UNA VERIFICA NUMERICA DELLE IMPEDENZE LONGITUDINALI DI ACCOPPIAMENTO NEGLI ACCELERATORI DI PARTICELLE D. Assante, L. Verolino Dipartimento di Ingegneria Elettrica Università Federico II di Napoli Via Claudio, 21 I-80125 Napoli In questa memoria è proposta una verifica numerica delle impedenze longitudinali negli acceleratori di particelle. L’impedenza di accoppiamento è una parametro globale che riveste un ruolo fondamentale nella progettazione degli acceleratori, in quanto descrive l’interazione il fascio di particelle e la struttura circostante. La componente più significativa di tale impedenza è quella longitudinale, così definita [1, 2]: +∞ 1 Z|| (k ) = − ∫ E z ( r = 0, z) e jk z β dz q −∞ essendo Ez(r = 0,z) la componente longitudinale del campo diffuso dalla struttura, k il numero d’onda, β = v/c. La parte reale dell’impedenza longitudinale è legata alle perdite che si hanno durante il moto del fascio e consente di predire la stabilità del fascio stesso. In letteratura esistono diverse tecniche semi-analitiche per determinare tale parametro. Il mode-matching è stato largamente utilizzato per geometrie chiuse, mentre le formulazioni integrali sono generalmente preferite per geometrie aperte [3]. Inoltre in passato sono stati sviluppati vari software numerici dedicati, tipo ABCI e TBCI. Tali software comunque imponevano dei vincoli abbastanza restrittivi alle simulazioni realizzabili, ad esempio funzionando solo per β = 1. In questa memoria si vuole proporre l’uso del software commerciale COMSOL per la simulazione di acceleratori di particelle. Trattasi di un software numerico agli elementi finiti, realizzato per la soluzione di generiche equazioni differenziali alle derivate parziali: non è quindi un software dedicato. Proprio questo aspetto, che potrebbe apparire una debolezza, consente di effettuare simulazioni di varia natura. Il codice COMSOL consente infatti di definire delle variabili generiche, sfruttando il simbolismo di Matlab, e di utilizzarle per la soluzione dei problemi. In tal modo è possibile definire una funzione pari al campo di una particella viaggiante nel vuoto, imponendo poi come condizione al contorno sulle pareti metalliche che la componente tangente del campo elettrico sia uguale ed opposta alla funzione suddetta. Tale operazione consente di non dover discretizzare la particella nella geometria, rendendo più semplice il calcolo della soluzione. Inoltre, come risultato si ottiene direttamente il campo elettrico diffuso dalla struttura e non quello totale, così che il calcolo dell’impedenza longitudinale risulta più rapido. Un’altra operazione che può essere effettuata per migliorare la convergenza della soluzione consiste nel tener conto che tutti i campi hanno una dipendenza del tipo e jk z β a fattor comune. COMSOL, essendo un generico solutore di equazioni differenziali, consente di modificare le equazioni del modello. Per questo, fattorizzando il termine e jk z β e modificando opportunamente tutte le equazioni del modello, è possibile eliminare dalla soluzione questo contributo. Ciò è utile al crescere della frequenza, in quanto si elimina una variazione spaziale del campo che di fatto condiziona fortemente la finezza della mesh. Con tale operazione è possibile utilizzare mesh infittite solo in prossimità delle discontinuità, con evidenti vantaggi per il costo computazionale. In figura 2 è presa in considerazione una geometria classica presente negli acceleratori di particelle: lo “step-out”. Trattasi di un brusco aumento del raggio della camera a vuoto metallica che contiene il fascio. Il brusco spostamento radiale delle cariche immagine che si inducono sulla struttura esterna produce un effetto sul fascio che è tenuto in considerazione dall’impedenza di accoppiamento. In figura 3 si mostra la parte reale dell’impedenza longitudinale normalizzata, relativamente a tale struttura, calcolata sia con una tecnica di mode-matching che con il solutore numerico COMSOL. Per la simulazione si è scelto il raggio minore della struttura pari a 34 mm, il raggio maggiore pari a 68 mm, β = 0.1. 1000 Mode-matching COMSOL Real(Z||) 800 600 400 200 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 ka Figura 1: lo “step- out”, una classica discontinuità in un acceleratore di particelle. Figura 2: impedenza longitudinale normalizzata di uno step-out. Come è evidente dai risultati mostrati, il codice numerico COMSOL consente di calcolare accuratamente l’impedenza longitudinale di strutture presenti in acceleratori di particelle. Al crescere della velocità della particella e/o della frequenza si manifestano tuttavia delle instabilità numeriche che compromettono la qualità del risultato. Si ritiene che ciò sia dovuto essenzialmente alla costruzione delle mesh ed alle condizioni al contorno alle terminazioni della struttura. Attualmente sono allo studio delle tecniche per superare questi problemi ed estendere il range di frequenze e di velocità in cui il codice fornisce risultati affidabili. Bibliografia [1] L. Palumbo, V. G. Vaccaro, and M. Zobov, Wake felds and impedance, Laboratori Nazionali di Frascati, Report No. LNF-94/041, 1994. [2] S. A. Heifets and S. A. Kheifets, Rev. Mod. Phys., 63(3), 631 (1991). [3] D. Assante, D. Davino, S. Falco, F. Schettino, L. Verolino, “Coupling Impedance of a Charge Traveling in a Drift Tube”, IEEE Trans. on Mag., Vol. 41, No. 5, Maggio 2005.