10/28/2014 NEUROSCIENZE AFFETTIVE E COGNITIVE Elettroencefalografia Lezione 3: Tecniche neurofisiologiche Elettroencefalografia e Magnetoecefalografia Alessio Avenanti – Ottobre 2014 – Dip. di Psicologia, Università di Bologna Elettroencefalografia Elettroencefalografia • Tecnica neurofisiologica non invasiva • Tecnica neurofisiologica non invasiva • Permette di registrare dallo scalpo (mediante elettrodi) le oscillazioni dell’attività elettrica di ampie popolazioni di neuroni • Permette di registrare dallo scalpo (mediante elettrodi) le oscillazioni dell’attività elettrica di ampie popolazioni di neuroni • Tecnica: almeno 2 elettrodi, uno (o più) attivi e uno indifferente (o di riferimento, o di referenza). Si arriva a montaggi di oltre 200 elettrodi. • Si misura sempre la differenza di potenziale tra i due elettrodi (siano entrambi attivi o attivo-indifferente) • Collocazione degli elettrodi: sistema 10-20 Sistema 10-20 Gli elettrodi vengono posizionati secondo il sistema di riferimento internazionale 10-20. Ciascun elettrodo e’ definito rispetto: - all’ area cerebrale sottostante (F = frontale, P = parietale, C = ‘centrale’ per il vertice, T = temporale, O = occipitale) - alla linea mediana (numero pari per elett. destri, dispari per elett. sinistri, z per elett. mediani). Sistema internazionale 10-20: posizione degli elettrodi Ad es, F3 indica un elettrodo frontale sinistro, Cz un elettrodo centrale mediano. Tutti gli elettrodi sono collegati ad un comune elettrodo di riferimento (ad es, posto sull’orecchio o sulla guancia). Infatti, ciascun elettrodo registra la differenza di potenziale tra il sito cerebrale sottostante e l’ elettrodo di riferimento. 1 10/28/2014 Genesi del segnale EEG Genesi del segnale EEG • L’EEG permette la registrazione delle variazioni di potenziale elettrico generate da ampie popolazioni di neuroni. • Misura il flusso di corrente extracellulare generato dalla somma spazio-temporale di potenziali post-sinaptici (eccitatori e inibitori). • I potenziali post-sinaptici contribuiscono alla genesi del segnale EEG in misura maggiore dei potenziali d’azione poiché sono più lenti e quindi possono sommarsi più efficacemente. • Genesi del flusso di corrente: soprattutto III e V strato della corteccia cerebrale (cellule piramidali) • Le cellule piramidali del III e V strato sono coinvolte nella genesi del segnale a causa della disposizione dei dentriti che è perpendicolare (radiale) alla superficie della corteccia cerebrale. Questa disposizione ordinata permette la sommazione spazio-temporale dei potenziali post-sinaptici Genesi del segnale EEG Corteccia Cerebrale (giro o circonvoluzione) Per definizione tra due punti a diverso potenziale elettrico in un mezzo conduttivo (il cervello) fluisce una corrente elettrica. I strato ramo del dendrite apicale soma linee del flusso di corrente extracellulare esternamente alla cellula, aumenta il numero di cariche negative. II strato III strato Potenziali post-sinaptici: ioni positivi entrano nella cellula (corrente transmembranosa). input sinaptici eccitatori assone dendrite basele Modello a Singolo Dipolo Questa negatività esterna crea un flusso di corrente extracellulare Elettroencefalografia ATTIVITÀ SPONTANEA (RITMI) ATTIVITÀ EVOCATA (POTENZIALI EVOCATI) Dipolo = separazione di cariche elettriche positive e negative 2 10/28/2014 Ritmi EEG Ritmi EEG Caratterizzati da Ampiezza (voltaggio) e Frequenza Passando dallo stato di veglia a quello di sonno e coma, le onde EEG diventano progressivamente più ampie e meno frequenti. FREQUENZA Ritmi EEG AMPIEZZA Gamma > 40 Hz < 1 μV Beta 13-30 Hz 1-5 μV Alpha 8-13 Hz 5-15 μV Theta 4-7 Hz 10-50 μV Delta < 4 Hz 50 μV Ritmi EEG Ritmi EEG Analisi quantitativa: l’analisi di frequenza (o analisi spettrale) Analisi quantitativa: l’analisi di frequenza (o analisi spettrale) Si parte dal segnale EEG registrato su diversi canali: Segnale caratterizzato da ampiezza e frequenza. Quanto è presente un certo ritmo (ad es. alpha) all’interno del segnale? Si divide il tracciato EEG in epoche (finestre temporali) di una certa durata fissa. Si applica un algoritmo matematico al segnale EEG presente all’interno dell’epoca (Trasformata di Fourier) La funzione di una variabile (il voltaggio in funzione del tempo) viene espressa come una serie di armoniche di onde sinusoidali con diverse frequenze. Mediante l’algoritmo si calcola quanto sono presenti queste frequenze nel segnale. 3 10/28/2014 Ritmi EEG Visualizzazione della potenza media di una banda di frequenza sotto forma di mappa della distribuzione spaziale dell’attività EEG Analisi quantitativa: l’analisi di frequenza (o analisi spettrale) A partire dallo spettro di potenza calcolato per ciascun elettrodo, è possibile creare delle mappe funzionali dei ritmi EEG. Dalla Trasformata di Fourier si stima lo Spettro di Potenza In sostanza si rappresenta graficamente la potenza media di un certo ritmo (o banda di frequenza). Nell’esempio un ritmo theta (banda: 3,5-5 Hz). I diversi colori rappresentano diversi valori di potenza del ritmo theta. Lo Spettro di Potenza è una misura della potenza media contenuta nel segnale in corrispondenza di ciascuna delle frequenze contenute nel segnale stesso Si può calcolare una mappa per ciascuna condizione sperimentale che prevede il paradigma e calcolare delle mappe statistiche di contrasto tra due condizioni (come nella PET o fMRI). Alla fine si ottiene una misura della potenza media per una banda di frequenze (ad es.alpha) Elettroencefalografia ATTIVITÀ SPONTANEA (RITMI) ATTIVITÀ EVOCATA (POTENZIALI EVOCATI) Potenziali Evocati (PE) Potenziali Evento-Correlati (ERP, Event-Related Potentials) I PE rappresentano modificazioni del segnale EEG che fanno seguito ad un evento (ad es uno stimolo visivo). Rappresentano la RISPOSTA EEG MEDIA CORRELATA NEL TEMPO ALL’EVENTO. I PE riflettono l’attività sincrona (nel tempo) di un ampio numero di neuroni che rispondono alla presentazione dello stimolo e sono coinvolti nella sua elaborazione (stimulus information processing). Cuffia con elettrodi Schermo di protezione Stimolo visivo Mentoniera Tasti per la risposta 4 10/28/2014 Sistema 10-20 Sistemi ad alta densità di elettrodi (64 -128 - 256). Potenziali Evocati (PE) Potenziali Evento-Correlati (ERP, Event-Related Potentials) I PE rappresentano l’attività media EEG che si registra in concomitanza alla stimolazione e al compito cognitivo somministrato al soggetto. Il singolo PE indotto da uno stimolo è un segnale molto piccolo (dell’ordine di pochi μV), mascherato dall’attività globale del cervello (ritmi EEG, dell’ordine di decine di μV) e deve essere estratto dal rumore di fondo per risultare visibile. Questa operazione di estrazione avviene grazie ad un processo detto di AVERAGING (average = media). Potenziali Evocati (Event-Related Potentials o ERP) Tecnica dell’ Averaging Tecnica di soppressione statistica del rumore di fondo. Migliora il rapporto Segnale/Rumore. Consiste nel: 1) Registrare numerose volte (anche + di 1000 ripetizioni) l’attività EEG dopo la presentazione dello stimolo; 2) Eseguire la media aritmetica (averaging) delle diverse ripetizioni. Poiché l’EEG di fondo varia in modo casuale, esso tende a zero nella media. Variazione specifica del segnale EEG in seguito ad uno stimolo (o ad un evento). Il segnale ERP, che è time-locked allo stimolo, emerge dal rumore di fondo all’aumentare delle ripetizioni. Teoria dell’ Averaging 5 10/28/2014 EEG: variazioni del potenziale elettrico registrate sullo scalpo, la cui ampiezza varia da -100 a + 100 mV, e la cui frequenza raggiunge i 40 Hz (Hz = numero di cicli al secondo) o più. Gli ERP registrati dallo scalpo rappresentano l’attività neurale all’interno del cervello. Tale attività riflette i processi nervosi sensoriali, motori e/o cognitivi, correlati allo stimolo. Gli ERP riflettono processi 1) “evocati” e 2) “invocati”: ERP: risposte cerebrali (misurate come variazione del segnale EEG) di pochi mV ‘legate nel tempo’ (time-locked) allo stimolo. - Processi sensoriali evocati dallo stimolo fisico (precoci); La registrazione degli ERP comincia circa 100 ms prima e terminano circa 1000 msec o più dopo la presentazione di uno stimolo. - Processi cognitivi (più tardivi) che dipendono dal compito in cui il soggetto è impegnato (ad es. prestare attenzione ad una posizione spaziale). - Processi legati alla preparazione ed esecuzione motoria; ERP precoci ERP tardivi (elaborazione + sensoriale) (elaborazione + cognitiva) Gli ERP sono definiti dalla: - Polarità dell’ onda (+ o -); - Latenza temporale (misurata dall’inizio dello stimolo); - Distribuzione sullo scalpo (F, P, O, T). - Ampiezza (misurata in Volt); msec msec msec Le onde componenti il segnale ERP sono contraddistinte da: - una lettera N o P, che ne indica la polarità (N se il picco e’ rivolto in alto, P in basso); Gli ERP registrati sullo scalpo sono correlati in modo complesso alle strutture nervose sottostanti (una deflessione registrata da un elettrodo parietale sinistro, non necessariamente è riconducibile all’ attività di neuroni nel lobo parietale sinistro). Tuttavia, esistono modelli matematici che tentano di correlare ERP registrati in superficie (scalpo) e sedi di attivazione all’ interno del cervello, producendo delle mappe di attivazione come quelle mostrate in figura. - un numero, che ne indica la latenza. Ad esempio, l’onda P3 o P300 rappresenta un’onda a polarità positiva (picco rivolto in basso) e latenza di circa 300 msec. 6 10/28/2014 Confronto con altre tecniche di visualizzazione funzionale - elevata capacità di risoluzione temporale; - scarsa risoluzione spaziale: ERP riflettono la somma dell’attività elettrica di numerosi neuroni che rispondono in modo sincrono dopo lo stimolo. I neuroni che rispondono allo stimolo con attività sincrona possono essere localizzati in più di una regione cerebrale. La distribuzione di ERP osservata in superficie può essere dovuta ad un infinito numero di combinazioni di aree attive entro il cervello. Vantaggi e Svantaggi degli ERP Vantaggi: - Ottima risoluzione temporale (accuratezza circa 1 msec) - Basso costo e semplicita’ della tecnica - Molte componenti ‘periferiche’ e ‘centrali’ degli ERP sono note (P300, N400) - Poco invasivi Svantaggi: - Risoluzione spaziale molto povera - Necessità di numerose prove per estrarre i potenziali - Numerosi artefatti, soprattutto dovuti ai movimeneti oculari (ammiccamento) e allo stato di tensione dellla mandibola Magnetoencefalografia MAGNETO-ENCEFALOGRAFIA Magnetoencefalografia Ad ogni campo elettrico corrisponde un campo magnetico con linee di flusso perpendicolari al campo elettrico 7 10/28/2014 Campi magnetici e correnti elettriche registrate da MEG e EEG MEG EEG V Correnti ioniche intracraniche Magnetoencefalografia Magnetoencefalografia Il campo magnetico associato al flusso di correnti ioniche intracraniche è molto debole (dell’ordine di decine di femtoTesla circa 1 milione di volte più piccolo del campo magnetico terrestre). Dallo scalpo è possibile registrare i campi magnetici associati alle correnti ioniche parallele alla superficie cranica Magnetoencefalografia È possibile registrarlo solo grazie ad un sistema di detettori (SQUIDs) molto sofisticato. Magnetoencefalografia Uno SQUID (Superconduttore ad interferenza quantica) consiste in una spirale superconduttiva immersa nell’elio liquido ad una temperatura di circa -269° (ridottissima resistenza elettrica). Lo SQUID rileva il campo magnetico indotto dalle correnti elettriche cerebrali e lo trasforma in un segnale elettrico (con voltaggio). È il sistema più sensibile ai campi magnetici mai inventato. 8 10/28/2014 Magnetoencefalografia • Analizzando la distribuzione dei campi magnetici è possibile stimare la localizzazione della sorgente grazie ad un modello matematico e sovrapporla ad una MRI • Alta risoluzione sia spaziale (2 - 3mm) sia temporale (<1ms). • La MEG permette una stima della sorgente, dell’orientamento e dell’intensità dell’attività elettrica intracerebrale. • Il vantaggio rispetto all’EEG è quello di consentire, oltre ad una maggiore risoluzione spaziale, l’estrazione di segnali relativamente non distorti dagli strati tessutali che si frappongono tra il generatore intracerebrale e la superficie dello scalpo (per esempio, fluidi cerebrospinali, meningi, ossa craniche). Grazie alla localizzazione dei generatori dell’attività cerebrale, la MEG permette la costruzione di mappe funzionali del cervello, parzialmente paragonabili a quelle ottenute con la PET ma con una migliore risoluzione temporale. Localizzazione di generatori Campi evocati Vantaggi e Svantaggi di EEG e MEG Vantaggi: - Misurano direttamente l’attività dei neuroni - Ottima risoluzione temporale (accuratezza circa 1 msec) - Metodi non-invasivi - Non necessario metodo sottrattivo tra condizioni (vedi fMRI e PET) - EEG: basso costo, ampia conoscenza di alcune componenti Svantaggi: - Modesta risoluzione spaziale (soffrono della non-unicità del “problema inverso”: localizzare anatomicamente un generatore di attività) - Necessità di numerose prove per estrarre i potenziali - Sensibile ad artefatti - MEG: Alto costo (ma minore di fMRI) 9