Vincenzo Di Vita ul i.m i.i ol gi ag Economia politica t Compendio di .m od Microeconomia e Macroeconomia per esami e concorsi pubblici w w w Tutti gli argomenti oggetto delle prove d’esame t i.i ol gi ag i.m © Copyright 2011 by Maggioli S.p.A. Maggioli Editore è un marchio di Maggioli S.p.A. Azienda con sistema qualità certificato ISO 9001: 2000 .m od ul 47822 Santarcangelo di Romagna (RN) • Via del Carpino, 8 Tel. 0541/628111 • Fax 0541/622020 www.maggioli.it/servizioclienti e-mail: [email protected] w w w Diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. Finito di stampare nel mese di marzo 2011 dalla Litografia Titanlito s.a. Dogana (Repubblica di San Marino) i.i t Indice generale ag gi ol Parte I Microeconomia: lo studio del comportamento dei consumatori e delle imprese w w .m od Principi della teoria del consumo ........................................ Pag. Nozione di utilità ................................................................. » Scelta di consumo nel caso di un solo bene ........................ » Pendenza negativa della curva di domanda ........................ » Effetto reddito ed effetto sostituzione ................................ » Scelta nel caso di più beni ................................................... » Domanda di mercato ........................................................... » Effetti della variazione del reddito ...................................... » Effetti sulla domanda del bene della variazione dei prezzi di altri beni .............................................................................. » Elasticità .............................................................................. » L’elasticità della domanda rispetto al reddito e l’elasticità incrociata ............................................................................. » w 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 1.8 1.9 ul i.m Capitolo 1 Il comportamento dei consumatori: domanda individuale e domanda di mercato 1.10 1.11 APPENDICE MATEMATICA Dimostrazione geometrica della condizione di scelta del Consumatore ............................................................................................ » 13 15 17 20 20 21 23 24 25 25 28 29 4 Compendio di Economia politica Capitolo 2 Il comportamento dei produttori dei beni e dei servizi: le imprese e la tecnologia di produzione Le imprese e gli imprenditori .............................................. Pag. Il processo di produzione delle imprese ............................. » Il profitto aziendale ............................................................. » La funzione di produzione: rendimenti di scala e produttività dei fattori ......................................................................... » 2.4.1 Rendimenti di scala e produttività dei fattori ............ » 2.4.2 La legge della produttività marginale decrescente ... » Breve e lungo periodo ......................................................... » Scelta della quantità del fattore produttivo da utilizzare nel breve periodo ...................................................................... » Scelta delle quantità di inputs da utilizzare nel lungo periodo .................................................................................... » Coefficienti tecnici fissi ........................................................ » ol i.m 2.8 gi 2.7 ag 2.5 2.6 i.i t 2.1 2.2 2.3 2.4 41 41 43 44 44 46 48 49 ul APPENDICE MATEMATICA Dimostrazione geometrica della condizione di scelta dell’impresa » 39 40 41 3.1 3.2 3.3 .m od Capitolo 3 Costi di produzione dell’impresa Costi di produzione ............................................................. Breve e lungo periodo ......................................................... Costo marginale e costo medio ........................................... 3.3.1 L’andamento del costo medio nel breve periodo ...... 3.3.2 Andamento dei costi medi nel lungo periodo ........... 55 56 57 57 61 APPENDICE MATEMATICA Costi totali, costi medi e costi marginali di produzione ................. » 66 w w w » » » » » Capitolo 4 La massimizzazione del profitto aziendale e le forme di mercato 4.1 4.2 4.3 La massimizzazione del profitto aziendale .......................... » Le forme di mercato ............................................................ » La concorrenza perfetta ...................................................... » 69 72 74 Indice generale 75 77 78 79 80 82 84 i.i t 4.4 4.3.1 Equilibrio di breve periodo dell’impresa concorrenziale ............................................................................ Pag. 4.3.2 Curva di offerta di breve periodo di un’impresa concorrenziale ................................................................. » 4.3.3 La curva di offerta dell’industria del breve periodo ... » 4.3.4 Determinazione del prezzo di equilibrio ................... » 4.3.5 Processo di aggiustamento verso l’equilibrio ............ » 4.3.6 Gli effetti degli spostamenti delle curve di domanda e di offerta ................................................................. » La curva di offerta dell’industria nel lungo periodo ............ » 5 87 ag gi ol APPENDICE MATEMATICA Condizione di massimo profitto dell’impresa concorrenziale nel breve periodo ................................................................................. » 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 i.m Capitolo 5 Il monopolio Il monopolio ........................................................................ Equilibrio del monopolista .................................................. Confronto tra monopolio e concorrenza ............................. Mercati contendibili e monopolio naturale ........................ Discriminazione dei prezzi ................................................... Concorrenza monopolistica ................................................. 89 90 94 96 97 98 APPENDICE MATEMATICA Condizione di massimo profitto dell’impresa monopolista nel breve periodo ....................................................................................... » 101 w w w .m od ul » » » » » » 6.1 6.2 6.3 Capitolo 6 Le forme di mercato oligopolistiche Le forme di mercato oligopolistiche: caratteristiche generali ........................................................................................ Oligopolio collusivo: il cartello ............................................ Oligopolio non collusivo ...................................................... 6.3.1 Oligopolio non collusivo con imprese simili .............. 6.3.2 Oligopolio non collusivo con impresa leader: il modello di Stackelberg .................................................... » » » » 103 105 107 108 » 110 6 Compendio di Economia politica 6.4 6.3.3 La teoria della curva di domanda ad angolo .............. Pag. Il modello di Bain, Sylos Labini e Modigliani ....................... » APPENDICE MATEMATICA Oligopolio: i duopoli di Cournot e Stackelberg e la teoria dei giochi applicata ai modelli oligopolistici ................................................... » 110 111 113 gi ol i.i t Parte II Macroeconomia: lo studio delle grandezze economiche aggregate od ul i.m La definizione di prodotto interno lordo ............................. Le regole di determinazione del PIL .................................... La destinazione del PIL ........................................................ Il passaggio dal PIL al reddito disponibile dei residenti ...... Identità della contabilità nazionale ..................................... Il Pil reale e il Pil nominale .................................................. Il Ciclo economico e la relazione di Okun ............................ » » » » » » » 125 127 128 129 131 134 137 » » 141 142 » 144 » 150 » » » » 152 152 158 160 .m 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 1.7 ag Capitolo 1 La produzione di beni e servizi in un sistema economico I modelli classici dell’economia ........................................... Le fluttuazioni economiche ................................................. La teoria classica del mercato del lavoro e del mercato dei beni ...................................................................................... I fattori di crescita del PIL reale: l’equazione della contabilità della crescita.................................................................... La teoria neoclassica della crescita economica: il modello di Robert Solow ................................................................... 2.5.1 Le ipotesi di base ....................................................... 2.5.2 Il progresso tecnologico ............................................. La teoria della crescita endogena ........................................ w 2.1 2.2 2.3 w w Capitolo 2 L’andamento della produzione nel lungo periodo 2.4 2.5 2.6 Indice generale 7 Capitolo 3 L’andamento della disoccupazione nel lungo periodo 3.1 3.2 La disoccupazione ............................................................... Pag. La disoccupazione di disequilibrio ...................................... » 163 165 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 t Capitolo 4 Il tasso di inflazione nel lungo periodo Moneta e inflazione ............................................................ La moneta ............................................................................ Il moltiplicatore della moneta ............................................. La teoria quantitativa della moneta .................................... Neutralità della moneta ...................................................... 169 171 173 180 183 APPENDICE MATEMATICA La formula del moltiplicatore ......................................................... » 184 i.m ag gi ol i.i » » » » » w w .m Il breve periodo ................................................................... La critica keynesiana alla teoria neoclassica ....................... La teoria keynesiana del reddito e dell’occupazione .......... Il meccanismo del moltiplicatore ........................................ La politica fiscale di stabilizzazione della produzione aggregata ...................................................................................... » » » » 185 186 190 198 » 200 w 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 od ul Capitolo 5 L’andamento dell’economia del breve periodo Capitolo 6 Il ruolo del mercato monetario nella determinazione della produzione nazionale: il modello IS-LM 6.1 6.2 6.3 Il ruolo del tasso di interesse nella determinazione della spesa in beni capitali ........................................................... L’equilibrio sul mercato dei beni in presenza di domanda di beni capitali dipendente dal tasso di interesse: la curva IS .. Il mercato della moneta ...................................................... 6.3.1 La domanda di moneta .............................................. » 203 » » » 206 209 209 8 6.4 6.5 Compendio di Economia politica 6.3.2 L’offerta di moneta ..................................................... 6.3.3 L’equilibrio sul mercato monetario: la curva LM ........ L’equilibrio macroeconomico generale di breve periodo ... Le politiche economiche nel modello IS-LM ....................... 6.5.1 Politica monetaria ...................................................... 6.5.2 La politica fiscale ........................................................ 6.5.3 Politiche economiche: conclusioni ............................ Pag. » » » » » » 226 i.i t APPENDICE MATEMATICA Determinazione delle curve IS e LM e dell’equilibrio ..................... » 211 212 215 217 218 221 225 ag i.m ul w w w 7.6 od 7.3 7.4 7.5 La bilancia dei pagamenti .................................................... Il tasso di cambio ................................................................. 7.2.1 Determinazione del tasso di cambio .......................... 7.2.2 Fattori che modificano il tasso di cambio di mercato Tasso di cambio e bilancia dei pagamenti ........................... Regime dei cambi ................................................................ Il modello di Mundell-Fleming ............................................ 7.5.1 Il modello Mundell-Fleming in regime di cambi fissi .. 7.5.2 Il modello Mundell-Fleming in regime di cambi flessibili .............................................................................. Le politiche economiche di stabilizzazione del PIL .............. 7.6.1 L’inefficacia della politica monetaria in cambi fissi ... 7.6.2 Le politiche di sostegno della produzione e del reddito nazionale in regime di cambi flessibilI .................. 7.6.3 L’inefficacia della politica fiscale in regime di cambi flessibili con perfetta mobilità dei capitali ed in piccole economie ............................................................... .m 7.1 7.2 gi ol Capitolo 7 L’equilibrio interno ed esterno del mercato reale » » » » » » » » 231 235 235 238 239 240 243 244 » » » 250 253 254 » 256 » 257 Capitolo 8 Il modello di domanda e di offerta aggregata con prezzi variabili 8.1 8.2 8.3 La relazione tra prezzi e spesa aggregata: la funzione di domanda aggregata ................................................................. » La relazione tra prezzi e produzione aggregata: la funzione di offerta aggregata ............................................................. » I modelli basati sulla rigidità dei salari e prezzi nel breve periodo ................................................................................ » 261 266 268 Indice generale 8.4 270 271 274 275 283 t 8.5 8.6 I modelli basati sull’errore di previsione degli agenti economici ...................................................................................... Pag. Il modello basato sulla relazione di Phillips ........................ » Il ruolo delle aspettative nel modello di domanda ed offerta aggregata con prezzi variabili .......................................... » 8.6.1 Equilibrio di breve e di lungo periodo nel caso di curva di offerta con aspettative di prezzo adattive ......... » 8.6.2 Il modello di domanda ed offerta aggregata con prezzi variabili ed aspettative razionali ............................ » 9 287 gi ol i.i APPENDICE MATEMATICA Derivazione della curva di offerta dalla relazione di Phillips .......... » 9.1 ag Capitolo 9 Inflazione e disoccupazione: il trade off La curva di Phillips relativa al tasso di inflazione ................ 9.1.1 Aspettative adattive e inflazione ereditata dal passato ............................................................................ 9.1.2 Disoccupazione ciclica ............................................... 9.1.3 Dinamica dei costi di produzione .............................. Le politiche per il controllo dell’inflazione .......................... La curva di Phillips di lungo periodo ................................... La relazione di Phillips con aspettative razionali ................. Isteresi ................................................................................. 291 » » » » » » » 293 294 295 295 298 299 301 APPENDICE MATEMATICA Derivazione della relazione di Phillips tra disoccupazione e tasso di inflazione ........................................................................................ » 302 ul od .m w w w 9.2 9.3 9.4 9.5 i.m » 10.1 10.2 10.3 10.4 10.5 Capitolo 10 Deficit del bilancio e debito pubblico Il saldo di bilancio pubblico ................................................. Il finanziamento del deficit di bilancio ................................ L’equivalenza ricardiana ...................................................... Il finanziamento del deficit pubblico con la creazione di moneta: la teoria di Wallace e Sargent .................................... Le determinanti del rapporto debito pubblico-PIL .............. » » » 305 307 309 » » 311 312 t i.i ol gi ag i.m ul od .m w w w w w w .m od ul i.m ag gi ol i.i t Parte I Microeconomia: lo studio del comportamento dei consumatori e delle imprese t i.i ol gi ag i.m ul od .m w w w ol i.i t Capitolo 1 Il comportamento dei consumatori: domanda individuale e domanda di mercato gi Percorso di lettura w w w .m od ul i.m ag La domanda di un bene è la quantità che si desidera acquistare. La teoria del consumo ha lo scopo di individuare i principi che guidano i consumatori nelle loro scelte di acquisto. I consumatori sono gli individui che prendono decisioni circa quali e quanti beni acquistare. Stabilire cosa un consumatore vuole comprare è un problema complesso che può essere oggetto di discipline diverse come la psicologia, la sociologia ed, appunto, l’economia. A differenza delle altre scienze sociali, la teoria microeconomica del consumo si propone, in primo luogo, di individuare il criterio che guida i consumatori quando, sulla base dei loro gusti e dati i prezzi dei prodotti, distribuiscono il loro reddito nell’acquisto dei diversi beni ed, in secondo luogo, di prevedere in che modo le variazione dei prezzi e del reddito modificano tale ripartizione. 1.1 Principi della teoria del consumo Definiamo consumatore qualunque soggetto che, avendo a disposizione un dato reddito o disponibilità di denaro per la spesa, prende decisioni riguardo quali e quanti beni acquistare. Nell’analisi del comportamento dei consumatori, la microeconomia ha elaborato alcuni assunti di fondo o principi non dimostrabili ma basati sull’osservazione empirica. Tali principi prendono il nome di assiomi della teoria del consumo. 14 Parte I Microeconomia w w w .m od ul i.m ag gi ol i.i t Il primo assioma, definito principio di razionalità, sostiene che il consumatore è razionale cioè non farà scelte incoerenti, cioè in contraddizione tra loro: se un individuo preferisce oggi una Ferrari ad un’utilitaria, non potrà cambiare idea in futuro invertendo l’ordine di preferenza. Il secondo assioma è definito principio di completezza. Nel mondo reale esistono beni diversissimi ed esistono infinite possibilità di combinarli tra loro. Definiamo tali combinazioni panieri di consumo. Ad esempio, la combinazione di beni composta da un caffè ed una brioche è un paniere di consumo, lo stesso dicasi per il paniere costituito da un cappuccino ed una fetta di torta. Naturalmente un paniere può essere composto anche da un solo bene: ad esempio, una tazza di tè è una combinazione di consumo. Secondo il principio di completezza, ciascun consumatore è in grado di stabilire un ordine di preferenza tra tutti i possibili panieri di beni esistenti in natura, cioè è sempre in grado di dire se preferisce una combinazione rispetto ad un’altra e, quindi, di classificare tutti i possibili panieri dal più preferito al meno gradito sulla base dei suoi gusti. In microeconomia i panieri sono sinteticamente indicati con lettera maiuscola; il paniere composto da un caffè ed una brioche potrà essere indicato con la lettera A, mentre il paniere composto da un cappuccino ed una fetta di torta dalla lettera B; infine, indichiamo con la lettera C il paniere composto da una sola tazza di tè. Il terzo assioma è il principio di ottimizzazione. Il consumatore spende il suo reddito per acquistare quella combinazione di beni che gli dà la massima soddisfazione o utilità. Ad esempio, se sappiamo che il consumatore preferisce il paniere A = (1 caffè; 1 brioche) alla combinazione B = (1 cappuccino, 1 fetta di torta) e C = (1 tazza di tè, 0 di altri beni) e tutti e tre costano 3 euro, secondo il principio di ottimizzazione, siamo sicuri che, avendo a disposizione una somma non superiore a 3 euro, egli la spenderà per comprare il paniere A e non B o C. Secondo il quarto assioma, principio di non sazietà, dati due paniere che si differenziano solo per la quantità di un bene, ad esempio il paniere D = (1 caffè, 1 brioche, 1 spremuta d’arancia) ed E = (1 caffè, 2 brioche, 1 spremuta d’arancia), il consumatore preferirà sempre il paniere con la maggior quantità di beni e, cioè, il paniere E. Secondo l’ultimo assioma, principio di transitività, è possibile conoscere i gusti di un consumatore mediante confronti anche indiretti tra i panieri scelti: se tra la combinazione A e quella B, il soggetto sceglie A e, tra il paniere B e C, sceglie B, possiamo essere certi che per lui A è preferito a C. Capitolo 1 Il comportamento dei consumatori 15 1.2 Nozione di utilità ul i.m ag gi ol i.i t L’utilità totale è la soddisfazione che un individuo trae quando acquista e fa uso di una data quantità di un bene o di un insieme di beni. L’utilità marginale è il piacere che l’individuo trae dal consumo dell’ultima unità di un bene. Per chiarire la differenza tra l’utilità totale e utilità marginale si consideri la tabella 1.1: il consumatore deve scegliere quante mele comprare. Nella seconda colonna sono riportati i valori dell’utilità che egli attribuisce a ciascuna successiva mela: il consumo della prima mela gli arreca un grado di soddisfazione pari a 5, dalla seconda mela trae un benessere pari a 4 e così via fino alla sesta mela il cui consumo non gli dà alcun piacere. Tali valori sono le utilità marginali. L’utilità totale indica, invece, la soddisfazione ricavata dal consumo di tutte le mele: l’utilità totale di una mela è 5, l’utilità totale di due mele è 9 così via. Si noti che l’utilità totale del consumo di un dato quantitativo di mele è la somma delle utilità marginali derivanti dal consumo di ciascuna mela. L’utilità totale del consumo di sei mele è 15. Utilità marginale Utilità totale 1a mela 5 5 4 4 3a mela 3 3 4a mela 2 2 5a mela 1 1 6a mela 0 15 7a mela -1 14 8a mela -2 12 .m w w 2a mela od Quantità di mele acquistate w Tabella 1.1 – Utilità marginale e utilità totale nel caso del consumo di un solo bene La tabella 1.2 evidenzia la relazione tra utilità marginale ed utilità totale nel caso del consumo di un paniere di beni; l’individuo può scegliere di consumare una data combinazione dei due beni, mele ed arance. 16 Parte I Microeconomia Tabella 1.2 – Utilità marginale e utilità totale nel caso del consumo di un paniere di beni Quantità Utilità Utilità Quantità Utilità Utilità di mele marginale totale di arance marginale totale delle acquistate delle mele delle mele acquistate delle arance arance 5 5 1a arancia 7 7 2a mela 4 9 2a arancia 6 13 3a mela 3 12 3a arancia 5 18 4a mela 2 14 4a arancia 4 5a mela 1 15 5a arancia 3 25 6a mela 0 15 6a arancia 2 27 7a mela -1 14 7a arancia 1 28 8a mela -3 11 i.i t 1a mela i.m ag gi ol 22 ul 8a arancia 0 28 w w w .m od Per ogni possibile combinazione dei due panieri, l’utilità totale del consumatore è la somma delle utilità totali associate al consumo dei due beni. Ad esempio, se l’individuo sceglie di comprare tre mele e due arance, l’utilità totale è 25 pari alla somma tra 12, utilità totale di tre mele, e 13, utilità totale di due arance. Le tabelle mostrano una caratteristica importante dell’utilità marginale: quanto più un individuo compra quantità di un bene tanto minore è la soddisfazione che esso ritrae per ciascuna successiva unità (l’utilità marginale della prima mela è più alta della seconda, l’utilità marginale della seconda è maggiore della terza e così via). In altre parole l’utilità marginale o aggiuntiva diminuisce se l’individuo consuma quantità sempre maggiori di un determinato bene. Perché avviene ciò? L’ipotesi della decrescenza dell’utilità marginale, confermata nella realtà per la quasi totalità dei beni, è conseguente alla constatazione empirica che ciascun individuo, in situazione di scarsità, apprezza molto il consumo di un bene ma quando comincia a disporne di quantità più elevate la soddisfazione che trae dalle successive dosi è via via inferiore. Un individuo gradirà molto più il primo caffè della mattina del decimo caffè preso in tarda serata. Capitolo 1 Il comportamento dei consumatori 17 t In alcuni casi, il successivo consumo di un bene potrebbe danneggiare anziché arrecare piacere: nella tabella 1.2 l’utilità marginale della settima mela è negativa ad indicare che l’individuo è così sazio che per lui il consumo di tale ulteriore unità è un ‘male’. È evidente, pertanto, che un individuo domanda le successive unità di un bene che gli arrecano un beneficio ossia in relazione alle quali l’utilità marginale è positiva mentre non acquisterà le unità per le quali l’utilità marginale è negativa perché tali dosi del bene sono considerate nocive. i.i 1.3 Scelta di consumo nel caso di un solo bene w w w .m od ul i.m ag gi ol È possibile esprimere in termini monetari il benessere che un individuo trae dal consumare successive unità di un bene. Ad esempio, potremo chiedere all’individuo quanto sarebbe disposto a pagare per consumare una mela in più: in tal modo, l’utilità marginale è espressa in termini di denaro. Adottando questa convenzione, le tabelle 1.1 e 1.2 riportano i valori numerici delle utilità marginali espressi in termini di denaro: per la prima mela il consumatore sarebbe disposto a pagare 5 euro, per la seconda 4 euro e così via. L’utilità totale indica il valore monetario complessivo che l’individuo attribuisce al consumo di una data quantità del bene: il consumo di 6 mele gli dà un benessere complessivo valutato 15 euro o, detto in altri termini, sarebbe disposto a pagare fino a 15 euro per acquistare tale paniere. Tale modo di esprimere l’utilità marginale è definita anche prezzo di riserva: il prezzo di riserva è il prezzo che il consumatore è al massimo disposto a pagare per acquistare una dose aggiuntiva di un bene e riflette il valore monetario del beneficio marginale connesso al consumo di tale dose. Espressa in questo modo, la nozione di utilità marginale o prezzo di riserva permette di derivare la curva di domanda individuale che esprime la relazione tra prezzo di ciascun bene e quantità domandata di quel bene. Da altro punto di vista, la curva di domanda indica anche il prezzo massimo (presso di riserva) che il soggetto esaminato è disposto a pagare per acquistare un’unità addizionale del bene. Nella figura 1.1 è rappresentata la curva di domanda di mele. L’utilizzo dell’utilità espressa in termini monetari o del prezzo di riserva permette di individuare la seconda importante conclusione della teoria del consumo: nella scelta di un singolo bene un consumatore acqui- 18 Parte I Microeconomia ol i.i t sterà quelle unità per le quali il prezzo di riserva o utilità marginale espressa in termini monetari è maggiore o uguale al prezzo richiesto dal venditore. Nella tabella 1.3 sono riproposti i valori dell’utilità marginale e i prezzi chiesti dal venditore per ciascuna mela. Si assume che ogni mela costi 1 euro. La conclusione è immediata: l’individuo compra cinque mele poiché per ciascuna di esse il prezzo che è disposto a pagare (utilità marginale in termini monetari o prezzo di riserva) è maggiore del prezzo unitario mentre non acquisterà la sesta mela perché il beneficio derivante dal consumo di tale unità è minore del prezzo di acquisto. 1a mela 5E 2a mela 4E 3a mela 3E Utilità totale netta o Surplus netto 4E 4E 3E 7E 1E 2E 9E 2E 1E 1E 10 E 1E 1E 0E 10 E 6a mela 0E 1E -1 E 9E 7a mela -1 E 1E -2 E 7E 8a mela -2 E 1E -3 E 4E ul 1E 1E od w w 5a mela .m 4a mela Prezzo unitario i.m Utilità marginale in termini monetari ag Utilità marginale netta in termini monetari w Quantità di mele acquistate gi Tabella 1.3 – Utilità marginale e utilità totale nel caso del consumo di un solo bene Nella figura 1.1 la scelta del consumatore è la combinazione composta da 5 mele. Nella tabella sono riportate altre due colonne di valori: il beneficio marginale netto, differenza tra utilità marginale in termini monetari e prezzo unitario, esprime il beneficio netto che il consumatore trae da ciascuna dose addizionale; il beneficio totale netto o surplus netto espri- Capitolo 1 Il comportamento dei consumatori 19 me l’utile totale al netto della spesa sostenuta per ciascuno livello di consumo. L’esempio chiarisce che in corrispondenza della scelta del consumatore il surplus netto o beneficio totale netto è massimo. Fino a cinque mele l’utilità totale aumenta mentre dopo cinque mele comincia a decrescere poiché i benefici marginali netti di tali successive unità sono negativi. Nella figura 1.1 il surplus netto è rappresentato dall’area evidenziata. P t E ol i.i 5E gi 4E ag 3E i.m 2E Prezzo mele = 1 E -1E 3 4 5 6 7 8 mele w w -2E 2 .m 1 od ul 1E w Figura 1.1 – Curva di domanda di mele La curva di domanda della figura 1.1 si riferisce al caso di un bene consumabile in quantità discrete (una mela, due mele, tre mele, etc.) ma nella realtà esistono beni che possono essere acquistati in quantità continue come ad esempio la benzina o il cemento cioè beni che possono essere venduti anche per frazioni dell’unità di misura. In questo caso la curva di domanda individuale ha la forma descritta nella figura 1.2: se il prezzo unitario del bene è p* la quantità domandata dal soggetto è q* ed il surplus netto o beneficio netto è rappresentato graficamente dall’area tratteggiata sotto la curva di domanda delimitata dalla curva di domanda stessa e dal prezzo di mercato. Parte I Microeconomia 20 P P* ag gi ol i.i t E q i.m q* ul Figura 1.2 – Curva di domanda di bene acquistabile in quantità divisibili od 1.4 Pendenza negativa della curva di domanda w w w .m La pendenza negativa della curva di domanda individuale discende dall’ipotesi di decrescenza dell’utilità marginale: all’aumentare delle dosi addizionali del bene, il beneficio marginale del consumatore tende a ridursi per cui i prezzi che esso è disposto a pagare per disporre di tali successive unità tendono ad essere progressivamente minori. In altre parole, ogni consumatore è disposto a domandare successive unità del bene a condizione che il prezzo unitario da pagare sia via via più basso. Tale caratteristica della curva di domanda è nota come legge di domanda: la quantità domandata di un bene dipende dal prezzo unitario del bene stesso e varia in direzione inversa ad esso. Un consumatore domanda maggiori quantità di un bene se il prezzo dello stesso si riduce. 1.5 Effetto reddito ed effetto sostituzione La teoria dell’utilità marginale decrescente spiega la legge di domanda secondo cui la domanda di un bene dipende negativamente dal prezzo del bene stesso: ‘negativamente’ significa che se il prezzo aumenta la Capitolo 1 Il comportamento dei consumatori 21 i.m ag gi ol i.i t quantità domandata diminuisce. Gli effetti che la variazione del prezzo ha sulla domanda del consumatore sono di due tipi: l’effetto reddito e l’effetto di sostituzione. Iniziamo dal primo: se il prezzo del bene aumenta ed il reddito monetario del soggetto non varia, il potere di acquisto del consumatore si riduce. Se il prezzo delle mele raddoppia è come se il reddito del consumatore si fosse dimezzato. Ciò induce il soggetto a comprare meno beni e, quindi, anche una minore quantità del bene il cui prezzo è aumentato. Tale effetto è denominato effetto reddito ad indicare l’impatto che le variazioni del prezzo hanno sul potere di acquisto dei consumatori. In secondo luogo, se il prezzo del bene aumenta ed i prezzi degli altri beni non variano, il consumatore è indotto a sostituire il bene il cui prezzo è aumentato con gli altri il cui prezzo è rimasto costante. Ad esempio, se il prezzo delle mele aumenta e quello delle arance non varia l’individuo tende a sostituire le arance con le mele. Tale effetto è denominato di sostituzione ad indicare l’impatto che le variazioni del prezzo hanno sulle scelte del consumatore nella sostituzione tra beni. ul 1.6 Scelta nel caso di più beni w w w .m od L’obiettivo di ogni individuo è scegliere quella combinazioni di beni o paniere che gli consente di massimizzare la propria utilità. Si consideri la tabella 1.2 dove sono riportate le utilità marginali derivanti dal consumo delle mele e delle arance. Supponiamo, inizialmente, che i prezzi unitari delle mele e delle arance siano uguali e pari ad 1 euro e supponiamo che il reddito del consumatore sia 6 euro. Quale combinazioni tra i due beni consente di massimizzare l’utilità del soggetto? Per rispondere ragioniamo unità per unità: per il soggetto, l’utilità marginale della prima mela è 5 mentre quella della prima arancia è 7. Poiché la soddisfazione derivante dal consumo della prima arancia è superiore al benessere conseguente al consumo della prima mela, il nostro individuo comprerà certamente l’arancia. Continuando nell’analisi unità per unità, il soggetto comprerà ancora una seconda arancia anziché una mela poiché il beneficio marginale della seconda arancia (6) continua ad essere superiore a quello della prima mela (5). A questo punto, il consumatore è indifferente tra l’acquisto di una terza arancia e l’acquisto della prima mela, avendo entrambi i beni lo stesso livello di utilità marginale: pertanto, egli domanderà entrambi. 22 Parte I Microeconomia ul i.m ag gi ol i.i t Lo stesso dicasi per le successive unità, quarta arancia e seconda mela, che egli acquisterà avendo entrambi pari utilità marginale. Avendo speso tutto il suo reddito nell’acquisto di due mele e quattro arance, il soggetto si fermerà. Possiamo concludere che, in presenza di beni che hanno uguale prezzo unitario, il consumatore valuta l’utilità marginale dei beni e sceglie quelle unità che conferiscono un beneficio marginale superiore. Definiamo equilibrio del consumatore la situazione nella quale l’individuo non effettua altre scelte perché è soddisfatto di quello che ha comprato. L’esempio dimostra che l’equilibrio del consumatore si verifica quando l’individuo compra quella combinazione dei due beni le cui utilità marginali delle ultime unità scelte sono uguali: in questo caso, infatti, non ci sono beni preferiti rispetto ad altri ed il soggetto non effettua altre scelte. E se i beni presentano prezzi differenti? In questo caso il consumatore sceglie i prodotti che presentano il più elevato rapporto utilità marginale-prezzo unitario e l’equilibrio del consumatore si verifica quando sceglie beni che presentano uguali valori del rapporto utilità marginale-prezzo: od hŵĂƌŐĂƌĂŶĐĞ .m WĂƌĂŶĐĞ = hŵĂƌŐŵĞůĞ WĂƌĂŶĐĞ w w w Questa è la condizione essenziale per ottenere la massima soddisfazione o utilità. Per quale ragione questa condizione è necessaria? Il rapporto tra utilità marginale e prezzo del bene, definito utilità marginale ponderata, indica il beneficio che il consumatore riceve quando spende un euro nell’acquisto dell’ultima dose del bene. In altri termini, l’utilità marginale ponderata delle arance indica il benessere ricevuto dal soggetto per l’ultimo euro speso nell’acquisto di tale frutto. Se in relazione alla combinazione scelta dal soggetto, l’utilità marginale ponderata del primo bene è maggiore dell’utilità marginale ponderata del secondo bene, il soggetto non sta massimizzando la sua utilità perché potrebbe accrescere ulteriormente il suo benessere risparmiando un euro nell’acquisto del secondo bene e spendendolo per l’acquisto del primo che gli conferisce un beneficio superiore. L’unica combinazione che gli dà il massimo benessere, e scelta la quale non modificherà le Capitolo 1 Il comportamento dei consumatori 23 su decisioni (per l’appunto di equilibrio), è quella in corrispondenza della quale le utilità marginali ponderate dei beni che la compongono sono uguali tra loro; tale paniere non è migliorabile sotto l’aspetto del benessere del consumatore. 1.7 Domanda di mercato Individuo 1 Mercato = Individuo 1 + Individuo 2 .m Individuo 1 od ul i.m ag gi ol i.i t La curva di domanda del consumatore o curva di domanda individuale esprime la relazione tra prezzo del bene e quantità acquistata dall’individuo. La curva di domanda di mercato esprime la relazione tra prezzo del bene e quantità domandata da tutti i consumatori di quel prodotto. La curva di domanda di mercato di un bene si ottiene sommando, per ciascun possibile livello di prezzo, le quantità richieste dai consumatori. Si consideri la figura 1.3: per semplicità supponiamo che il mercato sia composto solo da due consumatori. Per ciascuno livello di prezzo, ad esempio p’, la domanda del mercato è pari alla somma delle quantità chieste da ciascuno dei soggetti. Ripetendo il procedimento per ogni altro livello del prezzo si costruisce la curva di domanda del mercato. w w w P P’ q’1 q1 q’2 q2 Figura 1.3 – Costruzione della curva di domanda di mercato Q’= q1’ + q’2 Q