Shoah, Doria: “ricordare per scegliere oggi e dire no a razzismi e

1
Shoah, Doria: “ricordare per scegliere oggi e dire no a
razzismi e xenofobie”
Venerdì 27 gennaio 2017
Genova. Ricordare 365 giorni all’anno per pensare e cercare di capire “come il ricordo e
la riflessione ci possano aiutare nella realtà e nelle scelte di oggi per opporsi a razzismi e
xenofobie”. Parte da questo assunto Marco Doria nel suo intervento a Palazzo Ducale per il
Giorno della Memoria parlando davanti ai rappresentanti di tutte le istituzioni, della
Comunità Ebraica, dell’Aned e a molti ragazzi e ragazze delle scuole della Shoah “tragedia
enorme degli ebrei sterminati nei lager, uccisi nei ghetti delle città e fucilati sulle strade in
tutta l’Europa” e nell’orrore dell’annientamento programmato furono falcidiati anche “un
milione di oppositori politici, 500.000 Rom, tantissime persone disabili, malati psichici,
omosessuali”.
Tre elementi, ha detto il sindaco di Genova e della Città metropolitana, si intrecciano nella
specificità di quanto è accaduto: “la modernità, dalle tecnologie all’organizzazione
burocratica, messa al servizio di questa persecuzione estrema, l’antisemitismo che ha
radici molto più lontane e contiene gli elementi intrinseci del razzismo, anch’esso con
radici lontane, che si palesano in modo estremo nel XX secolo e la dittatura che calpesta
ogni dignità umana, nega la parola e ogni libertà fondamentale delle persone e vuole la
sistematica eliminazione fisica degli oppositori”. La legge che ha istituito il Giorno della
Memoria “è molto importante e ci ricorda anche le leggi razziali del 1938 volute dal
fascismo di Mussolini contro gli ebrei, prima che scoppiasse la Seconda Guerra Mondiale,
coerenti con l’impronta razzista del fascismo che discriminò una componente dei cittadini
italiani. Gli ebrei in Italia dovettero nascondersi per cercare non essere deportati e
Genova24.it
-1/3-
10.06.2017
2
sterminati e di fronte a questa tragedia abbiamo tante testimonianze di comportamenti
diversi nei loro confronti: c’era infatti purtroppo chi li tradiva e li vendeva per intascare le
ricompense dei nazifascisti, mentre altri italiani, mettendo anche a rischio la propria vita,
scelsero di aiutarli e nasconderli.”“Scelte opposte e come fu possibile scegliere allora lo è
sempre anche oggi e diventa fondamentale perché sono gli esseri umani a determinare con
le proprie scelte i percorsi della storia”.
“La memoria, perciò, ogni giorno ci fa ricordare e può farci dire concretamente no al
razzismo e alla xenofobia in tutte le scelte quotidiane che possiamo compiere.” L’oratore
ufficiale della Giornata, lo scrittore e storico David Bidussa, ha aperto il suo intervento
ricordando Pateh Sahally, ragazzo del Gambia che pochi giorni fa “è morto nel Canal
Grande di Venezia, rifiutando i salvagente e le corde. Forse aveva deciso che non ne valeva
la pena, forse aveva ascoltato le parole intorno a lui. Teniamo a mente la sequenza e le
parole, perché con quella realtà dobbiamo fare i conti.” Per anni, ha detto Bidussa,
“abbiamo costruito la Giornata della Memoria usando un sistema commemorativo”.Però
“per capire il percorso di disperazione di quanto accadde dobbiamo fare di più e ricordare
che oggi della memoria sono protagonisti anche i ragazzi con meno di vent’anni e la loro
generazione arriva a leggere le cose solo dopo aver fatto molto altro prima, vanno in cerca
di parole dopo le immagini. Chiediamoci che tipo di emozioni possano provare, allora,
guardando un film come Bastardi senza gloria”.“Se pensiamo – ha detto David Bidussa –
che al centro della Giornata del 27 gennaio ci sia il genocidio, c’è qualcosa anche del
nostro presente, non solo del passato per misurare con la memoria l’efficacia della nostra
azione ora.”Quella di oggi deve essere quindi una giornata “non di rievocazione, ma di
riflessione sul passato che riguarda noi”. Da ogni trauma della storia “si esce trovando la
strada per non ripercorrere quelle tragedie. Però negli ultimi settant’anni la storia non ci
ha dato codici operativi, in questo senso non ci ha insegnato niente per bloccare i
genocidi.”
Non è vero, sostiene Bidussa, che se “noi avessimo visto forse avremmo potuto fermare gli
stermini.”“Quello che accadde a Srebrenica fra il 9 e il 12 luglio 1995, con il massacro
della popolazione musulmana, l’abbiamo visto in diretta in televisione, ascoltato per radio,
ma poi abbiamo continuato tranquillamente la nostra vita.”“L’anno prima c’era stata la
tragedia del Ruanda, con tre milioni di morti in due mesi, e poi dopo tante altre, dalla
Cecenia ad Aleppo.” Di Auschwitz, di Sobibor simboli dell’abisso della Shoah “parliamo –
dice Bidussa – perché in quel caso i carnefici hanno perso, ma non sempre è così e qualche
volta, anche nel presente, vincono e governano per molto tempo.” Che si fa quando
accade? L’oratore ha ripreso la risposta di Piotr Cywinski, direttore del Museo e del
Memoriale di Auschwitz: “non illuderti che sia sufficiente prendere posizione, denunciare
pubblicamente il tiranno totalitario. Questo potrebbe al più irritare il tiranno…ma non è
certo questa la preoccupazione principale degli individui che stanno per morire o i cui figli
moriranno presto nelle loro braccia. I Giusti delle Nazioni non scrivono lettere di protesta
contro Hitler. Sii minimalista. Aiuta una persona. Solo una. Puoi sempre farlo. Fallo
adesso.” Per Bidussa “la memoria è determinante per sapere anche come classificare i fatti
di oggi, l’ordine gerarchico delle cose per cui impegnarsi” e in questo senso ha concluso “è
così scorretto pensare di mettere accanto a una fotografia di Auschwitz quella del confine
serbo-ungherese? Lascio la risposta a ognuno di noi.”
Alla Giornata della Memoria a Palazzo Ducale hanno portato il saluto istituzionale anche la
vicepresidente della Regione Sonia Viale (“i miei nonni e bisnonni furono tra i pescatori
che si adoperarono per aiutare le famiglie ebraiche a superare il confine e arrivare in
Francia. Oggi ricordiamo le vittime di quella tragedia, tutti coloro che non sono più tornati
Genova24.it
-2/3-
10.06.2017
3
e tutti i bambini mai diventati adulti perché ‘se comprendere è impossibile conoscere è
necessario‘ come scrisse Primo Levi.”) e il prefetto di Genova Fiamma Spena (“rivolgo un
saluto particolare ai ragazzi e agli studenti per il percorso che hanno fatto in questi mesi di
avvicinamento ai temi dell’Olocausto e ai valori della Giorno della Memoria, per conoscere
ciò che è accaduto e indignarsi per ciò che ancora accade in molte parti del mondo, anche
non lontano da noi.”) La cerimonia si è conclusa con la premiazione delle scuole vincitrici
del concorso “I giovani ricordano la Shoah” sul territorio metropolitano, degli studenti
dell’Accademia Ligustica nel primo concorso “Giorno della Memoria” seguite dalla
consegna delle medaglie d’onore del Presidente della Repubblica per i cittadini italiani
deportati e costretti a lavorare nei lager nazisti e dalla consegna delle pergamene a tre
nuovi “Eredi dell’Aned” .
Genova24.it
-3/3-
10.06.2017