N. a Cardiovascolare Coronaropatia aterosclerotica CAVD Miocardite Prolasso mitralico Malattia sistema conduzione Cardiomiopatia ipertrofica Rottura aortica Cardiomiopatia dilatativa Coronaropatia congenita Coronaropatia non aterosclerotica Ponte coronarico Stenosi aortica Cardiopatie congenite operate Embolia polmonare QT lungo Sine materia Non cardiovascolare Totale Età (anni) 277 58 37 32 27 25 23 12 11 8 7 6 4 4 4 1 18 29.1 ± 5 25.2 ± 7 22.3 ± 7 22.7 ± 6 21.5 ± 9 22.3 ± 7 21.2 ± 8 22.1 ± 7 20.2 ± 6 21.4 ± 8 21.7 ± 9 20.7 ± 3 13.2 ± 5 23.4 ± 2 20 23.2 ± 8 23 24.1 ± 8 300 Atleti (n=55) M F Età (anni) 47 10 12 5 4 3 1 1 1 6 0 2 0 0 1 0 1 5 0 0 0 2 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 28.9 ± 6 22.6 ± 4 22.5 ± 7 23.0 ± 3 21.2 ± 5 15 21 14 21.5 ± 9 – 23.5 ± 4 – – 24 20 28 3 0 25.2 ± 6 50 5 Non atleti (n=245) M F 161 64 43 5 17 8 21 6 8 13 17 4 18 4 8 3 7 3 0 1 2 5 2 2 4 0 2 2 1 2 0 0 11 6 9 11 Sesso Età (anni) M (n, %) F (n, %) 29.2 ± 5 26.9 ± 7 22.1 ± 7 22.4 ± 6 21.6 ± 5 22.3 ± 7 21.3 ± 9 22.0 ± 7 13 21.4 ± 8 20.9 ± 8 20.7 ± 3 13.2 ± 5 23.0 ± 1 – 22.9 ± 8 208 53 (25.5) 29 (14) 26 (12.5) 12 (5.5) 20 (9.5) 19 (9) 9 (4.5) 8 (4) 6 (3) 2 (1) 4 (2) 4 (2) 2 (1) 2 (1) 0 (0) 12 (5.5) 69 5 (7) 8 (11.5) 6 (8.5) 15 (22) 5 (7) 4 (6) 3 (4.5) 3 (4.5) 2 (3) 5 (7) 2 (3) 0 (0) 2 (3) 2 (3) 1 (1.5) 6 (8.5) 22.9 ± 7 170 75 12 11 220 80 CAVD, cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro; F, femmine; M, maschi. in questa analisi, la morte improvvisa sine materia è stata considerata nell’ambito della morte cardiaca improvvisa. Modificata da Corrado et al.14. a esperienza, la causa più frequente di morte nelle donne era il prolasso della valvola mitrale (22 vs 5.5%), seguito da altre patologie; si confermava la rarità della coronaropatia aterosclerotica nella donna giovane (7 vs 25%), mentre le coronaropatie acquisite non aterosclerotiche (in primis, la dissezione spontanea delle coronarie) erano prevalenti nel sesso femminile (7 vs 1%), confermando i dati riportati in letteratura. Il meccanismo di morte era meccanico (rottura aortica o embolia polmonare) nel 7% delle donne vs il 5% degli uomini. È da notare che circa il 6.5% di tutte le MCI (8.5% nelle donne) rimaneva inspiegato anche dopo attento esame morfologico macroscopico e microscopico (mors sine materia). In tali casi l’anomalia strutturale potrebbe risiedere a livello molecolare (malattie dei canali ionici), rendendo necessari esami di biologia molecolare18. MALATTIE DELLE ARTERIE CORONARIE La prevalenza di aterosclerosi coronarica è significativamente più bassa nelle donne8,11,19. Tra le donne sopravvissute ad un ar- 434 G ITAL CARDIOL | VOL 13 | GIUGNO 2012 resto cardiaco, si riscontra una sottostante patologia coronarica in solo il 45% dei casi, in confronto con l’80% degli uomini20. Sebbene in giovani donne sia meno probabile il reperto all’autopsia di aterosclerosi coronarica e infarto miocardico acuto, vari studi hanno riportato la presenza di trombosi coronarica acuta in associazione all’uso di contraccettivi orali21, al fumo di sigaretta22, a radioterapia specialmente nel passato (Figura 1A), e a condizioni che predispongono alla trombosi, come la sindrome da anticorpi antifosfolipidi23, che si associa ad eventi coronarici in circa il 5% dei pazienti, particolarmente al di sotto dei 45 anni di età, dovuti ad aterosclerosi accelerata ed eventi trombotici associati. La gravidanza aumenta il rischio di infarto da 3 a 4 volte, con una frequenza di 6.2 per 100 000 parti24. Da un punto di vista istopatologico, è interessante notare come il fenomeno dell’erosione di placca causa di trombosi coronarica sia particolarmente frequente in donne più giovani e fumatrici, mentre il meccanismo classico della fissurazione di placca o dell’instabilità elettrica da pregressa cicatrice postin- LA MORTE IMPROVVISA NELLA DONNA fartuale senza trombosi coronarica sia il reperto dominante all’autopsia di donne decedute improvvisamente in età più avanzata25. Altre patologie coronariche non aterosclerotiche possono essere responsabili di arresto cardiaco su base ischemica, sia congenite, con anomalie di origine e/o decorso delle coronarie26, che acquisite, tra cui vasculiti27 come la sindrome di Kawasaki, l’arterite di Takayasu28 e la poliarterite nodosa, l’embolia coronarica29 e la dissezione coronarica spontanea30. La dissezione coronarica spontanea è una causa piuttosto rara di infarto miocardico e MCI nella popolazione generale (<1%)31, ma comunque preoccupante visto che si associa ad un’elevata mortalità, compresa tra il 38% e il 66%. Circa l’80% dei casi di dissezione coronarica sono descritti in giovani donne, di cui circa il 25% nel periodo peripartum, che al momento rappresenta l’unico fattore di rischio noto di questa condizione (Figura 1B). Per lo più, la dissezione coronarica spontanea nelle donne coinvolge il ramo discendente anteriore. Nei casi di infarto in donne gravide o nel periodo peripartum, senza particolari fattori di rischio per coronaropatia, la dissezione coronarica rende conto del 27% dei casi, seguita da un 13% a coronarie indenni e da trombosi coronarica senza aterosclerosi nell’8%31,32. MALATTIE DEL MIOCARDIO Nella nostra casistica, la miocardite, un’infiammazione del miocardio, in genere dovuta ad infezioni virali, rendeva conto dell’8.5% di tutte le MCI femminili. Un recente episodio influenzale è comune nella storia clinica, sebbene la sintomatologia possa essere lieve o assente. Il coinvolgimento cardiaco può interessare sia il tessuto di conduzione con lo sviluppo di blocco atrioventricolare che il miocardio di lavoro, che porta allo sviluppo di aritmie ventricolari. La MCI può intervenire nella fase attiva o durante quella riparativa, come conseguenza di aritmie maligne che si sviluppano nel contesto di infiltrato infiammatorio, edema interstiziale, necrosi miocardica e fibrosi. La diagnosi è prevalentemente istologica in presenza di infiltrati flogistici focali o diffusi, polimorfi o linfocitari, non necessariamente associati a necrosi miocitaria. Questo substrato sembra altamente aritmogeno e può portare a MCI. Anche una forma subclinica di miocardite può essere causa di fibrillazione ventricolare. Per aumentare la sensibilità diagnostica dell’istologia, si rende necessario l’uso dell’immunoistochimica per la caratterizzazione dell’infiltrato infiammatorio, così come l’utilizzo di metodiche di biologia molecolare per evidenziare una possibile causa infettiva, in genere virale33. Circa il 10-15% delle MCI si verifica in donne con cardiomiopatie, soprattutto la cardiomiopatia ipertrofica e la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. Si tratta di malattie eredo-familiari, trasmissibili, causate da mutazioni in geni che codificano per proteine strutturali cardiache. Nella nostra esperienza nel giovane rendono conto di più di un quarto delle MCI. La cardiomiopatia ipertrofica è caratterizzata da un’ipertrofia asimmetrica del ventricolo sinistro, dovuta a mutazioni che codificano per proteine sarcomeriche. La MCI si manifesta prevalentemente sotto sforzo, per l’insorgenza di tachiaritmie e fibrillazione ventricolare34 (Figura 2). La cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro35 è dovuta a geni che codificano per proteine desmosomali delle giunzioni intercellulari, ed è caratterizzata da progressiva perdita del miocardio ordinario e sostituzione con tessuto fibroadiposo. Tali alterazioni scatenano aritmie, anche fatali, soprattutto sotto sforzo. Anche se la malattia è trasmessa in modo autosomico dominante, si riscontra più raramente nel sesso femminile, che inoltre mostra una più alta prevalenza di forme lievi36. Questo dato potrebbe essere spiegato con il differente assetto ormonale o il diverso livello di attività fisica tra uomo e donna. MALATTIE DELLE VALVOLE CARDIACHE Figura 1. Coronaropatia e morte cardiaca improvvisa nella donna in età premenopausale. A: morte improvvisa coronarica da aterosclerosi accelerata del ramo discendente anteriore della coronaria sinistra in giovane donna con storia di irradiazione mediastinica per linfoma di Hodgkin. B: dissezione spontanea medio-avventiziale del ramo discendente anteriore della coronaria sinistra nel peripartum. Il prolasso della valvola mitrale rappresenta nella nostra esperienza la causa più frequente di MCI nella donna. Sono descritte forme eredo-familiari, sindromiche (sindrome di Marfan) e non, ma si tratta per lo più di forme sporadiche. È caratterizzato da ispessimento e ridondanza dei lembi valvolari mitralici (Figura 3) e può associarsi ad aritmie cardiache, talora fatali37. La MCI da prolasso della valvola mitrale è un evento raro, con un rischio annuale stimato tra 0.4% e 2%38-40, ma esistente, come riportato in diverse casistiche. Il nesso causale tra prolasso mitralico e MCI è ancora sconosciuto, data la bassa prevalenza dei casi e i differenti criteri diagnostici per prolasso. Si è concordi tuttavia ad imputare il decesso ad eventi tachiaritmici complessi, il cui substrato patologico è ancora oggetto di indagine. Tra i fattori di rischio per MCI, oltre al grado G ITAL CARDIOL | VOL 13 | GIUGNO 2012 435 S RIZZO ET AL reticolo sarcoplasmatico. Appartengono a questa categoria la sindrome del QT lungo, la sindrome del QT corto, la sindrome di Brugada, la tachicardia ventricolare catecolaminergica polimorfa. Le anomalie elettrocardiografiche sono in genere scatenate da sforzo fisico o intense emozioni. In queste circostanze, l’autopsia è negativa, e solo indagini molecolari genetiche permettono una diagnosi corretta. Recenti studi sperimentali suggeriscono possibili differenze nella ripolarizzazione ventricolare42 che rifletterebbero la maggiore lunghezza basale del QT riscontrata nella donna e la relativa suscettibilità alle aritmie, in particolare l’alta incidenza di sindrome del QT lungo e torsione di punta nelle donne43,44. Questo spiegherebbe la più alta incidenza di MCI a cuore normale nel sesso femminile. La presenza di recettori per gli estrogeni a livello del miocardio ordinario e del tessuto di conduzione, con effetto sui canali ionici, può essere responsabile della suscettibilità ad episodi aritmici e della differente espressività clinica nelle donne e negli uomini di malattie dei canali ionici. MALATTIE DELL’AORTA Figura 2. Morte improvvisa durante sforzo (jogging) da cardiomiopatia ipertrofica asimmetrica in giovane donna precedentemente asintomatica. A: sezione trasversa che evidenzia la cospicua ipertrofia simmetrica settale. B: istologia del miocardio con esteso disarrangiamento spaziale dei fascicoli di cardiomiociti (disarray) con fibrosi interstiziale. Figura 3. Morte improvvisa in giovane donna con storia di aritmie ventricolari da prolasso valvolare mitralico. Si nota il cospicuo ispessimento dei lembi mitralici, prevalentemente il posteriore, da spiccata degenerazione mixoide. di rimodellamento della valvola mitrale, alla storia di sincope o arresto cardiaco e familiarità per morte improvvisa, è stato annoverato anche il genere femminile41. MALATTIE DEI CANALI IONICI Le malattie dei canali ionici sono condizioni eredo-familiari in cui il cuore è strutturalmente normale. Le alterazioni elettrocardiografiche sono legate a difetti genetici dei canali ionici nei cardiomiociti, a livello della membrana sarcolemmatica o del 436 G ITAL CARDIOL | VOL 13 | GIUGNO 2012 L’aorta può andare incontro a dissezione e rottura, soprattutto in presenza di connettivopatie come la sindrome di Marfan, da mutazioni del gene della fibrillina, o di valvola aortica bicuspide, la più frequente cardiopatia congenita45,46. Dissezione e rottura dell’aorta e delle sue diramazioni, comprese le coronarie47, sono state ampiamente descritte nel peripartum e comportano un alto rischio di MCI materna e, quando si manifestano prima della nascita, anche fetale. È oggetto di discussione se la gravidanza di per sé comporti un aumentato rischio di dissezione48. L’eziologia della dissezione aortica in gravidanza suggerisce fattori emodinamici e aumentati livelli di progesterone che portano alla perdita di integrità dell’intima e a cambiamenti nella componente elastica della media. Le alterazioni vascolari, insieme agli alterati livelli pressori ematici, potrebbero determinare dissezione. Inoltre l’aumento del volume ematico, della gittata cardiaca a riposo e della frequenza cardiaca possono essere importanti fattori di rischio nello sviluppo di dissezione. L’età materna >35 anni, l’ipertensione, il diabete mellito, il fumo di sigaretta, la trombofilia, la preeclampsia sono ulteriori fattori di rischio. FISIOPATOLOGIA DELLA MORTE CARDIACA IMPROVVISA: ARITMICA VERSUS MECCANICA La MCI è prevalentemente elettrica aritmica (soprattutto da fibrillazione ventricolare), indipendentemente dal sesso, ma può essere anche meccanica, quando la funzione di pompa è improvvisamente ostacolata da fattori meccanici (dissezione aortica, tamponamento cardiaco, tromboembolia polmonare). Nella nostra casistica giovanile, un meccanismo di MCI “meccanico” era lievemente più frequente nelle donne. A parte la dissezione aortica, la tromboembolia polmonare da trombosi venosa profonda è causa frequente di MCI (Figura 4). Differenze legate al sesso nell’incidenza, presentazione clinica e prognosi di trombosi venosa profonda e tromboembolia polmonare sono state recentemente indagate. Sebbene l’incidenza di trombosi venosa profonda sia maggiore negli uomini che nelle donne49, lo sviluppo di tromboembolia polmonare è maggiore in queste ultime, soprattutto al di sopra dei 50 anni di età50. LA MORTE IMPROVVISA NELLA DONNA CONCLUSIONI Figura 4. Morte improvvisa meccanica da tromboembolia polmonare del tronco principale e della biforcazione in giovane donna in terapia con contraccettivi orali. Fattori di rischio nella donna sono correlati all’uso di contraccettivi orali, terapia sostitutiva ormonale, e alla gravidanza, soprattutto nelle pazienti trombofiliche. Soprattutto nel periodo peripartum, la tromboembolia polmonare è una delle cause principali di mortalità nella donna, con una incidenza stimata di 5-12 eventi/100 000 gravidanze51. Il rischio in gravidanza è aumentato per la stasi e dilatazione venosa indotta dal progesterone, compressione venosa pelvica dall’utero gravido e alterazione dei livelli ematici di fattori proe anticoagulanti. In uno studio prospettico che ha coinvolto circa 120 000 donne tra i 30 e i 55 anni, una causa aritmica è stata riconosciuta tuttavia anche nell’88% delle MCI femminili8. Nelle donne la fibrillazione ventricolare risulta più raramente l’evento precipitante una MCI rispetto a quanto accade negli uomini, rappresentando solo il 20-30%52. Differenze tra i sessi esistono per l’inducibilità delle aritmie ventricolari con stimolazione elettrica programmata, più agevole nell’uomo con infarto miocardico (95%) che nella donna (72%). Questo determina la sensibile differenza nel numero assoluto di defibrillatori impiantati nelle donne rispetto agli uomini53. Se negli uomini si registrano tachicardia e fibrillazione ventricolare, le donne presentano più frequentemente asistolia e dissociazione elettromeccanica54. Ciò ha importanti implicazioni sulla sopravvivenza di donne in arresto cardiaco, poiché il successo della defibrillazione è minore nella dissociazione/asistolia che nel caso di tachicardia/fibrillazione ventricolare (2 vs 25%)55. Nella popolazione generale in età adulta-anziana, senza differenza di genere, l’aterosclerosi coronarica è la causa più comune di MCI. Al contrario, un ampio spettro di malattie cardiovascolari, sia congenite che acquisite, rendono conto della MCI nel giovane (≤35 anni di età), con significative differenze correlate al sesso. Quale conseguenza della particolare epidemiologia femminile, nonché del diverso assetto ormonale in età fertile e postmenopausale, il numero di donne negli studi sulla MCI è assai limitato ed insufficiente a chiarirne la fisiopatologia. L’inclusione di giovani donne in studi prospettici è auspicabile per fare luce sui meccanismi di MCI nel sesso femminile, in vista di poter attuare misure efficaci per la stratificazione del rischio ed un’appropriata prevenzione primaria, con particolare enfasi su fattori di rischio cardiovascolari non tradizionali e valutazione genetica. L’autopsia e un accurato esame patologico del cuore permettono di identificare l’eziologia della MCI nella maggior parte dei casi56. I progressi nella biologia molecolare consentono infine oggigiorno di andar oltre il tradizionale metodo autoptico macroscopico ed istologico, permettendo di identificare difetti genetici che stanno alla base di molti disordini elettrici a rischio di MCI in soggetti con cuore strutturalmente normale. RIASSUNTO Sebbene la morte cardiaca improvvisa (MCI) manifesti una predominanza maschile in tutte le classi di età, essa rappresenta un’importante modalità di morte anche nella donna. Significative differenze legate al sesso sono state identificate non solo nell’incidenza, ma anche nei fattori di rischio ed eziologia per MCI. Il periodo peripartum è particolarmente a rischio di MCI nelle donne, soprattutto in presenza di un substrato cardiovascolare patologico. Un largo spettro di malattie cardiovascolari, sia congenite che acquisite, a carico delle arterie coronarie, del miocardio, delle valvole cardiache e dell’aorta possono essere identificate in vittime di MCI di entrambi i sessi, ma con differente frequenza. Mentre l’incidenza della MCI nella donna adulto-anziana aumenta progressivamente con l’età fino a raggiungere un rapporto maschi/femmine 1:1 dopo gli 80 anni, per lo più dovuto all’aumentata incidenza di malattia aterosclerotica in epoca postmenopausale, la MCI nella donna giovane è un evento raro e quasi sempre si associa a malattie non aterosclerotiche, quali la miocardite, il prolasso della valvola mitrale, la dissezione coronarica spontanea, cardiomiopatie eredo-familiari e anomalie congenite. Frequente la MCI a cuore strutturalmente normale, che necessita di indagini molecolari per la diagnosi di malattie dei canali ionici. Le differenze genere-correlate nel rischio di MCI necessitano di maggiore attenzione ed approfondimento, per elaborare strategie mirate atte a ridurre la percentuale di MCI nella donna. Parole chiave. Anatomia patologica; Donna; Genere; Morte cardiaca improvvisa. BIBLIOGRAFIA 1. Goldberger JJ, Cain ME, Hohnloser SH, et al. American Heart Association/American College of Cardiology Foundation/Heart Rhythm Society scientific statement on noninvasive risk stratification techniques for identifying patients at risk for sudden cardiac death. A scientific statement from the American Heart Association Council on Clinical Cardiology Committee on Electrocardiography and Arrhythmias and Council on Epidemiology and Prevention. Circulation 2008;118:1497-518. 2. Thiene G, Basso C, Corrado D. Cardiovascular causes of sudden death. In: Silver MD, Gotlieb AI, Schoen FJ, eds. Cardiovascular pathology. 3rd edition. New York, NY: Churchill Livingstone, 2001:326-74. Accurata e dettagliata revisione delle cause cardiovascolari e dei meccanismi fisiopatologici di morte improvvisa all’autopsia tramite correlazioni clinicopatologiche. 3. Gillum RF. Sudden coronary death in the United States: 1980-1985. Circulation 1989; 79:756-65. 4. Zipes DP, Camm AJ, Borggrefe M, et al. ACC/AHA/ESC 2006 guidelines for management of patients with ventricular arrhythmias and the prevention of sudden cardiac death: a report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force and the European Society of Cardiology Committee for Practice GuideG ITAL CARDIOL | VOL 13 | GIUGNO 2012 437 S RIZZO ET AL lines (Writing Committee to develop guidelines for management of patients with ventricular arrhythmias and the prevention of sudden cardiac death): developed in collaboration with the European Heart Rhythm Association and the Heart Rhythm Society. Circulation 2006;114:e385-e484. 5. Kannel WB, Wilson PW, D’Agostino RB, Cobb J. Sudden coronary death in women. Am Heart J 1998;136:205-12. 6. Schatzkin A, Cupples A, Heeren T, Morelock S, Kannel WB. Sudden death in the Framingham Heart Study. Differences in incidence and risk factors by sex and coronary disease status. Am J Epidemiol 1984; 120:888-99. 7. Chugh SS, Reinier K, Teodorescu C, et al. Epidemiology of sudden cardiac death: clinical and research implications. Prog Cardiovasc Dis 2008;51:213-28. 8. Albert CM, Chae CU, Grodstein F, et al. Prospective study of sudden cardiac death among women in the United States. Circulation 2003;107:2096-101. 9. Zheng ZJ, Croft JB, Giles WH, Mensah GA. Sudden cardiac death in the United States, 1989 to 1998. Circulation 2001;104:2158-63. Importante analisi della mortalità negli Stati Uniti nel periodo 1989-1998 che ha identificato trend preoccupanti nel genere femminile. Più del 50% delle morti cardiache avveniva in sede extraospedaliera e il declino del tasso di morte cardiaca improvvisa nella donna era molto inferiore di quanto osservato nell’uomo, con addirittura un aumento del 21% nelle donne nella fascia di età 35-44 anni. Gli autori affermano che una notevole differenza nella consapevolezza delle malattie cardiovascolari, dei fattori di rischio, dell’etiologia sottostante, dei segni e dei sintomi premonitori, nonché della prognosi ad essi correlati, possono spiegare almeno in parte questo trend negativo nella donna. 10. Chugh SS, Jui J, Gunson K, et al. Current burden of sudden cardiac death: multiple source surveillance versus retrospective death certificate-based review in a large US community. J Am Coll Cardiol 2004; 44:1268-75. 11. Kannel WB, Schatzkin A. Sudden death: lessons from subsets in population studies. J Am Coll Cardiol 1985;5(6 Suppl):141B149B. 12. Doolan A, Langlois N, Semsarian C. Causes of sudden cardiac death in young Australians. Med J Aust 2004;180:110-2. 13. Wisten A, Forsberg H, Krantz P, Messner T. Sudden cardiac death in 15–35-year olds in Sweden during 1992-99. J Intern Med 2002;252:529-36. 14. Corrado D, Basso C, Rizzoli G, Schiavon M, Thiene G. Does sports activity enhance the risk of sudden death in adolescents and young adults? J Am Coll Cardiol 2003;42:1959-63. 438 G ITAL CARDIOL | VOL 13 | GIUGNO 2012 Studio prospettico di 21 anni di tutti i giovani della Regione Veneto con analisi per sesso del rischio di morte improvvisa e dei substrati anatomo-patologici sia nella popolazione di atleti che di non atleti, che dimostra che l’attività sportiva aumenta il rischio relativo di morte improvvisa soprattutto in presenza di anomalie coronariche, cardiomiopatia aritmogena e aterosclerosi prematura in entrambi i sessi. 15. Puranik R, Chow CK, Duflou JA, Kilborn MJ, McGuire MA. Sudden death in the young. Heart Rhythm 2005;2:1277-82. 16. Pocock WA, Bosman CK, Chesler E, Barlow JB, Edwards JE. Sudden death in primary mitral valve prolapse. Am Heart J 1984;107: 378-82. 17. O’Nunain S, Ruskin J. Cardiac arrest. Lancet 1993;341:1641-7. 18. Basso C, Carturan E, Pilichou K, Rizzo S, Corrado D, Thiene G. Sudden cardiac death with normal heart: molecular autopsy. Cardiovasc Pathol 2010;19:321-5. Revisione molto utile per definire la morte improvvisa sine materia e per guidare nell’effettuazione della cosiddetta autopsia molecolare. 19. Cupples AL, Gagnon DR, Kannel WB. Long- and short-term risk of sudden coronary death. Circulation 1992;85(1 Suppl): I11-I18. 20. Mizgala HF, Gray LH, Ferris JA, Bociek V, Allard P, Davies C. Coronary artery luminal narrowing in the young with sudden unexpected death: a coroner’s autopsy study in 350 subjects age 40 years and under. Can J Cardiol 1993;9:33-40. 21. Rosenberg L, Slone D, Shapiro S, Kaufman D, Stolley PD, Miettinen OS. Noncontraceptive estrogens and myocardial infarction in young women. JAMA 1980;244: 339-42. 22. Slone D, Shapiro S, Rosenberg L, et al. Relation of cigarette smoking to myocardial infarction in young women. N Engl J Med 1978;298:1273-6. 23. Asherson RA, Cervera R. Antiphospholipid antibodies and the heart. Lessons and pitfalls for the cardiologist. Circulation 1991;84:920-3. 24. James AH, Jamison MG, Biswas MS, Brancazio LR, Swamy GK, Myers ER. Acute myocardial infarction in pregnancy: a United States population-based study. Circulation 2006;113:1564-71. 25. Burke AP, Farb A, Malcom GT, Liang Y, Smialek J, Virmani R. Effect of risk factors on the mechanism of acute thrombosis and sudden coronary death in women. Circulation 1998;97:2110-6. Studio anatomo-patologico di riferimento sull’instabilità di placca causa di morte improvvisa nel sesso femminile in cui si dimostra che solo il 22% aveva come sintomo premonitore il classico dolore toracico, mentre per lo più trattavasi di sintomi aspecifici o donne asin- tomatiche. Mentre nelle donne giovani in epoca premenopausale il substrato consisteva in una trombosi acuta coronarica correlata per lo più ad un meccanismo di erosione di placca, nelle donne più anziane la rottura di placca o la cicatrice postinfartuale erano i reperti più frequenti. Anche i fattori di rischio differivano, con fumo di sigaretta prevalente nelle giovani donne vs ipercolesterolemia, ipertensione e diabete in quelle più anziane. 26. Basso C, Corrado D, Thiene G. Coronary artery anomalies and sudden death. Card Electrophysiol Rev 2002;6:107-11. 27. Norita K, de Noronha SV, Sheppard MN. Sudden cardiac death caused by coronary vasculitis. Virchows Arch 2012;460:309-18. 28. Basso C, Baracca E, Zonzin P, Thiene G. Sudden cardiac arrest in a teenager as first manifestation of Takayasu’s disease. Int J Cardiol 1994;43:87-9. 29. Basso C, Thiene G, Dalla Volta S. Coronary embolism: a frequently forgotten cause of myocardial infarct and sudden death. G Ital Cardiol 1992;22:751-60. 30. Basso C, Morgagni GL, Thiene G. Spontaneous coronary artery dissection: a neglected cause of acute myocardial ischaemia and sudden death. Heart 1996;75:451-4. Serie di casi di morte improvvisa e/o infarto miocardico acuto da dissezione spontanea delle arterie coronarie in cui si sottolinea la quasi esclusività di questa patologia nel sesso femminile e la frequente associazione al post-peripartum. Buona revisione delle teorie eziopatogenetiche e dei substrati istopatologici. 31. Fontanelli A, Olivari Z, La Vecchia L, et al.; DISCOVERY Investigators. Spontaneous dissections of coronary arteries and acute coronary syndromes: rationale and design of the DISCOVERY, a multicenter prospective registry with a case-control group. J Cardiovasc Med 2009;10:94-9. 32. Thompson EA, Ferraris S, Gress T, Ferraris V. Gender differences and predictors of mortality in spontaneous coronary artery dissection: a review of reported cases. J Invasive Cardiol 2005;17:59-61. 33. Calabrese F, Carturan E, Thiene G. Cardiac infections: focus on molecular diagnosis. Cardiovasc Pathol 2010;19:171-82. 34. Basso C, Thiene G, Corrado D, Buja G, Melacini P, Nava A. Hypertrophic cardiomyopathy and sudden death in the young: pathologic evidence of myocardial ischemia. Hum Pathol 2000;31:988-98. 35. Basso C, Bauce B, Corrado D, Thiene G. Pathophysiology of arrhythmogenic cardiomyopathy. Nat Rev Cardiol 2011;9:22333. 36. Bauce B, Frigo G, Marcus FI, et al. Comparison of clinical features of arrhythmogenic right ventricular cardiomyopathy in men versus women. Am J Cardiol 2008; 102:1252-7. LA MORTE IMPROVVISA NELLA DONNA 37. Corrado D, Basso C, Nava A, Rossi L, Thiene G. Sudden death in young people with apparently isolated mitral valve prolapse. G Ital Cardiol 1997;27:1097-105. 38. Nishimura RA, McGoon MD, Shub C, Miller FA Jr, Ilstrup DM, Tajik AJ. Echocardiographically documented mitral-valve prolapse. Long-term follow-up of 237 patients. N Engl J Med 1985;313:1305-9. 39. Düren DR, Becker AE, Dunning AJ. Long-term follow-up of idiopathic mitral valve prolapse in 300 patients: a prospective study. J Am Coll Cardiol 1988;11:42-7. 40. Zuppiroli A, Rinaldi M, Kramer-Fox R, Favilli S, Roman MJ, Devereux RB. Natural history of mitral valve prolapse. Am J Cardiol 1995;75:1028-32. 41. Allen H, Harris A, Leatham A. Significance and prognosis of an isolated late systolic murmur: a 9- to 22-year follow-up. Br Heart J 1974;36:525-32. 42. James AF, Choisy SC, Hancox JC. Recent advances in understanding sex differences in cardiac repolarization. Prog Biophys Mol Biol 2007;94:265-319. 43. Locati EH, Zareba W, Moss AJ, et al. Ageand sex-related differences in clinical manifestations in patients with congenital long-QT syndrome: findings from the International LQTS Registry. Circulation 1998;97: 2237-44. 44. Makkar RR, Fromm BS, Steinman RT, Meissner MD, Lehmann MH. Female gender as a risk factor for torsades de pointes associated with cardiovascular drugs. JAMA 1993;270:2590-7. 45. Basso C, Frescura C, Corrado D, et al. Congenital heart disease and sudden death in the young. Hum Pathol 1995;26:106572. 46. Nistri S, Basso C, Thiene G. La valvola aortica bicuspide. G Ital Cardiol 2012;13:2537. 47. Appleby CE, Barolet A, Ing D, et al. Contemporary management of pregnancy-related coronary artery dissection: a singlecentre experience and literature review. Exp Clin Cardiol 2009;14:e8-e16. 48. Mandel W, Evans EW, Walford RL. Dissecting aortic aneurysm during pregnancy. N Engl J Med 1954;251:1059-61. 49. Heit JA. Venous thromboembolism: disease burden, outcomes and risk factors. J Thromb Haemost 2005;3:1611-7. 50. Severinsen MT, Johnsen SP, Tjønneland A, Overvad K, Dethlefsen C, Kristensen SR. Body height and sex-related differences in incidence of venous thromboembolism: a Danish follow-up study. Eur J Intern Med 2010;21:268-72. 51. Gherman RB, Goodwin TM, Leung B, Byrne JD, Hethumumi R, Montoro M. Incidence, clinical characteristics, and timing of objectively diagnosed venous thromboembolism during pregnancy. Obstet Gynecol 1999;94(5 Pt 1):730-4. 52. Kim C, Fahrenbruch CE, Cobb LA, Eisenberg MS. Out-of-hospital cardiac arrest in men and women. Circulation 2001;104:2699-703. Studio utile per comprendere le diffe- renze di genere nella presentazione clinica e nell’outcome dell’arresto cardiaco sul territorio con importanti implicazioni in termini di prevenzione secondaria. 53. Curtis LH, Al-Khatib SM, Shea AM, Hammill BG, Hernandez AF, Schulman KA. Sex differences in the use of implantable cardioverter-defibrillators for primary and secondary prevention of sudden cardiac death. JAMA 2007;298:1517-24. 54. Wigginton JG, Pepe PE, Bedolla JP, DeTamble LA, Atkins JM. Sex-related differences in the presentation and outcome of out-of-hospital cardiopulmonary arrest: a multiyear, prospective, population-based study. Crit Care Med 2002;30(4 Suppl): S131-S136. 55. Cobb LA, Fahrenbruch CE, Olsufka M, Copass MK. Changing incidence of out-ofhospital ventricular fibrillation, 1980-2000. JAMA 2002;288:3008-13. 56. Basso C, Burke M, Fornes P, et al.; Association for European Cardiovascular Pathology. Guidelines for autopsy investigation of sudden cardiac death. Virchows Arch 2008;452:11-8. Linee guida per il riscontro diagnostico in caso di morte cardiaca improvvisa elaborate dall’Associazione per la Patologia Cardiovascolare Europea per garantire dei criteri di minima nel protocollo diagnostico anche ai fini di esami tossicologici e molecolari postmortem. G ITAL CARDIOL | VOL 13 | GIUGNO 2012 439