Conoscere l’Altro Un incontro in 2c con Fatima El Barji Un giorno ci venne annunciato che in marzo veniva una signora del Marocco per darci qualche informazione sul suo paese e sui suoi viaggi. Infatti, il… marzo insieme alla prof., in classe è entrata una ragazza : Fatima El Barji, di origine marocchina, leggermente scura di pelle, con il velo sulla testa, ma pur essendo straniera, parlava perfettamente l’i taliano. Subito ha iniziato a parlare dei suoi viaggi, da quando è emigrata dal Marocco a Trento perché suo padre doveva cercare lavoro e quindi per problemi economici. Ci ha parlato che lei e i suoi quattro fratelli immaginavano l’Italia e le sue città come New York, piene grattacieli e insegne luminose, cose abbastanza vere che hanno soddisfatto in parte le sue aspettative. Ci ha detto anche: “La mia non è stata una scelta, ma pur di seguire mio padre ho dovuto lasciare tutti i parenti, gli amici, e gli affetti nel Marocco, è questo che mi è dispiaciuto più di tutto”. Arrivata in Italia, siccome le è sempre piaciuto visitare e viaggiare ha subito girato il paese : è stata a Milano (la città industriale), Torino,Venezia, Na- poli, Roma (la capitale affascinante) e Ferrara (la città medievale,… Ha viaggiato anche in Europa: Madrid e Siviglia in Spagna, Parigi e St. Malò in Francia. Ora vorrebbe visitare il magnifico mondo indiano! rarmi, perché per me il gioco era essenziale nella mia infanzia”. Le manca anche il rapporto tra vicini di casa: “in Marocco tra inquilini c’era un rapporto di generosità e disponibilità davvero forte! Ci si scambiavamo Appena arrivati in Italia, aveva dieci anni, ha capito molto il diverso modo di vivere; per esempio, lei era abituata a giocare in strada, a divertirsi fino alle dieci di sera insieme ai fratelli e gli amici, a palla, a nascondino o alla “campana”, ci ha detto anche che a sera “i miei fratelli dovevano recupe- favori o cibo,…insomma qualsiasi cosa!” Invece, come ben sappiamo, qui non succede, nell’Italia del nord non c’è rapporto mentre nel sud c’è. Anche in casa sua madre trova difficoltà a lavare il pavimento perché con il mocio non si tira via tutto lo sporco. Infatti in Marocco per lavarlo Sikhismo Il fondatore della religione sikhista è il guru Nanak Dev (1469-1539) che, dopo avere ricevuto l'illuminazione a Sultanpur, trascorse il resto dei suoi anni a viaggiare per l'India cantando le poesie religiose che lui stesso aveva composto, e che successivamente furono registrate per iscritto e inserite nel canone sikhista. Attorno al guru Nanak si raccolse una comunità di discepoli (Sikh = "discepolo"), tra i quali egli scelse il proprio successore, Guru Angad. In tutto, i successori del primo guru furono dieci. si gettano secchi di acqua e sapone nelle stanze e così… “ci potevamo divertire scivolando!!!” “Ho trovato difficoltà nell’i nserirmi tra gli amici perché avevo voglia di comunicare, ma non sapendo la lingua, non potevo; se magari un amico mi accettava, gli stavo addosso e quindi anche lui si stufava, ma questo io lo facevo perché volevo fare amicizia con tutti! Quanto alla domanda: “Sai dirci di cantanti famosi nel Marocco? “ lei ci rispose che ce n’erano molti e subito li elencò: il gruppo Nass Ghiwane Jedwane, Khalad (musica rai algerina), Bilel (Marocchino), Najet, Atabo, Kadem El-Saher (iracheno). Poi ci parlò dello scrittore più famoso: Tahar Ben Jalloun, e anche del poeta più famoso:Mohamud Darwish. Ci ha poi raccontato un fatto: “Un giorno parlavo con una mia amica di un fatto successo a Trento: dei ragazzi che picchiavano altri ragazzi, e passa di lì un’altra amica che mi dice che prima o poi colpiranno anche me, concludendo: - Scusa il gergo, marocchina! - io ci sono rimasta un po’ male perché qui considerano la parola ‘marocchina’ una presa in giro, invece che: abitanti del Marocco”. Infine ci ha dato qualche informazione sul Marocco. Giulia Adami Quanti di voi si saranno chiesti perché mi raccolgo i capelli in questo modo e non avete avuto il coraggio di chiedermelo? ... Adesso ve lo racconto. Come sapete, io vengo dall’India e appartengo all’etnia Sikh. Noi siamo il 10% della popolazione dell’India. La maggior parte vive al Nord, soprattutto nel Panjab. C’è una tradizione che dice che: i maschi non devono tagliare i capelli, e per questo motivo lì raccolgono in questo modo. Khanda: simbolo che rappresenta il potere creativo universale. Al centro c'è una lama a due tagli, simbolo del potere onnipotente del Creatore; il cerchio simboleggia l'infinito; le due lame all'esterno stanno per l'equilibrio spirituale e temporale dell'universo. e camerieri, gli altri soprattutto agricoltori e sono molto ricercati. In ogni città dove la presenza è molto forte c’è un Gurdw ara. La religione nacque nel 1699 da una costola dell’induismo e il Basaki è la ricorrenza più importante. La data precisa della festa è il 13 e 14 aprile. Pr ima questa festa è stata festeggiata a Bergamo e a Brescia, poi a Roma e Arezzo. Alla grande manifestazione romana sono arrivati da tutta Italia. La bandiera è di colore arancione, il colore sacro dei Sikh. Gli uomini hanno in mano le tipiche spade indiane. Sotto il palco c’è il Grabthi, custode della Gurdw ara di Fregene. Il Natale dei Sikh indiani Sono decine di migliaia e vivono sparsi per l’Italia, ma c’è un giorno dell’anno in cui i Sikh festeggiano il Basaki, anniversario della nascita della loro religione. Come tutti gli anni anche quest’anno a Roma il quartiere Esquilino si è trasformato in un angolo dell’Oriente indiano dove i colori dei vestiti e dei fiori, gli inni sacri e le danze tradizionali hanno fatto da Giugno 2006 sfondo ad una festa che ha visto sfilare seimila persone. Questa festa è celebrata soprattutto nel nord e nel centro Italia. Cremona,Vicenza, Sabaudia: queste sono alcune delle città in cui la presenza Sikh è più numerosa. A Reggio Emilia invece c’è la Gurdw ara, il tempio più grande. I Sikh che vivono nei centri urbani sono in gener i commercianti, ristoratori Vucumprà Randeep pag 24