Conferenza di Giovedì 16 dicembre 2004 sul tema «Superare il

Conferenza di Giovedì 16 dicembre 2004
sul tema
«Superare il disagio di malattie genetiche, illusione o realtà? :
le cellule staminali.»
relatore : dr. Vania Broccoli , ricercatore del DiBit, Istituto
Scientifico H. San Raffaele (MI).
SCHEMA RIASSUNTIVO SINTETICO
Definizione - Gli organismi viventi pluricellulari, nel corso della loro vita, rinnovano più o
meno ampiamente il loro patrimonio costitutivo generale: a questo provvedono cellule
particolari, denominate «cellule staminali», che sono capaci di autorinnovarsi, cioè di
dividersi conservando le medesime caratteristiche della cellula madre, ma anche,
all’occorrenza, di generare cellule cosiddette «differenziate», capaci di svolgere una
specifica funzione nel distretto del corpo che ha necessità di rinnovare in parte o
totalmente il suo patrimonio cellulare.
CLASSIFICAZIONE – Le cellule staminali umane si suddividono in due grosse categorie:
ASC - Cellule staminali adulte
(tissutali/somatiche):
prelevate sia dall’organismo adulto o
neonatale, nel quale sono presenti come
cellule «residenti» (es. midollo osseo, che
produce le cellule del sangue) o circolanti
per breve tempo (es. cordone ombelicale).
Sono in grado di riprodursi dando origine ad
una cellula «differenziata» (cioè del tipo di
tessuto in cui si trova) e a un’altra cellula
staminale
ESC - Cellule staminali embrionali:
prelevate dalla massa interna (ICM) dei
blastocisti, dove sono presenti cellule
totipotenti , in grado cioè di generare tutti i
tessuti del corpo umano.
Per questo scopo sono utilizzati embrioni
soprannumerari (freschi o crioconservati)
derivati da tecniche di riproduzione
assistita.
Impieghi delle ASC ( epidermiali, follicolari, neurali, emopoietiche e mesenchimali):
È riportato di seguito uno schema sintetico, riferito al corpo umano, che riepiloga da un lato
gli usi attuali della cellule staminali adulte ovvero le certezze cliniche, dall’altro le speranze,
costituite dagli studi su possibili applicazioni in malattie del cuore, del cervello, delle ossa e
del fegato. Ed infine le ipotesi e cioè le sperimentazioni su cavie animali o in vitro sulle
quali è ancora troppo presto pronunciarsi.
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Limiti delle ASC - somatiche: in generale queste cellule hanno un basso indice di proliferazione
e di differenziazione, che invece è necessario sviluppare per poterle far riprodurre velocemente
nelle colture post-prelievo. Presentano inoltre nel caso di trapianto omologo (cioè impiegate per lo
stesso paziente da cui sono state prelevate) le stesse malattie genetiche e nel caso di trapianto
eterologo, problemi di rigetto immunitario.
In aggiunta si sta sperimentando la possibilità di intervenire sulle ASC costringendole a
regredire allo stadio di cellule staminali embrionali, in modo da avere a disposizione
cellule molto potenti senza dovere ricorrere all’utilizzo di embrioni o alla loro produzione.
Problematiche delle ESC: le cellule staminali embrionali hanno un’alta capacità
proliferativi e di differenziamento, in alcuni tipi cellulari, come ad esempio i neuroni
dopaminergici, che vengono selettivamente persi nella malattia di Parkinson. Il problema
importante è che per ora il prelievo delle cellule per la successiva coltura , riproduzione
e differenziazione, è di tipo altamente invasivo in quanto comporta la disintegrazione
dell’embrione stesso.
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ASPETTI ETICI
L’impiego di cellule staminali umane a fini terapeutici implica problematiche giuridiche ed
etiche in rapporto alla fonte di origine delle stesse. Alla stregua di ogni ricerca medica che
coinvolga soggetti umani, anche la ricerca terapeutica con cellule staminali rientra
deontologicamente a pieno titolo nei termini della Dichiarazione di Helsinki, recentemente
aggiornata ed approvata ad Edimburgo (ottobre 2000). La Dichiarazione stabilisce quale
principio fondamentale – peraltro universalmente accettato – che «nella ricerca medica è
dovere del medico proteggere la vita, la salute, la riservatezza e la dignità del soggetto
umano» (n° 10), e che « il benessere del soggetto umano deve avere la precedenza sugli
interessi della scienza e della società» (n° 5). Ciò è conforme anche alla Convenzione sui
diritti dell’uomo e la biomedicina del CONSIGLIO D’EUROPA (Oviedo, 1997) e alla
Dichiarazione sul genoma umano e i diritti dell’uomo dell’UNESCO (1997). In altre parole,
laddove venga crearsi una situazione di conflitto tra i risultati che – sia sul piano
conoscitivo che su quello clinico-terapeutico – ragionevolmente si pensano di ottenere e
la vita e l’integrità dei soggetti della ricerca, la salvaguardia di questi ultimi valori deve
prevalere sugli eventuali vantaggi della sperimentazione stessa.
La sperimentazione con cellule staminali pone tuttavia quesiti specifici collegati con il
reperimento del materiale per la ricerca : la questione più difficile sul piano etico riguarda
l’ottenimento di cellule staminali prelevate da embrioni non impiantati in utero, prodotti
appositamente a scopo sperimentale oppure reperiti tra quelli che rimangono inutilizzati
nell’ambito della tecniche di procreazione assistita – embrioni soprannumerari – in questo
caso poiché il prelievo di cellule comporta un danno irreversibile e cioè la morte per il
donatore (l’embrione umano) il conflitto etico, sociale e giuridico si aggrava.
Problemi ancora più complessi pone la clonazione terapeutica di embrioni ai fini di
prelievo di cellule staminali.
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IL MAGISTERO SOCIALE DELLA CHIESA
«Non è lecito fare male neppure per ricavare un bene»
(da §3, Appunti sulla Clonazione – Pontificia Accademia per la Vita)
!
«Non bisogna lasciarsi affascinare dal mito del progresso, come se la possibilità di
realizzare una ricerca o di mettere in opera una tecnica permettesse di qualificarle
immediatamente come moralmente buone. La bontà morale si misura dal bene autentico
che procura all’uomo considerato secondo la duplice dimensione corporale e spirituale»
(da “L’Umanità è al bivio” – Pontificio Consiglio per i testi legislativi – 15.11.2000)
!
«Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai
giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicità!»
(da §5, Enciclica “Evangelium Vitae” – Giovanni Paolo IIPontificia Accademia per la Vita)
!
«Non vi sono vite indegne di essere vissute; non vi sono sofferenze per quanto penose,
che possano giustificare la soppressione di un’esistenza; non vi sono ragioni, per quanto
alte, che rendano plausibile la “creazione” di esseri umani destinati ad essere utilizzati e
distrutti»
(discorso del Papa al Congresso dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, 9 novembre 2004)
La Chiesa interviene sul problema delle cellule staminali prelevate da embrioni in maniera
molto chiara e argomentata attraverso i documenti della Pontificia Accademia per la vita
(allegati alla presente sintesi – “Dichiarazione sulla produzione e sull’uso scientifico e
terapeutico delle cellule staminali embrionali umane” del 24.8.200° e “Appunti sulla
clonazione” del 1997), partendo da quanto espresso dallo stesso Giovanni Paolo II
nell’enciclica “Evangelium Vitae” – del 25.3.1995:
§ 65
La valutazione morale dell'aborto è da applicare anche alle recenti forme di
intervento sugli embrioni umani che, pur mirando a scopi in sé legittimi, ne
comportano inevitabilmente l'uccisione. È il caso della sperimentazione sugli embrioni,
in crescente espansione nel campo della ricerca biomedica e legalmente ammessa in
alcuni Stati. Se «si devono ritenere leciti gli interventi sull'embrione umano a patto che
rispettino la vita e l'integrità dell'embrione, non comportino per lui rischi sproporzionati,
ma siano finalizzati alla sua guarigione, al miglioramento delle sue condizioni di salute
o alla sua sopravvivenza individuale», si deve invece affermare che l'uso degli
embrioni o dei feti umani come oggetto di sperimentazione costituisce un
delitto nei riguardi della loro dignità di esseri umani, che hanno diritto al
medesimo rispetto dovuto al bambino già nato e ad ogni persona. La stessa
condanna morale riguarda anche il procedimento che sfrutta gli embrioni e i feti
umani ancora vivi — talvolta «prodotti» appositamente per questo scopo
mediante la fecondazione in vitro — sia come «materiale biologico» da utilizzare
sia come fornitori di organi o di tessuti da trapiantare per la cura di alcune
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malattie. In realtà, l'uccisione di creature umane innocenti, seppure a vantaggio
di altre, costituisce un atto assolutamente inaccettabile.
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Un’ulteriore riflessione ce la offre sempre Giovanni Paolo II nel discorso conclusivo del
Giubileo dei Vescovi, con il quale affida il terzo millennio alla Beata Vergine Maria, egli
sottolinea che il nuovo millennio assiste alla sfida enorme che la rivoluzione
biotecnologia “con le straordinarie capacità di intervento sulle sorgenti della vita”
lancia agli scienziati, medici , biologi e bioetici, ai giuristi, ai legislatori e ai capi di
governo in quanto si tratta di far sì che questo progresso scientifico venga usato
“per il bene, dentro l’alveo della legge morale”, cioè “nel rispetto dovuto ad ogni
essere umano”.
In particolare viene delineata l’essenza ed il futuro della bioetica: promuovere e
garantire nelle esperienze scientifiche il rispetto e la tutela della vita umana e
della sua dignità, in tutte le sue tappe essenziali.
(da “L’Umanità è al bivio” – Pontificio Consiglio per i testi legislativi – 15.11.2000)
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O Maria,
aurora del mondo nuovo,
Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato
di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere,
di uomini e donne vittime di disumana violenza,
di anziani e malati uccisi dall'indifferenza
o da una presunta pietà.
Fà che quanti credono nel tuo Figlio
sappiano annunciare con franchezza e amore
agli uomini del nostro tempo
il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo
come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine
in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo
con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà,
la civiltà della verità e dell'amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
(da EVANGELIUM VITAE, Giovanni Paolo II, 25 marzo 1995)
Riferimenti (oltre a quelli espressamente citati):
- Tracce dicembre 2004
- Avvenire del 5.12.2004
- Enciclopedia di BIOETICA e SESSUOLOGIA, a cura di G.Russo, Ed.ni ELLEDICI
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