dialegesthai Collana di ricerche filosofiche diretta da Emilio Baccarini e Giovanni Salmeri 10 Volume pubblicato con il contributo della Scuola IaD (Istruzione a Distanza) dell’Università di Roma “Tor Vergata”. dialegesthai mø nun ¢n «qoj mo„non ùn saut¸ f’rei, Èj f¬j s›, ko‹d°n ©llo, to„t' ‘rqÒj †cein. ÷stij g™r a‹tÿj ƒ froneén m’noj dokeé, ƒ glÒssan, √n o‹k ©lloj, ƒ yuc¬n †cein, o‰toi diaptucqûntej Ìfqhsan kenoà. ¶ll' ©ndra, keä tij “ sof’j, tÿ manqßnein p’ll' aáscrÿn o‹d°n kaã tÿ m¬ teànein ©gan. Non portare nell’animo l’idea, solitaria, che la verità sia tua e che nient’altro sia vero. Chi è convinto d’aver senno lui solo, d’avere lui solo la parola o l’anima, appena lo scopri, vedi che dentro è vuoto. Ma per un uomo, anche saggio, imparare, deporre l’ostinazione, non è mai disonorevole. Sofocle, Antigone, III episodio, vv. 705–711 Im wirklichen Gespräch geschieht eben etwas… Nell’autentico dialogo qualcosa accade sul serio. Franz Rosenzweig, Il nuovo pensiero Riprendendo l’antico termine dialégesthai (“dialogare”) come titolo di questa collana di ricerche filosofiche, in continuità di ispirazione con la rivista di filosofia on line (http://mondodomani.org/dialegesthai) vogliamo ripetere, da un lato, l’esigenza del rigore argomentativo del discorso vero proprio della filosofia, ma dall’altro, anche, ascoltare la vita e quindi ritrovare la dialogica prima della dialettica, che significa anche offrire una “testimonianza” della verità, non soltanto argomentativa, bensì anche come “passione personale” di ricerca della verità. Vogliamo situarci in questo spazio intermedio che oggi si presenta con un’urgenza nuova, in gran parte ancora da pensare, senza arroganza e senza la pretesa antidialogica di essere portatori di una verità semplicemente da comunicare.Vorremmo proporre una sorta di apologia della verità (dialogo) contro la certezza (violenza). Cristiano Gianolla OCCIDENTALIZZAZIONE DEL MONDO? COSMOPOLITISMO E INTERCULTURALITÀ LE VIE PER UN FUTURO POSSIBILE Copyright © MMX ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, 133/A–B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978–88–548–3371–5 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: giugno 2010 Indice Nota 9 Elenco delle abbreviazioni 9 Presentazione di Emilio Baccarini 13 Introduzione 17 1. Come siamo giunti all’occidentalizzazione? 23 1.1 Comprendere il colonialismo 1.1.1 Cenni storici 1.1.2 Diversi ruoli fra i colonizzatori 1.1.3 Varietà del colonialismo 1.1.4 Gli Schiavi 1.1.5 Dalla colonizzazione alla cooperazione? 1.2 Guerra fredda e globalizzazione 1.2.1 Dal dopoguerra alla fine della guerra fredda 1.2.2 Globalizzazione 1.2.3 Globalizzazione ambientale 1.2.4 Globalizzazione dell’economia 1.2.5 Globalizzazione delle istituzioni e della giustizia 1.2.6 Globalizzazione del sociale 2. Occidentalizzazione del mondo 2.1 La Megamacchina 23 24 28 31 37 43 46 46 51 54 55 58 67 75 76 2.1.1 Cos’è la Megamacchina 2.1.2 Individuo e massa 2.1.3 Tecnoscienza 2.1.4 Dominio economico 2.1.5 Estromissione politica 2.1.6 Deculturazione 2.2 L’occidentalizzazione e lo sviluppo 2.2.1 Sviluppo: tra mito e realtà 2.2.2 Cristi della geopolitica e multinazionali 2.2.3 OMC, BM e FMI: liberismo e debito estero 2.2.4 Dittature nel Sud con radici nel Nord 2.2.5 Naufraghi dello sviluppo ed emigrazione 2.2.6 Ambiente vittima dello sviluppo 7 80 88 97 103 113 125 142 142 155 163 179 187 198 Nota ed elenco delle abbreviazioni 8 3. Due tentativi di risposta: cosmopolitismo e interculturalità 3.1 Cittadinanza planetaria nel mondo a rischio 3.1.1 La società globale del rischio 3.1.2 Modernità riflessiva o seconda modernità 3.1.3 Subpolitica 3.1.4 Cosmopolitismo 3.2 Incontro autentico di culture 3.2.1 Metapolitico 3.2.2 Interculturalità 3.2.3 Dialogo e filosofia della pace 3.2.4 Mito, esistenza cosmoteandrica e diritti umani 4. Prospettive morali 4.1 Catastrofi o metanoia? 4.1.1 Analisi iniziale 4.1.2 I due problemi cardine 4.1.3 Agire responsabilmente 4.1.4 Passi concreti 4.1.5 Conclusioni Appendici 211 212 213 2299 2399 25050 265 2666 275 290 306 319 320 320 323 329 331 342 349 A Punto IV del discorso ufficiale di Henry S. Truman del 20 Gennaio 1949 349 B Estratto del Fourth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change 352 C. Discorso finale del film “Il grande dittatore” di Charlie Chaplin 355 Bibliografia Libri Contributi in opere edite Articoli, lettere e manoscritti Reports e altre fonti internet Siti Internet 359 359 365 369 371 374 Nota Le ricerche per questo scritto sono state svolte in fasi diverse ed in diverse città europee, attingendo a varie biblioteche. A volte è risultato arduo trovare l’edizione italiana delle opere citate, pertanto alcune citazioni sono in lingua con una mia traduzione nella nota a piè di pagina corrispondente. (C. G.) Elenco delle abbreviazioni BM Banca Mondiale CADTM Comité pour l'annulation de la dette du Tiers Monde (Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo) FMI Fondo Monetario Internazionale GATT General Agreement on Tariffs and Trade (Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio) GNH Gross National Happines (Felicità Interna Lorda) GPI Genuine Progress Indicator (Indicatore del Progresso Genuino) HDI Human Developpement Index (Indice di Sviluppo Umano) 9 10 Nota ed elenco delle abbreviazioni HIPC Heavily Indebted Poor Countries (Paesi Poveri Fortemente Indebitati) HRW Human Rights Watch IEDES Institut d'études du développement économique et social (Istituto di studi dello sviluppo economico e sociale) IMF International Monetary Found (in Italiano FMI) IPCC Intergovernamental Panel on Climate Change (Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) MAUSS Mouvement Anti-Utilitariste dans les Sciences Sociales (Movimento Antiutilitarista nelle scienze sociali) MEND Movement for the Emancipation of the Niger Delta (Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger) OMC Organizzazione Mondiale del Commercio ONG Organizzazione Non Governativa ONU Organizzazione delle Nazioni Unite OPEC Organization of the Petroleum Exporting Countries (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) Nota ed elenco delle abbreviazioni 11 PIL Prodotto Interno Lordo UE Unione Europea URSS Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche USA United States of America (Stati Uniti D’America) USD United States Dollar (Dollaro degli Stati Uniti) VOC Verenigde Oost-Indische Compagnie (Compagnia delle Indie Orientali) WB World Bank (in Italiano BM) WTO World Trade Organisation (in Italiano OMC) Presentazione di Emilio Baccarini Il libro che ho il piacere di presentare avanza una proposta in sé particolarmente suggestiva: contrapporre al mondo meccanico ed uniformante della globalizzazione, un modello olistico basato sul dialogo che viene realizzato nell’interculturalità in una prospettiva cosmopolita. Si tratta di una provocazione genuina ma anche attenta, basata sul fondamento storico risalente al colonialismo e critica verso gli eccessi moderni e post-moderni. Questa analisi si dimostra puntuale e strutturata ed è per questo motivo che si auto-legittima; inoltre la necessità di questo lavoro è ribadita dall'aspetto prospettico e non solo analitico – alla costatazione seguono proposte concrete. I temi trattati sono ben scanditi dalla struttura del testo. La precisa e comprensiva analisi storica costituisce la giustificazione che dà al dr. Gianolla la possibilità di usare quasi indistintamente il termine globalizzazione e quello di occidentalizzazione. Infatti il taglio interpretativo del primo capitolo tende a dimostrare che colonialismo e guerra fredda siano stati i cardini della globalizzazione. Il tempo dell'occidentalizzazione si caratterizza per una perdita di contatto con le necessità primarie, per le più banali ma autoritarie necessità del sistema inglobante perspicacemente definito Megamacchina da Mumford e tenacemente descritto da Latouche. L'apporto principale di Cristiano Gianolla è quello di riorganizzare e rendere evidente il lavoro del filosofo francese, ponendo un particolare accento non già sulla serietà dei toni, ma piuttosto sulle conseguenze in modo da poter poi essere in grado di proporre delle alternative. 13 14 Emilio Baccarini Le proposte dello scritto vengono a trovarsi concretamente intrecciate nella prospettiva della loro realizzazione concreta. Il cosmopolitismo, naturalmente profondamente ripensato rispetto all’idea che ci ha trasmesso l’Illuminismo, è l'elemento teorico fondante per la ricostruzione sociale e politica necessaria ad arginare i limiti manifestati della politica internazionale di fronte alle sfide globali. L'interculturalità è l'elemento fondamentale di qualsiasi atteggiamento personale e sociale che voglia evitare lo “scontro delle civiltà”, paventato da Huntington, e che, al contrario, creda nella possibilità di una armonia possibile, oltre che necessaria, fra le culture. Naturalmente non ci si muove nelle terre di Utopia, bensì nella concreta nostra terra. Il dr. Gianolla riesce a far rientrare ognuno dei tre pensatori di riferimento, Serge Latouche, Ulrich Beck e Ramon Panikkar, nel quadro complessivo del lavoro, sapendo cogliere i tratti più caratterizzanti della loro analisi e non semplicemente quelli necessari in questo lavoro. Nondimeno l'analisi complessiva non risente di un adattamento o costrizione del campo di ricerca né si uniforma a nessuno dei tre riferimenti. Siamo in un coro in cui voci di diverse tonalità si trovano per la prima volta in armonia nella polifonia complessiva. Con la scelta di Beck e Panikkar come riferimenti delle due proposte alternative agli eccessi dell'occidentalizzazione, Gianolla rende concreto un lavoro che altrimenti sarebbe stato troppo generale e offre una coerenza logica all'analisi complessiva. Beck ha un approccio costruttivista, egli ritiene infatti che sia l'orizzonte socio-culturale a rendere necessario un cambio di prospettiva rispetto al vecchio modello statico della “prima modernità”. È un cosmopolitismo necessario reso ancor più urgente nella “società del rischio”. La “modernità riflessiva” nasce dalla Presentazione 15 perdita dei riferimenti presenti nella obsoleta “modernità industriale”, il carattere transnazionale della cittadinanza e l'effettivo, ma non riconosciuto, valore politico delle realtà sociali non legittimate (organizzazioni, associazioni), assumono una importanza sempre maggiore. Quello che in Latouche emerge a tratti, come ad esempio quando sottolinea l'importanza dell'informale, in Beck diventa strutturale. Per di più, l'analisi del sociologo tedesco è molto penetrante rispetto ad una serie di aspetti pratici che fanno parte della quotidianità e che vengono inquadrati nella “subpolitica”. Ma la risposta cosmopolita è ancora distante dalla completezza derivante dall'approccio interculturale – e d'altro canto l'interculturalità mancherebbe di una giustificazione politico-sociale senza il sostrato cosmopolita. La peculiarità della speculazione di Panikkar sta nel ribadire che il monologo culturale occidentale deve essere vinto dal dialogo fra culture. Questo però non può realizzarsi senza un radicale cambiamento che ponga fine alla speranza che il meglio si realizzerà all'interno di un moralismo che è invece perverso ed è pertanto in cortocircuito. Panikkar ci pone davanti alla necessità di agire secondo morale e nell'armonia del cosmo e dell'essere umano che però non è una priorità della Megamacchina. Sembrerebbe a questo punto chiudersi il cerchio di questo libro che, partito con la costatazione dell'imposizione culturale occidentale del colonialismo, conclude con la proposta feconda del dialogo interculturale. Nell'ultimo capitolo viene riformulata l'analisi e riproposta una sintesi concettualmente nuova e certamente provocatoria. È questo, a mio avviso, l’elemento di novità proposto dall'autore ed anche quello che dà a questo libro un notevole valore aggiunto. Lo schema riconcettualizzato è semplice quanto urgente: gli eccessi dell'agire umano stanno portando parallelamente all'estremo due problema- 16 Emilio Baccarini tiche che necessitano di una risposta prima che esplodano. Da un lato la Megamacchina sta sfinendo l'ambiente per gli eccessi dello sfruttamento delle risorse e dell'inquinamento. Dall'altro si configura un sostrato sociale sempre più complesso in cui anche le guerre hanno cambiato la loro forma strutturale ed il rischio di una rivoluzione parallela dei tanti esclusi diventa concreto. Questo accade nel Sud, ma anche nel Nord del mondo: il numero e la severità delle condizioni di vita di coloro che devono restarne al margine ed accontentarsi delle briciole, costituisce di per sé una bomba ad orologeria. Viene così nuovamente dichiarata l'urgenza di riordinare gli elementi dell'organismo malato. Si rende necessario ricondurre gli elementi tendenti all'eccesso verso un riposizionamento affinché sia ritrovato il primato dell'etica nella società e quindi sulla politica ri-posizionando l'economia. In una analisi penetrante il dr. Gianolla affronta con uno stile sobrio e insieme profondo e appassionato, alcune delle grandi problematiche della globalizzazione offrendo una prospettiva quantomeno allettante. A ben vedere questo lavoro è un'ottima indicazione dell’evoluzione degli interessi per il dialogo antropologico-filosofico che l'autore coltiva da tempo e che qui trovano una applicazione più ampia. Le sfide sono impegnative ma l'autore riesce a districarsi per mezzo di un ottimo impianto strutturale e di una bibliografia di livello. Ne scaturisce una ricca analisi filosofica impreziosita da un accostamento vincente di pensatori e prospettive. È con vero piacere quindi che accolgo questa ricerca nella collana Dialegesthai. L’augurio che ci siano molti lettori che discutano queste proposte non è soltanto retorica, ma convinzione che ogni lettore vi potrà trovare un vero arricchimento. Roma,08-05-2010 Emilio Baccarini Introduzione La grande macchina globale sembra prendere le decisioni più significative nel pieno di una impersonalità ramificata. Davanti alla mancanza di identità di coloro che deliberano nelle situazioni che preoccupano il mondo, le risposte non possono e non devono rimanere sorde. Nel cammino che conduce verso il cambiamento ritenuto urgente, il primo e necessario passo da compiere deve essere quello analitico, per comprendere la situazione attuale in cui si trova il mondo occidentalizzato e non semplicemente per constatarne l’effettività. Solo ad una consapevole comprensione possono seguire proposte competenti ed efficaci che devono fornire gli strumenti per con-vivere (più che un semplice con-sopravvivere) nel villaggio globale. L’attualità delle tematiche qui trattate potrebbe distrarre l’attenzione dall’ampiezza del tema considerato. Per questo motivo verrà proposto un preciso percorso di analisi critica e propositiva. Questa scelta consentirà di concentrarsi su un argomento delimitato e pertanto di dimensioni opportune ad un analisi che ambisce ad essere concreta. I tre pensatori di riferimento saranno Serge Latouche, Ulrich Beck e Raimon Panikkar, che rappresenteranno i fulcri speculativi di altrettanti tratti fondamentali nello scritto. L’ambizione è quella di mostrare che l’accostamento di questi autori sul tema in questione costituisce già di per sé 17 18 Introduzione un’interessante lettura omogenea delle sfide dell’era globale. Il filo conduttore che sarà seguito intende fare un’analisi dalla globalizzazione, letta più specificamente come occidentalizzazione del mondo (Latouche). Benché nel testo i termini possano essere intesi come sinonimi, il loro uso sarà ponderato in base al contesto, preferendo l’utilizzo di occidentalizzazione quando l’indagine si proporrà di penetrare la genesi storica e logica del concetto. La critica vuole mostrare i paradossi che regolano i rapporti fra il Nord ricco ed il Sud indigente e contrapporli alle speranze di sviluppo che continuano a giustificare quegli stessi grossi controsensi della società globale. In risposta a tale situazione verranno proposte due prospettive non in alternativa ma combinate: il cosmopolitismo (Beck) e l’interculturalità (Panikkar). Si ritiene, infatti, che continuare a pensare la società globale sulla scorta delle irrigidite categorie basate sullo Stato e sulla cultura nazionale non possa agevolare i processi di integrazione mondiale comunque in atto. Appare inoltre necessario ribadire in modo deciso che solo il rispetto delle diversità potrà permettere anche la coalizione delle popolazioni mondiali resa incalzante dalla globalizzazione. Latouche, Beck e Panikkar utilizzano linguaggi diversi, con proprie terminologie e con propri concetti strutturali. Nonostante questo, avanzando nell’analisi saranno sfruttati i termini e i concetti di tutti e tre in modo combinato. Ciò può essere una riprova della complessiva armonia della teoria qui proposta, ma è anche una conferma della particolare compatibilità logica dei tre pensatori. Riconoscere l’adeguatezza di questo accostamento implica quindi anche il fatto che all’occidentalizzazione e ai sui effetti negativi si possano trovare contromisure e che cosmopolitismo e interculturalità siano le risposte necessarie. Introduzione 19 Il lavoro si suddivide in quattro parti. La prima appronta un’analisi storico introduttiva che va dal periodo coloniale alla globalizzazione attraverso la guerra fredda, con l’intento di fornire un breve quadro riassuntivo dei motivi per cui è giustificabile parlare di occidentalizzazione. La seconda analizza in profondità l’occidentalizzazione e i suoi aspetti collaterali. La terza propone il cosmopolitismo e l’interculturalità come alternativa agli eccessi dell’occidentalizzazione. L’ultima parte speculativa intende riformulare l’analisi e riconcettualizzarla in modo da proporre un nuovo paradigma – una nuova visione d’insieme – e giungere a ridefinirne le conclusioni. Tutte le parti dello scritto possono essere lette singolarmente, benché se ne possano valutare le sfumature solo nella completezza della loro unione. Si ritiene necessario un piccolo approfondimento sull’ultima parte del lavoro. Essa è figlia delle tre che la precedono perché viene delineandosi durante le pagine che le compongono e ne sfrutta i guadagni speculativi, sia per riproporne in breve la critica che per fornire una nuova prospettiva interpretativa. Si tratta di una rilettura che mette in mostra come l’avanzata incessante della civiltà occidentale moderna, sotto l’egida del mito dello sviluppo, stia producendo due problemi principali che urgono una risposta: quello ecologico e quello sociale. Le catastrofi che questi due problemi minacciano di generare sono il male peggiore, ma rappresentano anche un punto di svolta perché forzano l’uomo a ripensare il suo mo(n)do di vita. Sono catastrofi ambientali ma anche sociali, di cui si vedono già le avvisaglie non solo nelle molte guerre e nel terrorismo, ma anche nelle diverse forme di protesta e sommossa che prendono luogo nel Sud come nel Nord. Pertanto la minaccia di sconvolgimenti socio-ambientali deve rappresentare il punto di forza per il cambiamento invocato anche da 20 Introduzione Latouche, Beck e Panikkar. Deve essere un ripensamento del paradigma attorno al quale ruota la cultura occidentale moderna che vede l’economia giocare un ruolo egemone sulla politica mentre l’etica è relegata ad un ruolo marginale. Si vuole quindi credere che il futuro possibile debba essere caratterizzato dal ripensamento del paradigma per porre l’etica alla guida dell’ordine politico-sociale restituendo all’economia il suo ruolo prettamente organizzativo. E questo è perfettamente in linea con le necessità cosmopolitiche ed interculturali. Il testo appronta un’analisi prevalentemente filosofica. La filosofia è lo strumento di comprensione della realtà, ma se alla comprensione non facesse seguito una applicazione, la filosofia rimarrebbe una teoria pura senza connessioni pratiche col vissuto. Pertanto, intento dichiarato dell’opera è quello di non voler rimanere ad un puro livello speculativo, ma di voler mostrare una cogente connessione fra gli argomenti teorici e le proposte pratiche. Si tratta certamente di un approccio complesso ma, contemporaneamente, reso urgente dalla radicalità della situazione in cui l’umanità si trova. È, infatti, compito dei filosofi (e non degli economisti o degli scienziati della politica), quello di comprendere il reale per offrirne delle chiavi interpretative. Consecutivamente sta a loro aprire ed agevolare il discorso più generale inerente i cambiamenti, soprattutto strutturali, da intraprendere laddove il reale e l’ideale si allontanino in modo dannoso. L’auspicio è che questo lavoro possa servire ad approfondire diverse questioni e a chiarire alcuni dubbi sull’argomento trattato, ma il lettore deve essere pronto ad una molteplicità di sollecitazioni, non meno importanti, che rimarranno aperte. Non si tratta, infatti, di offrire una risposta definitiva alle questioni relative alla struttura geoeconomico-politica, ma piuttosto di proporre una chiave Introduzione 21 interpretativa diversa da quella passivamente vigente per conseguenza della quale, come sperimentiamo direttamente, troppi sono gli esclusi e troppo pochi coloro che possono dirsi soddisfatti. Sarebbe difficile fare una lista delle molte persone cui sono grato per aver condiviso con me confronti aperti ed interessanti, seguiti da approfondimenti che hanno qui trovato spazio. Un ringraziamento tutto particolare va a Fabio, mio fratello, per l’interesse sempre rinnovato nel propormi nuovi spunti di riflessione e per l’ampia disponibilità a dialogare con me su questi argomenti. Infine, sono debitore ad Emilio Baccarini per avermi motivato e guidato lungo il percorso che dall’idea iniziale mi ha condotto fin qui. Pasqua 2010 1. Come siamo giunti all’occidentalizzazione? Questa parte dello scritto vuole proporre un quadro storico riassuntivo dell’ascesa antropologica e culturale dell’occidente. Consapevoli che già dall’antichità i popoli sono entrati in contatto tra loro, influenzandosi a vicenda, riteniamo opportuno far partire questo nostro cammino dal colonialismo quale processo storico che ha favorito l’espansione occidentale su tutto il pianeta. Faremo anche alcune riflessioni sul colonialismo con l’intento di mettere in evidenza la sua insindacabile e diretta causalità nel processo che ha condotto all’emarginazione dell’uomo del Sud. Poi sposteremo la nostra attenzione sul periodo della guerra fredda fino a giungere al tema della globalizzazione tentando di mostrare che questi due elementi sono in sostanziale continuità con la storia coloniale. Avremo così mostrato che la storia degli ultimi 500 anni è segnata trasversalmente da un dominio occidentale sul resto del mondo. 1.1 Comprendere il colonialismo Il colonialismo moderno è iniziato nel XV secolo, ha visto l’Europa protagonista e ha segnato la storia tramite una grossa varietà di attori e modalità d’azione fino a 23 24 Capitolo I giungere ai nostri giorni. È certamente un fattore caratterizzante del rapporto di forze che oggi influenzano le relazioni tra i paesi del Nord e quelli del Sud e pensiamo che esso abbia fortemente contribuito a creare alcune sostanziali differenze sociali, politiche ed economiche esistenti fra loro. Cercheremo quindi di tracciarne un breve quadro storico per poi fare alcune riflessioni rilevanti al fine del lavoro che stiamo approntando.1 1.1.1 Cenni storici Per colonialismo2 intendiamo l’esercizio del dominio da parte di un popolo su un altro i cui mezzi per difendere la propria libertà (in qualsiasi forma la si consideri) non sono in grado di osteggiare quelli che il colonizzatore impiega per controllarlo; le conquiste oltremare sono quindi considerate alla stregua di quelle in territori adiacenti. Lungo l’arco dei secoli l’Europa si è estesa in differenti direzioni e i Vichinghi erano già giunti fino al continente americano intorno all’anno mille. Tuttavia parliamo di colonialismo soltanto dal periodo contemporaneo all’arrivo di Cristoforo Colombo in America centrale nel 1492.3 Il 1 Per maggiori approfondimenti sulla storia del colonialismo segnaliamo: Wolfgang Reinhard, Storia del colonialismo, Einaudi, Torino 2002 e Marc Ferro, Histoire des colonisations : des conquêtes aux indépendances, XIIIe-XXe siècle, Seuil, Paris 1994. 2 Useremo il termine colonialismo in senso ampio, in riferimento all’influsso che il paese colonizzatore impone al colonizzato per mezzo di scelte economiche, politiche e sociali. 3 Non dimentichiamo il colonialismo antico che in qualche modo ha anch’esso caratterizzato l’attuale rapporto fra Nord e Sud del mondo, in particolare perché ha costituito una prima espansione per l’attuale occidente e soprattutto del pensiero greco-romano che a sua volta è alla base del pensiero occidentale. Tuttavia, nell’ambito della trattazione del colonialismo, ci riferiamo al significato che questo