IL CONGIUNTIVO - modo della possibilità, del dubbio e dell'incertezza il modo della soggettivà (indicativo - oggettività) indica che l'evento espresso dal verbo non è presentato come certo e reale ma come possibile, verosimile, incerto, ipotizzabile, dubbio, desiderabile, sperato o temuto Nelle proposizioni indipendenti, il congiuntivo è usato per esprimere: - un dubbio o una supposizione (congiuntivo dubitativo): «Che stia per piovere?»; un desiderio o un augurio (congiuntivo desiderativo o ottativo): Venisse presto quel momento!; Fossimo almeno felici!;La fortuna ti assista!; un'esortazione, un invito o un ordine (congiuntivo esortativo): Sia gentile: mi spieghi come si compila questo modulo; Esca immediatamente!; una concessione (congiuntivo concessivo): Sia anche veramente colpevole, ma è pur sempre un amico. Nelle proposizioni subordinate (molto più frequente) il congiuntivo è usato: 1. in dipendenza di verbi che esprimono dubbio, incertezza, desiderio, augurio, speranza e timore cioè di verbi che esprimono l'opinione soggettiva di chi parla o scrive: Credo che Paolo sia contento; Mi auguro che tu possa tornare presto. 2. Inoltre, il congiuntivo è il modo di molte proposizioni dipendenti introdotte dalle congiunzioni subordinanti come perché, affinché, se, che, benché e simili. In particolare il congiuntivo è il modo delle proposizioni: - finali: Li abbiamo chiamati perché ci aiutassero. - consecutive: Devi scrivere in modo che tutti possano capire - concessive: Benché sia ormai primavera, fa ancora freddo E può essere usato in moltre altre proposizioni dipendenti: - temporali: Bisogna pulire tutto prima che rientri Andrea; - condizionali: Qualora sorgesse qualche imprevisto avvertimi. - comparative: Le cose sono andate meglio di quanto non prevedessimo - esclusive: Non possiamo passare per il giardino senza che ci vedano - causali negative: Suo figlio va male a scuola non perché sia poco intelligente, ma perché non si impegna seriamente - interogattive indirette: Le chiese perché fosse arrivata in ritardo Il congiuntivo ha quattro tempi: due semplici (il presente e l'imperfetto) e due composti (il passato e il trapassato). Il congiuntivo presente - indica un evento possibile nel momento in cui si parla o si scrive. Nelle proposizioni indipendenti viene usato per esprimere un dubbio, un augurio o un'ipotesi per lo più in forma interrogativa: Che sia arrabiato con noi? - Alla terza persona singolare e alla terza plurale il congiuntivo presente esprime esortazione, invito, ordine, sostituendo le corrispondenti persone mancanti dell'imperativo: Si accomodi, signora! - Entrino prima coloro che hanno già il biglietto! Nelle proposizioni subordinate si usa per esprimere la contemporaneità dell'azione in dipendenza di un presente o di un futuro: Desidero che Elena resti qui. Tutti penseranno che tu sia malato. Poiché il congiuntivo è privo di futuro, il congiuntivo presente assolve anche la funzione del futuro e indica la posteriorità dell'azione. Spero che tu stia bene (adesso, contemporaneità) e Spero che tu venga presto (in futuro: posteriorità). Il congiuntivo passato - indica un dubbio o una possibilità riferiti al passato, per lo più in forma di domanda: Paolo ride: che abbia saputo del nostro scherzo? - nelle proposizioni subordinate esprime anteriorità rispetto a un presente o a un futuro della reggente: Credo che Laura sia partita questa mattina; Paolo crederà che tu non abbia voluto pagargli. Il congiuntivo imperfetto - esprime nelle proposizioni indipendenti un evento (un desiderio o un augurio) che è impossibbile che si realizzi, che si teme che non si realizzi o che è soltanto ipotizzabile nel futuro: Magari vincessimo la partita! Fossi promosso! - nelle subordinate esprime la contemporaneità o la posteriorità rispetto a un tempo passato della reggente: Credevo che abitasse ancora in campagna. - si usa anche nelle proposizioni subordinate a una reggente con il verbo al condizionale presente o passato per esprimere un evento futuro o contemporaneo: Sarebbe bene che il nonno non fumasse più. Avrei voluto che Giorgio mi telefonasse appena a casa. - nel periodo ipotetico della possibilità (Se partissi te lo farei sapere) o della irrealtà (Se stessi bene, ti accompagnerei). Il congiuntivo trapassato - si usa per esprimere una possibilità o un desiderio riferiti al passato e che non si sono realizzati: Ah, se fossi stato più prudente! - nelle proposizioni subordinate esprime anteriorità rispetto a un tempo passato della reggente: Credevo che tu avessi già mangiato. - con un verbo al condizionale presente o passato per esprimere un'azione che si sarebbe potuta verificare nel passato ma che non si è verificata Vorrei che tu avessi accettato quel lavoro. - nel periodo ipotetico della irrealtà nel passato: Se tu fossi venuto con noi, ti saresti annoiato. IL MODO CONDIZIONALE - Tempi: presente e passato Usato da solo, nelle proposizioni principali il condizionale esprime: una condizione, una possibilità, un'eventualità , un desiderio, uno stato di incertezza Il condizionale è il modo della possibilità condizionata: presenta l'evento espresso dal verbo come possibile o realizzabile solo a certe condizioni: Ti divertiresti, se venissi con noi. Il condizionale presente Il condizionale presente (io loderei) si usa nell'apodosi di un periodo ipotetico per esprimere un evento che si potrebbe verificare nel presente a condizione che si verifichi (o si sia verificato un altro evento): Se ti allenassi di più, vinceresti senz'altro la gara; Se avessi preso l'aereo, sarei già a casa. Il condizionale si usa anche in proposizioni indipendenti o dipendenti: per esprimere cortesemente una richiesta (Mi passeresti quel giornale?); una supposizione (Il vero responsabile sarebbe un noto uomo politico); un'opinione personale presentata in forma attenuata (Secondo me bisognerebbe telefonargli subito) un dubbio in forma diretta (Che cosa dovrei fare) o indiretta, (Non so proprio che cosa dovrei fare) in alcune locuzioni per esprimere rimprovero o disappunto (E costui chi sarebbe?) Il condizionale passato Il condizionale passato (io avrei lodato, io sarei partito) si usa nell'apodosi del periodo ipotetico per indicare un evento che si sarebbe verificato se si fosse verificata, sempre nel passato, una certa condizione: Se avessi avuto più tempo, avrei finito il libro. Si usa in proposizioni dipnedenti o indipendenti per esprimere un'opinione personale in forma attenuata (non avresti dovuto fare ciò) una supposizione (A quanto si dice) qualcuno avrebbe avvertito la polizia prima dell'attentato) un dubbio in forma diretta (A chi avrei dovuto rivolgermi?) o indiretta (non so proprio a chi avrei dovuto rivolgermi) azione futura rispetto a un tempo passato (futuro nel passato) Speravo che mi avrebbe aiutato IL MODO IMPERATIVO - - il modo che si usa per esprimere un ordine, un comando, un suggerimento, un invito, una preghiera o un divieto: Venite qui subito! Sii gentile, aiuta il tuo amico! ha solo un tempo, il presente, perché non si possono dare ordini per il passato, e ha le forme proprie solo per le seconde persone (loda, lodate). Per le altre persone (per la 3a singolare, e per la 1a e 3a plurali) si usano le corrispondenti forme del congiuntivo presente (congiuntivo esortativo): Si segga! Forza, diamo una mano anche noi; Vengano pure avanti, signori. - Talvolta per esprimere un comando che è destinato a essere eseguito a distanza di tempo o un ordine al quale si deve ubbidire non solo subito ma anche nel futuro, si usa indicativo futuro «Sarete di ritorno per le dieci, chiaro!», «Per domani eseguirete esercizi che vi ho dettato». - per esprimere un ordine a più persone (per esempio nelle indicazioni delle norme per l'uso di certi prodotti) si usa l'infinito che funziona da vero e proprio imperativo impersonale: «Circolare! Circolare!»; «Conservare al riparo della luce» - Il comando negativo (un divieto o una proibizione) si esprime nella 2a persona singolare con l'avverbio non seguito dall'infinito: Non parlare! Per le altre persone si usano le forme dell'imperativo e del congiuntivo esortativo precedute dall'avverbio non: Non parli! Non ne parliamo più! Non vengano! - Al passivo, l'imperativo vero e proprio è usato solo nella lingua del registro letterario: Siate sempre rispettati e amati! Spesso, esso è sostituito da una perifrasi con i verbi servili (Possiate essere sempre rispettati e amati) o causativi farsi, lasciarsi: »Lasciati aiutare! Fatevi consigliare per bene!» IL PERIODO IPOTETICO La proposizione subordinata condizionale (ipotetica) Esprime una condizione da cui dipende l'avverarsi di quanto è espresso nella reggente: Se nevicasse tutta la notte domani potremmo sciare. (il fatto di sciare potrà realizzarsi solo nell'ipotesi che nevichi tutta la notte) La proposizione condizionale può avere forma esplicita o implicita. Esplicita è di solito introdotta dalla congiunzione se: il verbo al indicativo – ipotesi certa o molto probabile Se esci, vengo con te. il verbo al congiuntivo – ipotesi possibile, improbabile o irreale. Sarebbe stato meglio se tu avessi taciuto. Altre congiunzioni o locuzioni congiuntive condizionali: Qualora, purché, posto che, ammesso che, nell'ipotesi che, nell'eventualità che, a patto che – in tal caso il verbo è sempre al congiuntivo perchè tutte esprimono ipotesi possibili o irreali. La condizionale implicita, che richiede l'identità del soggetto con la reggente, può essere costruita con il gerundio presente: Avendo un po' di tempo libero, mi dedicherei alla fotografia. il participio passato (da solo o preceduto dalla congiunzione se) Se ben truccata, Maria sembrerebbe carina. l'infinito presente preceduto dalla preposizione a: A mangiare troppo, si sta male. Il periodo ipotetico Tra la subordinata condizionale e la sua reggente esiste una stretta connessione logica e semantica, cui corrisponde una stretta correlazione nell'uso dei modi e dei tempi verbali. Queste due proposizioni formano un insieme definito periodo ipotetico in cui una esprime la condizione per il realizzarsi dell'altra. Farei una traduzione perfetta, reggente (apodosi) - conseguenza se tu mi aiutassi. subordinata condizionale (protasi)- condizione periodo ipotetico Il periodo ipotetico, a seconda del grado di probabilità dei fatti indicati può essere della realtà, della possibilità e della impossibilità. 1. Il periodo ipotetico della realtà, esprime, più che una vera e propria ipotesi, un fatto reale o la previsione di un fatto che sicuramente si verificherà. Proposizione condizionale - verbo sempre all'indicativo Reggente – indicativo o imperativo Se hai fame, mangia qualcosa. 2. Il periodo ipotetico della possibilità – indica fatti che non sono accaduti ma che potrebbero verificarsi e che possono essere perciò molto probabili, probabili, possibili o improbabili. a) b) se i fatti indicati hanno un livello elevato di probabilità, si usa l'indicativo (spesso al tempo futuro) nella protasi e l'indicativo o l'imperativo nell'apodosi: Se ci sarà qualche imprevisto, vi telefonerò. (non si distingue da P.I. della realtà) Se i fatti sono possibili o improbabili, si usa il congiuntivo imperfetto nella protassi e il condizionale presente o l'imperativo nell'apodosi: Se gli parlassi tu, forse si convincerebbe. Se ti chiamasse, va' subito. 3. Il periodo ipotetico dell'impossibilità (o dell'irrealtà) indica fatti assolutamente al di fuori della realtà, che non sono mai accaduti e non potrebbero mai realizzarsi. I modi e i tempi se l'azione si riferisce al presente: il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale presente nell'apodosi: Se fossi in te, non mi comporterei così. Se l'azione si riferisce al passato si usa il congiuntivo trapassato nella protasi e il condizionale passato nell'apodosi: Se fossi stato informato dell'accaduto, sarei partito subito. Quando la conseguenza espressa nell'apodosi avvenga nel presente, si usa il condizionale presente: Se tu fossi stato sincero, ora non faresti questa brutta figura. Talvolta la protasi al congiuntivo imperfetto della possibilità e dell'impossibilità, o al congiuntivo trapassato, si trova usata da sola senza apodosi - per esprimere desiderio o rimpianto: Se ti avessi dato ascolto! Fosse vero! DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO Nel passaggio dal discorso diretto a quello indiretto se il verbo introduttivo è ad un tempo passato (passato prossimo senza riferimento al presente, passato remoto, imperfetto) bisogna fare una serie di cambiamenti. DISCORSO DIRETTO DISCORSO INDIRETTO PRESENTE (indicativo o congiuntivo) IMPERFETTO (indicativo o congiuntivo) Maria ha detto:»Non sto tanto bene». Maria ha detto che non stava tanto bene Ha detto: «Penso che tu abbia torto» Ha detto che pensava che lui avesse torto. IMPERFETTO (indicativo o congiuntivo) IMPERFETTO (indicativo o congiuntivo) Disse:»Da giovane viaggiavo spesso. Disse che da giovane viaggiava spesso. Disse: «Credevo che lui fosse a scuola» Disse che credeva che lui fosse a scuola PASSATO PROSSIMO (indicativo o TRAPASSATO PROSSIMO (indicativo o congiuntivo) congiuntivo) Disse:»Ho lavorato per oltre 40 anni». Disse che aveva lavorato per oltre 40 anni. Mi disse: «Credo che Aldo sia partito» Disse che credeva che Aldo fosse partito. PASSATO REMOTO TRAPASSATO PROSSIMO Ha detto: »A vent'anni andai in Cina». Disse che a vent'anni era andato in Cina. TRAPASSATO PROSSIMO TRAPASSATO PROSSIMO Disse:»Ero entrato prima di te». Disse che era entrato prima di lui. FUTURO (o presente come futuro) CONDIZIONALE COMPOSTO Ha detto: «Andrò dal medico». Ha detto che sarebbe andato dal medico. Ha detto: «Parto stasera» Ha detto che sarebbe partito... CONDIZIONALE SEMPLICE E CONDIZIONALE COMPOSTO COMPOSTO Ha detto che avrebbe mangiato un gelato. Ha detto: «Mangerei un gelato». Ha detto che sarebbe uscito ma pioveva. Ha detto: «Sarei uscito ma piove» IMPERATIVO DI + INFINITO (o che +congiuntivo) «Parla più piano!» Mi ha detto di parlare più piano. «Venite a casa mia stasera!» che parlassi Ci ha detto di andare a casa sua quella sera. che andassimo VENIRE ANDARE «Vengono spesso a farmi visita» Disse che andavano spesso a farle visita. DOMANDA (al passato) CONGIUNTIVO o indicativo Gli ho chiesto: «Come sta tuo padre Gli ho chiesto come stesse (stava) suo padre. DOMANDA (al futuro) CONDIZIONALE COMPOSTO Mi ha chiesto: «A che ora tornerai?» Mi ha chiesto a che ora sarei tornato PERIODO IPOTETICO - tutti i tipi PERIODO IPOTETICO DI 3o TIPO Se pioverà, non uscirò. Ha detto che se fosse piovuto, non sarebbe Se avessi tempo, viaggerei. uscito presente (coll) Se finisco presto, possiamo vederci. imperfetto (coll.) Se venivi, ti divertivi molto Disse che se avesse avuto tempo, avrebbe viaggiato. imperfetto Le disse che se finiva presto, potevano vedersi. imperfetto Ha detto che se ci andava, si divertiva.