VERBALE N°31 Davide Di Giacomo 7/04/2016 Platone: la conoscenza e la dialettica Parlando del mondo delle idee, definito come Iperuranio, adesso dobbiamo esaminare in che modo l’uomo possa accedere conoscitivamente all’intellegibile. Dunque bisogna chiederci che cosa è la conoscenza. Anche i filosofi precedenti avevano cercato di rispondere a questo quesito, ma nessuno di loro aveva impostato la risposta in modo definito. Platone è il primo filosofo a dare una risposta abbastanza completa grazie alla scoperta del mondo intellegibile, che è comunque, in gran parte, di difficile interpretazione. Gli eristi, per esempio, dicevano che la conoscenza è impossibile da trovare, perché un uomo per cercare una cosa la deve conoscere e non conoscendola non potranno mai conoscerla sostenendo, infine, che la conoscenza e la verità non esistono. Gorgia dirà che l’uomo è un essere fragile, instabile e che non potrà mai conoscere la verità definendo la conoscenza un’illusione. Platone da una prima risposta al problema della conoscenza nel Menone dicendo che la conoscenza è anamnesi, ovvero una forma di ricordo, un riemergere di un qualcosa che esiste da sempre nell’interiorità della nostra anima e che l’uomo deve solo “ricordare”. Il Menone rappresenta la dottrina in un duplice modo: una mitica e una dialettica. La prima, di carattere religioso e che si rifà alle dottrine orficopitagoriche, sostiene che l’anima rinasce più volte, essendo così immortale(metempsicosi). E così essendo possiamo capire quanto sia facile come l’anima possa apprendere e “ricordare”. Ma subito dopo, sempre nel Menone, Platone fa un esperimento maieutico di ispirazione socratica; difatti pone un quesito ad uno schiavo riguardante la geometria, e l’applicazione del teorema di Pitagora, e ponendogli domande, come faceva il suo maestro Socrate, lo schiavo riesce a partorire la risposta pur non conoscendo nemmeno una nozione di geometria. Con questo aneddoto Platone vuole dimostrare che la risposta l’ha tratta da se stesso, dalla sua anima, se n’è quindi “ricordato”. Platone ripresenta l’anamnesi nel Fedone rifacendosi soprattutto a conoscenze matematiche. Il filosofo credeva che la matematica, intesa come geometria, poteva essere l’unica disciplina che preparava l’uomo lo avvicinava all’Iperuranio, facendolo ragionare; mentre le arti (disegno, musica, letteratura e teatro) allontanavano l’uomo da questo mondo intellegibile poiché erano collegate ai sensi. Questa teoria verrà poi contestata da Aristotele che vedeva l’uomo nella sua totalità, anche nei sensi intesi come passioni. Platone in questo dialogo espone che l’uomo constata con i sensi l’esistenza di cose uguali, maggiori e minori, quadrate e circolari, e altre analoghe ma tutti i dati non si adeguano mai in modo perfetto alle nozioni di riferimento. Dunque tra le idee che abbiamo ed i dati dell’esperienza esiste una differenza; possiamo affermare, allora, che i sensi ci danno solo conoscenze imperfette e la nostra mente trova le corrispondenti conoscenze perfette. Le idee sono innate, come il concetto di uguaglianza e di bellezza; gli ideali e la conoscenza giacciono in noi stessi e spetta proprio a noi riscoprirli e ricordali. L’innatismo dei concetti e delle idee è alla base della conoscenza. Nel settimo libro del dialogo della Repubblica, dove immagina utopicamente il modello perfetto di stato governato da filosofi, Platone inaugura il mito della caverna. La conoscenza è definibile come l’abbandono graduale dei sensi e con questo dialogo vuole spiegare che esistono 4 gradi di conoscenza: 1°) Il primo grado di conoscenza è basato sulle IMMAGINI che sono uno strumento utilizzati dell’uomo fin dalle origini e sono quello più legato ad i sensi. 2°) Il secondo grado di conoscenza è la CREDENZA, intesa come fede. Platone in questo mito fa riferimento all’uomo delle caverne che vedendo un fulmine crede sia opera di un essere soprannaturale, poiché non conosce le cause del fenomeno. 3°) Il terzo grado della conoscenza è la MATEMATICA, con la quale possiamo percepire le idee con l’occhio dell’intelletto (EidosVideo, vedere in latino) ed è il primo passo di un ragionamento astratto che può portare l’uomo verso l’Iperuranio. 4°) Il quarto grado di conoscenza è la CONTEMPLAZIONE, intesa come Filosofia. Quest’ultima insegna all’uomo cos’è il bene e cos’è il male. Inoltre è l’ultimo grado di conoscenza con il quale l’uomo si avvicina sempre più all’Iperuranio al vertice del quale ci sono gli ideali di bellezza e giustizia. B B A A B= Doxa A= Episteme 1) IMMAGINI 2) CREDENZA 3) MATEMATICA 4)CONTEMPLAZIONE IPERURANIO