Lunedì 23 aprile
18.00 CASA DI BABEL
PIAZZA EMILE CHANOUX - AOSTA
LIBERTÀ DI RACCONTARE IL DOLORE
Dacia Maraini
racconta il suo libro “La grande festa” (Rizzoli)
Apertura musicale a cura di Carlo Benvenuto
Come in un lungo sogno, Dacia Maraini pensa ai suoi cari morti: la sorella Yuki, il padre Fosco,
Alberto Moravia, Pasolini, l’amico amato Giuseppe Moretti. La scrittura si fa tersa e struggente,
scritta su carta di riso. Il racconto diventa una specie di calma rammemorazione di quei corpi e di
quelle anime che ora vivono nell’interiorità del cuore: nel “giardino dei pensieri lontani”. Sembra
che non ci sia mai nulla da dire attorno alla morte. Eppure la letteratura non è altro che questo: un
canto sfinito attorno a ciò che smarriamo e non tocchiamo più. Scorre una lunga poesia fra queste
pagine. L’intelligenza si fa tenerezza e quest’ultima una pietà incerta ma vera e pudica. La
narrazione si libera e diventa leggermente attesa, ascolto, l’estremo sfinito percorso di un circolo fra
vivi e morti che sembra non chiudersi mai, nel cuore di una perpetuità del sentimento. Dacia
Maraini ha ritrovato in questo libro autobiografico gli occhi di Marianna Ucria, le paure di Buio: la
voce familiare e indimenticabile di Bagheria.
Dacia Maraini è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali, poesie e saggi editi da Rizzoli e
tradotti in venti paesi. Nel 1990 ha vinto il Premio Campiello con “La lunga vita di Marianna
Ucrìa”e nel 1999 il Premio Strega con “Buio”. Scrive sul “Corriere della Sera”. Tra i suoi romanzi
ricordiamo “Memorie di una ladra”, “Isolina”, “Bagheria”, “Voci”, “Dolce per sé”, “Colomba” e “Il
treno dell’ultima notte”. Nel 2009 ha pubblicato i racconti “La ragazza di via Maqueda” e nel 2010
la raccolta di scritti di viaggio “La seduzione dell’altrove”.