Il significato di
cdt, ddp, fem
C.d.t
(caduta di tensione)
Con l'espressione "Caduta di tensione" o "Caduta di
potenziale" si indica la differenza di potenziale fra due
qualsiasi punti di un conduttore attraverso il quale
scorre una corrente. Essa è sempre più piccola della
tensione del generatore, che invece rappresenta la
differenza di tensione massima che si può avere ai
capi del conduttore. Se in un conduttore c'è una
caduta di tensione ciò significa che al suo interno si
trovano punti a potenziali diversi. Se così non fosse, il
conduttore sarebbe in equilibrio e non vi sarebbe un
flusso significativo di cariche. La somma di tutte le
differenze di potenziale consecutive all'interno di un
conduttore è uguale alla differenza di potenziale ai
capi del conduttore.
Con il termine tensione V fra due punti di un
conduttore si definisce il rapporto tra il lavoro
compiuto per unità di tempo (potenza) nel trasporto in
questo tratto di conduttore e la corrente che passa
attraverso il conduttore stesso.
Link foto:
http://ishtar.df.unibo.it/em/elet/
tensione_file/image001.gif
D.d.p
(Differenza di potenziale)
In fisica, la differenza di potenziale tra due punti in una regione di spazio in cui è
presente un campo vettoriale conservativo è la differenza tra il valore del
potenziale del campo tra i punti; corrisponde cioè al lavoro necessario per
spostare un oggetto puntiforme soggetto all'azione del campo dal punto in cui il
potenziale del campo è minore al secondo punto. Si tratta di una quantità che è
talvolta definita in assenza di un potenziale di riferimento, ovvero ci si interessa
al valore relativo della differenza tra il potenziale del campo in due punti
trascurando la differenza di potenziale rispetto alla sorgente del campo (ad
esempio in un circuito si considera spesso la differenza di potenziale ai capi di
un componente piuttosto che la quella ai capi del generatore).
Nelle scienze applicate, ad esempio in elettronica e in diversi ambiti
dell'ingegneria, in assenza di ulteriori specificazione per "differenza di
potenziale" ci si riferisce alla differenza di potenziale elettrico.
F.e.m
(Forza elettro motrice)
La forza elettromotrice, comunemente abbreviata in
f.e.m., è la differenza di potenziale massima ai capi di
un generatore elettrico sconnesso dal circuito elettrico.
La f.e.m. pur definendo una differenza di potenziale, si
differenzia da questa, in quanto è sempre maggiore
alla differenza di potenziale utile e quindi quando il
generatore viene connesso al circuito elettrico, in
quanto la resistenza interna del generatore riduce
questa tensione di un terzo.
La definizione è piuttosto antiquata, come denota
l'utilizzo della parola forza con un significato differente
da quello oggi generalmente accettato, di forza in
senso meccanico; essa, tuttavia, trova ancora
applicazione, ad esempio, per esprimere la massima
differenza di potenziale che un generatore di tensione
produce fra i suoi poli o la differenza di potenziale fra
gli elettrodi di una cella elettrochimica. In particolare,
nel caso di una cella galvanica, la forza elettromotrice
corrisponde alla differenza di potenziale che si
instaura in corrispondenza dei morsetti della cella a
circuito aperto (cioè in assenza di circolazione di
corrente, ovvero all'equilibrio).
Link foto:
(http://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.chimica-online.it/
download/immagini_download/voltmetro-pila-daniell.jpg&imgrefurl=http://
www.chimica-online.it/download/forzaelettromotrice.htm&h=360&w=435&tbnid=5fcW2NvMrJaFdM:&docid=kWE
fkGIgsKBdcM&hl=it&ei=vz4OVvOHE4edUYq7uvgD&tbm=isch&client=safa
ri&ved=0CCIQMygEMARqFQoTCLPjyueto8gCFYdOFAodip0OPw)
Cosa accade se mettiamo
più generatori in un
circuito?
Caso ideale, ovvero generatori che non modificano la tensione ai
loro capi qualunque sia la corrente erogata (resistenza interna
uguale a zero), connettendone due o più in parallelo tra loro, la
suddivisione delle correnti tra i due generatori è indeterminata. Se
le tensioni sono diverse la corrente circolante nella maglia formata
dai due generatori in parallelo è infinita. Non vuol dire però che
non si possano, nella realtà, connettere più generatori tra loro in
parallelo. Come tutti sanno, quando abbiamo la batteria scarica, per
avviare il motore dell'auto, si connette una batteria carica in
parallelo a quella scarica per i pochi istanti dell'avviamento. Ma,
molto più in grande, tutti gli alternatori europei sono connessi tra
loro per alimentare la rete europea completamente connessa
addirittura in modo ridondante. I generatori reali hanno infatti
quella che viene detta "resistenza interna". In altre parole la loro
tensione cala un po' all'aumentare della corrente erogata.