Erbe spontanee del lago di Como
Introduzione all'uso officinale e in cucina
A cura di
Lucia Papponi
Abbadia Lariana
9 maggio 2014
AROMATICHE E OFFICINALI
Erbe da cucina (o aromatiche) e piante
medicinali (o officinali); Alcune erbe
medicinali sono usate anche in cucina.
(Erbe medicinali: es.: aloe, erica, salice)
Le PIANTE AROMATICHE si
caratterizzano per il loro odore intenso
e spesso gradevole per l'uomo.
La percezione di tali aromi è dovuta
alla presenza di sostanze chiamate "oli
essenziali" che hanno in natura
diverse funzioni (attrazione, repellente
per insetti, ...).
AROMATICHE E MEDICINALI
Vengono considerate aromatiche quelle piante dotate
di una o più sostanze che conferiscono particolari
odori o sapori e che vengono impiegate nella
preparazione di bevande, profumi, cosmetici e per
condire alimenti.
Secondo la definizione data dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità, “pianta m edicinale è
ogni vegetale che contiene, in uno o più dei suoi
organi, sostanze che possono essere utilizzate ai
fini terapeutici o che sono i precursori di sintesi
chemiofarmaceutiche”.
Tuttavia queste corrette definizioni non sempre
trovano riscontro nella letteratura corrente poiché
spesso sia le piante aromatiche sia le piante
medicinali vengono riunite sotto un’unica
accezione di “piante officinali”.
In Italia il termine pianta officinale è utilizzato
dalla Farmacopea Ufficiale (F.U.I) che nella VIII
edizione elenca più di ottanta specie botaniche per le
quali sono anche riportati i tipi di droga, di estratto
e le modalità per ottenerle. Le piante considerate
officinali, incluse nella F.U. variano da Paese a
Paese.
Alcune piante, per la natura dei principi attivi che
contengono, possono essere utilizzate sia per uso
medicinale che aromatico e cosmetico, altre invece
sono impiegate solo come aromatiche o solo come
medicinali.
Classificazione
Le piante aromatiche e officinali possono
essere:
- specie arboree (pino, arancio, eucalipto)
- arbustive (rosmarino, tè, ginepro, alloro)
- erbacee annuali (basilico, coriandolo)
- erbacee perenni (valeriana, menta)
AROMATICHE
Impiego
Le più importanti tipologie di impiego
delle piante aromatiche sono:
- nella cucina di diversi paesi per
insaporire i piatti tradizionali o per
preparare liquori e altre bevande alcoliche.
- nella cosmesi industriale ed
"artigianale" per la preparazione di creme
o profumi.
- in erboristeria per infusi e decotti.
- ornamentale. In balconi o nelle aiuole
per funzioni decorative e per tenere
lontani gli insetti.
AROMATICHE
Oli essenziali
Alcuni vegetali presentano una diffusione uniforme degli "oli
essenziali" (come ad esempio il rosmarino), altri concentrano la loro
presenza in alcune parti della pianta come le foglie, i semi, i petali o
i bulbi.
A seconda della tipologia di pianta si dovranno utilizzare quindi
diverse parti della stessa per ottenere l'effetto desiderato. E'
inoltre importante imparare a conoscere i periodo giusto per
ottenere il miglior rendimento dall'utilizzo delle diverse piante
aromatiche.
AROMATICHE
Oli essenziali
Gli oli essenziali possono essere contenuti in varie
parti della pianta:
- sommità fiorite (lavanda, rosmarino, timo);
- fiori (camomilla, arancio, gelsomino, violetta);
- foglie (eucalipto, verbena);
- frutti (anice, ginepro, vaniglia);
- scorza di frutti (arancio, bergamotto, limone);
- semi ( Lino, pepe, finocchio)
- radici e rizomi (valeriana, zenzero)
- legno (sandalo, canfora, pino)
AROMATICHE
Classificazione spezie e aromi
Spezie: sono semi, frutti, radici, cortecce o
sostanze vegetali utilizzate ESSICATE in
quantità irrisorie dal punto di vista nutrizionale
come additivi per dare sapore ad un alimento.
Aromi: piante aromatiche, sono da alcuni
considerati spezie, si distinguono da queste in
realtà perché vengono principalmente utilizzati
FRESCHI.
Sapevate che molte erbe spontanee possono essere molto di più che
erbacce infestanti?
Le erbe selvatiche commestibili sono una risorsa importante per
un’alimentazione sana per vari motivi:
•sono un concentrato di vitamine, minerali, molto più di ciò che compri al supermercato e
molto più anche di ciò che coltivi nell’orto
•non sono frutto di selezione umana ma solo della selezione naturale e nascono
spontaneamente dove le condizioni sono ottimali per la loro crescita senza forzature
artificiali da parte dell’uomo il che le rende estremamente vitali
•sono gratis
Allium schoenoprasum L.
Nome comune: Aglio ungherese; Erba cipollina; Porro sottile
Famiglia: Alliaceae
Habitat: Prati umidi, paludi, tra 600 – 2600 metri s.l.m.
In Italia è rara ma presente su tutto l’arco alpino,
sull’Appennino settentrionale ed Alpi Apuane.
Impiego: - In campo ornamentale, si può coltivar e in
qualsiasi giardino, per bordure insieme ad altre piante
aromatiche e officinali e per ornare scarpate e pendii.
- In cucina. il fiore viene utilizzato nella preparazione di
insalate, così come la foglia che viene aggiunta, oltre che
alle insalate, alle minestre o per aromatizzare formaggi e
burro
Per il suo contenuto di ferro e vitamine l'Allium è
considerato un blando antibiotico ed indicato nella
prevenzione di raffreddori e nel normalizzare la pressione
sanguigna. E' inoltre indicato per aiutare la digestione e
come blando lassativo.
Conservazione:
Le foglie possono essere conservate in
frigorifero in sacchetti di plastica, fino a 7 giorni per
mantenerne la freschezza, oppure possono essere congelate
in cubetti di ghiaccio o essiccate.
Artemisia absinthium
Nome comune: assenzio
Famiglia: Asteraceae
Habitat: incolti e zone ruderali
Impiego:
In cucina. Le foglie per dare tono ai ripieni di pollo,
selvaggina, per le carni allo spiedo e alla griglia.
In medicina. L'infuso è utile contro l'inappetenza. Le
foglie macerate nel vino sono un ottimo digestivo. Le
foglie calde applicate sulla pelle servono per alleviare i
reumatismi.
Curiosità e note:
L'assenzio essiccato cosparso su cani, gatti e volatili
elimina i pidocchi.
Borago officinalis L.
Nome comune: Borragine
Famiglia: Boraginaceae
Habitat:
La pianta è probabilmente originaria dell'Oriente, ed è diffusa
in gran parte dell'Europa e nell'America centrale, dove cresce
tuttora in forma spontanea fino ai 1000 m s.l.m. Viene
coltivata in tutte le regioni temperate del globo.
Raccolta:
Fiori e foglie in primavera
Impiego:
IN CUCINA: Le foglie giovani sono variamente impiegate in
cucina: l'uso tradizionale è allo stato cotto delle foglie, che
vengono utilizzate in molti piatti regionali, per minestroni,
ripieni per ravioli, torte e frittate. Tipico è il consumo in
frittelle dei fiori e delle foglie (passate in pastella e poi fritte).
La cottura elimina la peluria che copre le foglie. In moderata
quantità le foglie giovani sono usate anche crude in insalata,
sono usati episodicamente in egual modo anche i fiori.
I fiori azzurri, sono usati per colorare e guarnire i piatti, per
colorare l'aceto; congelati in cubetti possono costituire
decorazione per le bevande estive.
L'uso alimentare allo stato crudo in quantità notevoli è
precauzionalmente sconsigliato.
Curiosità e note:
Grande interesse commerciale, a livello internazionale, per
l'olio estratto dai semi.
Minestra di borragine
150 g di foglie di borragine
500 g di patate
1 l di latte
3 cucchiai di panna fresca
sale q. b.
Lavate e tritate finemente le foglie tenere di borragine. Lessate le patate e
schiacciatele con una forchetta o con lo schiacciapatate; mettetele in una
casseruola e aggiungete il latte, come per fare il purè. Unite le foglie di
borragine, il sale necessario e fate cuocere il tutto per circa mezz'ora. Qualora la
minestra diventasse troppo densa, aggiungete un pò di latte caldo o di brodo.
Infine, incorporate la panna e servite ben calda.
♥ Ottima minestra depurativa primaverile grazie alle mucillagini che tutta la
pianta contiene. La borragine è anche molto ricca di calcio e potassio ♥
Calendula officinalis L.
Nome comune: fiorrancio, fior d'ogni mese, margheritona
Famiglia: Compositae
Habitat:
In Italia esistono 2 specie allo stato selvatico; la C. arvensis
che cresce vicino ai fossi e nei campi, vigneti ed uliveti e ha
un portamento prostrato e la C. officinalis che si trova
ancora, seppur più raramente, nei campi ed ha fusto eretto e
fiori grandi color arancio.
Raccolta e conservazione:
Cogliere i fiori sbocciati e le piante giovani . Essiccare i petali
a bassa temperatura per non alterare il colore o macerare in
olio.
Impiego:
IN CUCINA:
Fiore: usare per dare un color zafferano e un lieve aroma di
tanaceto a riso, minestre, formaggi molli, yogurt, burro,
frittate, focacce, panini e dolci .
Aggiungere 1 cucchiaino di petali a pesce, selvaggina,
guarnire piatti di carne, patè e macedonie.
Foglie : spargere su insalate e stufati
Curiosità e note:
Ricco di vitamine (A, C, K, PP), sali minerali (ferro,
magnesio, fosforo, calcio, carboidrati e sostanze proteiche.
Cichorium intybus L.
Nome comune: Cicoria comune, radicchio
Famiglia: Asteraceae
Habitat: bordi dei campi, aree antropizzate, incolti fino ai 1200 metri
s.l.m.
Specie cosmopolita; è comune e diffusa in tutte le regioni d’Italia.
Raccolta e conservazione: Le foglie vengono raccolte in primavera e
in autunno, prima della fioritura della pianta
Impiego: la cicoria, sia coltivata che selvatica, viene utilizzata in
cucina e ha dato origine a numerose varietà orticole quali il radicchio
e l’indivia che risultano meno amare della specie da cui derivano.
Della cicoria comune si utilizzano le foglie più tenere in insalate,
minestre e frittate. Le grosse radici, tostate e macinate forniscono un
surrogato del caffè, privo di caffeina, dal gusto gradevole e generoso
nell'apporto di sali minerali. Pare che la cicoria fosse impiegata in tal
senso già nel Cinquecento, ma solo il blocco delle importazioni del
caffè, attuato in determinati periodi storici (per es. in epoca
napoleonica), diede sviluppo alla sua commercializzazione.
Curiosità e note: la cicoria può anche essere coltivata come pianta
ornamentale per i belle corolle celesti presenti da giugno a ottobre.
Le proprietà terapeutiche di questa erbaccia assai amara sono toniche,
depurative e blandamente lassative.
Cuminum cyminum L.
Nome comune: cumino; comino
Famiglia: Umbelliferae
Caratteristiche: è una pianta erbacea con fusto sottile e ramificato alto 2030 cm, originaria della Siria e del bacino del Mediterraneo, ora diffusa
anche nel continente americano.
Impiego: Benché originaria dei paesi del Mediterraneo, le foglie fresche ed i
semi essiccati sono utilizzati prevalentemente nella cucina indiana e
latino americana. Ingrediente del curry e del masala. Viene usato per
aromatizzare carni, ma anche biscotti, focacce e marmellate. Le radici
vengono utilizzate in particolare nella cucina tailandese per preparare un
condimento insieme a aglio e pepe. In Basilicata il seme di cumino viene
usato per condire l'impasto della salsiccia.
Curiosità: Originariamente coltivato nell'Iran e nelle regioni mediterranee,
il cumino è menzionato nella Bibbia sia nell'Antico che nel Nuovo
Testamento. Era conosciuto anche nell'antica Grecia e nell'antica Roma.
Fu introdotto nel continente americano da parte dei coloni spagnoli.
Durante il Medioevo, la superstizione voleva che il cumino frenasse i polli,
e gli amanti, dallo scappar via. Si credeva anche che gli sposi che avessero
portato dei semi di cumino con sé durante la cerimonia nuziale, avrebbero
avuto una vita felice.
I semi di cumino sono tradizionalmente considerati benefici per il sistema
digestivo.
Il cumino è anche considerato d'aiuto nella cura del raffreddore, se
aggiunto al latte caldo.
Levisticum officinale Koch.
Nome comune: Sedano di montagna
Famiglia: Umbelliferae
Caratteristiche: Il Sedano di montagna è una pianta erbacea
perenne con fusto eretto alto fino a 2 metri.
La semina viene fatta in vasi contenenti terriccio leggero,
utilizzando sementi dell'anno precedente. Quando le piantine
sono sufficientemente sviluppate vanno poste in vasi più grandi
o terra piena, in zona semiombrosa. Si può moltiplicare anche
dividendo le ceppaie in autunno.
Impiego: Le foglie fresche (dal sapore che ricorda quello del
sedano) vengono usate per dare sapore a frittate, insalate,
minestroni, formaggi freschi e pesci. Le radici servono per
preparare liquori aromatici oppure possono essere marinate. I
semi si usano per aromatizzare marmellate e dolci. Il gambo e il
picciolo può essere bollito e servito accompagnato da salse o
tritato nelle minestre.
Raccolta e conservazione: Le foglie vanno raccolte durante il
periodo vegetativo e utilizzate fresche. Le radici devono essere
estirpate in autunno, lavate, tagliate a pezzi ed essiccate. I fiori
vanno tagliati quando sono maturi, essiccati, per poi raccogliere
i frutti (semi) sbattendoli.
Curiosità: Le foglie venivano messe nelle scarpe per dare sollievo
ai piedi affaticati.
Malva sylvestris L.
Nome comune: Malva selvatica
Famiglia: Malvaceae
Habitat:
E' una pianta molto comune e diffusa dalla pianura a 1600 metri.
E' facilmente reperibile lungo le strade, nei luoghi incolti o calpestati,
su accumuli di detriti.
Raccolta:
Le foglie tenere e i giovani getti, anche con fiori in boccio, possono
essere raccolti da aprile a lugli, secondo l'altitudine.
Impiego:
IN CUCINA: le foglie e i giovani germogli vengono impiegati in
insalate miste, crude o cotte, nei ripieni e per minestroni primaverili,
ai quali conferiscono proprietà rinfrescanti ed emollienti.
I fiori in boccio possono essere aggiunti alle insalate crude alle quali
danno un particolare aroma.
Curiosità e note:
Bisogna avere l'accortezza di farne un uso morigerato, perchè l'intera pianta è
lassativa, e di non cuocerne le parti troppo a lungo perchè la presenza di
mucillaggini le trasforma in una poltiglia poco gradevole. Tra i componenti
della pianta, oltre alle mucillaggini presenti in abbondanza, di un certo rilievo
nutrizionale sono i carboidrati, vitamine (A, C, del gruppo B e PP), sali
minerali.
Gli antichi denominavano la malva “omnimorbia”, medicina per tutti i mali,
per capire quali attenzioni le siano state rivolte in questo campo. Ha virtù
calmanti, diuretiche, rinfrescanti, oltre che lassative.
Matricaria chamomilla
Anthemis nobilis (camomilla romana) perenne
Nome comune: Camomilla
Famiglia: Compositae
Habitat: cresce nei terreni ncolti e nei campi coltivati.
Gradisce il pieno sole ma tollera la mezz'ombra.
Riproduzione per semina o per divisione dei cespi (nelle
perenni).
Raccolta e conservazione:
i fiori di camomilla vanno raccolti quando sono
completamente aperti verso la fine dell'estate, nelle ore
centrali in modo che sia facilitata l'essiccazione.
Raccolta delle foglie in qualunque periodo dell'anno.
Impiego:
Fiori: infusi e decotti
Foglie (leggero aroma di mela) fresche aggiunte alle
insalate.
Cosmetico: la camomilla è un vero prodotto di bellezza.
L'acqua del suo decotto aggiunta a quella del bagno ha
un'azione rilassante.
Ottimo lenitivo per pelli e occhi irritati. Dona lucentezza,
vigore e riflessi chiari ai capelli
Virtù calmanti e sedative anche per bambini piccoli.
Melissa officinalis L.
Nome comune: Erba cedronella
Famiglia: Labiatae
Caratteristiche: Pianta erbacea perenne originaria dell'Europa
meridionale e dell'Asia occidentale. In Italia è presente in tutte le
regioni, dal piano ai 1.000 metri.
Come tutte le mente, si può riprodurre facilmente per talea di
punta o mettendo a dimora dei pezzi di stoloni radicati. Può
essere coltivata in vaso o in terra piena.
Impiego: IN CUCINA: Le foglie, dal caratteristico profumo di
limone, vengono impiegate per aromatizzare frittate, insalate,
pesce, marmellate, macedonie di frutta. Molto impiegata per la
preparazione di liquori.
In particolare le foglie tritate danno un sapore delicato alla
maionese, ai crauti, ai ripieni, nonché alle creme.
MEDICINALE: Per uso esterno, serve come lenitivo nelle
infiammazioni del cavo orale.
Raccolta e conservazione: Le foglie vengono raccolte prima della
fioritura; possono essere usate fresche o essiccate in luogo
ombroso e ventilato. Conservare al riparo della luce e all'asciutto.
Salvia pratensis L.
Nome comune: Salvia comune, Salvia dei prati
Famiglia: Lamiaceae
Habitat: prati aridi, pascoli, margini delle strade e dei campi, tra 0
– 600 metri s.l.m..
Comune e diffusa in tutto il territorio nazionale, fatta eccezione
della Calabria, della Sicilia e della Sardegna. Predilige stazioni
luminose.
Descrizione: la corolla è composta da petali violetti saldati alla base
e divisi superiormente in due labbra. Da questa forma deriva il
vecchio nome della famiglia di questa pianta (Labiatae).
Periodo di raccolta: le foglie si raccolgono dal momento della
fioritura in poi, momento in cui è più alta la concentrazione di olii
essenziali.
Impiego: Numerosissime le specie e le cultivar impiegate come
ornamentali o aromatiche in bordure, aiuole e vasi.
In cucina: le FOGLIE sono utilizzate con la cipolla per farcire
carni di anatra e oca per facilitarne la digestione.
Le foglie intere vengono passate in pastella e fritte.
Curiosità e note: il nome del genere Salvia deriva dal latino
salvere, con riferimento alle proprietà curative della pianta, che nei
tempi antichi era celebrata come erba medicinale di grande valore.
Sanguisorba officinalis L.
Nome comune: Pimpinella, salvastrella, meloncello
Famiglia: Rosaceae
Habitat:
Pianta erbacea perenne originaria del Nord Europa, Nord America
e Asia settentrionale. In Italia si trova facilmente nel
Settentrione, più rara al Sud e assente nelle isole. Cresce dal
piano fino a 2.000 metri. Ha fusti eretti alti fino a 1 metro. Le
foglie sono composte e con margine seghettato. I fiori, minuti e
privi di petali, sono riuniti in capolini ovali rosso-bruni all'apice
dei fusti.
Periodo di raccolta:
Le foglie possono essere raccolte in ogni stagione. Le foglie basali
sono mantenute anche in inverno.
Impiego:
IN CUCINA. Le foglie (dal leggero sapore di cetriolo) si possono
usare per insaporire insalate, minestre, verdure cotte e formaggi
molli. Specie simile (impiegato allo stesso modo in cucina) è
Sanguisorba
minor.
Proprietà terapeutiche: toniche, aperitive, digestive.
Curiosità e note:
Il nome del genere della pianta fa riferimento all'attitudine della
pianta a frenare le emorragie.
Satureja montana L.
Nome comune: santoreggia; erba acciuga; erba spezia
Famiglia: Lamiaceae
Caratteristiche: Pianta perenne semi-sempreverde di circa 30 cm, con
piccole foglie lanceolato-lineari, originaria delle regioni montane
dell'Europa centromeridionale e dell'Asia. Esiste un'altra specie del
genere satureja, S. hortensis, chiamata erba pepe, erbacea annuale.
Predilige i pieno sole. Ama i terreni alcalini. La fioritura avviene in
luglio-agosto.
Si può propagare per seme o per talea di punta. Quando la piantina
sarà ben sviluppata trapiantare in vasi o in piena terra. Può essere
potata in autunno dopo la fioritura.
Impiego: Le foglie, fortemente aromatiche e leggermente pepate,
ricordano il sapore del timo. Vengono utilizzate con carni, pesce,
verdure e legumi. La pianta ha proprietà digestive.
Raccolta e conservazione: le foglie si utilizzano fresche o da far
seccare e possono essere prelevate in qualsiasi momento.
Curiosità: il decotto di santoreggia aggiunto all'acqua del bagno è
ottimo per purificare la pelle poiché ha un potere antisettico.
Taraxacum officinale Weber
Nome comune: Dente di leone, soffione
Famiglia: Asteraceae
Habitat: prati incolti e coltivati, alla base dei muri e
negli ambienti antropizzati, da o a 1700 m slm.
Raccolta e conservazione: il rizoma si raccoglie da
settembre ad ottobre e in febbraio prima della fioritura, le
foglie giovani in primavera.
Impiego:
Viene utilizzato da sempre in cucina e nella farmacopea
popolare.
FOGLIE. Ricche di vitamina A e C si possono utilizzare
crude nelle insalate, se giovani, oppure cotte se vecchie.
RADICI. Lessate e condite con olio di oliva sono molto
gustose. Attenzione invece ai fusti dei fiori la cui
sostanza lattiginosa presente all'interno è tossica
soprattutto per i bambini. Le radici tostate, costituiscono
un buon surrogato del caffè.
FIORI. I boccioli si mettono sotto aceto come i capperi.
Curiosità e note: Importanti sono le proprietà terapeutiche:
diuretica e per contrastare la cellulite.
Thymus spp.
Nome comune: timo
Famiglia: Lamiaceae
Caratteristiche: il timo è una pianta che vegeta bene nei climi
temperati, ama il sole, ma riesce a tollerare temperature di 10-15
gradi °C sotto zero. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno anche se
preferisce quelli calcarei. Tollera la siccità, ma non i ristagni idrici.
Il timo è un piccolo arbusto arbusto sempreverde dal portamento
prostrato o eretto. Le foglie sono in varie tonalità di verde o screziate
a seconda della specie/varietà. Sebbene sia una pianta perenne
occorre sostituirla ogni 2/3 anni.
Impiego:
CULINARIO: la foglia viene utilizzata fresca o essiccata per
rendere più digeribili i cibi grassi. Si usa in carni cotte ma anche
pesce. Con verdure cotte, macedonie e marmellate. Fiori freschi in
insalata. Per aromatizzare burro, aceto, miele e infusi.
ORNAMENTALE: in bordure basse. I timi striscianti per tappeti
verdi. Molto bello nei giardini rocciosi.
Coadiuvante delle vie respiratorie. Aiuta la digestione.
Raccolta e conservazione: Le foglie vanno raccolte fresche quando
servono. La pianta può essere accorciata a 5 cm dalla base in estate.
Le foglie si possono far essiccare appendendo i rametti in luoghi
caldi e ventilati. Si può surgelare per circa 6 mesi.
Esistono numerose specie del genere Thymus tra le quali
ricordiamo:
- T. serpillum (con fusti più lunghi e striscianti)
- T. vulgaris (la più nota e di facile reperimento)
- T.citriodora (ricco di olii essenziali alla fragranza di
limone)
- T. zygis (Spagna)
- T. herba-barona (aroma di cumino. Specie endemica della
sardegna e della Corsica fra 800 e 2000 m slm)
Viola odorata L. (ed altre specie)
Nome comune: viola mammola
Famiglia: Violaceae
Habitat: è comunissima nelle boscaglie, sotto le siepi e nei luoghi erbosi da
0 a 1200 msl. E' comune in tutta l'Italia.
Raccolta e conservazione: asportare le foglie all'inizio della primavera,
cogliere i fiori appena schiusi e le radici in autunno. Essiccare foglie, fiori
e radici.
Impiego:
FIORI. Candito, per decorare torte, budini e gelati. Il fiore fresco, in
insalate.
Sciroppo di viola: in 75 ml di acqua bollente, 50 g di fiori freschi. Coprire
e lasciare in infusione per 24 ore, filtrare e aggiungere poi 75 g di
zucchero e riscaldare per scioglierlo senza far bollire. Raffreddare e
imbottigliare.
FOGLIE. L'infuso di foglie essiccate è indicato per bronchiti; mentre
l'impiastro di foglie fresche viene applicato sulle contusioni.
Curiosità e note: Gli antichi Greci scelsero la viola mammola come simbolo
di fertilità, mentre i Romani la apprezzavano come bevanda. Per
Napoleone fu l'emblema del partito imperiale, dell'Inghilterra vittoriana,
fu il profumo più popolare e venduto. Rinomati scrittori, da Omero a
Shakespeare parlarono tutti con grande simpatia di questo fiore del quale
stimarono le virtù di freschezza, umiltà e dolcezza.
Parma ne ha fatto il suo simbolo in riferimento al profumo “Violetta di
Parma”.
Papaver rhoeas L.
Nome comune: Papavero comune, Rosolaccio
Famiglia: Papaveraceae
Habitat: campi di cereali, incolti, ruderi, bordi delle strade
tra 0 – 1900 metri s.l.m.. Presente e comune su tutto il
territorio nazionale. Originario della steppa dell’Iran.
Introdotto poi nel nostro Paese e naturalizzato come
infestante del frumento.
Periodo di raccolta: febbraio e maggio (foglie ancora tenere)
Impiego: i fiori del papavero, grandi e solitari, di bellissimo
effetto, sono spesso usati nei giardini, nelle aiuole e sui
balconi. Esistono numerosi ibridi del genere “Papaver” in
coltivazione, anche a fiori doppi e dai colori più disparati.
In cucina: SEME. Viene utilizzato per aromatizzare pane,
torte e biscotti,in particolare nella cucina d'oltralpe e
d'oltreoceano.
In passato i semi e i petali venivano aggiunti alle pappe dei
bambini per conciliare il sonno.
Viene aggiunto alla polvere di curry come base per
aromatizzare e addensare i cibi.
FOGLIE. Le foglie basali, quando tenere, possono essere
usate crude nelle insalate, o cotte (lessate o al vapore).
Diospyros lotus L.
Nome comune: Caco selvatico; Albero di S. Andrea; Papola
Famiglia: Ebenaceae
Habitat: grande pianta dioica originaria dell'Asia ma
naturalizzata nelle regioni mediterranee e balcaniche. E' stata
introdotta in Europa alla fine del 1500 e nel 18° sec
regolarmente coltivata nelle regioni dell'Europa del sud.
Resiste bene al freddo e non è raro trovarla nei nostri boschi.
Cresce bene su terreni calcarei.
Impiego: i frutti di circa 1-2 cm di diametro sono molto buoni e
molto ricchi di proteine (dopo olive e noci) e vitamina A (più
delle carote), ma non sono commestibili fino a completa
maturazione. L'ok l'abbiamo quando la buccia comincia a
corrugarsi.
Curiosità e note:
Il nome deriva da “dios”= divino e “pyros”= grano (frutto) in
riferimento alle buone proprietà nutrizionali e organolettiche dei
frutti eduli.
Ziziphus vulgaris L.
Nome comune: giuggiolo
Famiglia: Rhamnaceae
Habitat: Alberello di media statura (5-6 m) originario
dell'Asia. In Italia è presente fin dal tempo dei Romani. Lo si
può trovare fino ad altitudini di 600 m.
Raccolta: La maturazione del frutto avviene a partire da
ottobre. Il frutto è una drupa ovale o rotonda che in autunno
assume un colore rossastro. La polpa è carnosa, biancastra e
di sapore acidulo.
Impiego: I frutti vengono consumati freschi o utilizzati in
marmellate, canditi, sciroppi o fatti essiccare (datteri cinesi)
oppure possono essere conservati in salamoia, sotto alcool o
sott'aceto.
Curiosità e note: Il brodo di giuggiole, molto ricco di vitamina
C e zuccheri, è un digestivo dolcissimo che ha dato origine
all'espressione “andare in brodo di giuggiole”.
Buona pianta medicinale utilizzata nella preparazione di
maschere emollienti e idratanti per pelli secche.
Il "Brodo di giuggiole"
1 chilo di giuggiole
1 chilo di zucchero
2 grappoli di uva zibibbo
2 bicchieri di vino bianco
2 mele cotogne
la buccia grattugiata
di un limone
acqua q. b.
In un tegame aggiungere le giuggiole precedentemente lavate e coprirle con acqua.
Aggiungere l'uva e lo zucchero.
Cuocere per 1 ora a fuoco dolce mescolando ogni tanto con un cucchiaio di legno.
Aggiungere le mele, prive di buccia, tagliate sottili ed il vino.
Alzare la fiamma e fare evaporare il vino.
A fine cottura
(quando si sta gelificando) aggiungere la buccia del limone grattugiato.
Passare il composto con un colino e invasare a caldo.
Narra Omero che Ulisse e i suoi uomini approdarono all'isola dei Lotofagi nel Nord
dell’Africa.
Alcuni dei suoi uomini, una volta sbarcati per esplorare l'isola, si lasciarono tentare
dal frutto del loto, un frutto magico fece loro dimenticare mogli, famiglie e la
nostalgia di casa.
È probabile che il loto di cui parla Omero sia proprio lo Zizyphus lotus, un giuggiolo
selvatico, e che l'incantesimo dei Lotofagi non fosse provocato da narcotici, ma
soltanto dalla bevanda alcolica che si può preparare coi frutti del giuggiolo.
In Romagna in molte case coloniche era coltivato adiacente alla casa nella zona più
riparata ed esposta al sole.
Si riteneva che fosse una pianta portafortuna.
l
Cornus mas L.
Nome comune: Corniolo
Famiglia: Cornaceae
Habitat:
arbusto di 2- 6 m di altezza originario dell'Europa meridionale. In Italia è
diffusa su tutto il territorio tranne nelle isole.
Impiego:
In cucina vengono utilizzati i frutti, drupe lunghe quasi 2 cm, di colore
rosso vivo che diventano più scure a maturazione, che avviene a partire da
ottobre.
Possono essere consumati freschi, sia per produrre bevande, liquori,
marmellate, gelatine. Possono essere conservate sotto alcool come le ciliegie
oppure in salamoia come le olive.
Curiosità e note:
Un'antica leggenda vuole che piante di corniolo siano state utilizzate per
costruire il cavallo di Troia.
Virgilio nell'Eneide ci dà notizia dell'uso dello stesso per costruire aste per
lance
Prunus spinosa
Nome comune: Prugnolo selvatico
Famiglia: Rosaceae
Habitat:
E' una specie rustica che si adatta a terreni poveri e sassosi, lo si può
trovare lungo le strade,negli incolti e al limitare dei boschi, cresce
comunemente nei boschi cedui e nei cespuglieti aridi della media
montagna, oppure si rinviene in siepi naturali. Può essere alto fino a 3
metri, ha legno molto duro, dalla corteccia grigio scura e ricca di spine
legnose.
Impiego:
I frutti sono molto aspri, contengono vitamina C, possono essere raccolti
dopo le prime gelate, quando raggiungono la maturazione, e possono
essere consumati freschi oppure utilizzati per preparare liquori, bibite,
marmellate.
Con alcool, zucchero, vino bianco e bacche di prugnolo mature, si può
preparare un buon liquore digestivo; con la distillazione dei frutti,invece,
si ottiene dell’ottima acquavite.
Curiosità e note:
I frutti (prugnole o susine selvatiche) contengono tannino (responsabile
del tipico sapore aspro), flavonoidi, acido malico, saccarosio, pectina,
gomma e vitamina C. Il consumo dei frutti provoca un aumento
dell'appetito e una sensazione rinfrescante e rivitalizzante inoltre, al
contrario dei fiori (leggermente lassativi), sono astringenti; i frutti sono
anche aperitivi e tonificanti dell'organismo in generale.
Rosa canina L.
Nome comune: Rosa selvatica
Famiglia: Rosaceae
Habitat: si trova nei terreni incolti, nelle boscaglie, libera nelle siepi
spontanee di pianura e montagna.
Impiego: gli usi alimentari sono molteplici, così come quelli medicinali.
FIORI. I petali, privati della parte basale amara, sono ottimi sparsi
nell'insalata e nelle paste.
Il fiore è utilizzato anche nella preparazione di torte di mele o di ciliege.
I petali vengono canditi e utilizzati in pasticceria.
FRUTTI (cinorrodi). Utilizzati per fare marmellate e conserve; negli
infusi; per la preparazione di sciroppi e liquori. Per accompagnare le carni
di agnello è ottima la salsa ottenuta frullando le bacche con zucchero e
succo di limone.
Curiosità e note: La coltivazione della rosa, iniziata in Persia, si diffuse
presto in occidente, ispirando poeti, artisti e innamorati.
Si dice che Cleopatra sedusse Antonio emergendo tra le rose; nei banchetti
romani i commensali si ornavano di ghirlande di petali di rose; nel 1187
il sultano Saladino, entrato in Gerusalemme, fece un bagno di rose nella
moschea di Omar.
La rosa è sempre stata popolare sin dall'antichità per le sue proprietà
terapeutiche (acqua di rose).
Questa rosa dee il suo nome a Linneo, naturalista svedese, fondatore della
botanica moderna, che nel 1700 attribuiva alla radice la proprietà di
preservare dalla rabbia trasmessa del morso dei cani.
Confettura di cinorrodi di rosa canina
500 g di cinorrodi
350 g di zucchero
scorza di limone grattugiata
350 g di acqua
Lavate i cinorrodi e fateli cuocere nell'acqua fino a quando si saranno
sciolti completamente. Dopodiché passateli al setaccio o frullateli, unite lo
zucchero e rimettete il composto sul fuoco. Lasciate addensare a fuoco basso
e conservate la confettura in vasetti ermeticamente chiusi e sterilizzati.
♥ I cinorrodi di rosa canina sono ricchissimi di vitamina C ♥
Confettura di petali di rosa
500 g di petali di rosa
1250 g di zucchero
succo di 3 limoni
Buttate i petali di rosa in acqua in ebollizione e non appena l'acqua riprende
il bollore, togliete i petali e sciacquateli in acqua fredda, scolateli, strizzateli
e mescolateli con 250 g di zucchero e il succo dei 3 limoni.
Nel frattempo portate in ebollizione mezzo litro dell'acqua di cottura delle
rose con 1 kg di zucchero, aggiungete il composto di petali di rosa, zucchero
e limone e fate cuocere a fuoco basso fino a raggiungere la giusta
consistenza.
Mettete la confettura nei vasetti ancora ben calda e conservatela in luogo
fresco e asciutto.
Amelanchier ovalis L.
Nome comune: pero corvino
Famiglia: Rosaceae
Habitat:
arbusto originario dell'Europa meridionale e dell'America
settentrionale. Diffuso in tutte le montagne del bacino del
Mediterraneo
Raccolta:
●la maturazione dei frutti dall'aspetto di piccolissime mele
blu (8-10 mm) avviene a partire da fine settembre.
Impiego:
A questa piante vengono attribuite proprietà ipotensive,
diuretiche, antipiretiche, antinfiammatorie e antireumatiche,
utilizzandola in infusi delle foglie e della corteccia. I frutti
sono commestibili e se ne ricava un ottimo sciroppo.
●
Utilizzati anche in macedonie di frutta.
Curiosità e note:
Il suo legno molto duro ed elastico veniva utilizzato per
produrre manici per attrezzi. Adatto per essere intarsiato per
produrre oggetti di pregio.
Arbutus unedo L.
Nome comune: corbezzolo, albatro
Famiglia: Ericaceae
Habitat:
Arbusto mediterraneo diffuso soprattutto nel sottobosco
delle pinete litoranee, presente tuttavia anche al nord a su
coste atlantiche e irlandesi.
Raccolta:
I frutti si raccolgono nel tardo autunno.
Impiego:
IN CUCINA: le bacche del corbezzolo oltre ad essere
consumate fresche in macedonie, servono per fare sciroppi,
confetture (in Toscana e Sardegna), canditi e bevande
fermentate (vino in Liguria ed acquavite). La pianta è
buona mellifera e se ne ricava un miele in autunno che
viene impiegato soprattutto per lenire le forme bronchiali.
Curiosità e note:
Facile coltivazione anche in vasi. Ornamentale.
Nel linguaggio dei fiori la sua bianca campanula ha
evocato il simbolo dell'ospitalità ed era per questo
piantumato all'ingresso dei giardini.
Simbolo anche dell'unità nazionale nell'800 per la
compresenza del verde delle foglie, del bianco dei fiori e del
rosso delle bacche. Per questa ragione veniva piantato in
molti parchi dedicati ai caduti alla fine della grande
guerra.
Crema dessert di corbezzolo e mela
20 bacche di corbezzolo
2 mele
1 cucchiaino di miele
1 pizzico di cannella
yogurt magro o panna
Lavate e fate cuocere in poca acqua le bacche di corbezzolo divise in quarti e le mele
tagliate a pezzetti. Fate cuocere a fuoco lento fino a che i frutti iniziano a spappolarsi,
quindi passate la polpa al passaverdura.
Rimettete il composto sul fuoco e rimestando con un cucchiaio di legno lasciate evaporare
l'acqua in eccesso.
A fine cottura dolcificate con miele e cannella in polvere.
Travasate la crema ancora calda in coppette di vetro e servite con yogurt o panna.
♥ la pianta del corbezzolo è buona mellifera e se ne ricava un miele in autunno che viene
impiegato soprattutto per lenire le forme bronchiali ♥
Helianthus tuberosus L.
Nome comune: topinambour
Famiglia: Asteraceae
Habitat:
Specie esotica (Nord America) naturalizzata e presente
ovunque in Italia (tranne in Sardegna). E' una pianta
molto vitale, quasi infestante, che predilige terreni umidi e
conquista terreni vicini a corsi d'acqua; si trova fino a 800
m slm.
Raccolta:
I tuberi si raccolgono in inverno.
Impiego:
IN CUCINA: Veniva usata per la sua radice commestibile
(Carciofo di Gerusalemme), poi è stata soppiantata dalla
patata. I tuberi di Topinambour sono molto nutrienti e la
cottura è simile a quella delle patate. Nella cucina
piemontese sono tipici con la bagna càuda e la fonduta. Il
tubero può essere consumato anche crudo con sale e pepe.
Curiosità e note:
E' possibile coltivare i Topinambur anche nell'orto familiare,
visto che si adattano bene anche a terreni marginali, purché
soleggiati. La coltivazione si riduce praticamente alla
piantagione. In inverno, una volta seccata la parte aerea,
sarà possibile raccogliere i tuberi, lasciando quelli più
piccoli.
Grazie al contenuto di inulina è una pianta
molto adatta ed indicata nella dieta di persone
diabetiche in quanto l'inulina funziona come
riserva di carboidrati (in sostituzione
dell'amido). Il Topinambur è da sempre famoso
per ridurre il colesterolo.
Vellutata di topinambour
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
olio e.v.o.
5 topinambour raschiati e affettati
50 ml di vino bianco
150 ml di brodo di pollo
50 ml di panna da cucina o fresca
sale e pepe
erba cipollina fresca per guarnire
Scaldate l'olio in una padella, aggiungete la cipolla e fate cuocere a fuoco dolce per 3
minuti fino a che la cipolla sia appassita. Aggiungete l'aglio, mescolate e fate cuocere
per 1 minuti. Aggiungere i topinambur, il vino bianco e il brodo e fate cuocere per 8
minuti o fino a che i topinambur si siano ammorbiditi. Ponete il composto nel mixer,
aggiungete la panna e frullate fino a che sia ben amalgamato. Insaporite con sale e
pepe. Servite in una zuppiera guarnita con erba cipollina fresca.
♥ per il contenuto di inulina il topinambour è una pianta indicata nella dieta dei
diabetici. Ha la proprietà di ridurre il colesterolo ♥
Topinambur gratinati
1 kg di tuberi di topinambur
50 g di burro
Parmigiano grattugiato
olio e.v.o.
sale q.b.
pepe q.b.
Lavate i tuberi di topinambur ed eliminate la buccia esterna con un raschietto o un
coltellino e sbollentateli per dieci minuti circa in acqua salata in ebollizione.
Tagliateli a fette e adagiateli a strati in una pirofila da forno precedentemente
imburrata. Aggiungete ad ogni strato un filo di olio, fiocchetti di burro e
parmigiano in abbondanza. Infornate a 180° C e fate cuocere per circa mezz'ora
fino a doratura della superficie.
♥ Il topinambur viene anche chiamato carciofo di Gerusalemme... ♥
Primula vulgaris Hudson
Nome comune: Primula, Primavera, Occhio di civetta
Famiglia: Primulaceae
Habitat: si trova nei boschi di latifoglie, nelle siepi e nei luoghi erbosi (fino
a 2000 m).
Raccolta e conservazione: le tenere foglie si raccolgono all'inizio della
primavera, prima della fioritura. Essiccare foglie e fiori.
Impiego:
FOGLIE: vengono consumate crude o bollite.
FIORI: in insalate miste. Per preparare confetture o utilizzato candito.
Foglie e fiori in frittata.
Fiori essiccati e radici in polvere nel pot-pourri.
I fiori essiccati forniscono un infuso aromatico, servono inoltre ad
aromatizzare la birra e a migliorare il bouquet del vino.
Nell'uso medicinale l'infuso di radici cura l'emicrania
Curiosità e note: in epoca medievale, i fiori erano impiegati per preparare
pozioni d'amore.
RICETTA: Tagliatelle alle primule
Ingredienti: 4 uova, 4 hg di farina, ¼ panna, 2 manciate di petali di
primule, una manciata di foglie di primule, 1 hg di burro, 1 hg di
parmigiano.
Preparazione: farina a fontana sul tavolo, rompere nel centro le uova,
aggiungere foglie e petali tritati finemente. Lavorare la pasta poi stenderla
e tagliare le tagliatelle. Condire con panna, burro e parmigiano.
Plantago major L.
Nome comune: Piantaggine
Famiglia: Plantaginaceae
Habitat: molto comune sul territorio italiano, specialmente negli
ambienti antropizzati.
E' tra le specie che sopportano meglio il calpestamento: quindi è
necessario fare attenzione al luogo di raccolta.
Periodo di raccolta:
Le foglie possono essere raccolte in ogni stagione.
Impiego:
IN CUCINA. Si usano le foglie fresche in insalata o nelle
minestre. Nelle frittate e nei ripieni di carne.
Le foglie hanno un retrogusto di fungo (champignon).
USO MEDICINALE. In caso di punture di insetto o di ortica,
una foglia di piantaggine schiacciata e strofinata allevia il
prurito. Era utilizzato come oftalmico per contrastare le
congiuntiviti al pari del fiordaliso. Si diceva che quest'ultimo
fosse efficace sugli occhi azzurri mentre la Plantago sugli occhi
scuri.
Curiosità e note:
Altre due specie di Plantago, media e lanceolata, simile alla
major sono altrettanto commestibili.
Il termine latino Plantago rimanda al latino planta, pianta del
piede, con riferimento alla forma delle foglie.
Parietaria officinalis
Nome comune: Erba vetriola, muraiola
Famiglia: Urticaceae
Habitat: erba infestante e allergenica; si trova sui muri vecchi e
tra le macerie.
Raccolta e conservazione: la parte aerea va raccolta in estate, le
foglie vanno essiccate rapidamente all'ombra e conservati in
vasi di vetro.
Impiego:
Pianta bistrattata, ma ricca di principi attivi e pertanto
utilizzata sin dall'antichità e
nella moderna industria
farmaceutica per la produzione di farmaci diuretici (contiene
salnitro).
IN CUCINA: la pelosità della foglia ne impedisce la
consumazione a crudo. Viene utilizzata previa cottura per
preparare minestroni che colora di un verde scuro e spessa viene
abbinata all'ortica.
Il buon sapore, unito alle presenza ai sali di potassio rende le
pietanze diuretiche come un piatto di asparagi.
Curiosità e note: il nome “muraiola” è dovuta alla capacità delle
sue radici di colonizzare i muri. Il nome di “vetriola” invece
deriva dalla capacità degli acheni pelosi della pianta di pulire
fondi di bottiglie e vetri.
Urtica dioica L.
Nome comune: Ortica; Orticone; lurdica;
Famiglia: Urticaceae
Habitat:
erba perenne infestante diffusa in tutto il mondo, nei luoghi ricchi di
sostanza azotata e antropizzati (fino a 2300 m)
Raccolta e conservazione:
le foglie si possono raccogliere tutto l'anno, meglio nel periodo della
fioritura. In ogni caso per la raccolta è utile munirsi di guanti per
proteggersi dai peli urticanti; poco dopo la raccolta perde l'effetto
urticante.
Impiego:
IN CUCINA: Le ortiche giovani sono ricche di vitamine e minerali. Il
loro contenuto è talmente elevato che rispetto alle pillole vitaminiche
hanno il vantaggio di essere meno care e nettamente più gustose.
Con gli apici e le giovani foglie si possono preparare minestre e
squisiti risotti. Le giovani foglie cotte a vapore vengono mangiate
come verdura.
Utilizzate in infusi aromatici, digestivi e diuretici.
Viene anche utilizzata per fare la birra all'ortica.
Curiosità e note:
Il nome Urtica deriva dal latino urere, bruciare.
Nei processi infiammatori reumatici alle ginocchia o alle spalle ad
esempio, battere un mazzo di urtica nella parte colpita, produce un
effetto revulsivo per il quale il sangue viene attratto in superficie
decongestionando i tessuti interni.
Ottimo rimedio anche per arrestare la caduta dei capelli.
Capsella bursa-pastoris Medicus
Nome comune: Borsapastore; Borsacchina; Borsa del pastore
Famiglia: Brassicaceae
Habitat:
Vitalissima, si trova nei campi coltivati e nei terreni incolti, ai
margini delle strade e sui terreni appena smossi, presso le malghe e le
stalle, nonché nei pascoli di montagna, tra 0 e 1800 m.
Raccolta:
E' possibile raccoglierla in ogni stagione dell'anno, poiché i semi
germinano non appena cadono sul terreno e la crescita di nuove
piantine è praticamente a ciclo continuo. Prima della fioritura le
foglie sono più tenere.
Impiego:
IN CUCINA: le foglie basali sono consumate cotte, in frittate o
minestre o, più raramente, crude in insalate miste. Alcuni
consumatori le considerano migliori di altre erbe che si trovano
abitualmente sul mercato; sono da preferire quelle di montagna che
crescono su terreno ricco di nutrimenti, perchè più tenere e saporite.
La pianta è ricca di potassio e contiene altri sali minerali quali ferro,
calcio e fosforo. Non mancano vitamine, carboidrati, lipidi e proteine
Curiosità e note:
Per gli effetti emostatici e ipotensivi attribuita dalla medicina
popolare ai preparati di piantine fresche, se ne sconsiglia un uso
eccessivo.
Impiegata anche in campo dermatologico per le doti astringenti e
cicatrizzanti.
Il nome deriva dalla somiglianza dei frutti con le vecchie bisacce dei
pastori (capsa in latino= borsello).
Chenopodium bonus-henricus L.
Nome comune: Buon Enrico; Spinacio selvatico; Colubrina
Famiglia: Chenopodiaceae
Habitat:
E' caratteristico delle zone montane, nei pascoli molto concimati,
in prossimità delle malghe, nei luoghi di riposo del bestiame,
lungo i margini delle strade da 500 fino a quasi 2000 m. Con le
ortiche e il rabarbaro alpino fa parte delle associazioni erbacee
nitrofile.
E' presente su tutto il territorio nazionale.
Raccolta:
Secondo la località,la raccolta può avvenire da maggio a giugno
(prima della maturazione dell'infiorescenza) o anche da settembre
in poi, dato che i nuovi germogli rispuntano dopo il pascolo o il
taglio.
Impiego:
IN CUCINA: le foglie e i fusti teneri vengono fatti bollire per un
quarto d'ora circa e si preparano secondo metodi in uso per gli
spinaci di cui ricordano il gusto. Rispetto agli spinaci, per il loro
minor contenuto di ossalato di calcio, sono più indicati per chi
soffre di acidità e di ulcera gastrica.
Il chenopodio viene usato nelle frittate, nella polenta, come ripieno
degli agnolotti ad esempio.
I gambi giovani, particolarmente succosi, una volta tolta la
scorza, posso o essere cucinati e preparati allo stesso modo degli
asparagi.
Curiosità e note:
Ricco di vitamine (A, C, K, PP), sali minerali (ferro, magnsio,
fosforo, calcio, carboidrati e sostanze proteiche.
Humulus lupulus L.
Nome comune: luppolo, asparagina, lovertis
Famiglia: Cannabaceae
Habitat:
Il luppolo predilige ambienti freschi e terreni fertili e ben lavorati.
Cresce spontaneamente sulle rive dei corsi d'acqua, lungo le
siepi, ai margini dei boschi, dalla pianura fino ad un'altitudine
di 1.200 metri. La sua presenza è molto comune nell'Italia
settentrionale.
Raccolta:
giovani GERMOGLI laterali in primavera; raccogliere la foglie
tenere a volontà; i FIORI maturi all'inizio dell'autunno; gli steli
nel tardo autunno .
Conservazione : essiccare foglie e steli; Usare i fiori femm. entro
pochi mesi o l'aroma diventa sgradevole..
Impiego:
Fiori : Usare fiori femm ben maturi ed essiccati per schiarire e
conservare la birra.
Bollire i fiori maschili ed aggiungere ad insalate.
Foglia : usare le foglie tenere da aggiungere alle minestre.
Germoglio: usare i teneri germogli laterali e servire come gli
asparagi o per frittate e minestre. In Veneto vi fanno un celebre
risotto.
Aggiungere fiori a bevande o tè per favorire la digestione.
ATTENZIONE: Non vanno confusi con i rami fioriferi di altre
piante solo a prima vista simili, quali l'Ornithogalum o latte di
gallina, un genere che conta molte specie assai tossiche.
Curiosità e note:
Il luppolo veniva già citato da Plinio nel I sec d. c. come una
verdura comune e non come una pianta da giardino, in
primavera i giovani germogli erano venduti nei mercati e
consumati come gli asparagi. A partire dal VIII sec era usato in
tutta Europa per fare la birra, per le sue qualità rinfrescanti,
aromatiche e terapeutiche: In Inghilterra tuttavia i produttori di
birra continuarono a servirsi di erbe usate tradizionalmente,
come l'edera, fino al 1700 per la curiosa credenza che il luppolo
provocasse la malinconia.
Silene vulgaris Garcke
Nome comune: Silene rigonfia; Bubbolini; Strigoli
Famiglia: Caryophyllaceae
Habitat:
Cresce normalmente nei prati, specialmente quelli sfalciati e
concimati, ma è comune anche negli incolti, nei seminativi e
lungo il margine delle strade dalla pianura fino a 1500 m,
raramente fino a 2400 m.
E' molto comune in tutto il territorio nazionale.
Raccolta:
I giovani germogli possono essere raccolti da febbraio a luglio
secondo la quota; le foglie, se tenere, possono essere consumate
anche in altri periodi.
Impiego:
IN CUCINA: le qualità alimentari della Silene vulgaris sono
ottime, per lo meno sul fronte del gusto.
Le foglie e i germogli possono essere consumati crudi o cotti. Nel
primo caso è preferibile aggiungerli ad altre specie per farne
insalate alle quali conferiscono un sapore piacevolmente acidulo;
nel secondo caso si usano come contorno a salumi cotti, o
aggiunti a minestre e risotti. Triturati vengono usati nei sughi
per la pasta
MEDICINALE: un tempo l'impiego di questa pianta era rivolto alla
cura degli stati influenzali.
Curiosità e note:
Alcuni nomi dialettali ricordano che, per gioco, il calice viene fatto
scoppiare contro la fronte dopo aver chiuso l'apice con le dita.
Sugo agli strigoli
300 g di strigoli
50 g di pancetta
1 spicchio d'aglio
mezza cipolla
olio e.v.o.
500 g salsa di pomodoro
mezzo bicchiere di vino bianco secco
parmigiano reggiano grattugiato
peperoncino a piacere
Triturate pancetta, aglio e cipolla e fate il soffritto con l’olio.
Sfumate con il vino bianco e aggiungete al soffritto gli strigoli qualche minuto prima
che la pasta sia pronta da scolare. Gli strigoli non devono cuocere ma appassire solamente.
Saltate la pasta direttamente dentro la padella con gli strigoli e servite con una generosa
spolverata di parmigiano.
Chi lo desidera può arricchire il soffritto e gli strigoli con la salsa di pomodoro ed in questo
caso bisogna continuare la cottura del sugo per ulteriori 15 minuti.
♥ piatto tipico romagnolo ♥
Ruscus aculeatus L.
Nome comune: pungitopo; piccolo agrifoglio
Famiglia: Liliaceae
Habitat:
Comune nelle siepi e nei boschi , si trova in tutta Italia e
nell'Europa centrale e meridionale.
Raccolta:
I giovani germogli possono essere raccolti in primavera.
Impiego:
IN CUCINA: i giovani getti ( detti turioni ) si possono
consumare sia cotti che crudi ma per il loro sapore un po'
amarognolo generalmente vengono cotti come gli asparagi e
impiegati in zuppe, minestre specie in veneto oppure impiegati in
risotti e frittate di erbe. Possono infine essere lessati e insaporiti
in padella.
Curiosità e note:
Noto per le foglie (che in realtà sono rami e si chiamano cladodi)
sempreverdi e caduche, pungenti all'apice e per le bacche
(tossiche) rosse delle piante femminili. Viene raccolto anche a
scopo ornamentale. Diffuso in tutta l'Italia, é considerato
simbolo beneaugurante del Natale.
E' usato sin dall'antichità. Il nome pungitopo si deve infatti
all'usanza contadina di proteggere i formaggi o la frutta
dall'insidia dei topi avvolgendoli con mazzetti di questa pianta.
Veniva altresì impiegato dagli spazzacamini.
Portulaca oleracea L.
Nome comune: Ertba porcellana, Porcellana
Famiglia: Portulacaceae
Habitat:
Infestante delle colture, si insedia in tutti i terreni. Cresce
dalla pianura alla montagna. Viene anche coltivata negli
orti del Nord della Francia, in Svizzera, Olanda e Belgio.
Raccolta e conservazione:
Si consiglia la raccolta tardiva, in autunno, quando la
pianta non riesce a portare a maturità i semi (non graditi
al palato).
Viene essiccata per la conservazione e poi utilizzata, dopo
averla tenuta a bagno, per preparare minestre durante
l'inverno.
Impiego:
IN CUCINA:
I fusti fogliosi ricchi di vitamina C si consumano crudi
in insalata, mescolati con altre erbe e basilico. Ottimi
anche cotti, conditi con olio e aceto o fritti in pastella.
Curiosità e note:
Coltivata da secoli in India e nel medio Oriente, era molto
usata in Europa nel XVI sec.
Nei paesi anglosassoni un tempo si pensava che protegge
dagli spiriti maligni.
Crostini di porcellana
200 g di foglie e fusti di portulaca
4 acciughe diliscate
olio e.v.o.
1 cucchiaio di aceto
peperoncino a piacere
fettine di pane casareccio
Lavate molto bene la portulaca, fatela cuocere in poca acqua e scolatela bene.
Frullate le acciughe con l'erba aggiungendo olio e.v.o., aceto e peperoncino a
piacere. Tostate il pane e spalmate la salsina. A piacere potete guarnire con
foglioline fresche di portulaca.
Orto aromatico... verticale!
Idee ….
per la conservazione
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Grazie!