Prodotto realizzato con il contributo della Regione Toscana nell'ambito dell'azione regionale di sistema Laboratori del Sapere Scientifico LABORATORI DEL SAPERE SCIENTIFICO L SS DOCUME NTAZIONE PE RCORSO DI GE OME TRIA A.S. 2014-2015 CL ASSE III° SCUOL A PRIMARIA DI L ORE NZANA I.C.Mariti Fauglia (Pi) DOCE NTE E VA MALTINTI Il percorso effettuato si colloca all’interno del curricolo verticale di matematica, ponendosi nell’ambito ‘spazio e figure’ e richiamando i seguenti obiettivi e contenuti: • relazioni spaziali • percorsi (spostamento, cambio di direzione) • parallelismo e perpendicolarità 16/12/15 • dalle figure solide alla geometria piana: riconoscimento, denominazione, definizioni e loro elementi (lati, vertici, angoli, facce, spigoli...); classificazione • uso di ‘modelli’ per costruire le figure piane (geopiano, listelli con ferma campioni, strisce trasparenti...); uso di strumenti (riga, squadra, compasso…) • trasformazioni geometriche: isometriche (simmetrie, traslazioni, rotazioni) non isometriche (riduzioni/ingrandimenti) • acquisizione del concetto di angolo, suo riconoscimento nella realtà e rappresentazione (elemento centrale del percorso) Obiettivi essenziali di apprendimento Questo lavoro vuole brevemente analizzare alcuni aspetti del sapere geometrico considerandone gli obiettivi didattici in funzione dell’età dei bambini e del loro sviluppo cognitivo. I punti presi in considerazione sono: 16/12/15 - l’importanza di proporre ai bambini della scuola primaria la ‘geometria tridimensionale’ più vicina alle esperienze della vita quotidiana, per affrontare la geometria piana solo in un secondo momento - il rapporto continuo tra realtà empirica e geometria dato che i modelli concreti possono essere impiegati, soprattutto nelle classi più piccole, come supporto alla transizione verso una graduale capacità di astrarre (senza che un eccessivo ricorso alla concretezza, però, ostacoli lo sviluppo delle categorie analitiche utili all’astrazione dei concetti man mano che i bambini crescono) - Il lavoro sull’errore Il ribaltamento del concetto tradizionale di errore per trasformarlo in uno strumento didattico di elevato valore informativo sia per il docente (che può sfruttarlo ai fini di una crescita cognitiva dell’allievo) sia per lo studente (che può essere avviato ad un processo di riorganizzazione e ricostruzione intellettuale delle proprie conoscenze) Errore matematico come misconcezione ovvero come possibile momento di passaggio, in corso di sistemazione, spesso necessario per la costruzione di un concetto e comunque frutto di una conoscenza “ inevitabile” quando rappresenta tale momento di passaggio necessario verso la costruzione del modello auspicato di un concetto matematico “evitabile”, invece, quando non risulta necessaria e può derivare dall’azione didattica dell’insegnante Un valido esempio può essere fornito proprio dalle misconcezioni geometriche che dipendono da posizioni vincolanti dell’oggetto presentato Spesso rientra nella prassi scolastica legare l’apprendimento geometrico a termini spaziali che derivano dalla posizione dalla quale si osserva un oggetto matematico. Per evitare ‘fissità’ correlate all’insistenza d’uso di tale terminologia ricorrente nei testi scolastici è preferibile che i bambini manipolino oggetti ruotandoli tra le mani. La scelta, forse non sempre consapevole, di dare importanza alla posizione dell’oggetto, invece che rilevarne le caratteristiche “assolute”, conduce a considerarne gli aspetti relativi, quelli, cioè, che dipendono dal punto di vista. Ma in geometria non esiste alcuna direzione privilegiata In conclusione, affinché i ragazzi riescano a raggiungere uno tra gli obiettivi più importanti in ambito geometrico e cioè quello di osservare un oggetto matematico riuscendo ad analizzarne le caratteristiche peculiari con elasticità, è indispensabile che non vengano presentati rigidi vincoli spaziali e che si ponga estrema attenzione all’uso dei termini linguistici utilizzati. ALCUNI MATERIALI IMPIEGATI 16/12/15 AMBIENTI DI LAVORO AULA 16/12/15 CORRIDOI E ATRIO DELLA SCUOLA CORTILE TEMPI DI LAVORO Messa a punto preliminare nel gruppo LSS : 4 incontri di 2 ore = 8h Progettazione specifica per la classe: 5 ore + 2 ore recupero materiali = 7 h Tempo scuola per lo sviluppo del progetto: 14 h Att.1 tot.= 3 h Presentazione del progetto 1 ora Esperimenti 1 ora Riflessione 1 ora Att.2 tot.= 2 h Esperimenti 1 ora Attività di rinforzo 1 ora Att.3 tot.= 4 h Costruzione materiali 1 ora Esperimenti 1 ora Riflessione e lavoro sul quaderno 1 ora Attività di consolidamento 1 ora Att. 4 tot. = 2 h Discussione ½ ora Esperimenti 1 ora Riflessione ½ ora Att.5 tot. = 3 h Discussione 1 ora Esperimenti 1ora e ½ Riflessione ½ ora Documentazione (fotografie, redazione, impaginazione, revisione…) 8 h 16/12/15 Totale 37 h IL PERCORSO DIDATTICO ‘ UN APPROCCIO ALL’ANGOLO IN CLASSE III° ’ Lasciando al futuro lavoro di classe IV° le fasi di misurazione col goniometro e la presentazione dell’unità di misura delle ampiezze come angolo grado, ci siamo concentrati sull’obiettivo di far comprendere ai bambini che: - l’ampiezza dell’angolo è indipendente dalla lunghezza dei suoi lati - due semirette con origine in comune danno sempre due angoli e non uno solo Per impostare il lavoro si è partiti dall’idea che didatticamente sia preferibile considerare l’angolo come rotazione di una semiretta attorno alla propria origine piuttosto che come specifica porzione di piano • • Partendo dall’esperienza reale i bambini hanno acquisito le necessarie informazioni spaziali allo sviluppo del loro pensiero geometrico. Tali esperienze concrete, poi, sono state didatticamente controllate per far emergere in modo graduale aspetti sempre più concettuali. Prime esperienze di angolo ATTIVITA’ 1 Cosa intendono i bambini per ‘angolo’? Per capirlo chiediamo loro di andare “nell’angolo” Il bagaglio esperienziale dei bambini li ha condotti a ‘rintanarsi’ nel modo più aderente possibile a ciò che considerano angolo e quindi a schiacciarsi contro pareti, mensole, armadi o quant’altro… Abbiamo, allora, rappresentato un angolo con delle funi, così da poter osservare che l’angolo costituisce tutta la parte del piano che abbiamo deciso di delimitare con le corde e non solo la sua punta estrema. Attività di rinforzo del concetto di ampiezza angolare Per evitare le comuni misconcezioni dei ragazzi, secondo cui, come si è visto, l’angolo viene spesso confuso con la misura della sua ampiezza In questo modo sperimentiamo che lo spazio compreso tra due semirette è potenzialmente infinito e che quindi la grandezza di un angolo è indipendente dalla misura della superficie. ATTIVITA’ 2 Costruiamo il nostro angolo retto da tenere come modello per confrontare diverse ampiezze. Mostriamo che anche da un foglio di forma non simmetrica, irregolare, sovrapponendo due volte le piegature della carta ottengo sempre un angolo retto Osserviamo che se prendiamo come riferimento due pareti della nostra aula è molto probabile che esse formino un angolo retto Per valutare se i bambini hanno interiorizzato i concetti espressi tramite le varie esperienze adesso gli chiediamo di “uscire dall’angolo” Effettivamente hanno capito che l’unico modo per ‘uscire dall’angolo’ (a.retto dato dalle pareti della stanza) è uscire dall’aula … ATTIVITA’ 3 Poiché ci è sembrato più proficuo interpretare l’ampiezza angolare come movimento rotatorio per spostarsi da un lato all’altro, proponiamo delle attività con l’orologio. Costruiamo l’orologio (piano) con le lancette (segmenti) e lo orientiamo alle h.12:20, poi riproduciamo su un foglietto l’orientamento delle lancette chiamando il punto da cui partono insieme origine (O) Confrontando l’orologio e il disegno sul foglietto si prolungano i segmenti fino alla fine della pagina osservando che ora il piano è diviso in due parti dalle due semirette A e B. Proviamo a colorarle con due colori diversi. Le due zone colorate sono angoli, le due semirette sono i lati dell’angolo e il loro punto di origine è il vertice dell’angolo Eseguiamo adesso lo stesso tipo di lavoro con l’orologio puntato sulle 12:10 e sulle 7:50 e osserviamo che gli angoli della ‘regione interna’ alle semirette, delle due figure ottenute, sono uguali (congruenti) così come lo sono quelli della ‘regione esterna’. I lati, invece, non sono uguali e notiamo che questo non incide sull’ampiezza degli angoli. Approfittiamo di questo spunto per lavorare sul concetto di congruenza di angoli e lati fornendo ai bambini forme e piastrelle da impilare e confrontare. Alla fine del gioco saranno loro a costruire una definizione di ‘congruenza’ senza aver mai utilizzato il termine prima, in modo da arricchire il lessico specifico e usarlo all’occorrenza. D’ora in avanti angoli e lati non saranno più uguali, ma congruenti e lo avranno scoperto ‘da soli’. Le attività 2 e 3 sono facilmente collegabili tra loro mediante la dimostrazione che l’angolo retto corrisponde esattamente ad un quarto di giro completo della lancetta sul quadrante (…e qui possiamo sbizzarrirci sul piano semantico/lessicale ponendo domande o conducendo a riflessioni sull’etimo ‘quadrante’). Questa indicazione, inoltre, ci fornisce la possibilità di accennare globalmente al costrutto di somma degli angoli, introducendo anche il mezzo giro, il giro intero etc. ATTIVITA’ 4 Rinforziamo due concetti importanti • • Due semirette con l’origine in comune formano sempre due angoli e non uno solo (specificare sempre a quale ci vogliamo riferire) L’ampiezza di un angolo non dipende dalla lunghezza dei lati che lo formano Questi concetti, qui descritti in modo teorico, vanno sottolineati (ovviamente attraverso la pratica) sia che si lavori in piano con carta e matita, ad esempio colorando regioni interne ed esterne (avendo cura di non confonderle con gli angoli int/est per non pregiudicare il lavoro futuro sul riconoscimento dell’angolo esterno) sia lavorando con materiale strutturato, come cannucce o asticciole, che ci porta a considerare l’angolo come rotazione, aspetto da noi privilegiato. Ad esempio: notiamo che al variare di un angolo varia anche l’altro e che la maggior ampiezza di uno riduce quella dell’altro. A questo punto possiamo nominare i tre tipi principali di angolo Nomenclatura e interpretazioni dei bambini RETTO - - perché un lato sta diritto rispetto a quell’altro perché anche se lo giri ogni lato è sempre dritto - perché stanno pari ACUTO - perché diventa più fine, più aguzzo quindi è più acuto - è stretto e lungo e stridulo come il suono acuto che ci hai detto a musica OTTUSO - perché è grave. E’ più pesante di quello acuto - ma anche di quello retto! Cerchiamo nell’ambiente i vari tipi di angolo e poi ne variamo le ampiezze Un angolo retto diventa acuto Un angolo acuto diventa ottuso Per essere sicuri di trasformare l’angolo ottuso precisamente in angolo retto ho bisogno del modello Adesso riconosciamo i vari tipi di angolo sull’orologio e ci alleniamo a nominarli. AVVERTENZA Volendo ribadire l’importanza del concetto assunto come tema principale di questo lavoro, ovvero l’angolo inteso come rotazione, ricordiamo che nelle rappresentazioni grafiche sul quaderno, per indicare la regione angolare che ci interessa configuriamo l’angolo attraverso un lieve tratteggio tra le due semirette, evitando di chiudere con una linea una sola porzione di piano o colorando il classico cerchietto. Mentre il tratteggio racconta di un ‘cammino’, di un percorso, definire l’angolo con il colore o con un limite netto induce a credere che dove finisce il colore (o il limite) finisce anche l’angolo. Esperienze propedeutiche al riconoscimento degli angoli esterni ATTIVITA’ 5 Attività di questo tipo possono essere considerate preliminari allo studio di definizioni proposte in classe V° o nella scuola secondaria quando si dice che l’angolo esterno “è formato da un lato del poligono e dal prolungamento dell’altro”, ma possono anche costituire una valida esperienza per i bambini più piccoli che, attraverso la pratica, acquisiscono gradualmente consapevolezza semantica della terminologia geometrica, assumendo in modo più comprensibile e riflessivo le definizioni circa l’angolo esterno in un dato vertice che verranno loro proposte in futuro. Chiediamo ai bambini di creare il contorno di una figura poligonale qualsiasi (avendo cura di orientarli verso una forma convessa) e di percorrerlo interamente con in mano un bastone dritto in orizzontale, in modo da segnare la direzione del lato su cui camminano. Una volta percorso tutto il lato e arrivati al vertice li portiamo ad osservare che per percorrere il secondo lato dobbiamo cambiare direzione e che questo spostamento provoca una rotazione del bastone di un angolo ben preciso Notiamo che ‘se fossi andata avanti la mia direzione sarebbe stata questa, ma ho girato, cambiato direzione e mi sono portata dietro il bastone che, ruotando, ha fatto come le lancette dell’orologio’ Come facciamo allora a rappresentare qualcosa che ci sarebbe stato ma non c’è? - Con una linea tratteggiata! - No no, con dei sassini - O con dei rametti… (Dopo aver discusso sul fatto che occorre materiale dalla forma più lineare possibile per essere precisi, tutti convengono sul fatto che il sistema più adeguato di rappresentazione è l’alternanza tra un elemento e il vuoto, che verrà realizzata con dei pennarelli) Ora vediamo che il nostro poligono oltre agli angoli interni, che i bambini avevano subito discriminato durante la realizzazione della figura, possiede anche degli angoli al suo esterno. Con un cartoncino posto tra il pavimento e i lati del poligono, compresi i vari prolungamenti, riproduciamo il cammino che il bastone ha percorso per spostarsi da un lato all’altro grazie a un pennarello legato ad uno spago puntato in ogni vertice, una sorta di compasso rudimentale che ci consente di sviluppare, al rientro in aula, interessanti digressioni su importanti elementi di storia della matematica come gli antichi strumenti di misurazione o l’operato di matematici famosi. Esperire il cambiamento di direzione sul campo ha condotto i bambini a riconoscerlo come angolo di rotazione preparandoli ad analizzarne le varie somme. Lasciamo al lavoro di classe IV° la riflessione sul fatto che la somma degli angoli esterni di un poligono convesso è pari a 360° a prescindere dalla forma e dal numero dei lati del poligono. Dopo alcune prove i bimbi si accorgono che… - possiamo formare un cerchio! - tanti angoli fanno un tondo - se li metti insieme diventa uno, come tante ore dell’orologio - è come l’orologio quando da mezzogiorno diventa mezzanotte Da tante fantasiose affermazioni si capisce che abbiamo preparato il terreno per parlare di somma degli angoli esterni e di angolo giro. Al prossimo anno ….. VERIFICA DEGLI APPPRENDIMENTI § § § § § Realizzazione di mappe concettuali sugli angoli Verifiche interdisciplinari con l’attività motoria attraverso esperienze corporee di rotazione e staticità degli arti Verifiche di geometria animata alla LIM ‘Dal piano agli angoli’ Prove carta e matita (materiali sperimentali di Mammarella, Lucangeli, Cornoldi) Test autocorrettivi al pc RISULTATI OTTENUTI In generale si riscontrano buone abilità di risoluzione nei problemi geometrici e nelle situazioni di vita reale in cui si richiedano competenze e pensiero di tipo geometrico in quasi tutti gli alunni. Vengono rilevate difficoltà sul piano delle abilità visuospaziali in un alunno e della riflessione metacognitiva in quattro alunni (di cui un DSA e una certificazione di disturbo dello spettro autistico). Non sono stati effettuati pre-test. VALUTAZIONE ED EFFICACIA DEL PERCORSO DIDATTICO SPERIMENTATO Dai risultati delle prove e dalla discussione con gli alunni si stima che il progetto abbia avuto una diretta incidenza sul loro rendimento, essi stessi si dichiarano più motivati allo studio della geometria perché «…molto più divertente e interessante di altri insegnamenti…». Effettivamente, affrontando la disciplina con un approccio laboratoriale il docente si rende conto meglio dei livelli raggiunti dagli studenti e delle loro reali competenze e può realmente impostare azioni di potenziamento degli apprendimenti. La caratteristica sperimentale dell’utilizzo dei materiali e delle ipotesi di lavoro ha reso possibile una progettazione aderente al modo di apprendere dei ragazzi operando una ricaduta importante anche sui docenti (che si son fatti più consapevoli dei processi cognitivi che i bambini mettono in atto nell’imparare la geometria). Riteniamo, quindi, che il progetto oltre a contribuire al miglioramento dell’apprendimento si configuri anche come portatore d’innovazione nella scuola. Per il futuro sarebbe interessante un approfondimento sulla costruzione in autonomia di verifiche degli apprendimenti.