in questo numero Tunnel Viaggiatori di pianura Pipino il Breve A

foto Veronique Vial
stagione 2008-09, numero 9, 19 febbraio 2009
in questo numero
Tunnel
Viaggiatori di pianura
Pipino il Breve
A New Brain
Slava’s Snowshow
in occasione dell’apertura
dei nostri nuovi uffici
in via mazzini 33,
riserviamo a gli abbonati
del Rossetti
una consulenza immobiliare
gratuita
Politeama Rossetti
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
regia di Paolo Valerio
con Ugo Pagliai e Paola Gassman
Platea A-B 2★★ Platea C - Gallerie 1★
Biglietti
Platea A-B interi € 28 ridotti € 23
Platea C interi € 20 ridotti € 16
Gallerie interi € 15 ridotti € 12
to
via o
n
ri
aggi
am
viaggiatori di
pianura
Platea A-B 2★★ Platea C - Gallerie 1★
pipino il breve
commedia con musiche di Tony Cucchiara
regia di Giuseppe Di Martino
con Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina
Platea A-B 2★★ Platea C - Gallerie 1★
Biglietti
Platea A-B interi € 28 ridotti € 23
Platea C interi € 20 ridotti € 16
Gallerie interi € 15 ridotti € 12
società dei concerti
Sala Bartoli
mer
18
20.30
PRI
16.00 E 
20.30 A
creazione e messa in scena di SLAVA
Platea A-B 3★★★ Platea C - I Galleria 2★★
II Galleria 1★
Biglietti
Platea A-B interi € 39 ridotti € 33
Platea C interi € 35 ridotti € 29
I Galleria interi € 29 ridotti € 24
II Galleria interi € 24 ridotti € 19
società dei concerti
momix
“bothanica”
il nuovo spettacolo di Moses Pendleton
Platea A-B 4★★★★ Platea C 3★★★
Gallerie 2★★
Biglietti
Platea A-B interi € 47 ridotti € 41
Platea C interi € 40 ridotti € 35
I Galleria interi € 35 ridotti € 30
II Galleria interi € 27 ridotti € 24
19
febbraio
ven
20
20.30
B
febbraio
sab
20.30
C
16.00
D
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21.00
22
17.00
febbraio
lun
20.30
AP
★ 23
febbraio
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febbraio
20.30
PRI
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febbraio
mer
gio
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febbraio
ven
20.30
B
27
21.00
28
21.00
febbraio
sab
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C
febbraio
dom
A new
brain
Posto unico 1★
1
16.00
D
marzo
lun
2
20:30
marzo
mar
3
marzo
mer
India
Alè Calais
4
20.30
M

20.30
O
16.00 FAM
20.30 N
16.00
P
20:30
20.30
DAN
20.30
20.30
20.30
16.00 FAM
20.30
16.00
tunnel
di Fabio Alessandrini e
Carlo Tolazzi
con Fabio Alessandrini e
Damien Hennicker
Posto unico 1★
Biglietti
Posto unico
interi € 15 ridotti € 12,50
mar
16.00 E
20.30 A
20.30
Rumori fuori scena,
Amleto, L’uomo
21.00
dal fiore in bocca,
Romolo il Grande,
Il sentiero dei passi 21.00
pericolosi, Peter Pan
febbraio
dom
★
slava’s
snowshow
febbraio
gio
marzo
gio
5
marzo
ven
India
Alè Calais
6
marzo
sab
7
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dom
8
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lun
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mar
10
21.00
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21.00
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21.00
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21.00
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21.00
15
17.00
marzo
mer
marzo
gio
marzo
ven
marzo
sab
marzo
dom
marzo
L’UOMO DAL
FIORE IN
BOCCA
di Luigi Pirandello
regia di Marco Rampoldi
con Corrado Tedeschi
Posto unico 1★
Biglietti
Posto unico
interi € 15
ridotti € 12,50
“eventi speciali”
Lo spettacolo che ha fatto discutere la Francia in prima italiana a Trieste
Niente luce in fondo al Tunnel...
Fabio Alessandrini racconta le luci e le ombre, le gioie e i dolori del calcio
A volte basta un prato non
troppo in discesa, ai due capi un
paio di rami lunghi conficcati nel
terreno a segnare le porte: e in
mezzo uno sciame di ragazzini
a rincorrere un pallone… È
sicuramente questo il più puro
modello di calcio: le squadre
si decidono al momento, il più
forte degli attaccanti gioca una
volta di qua e una di là, le divise non sono quelle griffate e
piene di marchi degli sponsor
ma le magliette che la mamma
ha scelto al mattino e che di
sera getterà nella cesta, di certo
brontolando per qualche macchia d’erba… E lo spirito è
quello limpido del gioco vero,
della rivalità sana, del divertimento per chi guarda e per chi
s’impegna sul campo.
Tutto parte da qui. Il calcio
parte da qui. E anche Fabio
Alessandrini, autore (assieme a
Carlo Tolazzi) e interprete di
Tunnel, evoca, di questo popolarissimo sport,le immagini ludiche,
poetiche dell’infanzia. Purtroppo
però c’è anche il baratro, e non
tarda ad annunciarsi. Quando
Alessandrini nel 2002 inizia a
lavorare al testo, nessuno parla
di ciò che le immagini dorate
del mondo del calcio nascondono, ma tutti ne sono a conoscenza. Addetti, giornalisti, tifosi,
a nessuno conviene parlare: e
lo scandalo scoppiato nel 2006
rivela solo una piccola parte
di un immenso iceberg, tuttora
per la maggior parte sommerso.
Attore diplomato alla Scuola del
4
Teatro di Genova, drammaturgo
dal 2000 con residenza artistica
in Francia assieme alla sua compagnia, Alessandrini ammette:
«A spingermi a portare sulla
scena un tema così lontano, per
me, dal teatro, è stata l’irruzione della Morte, che ha bussato
troppo presto alla porta di tanti
calciatori, o ex calciatori, ben
presenti nei miei ricordi e nelle
mie raccolte di figurine di bambino degli anni Sessanta-Settanta.
Morivano, stanno morendo, in
troppi e tutti delle stesse malattie». «Tunnel gioca con lucido
divertimento sul sottile e misterioso filo che sta fra la vita e la
morte – continua – esplorando
con una buona dose d’ironia e
momenti di comicità il rapporto
con il corpo, il concetto che
abbiamo della salute, l’ossessione del risultato, l’illusione di una
libertà basata sulla truffa ad ogni
costo»
E così lo spettacolo (con il titolo
Touche) esordisce sui palcoscenici francesi e diviene un vero
caso, si guadagna l’attenzione dei
media, degli addetti ai lavori, del
pubblico… Del calcio denuncia
“il marcio”, ma a detta di tutti,
restituisce anche la passione, palpitante e trasparente per quello
che deve essere uno sport, non
uno show “a tutti i costi”.
Accompagnato in scena soltanto
da Damien Hennicker – che
col suo sax diviene un alter ego
dell’attore e dialoga con i suoi
pensieri e con i profili dei personaggi evocati – Alessandrini vive
davanti agli occhi del pubblico
una sorta di partita. Si scalda
ai bordi della scena, poi “entra
in campo”. Passa dal raccontare l’entusiasmo innocente alla
corruzione, e il suo corpo, la
sua interpretazione trascolorano dall’energia sincera a una
vitalità malata, al rallentamento
innaturale della disfatta.
«Sì, m’hanno offerto molti soldi
per perdere delle partite»…
«Eravamo come cavalli da corsa,
i nostri armadietti somigliavano
a vere e proprie farmacie»…
«Ci facevano una puntura negli
spogliatoi, era un liquido giallo
con striature rosse. L’allenatore
ci raccomandava di scaldarci molto lentamente. La prima
volta, a Ferrara, appena entrato
in campo mi sentivo un gigante, un’energia incredibile. Nel
secondo tempo una schiuma
verde, densa, è cominciata a
colarmi dalla bocca»… Ecco la
disfatta: è nelle testimonianze
vere dei calciatori professionisti,
nei fatti provati su cui Tunnel si
basa. E nel disincanto che risuona nelle battute di uno spettacolo profondo, intelligente, che
ci invita a una necessaria presa
di coscienza collettiva.
La disfatta, infine è soprattutto nello spirito sportivo che
muore, così come il corpo degli
atleti: un tempo macchine miracolose ma umane, con un’anima,
e come tali inno alla vita e alla
gioia di mettersi alla prova con
lealtà.
di Ilaria Lucari
“Tunnel”
di Fabio Alessandrini
e Carlo Tolazzi
con Fabio Alessandrini,
Damien Hennicker
al sax baritono e tenore
Sala Bartoli
dal 19 al 22 febbraio 2009
durata 1h e 20’
senza intervallo
5
“altri percorsi”
Natalino Balasso e Laura Curino raccontano delle incredibili “storie d’acqua”
Racconti di Viaggiatori di pianura
Gabriele Vacis lega l’alluvione del Po all’uragano Katrina e allo tsunami del 2004
«L’acqua del mondo si sposta da
una parte all’altra, s’innamora
della luna sballottando i nostri
destini. Il mare è uno solo e ha i
fiumi per chioma, e noi, come al
solito, cerchiamo nelle cose un
ordine che ci faccia aggrappare
alla salvezza» Natalino Balasso
introduce con queste parole
Viaggiatori di pianura il suo lavoro più recente di cui è autore
– assieme al regista Gabriele
Vacis – e interprete assieme a
un cast di primo livello.
Chi conosce il notevole e singolare talento di questo attore
e l’incisiva e interessante personalità di Vacis (fondatore del
Teatro Settimo, culla negli anni
Ottanta della nuova tendenza
del teatro di affabulazione e
delle sperimentazioni di artisti
eccellenti quali Marco Paolini,
Laura Curino, Eugenio Allegri),
già immagina di doversi aspettare uno spettacolo particolare.
Viaggiatori di pianura lo è senza
dubbio, fin dal tema scelto: l’acqua. Non si tratta però di acqua
ristoratrice, trasparente e generatrice di vita: tutt’altro. Agli
autori è interessata l’acqua che
distrugge, che sfugge al controllo dell’uomo e allaga, spiana,
inonda…
Lo spettacolo si ambienta su
un treno ad alta velocità che
attraversa la pianura: quattro
viaggiatori fanno conoscenza
e, chiacchierando, scoprono
di avere qualcosa in comune.
Ognuno di loro, in tempi e
luoghi diversi è scampato alla
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furia dell’acqua: i loro racconti
si sviluppano e ingigantiscono
come quelli dei pescatori, ciascuno vorrebbe aver avuto l’avventura più spaventosa, corso il
pericolo maggiore. C’è Regina,
una signora matura, cui Laura
Curino dona la cadenza lenta di
chi è nato nella pianura padana:
si è sposata il 18 novembre
1951, proprio il giorno in cui il
Po ha rotto gli indugi e gli argini
allagando ogni cosa, e il suo
cuore ancora è abitato dallo
stupore e dallo shock di aver
visto persone e cose inghiottite
per sempre dai flutti. Accanto
a lei siede Ce-dric Lafontaine,
veneto di terza generazione e
scatenato chitarrista in un complesso blues di New Orleans: un
simile personaggio non poteva
che avere la verve e lo spirito di Natalino Balasso. A lui
è toccato l’incontro violento
con l’uragano Katrina che ha
interrotto un suo concerto: a
salvarlo sono le impensate doti
di galleggiamento del contrabbasso, a cui si aggrappa assieme al collega strumentista. Il
giovane Christian Burruano
interpreta invece l’animatore
di un villaggio turistico a Pi
Pi Iland, nell’Oceano Indiano:
altro matrimonio infausto, il suo,
celebrato il giorno di Natale
2004, la vigilia dello spaventoso
tsunami che ha sconvolto quella
parte del mondo… Assieme a
questi tre “sopravvissuti” viaggia
un quarto personaggio, che ha il
volto di Lyiu Jin, ed è destinato
a scompigliare i fili della trama e
a restare – fino all’ultimo – nel
mistero.
«Sono convinto – spiega Vacis –
che le guerre del ventunesimo
secolo saranno combattute per
l’acqua. A noi sembra inesauribile, ma non è vero (…) L’acqua
è l’elemento più importante, il
nostro stesso corpo è composto per lo più di acqua: parlarne
è come affrontare l’elemento
primordiale da cui tutto ha origine». La metafora dell’acqua
ha dunque molto rilievo nello
spettacolo, anche se passa attraverso storie piccole, che poi
si compongono sorprendentemente in un unico e più vasto
quadro. È una linea tipica del
teatro di narrazione di Vacis,
che non rinuncia mai a un impegno, a una riflessione… «Altri
miei spettacoli sono stati più
espliciti da questo punto di vista
– ha commentato il regista – ma
certamente anche Viaggiatori di
pianura si può annoverare in
questo filone, anche perché il
teatro civile che faccio io racconta delle storie, non dà mai
giudizi. Con Viaggiatori di pianura
poi, stiamo recuperando una
dimensione che mi era cara
all’inizio, una sorta di coniugazione fra parola e immagine. Il
teatro evoca più che mostrare:
ecco che qui diventano importanti anche le scenofonie, perché stiamo sperimentando una
narrazione fatta di richiami,
ambienti, atmosfere, sensazioni». (i.lu.)
“Viaggiatori di pianura”
di Gabriele Vacis
e Natalino Balasso
regia di Gabriele Vacis
con Laura Curino,
Natalino Balasso,
Christian Burruano, Liyu Jin
Politeama Rossetti
dal 23 al 24 febbraio 2009
durata 1h e 30’
senza intervallo
7
“prosa”
Il Teatro Stabile di Catania riprende il grande spettacolo che debuttò nel 1978
Pipino il Breve, in scena il Medioevo
Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina nella commedia di Tony Cucchiara
Era il 1978 quando Pipino il
Breve riceveva il primo applauso entusiasta, dal pubblico del
Teatro Stabile di Catania: nasceva in quel momento un’avventura lunga oltre trent’anni, uno
spettacolo che ha rappresentato
un evento nel panorama del
teatro italiano. Scritta da Tony
Cucchiara e diretta da Giuseppe
di Martino, questa suggestiva e
singolare commedia con musiche continuò infatti a essere
ripresa in tournée per tutti gli
anni Ottanta, replicando con
esiti trionfali non solo in Italia,
ma anche in Russia, ex Jugoslavia,
Romania, Belgio, Olanda, Austria,
Svizzera, Germania e addirittura a Broadway, in Sudamerica,
in Australia… Non è un caso,
dunque, che oggi – a celebrazione del suo cinquantenario – lo
Stabile etneo abbia scelto di
riallestire proprio Pipino il Breve
e di riproporlo sui palcoscenici
nazionali: la sorpresa è che lo
spettacolo – anche trent’anni
dopo – viene accolto con lo
stesso calore, sia dal pubblico, sia
(come dimostra l’attenzione che
recentemente gli ha dedicato ad
esempio il Corriere della Sera)
dalla critica più accreditata.
Quale sarà il segreto di questo
successo? Sicuramente l’originalità di un testo ricavato dai
volumi di Giusto Lo Dico, studioso dell’Opera dei Pupi siciliani. Poi il gusto elegante che
Tony Cucchiara ha dimostrato
nel coniugare musica e parole:
le canzoni sono di una bellezza
8
unica, sia per il ritmo poetico
che per la ricerca sofisticata
del linguaggio, tanto che l’artista
agrigentino è stato da molti
considerato tra i maggiori “risuscitatori” della poesia siciliana.
Accanto a ciò vanno annoverate
le suggestioni di una regia davvero ispirata (di Di Martino, ripresa da Giuseppe Dipasquale), la
maestosità di un impianto scenografico di grande impatto e
di costumi ricchi, oltre all’energia delle coreografie di Guido
Guidi ricostruite da Donatella
Capraro.
«Solo i grandi successi riescono
a reiterare sé stessi se rimangono a sé stessi fedeli» scrive nelle
sue note Dipasquale, che ha
voluto ricostruire Pipino il Breve
con rispetto filologico dell’edizione originale. «Pipino di ieri,
dunque, è il Pipino di oggi – continua – e questa ribadita simiglianza con sé stesso ne fa uno
spettacolo sempre nuovo.Alcuni
degli interpreti sono quelli di
allora, Musumeci, Pattavina, la
Malvica, ed Enza Lauricella, con
Leonardo Marino oggi nel ruolo
che fu di Cucchiara. Gli altri
sono della generazione più vicina a noi. (…) Bisogna riconoscere che una commedia musicale
come Pipino, con una forte idea
teatrale sotto, che recuperasse
tradizione, antropologia, linguaggi mutuati da un genere come
quello dell’Opera dei Pupi, fino
ad allora non era stata mai
tentata».
E il tentativo, per quanto rischio-
so, di portare l’Opera dei Pupi
su un palcoscenico di attori
veri, per quanto rischioso, ha
premiato con decisione. Il plot
di questo brillante Pipino il Breve
fa un passo indietro rispetto le
storie raccontate dal Teatro dei
Pupi, che rievocano la chanson
de geste, l’epopea dei Paladini di
Francia, di Orlando, Rinaldo e
della bella Angelica. Cucchiara fa
invece un passo indietro e racconta l’avventuroso preludio alle
nozze fra Pipino il Breve e Berta
la Piedona, genitori di Carlo
Magno. La storia si ambienta
nel Medioevo, in Francia, dove il
re Pipino il Breve, ormai molto
maturo e senza figli, decide di
sposare Berta, figlia del re d’Ungheria. La nobile si mette in viaggio per la Francia, dove saranno
celebrate le nozze, però, la malvagia figlia del conte Belisario,
Falista, che le assomiglia moltissimo, ordina al suo scudiero di
uccidere la promessa sposa per
sostituirsi a lei. Dopo sette anni,
non avendo mai avute notizie
della figlia, i sovrani d’Ungheria si recano in visita a Pipino
e scoprono l’inganno. Che fine
avrà fatto Berta? Sarà davvero
morta? A sciogliere il mistero è
un mercante che porta a Corte
un tappeto: vi è intessuta la storia di Berta e anche l’indicazione
di dove è nascosta. La stessa
sposa ha compiuto quel lavoro,
che ne decreta la salvezza e il
coronamento delle desiderate
nozze.
di Ilaria Lucari
personaggi interpreti
Pipino il Breve, re di Francia Tuccio Musumeci
Filippo, re d’Ungheria Pippo Pattavina
Belisenda, regina d’Ungheria Anna Malvica
Berta la Piedona Ilaria Spada
Marante, scudiero di Falista Mirko Petrini
Il cantastorie Leonardo Marino
La lamentatrice Enza Lauricella
Bernardo di Chiaramonte Franco Mirabella
Aquilone di Baviera Cosimo Coltraro
Morando di Ribera Giampaolo Romania
Falista Laura Geraci
Belisario di Magonza/
Lamberto Sergio Seminara
Cortigiani e popolani Ester Anzalone
Chiara Cimmino
Iridiana Petrone
Emilio Torrisi
Alberto Bonavia
Giovanni Tuzza
Musici Edoardo Cicala
Filippo Lo Brutto
Giovanni Lo Brutto
Pippo Russo
“Pipino il Breve”
commedie con musiche
di Tony Cucchiara
regia di Giuseppe Di Martino
ripresa da Giuseppe Dipasquale
con Tuccio Musumeci,
Pippo Pattavina, Anna Malvica,
Ilaria Spada, Mirko Petrini
Politeama Rossetti
dal 25 febbraio
al 1° marzo 2009
durata 2h e 30’
con intervallo
9
“eventi speciali”
Ritornano alla Sala Bartoli l’energia e l’entusiasmo dei ragazzi della BSMT
A New Brain, il musical è in ospedale
William Finn si è ispirato a un episodio realmente accaduto nella sua vita
Prosegue per il terzo anno
la collaborazione fra il Teatro
Stabile del Friuli Venezia Giulia e
la Bernstein School of Musical di
Bologna che, a partire dalla stagione 2006-2007, ha proposto
alla Sala Bartoli delle accurate
edizioni di musical mai presentati prima in Italia.
Per lo Stabile regionale, che
inserisce nei suoi cartelloni
alcune delle migliori produzioni
di musical italiani e internazionali, è fondamentale poter offrire
al pubblico – sempre più appassionato a questo genere – un
panorama il più completo possibile degli sviluppi e delle ultime
evoluzioni nel mondo del musical: il progetto con la Bernstein
School contribuisce proprio in
questo senso. Permette infatti
di abbinare interessanti novità
ai grandi e popolari musical del
“cartellone ufficiale” e comunque di aprire la programmazione ad alcuni dei tanti titoli
del repertorio che per diversi
motivi non riescono ancora a
essere esplorati sui nostri palcoscenici.
Dopo i successi ottenuti con
Ragtime, Assassins e Into The
woods nel 2007 e con il noir
Sweeney Todd lo scorso anno,
ritornano dunque a Trieste –
questa volta impegnati in A New
Brain di William Finn – i migliori
allievi della Bernstein School
of Musical diretti da Shawna
Farrell. Formeranno un cast di
tutto rispetto, se teniamo conto
del fatto che questa scuola sta
10
sfornando i più interessanti
talenti italiani nel campo del
musical, volti che magari vediamo esordire sul palcoscenico
della Sala Bartoli per ritrovarli
poi “arruolati” dalla Compagnia
della Rancia o dalle molte altre
produzioni che a livello nazionale si stanno votando a questo
genere di spettacolo.
A New Brain ha debuttato a
Broadway nel 1999 ed è il maggior successo di William Finn,
autore contemporaneo e noto
anche per la fortunata trilogia in
musical Falsettos.
La storia narrata nel musical
ripercorre un momento difficile,
accaduto allo stesso Finn: il protagonista è Gordon, un compositore americano omosessuale,
che in attesa del successo sbarca
il lunario componendo canzoncine per uno spettacolo televisivo
per bambini, il cui protagonista
è Mr Bungee un attore vestito
da ranocchio. Improvvisamente,
durante un pranzo di lavoro,
Gordon si sente male e viene
ricoverato. Gli viene diagnosticato un tumore al cervello:
unica possibilità di salvezza è un
intervento chirurgico. Mentre
attende, confortato dalla madre
Rodha e dal compagno Roger,
Gordon fa un bilancio della sua
vita. La sua situazione però si
complica, cade in coma e una
serie di sogni-incubi gli aprono
la mente su molte questioni
irrisolte della sua vita. Per fortuna l’operazione ha successo
e Gordon si salva arricchito
della consapevolezza di essere
un uomo cambiato, come se
avesse un “nuovo cervello” con
cui affrontare meglio la realtà.
Le tematiche affrontate sono
dunque molto attuali, vere,
spesso drammatiche, ma Finn
ha la capacità di trattarle con
humour, ottimismo e tenerezza. Vero punto di forza dello
spettacolo sono poi le musiche:
sorprendenti per modernità,
ricchezza e ritmo, e per l’eccellente armonia con la parte recitata. Spicca subito la trascinante
e corale Heart and Music e
colpiscono poi la dolce e melodica Salinge, lo spiritoso insieme
vocale Sitting Beclamed in The
Life of Cuttyhunk. C’è un’ottima
distribuzione delle parti musicali, tale da offrire a ogni elemento del cast il giusto spazio
e prove interessanti: fra queste
sono da menzionare almeno
Change, interpretata dalla barbona (personaggio chiave per
la svolta finale della storia tra
Gordon e Roger), Throw it Out
e The Music Still Plays On, i due
assoli della madre, Whenever I
Dream, brano pazzo e sincopato cantato dalla giovane agente
di Gordon e l’incalzante Eating
Myself Up Alive, affidato ad un
infermiere di colore in conflitto
con le diete. Più che alla messinscena, che a Broadway non
riuscì ad ottenere il successo
che avrebbe meritato, il musical
deve la popolarità alla successiva uscita dell’album interpretato
dall’ottimo cast originale. (i.lu.)
“A New brain”
di William Finn versione italiana di Alessandro Brachetti
regia e direzione musicale di Shawna Farrell
con Nicola Anfuso, Michael Anzalone, Elisa Colummi, Davide Dalseno,
Cristina D’Amore, Simone Mastria, Tania Occhionero, Daniele Palumbo,
Stefania Paternò, Micaela Perardi, Martina Pezzoli, Giovanni Piscopo,
Gianluca Sticotti, Marco Trespioli
Maria Galantino al pianoforte Filippo Mignatti alla batteria
Sala Bartoli dal 27 al 28 febbraio 2009
durata 2h con intervallo
11
“musical”
Grande attesa per la rentrée di uno degli spettacoli più applauditi al mondo
La neve di Slava ritorna al Rossetti
Nello show innumerevoli richiami, da Engibarov, a Marcel Marceau, a Charlie Chaplin
L’ultimo fiocco di neve della
bufera che chiude lo Slava’s
Snowshow non aveva quasi fatto
in tempo a cadere sul palcoscenico – nel 2007, quando per la
prima volta lo Stabile regionale
aveva ospitato lo spettacolo più
amato del celebre clown russo
– che già il pubblico, entusiasta
come di raro accade di vedere,
chiedeva informazioni su nuove
repliche… È stato davvero un
evento eccezionale lo Slava’s
Snowshow, uno di quegli spettacoli – rarissimi – che hanno la
capacità di coinvolgere e ammaliare tutti, dal bimbo che arriva a
teatro per la prima volta al più
disincantato professionista, che
si ritrova quasi per magia privo
d’inibizioni, a subire allegramente gli scherzi dei pagliacci o a
giocare con loro a pallone…
Per questo e per mille altri
motivi, Slava’s Snowshow è
un’esperienza da vivere: quasi
impossibile spiegare veramente
cos’è… Forse una sola parola
si avvicina a quello che regala al
pubblico: “incanto”.
Incanto e poesia, gioco, divertimento, emozioni… lo spettacolo è un irresistibile, ironico, spesso melanconico viaggio
nella tradizione della clownerie,
un caleidoscopio di personaggi
e situazioni che culminano nella
spettacolare tormenta di neve
che si abbatte sugli spettatori:
un coup de theatre di rara bellezza ed efficacia, che ha lasciato
senza parole il pubblico di tutto
il mondo.
12
Creato da Slava Polunin, lo
Snowshow è in scena da quasi
vent’anni nei principali teatri di
tutto il mondo, dal 2004 è attrazione fissa off-Broadway, e dal
1994 alcuni dei numeri sono
stati inglobati dal Cirque du
Soleil nello spettacolo Alegria.
Il clown russo ha ottenuto
riconoscimenti e premi di ogni
genere, come l’Olivier e il Time
Out Award a Londra, il Drama
Desk Award a New York, lo
Stanislavskij a Mosca e il Festival
Critics Award a Edimburgo. Il
Times di Londra ha definito lo
spettacolo “un classico imperdibile, di rara bellezza teatrale” e
l’attore Simon Callow ha scritto
sul Sunday Express di Londra
che lo Snowshow “è la cosa più
bella che abbia visto a teatro in
tutta la mia vita”.
Il teatro di Slava – come dice lui
stesso – «è un rituale magico e
festoso costruito sulla base delle
immagini e dei movimenti, sui
giochi e sulla fantasia; è un teatro
che nasce inesorabilmente dai
sogni e dalle fiabe; è ricco di speranze, di desideri e di nostalgie,
di mancanze e disillusioni. È un
teatro in continuo mutamento
che si nutre dell’improvvisazione
spontanea nel rispetto scrupoloso della tradizione; è un teatro
che si colloca nel filone della
sintesi multi-sfaccettata contemporanea, al confine tra vita e
arte e crea un’unione epica intimistica tra tragedia e commedia,
assurdità e spontaneità, crudeltà
e tenerezza. È un teatro – infine
– che sfugge a qualsiasi definizione, all’interpretazione unica della
sue azioni e da qualsiasi tentativo di limitazione della sua libertà». Slava e la sua Compagnia
– fondata nel 1979 – danno
una nuova valenza al ruolo del
clown. La sua eccentrica pantomima, che lui definiva con ironia
“idiozia espressiva” (“Expressive
Idiotism”) gli è valsa una grande
popolarità. Asisyai, il suo clown
più famoso è una figura commovente e ironica, vestito di
una tuta gialla da lavoro e con
un paio di pantofole rosse soffici. Questo personaggio meditabondo, gentile è nato prendendo
spunto dalla tristezza poetica
dei clown di Leonid Engibarov,
dalla raffinata filosofia della
pantomima di Marcel Marceau,
dall’umanità e dalla comica amarezza dei grandi film di Chaplin.
Slava li considera come i suoi
maestri. All’inizio Asisyai era
multi-sfaccettato; poteva essere
gentile e spontaneo, ma ironico il minuto dopo, superbo
nella sue convinzioni con il suo
invincibile “Zya!”. Ne scaturì
l’idea che ogni aspetto del personaggio poteva diventare un
personaggio a sé stante. Così è
nata l’idea di un teatro di clown,
ognuno diverso dall’altro ma
riconoscibile e familiare. E clown
poetici, divertenti e scherzosi
sono i protagonisti dello Slava’s
Snowshow che raccoglie le gag e
gli sketch più famosi di questo
geniale artista.
di Ilaria Lucari
“Slava’s Snowshow”
creazione e messa in scena
di SLAVA
regia di Viktor Kramer
con Scott Derek, Artem Zhimolokhov, Jef Johnson,Vanya
Polunin,Yury Musatov, Tatiana
Karamysheva, Francesco Bifano
foto Veronique Vial
Politeama Rossetti
dal 4 all’8 marzo 2009
durata 2 h
con intervallo
13
news
diretto da Antonio Calenda
Un altro grande
evento arricchisce il cartellone del Politeama Rossetti
Gigi Proietti ritorna a Trieste
“Di nuovo buonasera”, quattro repliche dal 7 al 10 maggio 2009
Conclusione di stagione brillante per
lo Stabile regionale, che a un già
ricco cartellone aggiunge un appuntamento che è una vera “punta di
diamante”: uno show di Gigi Proietti.
Di nuovo buonasera, il suo
lavoro più recente, sarà al Politeama
Rossetti dal 7 al 10 maggio, in tour
prima di rientrare a Roma, dove
è già stato applaudito da oltre
170.000 spettatori, aggiudicandosi il
Biglietto d’Oro.
Chi conosce Proietti, non può stupirsi
di tanto entusiasmo: è la naturale
risposta delle platee al suo talento,
che anche in questo show esprime a
360 gradi, proponendosi quale attore,
comico, cantante, accompagnato in
scena da un’eccellente orchestra
diretta dal Maestro Mario Vicari, da
un gruppo di attori fra cui le figlie
Susanna e Carlotta, e da un notevole
corpo di ballo (le coreografie sono di
Fabrizio Angelini).
Un appuntamento da non perdere
per il pubblico della regione, da
dove Proietti manca dal 2002, quando, per lo Stabile, inaugurò con un
recital le stagione estiva del Teatro
Romano. Anche grazie all’amicizia
che lo lega al direttore dello Stabile
regionale Antonio Calenda, con cui
ha condiviso l’inizio della carriera
al Teatro Centouno di Roma e i
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primi successi, Proietti ha sempre
avuto un particolare rapporto con
Trieste, dove è stato spesso: allo
Stabile ha proposto infatti nel 1996
A me gli occhi please, nel
1999 – nel Teatro Tenda di Piazza
Unità – Prove per un recital
e nel 2001 è stato fra i protagonisti
della festa per l’inaugurazione del
restaurato Politeama Rossetti. Sarà
molto apprezzato questo ritorno con
Di nuovo buonasera, in cui
fa omaggio al genere del Varietà
e alterna canzoni romane a grandi
successi internazionali, liriche d’amore e sketch esilaranti, nuovi e vecchi
personaggi... Una serata, dunque, in
perfetto “stile Proietti”: con un attore
che dispone soprattutto dei propri
mezzi espressivi, si serve della propria memoria e della propria tecnica,
costruisce una drammaturgia scenica
mescolando frammenti di testo anche
incompatibili, lasciandosi sorprendere
ogni volta dalle infinite possibilità del
palcoscenico.
I biglietti saranno in vendita a partire da giovedì 26 febbraio.
www.ilpiccolo.it
un assaggio della prossima stagione
“Bothanica”, trionfo per i Momix
Enorme successo per il nuovo spettacolo di Moses Pendleton a Bologna
È stato un vero trionfo, il 10 febbraio scorso, il debutto assoluto di
Bothanica, il nuovo spettacolo dei
Momix, che dal 10 al 15 marzo sarà
in scena allo Stabile regionale, ultimo
appuntamento del cartellone Danza &
dintorni. I Momix hanno scelto una
città italiana, Bologna, per presentare
in prima mondiale l’ultima creazione
del loro geniale coreografo, Moses
Pendleton, e a guardare alle prime
reazioni della stampa e del pubblico,
Bothanica si annuncia come uno
spettacolo di assoluta eccellenza nella
parabola artistica già molto premiata
e ammirata di questo gruppo. I Momix
vi costruiscono un tributo al mondo
vegetale, ricreando nel loro fantasioso
linguaggio corporeo l’incanto delle
forme naturali, la colorata poesia dei
fiori e gli intrecci misteriosi e sensuali
della vegetazione incontaminata.
Inferno di Castelluci a Lubiana
Lo Cankarjev Dom di Lubiana ospiterà lo spettacolo il 2 e il 3 marzo
Ha debuttato da pochi mesi Inferno,
l’ultimo lavoro di Romeo Castelluci e
della Societas Raffaello Sanzio, una
delle più significative compagnie di
teatro di ricerca italiane. Il pubblico avrà un’occasione interessante di
applaudire lo spettacolo in una cornice
insolita: quella del più grande teatro
di Lubiana, lo Cankarjev dom. La
Societas Raffaello Sanzio, riconosciuta
a livello internazionale, sarà in scena
nella capitale slovena il 2 e 3 marzo.
Ispirato all’opera dantesca Inferno
è uno spettacolo di grande impatto,
poetico e pervaso – questa la chiave
di Castellucci – di nostalgia per la vita.
Vi partecipa un cast notevole arricchito
da molti figuranti nei panni dei dannati: il coinvolgimento è tale che la
platea intera si sente smarrita nella
“selva oscura” del dolore, del mistero
e della punizione.
Rinvio per Enrico IV
Si recuperano a maggio le recite sospese
Periodico del Teatro Stabile
del Friuli Venezia Giulia
redazione Viale XX Settembre, 45
34126 Trieste
tel. 040-3593511 fax 040-3593555
www.ilrossetti.it [email protected]
Anno XVI - numero 166
18 febbraio 2009
Aut. Tribunale di Trieste n° 846
del 30.7.1992
stampa Stella Arti Grafiche,Trieste
direttore responsabile
Stefano Curti
redazione Ilaria Lucari, Ivis Lasagna
È stato necessario sospendere le repliche dell’Enrico IV di Pirandello in
programma allo Stabile regionale dal 18
al 22 febbraio nell’ambito del cartellone
Prosa. Ugo Pagliai – che nello spettacolo sostiene il ruolo del titolo, al fianco
di Paola Gassman – è rimasto infatti
in stato di ricovero per alcuni accertamenti sanitari, dopo il malore che lo ha
colpito il 14 febbraio scorso. Repliche
dell’Enrico IV, che stava effettuando
un fitto tour nazionale, sono state
annullate in diverse piazze oltre che
a Trieste (Schio, Rovigo, Rovereto…).
La Fondazione Atlantide - Teatro Stabile
di Verona che produce lo spettacolo, sta
valutando la possibilità di riprogrammare le recite perdute, entro la stagione teatrale 2008-2009. Con il Teatro
Stabile del Friuli Venezia Giulia è stato
già raggiunto un accordo e l’Enrico
IV sarà proposto al Politeama Rossetti
da mercoledì 27 a domenica 31 maggio. Naturalmente rimangono validi i
tagliandi d’abbonamento, come tutte le
prenotazioni già effettuate, a meno che
non vengano richieste variazioni alle
biglietterie dello Stabile.
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la cultura,
Ci sono infiniti buoni
motivi per incoraggiare
e sostenere la cultura
in tutte le sue
migliori espressioni.
La Fondazione
lo crede da sempre.
quasi un processo di “geminazione”
Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto.
Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi
da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più.
La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”.
Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate,
che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo.
Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti
e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro
astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione).
Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio.
Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare.
Che potremo condividere e scambiare con altri.
La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche
matrice di autentica felicità individuale.
il colore del benessere sociale