NUOVI LIN SCENA CO GUAGGI DELLA NTEMPOR ANEA PREMIO SPECIALE UBU 2009 XI EDIZIO 30.05.10 NE 05 CASTROV .06.10 ILLARI XI EDIZIONE 30.05.10 05.06.10 CASTROVILLARI con il contributo di UNIONE EUROPEA POR Calabria FESR 2007-2013 Linea di intervento 5.3.2.1 REPUBBLICA ITALIANA REGIONE CALABRIA PROVINCIA DI COSENZA CITTÀ DI CASTROVILLARI PARCO NAZIONALE DEL POLLINO GAS POLLINO srl - Castrovillari TEATRI CALABRESI ASSOCIATI un progetto di si ringrazia Con un’attenzione costante alle nuove generazioni e all’evoluzione dei linguaggi scenici e con un interesse particolare verso la nuova drammaturgia, Primavera dei Teatri 2mila10 rafforza la sua vocazione di cantiere creativo delle giovani formazioni, offrendo non solo spettacoli ma anche laboratori, incontri e percorsi espositivi tesi ad accostare il pubblico alle pratiche del teatro e ai processi artistici delle compagnie. Se a partire dalla prima edizione il festival ha contribuito alla promozione e all’affermazione della generazione dei teatri ’90, intercettando anche i più piccoli e periferici segnali degni di interesse sparsi nella penisola, nelle ultime edizioni, tenendo fede alla sua vocazione esplorativa nei confronti degli artisti emergenti, rivolge il suo sguardo soprattutto alla generazione 2000 e alle compagnie di recentissima formazione. Un’edizione che prosegue le linee guida del festival, riflettendo sulla società contemporanea, registrando idee e interrogativi estetici. Un’edizione che lancia, stimola, punta sui giovani artisti, magari rischiando molto, che accoglie la tradizione per svelarla in prospettive nuove. Un’edizione che evita l’intrattenimento commerciale, nella convinzione che un’opera non può essere valutata solo dal punto di vista numerico, non può essere considerata solo per il suo riscontro economico, ma anche per la sua componente innovativa, anche e soprattutto per i suoi riscontri umani, morali e civili. Oggi che i tagli alle già esigue risorse destinate alla cultura raccontano ancora più prepotentemente i tempi bui che viviamo, forse più ancora di quanto il teatro stesso non faccia, oggi che le nostre rimostranze sono tollerate alla pari di un fastidioso chiacchiericcio, noi possiamo soltanto ripetere l’incitamento dell’Ulisse dantesco ai suoi compagni: “Fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza”. Altro non possiamo fare, ma questo sì, possiamo e dobbiamo. Con queste parole vogliamo ringraziare gli Enti che sostenendo il festival si sono dimostrati all’altezza del loro compito istituzionale e i cittadini che rivendicano un ruolo essenziale nella società per la Poesia e la Bellezza. Saverio La Ruina e Dario De Luca, direttori artistici 02 | 03 spettacoli ↘ domenica 30 MAGGIO 20.45 Teatro Sybaris h CENTRO INTERNAZIONALE ARTI CONTEMPORANEE Sapore di Sale (80’) Prima nazionale h 20.45, Teatro Sybaris TEATRO SOTTERRANEO Dies irae_5 episodi intorno alla fine della specie (60’) h 22.30 Chiostro del Protoconvento TEATRO DELLE DONNE L’Italia s’è desta (90’) Evento speciale h 22.30 sala 14 del del Protoconvento CARRO DI TESPI la violenza (55’) ↘ giovedì 3 giugno ↘ lunedì 31 maggio h 19.00 Sala 14 del Protoconvento TEATRI DEL SUD / DERIVA FILM Perché il cane si mangia le ossa (70’) Prima nazionale 20.45 Teatro Sybaris h COMPAGNIA MUSELLA MAZZARELLI FiglidiunbruttoDio (60’) 20.45 Teatro Sybaris h TEATROPERSONA Trattato dei Manichini (55’) 22.30 Chiostro del Protoconvento h CITTÀ DI EBLA La metamorfosi (50’) seconda mutazione h 22.30 Chiostro del Protoconvento TEATRINO GIULLARE / CSS UDINE La stanza (60’) ↘ martedì 1 giugno ↘ venerdì 4 giugno h 19.00 Sala 14 del Protoconvento QUELLICHERESTANO Variazioni sul modello di Kraepelin (75’) Prima nazionale h 19.00 sala delle arti del Protoconvento esito del workshop di drammaturgia a cura di edoardo erba 20.45 Teatro Sybaris h GIPI / I SACCHI DI SABBIA / FERDINANDO FALOSSI Essedice (60’) Prima nazionale 20.45 Teatro Sybaris h VALDEZ ESSEDI ARTE Il Gregario (70’) Prima nazionale 22.30 Autostazione di Castrovillari h MARINA COMMEDIA SOCIETÀ TEATRALE S.E.P.S.A. Spettatori alle Esequie di Passeggeri Senz’Anima (100’) prima nazionale dopo l’anteprima a teatri della legalità Fuori abbonamento - prenotazione obbligatoria ↘ mercoledì 2 giugno h 19.00 Sala 14 del Protoconvento VITAMINA T / LE ONDE Doll is mine (60’) Prima nazionale 22.30 Sala 14 del Protoconvento h SCENA VERTICALE La borto (75’) Prenotazione obbligatoria ↘ sabato 5 giugno 20.45 Teatro Sybaris h FABRIZIO GIFUNI / SOLARES FONDAZIONE DELLE ARTI L’ingegner Gadda va alla guerra (70’) h 22.30 Chiostro del Protoconvento COMPAGNIA DIVANO OCCIDENTALE ORIENTALE Ammaliata (65’) ↘ 30 maggio > 05 giugno incontri BABY PARKING ↘ 30 maggio > 04 giugno ↘ 30 maggio > 05 giugno P rotoconvento WORKSHOP DI DRAMMATURGIA a cura di edoardo erba DIARIO DI BORDO a cura dE Il Tamburo di Kattrin 20.30 > 24.00 Protoconvento H a cura di Ludoteca Batti5 ↘ 03 giugno 18.00 Protoconvento H presentazione del libro u tingiutu. un aiace di calabria di dario de luca - abramo editore a cura di mauro minervino e vincenza costantino ↘ 05 giugnO H 18.00 Protoconvento quale amleto? a cura di Enrico Groppali mostre ↘ 30 maggio > 05 giugno P rotoconvento dieci primavere mostra fotografica a cura di Angelo Maggio rotoconvento P we will never forget this Installazione di Ivana Russo media ↘ 31 maggio > 01 giugno P rotoconventO RADIO ZOLFO / Talk Radio Live a cura di Altre Velocità 04 | 05 spe tta col i 06 | 07 TEATRO SOTTER RA NEO Dies irae 5 e pisodi intorno a_ll a della specie fine (60’) creazione colle ttiva Teatro So tterraneo | in scena Sara Bo na Matteo Ceccarell ventura, Iacopo Braca, i, Daniele Villa | luc Claudio Cirri | scrittura i Ro costumi Lydia So berto Cafaggini | nderegger | grap design costum i Claudio Paganin hic i | sartoria Laura Dondoli | collaborazione tecnica Loris Giancola produzione Teat ro Factory One | co Sotterraneo/Fies produzione Cent rale AREA06, OperaE state Festival Ve Fies, in collaborazio ne con Inteatro neto | /Scenari Danza 2.0 AMAT Regione March e| col sostegno di TEATRI DEL TEMP PRESENTE - l’E O TI Ente Teatrale Italiano per le Nuove Cr eatività, Regio ne Toscana, Comune di Firen ze Politiche Giovan - Assessorato alle ili domenica 30.05 H20.45 | Teatro Sybaris Non potrai mai camminare a fianco di un neandertaliano. Non potrai mai nemmeno parlare con un mesopotamico oppure osservare il cielo con un maya. Non vedrai l’arrivo di una delegazione aliena sul maxischermo e non vedrai il sole diventare supernova. In realtà non ti sei visto nascere e non ti vedrai nemmeno morire. Il presente è un tempo storico. Il presente è una convenzione. Il presente è soprattutto un perimetro d’azione. Per colonizzare passato e futuro possiamo immaginare due archeologie opposte: una che dissotterri il passato e una che sotterri il presente in attesa di un dissotterramento futuro. Abbiamo sempre seguito delle tracce e non potremo non lasciarne di nuove. Ognuno viva e canti il suo tempo e poi torni alla polvere. Alleluia. Dies irae _ 5 episodi intorno alla fine della specie è un lavoro sull’estinzione della civiltà, sull’esaurimento dell’esperienza umana, sulla scomparsa intesa come prospettiva, come sguardo archeologico. Uno spettacolo che racconta di qualcosa che non c’è più e quindi della memoria contrapposta all’oblio. Teatro Sotterraneo. Si forma nell’autunno 2004 attorno al progetto 11/10 in apnea che entra a fare parte della Generazione del Premio Scenario 2005. Negli anni successivi produce nell’ordine: Post-it, La Cosa 1 e il Dittico sulla specie composto da Dies irae _ 5 episodi intorno alla fine della specie e L’origine delle specie. Dal 2008 fa parte del progetto Fies Factory One di Centrale Fies e nel biennio 2008-10 è sostenuto dal progetto ETI “Nuove Creatività”. Nel 2009 riceve il “Premio Lo Straniero”, e il “Premio Speciale Ubu”. 08 | 09 LETTO A NEL LA LUN IRE E RA IL D | ASS. T IL FARE I SANTISSIMA MAMMA min) KA! (7A0LI IN PUGLIA EATR ENZE T IN AMMERI - RESID TI I ABITA TEATR CARRO DI TE SPI LA VIOLENZ ITO GRATU usicale INGRESSO zione m o e dire t t e g , pro lo ricerca so Scarimbo ampanale one, a C Tomm ichelangelo Angelo Manic ce, li i M t e regia ti e interpre cesco De F n olo, musicis o Nirchio, Fra so Scarimb a n Damia Zitoli, Tomm o Lorenz re Marci icone, lo Man o t a lv a S ti Ange n e m up ia arrang co De Felice costumi, gro s , e ia c g n re ra F a cipoli nte all assiste affaella Gian no Nirchio R ale ia r e m in a tra ampan oD ngelo C el test cura d luci Michela e scene A (55’) Giuseppe o teatrale di tratto dal test attamento: Luciano o, e ad Fava | Regia : Maria Marin Attori dal vivo ti | Attori Pensabene | ra St cco, Valerio Giuseppe Cu nza: Antonio Ferrante, re in videoconfe | Scene e costumi: Carlo lini Renato Nico i e dal vivo: iche original Scuderi | Mus | Foto di scena: Domenico io Mario Lo Casc e artistica: Antonio on Lofaro | Direzi zzazione generale: gani Ferrante | Or Valerio Strati domenica 30.05 H22.30 | Chiostro del Protoconvento Il 5 gennaio 1984 a Catania, Giuseppe Fava si trovava nei pressi dello stadio di calcio a poca distanza dal Teatro Verga, dove la sua nipotina prendeva parte ad una recita in occasione delle festività natalizie e dove lui si stava recando. Non lo sa ancora, ma ci sono due killer che lo aspettano e che di lì a poco lungo la strada lo colpiranno senza scampo alle spalle con 5 colpi di pistola. Quella sera veniva stroncata un’esistenza, finiva la vita e la carriera di uno dei più acuti e fini indagatori del suo tempo che la Sicilia e l’Italia abbiano avuto modo di conoscere dal dopoguerra. Partire dalla messinscena di una sua opera “la Violenza”,che racconta l’assassinio di un giovane sindacalista, per fare un processo alla mafia rurale e non solo a questa, e affrontare un discorso più ampio sul concetto del Male che affligge la sua e la nostra terra e che va oltre la mera vicenda processuale. Ma anche e soprattutto un omaggio ad un intellettuale scomodo, una penna graffiante e incisiva che arrivava spesso alla verità delle cose, smascherando tutte le falsità e contraddizioni che hanno bloccato per anni lo sviluppo della Sicilia. Carro di Tespi. Nasce in Calabria nel 2007 dall’incontro tra il maestro Antonio Ferrante e l’attore Valerio Strati. Dal 2009 collaborano attivamente il regista Luciano Pensabene e l’attrice Maria Marino. Accanto alla produzione di spettacoli come La violenza, Pidocchio o Napoleone?, Happening, ovvero canto il poeta e Osservando Bagnara, l’associazione organizza rassegne teatrali (Climax a Siderno), e laboratori per giovani attori. Lavora principalmente sulla drammaturgia meridionale, ma anche su autori di respiro internazionale. 10 | 11 COMPAG NIA MU FIGLIDI (60‘) SELLA M AZZARE UNBRU LLI TTOdIO uno spe tt e Lino M acolo di e con Pa u patrizia sella | organizz olo Mazzarelli G a un ringra andini | scatti d zione al debutt o i Cotugno ziamento partic Matteo Del Bò | ola e France sco Cap re a Marcello otorto lunedì 31.05 H20.45 | Teatro Sybaris Un tentativo di scrittura scenica integrale a due. Due attori che nel farsi autori/interpreti di un pezzo di teatro si concedono maggiore libertà/responsabilità e nello stesso tempo si obbligano al continuo confronto con un altro col quale dividere all’interno della creazione scenica ogni passaggio. Due storie dell’Italia 2010, del qui e dell’oggi, per indagare la realtà che c’investe e fermarne un frammento sul palco. La prima ha per protagonisti due gemelli e un conduttore televisivo ed è ambientata nel mondo della TV. Un mondo in cui Denari e Speranze scorrono a fiumi attraverso canali a volte putrescenti. Una Fogna reale nella quale hanno diritto a nuotare o ad annegare solo pochi eletti. La seconda è la storia di due falliti veri. Una coppia ispirata a quella di Uomini e Topi di Steinbeck. Due poveri Cristi senza futuro che sopravvivono nella spazzatura, nell’illusione, nel reciproco amore. Cos’hanno in comune i personaggi della Regale Fogna di certa TV e gli altri due che bazzicano nella reale spazzatura di tutti i giorni? Primo: fanno ridere ma non lo sanno. Secondo:non hanno speranze ma sono convinti di averne. Terzo:sono figli diversi e leggittimi di una stessa realtà, di un Comune tempo, di un Brutto Dio. Lino Musella. È nato a Napoli nel 1980. Studia recitazione a Napoli con Guglielmo Guidi e alla Paolo Grassi di Milano. Lavora come attore con Marcello Cotugno, Paolo Zuccari, Michela Lucenti/Balletto Civile, Fabio Monti, Walter Malosti, Paolo Mazzarelli, Tommaso Pitta, Claudio Autelli, Virginio Liberti/Egum Teatro, Serena Sinigaglia. Ha curato le regie degli spettacoli delle compagnie Mercanti di storie e Manifattura Scalza. Paolo Mazzarelli. È nato a Milano nel 1975. Dipolomatosi alla Paolo Grassi di Milano ha lavorato come attore con Pippo Del Bono, Fura del Baus, Compagnia Dionisi, ATIR/Serena Sinigaglia, Davide Enia, Cesar Brie, Eimuntas Nekrosius, Peter Stein. Ha inoltre realizzato 4 spettacoli come regista/drammaturgo/attore ovvero Pasolini Pasolini (Premio Speciale Scenario 2001, Premio Enriquez alla drammaturgia 2005), Giulio Cesare, Morte per acqua, Fuoco, tutti prodotti dal “CSS Teatro Stabile di Innovazione” del FVG. 12 | 13 CITTÀ DI EBLA LA METAMORFOSI (50’) SECONDA MUTAZIONE RAMENTE CREAZIONE SCENICA LIBE FRANZ KAFKA DI TO CON RAC ISPIRATA AL dio Angelini ideazione, luci e regia Clau vetti | Bra a ntin Vale ia reg o aiut | sulla figura interpretazione e studio saggi sonori pae | i ost Bed dro Alessan capture e nd sou | e zion Elicheinfun vagnoli | direzione tecnica Luca Gio a Gandini | cura degli allestimenti Elis tumi Plastikart realizzazione scene e cos Magnani | organizzazione Roberta grafie di scena foto | e zion ocia Ass oru Aid ione Città di duz Pro una | po Filip di a Luc labirinto, nel nte cide L’oc l tiva Ebla, Fes di Forlì | une Com bri, Fab go Teatro Die 11 di a10 icIN OFF con ne in coproduzio Triangolo Scaleno Teatro lunedì 31.05 H22.30 | Chiostro del Protoconvento Partire dal racconto di Kafka senza nessuna pretesa di rappresentazione. Impossibile tradurre scenicamente la vicenda di Gregorio Samsa. Provarci significa perdere in partenza un combattimento sul cui terreno rimarrebbero le ossa fatte a pezzi dalla potenza linguistica dello scrittore di Praga. Come entrare nella foresta espressiva de La metamorfosi ed uscirne portando a casa la pelle? Perché La metamorfosi ci interessa? Si badi bene, non è semplicemente un fatto di fabula, di “cosa” viene raccontato. E’ evidente una potenza di altra natura. Io credo dipenda dal fatto che quel racconto parla di noi, le parole compiono un’ acrobazia, si pongono alle nostre spalle, ci spingono e ciascuno di sente toccato in prima persona. Come non essere interessati alla propria storia? Siamo corpi in continua trasformazione, in un divenire incessante, un’attività di composizione e scomposizione di forze, un flusso. Sentirsi spaventati dalla propria disumana umanità, sentire il proprio corpo che bolle come un’officina surriscaldata. Divenire animale, coltivare la mosca, la blatta che è in noi invece di inseguire le archetipiche figure materne e paterne come la psicanalisi ci suggerisce. Non c’è nulla di psicanalitico o simbolico in Kafka. Ci sono corpi divenuti animali ora. Pensare al Gregorio che è in noi e varcare una soglia, spingere per tentare una fuga dalla macchina stritolante del lavoro, della famiglia, dell’amore, dell’entusiasmo. Fuga possibile? Città di Ebla. È un collettivo artistico teatrale formatosi nel 2004 a Forlì. Con i sui lavori scenici (Othello, Wunderkammer, progetto Pharmakos) arriva rapidamente alla ribalta della scena teatrale nazionale. Fa parte della pubblicazione “Iperscene”. Nel 2005 partecipa alla Biennale del Mediterraneo a Napoli; nel 2006 vince il Premio Casagrande con Pharmakos_Embrione quale miglior spettacolo al’interno de Loro del Reno a Bologna; nel 2008 la Fondazione Pontedera Teatro produce la conclusione del progetto Pharmakos che debutta a Fabbrica Europa lo stesso anno. Nel marzo del 2010 pubblica un libro fotografico sul progetto Pharmakos. La metamorfosi, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Franz Kafka, è l’ultimo lavoro della compagnia. 14 | 15 QUELLICH ERESTANO VARIAZIONI DI SUL MODELLO (75’) GLIO CO DEL CONI KRAEPELIN ANTI M MPO SE (O IL CA ) IN UMIDO PRIMA NAZIONALE uele | con Eman Parenti Carnevali di Davide erto Astorri, Fabrizio aiuto lb li | Arigazzi, A umi Paola Tintinel brizio st Fa co ia e g e re | en si sc ri | scia Maglia regia Katiu Parenti martedì 01.06 h19.00 | Sala 14 del Protoconvento Testo vincitore del Premio Riccione “Marisa Fabbri” e del tedesco “Deutschlandradio Kultur”. Il racconto di un grande dramma, quello di un uomo malato di Alzheimer raccontato senza pietismi, escludendo ogni indizio e immergendo i personaggi in un’annebbiata atmosfera beckettiana, in cui tutte le possibilità di rapporto fra tre uomini - il malato, il figlio, il medico - si computano in infinite variazioni pinteriane. Un Finale di partita giocato con carte diverse che portano sempre lo stesso seme. Attraverso una scrittura densa e lieve si finisce in un luogo senza tempo dove con ironia dolorosa i giorni del lunario scorrono sovrapponendosi, dove ogni cosa potrebbe e non potrebbe essere come appare. La memoria è un luogo pieno di crocevia, in cui si mescolano fatti reali e falsi ricordi che riguardano tanto noi quanto altri, dove può accadere che frammenti di vita altrui lascino una traccia così profonda da diventare nostri. Un teatro, fatto di possibilità e di ricordi, che conduce gli spettatori a vedere ogni cosa sotto un’offuscata soggettiva in un gioco costante di interpretazioni, di attribuzioni di senso. Alla ricerca di una verità che - per sua natura - sarà sempre ambigua come il dubbio del ricordo, precaria come l’esercizio della memoria. Fondata nel 1996 da Paolo Musio, Fabrizio Parenti, Massimo Bellando Randone e Werner Waas, l’Associazione culturale Quellicherestano è da alcuni anni sotto la direzione artistica di Fabrizio Parenti e Carla Chiarelli. Oltre alla realizzazione di spettacoli, l’Associazione cura la traduzione di testi stranieri, collabora con scrittori, compagnie di danza, artisti visivi e promuove progetti interdisciplinari dedicati alla cultura contemporanea. Da segnalare, oltre ai numerosi lavori indipendenti, le collaborazioni produttive con i Teatri Stabili di Roma e di Brescia, con il Theater Transit Wien e con Oltre 90. 16 | 17 SACC GIPI / I SI FALOS BBIA HI DI SA e (60’) ESSEDIC l a e azion / FERD INAND O Carli, Gabriele ipi | con a Gallo, Gipi, G i d .” S li a“ Giu tratto d Cercignano, enzo Illiano, c a do Annalis i Guerrieri, Vin di Ferdinan / re ia n Giovan lano | masche acchi di Sabb con o S Giulia S produzione: I ollaborazione c | il Falossi ant’Andrea in ombardi, con L S Teatro gnia Sandro Toscana e pa la Com o della Region n g te s o s prima n martedì 01.06 H20.45 | Teatro Sybaris S. è Sergio, il padre di Gipi. Nel fumetto è la vita di S. che viene raccontata insieme agli scorci dell’infanzia dell’autore. Una storia di un uomo di provincia, di un padre di famiglia, di un uomo che fugge dai bombardamenti del ‘43 insieme alla “fidanzata di S.” che non è altro che la futura mamma di Gipi stesso. “S. “ è un insieme di racconti, ambigui, fantasiosi, reali: attraverso improvvisi e cinematografici salti temporali il nostro presente si incrocia con l’orrore della guerra e una memoria individuale attraversa continuamente quella collettiva. Lo spettacolo - oltre ad essere il tentativo di coniugare la poetica della compagnia, con l’immaginario di un grande autore di fumetti, sperimentando divertenti ed originali tecniche da cartoon artigianale – è anche una profonda riflessione sul Tempo. Un lavoro non solo sulla Memoria (intesa in più sensi: la guerra, il lutto personale), ma anche sui baratri che in essa si spalancano e che ci lasciano attoniti. Gipi. Nato a Pisa nel 1963, è tra i più importanti e riconosciuti autori del fumetto europeo. Vince numerosi premi, fino ad essere consacrato, nel 2006, col premio “Goscinny” e come “miglior libro” al Festival international de la bande dessinée d’Angoulême, assegnato in precedenza solo a due italiani, Hugo Pratt e Vittorio Giardino. I Sacchi di Sabbia. Nascono a Pisa nel 1995. La Compagnia ha ricevuto importanti riconoscimenti per la sua ricerca improntata nella reinvenzione di una scena popolare contemporanea. Già vincitori di due Premi ETI “Il Debutto di Amleto”, I Sacchi di Sabbia ricevono una nomination al Premio Ubu 2003 per lo spettacolo Orfeo. Il respiro e vincono il Premio Speciale Ubu 2008. Ferdinando Falossi. Mascheraio e studioso di maschere. Dopo la laurea in Storia del Teatro e dello spettacolo all’Università di Pisa con Fernando Mastropasqua, si dedica ad una ricerca sul senso e le tecniche di costruzione della maschera che lo impegneranno per quasi trent’anni. Ha lavorato tra gli altri con Zingaro, Donato Sartori, Brad&Puppets. 18 | 19 MARINA COMME D IA SOCIE TÀ TEAT RALE S.E.P.S . A . alle Es Spettat ori di Pa equie Senz’sAseggeri nima (1 PRIMA NAZIONALE 0 0’) A TEATRI DELLA LE DOPO L’ANTEPRI GALITÀ (fuori ab MA boname nto / pre notazio uno spe ne obblig ttacolo atoria) di M Dari immo o Barb Cangian ato, Mimmo B Borrelli | con o, Genn o a Mistico ro Di Co rrelli, Floriana ne la musich Michele Schia ndrea, Robert e a n Placido in scena Anton o di Cola | io F | musich risone, Francop della Ragione , a e costum a cura di Plac olo Perreca id iE De Capri nzo Pirozzi | fo o Frisone | to o alla stru | un ringraziam di scena Irene tt e produzio ura polisportiv nto particolare a n Teatrale e Marina Com “Il Centro” | m | dei Teatr in collaborazio edia Società ne con P i e Teatr ri i della L egalità mavera martedì 01.06 H22.30 | Autostazione di Castrovillari Un viaggio attraverso due storie di morte, in un treno fermo al binario 4 della Cumana di Torregaveta: quella di Petru, il musicista romeno ambulante ucciso alla stazione al capolinea di Montesanto, e quella di Cristina e Violetta, le due rom annegate al capolinea dell’altro versante. Torregaveta e Montesanto, entrambe capolinea di vergogna legate al filo dell’indifferenza, i cui testimoni inermi come spettatori ne scavalcano il ricordo, deragliando in qualcosa di sconosciuto, rispetto al quale è meglio essere indifferenti nel farsi i fatti propri. Ad accompagnarci un ignavo capostazione, che narra con altri testimoni le vicende omesse dalla memoria: un sedicente clocharde partenopeo che finge la sua discriminazione per tirare avanti; un bulletto di periferia che deve compiere il suo dovere di sangue; Manuela una delle amiche sopravvissute delle rom annegate; Mirella la consorte “youtubata” che in silenzio urla sul cadavere del povero Petru. Passeggeri impossibili, di quelli che non vorresti mai incontrare. Due storie parallele, su cui poniamo due fiori, in un viaggio fantomatico tra le due stazioni, entrambe scenario dei due misfatti, di due tragedie, di ciò che è doppio che purtroppo non si vede mai. Ma entrambe però così belle… nella loro innocenza di essere state involontariamente candidi fondali, sullo scenario dell’ingiustizia. Mimmo Borrelli. Napoletano, classe 1979, attore, poeta, cantante, drammaturgo. Vincitore di numerosi premi tra i quali il “Premio ETI” – Gli olimpici del teatro per ’Nzularchia come “Migliore spettacolo di innovazione” nel 2008; il Premio Tondelli per la drammaturgia con ’A Sciaveca nel 2007; il Premio Riccione per la drammaturgia con ’Nzularchia nel 2005. Legatissimo alle radici della propria terra è considerato una delle voci più emblematiche della nuova drammaturgia partenopea. 20 | 21 INA VITAM T / LE ONDE MINE DOLL IS le na (60’) | Villari n Cinzia hele Villari | o c | o Ippas to Mic o | luci di Katia no e clarinet erto Palerm fita b ro fo o o P R s o i s z a id n s ia Lore onica m fisarm Raffaelli | reg Sandro prima nazio mercoledì 02.06 H19.00 | Sala 14 del Protoconvento Liberamente ispirato a due romanzi della letteratura giapponese, La casa delle belle addormentate di Yasunari Kawabata, considerato il “capolavoro della decadenza”, e Sonno profondo di Banana Yoshimoto, un monologo in cui la parola si carica di segni poetici e trame musicali. La protagonista è una ragazza che fa un mestiere “impossibile” ed estremo: accompagna i clienti nel sonno. Un lavoro diffuso nel Giappone contemporaneo, che si nutre di sintomi ambigui, rivelando al tempo stesso un malessere collettivo e una soluzione poetica alla “tragedia della notte”. In questa “casa delle belle addormentate” gestita da una padrona di imperativi kafkiani, si presentano prevalentemente uomini in preda ad ossessioni e fobie. Chiusa nella sua stanza, impossibilitata ad uscire dalla casa, la protagonista è costretta a subire i loro umori incontrollati e i racconti delle loro vite andate. Un catalogo di perversioni “dolci e mortali” che si nutrono di umori segreti, scambiati di notte e anche di giorno, tutte le volte che un essere umano ammette un altro spettatore allo spettacolo impudico e drammatico del proprio sonno. Cinzia Villari. Ha studiato con Orazio Costa, Dario Fo, Vittorio Gassman,Tonino Pierfederici. Lavora in qualità di attrice con Jureg Sthur, J. P. Denison, Maddalena Fallucchi, J.S. Sinisterra, Ennio Coltorti, Duccio Camerini. Vincitrice di numerosi premi tra cui il Primo Premio Teatro Quirino di Roma come miglior attrice e autrice dell’opera Castelli di Lego; primo Premio della Critica, autore attore Teatro Quirino di Roma; premio “Wanda Capodoglio” Teatro La Pergola di Firenze. Katia Ippaso. Autrice, giornalista e scrittrice. Ha lavorato per vari giornali italiani, tra cui “L’Unità” “Rinascita”, Liberazione”. Critico teatrale del settimanale “Gli Altri”, collabora anche per “Lettera 22” e per “Hystrio”. Come drammaturga, ha scritto alcuni atti unici sul tema della famiglia e della violenza. E’ autrice di documentari che raccontano i grandi attori del cinema italiano. Per lo “speciale Fahrenheit 9/11” sul film di Michael Moore si è guadagnata il secondo premio al New York Tv Film Festival. Lorenzo Profita. Diplomato alla Silvio D’Amico studia con Lorenzo Salveti, con Marco Sciaccaluga, Enrico Bonavera, con John Dean e Kenneth Rea e con Michele Monetta. Lavora in teatro, con Massimo Foschi, Maddalena Crippa, Pino Micol, Manzari, Laura Fo, PietroBontempo, Carey Perloff e Marco Maltauro. Dal 2000 al 2003 vive e lavora a New York dove è aiuto alla regia al teatro TADA e successivamente dirige due produzioni al Theatre Studio. 22 | 23 Matera, anni Sessanta. Roberto è un pastore, con la sua casa scavata nella roccia e il suo gregge, una moglie ed un figlio. Roberto è padrone del suo mondo, seppur piccolo. Condivide la miseria, il freddo e la solitudine con le sue pecore fintanto che una terribile piaga non colpisce il suo gregge, sterminandolo. Decide allora anche lui di muoversi alla volta di Torino.Entra a far parte di quella catena di montaggio che è la Grande Fabbrica, dove incontrerà un’altra solitudine, questa volta amalgamata con la strana inquietudine di diventare altro, di incontrare un’altra donna, di comprare una delle macchine fiammanti su cui suda ogni giorno e per la quale un giorno muore in un incidente sul lavoro. Attraverso un’estrema semplicità di esecuzione - un gregge giocattolo, coreografie “hollywoodiane”, monologhi dialettali, eccentrici abiti dell’epoca e perfino una pecora vera – si raccontano le speranze, le illusioni e i sogni che hanno mosso l’Italia del boom economico, l’Italia che ha fatto la storia. Luigi Saravo. Regista e attore. Nato a Roma nel 1968. Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Lavora come attore diretto da Lorenzo Salveti, Luca Ronconi, Teodor Terzopoulos, Jerzy Stuhr e contemporaneamente comincia ad occuparsi di drammaturgia e regia con il gruppo “I tragici della città”. Dal 2000 partecipa come attore a produzioni televisive RAI e MEDIASET. Allestisce come regista il monologo da lui scritto Teresa di Gesù, un libero adattamento del Riccardo III shakespeariano andato in scena al Teatro India (Teatro di Roma) e L’Oreste di Vittorio Alfieri. CENTR CONTE O INTERNA Z MPOR ANEE IONALE AR TI sapo PRIMA re di NAZIONALE sale (80’) scritto Rober e diretto da t Aiella o Baldassa Luigi Sarav , ri, o Valeria Massimo Fa Camilla Dia | con n Silves Milillo, Leo elli, Liliana na, Pietro t n | luci H ri, Claudia V ardo Faiella Massari, e o , Batta ssein Taeri gliante e un Emanuele g | Maria lia | costum audio Ales a pecora s P i Sarav orcelli | aiu Sergio Min andro o | reg e t ia Luig o Regia Eu lli, Anna genio i Sara vo mercoledì 02.06 H20.45 | teatro sybaris 24 | 25 TEATR O DELL E DON NE S’È DESTA (90’) ) L’ITALIA -STRANO GO NO a| Masell gia Ciro ttaneo, Ciro re i, in s Ca no Mas i, Luisa di Stefa iele Bonaiut n a D con a Masell (CATALO SPECIALE EVENTO Immigrati cinesi stipati nelle fogne di Milano. Missili impazziti che bombardano cocuzzoli montuosi. Bunker antiinvasione nelle ville del Nord Est. Mattatoi ipertecnologici nell’Emilia dei prosciutti. Un supereroe con tanto di mantello che volteggia per una Gotham City partenopea… Autenticamente tratto dalle pagine di cronaca degli italici giornali, un catalogo nostrano che investiga impietosamente la geografia del Belpaese d’oggigiorno. Una stranissima, irriverente discesa agli inferi della famigerata penisola, dove l’intero stivale viene impietosamente passato ai raggi X. Un viaggio grottesco, tragicamente reale tra le assurdità, le contraddizioni, i vizi e le virtù del paese che si accinge ad autocelebrarsi nel 150° dell’Unità. Quindici frammenti impazziti con titoli emblematici: Italia Numbers, Italia Tourism, Italia Comics, Italia Psycho, Italia Lager, Italia Apocaypse in un caravanserraglio di vicende umane, in un carnevale di maschere in velocissima sequenza. Il quadro d’insieme non sarà forse celebrativo. Ma chi se ne importa? Le fonti sono vere. Il pozzo è autentico. E non è detto che lo specchio debba per forza restituirci belli… Stefano Massini. Nel 2005 vince il Premio Pier Vittorio Tondelli a Riccione Teatro e nel 2007 riceve il Premio Nazionale della Critica come Giovane Artista Rivelazione dell’anno. È finalista ai Premi Ubu con La Gabbia e L’odore assordante del bianco. Finalista anche ai Premi Olimpici del Teatro. Nel frattempo i suoi testi vengono tradotti e pubblicati all’estero, dal Portogallo alla Francia alla Germania alla Repubblica Ceca. Il Teatro delle Donne. È un Centro di Drammaturgia che si occupa della scrittura teatrale contemporanea promuovendo un teatro al quale oggi si devono alcuni fra i fermenti più interessanti del panorama della nuova drammaturgia e del nuovo fare ed immaginare teatro. Gestisce dal 2002 il Teatro Comunale Manzoni di Calenzano. marcoledì 02.06 H22.30 | Chiostro del Protoconvento 26 | 27 TEATRI DE L SU D / DERIV A FILM PERCHÉ IL CANE SI MANGIA LE OSSa (70’) (PERCHÉ LA CARNE SE LA M PRI MA NAZIONALE ANGIA IL PADRONE testo e re gia interpreti: : Francesco Surian o| Ca Brandi | in rlo Marrapodi | Em te ilia | oggetti d rventi video Pietro Bal i sc con la colla ena Rosalba Balsa la m b Loguercio orazione musicale o | di Canio ) giovedì 03.06 H19.00 | Sala 14 del Protoconvento Un viaggio in una città immaginaria tra gli esclusi e gli ultimi. Un uomo del sud, Rocco Fuoco,che racconta il suo viaggio visto come fuga da sé e delirio del sé: è un ex metalmeccanico che ritorna verso un nord che lo ha respinto. Transito che favorisce incontri e scambi dai toni ironici e visionari tra donne e uomini che vivono ai margini: un ostello per senza casa, la stazione, il bar, le strade popolate di ragazzi razzisti con i pantaloni larghi e i capelli corti e ragazzi razzisti con i pantaloni stretti e i capelli rasati, finti poliziotti, donne fatali e innamorate. Tutti lo scambiano per un diverso, un extracomunitario e tentano di fargli credere che facendo parte di una fantomatica associazione risolverà i suoi problemi. La sua corsa furiosa avrà termine in un cimitero dove scoprirà le tombe dei suoi ex compagni di fabbrica: qui il personaggio Rocco Fuoco diventa Carlo Marrapodi, interprete dello spettacolo ed ex operaio della Thyssen Krupp di Torino, che racconta il suo ultimo giorno di lavoro. Francesco Suriano, autore e regista di teatro e cinema, ha scritto sette commedie, tra cui la trilogia di Rocco: Roccu u stortu 2001, segnalato al Premio Riccione, A cascia ‘nfernali 2002 e L’Arrobbafumu 2004. Come sceneggiatore ha scritto Oreste a tor bella Monaca (1994), vincitore del Gabbiano d’oro a Bellaria e Sud side stori (2000) con Franco Maresco e Roberta Torre. Carlo Marrapodi, attore di teatro e cinema. Si è formato con Richard Gordon, Ivana Ferri e Bruno Ferrario, A. Grebenkin. È stato interprete di diversi spettacoli teatrali e produzioni cinematografiche tra cui Il colore del tempo e Thissenkrupp blues. Ha lavorato inoltre come operaio metalmeccanico alla Thyssen Krupp di Torino per sette anni. 28 | 29 O TEATROPERS Na DEI TRATTATO (55 ‘) INI MANICH ina | con Valent ndro Serra regia Alessa Casciani, Alessandra ra ia lo Salerno, Ch a | spettaco lvia Malandr ita’ con il Cristiani, Si tiv | Nuove Crea vincitore di I Ente Teatrale Italiano ra ET tu di rit no sc eg di st so emio vincitore Pr uzione spettacolo PINI | prod LA t/ A LI a en di sc duzione laLu ona | co-pro d Joe an Teatropers ck Ja e, / ci di Font di Armunia Festival Vo n il sostegno Theatre | co al stiv Kilowatt Fe GIOVedì 03.06 H20.45 | Teatro Sybaris Dal Trattato dei Manichini di Bruno Schulz un viaggio a ritroso nel tempo dell’Infanzia, che passa nel limbo della memoria e del sogno, per approdare all’archetipo della fanciullezza attraverso un’esperienza del tutto emozionale. Filo conduttore dello spettacolo una bambina, colei che apparentemente scandisce un tempo che appartiene, invece, a tutti in modo diverso. Una bambina che arriva da chissà dove con la sua valigetta, e la sua venuta ha l’effetto di “liberare” tre streghe , pupazzi inquietanti che l’attanagliano, serrandola in una danza schiacciante. Ed è in questo istante che ha inizio il sogno, o l’incubo, o come lo vogliamo chiamare, all’interno dei meandri più reconditi del proprio inconscio. E’ lui che dobbiamo interrogare ogni volta che un piccolo dettaglio ci colpisce senza un’apparente motivazione. E’ lui l’indiscusso protagonista dello spettacolo. In scena nessuna parola, ma una fitta rete di musica e visione che trascina lo spettatore in una stanza parallela alla realtà: quella del sogno e del ricordo, dove odori, movimenti, sensazioni dipingono, come in un grande affresco, pennellate dal sapore di Infanzia. Teatropersona,nasce a Civitavecchia nel 1999. Oltre alla produzioni di spettacoli si dedica all’autoformazione (biomeccanica, mimo corporeo, studio dei canti vibratori e del canto gregoriano) e alla ricerca di un personale approccio alla scena che individua nell’attore la materia imprescindibile dell’evento teatrale. Debutta nel 2006 con lo spettacolo Beckett Box, vincitore del premio europeo Beckett&Puppet. Nel 2009 lo spettacolo per l’infanzia Il Principe Mezzanotte, vince il Premio della giuria degli studenti al Premio Scenario Infanzia. Il Trattato dei manichini è vicnitore del Premio Lia Lapini e di Nuove Creatività con il sostegno dell’ETI. 30 | 31 All’interno della finestra di un palazzo di periferia, macchiato dall’ombra di una presenza misteriosa, vicende umane di solitudine, insicurezza, pericolo incombente dai risvolti comici ed inquietanti. Una donna chiusa in un appartamento di un oscuro caseggiato e il suo silenzioso marito sentono la loro casa misteriosamente minacciata da presenze enigmatiche, da sospetti e preoccupanti personaggi in stato di guerra psicologico. L’aria della stanza si addensa, si carica di incertezza, di ansia, di violenza. In bilico tra realtà e finzione, tra falso e vero, 2 attori danno vita a 6 personaggi dando modo ai protagonisti di manifestare la propria ambiguità attraverso maschere iperrealistiche in grado di deformarsi e sorprendere, in un vortice di apparizioni che amplifica l’enigma e l’attualità del testo. Prima opera teatrale di Harold Pinter, poco rappresentata in Italia sebbene riveli un’insolita freschezza, un’originalità ed una contemporaneità che ne rendono interessante l’esplorazione ed una lettura fuori da ogni schema. Un lavoro tragicomico sul senso di “sicurezza” e di “minaccia”, sulla paura di chi si rinchiude in casa per proteggersi dagli altri e dalle ombre degli stranieri. Teatrino Giullare. Fondato e diretto da Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, ha come costante della propria ricerca teatrale l’idea di attore artificiale, di esplorazione dell’espressività tramite il limite fisico ed una originalità che l’ha portato, dal 1995 ad oggi, a realizzare allestimenti teatrali, mostre e laboratori in tutta Italia e in molti paesi del mondo. Tra i suoi allestimenti: Finale di Partita di Samuel Beckett (2005), Alla Meta di Thomas Bernhard (2006), Lotta di Negro e Cani di Bernard-Marie Koltès (2008). Tra i vari riconoscimenti ricevuti il Premio della Critica Teatrale (2006), il Premio Speciale Ubu 2006, il Premio Speciale della Giuria ed il Premio “Brave New World” per la regia al Festival MESS di Sarajevo (2007). TEATRINO GIULLA RE / CSS UDINE la stanza (60’) interpretato, dirett o e costruito da Teatrino Giullare | traduzione di Aless andra Serra | una produ zione Teatrino Giu llare e CSS - Teatro Sta bile di Innovazion e del Friuli Venezia Giu lia giovedì 03.06 H22.30 | Chiostro del Protoconvento 32 | 33 VALDEZ ESSE DI ARTE IL GREGARIO (70’) PRIMA NAZIONALE n Pierattini | co tto da Sergio costumi | i scritto e dire tin at er Pi e Sergio Alex Cendron musiche di Gwyneth i| Sandra Cardin Paolo Casati | scena di Schaefer | luci rdone Tommaso Bo Ambientato nell’estate del ’46, durante il primo Giro d’Italia del dopoguerra. Due oscuri gregari del mitico Bartali rientrano nella stanza d’albergo, stremati dalle fatiche della tappa, che ha visto il più giovane dei due ottenere la prima, e probabilmente, unica affermazione della sua carriera. Il campione gli ha, infatti, concesso di tagliare il traguardo per primo. Se per il ragazzo veneto è il giorno più importante della sua vita, per il suo compagno di stanza il destino è invece amaramente segnato. In squadra non c’è più posto per lui. In un dialogo serrato ed aspro emergeranno vecchi rancori, frustrazioni mai sopite e sembrerà di assistere, più che ad un congedo, ad una resa dei conti tra vincitori e vinti. Un commovente testo, che mescola con calzante ferocia microstorie e grande storia: vicende private di marginalità quotidiane all’ombra di avventure umane più eclatanti. Sergio Pierattini. È nato a Sondrio il 27 Luglio 1958. Nel 1982 si è diplomato all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma. Da anni affianca l’attività di attore a quella di autore teatrale e sceneggiatore radiofonico. Dal 2005 insegna Sceneggiatura per la radio presso il Centro Sperimentale di Cinematografia- Scuola Nazionale di Cinema. Tra i suoi testi La Maria Zanella (Premio Ubu 2005 a Maria Paiato per l’interpretazione) Il raggio bianco (Premio Flaiano 2006) Il ritorno (Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro come miglior testo del 2008) Un mondo perfetto (Premio Riccione 2007 Sez Bignami Quondamatteo). venerdì 04.06 H20.45 | Teatro Sybaris 34 | 35 SCENA VE RTICALE la borto (prenotazi one obblig (75’) atoria) di e con S av composte erio La Ruina | musi ch ed Gianfranco eseguite | dal vivo e d D De Luca | o e Franco | disegno a lu rg | con il sost anizzazione Settim ci Dario io Pisano egno di M ibac | Reg Calabria ione veNERdì 04.06 H22.30 | Sala 14 del Protoconvento Non è solo la storia di un aborto. È la storia di una donna in una società dominata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschili: uno sguardo predatorio che si avvinghia, violenta e offende; un atteggiamento che provoca gli eventi ma fugge le responsabilità. L’aborto ne è solo una delle tante conseguenze. Ma ne è la conseguenza più estrema. La protagonista racconta l’universo femminile di un paese del meridione. Schiacciata da una società costruita da uomini con regole che non le concedono appigli, e che ancora oggi nel suo profondo stenta a cambiare, soprattutto negli atteggiamenti maschili, racconta il suo calvario in un sud arretrato e opprimente. E lo fa nei toni ironici, realistici e visionari insieme, propri di certe donne del sud. Non mancano momenti sarcastici e ironici come quando gli uomini geometri misurano il corpo femminile come se al posto degli occhi avessero il metro. O come quando il paese si trasforma in una immensa chiesa a cielo aperto per scongiurare le gravidanze. Né quelli commoventi legati alla decimazione del “coro” delle donne. Ma quando la protagonista chiude il cerchio col racconto del calvario della nipote, il sarcasmo e la commozione lasciano il posto a una profonda amarezza, mettendoci davanti alla dura e ambigua realtà dei nostri giorni. Scena Verticale. Nasce nel 1992 a Castrovillari per opera di Saverio La Ruina e Dario De Luca. I suoi spettacoli hanno ricevuto alcuni dei maggiori riconoscimenti teatrali nazionali tra cui due Premi UBU 2007 assegnati a Saverio La Ruina come “Migliore attore italiano” e per il “Migliore testo italiano” con Dissonorata. All’autore attore va inoltre il Premio Hystrio per la drammaturgia 2010. Negli ultimi anni gli spettacoli della compagnia sono rappresentati all’estero con tournée in USA, Argentina, Russia, Inghilterra, Germania, Francia, Irlanda, Croazia, Svizzera. Dal 1999 è ideatrice e organizzatrice del festival Primavera dei Teatri vincitore del Premio Speciale UBU 2009. 36 | 37 / SOLARES FABRIZIO GIFUNI ARTI FONDAZIONE DELLE VA L’INGEGNER GADDA ’) (70 UERRA ALLA Ggic leto a istoria di Am (o della tra Pirobutirro) ilio Gifuni (da Carlo Em un’idea di Fabrizio con | re) ea esp ak Sh Gadda e William ci ia Giuseppe Bertoluc Fabrizio Gifuni | reg ore ett dir | ta cet Ac re | disegno luci Cesa heri tecnico Hossein Ta sabato 05.06 H20.45 | teatro sybaris Una dedica al grande poeta e scrittore lombardo Carlo Emilio Gadda i cui “Diari di guerra e di prigionia” servono da spunto, col loro fedele resoconto della partecipazione di Gadda alla prima guerra mondiale, all’interpretazione di Gifuni, straordinario monologhista. Un viaggio che ci conduce fino al nostro presente, alla scoperta di un popolo mai cresciuto. E, in ultima analisi, di noi stessi. Gadda come Amleto; un Amleto ormai vecchio, solo, senza più un padre o una madre da invocare o da maledire, sempre più debole di nervi, collerico. Solo con i suoi fantasmi. La lingua squassata da lampi di puro genio proteiforme. Sempre sull’orlo di una follia tragica eppure, a tratti, comicissima. Un ‘Amleto Pirobutirro’ (protagonista-ombra del suo più grande romanzo, La cognizione del dolore) che riavvolge il nastro delle sue nevrosi camminando a ritroso - come un granchio - sulle tavole della memoria. Una discesa agli inferi che riapre antiche ferite, mai rimarginate. Fino ad arrivare alla ferita originaria. A ciò da cui tutto discende. Nel male e nel bene. Al pozzo nero della sua futura infelicità ma anche, forse, all’involontaria miniera della sua immensa arte. Fabrizio Gifuni. Diplomatosi all’Accademia “Silvio D’Amico”, debutta in teatro nel 1993 con Massimo Castri. Collabora successivamente con Sepe, Terzopoulos e Malosti. È ideatore e interprete dello spettacolo Na specie de cadavere lunghissimo, per la regia di Giuseppe Bertolucci, per il quale ottiene il premio Hystrio e il Golden Graal . Fra i suoi film: Così ridevano di Gianni Amelio (Leone d’oro al Festival di Venezia 1998) Il partigiano Johnny di Guido Chiesa, Hannibal di Ridley Scott, La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana (per la quale interpretazione nel 2004 ottiene il Nastro d’Argento come attore protagonista), La ragazza del lago di Andrea Molaioli. Rivelazione europea al Festival di Berlino, nel 2002. Del 2005 sono i premi Flaiano, Ischia e Rodolfo Valentino per l’interpretazione di Alcide De Gasperi. Del 2008 L’efebo d’oro. 38 | 39 COMPAGNIA ORIENTALE DIVANO OCC IDENTALE (65’) E DI SEI VOCI AMMALIATA PER CORO POPOLARE A ORCHESTR IOLE E TRE SEGG Giuseppe e diretta da razione composta bo lla co la n Fabio | co L. Bonifati iuli | con Luigi Tabita, erta G i ob R D o, lia ar ci er m di Ce Maurizio Se e Pappacena, dele Tirante, Giusepp a A o, an ef onio Merol nt A De St i on si | percus ene e L. Bonifati Bonifati | sc iuseppe L. Cecilia Di ti, ifa | canzoni G on B azione seppe L. costumi Giu Migliaccio | organizz ca co Giuli | luci Lu | consulente linguisti iuli Cecilia Di G of. Leonardo R. Alario Pr - letterario ogetto Giorgio Testa pr azione) | | referente Teatro Educ i Ricca (ETI-Centro ena Aurelio Vindign sc cro di o Sa l af fotogr Teatri de no di ETI-I e | col sosteg I, Acec)/Fondazion C.E. io della in oc tr (Federgat, pa il es | con Antonio Man lla Regione Calabria de Presidenza sabato 05.06 H22.30 | Chiostro del Protoconvento Tradizioni popolari e canti antichi per spiegare la “malìa”, la seduzione, l’attrazione irresistibile che può dominare l’uomo fino a fargli perdere la ragione. Attraverso antiche suggestioni il pubblico è condotto in un mondo misterioso dove un’energia antica travolge il quotidiano e lo conduce in una dimensione “altra”. Ammaliata è l’appellativo col quale viene designata una persona che è stata colta dal fascino a motivo della sua avvenenza o semplicemente per invidia. Esistono formule di scongiuro in grado di placare il fascino subito. Questi riti molto praticati in tutta la Calabria fanno parte di un gruppo di credenze popolari ben più ampio, ancora in vita, strettamente legate ad una complessa simbologia mitico-religiosa presente tutt’oggi. Vi è comunque uno scarto da notarsi tra le vecchie e le nuove generazioni: un gap generazionale che ha prodotto una mancanza di valori, usi, costumi della cultura del popolo basso. Questo è dunque un motivo per riafferrare ricordi, immaginare parole per evocare ricordi: la nostalgia di sensazioni, in una sinfonia di vitalismi meridionali dove salta fuori ciò che è e ciò che più non è. Alla base di questo lavoro sono dunque gli occhi. Giuseppe Bonifati. Frequenta nel 2006 la “Paolo Grassi” di Milano. Dal 2008 fa parte del gruppo internazionale “Jasonites” seguito da Julia Varley e partecipa al progetto di teatro sociale “Teater Som Interferens” organizzato dall’Odin Teatret. Ha lavorato come attore con Eugenio Barba, Remondi e Caporossi, Renato Carpentieri, Ruggero Cappuccio. Dirige Malavogghia, semifinalista al premio Scenario 2007. Ammaliata vince il bando ETI Teatri del sacro. Nel 2010 dirige Maiden in C.R. (Vìrgen en Costa Rica) per il Ministerio de Cultura/CNT, con il patrocinio dell’Ambasciata Italiana in Costa Rica e della Camera ItaloCostaricense. 40 | 41 incon tri 42 | 43 | 30 maggio Workshop .30 h 15.00 - 18 > 04 giugno p di Workshaoturgia dramEDm BA OARDO ER a cura di Condotto da uno degli autori italiani più tradotti e rappresentati all’estero, vincitore di molti tra i principali premi teatrali nazionali, il workshop intende mettere a fuoco quali sono gli strumenti utili per incominciare un lavoro di scrittura drammatica. Si lavorerà capendo cos’è un tema, cos’è uno spunto e cos’è un’idea. Si creeranno le basi per la trasformazione di un’idea in una serie di scene, provando concretamente a scrivere almeno una di queste scene, in vista dell’apertura al pubblico dei lavori. Si lavorerà tutti insieme o a gruppi, utilizzando o meno - a seconda del gruppo - le improvvisazioni degli attori, utili per accelerare lo sviluppo alle idee. Si utilizzeranno strumenti semplici: un registratore per la voce, un lettore dvd per vedere dei filmati, l’ascolto e la discussione. Per partecipare al seminario è necessario leggere almeno un lavoro di Erba (pubblicato sulle due raccolte di Ubulibri Maratona di New York e altri testi e Sei commedie in commedia) in modo da aver chiaro perché afferma certe cose, e a quale risultato arriva affermandole. Ciascuno deve provvedere a portarsi un blocco di fogli e una penna, o un computer portatile per scrivere. Edoardo Erba. È nato a Pavia nel 1954 e vive a Roma. Fra i suoi scritti teatrali Maratona di New York e Muratori sono i titoli più conosciuti. Rappresentato con successo in Italia, Maratona di New York ha avuto molte edizioni, è stato tradotto in 15 lingue, pubblicato in 7 e recitato in tanti paesi del mondo. Da ricordare la versione londinese con la regia di Mick Gordon e quella bostoniana con la traduzione di Israel Horowitz. Muratori, un cult all’ottava stagione di repliche, è stato invece rappresentato con successo in Germania. Con le sue opere Erba si è affermato nei maggiori premi nazionali di teatro (Olimpici del Teatro, Riccione, Candoni, Salerno, Idi). Le sue opere sono edite in Italia da Ubulibri . Ha inoltre lavorato per la radio e la televisione italiana, scrivendo fiction, sit com e varietà. E’ docente di Scrittura per la scena e per lo schermo all’Università di Pavia e patron per l’Italia al Theatre Biennial of Staatstheater Wiesbaden, in Germania. incontro | 03 giugno h 18.00 PRESENTAZIONE DEL LIBRO U Tingiutu. Un Aiace di Calabria di DARIO DE LUCA a cura di MAURO MINERVINO e VINCENZA COSTANTINO Ho provato a raccontare la mia mala Calabria usando gli eroi greci. La tragedia antica mi ha offerto la “vista” per spiegare e interpretare facce, affari, ambizioni, destini e pance di questi malacarne che hanno trovato fortuna e identità nell’altra legge. Senza redimerli naturalmente, ma portando anche alla luce come un certo retroterra possa indirizzare delle scelte non lecite. Naturalmente mi sono interrogato sulla lingua da usare in una tragedia oggi, e sono arrivato ad un linguaggio, una parlata viva, misteriosa e dialettale. Una parlata fatta di allusioni, di espressioni gergali, di detto e non detto, di segni e occhiate che inaspettatamente, i miei attori ed io, ci siamo ritrovati dentro di noi. dalle note di regia dello spettacolo. incontro | 05 giugno h 18.00 Quale Am leto? IL NOME, LA SORTE RIS , LA MALE CATTO NELLE PA DEL PRINCIPE DI D DIZIONE E IL R ANIMARC O LE DEI P DEI SECOLI A SUCCEDUOETI E DEI NARRATO TI A SHAK a cura di E ESPEARE. RI NRICO GR OPPALI Nell’incontro saranno illustrati per sommi capi le libere versioni del capolavoro, come quella approntata negli anni cinquanta da Riccardo Bacchelli, cui faranno seguito lo splendido racconto di Jules Laforgue Amleto o le conseguenze della pietà filiale esumato negli anni sessanta da Carmelo Bene in teatro e, in lingua italiana, nell’edizione curata da un poeta come Nelo Risi. Oltre ad estratti dal saggio del surrealista americano James Branch Cabell intitolato Amleto aveva uno zio. Prima di offrire al pubblico in visione Il duello di Amleto nell’interpretazione di Sarah Bernhardt, seguito dal classico di Sven Gade datato 1920 Hamlet con Asta Nielsen en travesti nel ruolo del protagonista, da Un Amleto di meno (1973) di Carmelo Bene e infine dal classico Amleto di Laurence Olivier (1948). 44 | 45 mostre 46 | 47 installazione WE WILL VER FORGET THNE IS di IVANA RUSS O “Ci sono delle immagini che ti rimangono impresse nella memoria e con loro pure le sensazioni e le impressioni che quelle stesse immagini evocano. Pensando alla proposta di Dario De Luca di realizzare scatti che avessero a che fare con l’argomento trattato nello spettacolo U Tingiutu. Un Aiace di Calabria, immediatamente mi è venuto in mente un episodio legato a quando non ero neanche adolescente. Quando un giorno d’estate con la mia amica di Milano, ma di origini calabresi siamo andate a trovare i suoi parenti a Cittanova, Diamante - Gioia Tauro in treno e da lì un trenino interno con numerose fermate che ci ha portate a destinazione. È in quest’ultimo tragitto che per la prima volta ho capito cosa fosse addentrarsi nella zona della Piana di Gioia Tauro, dove ad un certo punto il paesaggio cambiava e con esso l’atmosfera e l’aria che si respirava: un silenzio quasi assordante ci ha accompagnate tra campi di ulivi e aranceti che diventavano sempre più fitti e misteriosi e con essi le persone che di tanto in tanto incrociavamo. Una parola può definire quel silenzio e quei luoghi… ed è omertà, dove la natura imponente tanto da sovrastarci (non solo in senso metaforico) e così rigogliosa di vita, sembrava tradire se stessa per diventare grembo e memoria di feroci aggressioni.” fotografia VERE DIECI PRIMA ELO MAGGIO a cura di ANG “Undici anni e dieci edizioni sono un tempo abbastanza lungo per poter andare con la mente alle ragioni che ci hanno spinto alla creazione del festival e verificare dentro ognuno di noi gli obiettivi raggiunti e quelli falliti. Perché Primavera dei Teatri?” La mostra fotografica, come un album dei ricordi, ripercorre le prime “dieci primavere del festival”. 48 | 49 media 50 | 51 31 MAGGIO > 01 giugno PROTOCON VENTO RADIO ZOLFO LIVe TALK RADIO RE VELOCITÀ a cura di ALT Radio Zolfo. È una radio dal vivo, nata in forma sperimentale per gli appuntamenti Sms - Sulfur Magnetic Sound curati da Fanny & Alexander alle Artificerie Almagià di Ravenna. In questa sede, Radio Zolfo ha ospitato artisti e studiosi di varie discipline con l’intento di incontrare delle specifiche pratiche, possibili modelli d’azione poetica, estetica, etica. Ogni puntata si concentrava attorno a un’esperienza principale, alla quale si affiancavano altri ospiti per aprire ulteriori prospettive. Altre Velocità sperimenta il formato della radio dal vivo per la prima volta in piazza durante Potere senza potere con il nome di Radio gun gun, in occasione del Festival Santarcangelo 08. È inoltre comparso in altri luoghi sul territorio nazionale (festival es.terni e Teatro San Martino di Bologna). Definiamo questa particolare forma “talk radio”, un tentativo di ridefinire i contorni della relazione fra chi offre un evento e chi lo fruisce, convinti della odierna necessità di ritrovare un luogo e un tempo comune per l’ascolto e per la visione. All’interno del Festival Primavera dei Teatri 2010, Radio Zolfo interverrà con due puntate radiofoniche live attorno ai temi suggeriti dalle giornate di programmazione. Si tenteranno di proporre spunti, domande, riflessioni attorno al modo di “immaginare” e “raccontare” il presente che propone Primavera dei Teatri, attraverso le opere e gli artisti presentati, per favorire un dialogo con il pubblico presente a Castrovillari e chi ascolta la puntata in streaming sul web. 31 MAGGIO > 05 giugno PROTOC ONVENTO diario di bor do a cura di IL TAMB URO DI KATTRIN redazione SILVI A GATTO, CAMILL A TOSO, CARLOTTA TRIN GALI Il Tamburo di Kattrin, webzine indipendente di critica teatrale, curerà il Giornale di Bordo dell’undicesima edizione di Primavera dei Teatri. Dal 30 maggio al 5 giugno il sito www.iltamburodikattrin.com sarà interamente dedicato al festival, che sarà seguito con cadenza quotidiana per restituirne, con molteplici forme (dalla recensione al sondaggio, dalla video-intervista ai commenti del pubblico), una panoramica il più possibile esaustiva dell’evento. Per l’occasione, il sito cambierà anche la sua veste grafica – tale da essere in sintonia con quella del Festival – e verranno ideate delle rubriche ad hoc. Attraverso il coinvolgimento di artisti e spettatori, unito all’attività critica e di documentazione, il progetto di Giornale di Bordo si propone di registrare e restituire sensazioni, suggestioni e racconti di Primavera dei Teatri. Il tentativo è quello di sperimentarsi e sperimentare nuove formule di interazione tra critica e artisti, finalizzate alla ricerca comune di tematiche trasversali e riflessioni che il festival può far nascere e che il Tamburo può sottolineare e approfondire; non dimenticando mai il pubblico, elemento fondamentale e fondante del teatro. 52 | 53 ONVENTO giugno PROTOC 30 maggio > 05alle H 24.00 0 .3 dalle H 20 G BABY PARKIN CA BATTI5 a cura di LUDOTE ori” del gli “spettagenit lasciare Un servizio per ità di ss ce ne la o nn festival che ha rante gli opri bambini du eratori in custodia i pr op ad oli nd da affi li, spettacoli sera ofessionali. pr e i at fic ali qu biglietti e info > biglietti e abbonamenti Posto unico € 5,00 / Ridotto (under 26 e over 60) € 4,00 Card 5 (5 ingressi) € 20,00 / Ridotto € 15,00 Card 10 (10 ingressi) € 35,00 / Ridotto € 25,00 > punti vendita e orari biglietteria dal 21 maggio > Infobox in c.so Garibaldi ore 10.00-13.00 e 18.00-20.00 dal 30 maggio > Biglietteria del Protoconvento dalle ore 18.00 > info PRIMAVERA DEI TEATRI 2MILA10 via G. Pace, 50 - 87012 Castrovillari (CS) tel 0981 27734 fax 0981 26783 www.primaveradeiteatri.it - [email protected] 54 | 55 staff direzione artistica aiuto tecnico NATALINO MAINIERI direzione organizzativa Settimio Pisano I nfobox LAURA CAPALBI ROBERTA PERRONe amministrazione Tiziana Covello BIGLIETTERIa luisa giannotti ufficio stampa Monica De Simone d ocumentazione video massimiliano ferraina C OORDINAMENTO ORGANIZZATIVO CATERINA WIERDIS redazione diario di bordo silvia gatto camilla toso carlotta tringali Saverio La Ruina Dario De Luca segreteria E GESTIONE SPAZI Rosy Parrotta d irezione tecnica Tonino Lioi staff tecnico Fabio Alia Gaetano Bonofiglio Davide Clementi Gennaro Dolce Matteo Filidoro TOMMASO MALTONI CARMINe RIZZO driver MARCO FILARDi Stagiste celeste bellofiore ROBERTA COLOSI NUNZIA LOPRESTI ELISABETTA REALE progetto grafico Inrete p oster picture CHRIS DESSAIGNe www.primaveradeiteatri.it