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Prevenzione del suicidio di
paziente ricoverato in Diagnosi e
Cura
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INDICE
MODIFICHE .................................................................................................................................................................... 3
SCOPO .............................................................................................................................................................................. 3
CAMPO DI APPLICAZIONE ........................................................................................................................................ 3
DEFINIZIONI .................................................................................................................................................................. 3
DOCUMENTI DI RIFERIMENTO................................................................................................................................ 3
CONTENUTO .................................................................................................................................................................. 4
INTERVENTI OPERATIVI DI PREVENZIONE DEL RISCHIO SUICIDIARIO ALL'INTERNO DEL SERVIZIO PSICHIATRICO DI
DIAGNOSI E CURA............................................................................................................................................................ 4
A) INVIO DA SERVIZIO TERRITORIALE ............................................................................................................................. 5
B)TRASFERIMENTO DA ALTRA U.O. OSPEDALIERA O DA PRONTO SOCCORSO ................................................................ 5
C) RICOVERO IN SPDC ................................................................................................................................................... 5
FASE DI ACCOGLIENZA ........................................................................................................................................ 5
1) Prima valutazione del Rischio .............................................................................................................................................6
2) Anamnesi medica e infermieristica .....................................................................................................................................6
FASE DEL RICOVERO ............................................................................................................................................ 7
1) Comunicazione in équipe ...................................................................................................................................................7
2) Osservazione del paziente e valutazione del rischio ............................................................................................................7
3) Terapia.................................................................................................................................................................................7
FASE DELLA DIMISSIONE ..................................................................................................................................... 8
Dimissione e pianificazione della continuità assistenziale.......................................................................................................8
PARAMETRI DI CONTROLLO ................................................................................................................................... 9
ALLEGATI ....................................................................................................................................................................... 9
Documento redatto da
Inf. Daniela Altariva
Inf. Verena Di Marco
Dr.ssa Vanna Greco
Inf. Calogero Iacono
Inf. Luisa Iannotti
Inf. Stefano Malagoli
Inf. Lorenza Malavolta
Dr. Mauro Martinelli
Dr.ssa Vania Maselli
Dr. Fausto Mazzi
Dr.ssa Grazia Tondelli
Dr. Andrea Vasta
UITR DSM DP
SPDC Modena
CSM Sassuolo
SPDC OPA Villa Igea
Sistema Qualità e Accreditamento
SPDC Carpi
CSM Polo Ovest
SPDC OPA Villa Igea
Medicina Legale e Gestione del Rischio Clinico
CSM Sassuolo
SPDC Carpi
SPDC Modena
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Verifica
Approvazione
Emissione
Direttore U.O. Medicina
Legale e Gestione del Rischio
Dr.ssa Alessandra De Palma
Direttore Dipartimento Salute
Mentale - Dipendenze
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Dr. Claudio Ferretti
Referente Accreditamento e
Qualità Dipartimento Salute
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Dr. Paolo Soli
Data di emissione
BOZZA
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MODIFICHE
Rev.
Approvazione
Data
Visto
Pagine
Modificate
Tipo - natura della modifica
SCOPO
Scopo della presente procedura è l’identificazione e l’adozione di strategie organizzative e modalità
operative atte a ridurre e/o prevenire i suicidi e/o i tentati suicidi nei pazienti ricoverati presso i
Diagnosi e Cura Aziendali, delineando altresì in tali termini le modalità di presa in carico del
paziente a rischio dimesso nella fase di passaggio dall’ospedale alle strutture territoriali.
CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente procedura si applica alle Unità Operative di Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura
dell'Azienda U.S.L. di Modena nella prevenzione dei suicidi e/o dei tentati suicidi.
DEFINIZIONI
Suicidio: evidenze esplicite o implicite che la persona è deceduta attraverso un comportamento
finalizzato a procurarsi la morte.
Tentato suicidio: evidenze esplicite o implicite che la persona si è procurata lesioni non fatali
attraverso un comportamento finalizzato a procurarsi la morte.
DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
Prevenzione del suicidio del paziente in ospedale - Raccomandazione n. 4 del 31 marzo
2008 – Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
Protocollo per il monitoraggio degli eventi sentinella – Ministero del Lavoro, della Salute
e delle Politiche Sociali – Luglio 2009
Sentenza della Corte di Cassazione (Sez. IV, ud. 14/1/2007) del 11-03-2008, n. 10795 –
Suicidio di un paziente psichiatrico
Gestione dei sinistri RCT/RCO – Procedura Aziendale – emessa il 24/06/2008
Nota informativa del Direttore Sanitario sulle modalità di segnalazione degli eventi avversi
– Prot. 39/P003 – del 23/04/2008
Circolare N 16 del Direttore Generale alla Sanità e alle Politiche Sociali RER sulla
disciplina delle contenzioni fisiche presso i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura dei
DSM-DP del 22/10/2009
Deliberazione della Giunta Regionale 9 novembre 2009, n. 1706 “Individuazione di aree di
miglioramento della qualità delle cure e integrazione delle politiche assicurative e di
gestione del rischio” (BUR-ER 23 novembre 2009)
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CONTENUTO
Interventi operativi di prevenzione del rischio suicidiario all'interno del servizio
psichiatrico di diagnosi e cura
1 ) PRIMA VALUTAZIONE
DEL RISCHIO
INVIO DA SERVIZIO
TERRITORIALE
2) ANAMNESI MEDICA E
INFERMIERISTICA
-RELAZIONE DI INVIO
ACCOMAPAGNAMENTO
DA PARTE DI
INFERMIERE
TERRITORIALE
1) COMUNICAZIONE IN
EQUIPE
2) OSSERVAZIONE DEL
PAZIENTE E VALUTAZIONE
DEL RISCHIO
3) TERAPIA
INVIO DA PS O DA
ALTRA U.O
OSPEDALIERA
DIMISSIONE E
PIANIFICAIZONE DELLA
CONTINUITA’
ASSISTENZIALE
RICHIESTA DI
CONSUELENZA
PSICHIATRICA
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A) Invio da servizio territoriale
Da chi: psichiatra del Centro di Salute Mentale.
Valutazione: il medico del Centro di Salute Mentale, effettua la propria valutazione in
collaborazione con il personale infermieristico coinvolgendo il paziente e quando possibile i
familiari.
N.B In orario di chiusura dei Centri di Salute Mentale, i Medici di Continuità Assistenziale possono
essere chiamati a decidere di effettuare un ricovero in regime di TSO. (preferibilmente con la
convalida di uno specialista psichiatra).
Informazioni da acquisire: notizie sul pregresso, fornite da Medici di Medicina di Base o del
Servizio di guardia medica e/o Specialisti privati ovvero altre segnalazioni riportanti aspetti delle
situazioni e delle problematiche e del contesto.
Invio: il medico compila la scheda di invio verificando contestualmente la disponibilità di posto
letto (ALLEGATO 1). L’infermiere compila la scheda di raccordo infermieristico (ALLEGATO 1A).
Oltre alla scheda di invio e alla scheda di raccordo infermieristico, deve essere trasmessa al SPDC
di destinazione copia di tutta la documentazione sanitaria acquisita e disponibile inerente il caso. Il
medico o l’infermiere comunicano telefonicamente al SPDC di destinazione l’effettiva partenza
del/la paziente. Il paziente deve essere accompagnato da un infermiere del Centro di Salute
Mentale.
B)Trasferimento da altra U.O. ospedaliera o da Pronto Soccorso
Da chi: il medico dell’U.O o del Pronto Soccorso e il consulente psichiatra
Valutazione: il medico dell’U.O o del Pronto Soccorso effettua la propria valutazione al fine di
motivare la richiesta di una consulenza psichiatrica.
Informazioni da acquisire: oltre alle informazioni cliniche che hanno motivato la richiesta di
consulenza psichiatrica ogni altra informazione anamnestica utile anche inerente gi aspetti di
comorbilità.
Invio: lo psichiatra intervenuto in consulenza, effettuata la propria valutazione, compila la scheda di
invio verificando contestualmente la disponibilità di posto letto. Oltre alla scheda di invio, deve
essere trasmessa al SPDC di destinazione copia di tutta la documentazione sanitaria acquisita e
disponibile inerente il caso. Il personale dell’U.O inviante o del PS deve comunicare
telefonicamente al SPDC di destinazione l’effettiva partenza del/la paziente. I sanitari del SPDC di
destinazione dovranno poi concordare con i sanitari dell’U.O inviante le modalità più opportune per
garantire al/la paziente la continuità delle cure.
C) Ricovero in SPDC
FASE DI ACCOGLIENZA
Da chi: medico e infermiere. Questo momento coinvolge le persone entranti e le figure
professionali ad ogni livello del gruppo presente in servizio, come espressione dell’equipe e del
SPDC, e le persone invianti, che preannunciano l’arrivo dei pazienti telefonicamente.
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Come: è l’inizio della conoscenza reciproca, della raccolta delle informazioni, anche anamnestiche,
della comunicazione delle stesse all’interno dell’equipe, dell’organizzazione della continuità
dell’osservazione della prima fase degli accertamenti diagnostici e delle cure, e la programmazione
di una rivalutazione del rischio suicidiario ed auto lesivo attenta e periodica.
1) Prima valutazione del Rischio
Se emergono o vengono trasmesse ipotesi, notizie o informazioni che un paziente sia a rischio
di suicidio, è necessario durante la fase di accoglienza:
che questa avvenga in un ambiente idoneo a favorire incontro e riservatezza, in modo da
permettere una conoscenza reciproca ed una comunicazione anche attenta ad aspetti empatici;
che assieme al paziente si prendano in considerazione gli oggetti personali, e si prendano in
consegna oggetti pericolosi, come farmaci, sostanze tossiche o attrezzature da toeletta taglienti o in
vetro, o altri oggetti personali o di abbigliamento potenzialmente a rischio di provocare asfissia o
strangolamento, oppure fonti di fiamma libera;
chiedere la collaborazione dei familiari ed amici del paziente, non appena possibile, in
questa opera di prevenzione, offrendo al paziente di rendere custode di ciò che è suo chi lo possa
maggiormente rassicurare nell’accettarlo;
fare attenzione alle scelte successive, ad esempio della stanza di ricovero, al fatto che sia
solo o con altri pazienti, e alla posizione del letto nella stanza, affinché il paziente possa essere e
sentirsi facilmente sia soggetto che partecipe ad ogni attenzione;
porre in atto misure che impediscano alla persona a rischio di accedere ad ambienti (ad es.
docce) e mezzi (ad es. oggetti taglienti, cinture, corde, farmaci di altri) atti a ledersi o togliersi la
vita.
Sempre durante questa fase vi è una prima raccolta della storia (anamnesi)
2) Anamnesi medica e infermieristica
Il medico e l’infermiere devono procedere alla raccolta di informazioni anamnestiche, sia
psicosociali che cliniche , il più precocemente possibile, compatibilmente con le modalità e le
condizioni del paziente all’arrivo.
E’ da privilegiarsi un ascolto attento ma rispettoso, sia libero che semistrutturato.
Vengono utilizzate le osservazioni dirette, le informazioni raccolte spontaneamente, la
documentazione sanitaria trasmessa dall’inviante ed ogni altra informazione richiesta da appositi
strumenti di rilevazione e monitoraggio del rischio durante il ricovero da allegare in cartella clinica
(ALLEGATO 2).
Occorre evidenziare nel contesto delle informazioni raccolte e ottenute ciò che risulta quale
fattore protettivo e ciò che è fattore di rischio al fine di impostare i primi interventi assistenziali e
terapeutici anche specifici.
A completamento, non appena risulti possibile, si somministrano strumenti psicometrici
scelti fra gli esempi suggeriti in allegato.
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FASE DEL RICOVERO
1) Comunicazione in équipe
E’ fondamentale che il sospetto sull’intento suicidiario di un paziente sia tempestivamente
comunicato all’interno dell’équipe di cura anche al fine di impostare una rivalutazione del rischio
attenta e periodica.
Al fine di cogliere i segni premonitori dell’atto suicidiario e di poter quindi mettere in atto
tutte le misure di prevenzione possibili sono necessarie l’integrazione delle diverse osservazioni e
competenze (in particolare medico - infermieristiche, ma anche sociosanitarie) e, soprattutto,
un’adeguata comunicazione fra tutti gli operatori, con il paziente e/o con le persone significative per
la sua vita di relazione.
Osservazioni e riflessioni, trascritte nel diario medico e nel diario infermieristico, devono
essere rese note e condivise, ad ogni cambio turno, all’interno dell’équipe (le informazioni verbali
non esimono ciascun operatore da una lettura attenta della documentazione scritta).
Le riunioni d’équipe, sia programmate che straordinarie, sono occasione per perfezionare
ulteriormente il programma terapeutico individualizzato e condividerlo anche con l’esterno.
2) Osservazione del paziente e valutazione del rischio
È fondamentale la rilevazione, mediante l’osservazione diretta del paziente durante tutto
l’arco del ricovero, di segni che possono essere indicativi di rischio di suicidio. Il rischio di suicidio
è massimo nei primi giorni del ricovero e nelle prime settimane dopo la dimissione.
Al fine di rendere puntualmente ed immediatamente riscontrabile da parte degli operatori
che si avvicendano nel percorso di cura il livello di rischio del paziente, la valutazione del rischio
suicidiario durante l’arco del ricovero deve essere documentata in cartella clinica attraverso
l’utilizzo di una check list di rilevazione compilata dall’infermiere ad ogni turno. (ALLEGATO 3)
Può essere necessario rivalutare durante tutta la degenza la possibilità che i pazienti arrivino
a possedere oggetti/sostanze pericolosi, come nella fase di ingresso. In queste occasioni si devono
coinvolgere i pazienti presenti in reparto in una ricerca sistematica di oggetti/sostanze pericolosi. E’
infatti opportuno che la ricerca di tali situazioni di pericolo non venga percepita dai pazienti come
un atto inquisitorio o persecutorio bensì quale dimostrazione di attenzione e cura nei confronti della
loro sicurezza.
3) Terapia
Una volta accertata la presenza di un rischio suicidiario è opportuno avviare un intervento che
può prevedere più trattamenti, sia farmacologico, sia non farmacologico, fra loro integrati:
o Terapia farmacologica
1. Ottimizzare la terapia farmacologica, con la massima attenzione, nel caso dei disturbi
depressivi, al possibile aumentato rischio “iatrogeno” suicidiale nella fase di latenza della
terapia antidepressiva stessa
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2. Ottimizzare la terapia farmacologica volta: alla normalizzazione del sonno notturno, a ridurre lo
stato di tensione e ansia, a bloccare atteggiamenti reattivi nei momenti di maggiore rischio
suicidiario
o Terapia non farmacologica: psicoterapia (intervento di crisi), interventi finalizzati a ridurre
o eliminare fattori di rischio di ordine sociale, relazionale (cfr. ALLEGATO 4)
Un intervento relazionale con l’affidamento a personale infermieristico dedicato potrebbe
essere di supporto
Come integrazione fra i due tipi di trattamento si deve sottolineare che sempre le modalità di
somministrazione e la ricerca di una compliance, dall’ascoltare attentamente la soggettività dei
pazienti rispetto ai farmaci , al mettere in atto misure anche complesse di maternage ( fleboclisi
assistite, cura del corpo, primi incontri o prime riprese di rapporti interpersonali e familiari etc.)
rendono le terapie farmacologiche non solo effettivamente possibili, ma soprattutto molto più
efficaci e meglio sopportabili gli effetti collaterali.
FASE DELLA DIMISSIONE
Dimissione e pianificazione della continuità assistenziale
All’atto della dimissione di pazienti che hanno tentato il suicidio o sono stati/e ritenuti/e a rischio
suicidiario, è necessario che:
o il medico referente del caso predisponga le dimissioni del/la paziente avendo organizzato
preliminarmente la sua presa in carico a livello territoriale: occorrerà rendere edotti
dell’entità del rischio del/la paziente i caregivers, lo psichiatra che l’avrà in cura sul
territorio, i servizi sociosanitari e, in particolare, il medico di Medicina generale,
condividendo con tali figure, oltre che con il/la paziente, la strategia assistenziale successiva
alla dimissione:
o programmare una visita ambulatoriale entro 5 giorni dalla dimissione;
o fornire esaustive informazioni al paziente e ai caregivers sulle attività ambulatoriali e sui
servizi di salute mentale territoriali;
o assicurare la disponibilità immediata di un referente ospedaliero e/o territoriale da contattare
telefonicamente in caso di bisogno, indicando modalità di richiesta di aiuto il più possibile
semplici, tempestive, affidabili;
o fornire al paziente e ai caregivers chiare ed esplicite indicazioni in merito alla necessità di
ridurre la disponibilità di accesso a mezzi potenzialmente auto lesivi o letali come alcune
categorie di farmaci, armi, limiti alla guida di autoveicoli etc.
Tutte le indicazioni suddette devono essere riportate anche in forma scritta nella lettera di
dimissione. Deve anche essere predisposta una relazione alla dimissione che sia riassuntiva
dell’intervento assistenziale infermieristico e che venga allegata alla lettera di dimissione.
(ALLEGATO 1B).
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PARAMETRI DI CONTROLLO
Indicatore - Numero di tentati suicidi / suicidi dalla data di implementazione della procedura
rispetto al numero di tentati suicidi / suicidi negli anni precedenti
ALLEGATI
Allegato 1 “Scheda di invio”
Allegato 1A “Scheda di raccordo infermieristico”
Allegato 1B “Scheda di raccordo infermieristico alla dimissione”
Allegato 2 “Scale di valutazione del rischio suicidario”
o
o
o
SCALE FOR SUICIDE IDEATION (SSI)
INTENT SCORE SCALE (ISS)
SCALA PER LA VALUTAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO DI SUICIDIO
Allegato 3 “Check list di rilevazione del rischio”
Allegato 4“Trattamento farmacologico e non farmacologico dei soggetti a rischio suicidario”
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ALLEGATO 1
SCHEDA DI INVIO A: STRUTTURA DSM-SDP V. IGEA V. ROSA
TIPOLOGIA: SPDC SPOI …….. . RTI .......................
RTP …….............……
RSR ....................… D.H. …….. C.D.…………
D.C.A. ………...………
RTS DOPPIA DIAGNOSI (V.Igea) RTS ALCOOL (V. Rosa) NOME E COGNOME
DATA DI NASCITA
RESIDENZA
N° TEL. PAZIENTE
MEDICO DI MED.GEN.
FAMILIARE/I DI RIFERIM.
indicato/i dal pz o amministr di sostegno
STRUTTURA INVIANTE
1
2
3
CSM ................. ………...
NPIA…………….
SPDC…………………… SDP ..................................................
MMG…………………….. SPECIALISTA OSP. PRIVATO………
REPARTO NON PSICHIATRICO……………………… ALTRO (specificare)…………………………………..
Tel……………………………
MEDICO INVIANTE
e mail …......…………..........................
Fax…………………….........
MEDICO/PSICOLOGO REFERENTE
•
ORIENTAMENTO DIAGNOSTICO
PSICHIATRICO e/o TOSSICOLOGICO
PROGRAMMA IN ATTO AL MOMENTO DELL'INVIO
PROGRAMMA AMBULATORIALE:
• colloqui psichiatrici e/o infermieristici c/o CSM ogni .........................
• visite mediche, colloqui psico-educativi c/o SDP ogni ………………
• terapia assistita c/o CSM / SDP o DH ogni ......................................
• visita domiciliare ogni ..................................................................
PROGRAMMA SEMIRESIDENZIALE: CD DH Borsa Lavoro PROGRAMMA RESIDENZIALE c/o (specificare Residenza) …………………………………. PROGRAMMA NPIA (specificare) ………………………………………………….…………… ALTRO PROGRAMMA (specificare) ……………………………………………………………… NESSUN PROGRAMMA
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TERAPIA FARMACOLOGICA IN ATTO
(dosaggio, via e tempi di somministrazione trattamento)
SE REAZIONI AVVERSE SPECIFICARE QUALE FARMACO
NOTIZIE ANAMNESTICHE RILEVANTI PER IL PIANO ASSISTENZIALE
IN PARTICOLARE: COMPORTAMENTI AUTO/ETERO-AGGRESSIVI ?
SI NO MOTIVO DELLA RICHIESTA DI RICOVERO
SCOMPENSO PSICOPATOLOGIO
SCOMPENSO RELAZIONALE-AMBIENTALE
ALTRO
NECESSITA’ DI RICOVERO
IMMEDIATA (Cod.1)
NELLE 24 ORE (Cod.2)
PROGRAMMABILE ENTRO (Cod.3)
giorni:…………………………….
mesi:………………………
OBIETTIVI DEL RICOVERO
INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO
RIVALUTAZIONE O IMPOSTAZIONE TERAPIA FARMACOLOGICA
STABILIZZAZIONE QUADRO ACUTO O RISOLUZIONE SCOMPENSO PSICOPAT.
DETOSSIFICAZIONE DA ALCOOL
DETOSSIFICAZIONE DA SOSTANZE STUPEFACENTI
INDIVIDUAZIONE PROGRAMMA DI AFFIDAMENTO A RETE DEI SERVIZI
ALTRO (specificare)………………………………………………………………………………
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INDIVIDUAZIONE E/O ATTUAZIONE E/O RIVALUTAZIONE PROGRAMMA RIABILITATIVO
Migliorare la compliance ai trattamenti clinici
Risoluzione problematiche socio – ambientali
Acquisire - migliorare competenze nella cura del sé, negli spazi di vita, nella consapevolezza delle
proprie risorse, abilità socio relazionali
Altri obiettivi (specificare)………………………………………………………………………..
Tempi di verifica del programma riabilitativo con inviante/referente (tra giorni)…...........
GIORNI PREVEDIBILI DI DEGENZA (PROGNOSI)
CRITICITA’ PRESUMIBILE ALLE DIMISSIONE
SI
NO
dimissione complessa per difficoltà di contesto, malgrado la attuale stabilizzazione delle
condizioni cliniche che potrebbe permettere la cura in ambulatorio o a domicilio
PATOLOGIE ORGANICHE ASSOCIATE, COMPLICANZE
DATA DELLA RICHIESTA
Timbro e Firma
RTS: Posti Residenziali a Trattamento Specialistico
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ALLEGATO 1 A
SCHEDA DI RACCORDO INFERMIERISTICO
Cognome____________________________________Nome______________________________________
Nato/a________________________il__________________Domiciliato____________________________
Residente________________________via___________________________________Tel______________
Persona referente__________________________Tel___________________Stato civile_______________
Ricovero volontario_________T.S.O______Accompagnato da Inf_____________Parenti____________
Alimentazione:
nella norma  scarsa  autonoma
Igiene personale:
nella norma
 scarsa
 con aiuto operatore
 autonoma


con aiuto operatore

Ritmo sonno veglia: regolare  insonnia precoce  insonnia tardiva  terapia aggiuntiva 
Tono dell’umore: eccitato  normale  depresso  ansioso  angosciato  irritabile

Comunicazione verbale___________________uso sostanze ____________________________
Mobilizzazione_____________________________Malattie infettive.______________________________
Presidi eventuali___________________________Patologie diverse______________________________
Precedenti psichiatrici si no  se si Dove_________________________________________________
Infermiere di riferimento si  no 
se si come si chiama_______________________________
Rapporti con familiari / parenti conflittuali assenti 
discreto  buono
 ottimo 
Terapia depot___________________________________________________________________________
Eventi avversi collegati ai farmaci__________________________________________________________
Avvenimenti che hanno scatenato il ricovero e /o note eventuali________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
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_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
Somministrazione terapia si farmaco no ______________________________________ora________
Data __________________ Ora________________ Firma Infermiere______________________________________
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ALLEGATO 1 B
SCHEDA DI RACCORDO INFERMIERISTICO
alla dimissione
Cognome_______________________________________Nome _______________________________
Nato/a ___________________________________________________________ il ___________________________
residente a _____________________________________________________________________________________
domicilio in via _________________________________________________________________________________
ricovero in T.S.O. dal _____________ al ____________ ricovero volontario dal ______________ al ____________
Alimentazione:
nella norma
iponutrizione
ipernutrizione
peso Kg ________________
Note/altro ______________________________________________________________________________________
Igiene personale:
nella norma
scarsa
autonoma
con aiuto operatore
Note/altro ______________________________________________________________________________________
Ritmo sonno-veglia:
regolare
insonnia precoce
insonnia tardiva
terapia aggiuntiva
Note/altro ______________________________________________________________________________________
Tono dell’umore :
eccitato
normale
depresso
ansioso
angosciato
irritabile
Note/altro ______________________________________________________________________________________
Rapporti interpersonali/Livello di comunicazione:
comunica con il personale
socializza con altri pazienti
comunica spontaneamente
comunica se coinvolto
comunica con fatica
non comunica
Note/altro ______________________________________________________________________________________
Mobilizzazione _________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
Presidi eventuali ________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
Patologie diverse ________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
Malattie infettive ________________________________________________________________________________
Adesione alle regole (fumo, denaro, telefonate, terapia, orari, etc.):
Collaborante
Non collaborante
________________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________
Parzialmente collaborante
______________________________________________________________________
Note ___________________________________________________________________________________________
Indicazione per Programma Riabilitativo:
SI
NO
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Valutazione Clinica Globale:
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MIGLIORATO
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INVARIATO
PEGGIORATO
NOTE ________________________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________________________
DATA _____/_____/______
ORARIO: ___________
Firma Infermiere/Coordinatore
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ALLEGATO 2
Strumenti psicometrici di valutazione del rischio suicidiario
SCALE FOR SUICIDE IDEATION (SSI)
Autori
AT Beck, M Kovacs, A. Weissman, 1979.
Descrizione e particolarità di impiego
La SSI è stata messa a punto dal gruppo di Beck che aveva messo a punto, in precedenza, la
Hopelessness Scale (Beck et al., 1974b) e la Suicide Intent Scale - SIS (Beck et al., 1974a).
La prima è una scala che misura indirettamente il rischio di suicidio e la seconda valuta la pianificazione
e la letalità dei tentativi di suicidio realmente effettuati. La SSI è più specificamente diretta alla valutazione
dell’ideazione suicidaria, considerata come la premessa per l’atto suicidario. Gli Autori hanno ritenuto
essenziale evidenziare l’intensità e la pervasività dell’ideazione e le sue caratteristiche al fine di giungere ad
una ragionevole predizione del rischio di suicidio in modo da mettere in atto, se del caso, gli interventi
preventivi. La scala non prende in considerazione le variabili sociodemografiche che si usano, di solito, per
caratterizzare i gruppi ad alto rischio di suicidio, poiché hanno scarso peso per la valutazione del singolo
individuo. Mediante la SSI ci si propone di quantificare l’entità dell’intenzionalità suicidaria cosciente,
attuale, dando un peso alle diverse dimensioni dei pensieri e dei desideri autolesivi. La valutazione è fatta dal
clinico sulla base di un’intervista semistrutturata. Gli Autori hanno proposto successivamente una versione di
autovalutazione (Beck et al., 1988).
Periodo valutato
Il periodo preso in considerazione per la valutazione è quello dell’intervista.
Indicazioni
La SSI è adatta per identificare, in una popolazione di soggetti adulti, i soggetti con maggiore o minore grado
di ideazione suicidiaria.
Impiego per valutazioni ripetute
La scala può essere utilizzata, non solo come strumento di screening, ma anche per la valutazione
dell’evoluzione dell’ideazione di suicidio in rapporto ai trattamenti.
Struttura
L’SSI è composta da 19 items che esplorano l’importanza dei pensieri di suicidio, le loro caratteristiche e
l’atteggiamento del soggetto nei loro confronti, il desiderio di morte, il desiderio di suicidarsi e, se presenti, i
dettagli del progetto suicidario; i deterrenti “interni” nei confronti del suicidio, la sensazione soggettiva della
capacità di controllare le spinte suicidiarie. Nella valutazione sono compresi anche le minacce di suicidio
espresse verbalmente o con il comportamento.
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Accreditato Villa Igea
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INTENT SCORE SCALE (ISS)
Autore
DW Pierce, 1981.
Descrizione e particolarità di impiego
L’ISS è una scala utilizzata dal clinico per valutare, nei soggetti che hanno messo in atto un
tentativo di suicidio, il livello di intenzionalità suicidiaria mediante items che esplorano il grado di
letalità del tentativo messo in atto. Gli items della scala riflettono:
- le circostanze relative al tentativo di suicidio, in generale quelle orientate a prevenire il
salvataggio (prima sezione);
- le considerazioni soggettive circa la letalità del metodo usato, l’intenzione di morire, la
premeditazione e la reazione al fatto di essere sopravvissuto (seconda sezione);
- la valutazione professionale del rischio di morte basata sulla prevedibilità dell’esito e la
necessità di interventi medici per prevenire la morte (terza sezione).
Periodo valutato
Il periodo preso in considerazione per la valutazione è quello successivo al tentativo di suicidio, la
distanza dal quale è in funzione della possibilità di comunicazione con il paziente.
Indicazioni
La scala è stata messa a punto per valutare il grado di intenzionalità suicidiaria dei soggetti che hanno messo
in atto un tentativo di suicidio risultato non letale.
Impiego per valutazioni ripetute
Per le sue caratteristiche, la scala non è indicata per valutazioni ripetute.
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SCALA PER LA VALUTAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO DI SUICIDIO
Gentile Signore/a,
nel seguente questionario vengono elencate una serie di situazioni nelle quali le persone, a volte,
vengono a trovarsi nel corso della propria vita.
Le domande sono riferite sia a tutta la sua vita, sia all’ultima settimana: per ognuno di questi
periodi dovrà rispondere con un “SÍ o con un “NO”.
Ad ogni frase dovrebbe rispondere solo con un “S” o con un “NO” scegliendo la modalità che si
presta meglio a descriverLa.
Il questionario va compilato nella sua totalità secondo quanto Lei pensa e senza l’aiuto di altre
persone.
Ovviamente, non esistono risposte giuste o sbagliate; è importante solo descrivere i propri
sentimenti personali, la propria situazione o i propri vissuti.
1.
Ha mai bevuto cinque o più bicchieri di alcolici al bar o
a tavola in una sola volta?
2.
Ha mai fatto uso di droghe?
3
Ha mai usato un farmaco prescritto da un medico molto
più a lungo di quello che le era stato detto o ne ha preso
una dose molto maggiore?
4
5
6
Ha mai avuto un attacco di panico, cioè uno stato in cui
si è sentito improvvisamente spaventato, ansioso e ha
avuto allo stesso tempo disturbi fisici quali difficoltà a
respirare, tremori,giramenti di testa, ecc.?
Ha mai avuto paura di uscire di casa da solo o di
trovarsi in mezzo alla folla, di fare la coda o di viaggiare
su autobus o treni?
Si è mai sentito imbarazzato o ha avuto paura a fare
delle cose davanti ad altre persone, come mangiare o
scrivere o parlare in pubblico?
Nel corso della Nell’ultima
vita
settimana
SÍ
NO
SÍ
NO
Nel corso della
vita
SÍ
NO
Nel corso della
vita
SÍ
NO
Nell’ultima
settimana
SÍ
NO
Nell’ultima
settimana
SÍ
NO
Nel corso della Nell’ultima
vita
settimana
SÍ
NO
SÍ
NO
Nel corso della Nell’ultima
vita
settimana
SI
NO
SI
NO
Nel corso della Nell’ultima
vita
settimana
SI
NO
SI
NO
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Cura
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8
9
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E’ mai stato disturbato da pensieri che non avevano
senso e che continuavano a tornarle in mente anche
quando cercava di non pensarci?
C’è mai stato qualcosa che doveva continuamente fare e
rifare, senza poterne fare a meno, come lavarsi le mani
in continuazione,contare fino a un certo numero o
controllare più volte la stessa cosa per essere sicuro di
averla fatta bene?
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Nel corso della
vita
Le è capitato di agire sull’impulso del momento?
SI
NO
Nel corso della
vita
Ha perso interesse per molte cose che le piacevano ?
SI
NO
Nel corso della
vita
Ha pensato che non ci sono molte ragioni per continuare
SI
NO
a vivere?
Nel corso della
vita
Le è mai successo di avere dei periodi in cui non
SI
NO
riusciva a controllare la quantità di cibo che mangiava?
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
13 Le è capitato di pensare che gli altri starebbero meglio
se lei non ci fossi più?
17
Nel corso della Nell’ultima
vita
settimana
SI
NO
SI
NO
Nel corso della
vita
SI
NO
Nel corso della
vita
SI
NO
É stato molto nervoso o ansioso?
12 Si è sentito inutile, di non valere nulla?
16
Nel corso della Nell’ultima
vita
settimana
SI
NO
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
11 Si è sentito molto arrabbiato o con la voglia di spaccare
tutto?
15
Rev. 0 del BOZZA
Nel corso della
vita
SI
NO
Nel corso della
vita
SI
NO
Nel corso della
vita
SI
NO
10 Si è sentito molto giù di corda e triste?
14
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Nell’ultima
settimana
SI
NO
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Cura
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18 Ha cercato o pensato di farsi del male?
19 Si è sentito solo, senza amici o familiari che possano
aiutarla?
20 Ha perso il lavoro o ha avuto delle grosse perdite
economiche?
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Nel corso della
vita
SI
NO
Nel corso della
vita
NO
SI
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Nel corso della Nell’ultima
vita
settimana
SI
NO
SI
NO
Nel corso della
vita
21 Ha perso delle persone a cui era particolarmente legato?
SI
NO
Nel corso della
vita
22 Ha avuto una malattia fisica grave?
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
23 Mi è capitato di spendere più di quello che guadagno
Nel corso della
vita
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
24 Mi è capitato di dire delle cose senza pensarci
Nel corso della
vita
SI
NO
Nell’ultima
settimana
SI
NO
Fattori di rischio per il suicidio:
1-Depressione items 9-10-12-13-15-16
2-Impulsività items 14-23-24
3-Aggressività items 11-18
4-Perdite items 19-20-21-22
5-Comorbilità abuso di sostanze items 1-2-3
6-Comorbilità
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ALLEGATO 3
Check list di rilevazione del rischio
M
1 Si è mostrato
molto nervoso
o ansioso?
2 Si è sentito
molto giù di
corda e triste?
3 Si è sentito
molto
arrabbiato o
con la voglia di
spaccare tutto?
4 Si è sentito
inutile, di non
valere nulla
P
N
n.r.
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
n.r.
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
n.r.
1
2
3
4
0
1
2
3
4
1
2
3
4
0
1
2
3
4
n.r.
n.r.
0
n.r.
0
n.r.
n.r.
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
n.r.
n.r.
0
1
2
3
4
0
1
2
3
4
n.r.
n.r.
TOTALE
Il rischio corrisponde al numero più alto raggiunto anche in uno solo dei 4 items
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ALLEGATO 4
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DEI SOGGETTI A RISCHIO SUICIDIARIO
Non è possibile individuare un trattamento farmacologico specifico per le crisi suicidiarie, dal
momento che l’ideazione ed il comportamento suicidiari vanno considerati come manifestazioni di
una più articolata e complessa sofferenza psicopatologica. Fornire buone informazioni, offrire
sempre una disponibilità a discuterne il significato, riprendere esplicitamente quanto detto sia a
livello individuale che nei momenti interpersonali come giro visita, incontri familiari e gruppi di
reparto, oltre che negli incontri con i colleghi esterni sono passi di questo percorso, comunque
attento a cogliere ogni momento di disponibilità all’ascolto. E’ indispensabile perseguire un
adesione al trattamento, finalizzata ad una migliore efficacia dello stesso e ottenere una
partecipazione attiva –compliance, consenso informato,, da conquistare.
Da quanto sopra esposto sopra, vi sono alcune patologie psichiatriche più frequentemente associate
ad un rischio suicidiario ed è quindi per questo necessario riferirsi al trattamento della patologia di
base più che all’ideazione suicidiaria in sé.
ANTIDEPRESSIVI / STABILIZZATORI DEL TONO DELL’UMORE
Nel trattamento farmacologico del paziente suicidiario è necessario fornire al paziente informazioni
comprensibili e chiare sulle modalità e sui tempi d’azione dei farmaci somministrati e sui loro
effetti collaterali, assicurarsi un’adeguata compliance terapeutica, magari con l’aiuto dei familiari,
gestire posologia e controlli in modo tale da fornire una dose complessiva necessaria, almeno nel
periodo di rischio, per brevi periodi, onde evitare il rischio di overdose volontaria mortale, e
comunque inserire il trattamento farmacologico in un’attenzione più ampia e supportiva al
paziente.
Antidepressivi
L’indicazione privilegia, nei soggetti suicidiari, molecole a prevalente bersaglio serotoninergico.
Esistono diverse evidenze a favore dell’efficacia di vari antidepressivi SSRI (citalopram,
fluvoxamina, fluoxetina, paroxetina), nel ridurre l’intensità dell’ideazione suicidiaria.
All’indubbia efficacia terapeutica, inoltre, gli SSRI associano una minor tossicità in overdose
rispetto ai triciclici e si propongono, quindi, come farmaci di prima scelta nel trattamento del
paziente suicidiario con sintomi depressivi, spesso in associazione con stabilizzatori dell’umore.
Farmaci a maggiore intensità di effetto, sia come molecole che come modalità di somministrazione,
debbono essere utilizzati in condizioni di alta attenzione, come in genere è possibile quasi
esclusivamente in ambiente ospedaliero.
Stabilizzatori del tono dell’ umore
Esistono ormai diverse evidenze dell’utilità del Litio nel ridurre l’intensità dell’ideazione
suicidiaria e il ricorso a comportamenti autolesivi. Tale ruolo sarebbe importante di per sè e non
solo per il possibile potenziamento di una terapia antidepressiva.
Analoghi risultati sembrano potersi ottenere con l’utilizzo della Carbamazepina, dell’Acido
Valproico ( per tale molecola, sempre in ambiente ospedaliero, vi è la possibilità di un utilizzo in
forma endovenosa, con precauzioni attente ad eventuale epatotossività ) e della Gabapentina.
NEUROLETTICI
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Prevenzione del suicidio di
paziente ricoverato in Diagnosi e
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Rev. 0 del BOZZA
L’utilizzo dei neurolettici, specie gli antipsicotici atipici di seconda generazione, generalmente
associati ad un trattamento antidepressivo, trova indicazione non soltanto nei soggetti suicidiari con
sintomi psicotici e/o con diagnosi di psicosi, ma anche nei soggetti con disturbo di personalità,
specie a basso dosaggio.
L’utilizzo di neurolettici è indicato per molti pazienti con ideazione suicidiaria, soprattutto nella
fase acuta della crisi suicidiaria, e cioè nelle fasi iniziali e ancora non pienamente efficaci del
trattamento antidepressivo, e nei pazienti in regime di ricovero. In generale, se è indicato il
trattamento con antipsicotici, sono da preferirsi antipsicotici di seconda generazione come
Risperidone, Olanzapina, Quetiapina, Ziprasidone, Aripripazolo, anche eventualmente ove esistano
sotto forma iniettiva. Se sono presenti aggressività e impulsività, come spesso accade in questa
tipologia di pazienti, occorre valutare l’utilità di iniziare terapia con Clozapina. Esistono ormai
diverse evidenze dell’utilità della Clozapina nel ridurre l’intensità dell'ideazione suicidiaria e il
ricorso a comportamenti autolesivi in pazienti psicotici o con grave comorbilità sull’asse II.
BENZODIAZEPINE
L’utilizzo delle benzodiazepine può trovare utili indicazioni nelle fasi acute della crisi suicidiaria,
soprattutto se associata ad un’importante componente ansiosa o difficoltà nel sonno. Il loro utilizzo
a lungo termine, comunque, è sconsigliato nella gestione del paziente suicidiario.
TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO DEL PAZIENTE A RISCHIO SUICIDIARIO
Gli interventi non farmacologici sono associati al trattamento farmacologico.
La psicoterapia può risultare estremamente utile, se non necessaria, per molti pazienti a rischio
suicidiario anche se spesso il paziente appare poco motivato al trattamento.
In linea generale è ampiamente condivisa la necessità di utilizzare tecniche di trattamento di breve
durata e con un ruolo direttivo del terapeuta, per lo meno nella fase acuta della crisi suicidiaria.
Sulla scorta di tali considerazioni sono stati proposti molti interventi rivolti al trattamento specifico
della crisi, concentrati in un numero di sedute limitato (da 5 a 10) e focalizzati specificamente sulle
circostanze che hanno portato al gesto autolesivo.
Psicoterapie a indirizzo cognitivo-comportamentale o interpersonale hanno dimostrato efficacia nel
ridurre due fattori di rischio correlati al suicidio: sentirsi senza speranza e sentirsi depressi. La CBT
ha mostrato di essere in grado di ridurre i tentativi di suicidio in pazienti depressi ambulatoriali ed è
probabilmente utile iniziare la terapia fin dal regime di ricovero.
Altri interventi terapeutici non farmacologici più complessi quali terapia di coppia, terapia di
gruppo, familiare, interventi terapeutici residenziali dovranno essere presi in esame assieme ai
colleghi che proseguiranno il trattamento, in pazienti particolarmente gravi, con comorbilità
sull'asse II, con abuso di sostanze associate, con scarsa o assente consapevolezza e sentimento di
malattia, con rete sociale inesistente o inadeguata, con comorbilità mediche particolarmente gravi.
Una valutazione e l’impostazione fin dal ricovero di tali interventi serve a porre rimedio alla
carenza di quei fattori che possono pregiudicare un’adeguata compliance e continuità al progetto
terapeutico individualizzato, da parte del paziente e della sua rete familiare e psicosociale.