Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 1 A Introduzione a PSpice A.1 Introduzione Questa appendice fornisce una introduzione al software per la simulazione dei circuiti elettronici PSpice. Le istruzioni per l’installazione sono presentate nel paragrafo A.2, mentre il paragrafo A.3 fornisce un sommario delle caratteristiche del software. I paragrafi da A.4 ad A.7 descrivono i passi iniziali del processo di analisi circuitale: • • • • disegno del circuito selezione del tipo di analisi simulazione del circuito rappresentazione dei risultati della simulazione I paragrafi rimanenti, da A.8 ad A.13, riguardano alcune operazioni specifiche: • • • • • • A.2 Installazione del software copia e cattura degli schemi elettrici variazione dei parametri analisi della risposta in frequenza creazione dei modelli dei dispositivi e degli elementi circuitali creazione della descrizione del circuito in forma di testo (netlist) uso di librerie di modelli e sottocircuiti Le istruzioni per l’installazione di PSpice sono stampate sul dischetto di installazione o sul CD-ROM con cui il simulatore è distribuito. Generalmente, per l'installazione una versione demo di PSpice in ambiente Windows, bisogna compiere i seguenti passi: Passo 1. Inserire il primo dischetto, o il CD, nell'apposito drive. Passo 2. Se non sono attivate funzioni di autorun, dal programma che gestisce i file di Windows selezionare il drive. Passo 3. Eseguire un doppio clic col tasto sinistro sul file SETUP.EXE. Passo 4. Clic su OK per selezionare il compito default: Install Design Center Evaluation Version. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 2 Pagina 2 Appendice A Introduzione a PSpice Passo 5. Clic su OK per accettare la directory proposta per l'installazione; solitamente C:\MSIMEVXX. Passo 6. Clic su Yes per creare l’icona del Design Center, mostrata in Fig. A.1. Passo 7. Clic, ancora col tasto sinistro del mouse, sull’icona del Design Center. La finestra di lavoro si aprirà. Figura A.1 Icone di una versione del “Design Center” di PSpice A.3 Sommario Il pacchetto software Design Center è costituito da tre programmi interattivi: Schematics, PSpice e Probe. Schematics è un programma molto versatile che consente di costruire circuiti prelevando i componenti da una finestra nello schermo. PSpice analizza i circuiti creati da Schematics e genera le soluzioni in termini di tensioni e correnti. Probe è un post processore che permette di riportare in grafico gli andamenti di parametri quali la tensione, la corrente, l’impedenza e la potenza. In Fig. A.2 è rappresentata la barra comandi generale di Design Center. Sono riportati 11 diversi menu, tra cui File, Edit, Draw, View e Analysis sono quelli più utilizzati. È disponibile anche un meccanismo di suggerimenti (help) in linea. La maggior parte delle operazioni viene eseguita con l’uso del mouse, con cui è possibile spostare il cursore sullo schermo. Per impostare i comandi occorre eseguire brevi impulsi, clic, sui pulsanti, cioè “cliccare”. Nell’utilizzo del mouse bisogna seguire una sequenza del tipo oggetto-azione. Prima si seleziona un oggetto e quindi l’azione da compiere su di esso. Cliccando sul titolo di un menu si apre la corrispondente finestra di dialogo. Quindi, con un altro clic, si può eseguire il comando desiderato. Una singola pressione del tasto sinistro del mouse su una voce, la seleziona. Cliccando due volte invece si esegue una azione, come, per esempio, la terminazione di un certo modo di operare, o la visualizzazione di una selezione. Per trascinare un oggetto occorre cliccare su di esso col tasto sinistro del mouse e quindi, mantenendo il tasto premuto, muovere il mouse, rilasciando il tasto quando l’oggetto si trova nella posizione desiderata. Per chiudere un modo di funzionamento, occorre cliccare con il tasto sinistro del mouse. Per ripetere un’azione, cliccare due volte sul tasto destro. La filosofia di funzionamento del mouse è riassunta in Tabella A.1 Figura A.2 Barra dei comandi del “Design Center” Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 3 Paragrafo A.4 Tabella A.1 Funzionamento del mouse in PSpice Pulsante Azione Disegno del circuito Funzione svolta Sinistro Singolo clic Doppio clic Doppio clic su un oggetto selezionato Pulsante tenuto premuto su oggetto selezionato Singolo clic con SHIFT premuto Seleziona un oggetto Conclude una modalità operativa Modifica la selezione Destro Interrompe senza effetti una modalità operativae Ripete l’azione precedente Singolo clic Doppio clic A.4 3 Disegno del circuito Sposta la selezione Estende la selezione, aggiungendo oggetti Passo 1. Prelevare i componenti utilizzando il comando Get New Part e piazzarli sul circuito. Passo 2. Ruotarli nella posizione desiderata. Passo 3. Effettuare i collegamenti tra i componenti. Passo 4. Aggiungere le etichette (simboli) e il testo desiderato. Passo 5. Impostare gli attributi dei componenti. Passo 6. Visualizzare lo schema elettrico. Passo 7. Salvare il circuito. Come esempio del processo, tracceremo il disegno del circuito RLC mostrato in Fig. A.3. Figura A.3 Circuito RLC Prelevare e posizionare i componenti Figura A.4 Menu Draw Il primo passo consiste nel posizionare sullo schema un generatore di impulsi, un resistore, un induttore, un condensatore e la massa. A tal fine può essere utilizzato lo Schematic Editor per prelevare i componenti dalle librerie. Utilizzare il comando Get New Part nel menu Draw mostrato in Fig. A.4. Quando si seleziona il comando Get New Part, appare la finestra rappresentata in Fig. A.5. A questo punto si può scegliere il comando Browse per ottenere una lista di elementi da cui prelevare il componente, oppure digitare il nome del componente desiderato. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 4 Pagina 4 Appendice A Introduzione a PSpice Figura A.5 Finestra attivata dal comando Get New Part (a) Inserimento di elemento esistente (tasto OK) (b) Scelta dell’elemento da una lista (tasto Browse...) Dopo aver selezionato un componente, scegliere OK oppure cliccare due volte. Quando il cursore è stato sostituito dal simbolo del componente prescelto, quest’ultimo diventa il componente corrente ed è pronto per essere posizionato nello schema. Singolo clic per posizionare il componente, doppio clic per posizionare e contestualmente terminare il modo inserimento, oppure cliccare con il tasto destro per abortire l’operazione. Per spostare un componente, cliccare su di esso col tasto sinistro del mouse, quindi, mantenendo il tasto premuto, muovere il mouse. Quando il componente si trova nella posizione desiderata, rilasciare il tasto del mouse. Per eliminare un componente, selezionarlo e scegliere Delete dal menu Edit. Per il circuito dell’esempio, posizionare una sorgente di impulso (VPULSE) prelevandola dalla libreria source.slb; una resistenza (R), un’induttanza (L), una capacità (C) dalla libreria analog.slb e un simbolo di massa (AGND) dalla libreria port.slb. Sistemarli, quindi, come mostrato in Fig. A.6. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 5 Paragrafo A.4 Disegno del circuito 5 Figura A.6 Elementi del circuito RLC Rotazione dei componenti Figura A.7 Menu Edit Figura A.8 Elementi ruotati nella posizione voluta Ruotare adesso il condensatore in modo che esso possa essere connesso al resto del circuito. Per ciascun comando di rotazione il componente ruoterà di 90° in senso antiorario. Per ruotare un qualunque componente, selezionarlo e scegliere Rotate dal menu Edit mostrato in Fig. A.7. La Fig. A.8 mostra il condensatore ruotato di 90°. Per deselezionare il componente, cliccare su di esso col tasto destro del mouse, oppure cliccare su uno spazio vuoto dello schematico col tasto sinistro. Il comando Flip genera un’immagine speculare dell’oggetto selezionato. A questo fine selezionare il componente e scegliere Flip dal menu Edit. Per ruotare o trascinare due o più componenti insieme, si deve dapprima selezionarli tracciando un rettangolo che li racchiuda, quindi ruotare o trascinare il rettangolo. Per disegnare un rettangolo attorno ai componenti, puntare su una zona esterna al gruppo di componenti, quindi premere il pulsante sinistro e spostare diagonalmente il mouse fino a Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 6 Pagina 6 Appendice A Introduzione a PSpice tracciare un rettangolo che li contenga tutti. Per deselezionare uno dei componenti, cliccare su di esso col tasto desto del mouse. Per deselezionare l’intero rettangolo, premere il tasto sinistro su un punto vuoto dello schermo. Collegamento dei componenti Una volta posizionati i componenti sulla scheda è necessario collegarli tra loro. È possibile usare lo Schematic Editor per disegnare i collegamenti sullo schema circuitale. Per tracciare un collegamento, scegliere Wire dal menu Draw. Non appena il cursore assume l’aspetto di una penna, cliccare per iniziare a tracciare il collegamento. Spostare il mouse nella direzione opportuna per tracciare il collegamento. Cliccare due volte per terminare il filo e cambiare modo di operazione. La Fig. A.9 mostra i collegamenti del circuito utilizzato come esempio. Figura A.9 Connessioni circuitali SUGGERIMENTO: Per richiamare l’ultimo comando usato, (per esempio Wire), si può cliccare con il tasto destro: apparirà un menu in cui è presente il nome del comando desiderato. Etichettatura dei componenti e aggiunta di testo Si possono posizionare delle etichette su collegamenti, tratti di bus, o porte di interfaccia. Ogni elemento può avere più etichette, ma il testo delle etichette che individuano uno stesso nodo deve coincidere. Ciascun componente del circuito può essere contrassegnato con un’etichetta. Assegneremo i simboli R, L, C, Vs e Vo. Per creare o modificare un’etichetta, selezionare il filo, il segmento di bus o la porta di cui si vuole modificare l’etichetta, quindi scegliere Attributes dal menu Edit, oppure cliccare due volte sull’etichetta preesistente al fine di far apparire la finestra di dialogo mostrata in Fig. A.10. Digitare il testo e quindi selezionare OK. Figura A.10 Assegnazione di un’etichetta agli elementi circuitali (a) (b) Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 7 Paragrafo A.4 SUGGERIMENTO: Disegno del circuito 7 Per spostare un’etichetta, cliccare su di essa e piazzarla nella posizione desiderata. È possibile posizionare del testo ovunque nello schema, dimensionandolo secondo le proprie esigenze. Per aggiungere testo allo schema, scegliere Text dal menu Draw. Nella finestra di dialogo che apparirà, scrivere il testo desiderato. Per modificare la dimensione dei caratteri secondo le proprie esigenze si deve agire sulla dimensione del carattere (font size) mostrata nella finestra di dialogo. Scegliere OK e, quando il testo appare sullo schermo, spostarlo nella posizione desiderata sullo schematico e quindi cliccare per posizionarlo. Cliccare due volte, oppure premere il tasto destro del mouse, per terminare il modo di operazione. Per il circuito dell’esempio, si può aggiungere la tensione di uscita Vo come mostrato nella Fig. A.11. Figura A.11 Aggiunta di testo nello schema Impostare degli attributi L’attributo di un oggetto dello schema consiste in parametro definito da un nome e dal relativo valore. Un modo per visualizzare e modificare l’attributo di un oggetto consiste nel selezionare l’oggetto e scegliere Attributes dal menu Edit. Un altro modo consiste nel fare doppio clic sul testo dell’attributo per aprire la finestra di dialogo Set Attribute Value. Come mostrato in Fig. A.12, apparirà una finestra di dialogo in cui è possibile digitare il nuovo valore da assegnare al parametro. Per il circuito dell’esempio, occorre impostare 2 Ω, 50 µH e 10 µF per R, L e C, come mostrato in Fig. A.12. Figura A.12 Impostazione del valore degli attributi degli elementi (a) (b) Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 8 Pagina 8 Appendice A Introduzione a PSpice SUGGERIMENTO: Un modo rapido per impostare il valore di un componente è cliccare due volte su di esso, digitare il valore e quindi selezionare OK. Selezionando un componente, apparirà una finestra di dialogo che mostrerà tutti gli attributi di quel componente che possono essere modificati. Per modificare il valore di un attributo, selezionarlo dalla lista. Il nome e il valore dovrebbero apparire nel campo di scrittura, nella parte alta della finestra di dialogo, come mostrato in Fig. A.13. Modificare il valore nel campo Value e cliccare su Save Attr. Per cancellare un attributo, selezionarlo dalla lista e cliccare su Delete. Per decidere se il nome e/o il valore di un attributo devono essere mostrati sullo schema, selezionarlo e cliccare su Change Display. Per aggiungere un nuovo attributo, digitare il nome e il valore nel campo di scrittura della finestra di dialogo e cliccare su Save Attr. Per il circuito dell’esempio, cliccare due volte sulla sorgente di impulso Vs e quindi digitare V1=0 V2=1V TD=0 TR=1ns TF=1ns PW=0.5ms PER=1ms La finestra è mostrata in Fig. A.13 (TD sta per tempo di ritardo, TR per tempo di salita, TF per tempo di discesa, PW per durata dell’impulso e PER per periodo). Selezionare OK per rendere effettive le modifiche. Figura A.13 Modifica degli attributi di un generatore Visualizzare lo schematico Figura A.14 Menu View È possibile modificare la scala di visualizzazione del disegno attraverso il menu View mostrato in Fig. A.14. La Tabella A.2 spiega le funzioni dei comandi nel menu View. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 9 Paragrafo A.5 Selezione del tipo di analisi 9 Tabella A.2 Comandi del menu View Comando Funzione Imposta la scala di visualizzazione in modo tale che tutti i componenti, fili e dati testuali possano essere visualizzati sullo schermo. In Permette di visualizzare una parte dello schema di minore ampiezza (ovvero ingrandisce). Dopo aver selezionato questo comando, sullo schermo appare un cursore a forma di croce, da posizionare al centro dell’area che si vuole visualizzare. Area Permette di selezionare sullo schema un’area rettangolare da espandere fino a riempire tutto lo schermo. Se sullo schermo è già attiva un’area selezionata, scegliendo Area il contenuto della selezione verrà espanso. Altrimenti, spostare il mouse in modo da formare un’area di selezione attorno alla porzione di schema che si vuole espandere. Gli oggetti all’interno dell’area selezionata saranno espansi fino a riempire tutto lo schermo. Entire Page Permette di visualizzare l’intero schema sullo schermo. Fit Salvataggio dei file di descrizione del circuito Per salvare un circuito non ancora contrassegnato con un nome o copiare sotto un altro nome un circuito preesistente, utilizzare il comando Save As dal menu File mostrato in Fig. A.15. Si verrà sollecitati a digitare il nome del file. Digitare un nome valido per il sistema operativo nel campo testo della finestra di dialogo. Non è necessario digitare l’estensione del nome file: come per tutti i file di descrizione di uno schema, verrà automaticamente assegnata l’estensione SCH. Per esempio, il file denominato Fig1_1, verrà salvato come FIG1_1.SCH. Sia che si usi Save o Save As, ricordarsi di selezionare OK. Figura A.15 Menu File A.5 Selezione del tipo di analisi PSpice permette analisi del tipo dc sweep (in continua, al variare di un parametro), ac (risposta in frequenza) e transient (in transistorio). Il comando Setup specifica quali tipi di analisi abilitare e permette all’utente di impostare i parametri dell’analisi. Quando un segnale viene inizialmente applicato a un circuito, c’è un transitorio di breve durata, prima che il circuito raggiunga una situazione di regime. Per il circuito campione RLC condurremo un’analisi in transitorio per esaminare la carica e la scarica del condensatore. Scegliendo Setup dal menu Analysis mostrato in Fig. A.16, si aprirà la finestra di dialogo Analysis Setup. Abilitare l’analisi in transitorio cliccando una volta nella casella Enabled in modo tale da far apparire un contrassegno nella casella stessa, come mostrato sweep Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 10 Pagina 10 Appendice A Introduzione a PSpice in Fig. A.17. Cliccare su Transient in modo da aprire la finestra di dialogo per le specifiche dell’analisi in transitorio. Digitare i parametri di stampa dei risultati, come, per esempio, un Print Step di 10 ms e un Final Time di 0.5 ms, come mostrato in Fig. A.18. Scegliere OK. Figura A.16 Predisposizione delle opzioni di analisi Figura A.17 Scelta del tipo di analisi Figura A.18 Specifica dei parametri per una analisi di transitorio A.6 Simulazioni con PSpice A questo punto siamo pronti a effettuare la simulazione di un circuito con PSpice. Per iniziare la simulazione, cliccare su Simulate nel menu Analysis. Durante il processo di simulazione, PSPice crea e utilizza un certo numero di file. Il primo è quello dello schema (.SCH), generato quando un circuito visualizzato sullo schermo viene salvato. Quando il file dello schema viene analizzato, vengono generati tre Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 11 Paragrafo A.7 Visualizzazione dei risultati di una simulazione 11 nuovi file: il file con la descrizione completa del circuito (.CIR), il file dei collegamenti (.NET) e il file dei sinonimi (.ALS). Il file del circuito (il principale), contiene le direttive di simulazione e i riferimenti agli altri file generati. Il file dei collegamenti contiene istruzioni che descrivono le parti e le connessioni reciproche e permettono di definire un insieme di equazioni equivalenti a quelle di Kirchhoff. Le equazioni collegano tensioni e correnti agli elementi circuitali attraverso il numero dei nodi. Il file dei sinonimi contiene una lista di nomi alternativi per i nodi del circuito. Per eseguire la simulazione è inoltre richiesto il file dei modelli, che contiene una lista di istruzioni di tipo .MODEL con le caratteristiche di ciascun tipo di componente. SUGGERIMENTO: In caso di problemi come l’assenza del nome o del valore di un attributo, PSpice indicherà l’errore e la simulazione verrà interrotta. È possibile ricercare il messaggio di errore nel file di uscita. Per esempio un messaggio che descrive un errore nel file FIG1_1.SCH apparirà nel file FIG1_1.OUT. Quando PSpice va in esecuzione, ogni indicazione nel file .CIR specifica le informazioni da inviare nel file di tipo .OUT e nel file di tipo .DAT. • Il file di uscita (.OUT) è un file ASCII che reca traccia dei risultati della simulazione. Tra l’altro esso contiene la netlist originale, tutte le variabili di uscita e diverse tabelle. • Il file dei dati (.DAT) viene inviato a Probe che utilizza le informazioni in esso contenute per generare i grafici e gli andamenti richiesti nella finestra Probe. Durante la simulazione è possibile controllarne lo stato come indicato in Fig. A.19. Quando la simulazione è completa PSpice invia il messaggio “Transient Analysis finished”. Figura A.19 Riquadro di stato presentato da PSpice durante la simulazione SUGGERIMENTO: Time step rappresenta il passo temporale con cui la simulazione viene effettuata e condiziona l’accuratezza dei risultati, mentre Print step (fissato nella finestra di dialogo tra le specifiche Transient) rappresenta il passo da usare per la stampa del grafico con l’andamento delle variabili di uscita. A.7 Visualizzazione dei risultati di una simulazione Probe è un post processore grafico che permette la visualizzazione dei risultati in forma grafica. Dopo il completamento dell’elaborazione, nel caso in cui non si sia verificato alcun errore, PSpice invia la base dei dati generata (FIG1_1.DAT) a Probe, che visualizza un grafico. Per usare Probe, scegliere la voce Run Probe dal menu Analysis (o, in alternativa, usare il tasto-funzione F12). Come mostrato in Fig. A.20, Probe si apre con un grafico iniziale (default), in cui l’asse x è automaticamente impostato alla variabile in funzione di cui è espresso il transitorio, cioè il tempo. SUGGERIMENTO: Per eseguire automaticamente Probe al termine della simulazione, selezionare Automatically Run Probe After Simulation nella schermata di Probe Setup nel menu Analysis. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 12 Pagina 12 Appendice A Introduzione a PSpice Figura A.20 Menu Probe Scegliere Trace dal menu Probe. All’interno del grande riquadro in cima alla finestra di dialogo che appare, si vede la lista delle variabili che è possibile selezionare, come mostrato in Fig. A.21. Prima di passare al passo successivo, occorre specificare le variabili di cui si intende tracciare il grafico. Per questo esempio, scegliamo le seguenti variabili: • V(R:2): V specifica il tipo di variabile (tensione, con riferimento al nodo comune), R specifica un componente (resistore) e il numero 2 specifica il terminale del componente considerato. Il valore 1 indica il terminale posto a sinistra nello schema e il valore 2 quello posto a destra, per un componente collocato inizialmente in posizione orizzontale. • V(Vs:+): Questa è la tensione del terminale positivo del generatore di tensione Vs. • I(R): Questa è la corrente che scorre nella resistenza R da sinistra (terminale 1) a destra (terminale 2). Figura A.21 Elenco delle variabili di cui Probe può tracciare il grafico Dopo avere specificato le variabili per il grafico, occorre digitare V(C:2) nel riquadro del comando Trace. Questo comando comunica a Probe di visualizzare il grafico della tensione del terminale 2 del condensatore C, che è la nostra tensione di uscita. Selezionare OK e quindi apparirà il grafico della tensione di uscita V(C:2), come mostrato in Fig. A.22. A.8 Copia di schemi ed estrazione della descrizione ciecuitale È possibile usare il comando Copy to Clipboard dal menu Edit per copiare uno o più oggetti dello schema in un altro programma di Windows. Con il mouse è sufficiente selezionare nello schema l’area rettangolare che si intende copiare. Si seleziona Copy to Clipboard dal menu Edit e quindi, dopo avere aperto il programma in cui si intendono copiare gli oggetti, si può eseguire il comando Paste per attuare l’operazione. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 13 Paragrafo A.9 Simulazione parametrica 13 Figura A.22 Grafico della risposta transitoria ottenuta dalla simulazione Il comando Cut copia gli oggetti selezionati nell’area di appoggio del comando Paste e li rimuove dallo schema di origine, mentre il comando Copy si limita a eseguirne una copia, lasciando comunque l’originale al loro posto. Ancora una volta, il comando Paste copia il contenuto dell’area di appoggio nello schema, nella posizione indicata dal cursore. Per rimuovere o copiare uno o più oggetti dallo schema, occorre prima selezionarli, quindi si può eseguire uno dei comandi Cut o Copy dal menu Edit. Per reinserire ciò che è stato copiato nella schema, si esegue il comando Paste, sempre dal menu Edit. In particolare, si pone il cursore con il mouse nel punto desiderato e con un clic del tasto sinistro del mouse si esegue una copia. La copia può essere ripetuta più volte. Un clic del tasto destro conclude l’operazione. A.9 Simulazione parametrica PSpice permette di variare il valore dei componenti o dei parametri dei dispositivi usati. A titolo di esempio, disegneremo il grafico la tensione di uscita del nostro circuito RLC per tre valori di R: 1, 2 e 10 Ω. Per iniziare, si inserisce l’elemento PARAM dal file di libreria special.slb. Per fare in modo che il valore dell’elemento circuitale R possa essere indicato con un nome di variabile, come RVAL, occorre eseguire un doppio clic con il tasto sinistro in corrispondenza della casella con il valore di R e inserire {RVAL}. Per modificare gli attributi dell’elemento PARAM, occorre eseguire un doppio clic sull’elemento, per aprire il riquadro di impostazione degli attributi, mostrato in Fig. A23. Si sceglie NAME1 = RVAL e VALUE1 = 2 e si salva l’impostazione con un clic del tasto sinistro. Si sceglie il comando Setup del menu Analisys; poi si attiva con un clic l’analisi parametrica nella finestra corrispondente. Un clic su Parametric apre il riquadro mostrato in Fig. A.24. Impostare le specifiche dell’analisi come segue: scegliere Global Parameter per Swept Var. Type; digitare RVAL per Name; scegliere Value List per Sweep Type e digitare i valori 1 2 10 per Values. SUGGERIMENTO: Si possono definire fino a tre variabili nell’analisi parametrica. Eseguire la simulazione sul circuito completo, mostrato in Fig. A.25. Usare Probe per tracciare la variabile di uscita V(C:2) come mostrato in Fig. A.26. SUGGERIMENYO: Le etichette R=1, R=2, R=10 di Fig. A.26 sono state piazzate eseguendo in sequenza i comandi Tools, Label e Text dal menu Probe. Si possono copiare grafici generati da Probe in altri programmi Windows scegliendo in sequenza i comandi Tools e Copy to Clipboard dal menu Probe. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 14 Pagina 14 Appendice A Figura A.23 Riquadro per la definizione delle opzioni dell’elemento PARAM, per l’esecuzione di una simulazione parametrica Figura A.24 Specifica dei parametri per una simulazione parametrica Figura A.25 Circuito RLC, con l’elemento PARAM Figura A.26 Grafico della risposta transitoria ottenuta dalla simulazione per i diversi valori di R Introduzione a PSpice Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 15 Paragrafo A.11 A.10 Analisi della risosta in frequenza Modelli di dispositivi passivi e attivi 15 Come esempio di analisi in frequenza, ricaveremo la risposta in frequenza del circuito RLC campione, disegnando i digrammi di ampiezza e fase della tensione di uscita, per i tre valori R = 1 Ω, 2 Ω e 10 Ω. Per cominciare, modifichiamo i parametri del generatore Vs, mostrato in Fig. A.13, in 1 V ac selezionando il componente e modificando il parametro nella finestra di dialogo Part Name. Il circuito completo è mostrato in Fig. A.27. Si scelga Setup dal menu Analysis; poi si abiliti la AC sweep nella finestra che appare (vedi Fig. A.17). Clicando su AC sweep si apre la finestra mostrata in Fig. A28. Si inseriscano i dati della AC sweep come segue: per AC sweep Type si imposti Decade; per Pts/Decade si digiti 101; per Start Freq. si digiti 100 per End Freq. si digiti 100k. Figura A.27 Circuito RLC, per l’analisi della risposta in frequenza Figura A.28 Riquadro per la definizione delle opzioni di analisi della risposta in frequenza Si esegua la simulazione del circuito completo mostrato in Fig. A.27. Si usi infine Probe per tracciare l’ampiezza della tensione di uscita V(C:2) e la sua fase VP(C:2), come mostrato in Fig. A.29. SUGGERIMENTO: Se si aggiunge il suffisso DB come in VDB(C:2), si ottiene la tensione di uscita rappresentata in decibel. A.11 Modelli di dispositivi attivi e passivi È possibile specificare in PSpice un modello contenente un insieme di parametri per la simulazione di un elemento con il comando .MODEL. Lo stesso modello può essere usato per uno o più elementi dello stesso circuito. La forma generale del comando è descritta nel seguito. .MODEL + MNAME TYPE (P1=A1 P2=A2 P3=A3 . . . PN=AN [<specifica della tolleranza>]) Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 16 Pagina 16 Appendice A Introduzione a PSpice Figura A.29 Grafico della risposta in frequenza ottenuta dalla simulazione per i diversi valori di R MNAME è il nome del modello e deve iniziare con un carattere alfabetico. Sebbene non sia strettamente necessario, si consiglia di usare la stessa lettera iniziale richiesta per specificare il nome dell’elemento (per esempio, R per un resistore, C per un condensatore ecc.). P1, P2, ..., PN sono i nomi dei parametri dell’elemento e A1, A2, ..., AN i relativi valori. TYPE è il nome del tipo di elemento di cui si vuole specificare il modello e deve essere uno di quelli previsti dal simulatore ed elencati in Tabella A.3. A ogni elemento deve essere attribuita la corretta specificazione di tipo. Cioè un resistore può solo essere di tipo RES e non di tipo CAP o IND. Tuttavia, un circuito con diversi elementi può ovviamente prevedere diversi modelli contemporaneamente dello stesso tipo di componente. Tabella A.3 Nomi dei diversi tipi di elementi Nome RES CAP D IND NPN PNP NJF PJF NMOS PMOS GASFET VSWITCH ISWITCH CORE Tipo di elemento resistore condensatore diodo induttore transistore bipolare npn transistore bipolare pnp transistore a effetto di campo a giunzione a canale n transistore a effetto di campo a giunzione a canale p MOSFET a canale n MOSFET a canale p MESFET all’arseniuro di gallio a canale n interruttore controllato da tensione interruttore controllato da corrente nucleo magnetico non lineare (trasformatore) Le specifiche di tolleranza sono usate solo con l’analisi di tipo Montecarlo .MC o del caso peggiore .WORSE. Esse possono essere attribuite a ogni parametro con il seguente formato: [DEV/<nome della distribuzione statistica> <valore in % da 0 a 9>] [LOT/<nome della distribuzione statistica> <valore in % da 0 a 9>] dove <nome della distribuzione statistica> è una parola chiave che indica una distribuzione statistica e può assumere il valore UNIFORM nel caso di distribuzione uniforme nell’intervallo definito da ±<valore>, oppure il valore GAUSS, nel caso di distribuzione gaussiana con deviazione ±<valore>. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 17 Paragrafo A.11 17 Modelli di dispositivi passivi e attivi Di seguito sono elencati alcune semplici definizioni di modello: .MODEL .MODEL .MODEL .MODEL .MODEL .MODEL .MODEL Resistori RLOAD RLOAD CPASS LFILTER DNOM DLOAD QMOD RES (R=1 TC1=0.02 TC2=0.005) RES (R=1 DEV/GAUSS 0.5% LOT/UNIFORM 10%) CAP (C=1 VC1=0.01 VC2=0.002 TC1=0.02 TC2=0.005) IND (L=1 IL1=0.1 IL2=0.002 TC1=0.02 TC2=0.005) D (IS=1E-9) D (IS=1E-9 DEV 0.5% LOT 10%) NPN (BF=50 IS=1E-9) Il simbolo che indica un resistore è R. Il nome di ciascun resistore deve iniziare per R e la descrizione del singolo elemento ha la seguente forma: R<name> N+ N- RNAME RVALUE Un resistore non ha polarità, e pertanto l’ordine con cui sono indicati i nodi non ha importanza, tuttavia si assume come verso convenzionale della corrente che attraversa il resistore quello che va dal nodo N+ al nodo N-. RNAME è il nome del modello che definisce i parametri di quel particolare resistore. RVALUE è il valore nominale della resistenza. I parametri del modello di un resistore sono elencati in Tabella A.4. Se viene omessa la specificazione di modello, vengono assunti i valori default dei parametri e RVALUE definisce il valore della resistenza in ohm. RVALUE può essere un numero positivo o negativo, purché non nullo. Se invece viene specificato il nome di un modello, senza la specificazione di TCE, la resistenza è data dall’espressione: RES RVALUE * R * [1 TC1 * (T T0) TC2 * (T T0)2] Se invece è presente TCE occorre usare l’espressione: RES RVALUE * R * 1.01TCE * (TT0) dove T e T0 sono rispettivamente la temperatura di funzionamento e quella dell’ambiente, in gradi Celsius. Tabella A.4 Parametri del modello del resistore Nome R TC1 TC2 TCE Significato moltiplicatore coefficiente di temperatura lineare coefficiente di temperatura quadratico coefficiente di temperatura esponenziale Unità di misura Valore default °C1 °C2 %/°C 1 0 0 0 Di seguito sono elencate alcune semplici definizioni di resistori: RL RLOAD .MODEL RINPUT .MODEL Condensatori 5 10 RMOD 13 ARES 6 13 17 5K ARES 1MEG RES (R=1 TC1=0.02 RRES 2K RES (R=1 TCE=1.5) TC2=0.005) Il simbolo che indica un condensatore è C. Il nome di ciascun condensatore deve iniziare per C e la descrizione del singolo elemento ha la seguente forma: C<name> N+ N- CNAME CVALUE IC=VO è il nodo positivo e N- quello negativo. La tensione ai capi del condensatore è quindi definita positiva quando il potenziale del nodo N+ è superiore a quello di N- e una corrente N+ Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 18 Pagina 18 Appendice A Introduzione a PSpice positiva attraversa il condensatore da N+ a N-. CNAME è il nome del modello che definisce i parametri di quel particolare condensatore e CVALUE è il valore nominale della capacità. IC definisce il valore di tensione iniziale (per t = 0), e nell’esempio è V0. I parametri del modello di un condensatore sono elencati in Tabella A.5. Se viene omessa la specificazione di modello, vengono assunti i valori default dei parametri e CVALUE definisce il valore della capacità in farad. CVALUE può essere un numero positivo o negativo, purché non nullo. Se invece viene specificato il nome di un modello, la capacità in funzione di tensione e temperatura è data dall’espressione: CAP CVALUE * C * (1 VC1 * V VC2 * V2)[1 TC1 * (T T0) TC2 * (T T0)2] dove T e T0 sono rispettivamente la temperatura di funzionamento e quella dell’ambiente, in gradi Celsius. Tabella A.5 Parametri del modello del condensatore Nome C VC1 VC2 TC1 TC2 Significato moltiplicatore coefficiente di tensione lineare coefficiente di tensione quadratico coefficiente di temperatura lineare coefficiente di temperatura quadratico Unità di misura Valore default V1 V2 °C1 °C2 1 0 0 0 0 Di seguito sono elencate alcune semplici definizioni di condensatori: C1 CLOAD CINPUT CX .MODEL 2 10 14 10 DCAP 6 13 16 25 0.01UF 10PF IC=1.5V DCAP 5PF DCAP 10NF IC=3.5V CAP (C=1 VC1=0.01 VC2=0.002 TC1=0.02 TC2=0.005) SUGGERIMENTO: La condizione iniziale specificata con il parametro IC viene usata solo se è attiva l’opzione UIC (usa le condizioni iniziali) del comando .TRAN. Induttori Il simbolo che indica un induttore è L. Il nome di ciascun induttore deve iniziare per L e la descrizione del singolo elemento ha la seguente forma: L<name> N+ N- LNAME LVALUE IC=IO N+ è il nodo positivo e N- quello negativo. La tensione ai capi dell’induttore è quindi definita positiva quando il potenziale del nodo N+ è superiore a quello di N- e una corrente positiva scorre nell’induttore andando da N+ a N-. LNAME è il nome del modello che definisce i parametri di quel particolare induttore e LVALUE è il valore nominale dell’induttanza. IC definisce il valore di corrente iniziale (per t = 0), e nell’esempio è I0. I parametri del modello di un induttore sono elencati in Tabella A.6. Se viene omessa la specificazione di modello, vengono assunti i valori default dei parametri e LVALUE definisce il valore dell’induttanza in henry. LVALUE può essere un numero positivo o negativo, purché non nullo. Se invece viene specificato il nome di un modello, l’induttanza in funzione di corrente e temperatura è data dall’espressione: IND LVALUE * L * (1 IL1 * I IL2 * I2)[1 TC1 * (T T0) TC2 * (T T0)2] dove T e T0 sono rispettivamente la temperatura di funzionamento e quella dell’ambiente, in gradi Celsius. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 19 Paragrafo A.11 Tabella A.6 Parametri del modello dell’induttore Nome L IL1 IL2 TC1 TC2 19 Modelli di dispositivi passivi e attivi Significato Unità di misura Valore default A1 A2 °C1 °C2 1 0 0 0 0 moltiplicatore coefficiente di corrente lineare coefficiente di corrente quadratico coefficiente di temperatura lineare coefficiente di temperatura quadratico Di seguito sono elencati alcune semplici definizioni di induttori: LE LLOAD LLINE LCHOKE .MODEL 3 10 12 15 LMOD 5 14 14 29 5MH 2UH IC=0.1MA LMOD 2MH LMOD 5UH IC=0.4A IND (L=1 IL1=0.1 IL2=0.002 TC1=0.02 TC2=0.005) SUGGERIMENTO: La condizione iniziale specificata con il parametro IC viene usata solo se è attiva l’opzione UIC (usa le condizioni iniziali) del comando .TRAN. Diodi La descrizione del modello di un diodo assume la seguente forma generale: .MODEL DNAME D (P1=A1 P2=A2 P3=A3 . . . PN=AN) è il nome del modello e può iniziare con qualunque carattere anche se la sua dimensione è normalmente limitata a otto caratteri. D è il simbolo usato per i diodi. P1, P2, ..., PN sono i parametri del modello mentre A1, A2, ..., AN sono i valori assunti dai parametri. I parametri del modello sono elencati nella Tabella A.7. DNAME Tabella A.7 Parametri del modello del diodo Transistori bipolari Nome IS RS N TT CJO VJ M EG XTI KF AF FC BV IBV Parametro Unità corrente di saturazione resistenza parassita coefficiente di emissione tempo di transito capacità pn senza polarizzazione potenziale di giunzione pn coefficiente di gradualità della giunzione pn ampiezza della banda proibita Coefficiente di temperatura di IS coefficiente del rumore flicker esponente del rumore flicker coefficiente della capacità di svuotamento tensione inversa di breakdown corrente inversa di breakdown A s F V eV V A Valore default Valore tipico 10–14 0 1 0 0 1 0.5 1.11 3 0 1 0.5 1E-10 10–14 10 1 0.1 n 2p 0.6 0.5 1.11 3 50 La descrizione del modello di un transistore bipolare di tipo npn assume la seguente forma generale: .MODEL QNAME NPN (P1=A1 P2=A2 P3=A3 . . . PN=AN) La descrizione del modello di un transistore bipolare di tipo pnp assume la seguente forma generale: .MODEL QNAME PNP (P1=A1 P2=A2 P3=A3 . . . PN=AN) Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 20 Pagina 20 Appendice A Introduzione a PSpice è il nome del modello del BJT e NPN e PNP sono i simboli utilizzati per i transistori npn e pnp, rispettivamente. QNAME può iniziare con qualunque carattere anche se la sua dimensione è normalmente limitata a otto caratteri. P1, P2, ..., PN sono i parametri del modello mentre A1, A2, ..., AN sono i valori assunti dai parametri. I parametri del modello dei BJT sono elencati nella Tabella A.8. QNAME Tabella A.8 Parametri del modello del transistore bipolare Nome IS NF BF IKF NE VAF BR NR IKR RB RC RE TF TR CJE VJE MJE FC CJC VJC MJC CJS VJS MJS EG XTI KF AF JFET Parametro Corrente di saturazione Coefficiente di emissione diretto Valore massimo ideale del guadagno diretto Valore di spigolo per la riduzione del guadagno diretto Coefficiente di emissione di perdita BE Tensione di Early diretta Valore massimo ideale del guadagno inverso Coefficiente di emissione inverso Valore di spigolo per la riduzione del guadagno inverso Resistenza ohmica di base Resistenza ohmica di collettore Resistenza ohmica di emettitore Tempo di transito diretto Tempo di transito inverso Capacità BE senza polarizzazione Potenziale della giunzione BE Coefficiente di gradualità della giunzione BE Coefficiente per la capacità di svuotamento in polarizzazione diretta Capacità BC senza polarizzazione Potenziale della giunzione BC Coefficiente di gradualità della giunzione BC Capacità senza polarizzazione della giunzione C-substrato Potenziale della giunzione C-substrato Coefficiente di gradualità della giunzione C-substrato Ampiezza della banda proibita Coefficiente di temperatura della corrente di saturazione Coefficiente del rumore flicker Esponente del rumore flicker Unità Valore default Valore tipico A 10–16 1 100 10–16 1 100 A V ∞ 1.5 ∞ 1 1 10M 2 100 0.1 1 A Ω Ω Ω s s F V ∞ 0 0 0 0 0 0 0.75 0.33 100M 100 10 1 0 0 2p 0.7 0.33 F V 0.5 0 0.75 0.33 1p 0. 5 0.33 F V 0 0.75 2p 0.75 eV 0 1.11 0 1.11 3 0 1 6.6E-16 1 La descrizione del modello di un JFET a canale n assume la seguente forma generale: .MODEL JNAME NJF (P1=A1 P2=A2 P3=A3 . . . PN=AN) La descrizione del modello di un JFET a canale p assume la seguente forma generale: .MODEL JNAME PJF (P1=A1 P2=A2 P3=A3 . . . PN=AN) JNAME è il nome del modello del JFET e NJF e PJF sono i simboli utilizzati per i transistori a canale n e a canale p, rispettivamente. P1, P2, ..., PN sono i parametri del modello mentre A1, A2, ..., AN sono i valori assunti dai parametri. I parametri del modello dei JFET sono elencati nella Tabella A.9. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 21 Paragrafo A.12 Tabella A.9 Parametri del modello del transistore JFET Nome VTO BETA LAMBDA RD RS IS PB CGD CGS FC KF AF MOSFET 21 Creazione della descrizione del circuito Parametro Tensione di soglia Parametro della transconduttanza Fattore di modulazione della lunghezza di canale Resistenza ohmica di drain Resistenza ohmica di source Corrente di saturazione di gate pn Potenziale di gate pn Capacità GD senza polarizzazione Capacità GS senza polarizzazione Coefficiente per la capacità di svuotamento in polarizzazione diretta Coefficiente del rumore flicker Esponente del rumore flicker Unità Valore default Valore tipico V A/V2 –2 1E-4 –2 1E-3 V-1 Ω Ω A V F F 0 0 0 1E-14 1 0 0 1E-4 100 100 1E-14 0.6 5p 1p 0.5 0 1 Il simbolo utilizzato per identificare i transistori MOSFET è M. Il nome di un MOSFET deve cominciare con la lettera M e la sua descrizione assume la forma generale seguente: M<name> ND NG NS NB MNAME + [L=<value>] [W=<value>] dove ND, NG, NS e NB sono i nodi di drain, gate, source e substrato, rispettivamente. MNAME è il nome del modello del MOSFET. La corrente viene presa con il segno positivo quando entrante nel corrispondente terminale e in un MOSFET a canale n scorre dal nodo di drain attraverso il dispositivo verso il source. La descrizione del modello di un MOSFET a canale n assume la seguente forma generale: .MODEL MNAME NMOS (P1=A1 P2=A2 P3=A3 . . . PN=AN) La descrizione del modello di un MOSFET a canale p assume la seguente forma generale: .MODEL MNAME PMOS (P1=A1 P2=A2 P3=A3 . . . PN=AN) NMOS e PMOS sono i simboli utilizzati per i transistori a canale n e a canale p, rispettivamente. MNAME può iniziare con qualunque carattere anche se la sua dimensione è normalmente limitata a otto caratteri. P1, P2, …, PN sono i parametri del modello mentre A1, A2, …, AN sono i valori assunti dai parametri. I parametri del modello dei MOSFET sono elencati nella Tabella A.10. A.12 Creazione della descrizione del circuito Una volta disegnato lo schema elettrico, è possibile generare un file di testo con la descrizione del circuito, che è possibile usare con altre applicazioni software come PSpice/SPICE. Dopo avere disegnato lo schema, si esegue il comando Create Netlist dal menu Analysis, mostrato in Fig. A.30. Di seguito viene specificata la descrizione degli schemi nelle Fig. A.25 e A.27. * Descrizione dello schema elettrico C_C 0 $N_0001 10uF ; C è collegato tra i nodi 0 e SN_0001 L_L $N_0002 $N_0001 50uH ; L è collegato tra i nodi SN_0002 e SN_0001 R_R $N_0003 $N_0002 {RVAL} ; R è collegato tra i nodi SN_0003 e SN_0002 V_Vs $N_0003 0 AC 1V ; Vs è collegato tra i nodi SN_0003 e 0 +PULSE 0 1V 0 1ns 1ns 0.5ms 1ms ; specifiche del generatore di impulso Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 22 Pagina 22 Appendice A Introduzione a PSpice Tabella A.10 Parametri del modello del transistore MOSFET Nome LEVEL L W VTO KP LAMBDA GAMMA RD RS IS JS PB CBD CBS CJ MJ FC CGS0 CGD0 CGB0 TOX NSUB UO KF AF Parametro Indice del modello (default: Shichman-Hodges) Lunghezza di canale Tensione di soglia Tensione di soglia Parametro della transconduttanza Fattore di modulazione della lunghezza di canale Parametro della soglia del substrato Resistenza ohmica di drain Resistenza ohmica di source Corrente di saturazione di substrato pn Densità di corrente di saturazione di substrato pn Potenziale di substrato pn Capacità D-substrato senza polarizzazione Capacità S-substrato senza polarizzazione Capacità per unità di area del substrato Coefficiente di gradualità della giunzione di substrato Coefficiente per la capacità di svuotamento in polarizzazione diretta Capacità G-S senza polarizzazione per unità di lunghezza Capacità G-D senza polarizzazione per unità di lunghezza Capacità G-substrato senza polarizzazione per unità di lunghezza Spessore dell'ossido Drogaggio del substrato Mobilità superficiale Coefficiente del rumore flicker Esponente del rumore flicker Unità Valore default Valore tipico m m V A/V2 1 DEFL DEFW 0 0.1 2E-5 2.5E-5 V-1 V1/2 Ω Ω A 0 0.02 0 0.35 0 10 0 10 1E-14 1E-15 A/m2 V F F F/m2 0 0.8 0 0 0 1E-8 0.75 5p 2p 0.5 0.5 F/m 0 F/m 0 F/m m unità/cm3 600 cm2/Vs 0 10–5 10–6 0 0 600 cm2/Vs 0 1E-26 1 1.2 Figura A.30 Riquadro per la creazione del file di testo di descrizione circuitale SUGGERIMENTO: Quando un file di descrizione circuitale viene aperto per la prima volta, PSpice può segnalare un errore con il messaggio “Not Finding Netlist”. In questo caso, occorre creare la descrizione circuitale con il comando Create Netlist dal menu Analysis, mostrato in Fig. A.30. Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 23 Paragrafo A.12 23 Creazione della descrizione del circuito Se sono previsti i comandi per l’analisi del transitorio e per piccoli segnali, la descrizione circuitale si modifica come indicato nel seguito. Risposta in frequenza ; la prima linea è quella del titolo ; che viene sempre ignorata da PSpice * Descrizione circuitale C_C 0 $N_0001 10uF ; C è collegato tra i nodi 0 e SN_0001 L_L $N_0002 $N_0001 50uH ; L è collegato tra i nodi SN_0002 ; e SN_0001 R_R $N_0003 $N_0002 {RVAL} ; R è collegato tra i nodi SN_0003 ; e SN_0002 * Descrizione dei generatori per il funzionamento per piccoli segnali e in transitorio V_Vs $N_0003 0 AC 1V ; Vs è collegato tra i nodi SN_0003 e 0 + PULSE 0 1V 0 1ns 1ns 0.5ms 1ms ; specifiche del generatore di impulso * Descrizione dell'analisi richiesta per il transitorio e i piccoli segnali .AC DEC 101 100HZ 100KHZ ; analisi in frequenza da 100 Hz a 100 kHz ; con 101 punti per decade .TRAN 10ns 0.5ms ; analisi del transitorio da 0 a 0.5 ms ; con passo di elaborazione di 10 ns .PROBE ; post processore grafico .END ; direttiva finale, sempre presente La lettera iniziale e il tipo di modello usati nella descrizione per ogni elemento, sono elencati nella Tabella A.11. I comandi e le direttive di PSpice/SPICE sono elencati nella Tabella A.12. Tabella A.11 Elementi circuitali e generatori Elemento circuitale o generatore Iniziale per il nome Condensatore Diodo Generatore di corrente controllato in corrente Generatore di corrente controllato in tensione Generatore di impulso Generatore di tensione controllato in corrente Generatore di tensione controllato in tensione Generatore di tensione sinusoidale Generatore di tensione variabile (lineare a tratti) Generatore dipendente non lineare (polinomiale) Generatore esponenziale Generatore indipendente di corrente Generatore indipendente di tensione continua Generatore modulato in frequenza da un tono puro Induttanza Interruttore controllato in corrente Interruttore controllato in tensione Linea di trasmissione Resistore Riferimento di massa per la parte analogica Transistore BJT Transistore JFET Transistore MESFET al GaAs Transistore MOSFET Trasformatore C D F G PULSE H E SIN PWL POLY(n) EXP I V SFFM L W S T R AGND B J B M K Tipo di modello CAP D VPULSE EVALUE VSIN VDC IND/CORE ISWITCH VSWITCH RES NPN/PNP NJF/PJF GASFET NMOS/PMOS Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 24 Pagina 24 Appendice A Tabella A.12 Introduzione a PSpice Tipo di analisi o funzione Comandi di PSpice/SPICE Comando o direttiva Analisi del punto di riposo Analisi di Fourier Analisi di rumore Analisi di sensitività Analisi parametrica Analisi per le variazioni, risposta in frequenza Analisi transitoria Chiamata di sottocircuito Condizioni iniziali Definizione dei parametri Definizione di sottocircuito Definizione di un modello Definizione di una funzione Differenza (operatore) File di libreria Fine della descrizione di un sottocircuito Funzione di trasferimento Funzione di trasferimento Grafica l’uscita Impostazione dei nodi Inserisci file Larghezza Limitazione del guadagno (operatore) Moltiplicatore (operatore) Nodi globali Opzioni Post processore grafico Simulazione parametrica con tensioni continue variabili linearmente Somma (operatore) Stampa i valori numerici dell’uscita Tabula (operatore) Temperature Valore assoluto (operatore) Valore di un generatore di tensione controllato in tensione Valore Variazione dei parametri A.13 Inserimento di file di libreria .OP .FOUR .NOISE .SENS .STEP .AC .TRAN X_Call .IC PARAM .SUBCKT .MODEL .FUNC DIF .LIB .ENDS .TF FREQ .PLOT .NODESET .INC .WIDTH GLIMIT MULTI .GLOBAL .OPTIONS .PROBE .DC SUM .PRINT TABLE .TEMP ABS EVALUE VALUE .PARAM La directory del simulatore circuitale PSpice ha normalmente una sottodirectory LIB, che contiene file di libreria con schemi e modelli di dispositivi. In genere, il programma è configurato per usare uno di questi file (EVAL.LIB), che contiene un numero limitato di schemi e modelli di transistori. Se si desidera usare altri dispositivi o elementi circuitali differenti, oppure variare il valore dei parametri, occorre reperire o creare le librerie contenenti i modelli cercati. Spesso queste sono fornite direttamente dai produttori di dispositivi e circuiti integrati, che le rendono disponibili gratuitamente nei rispettivi siti Web. È anche possibile generare proprie librerie di schemi e modelli, usando gli stessi nomi di modello adottati nel file di libreria standard di PSpice, come per esempio .MODEL .MODEL Q2N2222 D1N4148 Q (BF=100) D (IS=10E-15 BV=100) ; BJT Q2N2222 ; diode D1N4148 Rashid_AppA 29-10-2002 15:51 Pagina 25 Appendice A Bibliografia 25 In questo modo è possibile mantenere inalterata la descrizione circuitale, in cui viene fatto riferimento ai modelli Q2N2222 e D1N4148, ma modificando il valore dei parametri. Ci sono due possibilità per configurare il simulatore in modo che usi la nuova libreria: uno è quello di copiare il nuovo file nella directory LIB, sostituendo con lo stesso nome il file con la libreria attualmente in uso (solitamente EVAL.LIB), eventualmente dopo avere provveduto a fare una copia di salvataggio di quest’ultima. In alternativa, e indiscutibilmente in modo migliore, si può usare il comando Library and Include Files dal menu Analysis, mostrato in Fig. A.31. Questo comando permette la visualizzazione del contenuto della sottodirectory LIB e l’aggiunta della nuova libreria (tasto Add Library) oltre a quelle già usate dal simulatore. La finestra di dialogo Library and Include Files è mostrata in Fig. A.32. Figura A.31 Menu Analysis Figura A.32 Riquadro per la gestione dei file di libreria Bibliografia 1. 2. M.H. Rashid, SPICE for Circuits and Electronics Using PSpice. Englewood Cliffs, NJ: Prentice Hall, Inc., 1995. M.E. Herniter, Schematic Capture with MicroSim PSpice. Englewood Cliffs, NJ: Prentice Hall, Inc., 1996.