Giovedì 13 novembre 2008
SCHEGGE DI ALBUM
di e con Marco Paolini
musiche di Lorenzo Monguzzi
JOLEFILM
Biografia
Attore, autore e regista. Nato a Belluno nel 1956.
Dagli anni Settanta al 1994 Marco Paolini ha fatto parte di diversi gruppi teatrali:
Teatro degli Stracci, Studio 900 di Treviso, Tag Teatro di Mestre e Laboratorio Teatro
Settimo. Con il Laboratorio Teatro Settimo ha composto "Adriatico" (1987) e ha
preso parte a "Riso amaro" (1988), "Libera nos" (1989), "La storia di Romeo e
Giulietta" (1991), "La trilogia della villeggiatura" (1993). Nel 1984 ha lavorato per
un breve periodo negli USA realizzando una creazione originale dal titolo "Two little
orphans". Con "Adriatico" inizia la serie degli "Album" che prosegue con "Tiri in
porta" (1990), "Liberi tutti" (1992), "Aprile '74 e 5" (1995), "Stazioni di transito"
(1999).
Dal 1990 ai primi mesi del 2000 collabora con la cooperativa Moby Dick - Teatri
della Riviera con la quale produce "Il racconto del Vajont 1956/ 9 ottobre 1963"
(1993) che ha ricevuto il ‘Premio Speciale Ubu’ 1995 per il Teatro Politico, ‘Premio
Idi’ 1996 per la migliore novità italiana e che è stato trasmesso in diretta televisiva su
Rai 2 il 9 ottobre 1997. Per questo spettacolo ha ricevuto l'Oscar della televisione
come miglior programma del 1997.
Seguono inoltre le produzioni "Appunti foresti" (1996), "Il milione quaderno
veneziano di Marco Paolini" (1997), la ricerca sui "BESTIARI" che finora ha portato
alla creazione di "Bestiario Veneto in riviera" (1998), "Bestiario Veneto parole mate”
(1998), "Bestiario Veneto l'orto" (1998) e "Bestiario Italiano i cani del gas" (1999).
Nel febbraio del 1997 ha realizzato venti racconti radiofonici brevi per la RAI,
chiamati "Storie alla radio", andati in onda nella trasmissione Radiomania.
Nel 1999 fonda JOLE (nel 2002 la società cambia nome e diventa JOLEFILM), la
casa di produzione che cura i suoi progetti teatrali, cinematografici ed editoriali.
Ha successivamente prodotto "Stazioni di transito" (1999), "I-TIGI Canto per Ustica"
(2000) e il riallestimento dello stesso con il titolo "I-TIGI Racconto per Ustica”
(2001).
Nel 2002 ha riallestito, con una diversa veste, gli spettacoli, "APRILE ’74 E 5 tra un
campo di rugby e la piazza", "STAZIONI DI TRANSITO album di storie",
"APPUNTI FORESTI dal Milione quaderno veneziano" e ha prodotto
"PARLAMENTO CHIMICO storie di plastica".
Per il suo lavoro sulla memoria ha ricevuto il 'Premio Archivio Diaristico Italiano'
2005.
Nel 2003 ha prodotto gli spettacoli "U." (con i musicisti Giorgio Gaslini e Uri Caine e
l’artista Arnaldo Pomodoro), "Binario Illegale" (con i musicisti Mario Brunello e
Gianmaria Testa), "SONG N. 32 concerto variabile" (con i Mercanti di liquore) e
"Racconti d’estate".
Ha inoltre scritto ed eseguito per l’ODAI Orchestra d’Archi Italiana, fondata e
diretta dal M.to Mario Brunello, "La donna dell’altro secolo" che accompagna
l’esecuzione in sestetto del "Verklärte Nacht" di A. Schoenberg.
Nel 2003 ha realizzato con Andrea Purgatori e Francesco Niccolini e con la regia di
Davide Ferrario i racconti per la trasmissione televisiva Report intitolati "Bhopal 2
dic. ‘84", "Trecentosessanta lire", "Ferrari primavera", "Cipolle e libertà", "U 238",
"Binario illegale". Per questi racconti ed in particolare per la capacità di unire
inchiesta giornalistica a talento artistico narrativo gli è stato conferito il 'Premiolino
in Terrazza' 2003.
Le sue ultime produzioni teatrali sono un omaggio a Mario Rigoni Stern, "Il
Sergente" (2004), che è stato anche trasmesso in diretta televisiva su LA7 nell’ottobre
2007, e “Miserabili. Io e Margaret Thatcher” (2006).
Per il cinema ha partecipato a "Manila paloma blanca" di Daniele Segre (1992),
"Caro diario" di Nanni Moretti (1993), "Il toro" di Carlo Mazzacurati (1995), "I
piccoli maestri" di Daniele Lucchetti (1998), "La lingua del santo" di Carlo
Mazzacurati (2000), "Vivere" di Franco Bernini (2001), "A cavallo della tigre" di
Carlo Mazzacurati (2002), “Sangue pazzo” di Marco Tullio Giordana (2008).
È interprete e coautore con Carlo Mazzacurati del film "Ritratti" (1999).
Ha scritto insieme a Gabriele Vacis "Il racconto del Vajont" (Garzanti, Milano 1997),
insieme a Oliviero Ponte Di Pino "Il quaderno del Vajont" (Einaudi, Torino 1999),
"Bestiario Veneto parole mate" (Biblioteca dell’Immagine, Pordenone 1999), "L’anno
passato" (Biblioteca dell’Immagine, Pordenone 2000), "I cani del gas" (Einaudi,
Torino 2000), ed insieme a Daniele Del Giudice "Quaderno dei tigi" (Einaudi, Torino
2001), “Quaderno del Sergente” (Einaudi, Torino 2008).
Ha inciso lo spettacolo "Il Milione quaderno veneziano di Marco Paolini"
(CPI/Poligram, collana “I Taccuini”1998), una selezione di poesie di Ernesto
Calzavara (Ombre sui veri, Garzanti 2001), "Marcovaldo ovvero le stagioni in citta’"
di Italo Calvino con le musiche dei Tanit (Edizioni Full Color Sound 2003) e con i
Mercanti di liquore i CD musicali "Sputi" (Dischi Mezzanima, V2 2004) e
“Miserabili” (Bagana Records/Universal, 2008) che raccolgono i brani
rispettivamente degli spettacoli "Song n. 32" e “Miserabili. Io e Margaret Thatcher”.
Ha realizzato: il video/film "Questo radichio non si toca" di cui è coautore con
Giuseppe Baresi (prod. Jole, 1998-99; ed. Einaudi, 2003); il video dell'omonimo
spettacolo "Bestiario Veneto parole mate" (prod. Jole, 1999; ed. Biblioteca
dell’Immagine), il video della diretta televisiva de "Il racconto del Vajont - 9 ottobre
'63" (prod. Moby Dick - Teatri della Riviera e RAI 2; ed. Einaudi 1999); il video
dell'omonimo spettacolo "Bestiari Italiano i cani del gas" (prod. Jole, 2000; ed.
Einaudi 2000); il video dell’omonimo spettacolo "I-TIGI Canto per Ustica" (prod.
Jole, 2000; ed. Einaudi 2001); il video 2004 “Odissea nel processo” sul testo scritto
da Guglielmo Leo e Giuliano Turone (2002); i dvd di "TEATRO CIVICO, 5
monologhi per Report" (prod. Jolefilm, 2003; ed. Einaudi Stile Libero 2004), i dvd de
"GLI ALBUM DI MARCO PAOLINI storie di certi italiani" (prod. Jolefilm 2004; ed.
Einaudi Stile Libero 2005), il dvd "RITRATTI Luigi Meneghello" scritto con Carlo
Mazzacurati (ed. Fandango Libri 2006); il dvd “Il Sergente” (prod. Jolefilm 2008; ed.
Einaudi Stile Libero 2008). Nel 2005 il Corriere della Sera ha pubblicato una collana
intitolata "MARCO PAOLINI RACCONTA" comprendente oltre alle opere "Vajont 9
ottobre ’63" e "Gli Album" anche "I-TIGI a Gibellina", con la regia di Davide
Ferrario (prod. Jolefilm e Tele+, 2002).
Nel 2008 in occasione del torneo 6 Nazioni di Rugby ha realizzato per LA7 la serie
dei 15 cortometraggi di “Il gioco del rugby”, il documentario “Chi ga vinto?” e la
diretta televisiva dello spettacolo teatrale “Album d’Aprile” (riallestimento da
“Aprile ’74 e 5. Tra un campo di rugby e la piazza”) per cui ha ricevuto il Premio
Sport Chieti - Premio Nazionale di Letteratura e Cinematografia Sportiva e il Pro
Singulari Merito 2008 dalla Federazione Italiana Rugby.
Lo spettacolo
Cosa sono gli Album?
Adriatico
Tiri in porta
Liberi tutti
Aprile '74 e 5
Stazioni di transito
Sono storie brevi per imparare a raccontare storie.
Sono un teatro didattico nel senso che sono progressivamente più complessi ed
esigono esperienza e tecnica di narrazione via via maggiori.
Sono di durata compresa tra una e due ore.
Lo stesso gruppo di personaggi passa da un ALBUM all’altro in una sorta di romanzo
di iniziazione; tuttavia ogni storia (ogni spettacolo) sta per sé e può essere visto
separatamente dagli altri quattro.
Sono composti tra il 1987 e il 2003.
A ciascuno hanno collaborato per la scrittura e per la realizzazione persone diverse
con i propri racconti e ricordi, GLI ALBUM non hanno quindi un unico autore e non
sono autobiografia, ma biografia collettiva.
Mercoledì 3 dicembre 2008
SATIRE LIRICHE
con Antonio Cornacchione
e la partecipazione di Carlo Fava
CORNILIO SGHEZ
Biografia
Antonio Cornacchione è nato nel 1959 a Montefalcone nel Sannio, in provincia di
Campobasso.
Autore fumetti. Collaborazione con Topolino e Tiramolla
1991 Debutto allo Zelig di Milano
1992 Partecipazione “ SU LA TESTA” di Paolo Rossi. RAI 3
1992 Premio satira politica Forte dei Marmi
1993 Spettacolo di Cabaret prodotto da Zelig con Aldo Giovanni e Giacomo
“CIELITO LINDO” con Claudio Bisio RAI 3
1994 debutto al teatro LITTA di Milano con monologo scritto con Riccardo Piferi e
Carlo Turati
1995 Il circo di Paolo Rossi. Interpreto l’ecologista e Rodolfo Valentino.
1996 Trasmissione TV in onda su TMC “RETROMARCH”
1997 Programmi televisivi: SCATAFASCIO su Italia 1 e FACCIAMO CABARET
da Zelig.
1999 Spettacolo teatrale e televisivo “ TEL CHI EL TELUN” CON Aldo Giovanni e
Giacomo
2001 Tourné teatrale con Marina Massironi. Testo francese “ANDREE LE
MAGNIFIQUE”2002
- Spettacolo satirico prodotto da Zelig “CULT”
- 2003 Zelig off..
2003 “Che tempo che fa” con Fabio Fazio, Rai 3
2004 ZELIG CIRCUS, Canale 5
2004” Che tempo che fa” con Fabio Fazio, Rai 3
Nel 2004 ha pubblicato il suo primo libro, “Povero Silvio”, editore Kowalski
L’anno 2004 lo vede ancora una volta vincitore del Premio Satira Politica di Forte dei
Marmi per la sua interpretazione del fedele amico di Silvio.
2005 Che tempo che fa con Fabio Fazio, Rai 3
2005 Rockpolitik, Rai 1
2005/2006 Zelig Circus, Canale 5
2006 Che tempo che fa con Fabio Fazio, Rai 3
Ecco l’analisi critico-pedagocico dei miei testi:
Trattasi naturalmente di monologo perlopiù comico, con lievi venature poetiche, con
alcune fasi concitate e drammatiche.
La durata dello spettacolo dipende dal pubblico.. si tratta del mio secondo sforzo
creativo. Infatti ho scritto due spettacoli, uno molto drammatico e uno molto comico,
anche se è difficile distinguerli.
Da una attenta analisi dei miei testi si può capire che i pezzi comici nascono
dall’osservazione quotidiana, pomeridiana o serale.. questo dipende dall’ora in cui
osservo.
Si, perché la mia specialità è l’osservazione. Ci sono giorni che osservo dalla mattina
alla sera. Una mattina osservando gli scavi della metropolitana in compagnia dei
maggiori autori comici del momento, al momento disoccupati mi sono detto: “ Perché
non produco una comicità minimalista che assurga spesso a interessanti livelli di
satira sociale?”
Da quel giorno gli operai della metropolitana hanno perso un affezionato spettatore.
Ma ancora oggi osservando i lavori sull’Autostrada non posso fare a meno di
chiedermi: “ Perché costruiscono i ponti sopra i fiumi e le strade? Fanno più fatica e
costano molto di più. Dovrebbero costruirli dove sotto non c’è niente.. una bella
strada in pianura e all’improvviso, senza motivo, un bel ponte! A cosa servirebbe? A
niente! Ma se un giorno costruiamo una Autostrada gliela facciamo passare sotto!!”
Lo spettacolo
SATIRE di Antonio Cornacchione e Marco Posani, Luca Bottura.
LIRICHE di Carlo Fava e Gianluca Martinelli
Difficile dire quale spettacolo possa nascere dal sodalizio artistico di questi due
personaggi di per sé imprevedibili.
Un nuovo linguaggio dove la satira e il paradosso dell'attualità politica raccontata da
Cornacchione si incrocia con i monologhi e le canzoni di Carlo Fava, in un
montaggio alternato tra pubblico e privato.
Con nuovi e surreali dialoghi scritti, o improvvisati, per l'occasione e la versatilità, il
talento, l'ironia, la curiosità comuni a tutti e due, si tratterà di temi di attualità:
politica, amore, precarietà, futuro; insomma dei nostri tempi.
Potrà persino capitare di ascoltare Cornacchione cantare o magari suonare insieme a
Fava.
Insomma, di certo i due daranno vita ad uno spettacolo del tutto inedito nel panorama
musical teatrale italiano.
Martedì 16 dicembre 2008 ore 21
DALLE VIGNE AI CAMPI DI COTONE
con Carlo Roncaglia, Enrico Dusio, Gianluca Gambino
Vincenzo Novelli (chitarre), Giò Di Masi (percussioni), Luca
Zanetti (fisarmonica), Enrico De Lotto (contrabbasso)
testo di Emiliano Poddi
regia di Carlo Roncaglia
COMPAGNIA DI MUSICATEATRO ACCADEMIA DEI FOLLI
in coproduzione PAVESE FESTIVAL
La compagnia
Nel 1997 un piccolo gruppo di giovani attori diplomati alla Scuola di Teatro del
Teatro Stabile di Torino, diretta da Luca Ronconi, e alcuni musicisti provenienti dal
Conservatorio e dal Centro Jazz di Torino, si incontrano con l’intento di fondere le
loro diverse esperienze e dar vita ad un teatro in cui la musica non sia un semplice
supporto, ma un elemento complementare; parte integrante dello stesso linguaggio,
un linguaggio teatrale vivo, capace di comunicare con un pubblico sempre più
abituato ad altre forme di spettacolo (o di intrattenimento…), di emozionarlo, di
coinvolgerlo.
Un teatro che metta in risalto la sua unica e vera forza: l’energia quasi tangibile che
scorre tra l’artista e il pubblico.
Il primo passo di questa “avventura” è stato il recital, con spettacoli antologici con
cui la Compagnia ha esplorato l’interazione tra testo, musica, parola, gestualità…. dal
semplice accostamento di tutti questi elementi verso una loro effettiva fusione.
Successivamente, con l’allestimento di assai più impegnative produzioni (M. Twain,
T. Wiliams, E. Ionesco, F. Dürrenmatt, B. Vian, A. Cechov…), lo stimolante lavoro
intorno ad un testo unitario ha portato alla luce nuove problematiche , ma soprattutto
nuovi obiettivi.
La Compagnia ha inoltre allestito una serie di concerti veri e propri: omaggi, tributi e
monografie.
Ha curato la stagione teatrale 2001/2002 del Teatro Gobetti di San Mauro Torinese; e,
nell’estate 2002, ha gestito la rassegna “Aperitivo sotto il Gazebo” in piazza Carlo
Felice a Torino.
Dal 2002 iniziano le collaborazioni con il Teatro Stabile di Torino, con il Teatro
Regio, con la Città di Torino e con la Regione Piemonte, coproducendo e realizzando
spettacoli teatrali e visite spettacolarizzate. Partecipa a numerosi Festival tra cui il
Festival Internazionale di Arezzo (2002 e 2004), il Cesare Pavese Festival (dal 2003
al 2006), il Festival delle Colline Torinesi 2005, Blues in Casale 2006, Folkermesse
2006, Monferrautore 2006, …
L’Accademia dei Folli è una Compagnia Convenzionata con il Sistema Teatro Torino
dal 2002: nella prima triennalità presso il Teatro Baretti di Torino, e dal 2006 presso il
Teatro Stabile.
Nel 2006 ottiene la Residenza Multidisciplinare presso il Teatro Municipale della
Città di Casale Monferrato.
“[…] In meno di dieci anni, l’Accademia dei Folli, attraverso una continuativa
attività di produzione, e lavori di grande qualità artistica, ha imposto la propria
presenza sul territorio piemontese con collaborazioni sempre più autorevoli,
circuitando i propri spettacoli anche in Toscana, Lombardia, Valle d’Aosta, Svizzera
[…]”.
Lo spettacolo
In questo spettacolo in equilibrio tra musica e teatro, c’è lo scrittore maturo de “La
luna e i falò”, a parere di molti il suo capolavoro. Il personaggio principale è un
piemontese che ha fatto fortuna in America, ma che, a un certo punto, decide di
tornare indietro, nel paese natale, alla ricerca delle proprie radici. Attraverso di lui è
possibile scorgere le due anime di Pavese: quella legata alle tradizioni e persino alle
superstizioni contadine; e quella affascinata e profondamente influenzata dalla cultura
americana.
"Il blues dei blues": "Il male cominciò con me seduto/ sul sofà e la ragazza che
cantarellando scendeva/ a rimettere un disco dei soliti - un blues./ Erano cose gaie
d'America, anche i blues/ ma sentirli ripetere - sempre gli stessi -/ e vederli ripetere,
sempre, dalla medesima mano".
L’America è un mito che toccò sensibilmente il mondo dell'intellighenzia piemontese.
Risultato questo dovuto innanzitutto all'opera di traduttore, di saggista, di scrittore e
in ultimo di redattore svolta da Cesare Pavese.
Dalle Vigne ai campi di cotone, dal Piemonte al Mississipi, dall’Italia agli Stati Uniti
d’America e poi il gospel, lo spiritual e soprattutto il blues, Steinbeck, Lee Masters,
l’America Rurale delle piantagioni di cotone, delle piccole cittadine isolate nelle
sterminate campagne, le storie di un’umanità aggrappata ad una vita monotona e
cadenzata dalle stagioni.
Uno spettacolo dedicato a Cesare Pavese nel centenario della nascita che si propone
di riscoprire e valorizzare un aspetto importante della sua opera: il rapporto con la
cultura e, in particolare, con la letteratura americana.
L’interesse di Pavese per il mondo americano nasce molto presto, come testimonia la
scelta di dedicare la tesi di laurea alla poesia di Walt Whitman. Dagli studi
accademici Pavese passerà successivamente alle traduzioni – celebre, fra tutte, quella
di “Moby Dick” – grazie alle quali la cultura italiana inizia ad affacciarsi al panorama
americano rimanendone fortemente influenzata.
Nella stessa opera di Pavese – romanzi e racconti – riecheggiano le voci degli
scrittori americani che lui apprezzava, da Steinbeck a Melville, da Lewis a Lee
Masters. Le storie di provincia, la ricerca di uno slang, l’innesto della lingua parlata
in quella scritta sono lezioni che Pavese apprende da questi scrittori e che sa applicare
nelle sue opere, riuscendo nel miracolo di restare profondamente piemontese.
E così, tramite le parole dei suoi personaggi, due mondi in apparenza tanto lontani
vengono a contatto: il Piemonte e l’America, le vigne e i campi di cotone.
Martedì 13 gennaio 2009 ore 21
SCARAMOUCHE
di Luciano Nattino da Molière
con gli attori/cantanti/danzatori:
Massimo Barbero, Patrizia Camatel, Fabio Fassio, Carlo Nigra,
Chiara Magliano
regia di Luciano Nattino
musiche originali di Paolo Conte
CASA DEGLI ALFIERI - TEATRO DEGLI ACERBI
ASTI TEATRO 29
La compagnia
Il teatro degli acerbi si è costituito in compagnia nel novembre 1998 a cura di un
gruppo di attori, registi, musicisti e scenografi che hanno trovato un punto di fusione
in una comune esperienza progettuale.
Opera sul territorio regionale e nazionale attraverso la produzione e circuitazione di
spettacoli teatrali, l’attività didattica svolta all’interno delle scuole, per gli adulti e
specialistica per gli operatori del settore, l’organizzazione di eventi culturali di vario
genere: rassegne e stagioni teatrali, mostre, animazione teatrale del territorio fiere e
rievocazioni storiche.
Questa attività ha visto in questi anni la collaborazione fattiva con alcune delle più
importanti realtà teatrali operanti sulla provincia di Asti: Casa degli alfieri ed in
particolare Luciano Nattino, Universi Sensibili di Antonio Catalano, la Fondazione
Eugenio Guglielminetti, la Residenza Multidisciplinare dal Monferrato al Po, il Faber
Teater, l’Ass. Arte&Tecnica di Mario Nosengo, il Gruppo Teatro Nove di Alberto
Maravalle, oltre a gruppi ed Associazioni Locali.
Tra gli allestimenti più significativi prodotti e che hanno circuitato a livello
nazionale:
lo spettacolo per bambini CENERENTOLA AL BUIO scritto e diretto da Leonardo
Poppa (2002); lo spettacolo musicale AMLETO IN SALSA PICCANTE, di Aldo
Nicolaj, per la regia di Esther Ruggiero (2002); il musical IL CAVALLO ROSSO,
un'opera musicale elettronica di Francesco Fassone, coproduzione Asti Teatro 24,
Fondazione Eugenio Guglielminetti, Centro per la Cultura e l'Arte L.Bosca, regia di
Francesco Fassone e Leonardo Poppa (2002); il giallo IL VERO ISPETTORE
HOUND di Tom Stoppard, coproduzione Asti Teatro 25, regia di Esther Ruggiero
(2003); lo spettacolo in parlata astigiana TOJU, vita di Vittorio Alfieri raccontata dai
servi, scritto e diretto da Luciano Nattino, coproduzione casa degli alfieri e teatro
degli acerbi, con il sostegno del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Alfieriane
1999-2003, della Fondazione Centro Studi Alfieriani di Asti (2004);
l'evento spettacolare ...QUEL SILENZIO, studio di uno spettacolo per la ex vetreria
di Asti, coproduzione Asti Teatro 26, regia di Laura Bombonato e Andrea Borini
(2004); la commedia IL MATRIMONIO BARILLON di George Feydeau, regia di
Esther Ruggiero (2004);lo spettacolo CANTO PER VANZETTI, il sogno di un
emigrato italiano, scritto e diretto da Luciano Nattino, coproduzione Asti Teatro 27,
casa degli alfieri e teatro degli acerbi (2005); il recital STORIE DI PAESE, cronache,
narrazioni, musica e voci, con testi di Bruno Bianco e Carlo Arruffo, regia di Fabio
Fassio (2005); lo spettacolo GIULIETTA E ROMEO, molto rumore...per nulla,
parodia scritta e diretta da Fabio Fassio (2006); gli spettacoli nell’ambito del progetto
Leopardi/Manzoni: Renzo Tramaglino, sposo promesso e Le sudate carte- da
Giacomo a Paolina Leopardi, due testi di Luciano Nattino con la regia dell'autore,
produzione casa degli alfieri in collaborazione con teatro degli acerbi (2006) oltre a
spettacoli di teatro-memoria realizzati con Luciano Nattino e la casa degli alfieri.
La compagnia teatrale ha inoltre all'attivo partecipazioni attoriali a spettacoli,
appuntamenti di lettura, rassegne e collabora stabilmente con artisti di prim’ordine.
Dall’anno 2000, le “officine culturali” della compagnia hanno organizzato
stabilmente ogni anno, laboratori, stages e workshops sia su tecniche di base di
recitazione che su aspetti fondamentali dell’allestimento teatrale, rivolti ad adulti e
giovani tenuti dal regista ed insegnante Leonardo Poppa.
Attraverso una collaborazione con il “Centro Giovani” del Comune di Asti si è dato
un concreto supporto tecnico e artistico agli insegnanti delle scuole superiori e medie
astigiane impegnati nell’allestimento di spettacoli teatrali.
Parallelamente è iniziata anche l’attività didattica nelle scuole elementari, medie e
superiori, con gli artisti della compagnia Fabio Fassio, Dario Cirelli, Paola Tomalino
e Federica Tripodi, che ha portato alla realizzazione di laboratori tematici.
L’Associazione ha collaborato alla nascita e ha partecipato all’attività della sede
astigiana dell’ Accademia Nazionale del Comico che propone un programma
didattico triennale di corsi, stages periodici di approfondimento tematico e laboratori
con importanti cabarettisti e professionisti dello spettacolo di livello nazionale.
Dall’anno 2001 l'Associazione ha intrapreso l’attività di organizzazione di seminari
dedicati alla scenografia, all’illuminotecnica teatrale e al trucco di scena, con
l’intenzione di avvicinare gli addetti ai lavori, le compagnie teatrali ed i singoli
interessati alle problematiche di alcuni aspetti fondamentali dell’allestimento teatrale,
coinvolgendo artisti di fama nazionale.
Dall’anno 2004 l’elaborazione di queste iniziative nel progetto LA MACCHINA DEL
TEATRO ha portato all’organizzazione di seminari e laboratori sulla scenografia e la
scenotecnica, il light designino, il trucco teatrale, l’organizzazione oltre a corsi di
teatro per allievi di scuole medie, giovani ed adulti.
Con questo nuovo progetto formativo, dopo l’apertura l’anno 2005 di una sede di
corsi di avvicinamento al teatro a Canelli sia per ragazzi che per adulti che ha inoltre
avuto ulteriore sviluppo attraverso ad un progetto speciale per la Regione Piemonte
sulla tematica del fenomeno del “bullismo nelle scuole” (che proseguirà anche
nell’anno 2007 in quanto la Regione Piemonte ha confermato l’incarico e l’ulteriore
sviluppo ed approfondimento del progetto), si è amplificata l’offerta di corsi di
avvicinamento al teatro diversificati in altre sedi sul territorio, attraverso anche alla
fattiva
collaborazione
instaurata
con
le Amministrazioni
locali.
Il teatro degli acerbi cura dal 2004 la direzione artistica della stagione del Teatro
Municipale di Costigliole d’Asti MEZZA STAGIONE...tempo di teatro, musica,
poesia, gastronomia e arti figurative.
All’attività spettacolistica la compagnia ha affiancato quella di organizzazione e
gestione di eventi culturali di vario genere (fiere, rievocazioni storiche e rassegne
tematiche, mostre, eventi).
In tal senso l’anno 2006 ha rappresentato una ulteriore svolta sia nel campo artistico
sia a livello di attività, che si estesa capillarmente sul territorio provinciale attraverso
alla collaborazione e sviluppo con svariate amministrazioni locali per
l’organizzazione di eventi, oltre al proseguimento dell’attività di formazione,
produzione e circuitazione di spettacoli teatrali.
In particolare si è consolidato ed intensificato il rapporto con alcune amministrazioni
locali del sud astigiano, attraverso la realizzazione di progetti culturali di vario
genere.
Da questa attività sul e per il territorio è nata la consapevolezza e la necessità da parte
degli acerbi e degli amministratori locali di ridare vita e valorizzare il proprio
patrimonio architettonico e culturale. Ne è nato il progetto per la Regione Piemonte
che racchiude le singole iniziative locali: “Ponti a sud. Sentieri culturali nelle terre
dell’Alto Monferrato”.
Nel corso del 2006 è inoltre stato realizzato un progetto speciale, nato da un'iniziativa
controcorrente, riscoprendo vie di comunicazione e coinvolgimento culturale ormai
dimenticate. Con l’obiettivo della diffusione della cultura teatrale sul territorio, nella
sua accezione più profonda e sincera, con particolare riferimento a tutto quel bacino
di utenza che non frequenta abitualmente gli spazi tradizionali di spettacolo è nato l'
ARSENALE DELLE APPARIZIONI.
Si tratta un oggetto riconoscibile e visivamente accattivante, un vero e proprio teatro
ambulante, una sorta di carrozzone delle meraviglie, un furgone che è stato
trasformato in un palcoscenico polifunzionale su quattro ruote, dotato di tutte le
attrezzature tecniche necessarie a renderlo un luogo di spettacolo vero e proprio, un
luogo di incontro, uno spazio atto ad ospitare mostre d'arte, laboratori, concerti, un
"amplificatore mobile" degli eventi.
Una serie di vere e proprie produzioni e una serie di rappresentazioni riadattate al
bizzarro palcoscenico sono state concepite già per la stagione estiva 2006 per
intrattenere il pubblico e per interventi di animazione di strada oltre a interventi,
spettacoli ed animazioni realizzate appositamente per i luoghi di rappresentazione.
Ideato da Teatro degli Acerbi e Universi Sensibili, coprodotto con il festival Teatro e
Colline 2006 di Calamandrana (AT) e realizzato da Francesco Fassone con la
collaborazione di Antonio Catalano, l' ARSENALE DELLE APPARIZIONI ha
attraversato ed animato nel corso dell’estate 2006 i principali festival provinciali.
L’associazione, parallelamente all’attività artistica e culturale, nel corso dell’anno
2006 ha allestito di un nuovo spazio teatrale, individuato in una porzione di
capannone industriale a Motta di Costigliole, nel cuore del sud astigiano, principale
territorio di attività.
Lunedì 09 febbraio 2009 ore 21
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
con Flavio Bucci, Diana De Toni, Angela Russian, Riccardo
Castagnari, Renato Campese, Giorgio Carminati, Rocco Piciulo,
Gabriele Galli, Marco Tornese
regia di Nucci Ladogana
DIAGHILEV - CANTIERI TEATRALI DEL TERZO MILLENNIO
Flavio Bucci
Luigi Pirandello
Enrico IV
Personaggi
………….(ENRICO IV)
La Marchesa MATILDE SPINA
Sua figlia FRIDA
Il giovane Marchese CARLO DI
NOLLI
Il Barone TITO BELCREDI
Il Dottor GENONI
LANDOLFO (Lolo)
ARIALDO (Franco)
BERTOLDO (Fino)
Interpreti
FLAVIO BUCCI
DIANA DE TONI
ANGELA RUSSIAN
RICCARDO
CASTAGNARI
RENATO CAMPESE
GIORGIO CARMINATI
ROCCO PICIULO
GABRIELE GALLI
MARCO TORNESE
Collaboratori
Collaboratore al testo: Ettore Catalano
Impianto scenico: Nicola Delli Carri
Costumi: Bi.Mi. Roma
Musiche a cura di Piero Ferrarini
Tecnici
Direttore di scena: Erika Barresi
Responsabile della scena: Michele Puntillo
Datore luci: Fabio Romano
Responsabile della sartoria: Laura Amoruso
Messinscena di Nucci Ladogana
Flavio Bucci (Torino 1947), attore.
Studia alla scuola di recitazione dello stabile piemontese. Nel 1968 si trasferisce a
Roma dove Ruggero Jacobbi gli offre un ruolo in L'arcitreno di Silvano Ambrogi. Da
quel momento inizia una serie di intense interpretazioni teatrali: Peer Gynt (1968),
Amleto (1969), Tre scimmie in un bicchiere e Il principe (1970). La vera notorietà gli
arriva con l'interpretazione di Ligabue nell'omonimo sceneggiato televisivo di Nocita,
ma Bucci non abbandona il teatro. Nel '78 interpreta Don Chisciotte, regia di
Armando Pugliese. Nel 1984 è il protagonista nonché il regista, al festival di Spoleto,
di una versione attualizzata di Il re muore di Ionesco. Nel '90 torna al teatro classico
con Empedocle di Hölderling, regia di Melo Freni e al suo amato Pirandello di cui
interpreta a Taormina Cecè, La patente, e in tournée per diverse stagioni, Il fu Mattia
Pascal. Nello stesso anno con la moglie Micaela Pignatelli interpreta L'uomo, la
bestia e la virtù. Maschera di vocazione tragica, B. ha subìto negli anni la condanna
di Ligabue televisivo, che l'ha legato indissolubilmente a un ruolo e a una grande
interpretazione difficilmente ripetibile.
Lo spettacolo
Enrico IV è per molti aspetti una pièce del tutto particolare nella ricca produzione
pirandelliana: “tragedia”, indicata così per la prima volta, dallo stesso Pirandello, si
trova quasi a perfezione incastrata tra le opere che costruiscono l’identità umoristica
del personaggio (disancorandolo dal naturalismo e dall’arte simbolica), quelle
“metateatrali” (che certificano lo strazio e l’implacabile destino di fissità mascherale
del personaggio nato sulle macerie materiali della persona) e le quinte
”cinematografiche” dei miti e delle metafore sull’arte.
Difficile definire l’Enrico IV: il suo linguaggio elevato e a volte aulico lo
avvicinerebbe ad una tragedia storica, la rappresentazione della follia lo accosterebbe
ad un dramma dell’io lacerato, la trama allucinata e il distacco orrendo dalla vita lo
farebbero diventare una elegia o un congedo anticipato da una giovinezza non
visssuta, l’insistenza mascherale lo apparenterebbe alla ricerca sulla realtà
dell’illusione perseguita nella trilogia metateatrale. Tutto vero, ma l’Enrico IV è un
colpo d’ali ancora più netto: è una risata stridula sulle beffe della storia, l’apoteosi del
tradimento e della sofferenza irredimibile della vita, l’irrapresentabilità del passato e
l’invivibilità del presente, il piacere della storia come cavalcata di fantasmi che fanno
pulsare il sangue nelle arterie. È certo, come tanti interpreti hanno capito e sentito,
anche una stupenda e straziata favola sulla follia dell’essere attori, sulla fede in un
mondo di carta più vivo e più vero che ti condanna però all’esclusione e alla
solitudine.
Clownerie e tragico si fondono “tragedia” che distrugge la nozione “classica”
sanziona la fine del mito e lo scioglie nell’estro folle di chi finge perché questa è
l’unica cosa che conta nella carnevalata del vivere, per delega, emozioni banali e
logore, è la summa del non poter essere ciò che si vuole, un libro morto, la bruciante
coscienza della devastazione della stessa coscienza, ridotta a brivido lunare di lusinga
e di perfido tradimento: “Vivi, poiché non ne puoi fare a meno. / La vita è questa. E
tutto è come può, / e come deve; e non sta a noi che sia. / Il voler nostro è sol quel
poco anch’esso / ch’esser può, ch’esser deve: e non volere / nulla è forse miglior
consiglio. Nulla / cangia. La vita è sempre questo, e ancora / la stanca terra non può
farne a meno”.
Giovedì 19 febbraio 2009 ore 21
NIENTE SESSO, SIAMO INGLESI
di Anthony Marriot & Alistair Foot
adattamento di Gianfelice Imparato
con Gianfelice Imparato, Valerio Santoro, Loredana Giordano
e con Luigi Montini
con la partecipazione di Paola Quattrini
regia di Renato Giordano
ASSOCIAZIONE CULTURALE LA PIRANDELLIANA
Paola Quattrini (Roma 1945), attrice.
Esordisce a soli quattro anni al cinema, e a dodici in palcoscenico recitando in Il
potere e la gloria di G. Greene, con la regia di L. Squarzina. A quindici anni
frequenta le cantine romane interpretando Tanti fiammiferispenti di Luciani, che le
vale l'appellativo di `ninfetta del teatro di prosa' dell'epoca. Lavora poi con F. Valeri.
Nel 1968 è Jessica in Le mani sporche di Sartre allo Stabile di Torino, recita
Pirandello in Diana e la Tuda, ma nelle sue corde c'è soprattutto il repertorio
brillante, con titoli come Il gufo e la gattina al fianco di W. Chiari, Due sull'altalena
con C. Pani, La papessa Giovanna (1973) di J. Quaglio con A. Giordana, Non è per
scherzo che ti ho amato di Fabbri (1977) con C. Giuffrè. Lavora quindi con E.
Calindri, S. Satta Flores, e quasi tutti i grandi del teatro d'intrattenimento. Con S.
Santospago è protagonista di A piedi nudi nel parco, pièce di N. Simon (1982). Negli
anni '70 la troviamo in molte commedie prodotte dalla Rai direttamente per il piccolo
schermo. Nel 1987 è con Dorelli nel musical Se devi dire una bugia dilla grossa. Nel
1988 con Bramieri nel delizioso Una zingara mi ha detto. Nel 1993 torna a un testo
impegnativo interpretando Affabulazione di Pasolini con la regia di Ronconi.
Gianfelice Imparato
Nato a Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1956, abbandona l’università per niziare
la sua attività di attore nel 1976 entrando a far parte della compagnia di Mico
Galdieri. Altre esperienze significative di questo primo periodo: “La gatta
cenerentola” di R. De Simone nel 1978/79 e varie opere tra il 1980 e il 1982 sotto la
direzione di E. De Filippo.
Dal 1982 al 1986 è nella compagnia teatrale di Carlo Cecchi sotto la cui direzione
interpreta ruoli primari e da protagonista in varie opere di Molière, Shakespeare,
Cechov ed altri.
Dal 1987 al 1990 affianca ancora L. De Filippo in due spettacoli di Scarpetta e
Eduardo.
La collaborazione con Cecchi riprende negli anni 1991/92 con testi di T. Bernhard e
Shakespeare.
Nel 1994 il suo debutto come autore con una fortunata commedia, “Casa di
frontiera”, di cui è anche interprete, per la regia di Gigi Proietti.
Anche la stagione successiva è impegnata con le rappresentazioni della stessa
commedia. In seguito scriverà altre commedie per sé e per altre compagnie primarie.
Ancora sotto la direzione di Carlo Cecchi è tra i protagonisti del progetto
“Shakespeare al teatro Garibaldi” per le estati 1996 e 1997 a Palermo.
Nella stagione 1996/97 cura la regia di “Una tragedia tutta da ridere” , di cui è
autore, per la coppia P. Barra ed E. Cannavale.
Nelle stagioni 1997/98 e 1998/99 gli viene affidato il ruolo di protagonista in una
delle più famose commedie di Eduardo, “Ditegli sempre di sì”, per la regia di L. De
Filippo.
Con “La festa” di S. Scimone, nel 1999, si dedica per la prima volta alla regia di
un’opera non propria. Quest’opera raccoglie grande consenso nelle più importanti
rassegne europee.
Ancora due regie nel 1999: “I ragazzi irresistibili” di N. Simon per l’interpretazione
di P. Barra ed Enzo Cannavale; “Gemelli - Gemelli”, commedia da lui scritta per la
propria compagnia, di cui è anche interprete.
Poi nell’autunno 2000 è interprete e regista di uno dei più recenti drammi di Pinter:
“Ceneri alle ceneri”.
La stagione 2000/01 lo vede impegnato con la compagnia del teatro stabile di Roma
nell’opera “I dieci comandamenti” di Raffaele Viviani per la regia di Mario Martone.
Quest’interpretazione gli varrà il “Premio UBU” 2001.
Nel 2001/02 è Estragone in “Aspettando Godot” di S. Beckett per la regia di L. De
Filippo.
“Casa di frontiera” commedia ancora di grande attualità politica, viene riallestita,
questa volta con la sua stessa regia, per la stagione 2003/2004.
Le sue esperienze cinematografiche, anche se non numerose, sono tutte di alto
profilo. Ha infatti interpretato importanti ruoli in opere di M. Bellocchio, E. Scola, M.
Monicelli, N. Loy, N. Moretti, M. Costa, S. Reali, G. Giagni.
Nel 2001 gira il film “La repubblica di San Gennaro”, tratto dalla sua commedia
“Casa di frontiera”, nel ruolo del protagonista.
Lo spettacolo
Portato in scena ininterrottamente nel West End dal 1971 al 1987 con il record di
6761 rappresentazioni consecutive, Niente Sesso, siamo inglesi è tra i più duraturi
successi nella storia del moderno teatro inglese. E nel 1973 Cliff Owen ne diresse
anche una divertente trasposizione cinematografica. In Italia la commedia scritta da
Marriott e Foot fu portata in scena, per tre stagioni consecutive, nella fortunata
edizione di Garinei & Giovannini. Una commedia spumeggiante e scanzonata, che
intende scardinare la facciata di perbenismo e apparenze che caratterizzava la società
britannica del tempo. Uno stimato direttore di banca riceve un pacco pieno di
fotografie pornografiche. Il caso innesca un’esilarante serie di fraintendimenti,
equivoci ed errori che coinvolge, a partire dalla famiglia del protagonista, l’intera
piccola comunità urbana. Il meccanismo è piuttosto semplice, quasi elementare: uno
sbaglio che mette in moto un’inarrestabile catena di scatole cinesi che si aprono e si
chiudono a discapito degli inconsapevoli protagonisti.
Ne esce un ritratto impietoso di una società più attenta alla forma che ai contenuti,
più preoccupata della reputazione che della sostanza. Ma ne esce al contempo un
mondo fatto di silenzi e segreti, fatto di verità non dette e taciute, che rischierebbero
di mettere in crisi tutto l’ordine costituito. Niente sesso, siamo inglesi è una macchina
comica perfetta, un meccanismo ad orologeria preciso costruito su serrati scambi di
battute, campanelli che suonano in continuazione, porte che si aprono e si chiudono,
personaggi che si trovano e si perdono. Non sono previsti tempi morti, così insegna il
vaudeville: un errore nel sistema rischia di mettere in crisi l’unità di un testo piuttosto
semplice che si regge unicamente su questa continua ricerca di comicità.
L’adattamento straordinario di Gianfelice Imparato rende il tutto attuale e
perfettamente in linea con i nostri tempi. Una comicità semplice e adatta a tutti senza
volgarità e doppi sensi, una messa in scena sobria ma efficace per uno spettacolo
comico intramontabile.
Giovedì 5 marzo 2009 ore 21
IL TEATRO COMICO
di Carlo Goldoni
con Patrizia Milani, Carlo Simoni
e con Alvise Battain, Libero Sansavini, Luigi Ottoni
scene di Gisbert Jaekel
regia di Marco Bernardi
TEATRO STABILE DI BOLZANO – LA BIENNALE DI VENEZIA
La compagnia
Teatro Stabile di Bolzano, fondato nel 1950, quando il Carrozzone di Fantasio
Piccoli, giunto a Bolzano, sospende il ciclo itinerante dei suoi spettacoli e si ferma in
città. Inizialmente il Carrozzone, trasformatosi in teatro stabile, mantiene il proprio
nome, quasi a voler sottolineare l'intenzione di non voler rinunciare alla propria
poetica teatrale, nonostante la svolta segnata dalla sedentarietà. Gli anni che vanno
dal 1950 al 1966, sono caratterizzati dalla direzione artistica dello stesso Piccoli, che
cerca di mantenersi fedele a una linea produttiva non commerciale, capace di
coinvolgere il pubblico attraverso la rivisitazione dei classici e dei grandi autori
stranieri e italiani (Miles gloriosus di Plauto, 1950-51; Medea di Euripide, 1950-51;
ZioVanja di Cechov, Il ballo dei ladri di Anouilh 1952-53; La signora dalle camelie
di A. Dumas, 1955-56; L'annuncio a Maria di Claudel 1959-60; Le mani sporche di
Sartre, 1962-63, fra gli altri, oltre a un'ampia rivisitazione della produzione
drammatica di Goldoni e di Pirandello). Un periodo di grande precarietà, testimoniato
anche dall'assenza di materiale documentario relativo alle produzioni e alle diverse
attività del teatro. Gli succedono alla guida del teatro due attori importanti quali
Mario Ricci (1966-67) e Renzo Giovampietro (1967-68), e l'attore e regista genovese
Pietro Privitera (1968-69): sono anni di grande instabilità istituzionale, che si
riflettono sensibilmente nelle linee progettuali delle provvisorie direzioni artistiche.
Con Scaparro (1969-75) si defininsce progressivamente una nuova politica culturale
dello stabile. Una nuova sala si affianca al Teatro Comunale di Gries (sede
provvisoria del teatro sin dalla sua fondazione) e l'attività produttiva viene rilanciata
(Cosa dirà la gente di Feydeau, regia di M. Scaccia, 1969-70; La Lena di Ariosto,
regia di Scaparro, 1971-72; Amleto, 1972-73, fra gli altri). Alessandro Fersen guida il
teatro alle soglie degli anni '80, tentando di travasare nell'istituzione pubblica la
sperimentazione espressiva del suo laboratorio romano. Difficoltà finanziarie tuttavia,
compromettono l'esito del tentativo (fra le produzioni di questi anni: Leviathan,
1975-76; Brecht39, 1975-76; Leonce e Lena, 1977-78). Sfiorata la chiusura nel
1979-80, lo Stabile sopravvive e sotto la direzione artistica di Marco Bernardi (1980),
amplia notevolmente gli orizzonti delle sue produzioni: da un rinnovato impegno
nell'accostamento dei classici, soprattutto attraverso Shakespeare (Romeo e Giulietta,
1980-81; Pene d'amor perdute, 1982-83; Il Sogno di una notte di mezza estate,
1983-84), a un ciclo di produzioni sul Settecento (L'impresario delle Smirne,
1984-85; Arlecchino educato dall'amore; 1987-88; Il barbiere di Siviglia di
Beaumarchais, 1988-89), al confronto diretto fra i linguaggi del cinema e del teatro
(Qualcuno volò sul nido del cuculo, da K. Kesey, 1985-86; Anni di piombo di M. von
Trotta, 1988-89), all'attenzione per l'attualità di Ruzante (I dialoghi, 1991), oltre che
alla rivisitazione di Thomas Bernhard.
Patrizia Milani (Pavia 1951), attrice.
Studia all'accademia milanese del Teatro Filodrammatici. Inizia la sua carriera al
fianco di grandi nomi: Lilla Brignone, Olga Villi. Nel 1977, dopo aver interpretato il
pirandelliano Sei personaggi in cerca d'autore regista Giulio Bosetti, lascia le scene
per qualche tempo. È lo stesso Bosetti a riportarla in teatro con un Pigmalione di
Shaw. Nel 1989 viene chiamata da Marco Bernardi allo Stabile di Bolzano per un
ruolo nel Barbiere di Siviglia di Beaumarchais e ci resta come attrice (diventando
anche la compagna del regista). Dal sodalizio nascono moltissimi spettacoli: Anni di
piombo di Margaret von Trotta sul tema del terrorismo, Libertà a Brema di
Fassbinder, La rigenerazione di Svevo, Il maggiore Barbara di George B. Shaw.
Carlo Simoni (Fano 1943), attore.
Si diploma nel 1967 all'Accademia d'arte drammatica `S. D'Amico', quindi entra a far
parte dello Stabile di Genova. Nel 1970 Sarah Ferrati lo chiama nella sua compagnia
per Chi è Claire Lannes? di M. Duras. Fra i tanti spettacoli si ricordano le
partecipazioni nel 1983 a Venezia salvata di Otway (regia di G. De Bosio) e nelle
Baccanti di Euripide, allestite all'Olimpico di Vicenza dove interpreta il ruolo di
Penteo. Dal 1995 è allo Stabile di Bolzano, diretto da M. Bernardi (Ma non è una
cosa seria di Pirandello, Sarto per signora di Feydeau, La locandiera, Medea di
Euripide.
Lo spettacolo
Il Teatro Comico - Riflessioni, gossip e comicità per l’inizio del teatro moderno
Il Teatro Comico descrive il passaggio da un vecchio a un nuovo mondo; è insomma
la commedia di una rivoluzione. La riproposta che ne fa Marco Bernardi per lo
Stabile di Bolzano è uno dei suoi spettacoli migliori: costruito sul difficile equilibrio
tra fedeltà filologica e desiderio d’essere “attuale”: veloce, piacevole, altamente
comunicativo.
Ne Il Teatro Comico ci sono un mucchio di cose istruttive e divertenti. Ma è anche un
capolavoro di leggerezza ed eleganza, al quale danno vita pungente, lucente, mai
stucchevole, in specie Carlo Simoni, che è Orazio, e la intimamente goldoniana
(tenera, maliziosa, una delle nostre più intelligenti attrici) Patrizia Milani. Franco
Cordelli / Corriere della Sera
Per onorare Goldoni nel tricentenario della nascita, Marco Bernardi ha avuto la felice
idea di mettere in scena Il Teatro Comico, commedia poco frequentata ma che ha il
pregio di essere a mezza strada tra la commedia dell’arte e la riforma goldoniana dei
caratteri. Il Teatro Comico è stato molto festosamente accolto dal pubblico,
all’interesse della “riscoperta” essendosi aggiunta l’eccellenza della messinscena e
della recitazione. Ugo Ronfani / Il Giorno
È spettacolo brioso, inventivo, sorretto dalla intelligente lettura registica. Marco
Bernardi stacca gli attori dalla gerarchia dei ruoli, cogliendoli in quella naturalezza
che il capocomico (reso da Carlo Simoni con finezza venata di malinconia) non si
stanca di chiedere. A cominciare dalla “primadonna”: qui una Patrizia Milani (forse la
migliore attrice “goldoniana” oggi in campo) da lodare per la discrezione e la
naturalezza con le quali tratteggia il personaggio, a colpi di bella vivacità, senza mai
andare sopra le righe, con voce e gesto in perfetta armonia. Ma lodevoli, dentro la
funzionale, ben meditata scena “settecentesca” dai fondali dipinti di Gisbert Jaekel,
anche gli altri componenti dell’affiatatissima compagnia. Domenico Rigotti / Hystrio
Son passati 300 anni ma lui è sempre lui. Spettacolo nello spettacolo, che il regista
Marco Bernardi ha realizzato con spirito felicemente goldoniano grazie alla scatenata
interpretazione di Patrizia Milani e Carlo Simoni.
Carlo Maria Pensa / Letture
Il Teatro Comico vola. Il pubblico alla fine ringrazia con calore per il dono di una
serata di grandissimo, commovente e divertente teatro. Umberto Gandini / Alto Adige
Il regista Marco Bernardi, scegliendo come sempre la chiave vincente della fedeltà
all’autore e della lettura attenta del testo, riesce con sobrietà a far funzionare alla
perfezione questa divertente macchina teatrale creata da Goldoni. Patrizia Binco /
Corriere dell’Alto Adige
Giovedì 26 marzo 2009 ore 21
TRAPPOLA PER TOPI
di Agatha Christie
con Adriana Innocenti, Piero Nuti
scene di Gian Mesturino
musiche di Bruno Coli
regia di Piero Nuti
COMPAGNIA TORINO SPETTACOLI
Piero Nuti (Genova 1928), attore.
Proveniente dal teatro universitario di Genova, collabora con Radio Torino, dando
vita al primo nucleo di quello che diventerà il Teatro stabile della città. Fondatore del
Teatro della Svizzera italiana, lavora successivamente con A. Brissoni, P. Sharoff, G.
Salvini, D. Fo (dal 1959, con Gli arcangeli non giocano a flipper , al 1966, con Il
diavolo), F. Enriquez (La dame de Chez Maxim's; Ippolito e Le Fenicie, 1962;
Rosencrantz e Guildernstern sono morti, 1967). Nel 1967 N. incontra M. Scaparro e,
con A. Innocenti e altri, fonda il Teatro Popolare di Roma; dal 1979 ne assume la
direzione, continuando comunque la sua attività di interprete raffinato e ironico: da
Corruzione a Palazzo di Giustizia di U. Betti (1983, regia di O. Costa) e Ifigenia in
Aulide di Euripide (1990, regia di M. Perlini) a Oreste (regia di G. Testori) e
Agamennone (regia di A. Innocenti), fino al più recente Il bell'indifferente di J.
Cocteau (1998, regia di R. Reim, 1998).
Adriana Innocenti (Forlì 1926), attrice e regista.
Dopo aver frequentato la scuola diretta da Rasi a Firenze e l'Accademia d'arte
drammatica di Roma entra nella compagnia diretta da Annibale Ninchi, dove debutta
nel 1947 nella Cena delle beffe di S. Benelli. La sua formazione, più che con il
repertorio romantico di Ninchi, avviene però a fianco di Giulio Donadio, attore
pirandelliano, compagno di scena di Emma Gramatica, Maria Melato e Marta Abba.
Ed è sul terreno pirandelliano che la sua vocazione al monologo si sperimenta in tre
momenti diversi: La vita che ti diedi (diretta da Massimo Binazzi), L'uomo, la bestia
e la virtù allo Stabile di Torino, accanto a Renzo Giovampietro, e il Liolà diretto da
Vittorio De Sica nel 1961. Intanto era passata al Piccolo Teatro, diretta da Strehler in
Casa di bambola di Ibsen - sostituendo Lia Angeleri nel ruolo della signora Linde - e
in Assassinio nella cattedrale di Eliot. Intensa l'attività fra il 1965 (premio San
Genesio) e il 1970, prima allo Stabile di Torino e poi con la Compagnia dei Quattro
diretta da Franco Enriquez (con Valeria Moriconi, Glauco Mauri, Emanuele Luzzati e
Mario Scaccia), in spettacoli importanti quali La locandiera e La vedova scaltra di
Goldoni, i Dialoghi del Ruzante, Il mercante di Venezia e Come vi piace di
Shakespeare, Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Stoppard, Le mosche di
Sartre, La spartizione di Chiara, La dame de chez Maxim di Feydeau, che le
permettono di ritagliarsi, a fianco di Valeria Moriconi, un ruolo preciso di seconda
donna. In questi anni è anche a San Miniato (Il segretario privato di Eliot) e, per
l'Istituto nazionale del dramma antico, in Ippolito e Fenicie di Euripide, Elettra di
Sofocle, Anfitrione di Plauto. Giorgio Strehler, memore della sua esperienza accanto
a Wanda Osiris e Walter Chiari negli anni '50, la chiama al Piccolo dal 1972 al '75 per
il ruolo della signora Peachum, nella nuova edizione dell'Opera da tre soldi con
Modugno e Milva. Insieme a Piero Nuti, Maurizio Scaparro e Pino Micol è tra i
fondatori, nel 1975, del Teatro Popolare di Roma e prende parte a spettacoli quali
Il feudatario di Goldoni, Lunga notte di Medea di Alvaro (accanto a Irene Papas),
Cyrano di Rostand, La cortigiana dell'Aretino, La visita della vecchia signora di
Dürrenmatt.
Nel 1984 Giovanni Testori riscrive su di lei la sua Erodiade del 1969 e I. si identifica,
voce e corpo, con il mondo testoriano, consegnandoci un'Erodiade di «impressionante
forza istrionica» (De Monticelli) e «incatenando il pubblico sia con le sequenze
violentissime sia con le squisite attenuazioni tonali» (Bertani). Sulla linea tracciata da
Testori si sviluppa la seconda fase del Teatro Popolare (direzione artistica di Piero
Nuti e I.): la ricerca e l'approfondimento del linguaggio drammaturgico e il recupero
della parola teatrale, attraverso rigorosi percorsi che vanno dalla tragedia al mito,
danno luogo a spettacoli quali l'Oreste di Alfieri, Lazzaro di Pirandello, Le Troiane di
Euripide. Ed è a I. che Testori affida, dal letto di morte, i tre Lai (Cleopatràs, Erodiàs,
Mater Strangosciàs).
Lo spettacolo
Il "caso" letterario e teatrale del nostro secolo da vedere e rivedere. 53 anni di
repliche a Londra. Torna la mitica Trappola, per il 7° anno, nell'edizione Torino
Spettacoli. Era il 25 novembre 1952 quando lo spettacolo vide la luce del debutto,
con Richard Attenborough e Sheila Sim: Sir Winston Churchill era Primo Ministro in
Inghilterra, Truman era Presidente degli Stati Uniti e Stalin capo della Russia…
Trappola per topi è stato visto da più di undici milioni di spettatori.
Lo spettacolo è stato rappresentato in 45 Paesi e tradotto in 24 lingue.
Trappola per topi è una commedia di Agatha Christie scritta nel 1952 e rappresentata
per la prima volta il 25 novembre 1952 al New Ambassadors Theatre di Londra. È
l'unico esempio di dramma rappresentato ininterrottamente ogni sera (inizialmente in
The Ambassadors Theatre di Londra, dal 1974 nel St. Martin's Theatre), a partire
dalla "prima".
La commedia si svolge nella pensione di “Castel del frate”; questo ambiente è una
classica casa della campagna inglese. Qui Mollie e Giles Ralston, una giovane coppia
di albergatori inesperti, ricevono i loro primi cinque ospiti, ma il tempo non li aiuta di
sicuro: è in corso una bruttissima bufera di neve.
La sera stessa la radio trasmette la notizia di un omicidio avvenuto a Paddington, in
Culver Street 24, vittima un'anziana donna e la polizia sembra brancolare nel buio.
Nel frattempo nella locanda giungono strani clienti, ognuno dei quali sembra avere
qualche cosa da nascondere, qualche segreto forse legato ad un fatto di sangue
avvenuto molti anni prima. Ad un certo punto la locanda resta isolata a causa della
tormenta ed anche il telefono viene isolato, ma prima che ciò avvenga arriva alla
pensione il Sergente Trotter della polizia di Scotland Yard, apparentemente in
missione per proteggere ospiti ed albergatori da un oscuro assassino psicopatico,
intenzionato a colpire nuovamente.
Poco dopo viene ucciso uno degli ospiti, la Signora Boyle.
Martedì 07 aprile 2009 ore 21
EMILIA,
IN PACE E IN GUERRA E ACQUA E SAPONE
di Aldo Nicolaj
con Mariangela Colonna e Serena Bennato
regia di Luca Nicolaj
ENTE TEATRO CRONACA
Biografia dell'autore
Aldo Nicolaj è nato a Fossano, presso Cuneo, nel 1920. Autore particolarmente fertile
e versatile nella scelta dei generi e degli argomenti, ha debuttato nel 1947 con Il
figliol prodigo, opera che gli permise di segnalarsi nel 1948 al Premio "Sanremo",
mentre l’anno successivo ottenne il Premio "Sipario" per Altezze psichiche. Recatosi
in Guatemala nel 1950 quale direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, si adoperò per
la diffusione e la conoscenza della cultura e soprattutto del teatro italiano. Con il suo
rientro in Italia prese avvio la carriera teatrale: nel 1954 fece rappresentare a Roma
Teresina e lo stesso anno vinse il premio Idi con La mula. La sua carriera quale
drammaturgo è stata un denso susseguirsi di successi e di riconoscimenti: Il soldato
Piccicò (1955), II premio al concorso di Pescara; La stagione delle albicocche
(1956), III classificato al concorso di Riccione; Formiche (1957), I classificato al
concorso di Riccione. In seguito hanno ottenuto vivo successo Emilia in pace e in
guerra e Sale e tabacchi, due monologhi scritti nel 1958 per Paola Borboni, Gli asini
magri (1961), Farfalla, farfalla... (1967), Il cordone ombelicale (1970), Classe di
ferro (1974), L’onda verde (1977), sino al recente Amleto in salsa piccante (1991),
curiosa rivisitazione della celebre tragedia shakespeariana, in cui la vicenda del
principe di Danimarca è vista attraverso le cucine del castello. Si è occupato pure di
traduzione e adattamenti teatrali: ha tradotto in spagnolo Pensaci, Giacomino! di
Pirandello e in italiano Fuenteovejuna di Lope de Vega; ha ridotto per il palcoscenico
Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo. La produzione teatrale di Aldo
Nicolaj si è impegnata soprattutto nella descrizione della classe borghese e piccoloborghese, colta nelle sue semplici azioni quotidiane. I personaggi sono soprattutto
degli sconfitti, degli emarginati abbandonati a se stessi e in lotta contro un destino
avverso. Le atmosfere rarefatte, il linguaggio dimesso, le storie semplici e
volutamente pessimiste, danno una tinta di generale malinconia. In altre opere,
tuttavia, l’autore ha voluto mirare piuttosto al divertimento e alla farsa, conferendo ai
testi ritmi infuocati e ai personaggi caratteri spesso grotteschi. Autore che ha forse
colto maggiori fortune all’estero che non in Italia, Nicolaj nella sua lunga carriera di
drammaturgo ha saputo sperimentare diversi stili, passando con disinvoltura ed
efficacia dal simbolismo al neorealismo, dal surrealismo al teatro della crudeltà, sino
al teatro dell’assurdo. La sua opera drammatica trova uno dei maggiori pregi nel
linguaggio, sospeso tra il quotidiano e il lirismo, capace di riprodurre le atmosfere
attraverso un dialogo particolarmente efficace e ben costruito. Per la varietà e la
vastità della produzione, Aldo Nicolaj si colloca tra gli autori di maggiore interesse
nel panorama drammaturgico europeo del secondo Novecento.
Lo spettacolo
Due solitudini allegre, spiazzanti, categoriche: Emilia si vende a civili e militari,
mentre i regimi nascono e muoiono e gli anni passano inesorabili; Francesca si gode
la sua cella di prigione, dalla quale sono banditi germi, polvere e acari,
nell'esaltazione di un furore tanto igienico quanto criminale. Entrambe si sono create
un mondo nel quale la loro visione si sovrappone alla realtà, proponendone
un'interpretazione ironica e graffiante che ci fa dubitare della nostra.