Distribuzioni uniformi di carica Capitolo 2 Problema 2.11 Si considerino un piano isolante indefinito carico con densità superficiale di carica positiva costante σ e un anello isolante di raggio R = 0.5 m carico con densità di carica negativa costante λ = – 3 nC/m il cui asse è perpendicolare al piano. Si osserva che il campo elettrostatico è nullo nel punto sull’asse dell’anello a distanza z0 = 0.2 m dal centro dell’anello stesso. Calcolare: 1) la densità di carica sul piano σ 2) la forza esercitata dal piano sull’anello F Fissato il piano nella posizione simmetrica (– z0) rispetto all’anello, e considerando una carica puntiforme q = 8 × 10−17 C che all’istante t0 si trova in z0 con velocità v0 diretta verso il piano lungo l’asse z dell’anello ed energia cinetica Ec,0 = 6 × 10−15 J, determinare: 3) l’energia cinetica di q quando avviene l’impatto sul piano Ec σ –z0 λ R z0 v0 q + z Soluzione 1) Utilizzando il principio di sovrapposizione il campo elettrostatico per z = z0 è dato da σ λ 2π Rz0 E = E p + Ea = uz + uz = 0 3 2ε 0 4πε 0 R 2 + z02 2 ( per cui σ =− (R λ Rz0 2 + z02 ) 3 ) = 1.92 nC/m 2 2 2) Un elemento infinitesimo di carica dq sull’anello subisce lungo l’asse z l’azione del campo elettrostatico generato dal piano. Allora ciascun elemento di carica sull’anello subisce lungo l’asse z la forza σ dF = E p dq = λ ds 2ε 0 32 Capitolo 3 Conduttori isolati Problema 3.7 Si considerino due gusci sferici conduttori concentrici C1 e C2 di raggio R1 = 2 cm e raggio R2 = 6 cm rispettivamente. La sfera centrale è completamente avvolta da un guscio sferico di un materiale di costante dielettrica relativa al vuoto κ = 4 e spessore d = 2 cm. Su C2 si porta una carica negativa q2 = – 8 nC mentre su C1 un’opportuna carica q1 tale da stabilire fra le due sfere una differenza di potenziale ΔV = V2 –V1 = – 500 V. Determinare: 1) la carica presente sulla sfera interna q1 2) il periodo di rivoluzione di una particella di carica positiva con q/m = 1.5 × 106 C/kg che orbita con velocità angolare costante a distanza r = 8 cm dal centro comune delle sfere T 3) il lavoro per unità di carica fatto dall’agente esterno che ha portato la particella inizialmente ferma sulla superficie di C2 fino all’orbita di raggio r W/q d d v – q r R1 C1 C2 κ R2 Soluzione 1) I due gusci sferici C1 e C2 nel loro complesso costituiscono un condensatore a sua volta descrivibile come la serie di due condensatori sferici: uno con dielettrico Ck, fra R1 e R1+d, e uno nel vuoto C0, fra R1+d e R2. Osservando che la distanza fra le armature è sempre pari a d la capacità dei due condensatori è Ck = 4πε 0κ R1 ( R1 + d ) ( R + d ) R2 = 13.3 pF = 17.7 pF e C0 = 4πε 0 1 d d per cui 1 1 1 1 d 1 d = + = + C Ck C0 4πε 0κ ( R1 + d ) R1 4πε 0 ( R1 + d ) R2 C= 4πε 0κ ( R1 + d ) R1 R2 = 7.63 pF d ( R2 + κ R1 ) Utilizzando la definizione di capacità e osservando che, poiché V2 –V1 è negativo, q1 deve essere positiva q1 = −C ΔV = 3.81 nC 2) Il campo elettrostatico a distanza r dal centro comune delle sfere è 53 Sistemi di condensatori Capitolo 4 Problema 4.6 Due condensatori piani identici sono costituiti da armature di area Σ = 100 cm2 poste a distanza d = 3 mm. Sono collegati come in figura (a) e in ciascuno di essi è inserito un dielettrico di spessore d/2, area Σ e costante dielettrica relativa al vuoto κ = 2.5. Il dielettrico di uno dei due condensatori viene rimosso e inserito a riempire completamente lo spazio fra le armature dell’altro come in figura (b). Sapendo che la carica sulle armature di ciascun condensatore nella situazione iniziale è q = 5 nC, determinare: 1) la differenza di potenziale elettrostatico iniziale fra le armature V0 2) la carica finale sulle armature di ciascun condensatore q1, q2 3) la variazione di energia elettrostatica ΔUe d ț d/2 ț ț (a) (b) Soluzione 1) Nella situazione iniziale i due condensatori hanno uguale capacità e ciascuno di loro è equivalente ad una serie di due condensatori piani con le armature a distanza d/2, uno dei quali riempito con dielettrico. La capacità di ciascun condensatore è data da d d d (1 + κ ) 1 = 2 + 2 = ⇒ C = 42.2 pF C ε 0 Σ ε 0κΣ 2ε 0κΣ per cui la differenza di potenziale elettrostatico ai capi dei condensatori è inizialmente d (1 + κ ) q V0 = = q = 119 V C 2ε 0κΣ 2) La carica totale sulle armature resta costante, ma si ridistribuisce. Poiché i due condensatori sono in parallelo la capacità equivalente è data da ε Σ ε κΣ ε 0 Σ C ′ = C1 + C2 = 0 + 0 = (1 + κ ) = 103 pF d d d La differenza di potenziale elettrostatico ai capi dei condensatori è ora 2q d V1 = = 2q = 96.8 V C′ ε 0 Σ (1 + κ ) e quindi le cariche su ciascun condensatore sono ε0 Σ ⎧ ⎪⎪q1 = C1V1 = d V1 = 2.86 nC ⎨ ⎪q2 = C2V1 = ε 0κΣ V1 = 7.14 nC ⎪⎩ d 72 Capitolo 6 Moto di cariche in campo elettrostatico e magnetico uniformi Problema 6.9 Un protone (m = 1.67 × 10–27 kg, e = 1.6 × 10–19 C) si muove in un campo elettrostatico dovuto a due piani isolanti paralleli orizzontali (da considerarsi indefiniti) carichi rispettivamente con densità di carica σ e – 3σ con σ = 4 × 10–8 C/m2. All’istante t0 = 0 il protone si trova nel punto P con velocità v0 = 3 × 105 m/s parallela ai piani ed esce dalla zona di campo elettrostatico nel punto Q. Uscito da questa zona entra con velocità v in una regione R di campo magnetico uniforme in cui viene deflesso su una traiettoria circolare di raggio r = 25 cm che percorre con periodo T = 4 µs. Determinare: 1) l’intensità del campo magnetico B 2) la differenza di potenziale elettrostatico fra i punti P e Q ΔV 3) la deflessione verticale fra i punti P e Q Δy 4) il tempo impiegato a percorrere il tratto PQ t1 σ R ++++++++++++++++++++++++++++++ P+ Q v0 Δy + B r v –!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!–!– – – – – – – ! −3σ Soluzione 1) Il periodo è dato da T= 2π 2π m = ω eB ⇒ B= 2π m = 16.4 mT eT 2) La traiettoria nel campo magnetico è circolare uniforme con velocità qBr v= = 3.93 × 10 5 m/s m e la differenza di potenziale elettrostatico responsabile dell’accelerazione del protone deriva dalla conservazione dell’energia meccanica. Per cui 1 eΔV + m v 2 − v02 = 0 2 m 2 ΔV = v − v02 = 335 V 2e ( ( ) ) 3) Il campo elettrostatico è dovuto alla sovrapposizione dei campi generati dalle due distribuzioni di carica, che fra i piani sono paralleli e concordi, per cui σ 3σ 2σ E= + = = 9 kV/m 2ε 0 2ε 0 ε 0 per cui la deflessione è 115 Capitolo 8 Forze elettromotrici da moto di conduttori in campo magnetico Problema 8.17 Un spira conduttrice di forma quadrata di lato a = 20 cm, massa m = 20 g e resistenza complessiva R = 0.2 Ω si trova all’istante t = 0 appena al di fuori di una zona R di larghezza L in cui agisce un campo magnetico uniforme d’intensità B = 0.5 T perpendicolare al circuito stesso. Tramite un impulso la spira comincia a penetrare in R con velocità iniziale v0 = 3 m/s ; quando è penetrata completamente in R la sua velocità è v1 = 2.5 m/s . Calcolare: 1) la carica che ha attraversato la spira in questo tempo q 2) l’energia dissipata nella spira WR 3) l’energia cinetica con cui la spira emerge successivamente dalla regione R Ec L , B v1 v0 v2 Soluzione 1) La carica si ottiene dalla legge di Felici: Ba 2 = 0.1 C R 2) L’energia dissipata è pari alla diminuzione di energia cinetica della spira: 1 1 WR = mυ 02 − mυ 2 = 2.75 × 10 −2 J 2 2 3) Data la simmetria del sistema l’effetto sulla spira del campo magnetico è lo stesso sia quando entra che quando esce. Inoltre entro la regione R non varia il flusso, per cui la velocità resta costante. Scrivendo l’equazione del moto della spira mentre entra, utilizzando la seconda legge elementare di Laplace Bav B2 a2 v dv F = iaB = − aB = − =m R R dt q= cambiando variabile da tempo a posizione abbiamo m dv dv dx dv =m = mv dt dx dt dx ⇒ − B2 a2 dv =m R dx per cui integrando otteniamo la velocità come funzione della posizione 168 Capitolo 9 Forze elettromotrici da campi magnetici variabili nel tempo Problema 9.3 Al centro di un solenoide, da considerarsi ideale, con n = 1000 spire/m e resistenza RS = 2 Ω è posta una bobina di resistenza Rb = 0.4 Ω, coassiale al solenoide, composta da Nb = 20 spire ciascuna di area Σb = 10 cm2. Si chiude il circuito del solenoide su un generatore di forza elettromotrice e la corrente nel solenoide varia in modo tale che la potenza dissipata sulla bobina PR = 3 × 10−8 W sia costante. Determinare: 1) la rapidità di variazione del campo magnetico del solenoide dB/dt 2) il momento di dipolo magnetico della bobina m 3) l’energia dissipata per effetto Joule sul solenoide nel tempo τ = 3 s WR Soluzione 1) La potenza dissipata sulla bobina dipende dalla forza elettromotrice indotta, per cui Ei2 Rb PR = ⇒ Ei = PR Rb = 0.11 mV La forza elettromotrice indotta è dovuta alla variazione del campo del solenoide Ei = dΦ dB = Nb Σ b dt dt ⇒ dB Ei = = 5.5 mT/s dt N b Σ b 2) Il momento di dipolo magnetico della bobina vale E m = ib N b Σ b = i N b Σ b = 5.5 × 10 −6 Am 2 Rb 3) L’energia dissipata per effetto Joule sul solenoide è WR = ∫ τ 0 RS is2 dt per cui si tratta di trovare come varia la corrente nel solenoide nel tempo. La variazione del campo magnetico nel solenoide è data da dB di = µ0 n = cost dt dt per cui la corrente varia linearmente con valore iniziale nullo e con rapidità di 1 dB k= = = 4.36 A/s dt µ0 n dt e quindi l’energia dissipata per effetto Joule nell’intervallo di tempo τ è τ R k 2τ 3 2 WR = RS ( kt ) dt = S = 342 J 0 3 ∫ Problema 9.4 All’interno di un solenoide molto lungo composto da n = 2000 spire/m è posta una bobina composta da Nb = 20 spire circolari di raggio a = 2 cm e resistenza complessiva 177 Capitolo 10 Riflessione, rifrazione e polarizzazione delle onde elettromagnetiche Problema 10.6 Un sottile fascio di luce ordinaria d’intensità I 0 incide perpendicolarmente sul sistema di tre polarizzatori paralleli P1, P2 e P3 mostrati in figura (a). L’angolo tra gli assi di P1 e di P3 è γ = π/2 (polarizzatori incrociati); l’angolo tra gli assi P1 e di P2 è α = π/6. L’ampiezza del campo magnetico della luce trasmessa da P3 è B3 = 0.144 µT. Calcolare: 1) l’intensità della luce incidente sul sistema I0 2) la pressione di radiazione esercitata dalla luce sul polarizzatore , P2 , supposto di materiale perfettamente assorbente p2 Il polarizzatore P2 viene sostituito da una lamina a quarto d’onda ideale L, il cui asse ottico forma una angolo β = π/4 con l’asse di P1 come mostrato in figura (b). Calcolare: 3) l’intensità trasmessa dal polarizzatore P3 al variare dell’angolo γ tra l’asse di P1 e di P3 I 3 (γ ) π/2 α I0 P1 P2 β I0 P3 P1 (a) γ L P3 (b) Soluzione 1) Il campo elettrico dopo il sistema dei polarizzatori è E3 = cB3 = 43.3 V/m Detta E1 l’ampiezza del campo elettrico trasmessa da P1, l’ampiezza E2 del campo elettrico trasmessa da P2 e l’ampiezza E3 del campo elettrico trasmessa da P3 sono rispettivamente E2 = E1 cos π 6 π π ⎛π π⎞ e E3 = E2 cos ⎜ − ⎟ = E1 cos sen ⎝ 2 6⎠ 6 6 per cui E1 = E3 = 100 V/m π π cos sen 6 6 L’intensità dell’onda trasmessa da P1 è E2 I1 = 1 = 13.26 W/m 2 2Z 0 ed è pari a metà dell’intensità dell’onda non polarizzata incidente su P1 per cui I 0 = 2I1 = 26.52 W/m 2 2) La pressione di radiazione esercitata dalla luce uscente da P1 su P2 è I p2 = 1 = 4.42 × 10 −8 N/m 2 c 205 Capitolo 12 Diffrazione Problema 12.2 Luce di lunghezza d’onda λ = 0.6 µm incide su un reticolo di diffrazione le cui fenditure sono larghe b e distanti fra di loro a, passo del reticolo. Si osservano i primi tre massimi principali d’interferenza in trasmissione nella direzione θ = 0º, 2.86º, 5.74º mentre il massimo principale successivo risulta assente. Calcolare: 1) il passo del reticolo a 2) la larghezza delle fenditure b 3) il numero minimo di fenditure del reticolo per separare, secondo il criterio di Rayleigh,nella direzione θ = 5.74º, due lunghezze d’onda che differiscono di Δλ λ = 2 × 10 −4 N 4) il rapporto fra l’intensità del massimo principale osservato a θ = 5.74º e l’intensità del massimo centrale R Soluzione 1) I massimi principali si trovano nelle posizioni date da a sen θ = mλ per cui considerando il massimo del primo ordine otteniamo λ a= = 12 µm sen 2.86° 2) Il massimo d’interferenza di ordine m = 3 non si osserva perché in questa direzione c’è il primo minimo di diffrazione, ossia sen θ 3 = 3λ λ = a b ⇒ b= a = 4 µm 3 3) La direzione θ = 5.74º corrisponde alla posizione del massimo principale di interferenza di ordine m = 2. La possibilità di risolvere due lunghezze d’onda secondo il criterio di Rayleigh implica che il potere risolutivo del reticolo in quella direzione deve essere λ R= = mN = 2N Δλ per cui il numero minimo di fenditure risulta 1 λ N= = 2500 2 Δλ 4) La diffrazione dovuta ad un reticolo è governata dalla legge 2 2 π b sen θ ⎞ ⎛ N π a sen θ ⎞ ⎛ sen sin ⎜ ⎟ ⎜ ⎟ λ λ I (θ ) = I 0 ⎜ π b sen θ ⎟ ⎜ π a sen θ ⎟ ⎜ ⎟ ⎜ sin ⎟ ⎝ ⎠ ⎝ ⎠ λ λ ove per un massimo d’interferenza si ha λ π b sen θ π b mλ b sen θ = m ⇒ = = πm a λ λ a a 230