filosofia scienza e società: un dialogo aperto

FILOSOFIA SCIENZA E SOCIETÀ:
UN DIALOGO APERTO
Numero Terzo – Novembre 2007
Recensione
Zygmunt Bauman
Dentro la globalizzazione – Le conseguenze sulle
persone
(Laterza, Roma-Bari 2006)
Recensione di Stefano Liccioli
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Biblioteca Filosofica © 2007 - Humana.Mente, Periodico trimestrale di Filosofia, edito dalla Biblioteca Filosofica - Sezione
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con numero 5585 dal 18/6/2007.
Zygmunt Bauman – Dentro la globalizzazione – Humana.Mente 3, Novembre 2007
Nel saggio Dentro la globalizzazione – Le conseguenze sulle
persone Bauman prende in esame il fenomeno della
globalizzazione, mettendone in luce le varie radici e le
conseguenze per la società. In primo luogo egli si sofferma sul
significato che il concetto di “distanza” ha assunto ai nostri
giorni. Se in passato le opposizioni «vicino/lontano», «qui/là»
rappresentavano dei vincoli di spazio e di tempo cui la libertà
di movimento era soggetta, oggi l’evolversi della tecnologia
ha compresso le distanze spazio-temporali. Questa “rivoluzione” però non ha reso
omogenea la condizione umana, anzi la globalizzazione, a suo parere, divide
tanto quanto unisce. Infatti se da una parte l’economia, la finanza, il commercio,
l’informazione hanno raggiunto scala planetaria, dall’altra assistiamo ad un
processo di localizzazione. E’ proprio così che l’azzeramento di spazio e tempo per
alcuni ha significato la libertà dagli ostacoli fisici e la capacità di agire a distanza,
invece per coloro che hanno scarse possibilità di muoversi ha rappresentato il
venir meno del significato dei luoghi in cui essi sono relegati. Accade dunque che
alcuni possono uscire liberamente da qualsiasi località, altri invece sono costretti
ad abitare in posti che stanno sparendo sotto i loro piedi, incapaci ormai di
attribuire loro un’identità. La mobilità diventa così il principale fattore di
stratificazione sociale dei nostri tempi. Alcuni di noi divengono globali nel vero
senso della parola, altri invece rimangono per sempre nelle loro località di nascita.
Per Bauman essere locali in un mondo globalizzato è un segno di inferiorità.
Dopo queste prime riflessioni il sociologo affronta il tema dello spazio nella
società odierna e quello del futuro della sovranità. Per quanto riguarda il primo
argomento l’autore osserva che se in passato la città era costruita per proteggere
i residenti all’interno delle mura cittadine dagli invasori esterni, oggi si temono
nemici interni; infatti sempre più spesso si creano spazi non già per unire le persone
ma per separarle:: la tendenza contemporanea è dunque quella di frammentare
lo spazio e di costruire edifici destinati a segregare gli uomini. Circa la questione
della sovranità Bauman si sofferma in particolare sulle forme costituzionali e di
governo che le comunità nazionali adottano in uno scenario di globalizzazione
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Zygmunt Bauman – Dentro la globalizzazione – Humana.Mente 3, Novembre 2007
dell’economia, della finanza e dell’informazione. Si
nota, a suo avviso, che i
mercati finanziari mondiali impongono le loro leggi e regole all’intero pianeta; con
la globalizzazione la loro logica si estende a tutti gli aspetti della vita. Gli Stati si
configurano così come dei meri esecutori di forze che non hanno nessuna
speranza di controllare sul piano politico. S’è creata infatti una frattura tra politica
ed economia: il capitale si muove rapidamente tanto da tenersi sempre un passo
avanti rispetto a qualsiasi entità politica che cerca inutilmente di contenerne il
moto e dargli una direzione. Con un’immagine ripresa da Lowit Bauman presenta
la globalizzazione come «il nuovo disordine mondiale»: gli affari mondiali hanno
assunto un carattere indeterminato, di ingovernabilità, non c’è più un centro, un
ufficio di direzione. La globalizzazione, dunque, si riferisce a delle forze anonime,
incontrollabili che erodono l’autorità degli Stati nazionali. Bauman prosegue la sua
analisi considerando anche le conseguenze che le trasformazioni in corso hanno
sulla cultura. Viviamo nella società dei consumi che si fonda sulla logica del
vedere e del cercare l’oggetto del desiderio. Nella società si forma così una
stratificazione tra i suoi membri-consumatori: in alto stanno coloro che hanno più
speranza di appagare i loro desideri e possono muoversi liberamente, lasciando le
città a loro piacimento, a dispetto di quelli che «stanno in basso», inchiodati nelle
loro abitazioni perché non possono muoversi. Il grosso della popolazione, «la
nuova classe media», oscilla tra questi due estremi della gerarchia e soffre di
questa contrapposizione, manifestando come conseguenza incertezze e paure
esistenziali che cerca continuamente di mitigare.
Nell’ultimo capitolo del libro il sociologo sviluppa il problema dell’insicurezza
esistenziale
che
la
globalizzazione
comporta.
In
questo
processo,
le
preoccupazioni delle persone per le condizioni di sicurezza, preoccupazioni che si
riducono soprattutto ai casi di sicurezza personale e dei propri beni, vengono
sovraccaricate delle ansietà generate dall’incertezza sui propri destini. In
conclusione si può osservare che Bauman in questo libro non vuole stendere un
manifesto politico, ma proporre dei temi per la discussione.
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Egli cerca in primo luogo di porre domande e solo in un secondo momento di
trovare risposte. Risulta infatti assai complicato prevedere con certezza quali siano
le future conseguenze dei processi in atto.
Stefano Liccioli
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