Gram. seminář 7: MODALITÀ – L`USO DEL CONGIUNTIVO IN

Gram. seminář 7:
MODALITÀ – L’USO DEL CONGIUNTIVO IN ITALIANO
categoria logica, semantica: logica modale, Aristotele: enunciati con i termini di necessario e
possibile (Analitici primi, Sull’interpretazione)
M = risorse linguistiche che manifestano l’atteggiamento del parlante
1. rispetto all’enunciato prodotto
2. rispetto all’atto dell’enunciazione
La modalità può essere:
a) aletica/ontica [alethická, gr. alētheia, verità] – la verità degli stati di cose asseriti (interpretazione
logica/fisica/metafisica)
b) epistemica [epistémé = sapere come conoscenza vera x parere]:
qualifica come certo / incerto lo stato di cose su cui verte l’enunciato
c) deontica [deon = dovere] – qualifica l’enunciato come obbligatorio / permesso / vietato
Modalita v akademické Mluvnici češtiny:
- modalita skutečnostní
(vyjadřuje, zda propozice platí podmíněně či nepodmíněně, např. kondicionál)
- modalita voluntativní (volitivní/dispoziční)
(modifikace z hlediska nutnosti, možnosti nebo úmyslu)
- modalita jistotní (pravděpodobnostní)
(míra přesvědčení/jistoty mluvčího o platnosti vyjadřovaného děje)
- modalita postojová (komunikační záměr mluvčího)
M. skutečnostní + voluntativní = m. objektivní: vztah propozice ke skutečnosti
M. jistotní + postojová = m. subjektivní: vztah mluvčího k výpovědi
ESPRESSIONE LINGUISTICA:
Modalità assertiva (senza valutazioni di certezza e obbligo):
Laura è uscita.
Modalizzazione epistemica:
Che Laura sia uscita?
Laura sarà uscita.
Laura deve / può essere uscita.
Probabilmente Laura è uscita.
Credo (penso/suppongo) che Laura sia uscita.
Secondo me Laura è uscita.
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È possibile che Laura sia uscita.
C’è la possibilità che Laura sia uscita.
L’uscita presunta di Laura…
Magari Laura è uscita…
Modalità assertiva:
In ufficio non si fuma.
Modalizzazione deontica: divieto
In ufficio non si fuma. (intonazione)
Non fumare in ufficio.
In ufficio non si può / deve fumare.
In ufficio non bisogna fumare.
In ufficio è vietato fumare.
Modalità assertiva:
La tassa sarà pagata entro domani.
Modalizzazione deontica: ordine
La tassa deve essere (obbligatoriamente) pagata entro domani.
La tassa va pagata entro domani.
Bisogna pagare la tassa entro domani.
È obbligatorio pagare la tassa entro domani.
Atteggiamento del parlante:
a. dubitativo (jistotně-modalitní, epistemický) Non è sicuro…
b. volitivo (preferenční / voluntativní) Voglio che…
c. tematico / fattivo / di valutazione (hodnotící, evaluativní):
È logico che gli scienziati cerchino di risolvere questo problema.
d. emotivo (sorpresa, stupore). Mi stupisce…
CONGIUNTIVO (subjunktiv) già nella lingua protoindoeuropea
Nelle lingue slave → condizionale (parz. imperativo). Altre lingue → ottativo (optativ: modo che
esprime desiderio).
In tedesco:
Konjuktiv I (k. prézenta: du gehest, ich sei) a Konjunktiv II (k. préterita: ich wäre) – corrisponde al
condizionale ceco.
C. in italiano continua direttamente quello latino x funzioni un po’ diverse: in certi casi in concorrenza
con il condizionale, imperativo, indicativo ecc.
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congiuntivo x condizionale
Se avesse potuto, ci sarebbe andato.
X
Non so se ci sia andato.
FORME DEL CONGIUNTIVO
- il congiuntivo presente:
che io parli/venda/parta/capisca
Verbi irregolari: andare, dare, fare, stare, avere, bere, cogliere, dolersi, giacere, parere, porre, sedere,
tacere, trarre, apparire, udire ecc.
- il congiuntivo passato:
che abbia dimenticato, che sia partito
- il congiuntivo imperfetto:
che io parlassi/vendessi/partissi/capissi
Forme irregolari: dare, dire, fare, bere, condurre, porre, trarre, dire
- il congiuntivo trapassato:
che io avessi parlato, fossi partito
USO DEL CONGIUNTIVO
FRASI PRINCIPALI (cfr. Hamplová 203—207)
- c. presente
1. imperativo della 3. pers. sg./ pl. O ordine/divieto indiretto:
Lo dica, per favore.
Che lo facciano subito!
2. desiderio, augurio:
(Ev)viva il carnevale!
3. dubbio o supposizione:
Che sua moglie non sappia nulla?
- c. passato:
Che sia partito senza salutarci?
- c. imperfetto:
1. desiderio difficilmente realizzabile
Vincessi tanti soldi!
2. dubbio sul passato:
Che avesse tanti nemici?
Modalità epistemica: condizionale / futuro
Quell’uomo sarebbe responsabile dell’aggressione.
Franca avrà cambiato opinione, ma io non ci credo.
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CONGIUNTIVO NELLE SUBORDINATE:
1. subordinate completive
Non viene scelto dal parlante, imposto dal verbo reggente (non c’è correlazione significativa tra il
contenuto del verbo e il modo della subordinata):
So che Franco è partito.
Temo che Franco sia partito.
Rimpiango che Franco sia partito.
L’indicativo: formulazione di registro sociolinguistico più basso:
Temo che Franco è partito.
Rimpiango che Franco è partito.
Solo in pochi casi il verbo permette la scelta del modo:
Dicono che Matteo è scappato di casa.
Dicono che Matteo sia scappato di casa.
Credo che Gesù è risorto.
Credo che Giovanni studi medicina.
alterna con il condizionale:
Mi dicono che Giovanni verrebbe.
(Giovanni dice: „Verrei se mi avessero invitato.“)
Avevano detto che Giovanni sarebbe venuto.
(concordanza dei tempi).
2. subordinate non completive
Due processi indipendenti, sull’uso del congiuntivo decide la congiunzione:
a) solo congiuntivo
- sebbene nevichi, il treno è arrivato in orario
- partiamo prima che nevichi
b) solo indicativo
- dopo che è nevicato siamo partiti
c) valore diverso
- il treno è in ritardo perché è nevicato
- ho spedito la relazione oggi stesso perché tutti la possano leggere
• periodo ipotetico: diversi gradi della possibilità
- se il tempo migliora partiamo per la campagna
- se il tempo migliorasse partiremmo per la campagna
• relative restrittive
- cerco lo studente che ha perso il libretto
- cerco uno studente che legga il cinese
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Riassunto: dipendenti con il congiuntivo obbligatorio:
1) Dopo le seguenti congiunzioni ed espressioni subordinanti:
affinché, benché, sebbene, quantunque, purché, a condizione che, a patto che, a meno che, per il caso
che, nel caso che, caso mai, qualora, prima che, senza che, che (che io sappia)
2) Dopo certe espressioni «impersonali»:
è bene, meglio che, bisogna che, conviene che, è facile/difficile che, è probabile/improbabile che, può
darsi che, può essere che, è raro che, è utile/inutile che, vale la pena che
(dopo alcune espressioni a volte futuro o condizionale)
3) Dopo i verbi che esprimono desiderio, speranza, permesso, ordine, interdizione:
augurarsi, lasciare, permettere, sperare, volere
(nell’uso familiare consentono l’indicativo)
4) Con aggettivi e pronomi indefiniti:
qualunque (cosa succeda), chiunque (sia)
5) Nelle proposizioni giustapposte senza congiunzione:
così stano le cose, ti piaccia o no; lo comprerei costasse un occhio; lo faremo costi quel che costi
6) La dove la scelta fra indicativo e condizionale corrisponde a una netta differenza di significato:
Se venga x se viene non te lo chiedo.
Le subordinate al congiuntivo: rapporto sintattico più stretto tra frase principale e subordinata:
1. rispettano in maniera più rigida la concordanza dei tempi
Non sapevo che Maria fosse / *sia ammalata.
Non sapevo che Maria era / è ammalata. (differenza di significato)
2. nelle argomentali può essere omesso che:
Credeva (che) venissero anche loro.
Non sempre è possibile (* È naturale vengano), ma con l’indicativo non è possibile mai.
LA MORTE DEL CONGIUNTIVO?
Ragioni:
- difficoltà di impararne le forme
- spesso uguale all’indicativo (le forme)
- dialetti meridionali non hanno il congiuntivo presente
Tradizione letteraria o „popolare“?
(cfr. già nel Trecento Franco Sacchetti:
credo ch’avete assai malinconia…)
Importante mantenerlo là dove c’è una differenza semantica:
Dicono che le pere sono / siano mature.
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