153. S. Alfonso. Sicilia 1768. Giansenisti all’assalto. Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio (seguendo le sue biografie) 153. S. Alfonso. Sicilia 1768. Giansenisti all’assalto. ♦ Sicilia 1768. – Alfonso, vedendo che insieme alla sua Teologia morale si combatteva anche l’opera delle Missioni, che egli chiamava “l’opera di Gesù Cristo”, inviò una lettera ai Vescovi di Sicilia, giustificando la sua dottrina. Così fece presente il tutto a quell’uomo savio e tutto di Dio, il Marchese Fogliani, Vice-Re in Palermo, pregandolo di sua protezione. Così anche gli uni e gli l’altri scrissero, facendo giustizia al suo merito, e magnificandone la virtù e la dottrina. ♦ Fu assunto alla Cattedra di Girgenti Monsignor Lanza, dei Principi di Trabbia, dottissimo e zelante Teatino. Non essendo saldata la prima piaga, ne nacque un’altra più amara. Troppo a cuore aveva Monsignore il suo Seminario. Ma non mancava in quello chi, ammantato di spirito ovino, pur avendo spirito di lupo, cercasse di corrompere il costume e la dottrina. ♦ Un Mansionario della Cattedrale, essendo Lettore di Sacra Scrittura, si faceva gloria di spacciare per Teologi i Giansenisti, come veri discepoli di S. Agostino. Egli commentava le Riflessioni Morali del Quesnello sul nuovo Testamento. E diceva che la Chiesa Romana era contraria a S. Agostino, e che condannando la dottrina di Quesnello, abbia condannato la dottrina di S. Agostino e dei Santi Padri. Che la Bolla Unigenitus era empia; ed encomiava i Prelati di Francia, che avevano stipulato istrumento di appello dal Papa al futuro Concilio. E aggiungeva che la Sede Romana era caduta in errore, per opera, egli diceva, degli eretici Gesuiti. E con Michele Bajo sosteneva che siano peccati tutte le Opere degli Infedeli. ♥ Appena Monsignore ebbe appurato siffatte bestemmie, lo licenziò dal Seminario, lo sospese dalla Confessione, e gli proibì, tra l’altro, ogni accesso al nobile Monastero delle Circestensi, dove era Direttore. (Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 43). – Leggi tutto nell’originale. Sicilia 1768. – Alfonso vide attaccata insieme alla sua Morale anche l’opera delle Missioni, che egli chiamava “l’opera di Gesù Cristo”. Ma molti scrissero, facendo giustizia al suo merito e magnificandone la virtù e la dottrina.