Titolo Abstract: GRAVIDANZA SUCCESSIVA ALLA MEF:GESTIONE

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Titolo Abstract:
GRAVIDANZA SUCCESSIVA ALLA MEF:GESTIONE CLINICA E RUOLO
DELL'OSTETRICA.
Università
Sede: MODENA
Corso di Laurea: OSTETRICIA
Università: Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
Anno di corso: 2007/2008
Autore referente
Cognome e Nome: Ilchenko Svitlana
Altri autori: non ci sono altri autori
Abstract
Motivazione ed obiettivi:
Qual’è il ruolo che l’ostetrica dovrebbe assumere in questi momenti? Se ci sono le strategie cliniche e
assistenziali per poter prevenire questo tragico epilogo della gravidanza? Come si può costruire un
approccio mirato alla gravidanza successiva per ridurre il rischio di ricorrenza? Queste ed altre domande
sono state il principale stimolo per la composizione della mia tesi che ho scritto. La morte del feto in
utero è un evento che deve essere sempre valutato attentamente. Le perdite embrionarie e le perdite fetali
devono essere indagate diligentemente prima di iniziare una gravidanza successiva allo scopo di
correggere i fattori determinanti . Le cause della morte intrauterina sono molteplici. Tutti gli eventi
descritti in patologia ostetrica possono causare il decesso fetale. Molti studi sottolineano il ruolo
principale nella morte fetale di alcune patologie materne come:diabete, ipertensione/preeclampsia,
trombofilia congenita/acquisita,sindrome da anticorpi antifosfolipidi e restrizione/arresto della crescita
fetale in gravidanza precedente. La gestione della gravidanza successiva alla MEF richiede un approccio
terapeutico mirato sull’eventuale causa della pregressa MEF e sulla costruzione di un percorso
individualizzato per la donna che include anche un supporto psicologico .
Materiali e metodi:
Lo studio è stato condotto in modo retrospettivo sulla gravidanza precedente esitata con la Morte
Endouterina Fetale nel periodo tra gennaio 2003 e dicembre 2007 valutando i dati della cartella clinica e
in modo prospettico nella gravidanza successiva,valutando un campione di 50 gravidanze successive.
Nella seconda parte dello studio vengono analizzate le interviste dirette/telefoniche proposte alle donne
per valutare l’assistenza e supporto ricevuti. Sono stati analizzati e confrontati i dati riguardanti la
gravidanza esitata con la MEF e la gravidanza successiva in base a: età materna,etnia,parità,decorso
della gravidanza,ricerca della causa MEF,tempo trascorso tra le gravidanze, media delle visite mediche
ed ecografie eseguite,epoca e modalità del parto,peso alla nascita.
Conclusioni:
Il supporto psicologico dopo una perdita fetale ha avuto un ruolo determinante nella scelta di avere al
più presto una nuova gravidanza, il 28% delle donne intervistate ha usufruito di un aiuto professionale
dopo la morte endouterina e ha mantenuto un supporto psicologico anche nei primi tre mesi della
gravidanza successiva. Questo ha contribuito ad una maggiore consapevolezza e sicurezza nell’
affrontare una nuova gravidanza a distanza di 6-12 mesi dalla perdita. Analizzando la scelta della
modalità di espletamento del parto nella successiva gravidanza vi è un aumento del 10% dei TC rispetto
a quella precedente. Dal punto di vista emotivo si è notato un aumento dell’ansia materna in prossimità
del parto e nel periodo che coincideva con la perdita nella gravidanza precedente. Nella maggior parte
dei casi le donne sono tornate presso lo stesso servizio per il parto successivo, questo conferma
l’importanza di un adeguato sostegno psicologico durante e dopo una morte endouterina. La gestione
clinica della gravidanza successiva si basa sulla determinazione delle cause che hanno portato alla morte
fetale, un’attento studio della pregressa storia ostetrica della donna e delle patologie preesistenti, la
prevenzione primaria e secondaria, monitoraggio del rischio di ricorrenza delle principali patologie
materne che possono portare alla morte fetale, corretta datazione della gravidanza, diagnosi precoce
dell’IUGR e attenta sorveglianza delle donne con pregressa IUGR in anamnesi. Abbattimento delle
barriere linguistiche nella gestione della gravidanza nelle donne immigrate perche i nostri ospedali
hanno un’utenza sempre più multietnica. È importante dare l’attenzione non solo alla salute fisica della
donna ,ma anche quella psichica con un adeguato supporto psicologico/emotivo nella rete ospedaliera e
consultoriale . Nella gravidanza successiva l’ostetrica affiancherà il medico nella gestione della
gravidanza con le situazioni estremamente diversificate mettendo in pratica tutto il suo sapere
professionale e soprattutto relazionale, capacità di counselling e di sostegno psicologico nella continuità
dell’assistenza. Offrirà counselling e supporto dopo la perdita; counselling pre-concepimento;
counselling contraccettivo; counselling accanto alla mediatrice culturale per un adeguato supporto e
l’assistenza alle donne immigrate; aiuto e accoglienza nella pianificazione del percorso della gravidanza;
valutazione dei fattori di rischio e prevenzione; accompagnare la donna nel percorso degli accertamenti
diagnostici e nella diagnosi prenatale; supporto nel momento del parto; promozione dell’allattamento al
seno; assistenza in puerperio e nei primi mesi dopo il parto a livello consultoriale ; collaborazione con lo
psicologo per riconoscere ed identificare tempestivamente i primi segni di disagio e fornire l’aiuto
necessario in caso di lutto complicato, depressione post-partum, difficoltà di attaccamento e relazione
madre-bambino.
Progetto/Buona pratica prevalentemente riferito a:: Ricerca
Risultati e valutazioni:
Il 46% delle donne seguite erano immigrate e il 54% italiane. Nelle donne italiane la principale fascia
d’età è di 30-39 anni ( 38% ) con i 2 casi di oltre 40 anni ( 4% ), mentre nel gruppo delle donne
immigrate è di 18-29 anni ( 40% ) compreso un caso di 17 anni. Tra le straniere emerge una netta
prevalenza di origine araba del 16% ( Marocco e Tunisia ) e dell’Estremo Oriente del 16% ( Pakistan e
India ). Nel 54% dei casi la MEF è avvenuta nelle nullipare e nel 46% nelle pluripare, si precisa inoltre
che tra le pluripare il 58,4% ha un figlio vivo e il 41,6% ha in anamnesi 1 o più aborti. Le cause che
hanno portato alla MEF sono le seguenti:il 20%-grave IUGR, 6%-malformazioni,14%-alterazione del
flusso placentare,20%-infezioni e in 40% è inspiegabile. Vorrèi specificare che l’elaborazione dei dati
che riguardano la determinazione della causa MEF è stata fatta in base alla causa indicata in cartella
clinica. In entrambi i gruppi prevale il tempo < di 6 mesi trascorso tra una gravidanza e l’altra ( italiane –
32%, immigrate – 26 % ). La media delle visite mediche e delle ecografie eseguite in gravidanza
successiva è rispettivamente di 7,06 e 4,0;doppia rispetto alla gravidanza esitata con la MEF dove di
media sono state eseguite 4,74 di visite mediche e 2,7 di ECO. La maggior parte ( 72% ) delle morti
fetali è avvenuta nel terzo trimestre della gravidanza e il 20% nel secondo trimestre. L’espletamento del
parto nella gravidanza esitata con la MEF per mezzo del TC è avvenuto in 4casi ( 8% ) per la richiesta
materna nel sottogruppo delle donne immigrate e in 2casi ( 4% ) delle italiane, 1caso ( 2% ) della
presentazione podalica nelle immigrate, 1caso ( 2% ) di precesarizzata con la gestosi tra le italiane e in
1caso ( 2% ) di gestosi nelle immigrate. Nella gravidanza successiva si è verificato il 8 % dei parti
pretermine tra la 29+3 sett. e la 36+3 sett. La maggior parte delle donne ha espletato il parto in modo
spontaneo( 40% ) sia italiane che immigrate, in 2 casi ( 4% ) dopo la scelta del PI per insorgenza delle
distocie ed alterazione del BCF si è dovuto ricorrere al TC; 1 caso ( 2% ) del parto spontaneo in una
donna precesarizzata ( immigrata ). Il peso dei neonati nella gravidanza successiva nel 77,8% dei casi è
tra il 11-90° percentile;il 11,1% è >90°;il 6,7% è tra il 6-10° percentile e il 4,4% è <5°. Si è verificato un
caso di ricorrenza della morte endouterina alla 28+3 sett.
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