IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA: SERENOA E ORTICA L’iperplasia prostatica benigna (IPB), o adenoma prostatico, è un accrescimento di matrice non cancerosa a livello della prostata, organo ghiandolare parte del sistema riproduttivo e urinario dell’uomo, localizzato subito al di sotto della vescica. L’accrescimento riguarda le cellule della componente parenchimale e stromale della ghiandola e avviene per un aumento non nelle loro dimensioni, bensì nel numero. Il processo è dinamico e progressivo: inizialmente il tessuto prostatico si accresce nella regione periuretrale e causa un ispessimento della parete vescicale, quindi i noduli formatisi possono aumentare e comprimere il canale uretrale fino a provocarne l’ostruzione, parziale o completa. Pertanto, la sintomatologia associata all’IPB presenta sia una componente irritativa che una ostruttiva. Si tratta di una condizione patologica molto comune, ad incidenza età dipendente e di cui ancora si ignora in parte l’eziopatogenesi. Attualmente, nella terapia convenzionale il trattamento di prima scelta è rappresentato da quello farmacologico, mentre, solo in caso di un suo fallimento, si ricorre ad interventi chirurgici quali terapia a cielo aperto, laser terapie e terapie mininvasive. Dal momento che una completa reversione della patologia non è possibile, il trattamento farmacologico è finalizzato a migliorare la qualità della vita, attenuando la sintomatologia e riducendo il rischio di una progressione verso un danno vescicale irreversibile, e si basa su due azioni differenti: l’inibizione della crescita eccessiva della ghiandola e un aumento del rilassamento della muscolatura del collo della vescica, di modo da permettere un getto urinario migliore. Nell’ambito fisiopatologico della IPB la fitoterapia ha da sempre occupato una posizione di prim’ordine, sia a livello medico che salutistico: non solo i fitoterapici rappresentano una consistente parte dei farmaci dispensati per il trattamento di questa patologia (da circa il 50% in Italia a oltre il 90% in Austria e Germania, dove costituiscono il trattamento di prima linea), ma anche gli integratori alimentari a base di estratti vegetali, senza obbligo di prescrizione e impiegati come automedicazione, godono di largo consumo (negli USA un quarto degli uomini che frequentano cliniche di urologia ha dichiarato di averli utilizzati per trarre sollievo dai sintomi lievi e moderati del tratto urinario inferiore). Le piante medicinali con indicazioni nel trattamento dell’IPB sono circa 30, le più utilizzate delle quali sono: Serenoa repens (Bartram) Small frutti maturi, Urtica dioica L. radice, Prunus africana (Hook. f.) Kalkman corteccia, Cucurbita pepo L. olio dei semi ed Epilobium spp. parti aeree. Secondo una recente metanalisi, l'agente fitoterapico più rappresentato in letteratura per i disturbi della prostata è Serenoa repens (Bartram) Small, dal momento che ha un’efficacia paragonabile ai farmaci di sintesi convenzionalmente utilizzati ed è privo di effetti collaterali significativi. S. repens è una piccola palma sempreverde con foglie a ventaglio profondamente incise, appartiene alla famiglia delle Arecaceae. La parte di interesse della pianta deriva dall’essiccamento del frutto maturo. La droga è prevalentemente composta da acidi grassi. Gli acidi grassi totali comprendono gli acidi grassi liberi (acido oleico, acido laurico, acido miristico, acido palmitico, acido linoleico, acido stearico, acido caprico, acido caproico, acido linolenico, tridecanoico, acidi undecanoici e alcoli grassi) e i loro corrispondenti esteri etilici, gli steroli (β-sitosterolo, daucosterolo, campesterolo, stigmasterolo) e i lipidi. La farmacologia sperimentale suggerisce che tra i meccanismi d’azione della droga probabilmente coinvolti nell’alleviamento dei sintomi dell’IPB possano esserci l’effetto anti-gonadotropo, quello spasmolitico, quello antiproliferativo e quello antiossidante/antiinfiammatorio/antiedemigeno. Gli effetti antiestrogenico e antiandrogenico si devono sia ad una blanda azione inibitoria nei confronti della 5αreduttasi sia all’inibizione dell'interazione intracellulare tra il diidrotestosterone (DHT) e il suo recettore citosolico. La farmacologia clinica, che raccoglie numerosi studi che hanno visto principalmente coinvolti pazienti affetti da prostatite batterica cronica o da IPB, confermando gli effetti precedentemente osservati in vitro ed ex vivo, testimonia l’utilità d’uso di S. repens (Bartram) Small nel trattamento dell’IPB sostenuta da processi infiammatori, senza per altro ostacolare la diagnosi di cancro alla prostata. S. repens (Bartram) Small e gli estratti da essa derivati sono noti per essere ben tollerati e fino ad oggi sono stati segnalati minimi eventi avversi significativi, la maggior parte dei quali lievi, reversibili e che coinvolgono il sistema gastrointestinale, e nessuna evidenza di interazioni farmacologiche. Serenoa ha dimostrato di avere effetti sinergici o additivi con altri prodotti a base di erbe sui sintomi dell’IPB, uno di questi fitoterapici è ortica. Appartenente alla famiglia delle Urticaceae, Urtica dioica L. è una pianta erbacea perenne, di aspetto ruvido e colore verde, ricoperta interamente da peli urticanti. Il rizoma cilindrico ed affusolato, talvolta ramificato, di colore bruno-giallastro e le radici striscianti attorcigliate irregolarmente e cave all’interno sono le parti che, sottoposte ad essiccamento, vengono impiegate nell’ambito della problematica sovracitata. Dal punto di vista chimico, la droga contiene in primo luogo polisaccaridi (glucani, glucogalacturonasi, acido arabinogalattano), seguiti da lectine e fitosteroli (β-sitosterolo, stigmasterolo, campesterolo). Sono presenti, anche se in quantità decisamente inferiori, lignani (secoisolariciresinolo, neo-olivile, 9-acetil-neoolivile, 9,9'-bisacetil-neo-olivile), acidi fenilpropanici, ceramidi, alcoli grassi, monoterpeni e loro glicosidi, triterpeni, fenoli (p-idrossi benzaldeide), cumarine (scopoletina), oligosaccaridi e amminoacidi. Grazie alla ricerca scientifica dell’ultimo secolo, è stato possibile estendere la tradizionale indicazione d’uso orale della radice di ortica da quella generica di “diuretico” o di “supporto nel contrasto dei disturbi delle vie urinarie” a quella più specifica di “sollievo dai sintomi del tratto urinario inferiore correlati alla IPB”, dicitura che fa riferimento al suo traditional use ed è riportata nella monografia EMA. Con quest’ultima finalità di trattamento U. dioica L. radix è stata inserita in molti tra farmacopee e documenti ufficiali. Numerosi studi clinici non controllati e alcune sperimentazioni in doppio cieco e contro placebo hanno permesso di avvalorare l’efficacia della somministrazione orale di vari estratti di radice di ortica nel trattamento dei sintomi delle basse vie urinarie provocati dalla IPB. Tra gli eventi avversi significativi associati con l'assunzione di Urtica dioica L. sono stati riportati solo pochi casi di effetti collaterali gastrointestinali transitori. Si sconsiglia l’assunzione di ortica in gravidanza, allattamento, nei bambini di età inferiore ai 12 anni e nei pazienti che stanno assumendo ferro, poiché i tannini presenti nella droga riducono l’assorbimento gastrointestinale di ferro. Ne è invece controindicato l’uso di in caso di allergia nota alle Urticaceae.