foto Veronique Vial stagione 2008-09, numero 9, 19 febbraio 2009 in questo numero Tunnel Viaggiatori di pianura Pipino il Breve A New Brain Slava’s Snowshow in occasione dell’apertura dei nostri nuovi uffici in via mazzini 33, riserviamo a gli abbonati del Rossetti una consulenza immobiliare gratuita Politeama Rossetti ENRICO IV di Luigi Pirandello regia di Paolo Valerio con Ugo Pagliai e Paola Gassman Platea A-B 2★★ Platea C - Gallerie 1★ Biglietti Platea A-B interi € 28 ridotti € 23 Platea C interi € 20 ridotti € 16 Gallerie interi € 15 ridotti € 12 to via o n ri aggi am viaggiatori di pianura Platea A-B 2★★ Platea C - Gallerie 1★ pipino il breve commedia con musiche di Tony Cucchiara regia di Giuseppe Di Martino con Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina Platea A-B 2★★ Platea C - Gallerie 1★ Biglietti Platea A-B interi € 28 ridotti € 23 Platea C interi € 20 ridotti € 16 Gallerie interi € 15 ridotti € 12 società dei concerti Sala Bartoli mer 18 20.30 PRI 16.00 E 20.30 A creazione e messa in scena di SLAVA Platea A-B 3★★★ Platea C - I Galleria 2★★ II Galleria 1★ Biglietti Platea A-B interi € 39 ridotti € 33 Platea C interi € 35 ridotti € 29 I Galleria interi € 29 ridotti € 24 II Galleria interi € 24 ridotti € 19 società dei concerti momix “bothanica” il nuovo spettacolo di Moses Pendleton Platea A-B 4★★★★ Platea C 3★★★ Gallerie 2★★ Biglietti Platea A-B interi € 47 ridotti € 41 Platea C interi € 40 ridotti € 35 I Galleria interi € 35 ridotti € 30 II Galleria interi € 27 ridotti € 24 19 febbraio ven 20 20.30 B febbraio sab 20.30 C 16.00 D 21 21.00 22 17.00 febbraio lun 20.30 AP ★ 23 febbraio 20.30 24 febbraio 20.30 PRI 25 febbraio mer gio 26 febbraio ven 20.30 B 27 21.00 28 21.00 febbraio sab 20.30 C febbraio dom A new brain Posto unico 1★ 1 16.00 D marzo lun 2 20:30 marzo mar 3 marzo mer India Alè Calais 4 20.30 M 20.30 O 16.00 FAM 20.30 N 16.00 P 20:30 20.30 DAN 20.30 20.30 20.30 16.00 FAM 20.30 16.00 tunnel di Fabio Alessandrini e Carlo Tolazzi con Fabio Alessandrini e Damien Hennicker Posto unico 1★ Biglietti Posto unico interi € 15 ridotti € 12,50 mar 16.00 E 20.30 A 20.30 Rumori fuori scena, Amleto, L’uomo 21.00 dal fiore in bocca, Romolo il Grande, Il sentiero dei passi 21.00 pericolosi, Peter Pan febbraio dom ★ slava’s snowshow febbraio gio marzo gio 5 marzo ven India Alè Calais 6 marzo sab 7 marzo dom 8 marzo lun 9 marzo mar 10 21.00 11 21.00 12 21.00 13 21.00 14 21.00 15 17.00 marzo mer marzo gio marzo ven marzo sab marzo dom marzo L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA di Luigi Pirandello regia di Marco Rampoldi con Corrado Tedeschi Posto unico 1★ Biglietti Posto unico interi € 15 ridotti € 12,50 “eventi speciali” Lo spettacolo che ha fatto discutere la Francia in prima italiana a Trieste Niente luce in fondo al Tunnel... Fabio Alessandrini racconta le luci e le ombre, le gioie e i dolori del calcio A volte basta un prato non troppo in discesa, ai due capi un paio di rami lunghi conficcati nel terreno a segnare le porte: e in mezzo uno sciame di ragazzini a rincorrere un pallone… È sicuramente questo il più puro modello di calcio: le squadre si decidono al momento, il più forte degli attaccanti gioca una volta di qua e una di là, le divise non sono quelle griffate e piene di marchi degli sponsor ma le magliette che la mamma ha scelto al mattino e che di sera getterà nella cesta, di certo brontolando per qualche macchia d’erba… E lo spirito è quello limpido del gioco vero, della rivalità sana, del divertimento per chi guarda e per chi s’impegna sul campo. Tutto parte da qui. Il calcio parte da qui. E anche Fabio Alessandrini, autore (assieme a Carlo Tolazzi) e interprete di Tunnel, evoca, di questo popolarissimo sport,le immagini ludiche, poetiche dell’infanzia. Purtroppo però c’è anche il baratro, e non tarda ad annunciarsi. Quando Alessandrini nel 2002 inizia a lavorare al testo, nessuno parla di ciò che le immagini dorate del mondo del calcio nascondono, ma tutti ne sono a conoscenza. Addetti, giornalisti, tifosi, a nessuno conviene parlare: e lo scandalo scoppiato nel 2006 rivela solo una piccola parte di un immenso iceberg, tuttora per la maggior parte sommerso. Attore diplomato alla Scuola del 4 Teatro di Genova, drammaturgo dal 2000 con residenza artistica in Francia assieme alla sua compagnia, Alessandrini ammette: «A spingermi a portare sulla scena un tema così lontano, per me, dal teatro, è stata l’irruzione della Morte, che ha bussato troppo presto alla porta di tanti calciatori, o ex calciatori, ben presenti nei miei ricordi e nelle mie raccolte di figurine di bambino degli anni Sessanta-Settanta. Morivano, stanno morendo, in troppi e tutti delle stesse malattie». «Tunnel gioca con lucido divertimento sul sottile e misterioso filo che sta fra la vita e la morte – continua – esplorando con una buona dose d’ironia e momenti di comicità il rapporto con il corpo, il concetto che abbiamo della salute, l’ossessione del risultato, l’illusione di una libertà basata sulla truffa ad ogni costo» E così lo spettacolo (con il titolo Touche) esordisce sui palcoscenici francesi e diviene un vero caso, si guadagna l’attenzione dei media, degli addetti ai lavori, del pubblico… Del calcio denuncia “il marcio”, ma a detta di tutti, restituisce anche la passione, palpitante e trasparente per quello che deve essere uno sport, non uno show “a tutti i costi”. Accompagnato in scena soltanto da Damien Hennicker – che col suo sax diviene un alter ego dell’attore e dialoga con i suoi pensieri e con i profili dei personaggi evocati – Alessandrini vive davanti agli occhi del pubblico una sorta di partita. Si scalda ai bordi della scena, poi “entra in campo”. Passa dal raccontare l’entusiasmo innocente alla corruzione, e il suo corpo, la sua interpretazione trascolorano dall’energia sincera a una vitalità malata, al rallentamento innaturale della disfatta. «Sì, m’hanno offerto molti soldi per perdere delle partite»… «Eravamo come cavalli da corsa, i nostri armadietti somigliavano a vere e proprie farmacie»… «Ci facevano una puntura negli spogliatoi, era un liquido giallo con striature rosse. L’allenatore ci raccomandava di scaldarci molto lentamente. La prima volta, a Ferrara, appena entrato in campo mi sentivo un gigante, un’energia incredibile. Nel secondo tempo una schiuma verde, densa, è cominciata a colarmi dalla bocca»… Ecco la disfatta: è nelle testimonianze vere dei calciatori professionisti, nei fatti provati su cui Tunnel si basa. E nel disincanto che risuona nelle battute di uno spettacolo profondo, intelligente, che ci invita a una necessaria presa di coscienza collettiva. La disfatta, infine è soprattutto nello spirito sportivo che muore, così come il corpo degli atleti: un tempo macchine miracolose ma umane, con un’anima, e come tali inno alla vita e alla gioia di mettersi alla prova con lealtà. di Ilaria Lucari “Tunnel” di Fabio Alessandrini e Carlo Tolazzi con Fabio Alessandrini, Damien Hennicker al sax baritono e tenore Sala Bartoli dal 19 al 22 febbraio 2009 durata 1h e 20’ senza intervallo 5 “altri percorsi” Natalino Balasso e Laura Curino raccontano delle incredibili “storie d’acqua” Racconti di Viaggiatori di pianura Gabriele Vacis lega l’alluvione del Po all’uragano Katrina e allo tsunami del 2004 «L’acqua del mondo si sposta da una parte all’altra, s’innamora della luna sballottando i nostri destini. Il mare è uno solo e ha i fiumi per chioma, e noi, come al solito, cerchiamo nelle cose un ordine che ci faccia aggrappare alla salvezza» Natalino Balasso introduce con queste parole Viaggiatori di pianura il suo lavoro più recente di cui è autore – assieme al regista Gabriele Vacis – e interprete assieme a un cast di primo livello. Chi conosce il notevole e singolare talento di questo attore e l’incisiva e interessante personalità di Vacis (fondatore del Teatro Settimo, culla negli anni Ottanta della nuova tendenza del teatro di affabulazione e delle sperimentazioni di artisti eccellenti quali Marco Paolini, Laura Curino, Eugenio Allegri), già immagina di doversi aspettare uno spettacolo particolare. Viaggiatori di pianura lo è senza dubbio, fin dal tema scelto: l’acqua. Non si tratta però di acqua ristoratrice, trasparente e generatrice di vita: tutt’altro. Agli autori è interessata l’acqua che distrugge, che sfugge al controllo dell’uomo e allaga, spiana, inonda… Lo spettacolo si ambienta su un treno ad alta velocità che attraversa la pianura: quattro viaggiatori fanno conoscenza e, chiacchierando, scoprono di avere qualcosa in comune. Ognuno di loro, in tempi e luoghi diversi è scampato alla 6 furia dell’acqua: i loro racconti si sviluppano e ingigantiscono come quelli dei pescatori, ciascuno vorrebbe aver avuto l’avventura più spaventosa, corso il pericolo maggiore. C’è Regina, una signora matura, cui Laura Curino dona la cadenza lenta di chi è nato nella pianura padana: si è sposata il 18 novembre 1951, proprio il giorno in cui il Po ha rotto gli indugi e gli argini allagando ogni cosa, e il suo cuore ancora è abitato dallo stupore e dallo shock di aver visto persone e cose inghiottite per sempre dai flutti. Accanto a lei siede Ce-dric Lafontaine, veneto di terza generazione e scatenato chitarrista in un complesso blues di New Orleans: un simile personaggio non poteva che avere la verve e lo spirito di Natalino Balasso. A lui è toccato l’incontro violento con l’uragano Katrina che ha interrotto un suo concerto: a salvarlo sono le impensate doti di galleggiamento del contrabbasso, a cui si aggrappa assieme al collega strumentista. Il giovane Christian Burruano interpreta invece l’animatore di un villaggio turistico a Pi Pi Iland, nell’Oceano Indiano: altro matrimonio infausto, il suo, celebrato il giorno di Natale 2004, la vigilia dello spaventoso tsunami che ha sconvolto quella parte del mondo… Assieme a questi tre “sopravvissuti” viaggia un quarto personaggio, che ha il volto di Lyiu Jin, ed è destinato a scompigliare i fili della trama e a restare – fino all’ultimo – nel mistero. «Sono convinto – spiega Vacis – che le guerre del ventunesimo secolo saranno combattute per l’acqua. A noi sembra inesauribile, ma non è vero (…) L’acqua è l’elemento più importante, il nostro stesso corpo è composto per lo più di acqua: parlarne è come affrontare l’elemento primordiale da cui tutto ha origine». La metafora dell’acqua ha dunque molto rilievo nello spettacolo, anche se passa attraverso storie piccole, che poi si compongono sorprendentemente in un unico e più vasto quadro. È una linea tipica del teatro di narrazione di Vacis, che non rinuncia mai a un impegno, a una riflessione… «Altri miei spettacoli sono stati più espliciti da questo punto di vista – ha commentato il regista – ma certamente anche Viaggiatori di pianura si può annoverare in questo filone, anche perché il teatro civile che faccio io racconta delle storie, non dà mai giudizi. Con Viaggiatori di pianura poi, stiamo recuperando una dimensione che mi era cara all’inizio, una sorta di coniugazione fra parola e immagine. Il teatro evoca più che mostrare: ecco che qui diventano importanti anche le scenofonie, perché stiamo sperimentando una narrazione fatta di richiami, ambienti, atmosfere, sensazioni». (i.lu.) “Viaggiatori di pianura” di Gabriele Vacis e Natalino Balasso regia di Gabriele Vacis con Laura Curino, Natalino Balasso, Christian Burruano, Liyu Jin Politeama Rossetti dal 23 al 24 febbraio 2009 durata 1h e 30’ senza intervallo 7 “prosa” Il Teatro Stabile di Catania riprende il grande spettacolo che debuttò nel 1978 Pipino il Breve, in scena il Medioevo Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina nella commedia di Tony Cucchiara Era il 1978 quando Pipino il Breve riceveva il primo applauso entusiasta, dal pubblico del Teatro Stabile di Catania: nasceva in quel momento un’avventura lunga oltre trent’anni, uno spettacolo che ha rappresentato un evento nel panorama del teatro italiano. Scritta da Tony Cucchiara e diretta da Giuseppe di Martino, questa suggestiva e singolare commedia con musiche continuò infatti a essere ripresa in tournée per tutti gli anni Ottanta, replicando con esiti trionfali non solo in Italia, ma anche in Russia, ex Jugoslavia, Romania, Belgio, Olanda, Austria, Svizzera, Germania e addirittura a Broadway, in Sudamerica, in Australia… Non è un caso, dunque, che oggi – a celebrazione del suo cinquantenario – lo Stabile etneo abbia scelto di riallestire proprio Pipino il Breve e di riproporlo sui palcoscenici nazionali: la sorpresa è che lo spettacolo – anche trent’anni dopo – viene accolto con lo stesso calore, sia dal pubblico, sia (come dimostra l’attenzione che recentemente gli ha dedicato ad esempio il Corriere della Sera) dalla critica più accreditata. Quale sarà il segreto di questo successo? Sicuramente l’originalità di un testo ricavato dai volumi di Giusto Lo Dico, studioso dell’Opera dei Pupi siciliani. Poi il gusto elegante che Tony Cucchiara ha dimostrato nel coniugare musica e parole: le canzoni sono di una bellezza 8 unica, sia per il ritmo poetico che per la ricerca sofisticata del linguaggio, tanto che l’artista agrigentino è stato da molti considerato tra i maggiori “risuscitatori” della poesia siciliana. Accanto a ciò vanno annoverate le suggestioni di una regia davvero ispirata (di Di Martino, ripresa da Giuseppe Dipasquale), la maestosità di un impianto scenografico di grande impatto e di costumi ricchi, oltre all’energia delle coreografie di Guido Guidi ricostruite da Donatella Capraro. «Solo i grandi successi riescono a reiterare sé stessi se rimangono a sé stessi fedeli» scrive nelle sue note Dipasquale, che ha voluto ricostruire Pipino il Breve con rispetto filologico dell’edizione originale. «Pipino di ieri, dunque, è il Pipino di oggi – continua – e questa ribadita simiglianza con sé stesso ne fa uno spettacolo sempre nuovo.Alcuni degli interpreti sono quelli di allora, Musumeci, Pattavina, la Malvica, ed Enza Lauricella, con Leonardo Marino oggi nel ruolo che fu di Cucchiara. Gli altri sono della generazione più vicina a noi. (…) Bisogna riconoscere che una commedia musicale come Pipino, con una forte idea teatrale sotto, che recuperasse tradizione, antropologia, linguaggi mutuati da un genere come quello dell’Opera dei Pupi, fino ad allora non era stata mai tentata». E il tentativo, per quanto rischio- so, di portare l’Opera dei Pupi su un palcoscenico di attori veri, per quanto rischioso, ha premiato con decisione. Il plot di questo brillante Pipino il Breve fa un passo indietro rispetto le storie raccontate dal Teatro dei Pupi, che rievocano la chanson de geste, l’epopea dei Paladini di Francia, di Orlando, Rinaldo e della bella Angelica. Cucchiara fa invece un passo indietro e racconta l’avventuroso preludio alle nozze fra Pipino il Breve e Berta la Piedona, genitori di Carlo Magno. La storia si ambienta nel Medioevo, in Francia, dove il re Pipino il Breve, ormai molto maturo e senza figli, decide di sposare Berta, figlia del re d’Ungheria. La nobile si mette in viaggio per la Francia, dove saranno celebrate le nozze, però, la malvagia figlia del conte Belisario, Falista, che le assomiglia moltissimo, ordina al suo scudiero di uccidere la promessa sposa per sostituirsi a lei. Dopo sette anni, non avendo mai avute notizie della figlia, i sovrani d’Ungheria si recano in visita a Pipino e scoprono l’inganno. Che fine avrà fatto Berta? Sarà davvero morta? A sciogliere il mistero è un mercante che porta a Corte un tappeto: vi è intessuta la storia di Berta e anche l’indicazione di dove è nascosta. La stessa sposa ha compiuto quel lavoro, che ne decreta la salvezza e il coronamento delle desiderate nozze. di Ilaria Lucari personaggi interpreti Pipino il Breve, re di Francia Tuccio Musumeci Filippo, re d’Ungheria Pippo Pattavina Belisenda, regina d’Ungheria Anna Malvica Berta la Piedona Ilaria Spada Marante, scudiero di Falista Mirko Petrini Il cantastorie Leonardo Marino La lamentatrice Enza Lauricella Bernardo di Chiaramonte Franco Mirabella Aquilone di Baviera Cosimo Coltraro Morando di Ribera Giampaolo Romania Falista Laura Geraci Belisario di Magonza/ Lamberto Sergio Seminara Cortigiani e popolani Ester Anzalone Chiara Cimmino Iridiana Petrone Emilio Torrisi Alberto Bonavia Giovanni Tuzza Musici Edoardo Cicala Filippo Lo Brutto Giovanni Lo Brutto Pippo Russo “Pipino il Breve” commedie con musiche di Tony Cucchiara regia di Giuseppe Di Martino ripresa da Giuseppe Dipasquale con Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Anna Malvica, Ilaria Spada, Mirko Petrini Politeama Rossetti dal 25 febbraio al 1° marzo 2009 durata 2h e 30’ con intervallo 9 “eventi speciali” Ritornano alla Sala Bartoli l’energia e l’entusiasmo dei ragazzi della BSMT A New Brain, il musical è in ospedale William Finn si è ispirato a un episodio realmente accaduto nella sua vita Prosegue per il terzo anno la collaborazione fra il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e la Bernstein School of Musical di Bologna che, a partire dalla stagione 2006-2007, ha proposto alla Sala Bartoli delle accurate edizioni di musical mai presentati prima in Italia. Per lo Stabile regionale, che inserisce nei suoi cartelloni alcune delle migliori produzioni di musical italiani e internazionali, è fondamentale poter offrire al pubblico – sempre più appassionato a questo genere – un panorama il più completo possibile degli sviluppi e delle ultime evoluzioni nel mondo del musical: il progetto con la Bernstein School contribuisce proprio in questo senso. Permette infatti di abbinare interessanti novità ai grandi e popolari musical del “cartellone ufficiale” e comunque di aprire la programmazione ad alcuni dei tanti titoli del repertorio che per diversi motivi non riescono ancora a essere esplorati sui nostri palcoscenici. Dopo i successi ottenuti con Ragtime, Assassins e Into The woods nel 2007 e con il noir Sweeney Todd lo scorso anno, ritornano dunque a Trieste – questa volta impegnati in A New Brain di William Finn – i migliori allievi della Bernstein School of Musical diretti da Shawna Farrell. Formeranno un cast di tutto rispetto, se teniamo conto del fatto che questa scuola sta 10 sfornando i più interessanti talenti italiani nel campo del musical, volti che magari vediamo esordire sul palcoscenico della Sala Bartoli per ritrovarli poi “arruolati” dalla Compagnia della Rancia o dalle molte altre produzioni che a livello nazionale si stanno votando a questo genere di spettacolo. A New Brain ha debuttato a Broadway nel 1999 ed è il maggior successo di William Finn, autore contemporaneo e noto anche per la fortunata trilogia in musical Falsettos. La storia narrata nel musical ripercorre un momento difficile, accaduto allo stesso Finn: il protagonista è Gordon, un compositore americano omosessuale, che in attesa del successo sbarca il lunario componendo canzoncine per uno spettacolo televisivo per bambini, il cui protagonista è Mr Bungee un attore vestito da ranocchio. Improvvisamente, durante un pranzo di lavoro, Gordon si sente male e viene ricoverato. Gli viene diagnosticato un tumore al cervello: unica possibilità di salvezza è un intervento chirurgico. Mentre attende, confortato dalla madre Rodha e dal compagno Roger, Gordon fa un bilancio della sua vita. La sua situazione però si complica, cade in coma e una serie di sogni-incubi gli aprono la mente su molte questioni irrisolte della sua vita. Per fortuna l’operazione ha successo e Gordon si salva arricchito della consapevolezza di essere un uomo cambiato, come se avesse un “nuovo cervello” con cui affrontare meglio la realtà. Le tematiche affrontate sono dunque molto attuali, vere, spesso drammatiche, ma Finn ha la capacità di trattarle con humour, ottimismo e tenerezza. Vero punto di forza dello spettacolo sono poi le musiche: sorprendenti per modernità, ricchezza e ritmo, e per l’eccellente armonia con la parte recitata. Spicca subito la trascinante e corale Heart and Music e colpiscono poi la dolce e melodica Salinge, lo spiritoso insieme vocale Sitting Beclamed in The Life of Cuttyhunk. C’è un’ottima distribuzione delle parti musicali, tale da offrire a ogni elemento del cast il giusto spazio e prove interessanti: fra queste sono da menzionare almeno Change, interpretata dalla barbona (personaggio chiave per la svolta finale della storia tra Gordon e Roger), Throw it Out e The Music Still Plays On, i due assoli della madre, Whenever I Dream, brano pazzo e sincopato cantato dalla giovane agente di Gordon e l’incalzante Eating Myself Up Alive, affidato ad un infermiere di colore in conflitto con le diete. Più che alla messinscena, che a Broadway non riuscì ad ottenere il successo che avrebbe meritato, il musical deve la popolarità alla successiva uscita dell’album interpretato dall’ottimo cast originale. (i.lu.) “A New brain” di William Finn versione italiana di Alessandro Brachetti regia e direzione musicale di Shawna Farrell con Nicola Anfuso, Michael Anzalone, Elisa Colummi, Davide Dalseno, Cristina D’Amore, Simone Mastria, Tania Occhionero, Daniele Palumbo, Stefania Paternò, Micaela Perardi, Martina Pezzoli, Giovanni Piscopo, Gianluca Sticotti, Marco Trespioli Maria Galantino al pianoforte Filippo Mignatti alla batteria Sala Bartoli dal 27 al 28 febbraio 2009 durata 2h con intervallo 11 “musical” Grande attesa per la rentrée di uno degli spettacoli più applauditi al mondo La neve di Slava ritorna al Rossetti Nello show innumerevoli richiami, da Engibarov, a Marcel Marceau, a Charlie Chaplin L’ultimo fiocco di neve della bufera che chiude lo Slava’s Snowshow non aveva quasi fatto in tempo a cadere sul palcoscenico – nel 2007, quando per la prima volta lo Stabile regionale aveva ospitato lo spettacolo più amato del celebre clown russo – che già il pubblico, entusiasta come di raro accade di vedere, chiedeva informazioni su nuove repliche… È stato davvero un evento eccezionale lo Slava’s Snowshow, uno di quegli spettacoli – rarissimi – che hanno la capacità di coinvolgere e ammaliare tutti, dal bimbo che arriva a teatro per la prima volta al più disincantato professionista, che si ritrova quasi per magia privo d’inibizioni, a subire allegramente gli scherzi dei pagliacci o a giocare con loro a pallone… Per questo e per mille altri motivi, Slava’s Snowshow è un’esperienza da vivere: quasi impossibile spiegare veramente cos’è… Forse una sola parola si avvicina a quello che regala al pubblico: “incanto”. Incanto e poesia, gioco, divertimento, emozioni… lo spettacolo è un irresistibile, ironico, spesso melanconico viaggio nella tradizione della clownerie, un caleidoscopio di personaggi e situazioni che culminano nella spettacolare tormenta di neve che si abbatte sugli spettatori: un coup de theatre di rara bellezza ed efficacia, che ha lasciato senza parole il pubblico di tutto il mondo. 12 Creato da Slava Polunin, lo Snowshow è in scena da quasi vent’anni nei principali teatri di tutto il mondo, dal 2004 è attrazione fissa off-Broadway, e dal 1994 alcuni dei numeri sono stati inglobati dal Cirque du Soleil nello spettacolo Alegria. Il clown russo ha ottenuto riconoscimenti e premi di ogni genere, come l’Olivier e il Time Out Award a Londra, il Drama Desk Award a New York, lo Stanislavskij a Mosca e il Festival Critics Award a Edimburgo. Il Times di Londra ha definito lo spettacolo “un classico imperdibile, di rara bellezza teatrale” e l’attore Simon Callow ha scritto sul Sunday Express di Londra che lo Snowshow “è la cosa più bella che abbia visto a teatro in tutta la mia vita”. Il teatro di Slava – come dice lui stesso – «è un rituale magico e festoso costruito sulla base delle immagini e dei movimenti, sui giochi e sulla fantasia; è un teatro che nasce inesorabilmente dai sogni e dalle fiabe; è ricco di speranze, di desideri e di nostalgie, di mancanze e disillusioni. È un teatro in continuo mutamento che si nutre dell’improvvisazione spontanea nel rispetto scrupoloso della tradizione; è un teatro che si colloca nel filone della sintesi multi-sfaccettata contemporanea, al confine tra vita e arte e crea un’unione epica intimistica tra tragedia e commedia, assurdità e spontaneità, crudeltà e tenerezza. È un teatro – infine – che sfugge a qualsiasi definizione, all’interpretazione unica della sue azioni e da qualsiasi tentativo di limitazione della sua libertà». Slava e la sua Compagnia – fondata nel 1979 – danno una nuova valenza al ruolo del clown. La sua eccentrica pantomima, che lui definiva con ironia “idiozia espressiva” (“Expressive Idiotism”) gli è valsa una grande popolarità. Asisyai, il suo clown più famoso è una figura commovente e ironica, vestito di una tuta gialla da lavoro e con un paio di pantofole rosse soffici. Questo personaggio meditabondo, gentile è nato prendendo spunto dalla tristezza poetica dei clown di Leonid Engibarov, dalla raffinata filosofia della pantomima di Marcel Marceau, dall’umanità e dalla comica amarezza dei grandi film di Chaplin. Slava li considera come i suoi maestri. All’inizio Asisyai era multi-sfaccettato; poteva essere gentile e spontaneo, ma ironico il minuto dopo, superbo nella sue convinzioni con il suo invincibile “Zya!”. Ne scaturì l’idea che ogni aspetto del personaggio poteva diventare un personaggio a sé stante. Così è nata l’idea di un teatro di clown, ognuno diverso dall’altro ma riconoscibile e familiare. E clown poetici, divertenti e scherzosi sono i protagonisti dello Slava’s Snowshow che raccoglie le gag e gli sketch più famosi di questo geniale artista. di Ilaria Lucari “Slava’s Snowshow” creazione e messa in scena di SLAVA regia di Viktor Kramer con Scott Derek, Artem Zhimolokhov, Jef Johnson,Vanya Polunin,Yury Musatov, Tatiana Karamysheva, Francesco Bifano foto Veronique Vial Politeama Rossetti dal 4 all’8 marzo 2009 durata 2 h con intervallo 13 news diretto da Antonio Calenda Un altro grande evento arricchisce il cartellone del Politeama Rossetti Gigi Proietti ritorna a Trieste “Di nuovo buonasera”, quattro repliche dal 7 al 10 maggio 2009 Conclusione di stagione brillante per lo Stabile regionale, che a un già ricco cartellone aggiunge un appuntamento che è una vera “punta di diamante”: uno show di Gigi Proietti. Di nuovo buonasera, il suo lavoro più recente, sarà al Politeama Rossetti dal 7 al 10 maggio, in tour prima di rientrare a Roma, dove è già stato applaudito da oltre 170.000 spettatori, aggiudicandosi il Biglietto d’Oro. Chi conosce Proietti, non può stupirsi di tanto entusiasmo: è la naturale risposta delle platee al suo talento, che anche in questo show esprime a 360 gradi, proponendosi quale attore, comico, cantante, accompagnato in scena da un’eccellente orchestra diretta dal Maestro Mario Vicari, da un gruppo di attori fra cui le figlie Susanna e Carlotta, e da un notevole corpo di ballo (le coreografie sono di Fabrizio Angelini). Un appuntamento da non perdere per il pubblico della regione, da dove Proietti manca dal 2002, quando, per lo Stabile, inaugurò con un recital le stagione estiva del Teatro Romano. Anche grazie all’amicizia che lo lega al direttore dello Stabile regionale Antonio Calenda, con cui ha condiviso l’inizio della carriera al Teatro Centouno di Roma e i Da oltre un secolo il giornale della tua città cronaca, notizie, sport, approfondimenti 14 primi successi, Proietti ha sempre avuto un particolare rapporto con Trieste, dove è stato spesso: allo Stabile ha proposto infatti nel 1996 A me gli occhi please, nel 1999 – nel Teatro Tenda di Piazza Unità – Prove per un recital e nel 2001 è stato fra i protagonisti della festa per l’inaugurazione del restaurato Politeama Rossetti. Sarà molto apprezzato questo ritorno con Di nuovo buonasera, in cui fa omaggio al genere del Varietà e alterna canzoni romane a grandi successi internazionali, liriche d’amore e sketch esilaranti, nuovi e vecchi personaggi... Una serata, dunque, in perfetto “stile Proietti”: con un attore che dispone soprattutto dei propri mezzi espressivi, si serve della propria memoria e della propria tecnica, costruisce una drammaturgia scenica mescolando frammenti di testo anche incompatibili, lasciandosi sorprendere ogni volta dalle infinite possibilità del palcoscenico. I biglietti saranno in vendita a partire da giovedì 26 febbraio. www.ilpiccolo.it un assaggio della prossima stagione “Bothanica”, trionfo per i Momix Enorme successo per il nuovo spettacolo di Moses Pendleton a Bologna È stato un vero trionfo, il 10 febbraio scorso, il debutto assoluto di Bothanica, il nuovo spettacolo dei Momix, che dal 10 al 15 marzo sarà in scena allo Stabile regionale, ultimo appuntamento del cartellone Danza & dintorni. I Momix hanno scelto una città italiana, Bologna, per presentare in prima mondiale l’ultima creazione del loro geniale coreografo, Moses Pendleton, e a guardare alle prime reazioni della stampa e del pubblico, Bothanica si annuncia come uno spettacolo di assoluta eccellenza nella parabola artistica già molto premiata e ammirata di questo gruppo. I Momix vi costruiscono un tributo al mondo vegetale, ricreando nel loro fantasioso linguaggio corporeo l’incanto delle forme naturali, la colorata poesia dei fiori e gli intrecci misteriosi e sensuali della vegetazione incontaminata. Inferno di Castelluci a Lubiana Lo Cankarjev Dom di Lubiana ospiterà lo spettacolo il 2 e il 3 marzo Ha debuttato da pochi mesi Inferno, l’ultimo lavoro di Romeo Castelluci e della Societas Raffaello Sanzio, una delle più significative compagnie di teatro di ricerca italiane. Il pubblico avrà un’occasione interessante di applaudire lo spettacolo in una cornice insolita: quella del più grande teatro di Lubiana, lo Cankarjev dom. La Societas Raffaello Sanzio, riconosciuta a livello internazionale, sarà in scena nella capitale slovena il 2 e 3 marzo. Ispirato all’opera dantesca Inferno è uno spettacolo di grande impatto, poetico e pervaso – questa la chiave di Castellucci – di nostalgia per la vita. Vi partecipa un cast notevole arricchito da molti figuranti nei panni dei dannati: il coinvolgimento è tale che la platea intera si sente smarrita nella “selva oscura” del dolore, del mistero e della punizione. Rinvio per Enrico IV Si recuperano a maggio le recite sospese Periodico del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia redazione Viale XX Settembre, 45 34126 Trieste tel. 040-3593511 fax 040-3593555 www.ilrossetti.it [email protected] Anno XVI - numero 166 18 febbraio 2009 Aut. Tribunale di Trieste n° 846 del 30.7.1992 stampa Stella Arti Grafiche,Trieste direttore responsabile Stefano Curti redazione Ilaria Lucari, Ivis Lasagna È stato necessario sospendere le repliche dell’Enrico IV di Pirandello in programma allo Stabile regionale dal 18 al 22 febbraio nell’ambito del cartellone Prosa. Ugo Pagliai – che nello spettacolo sostiene il ruolo del titolo, al fianco di Paola Gassman – è rimasto infatti in stato di ricovero per alcuni accertamenti sanitari, dopo il malore che lo ha colpito il 14 febbraio scorso. Repliche dell’Enrico IV, che stava effettuando un fitto tour nazionale, sono state annullate in diverse piazze oltre che a Trieste (Schio, Rovigo, Rovereto…). La Fondazione Atlantide - Teatro Stabile di Verona che produce lo spettacolo, sta valutando la possibilità di riprogrammare le recite perdute, entro la stagione teatrale 2008-2009. Con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è stato già raggiunto un accordo e l’Enrico IV sarà proposto al Politeama Rossetti da mercoledì 27 a domenica 31 maggio. Naturalmente rimangono validi i tagliandi d’abbonamento, come tutte le prenotazioni già effettuate, a meno che non vengano richieste variazioni alle biglietterie dello Stabile. 15 la cultura, Ci sono infiniti buoni motivi per incoraggiare e sostenere la cultura in tutte le sue migliori espressioni. La Fondazione lo crede da sempre. quasi un processo di “geminazione” Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto. Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più. La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”. Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate, che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo. Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione). Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio. Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare. Che potremo condividere e scambiare con altri. La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche matrice di autentica felicità individuale. il colore del benessere sociale