Persinsala Teatro
Emanuela Mugliarisi
novembre 10, 2014
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La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, testo
che Peter Weiss scrisse nel 1963 e che da molti è considerato
come il tassello conclusivo della trilogia composta da Inferno
e L’Istruttoria, è in scena all’Elfo Puccini fino al 16 novembre
con degli interpreti d’eccezione: oltre ai rinomati e bravissimi Nanni
Garella (anche attore in scena oltre che regista) e Laura Marinoni, a
interpretare gli internati di Charenton ci sono i protagonisti del progetto
Teatro e Salute Mentale dell’USL di Bologna.
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Letti d’ospedale spogli, solamente la rete che ne compone lo scheletro;
appesi alla parete in fondo lenzuoli bianchi con scritte in rosso e blu «viva
la libertà, abbasso la camicia di forza” e ancora «matti sì, schiavi no”; e
infine una rete a maglie larghe, che separa il palco dalle prime file degli
spettatori seduti in sala. Questa la scenografia essenziale ed efficace che
Nanni Garella, regista dello spettacolo, ha scelto per portare in scena La
persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat rappresentati dagli
internati dell’ospedale di Charenton sotto la guida del Marchese
di Sade più comunemente conosciuto con l’abbreviazione Marat-Sade.
Questo testo fu scritto da Peter Weiss nel 1964, quando le ferite della
seconda guerra mondiale e dell’olocausto erano ancora brucianti: è un
testo catartico per l’autore che torna a scrivere nella sua lingua madre, il
tedesco, abbandonata dopo la strage nazista per un senso di rifiuto, di
protesta contro l’orrore commesso nei suoi confronti, in quanto tedesco
ebreo. È una pièce che rappresenta la chiusura della trilogia dantesca di
Weiss: dopo l’Inferno, nella quale gli uomini di potere – scampate le
accuse e le condanne – rimangono nella propria posizione di rilievo,
nonostante i crimini commessi in guerra, e L’Istruttoria, nella quale
viene rappresentata l’altra faccia della medaglia, ovvero quella dei
sopravvissuti alle torture e ai campi di sterminio che, attraverso il
processo di Norimberga, riescono almeno in parte a farsi risarcire delle
atroci sofferenze subite, ecco che Marat-Sade rappresenta, nell’ottica di
Nanni Garella, una sorta di testo purgatoriale nel quale le azioni degli
uomini possono ancora determinare dei cambiamenti ed evitare la
catastrofe prima che avvenga nella sua deflagrante potenza.
Il testo di Weiss ipotizza una messa in scena della vita e della morte di
Marat – 13 anni dopo il suo assassinio – da parte degli internati di
Charenton, il manicomio nel quale fu realmente detenuto il marchese De
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Sade dal 1801 al 1814. Ed è proprio questa la figura che fa da perno nello
spettacolo (interpretato da un ottimo Garella) nel suo dialogo con JeanPaul Marat (un altrettanto intenso Moreno Rimondi) immaginato come uno
schizofrenico internato per associazione sovversiva. I due affrontano
tematiche difficili, profonde e che ruotano fondamentalmente intorno al
concetto di libertà: è così vero che l’uomo voglia la libertà? Può l’uomo
concepire la libertà se è continuamente mosso dai bisogno più
fondamentali e necessari? E di quale libertà parliamo se, alla fine, anche la
rivoluzione porta al mantenimento dello status quo?
La rivoluzione intransigente di Marat, che pensa di guidare il popolo
attraverso l’approvazione degli ideali più nobili come la ragione e la
libertà, si scontra con il nichilismo aristocratico e l’anarchismo istintivo di
De Sade che profetizzò la sconfitta della rivoluzione, proprio perché
impossibile da realizzare quando gli ideali sono veicolati da gente che è
stremata ed ha fame.
A iperintensificare il significato di ogni singolo scambio di battute tra i due,
la presenza degli internati, rappresentati dai bravissimi protagonisti del
progetto Arte e Salute Onlus, che da anni permette ai propri pazienti di
compiere il percorso verso la salute mentale attraverso l’attività teatrale.
Ci si commuove quando i concetti di libertà, di rispetto della dignità umana
vengono gridati a cuore aperto dagli internati di Charenton che, per un
abile gioco meta-teatrale, sono interpretati da pazienti che hanno disagi
psichici e che un tempo, prima della legge Basaglia, avrebbero davvero
vissuto le condizioni umilianti di detenuti.
Ma la bellezza di questo spettacolo è anche e soprattutto nella sua
protagonista femminile, Charlotte Corday, interpretata da un’ottima Laura
Marinoni che ormai non lascia dubbi sulla sua versatilità attoriale: abile
frequentatrice del repertorio brechtiano, risulta perfetta per questo
spettacolo che si basa molto sulla tecnica dello straniamento, tra continui
interventi musicali (le bellissime musiche originali sono ad opera di
Saverio Vita) e incursioni di personaggi esterni all’interpretazione
(l’infermiera, il sorvegliante) che interrompono la finzione per “sedare” e
“minacciare” i pazienti nei momenti di maggior coinvolgimento emotivo.
Non c’è bisogno di troppi giri di parole: da non perdere. Soprattutto perché
da questi attori si capisce cos’è il teatro vero e si percepisce che, quando
esso è autentico, le riflessioni e le tematiche affrontate arrivano dirette al
cuore e alla mente degli spettatori, senza filtri intelletualistici. Come ha
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affermato la Marinoni: «il matto è una persona speciale, usa il suo corpo
interamente, senza sovrastrutture, si esprime con una sincerità senza
sconti. E’ gente che fa teatro con la pancia, come un gioco. Che reagisce
alle emozioni e si deve emozionare per agire. Quanto teatro dovrebbe
imparare da loro».
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Lo spettacolo continua
Teatro Elfo Puccini
C.so Buenos Aires 33 – Milano
dal 4 al 16 novembre
orari: mar-sab 21:00 / dom 16:00
La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat rappresentati dagli
internati dell’ospedale di Charenton sotto la guida del Marchese di
Sade
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di Peter Weiss
adattamento e regia Nanni Garella
costumi Elena Dal Pozzo
musiche originali di Saverio Vita
con Laura Marinoni, Nanni Garella, Nicola Berti, Giorgia Bolognini, Luca Formica,
Pamela Giannasi, Maria Rosa Iattoni, Iole Mazzetti, Fabio Molinari, Mirco Nanni,
Lucio Polazzi, Deborah Quintavalle, Moreno Rimondi, Roberto Risi
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con
Associazione Arte e Salute onlus
http://teatro.persinsala.it
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