La strategia di politica monetaria della BCE • La BCE detiene il monopolio nell’offerta di base monetaria e pertanto è in grado di controllare ed influenzare le condizioni del mercato monetario e dei tassi di interesse a breve termine. • A seguito di una variazione dei tassi di interesse nel breve periodo si instaura il meccanismo di trasmissione della politica monetaria. • Cosa succederà nel lungo periodo? • Dopo che l’economia ha completato tutti gli aggiustamenti necessari la variazione della quantità di moneta modificherà il livello generale dei prezzi senza incidere sulle variabili reali. • Tale principio è chiamato “neutralità della moneta nel lungo periodo”. • Il reddito reale e l’occupazione sono determinati nel lungo periodo dai fattori reali dell’offerta. – – – – Progresso tecnologico Crescita demografica Preferenze operatori economici Quadro economico-istituzionale (politiche tributarie, diritti di proprietà ect..) I vantaggi della stabilità dei prezzi • L’obiettivo della stabilità dei prezzi si riferisce allo scongiurare sia un protratta inflazione sia protratta deflazione. La stabilità dei prezzi concorre in diversi modi al miglioramento del livello di attività economica e dell’occupazione. Consente di individuare facilmente le variazioni dei prezzi relativi poiché queste non sono coperte dalle fluttuazioni del livello generale dei prezzi. • 1. • Si potrebbe raggiungere un’allocazione efficiente delle risorse 2. Riduce il premio per il rischio di inflazione che può essere richiesto dai creditori per compensare eventuali perdite connesse con la detenzione di attività nominali a lungo termine. • 3. Ridimensionando l’effetto di tale premio sul tassi di interesse, si riesce a promuovere l’efficienza del mercato dei capitali nell’allocare le risorse stimolando gli investimenti. Riduzione della probabilità che i soggetti privati e le imprese distolgano risorse dalla produzione per cautelarsi contro l’inflazione 4. La stabilità dei prezzi evita che i sistemi tributari e pensionistici distorcano i comportamenti economici a causa dell’inflazione. 5. Il controllo dell’inflazione accresce i vantaggi di detenere moneta da parte delle famiglie. 6. Evita la considerevole ed arbitraria redistribuzione di reddito e ricchezza che ha luogo in presenza di inflazione o deflazione. Il meccanismo di trasmissione dela politica monetaria • È il processo mediante il quale le decisioni delle autorità monetarie influenzano l’economia in generale, e il livello dei prezzi in particolare. • I singoli collegamenti tramite i quali si esplicano gli impulsi di politica monetaria sono detti canali di trasmissione. • La lunga serie di nessi causali che collega le decisioni di politica monetaria con le variazioni del livello generale dei prezzi inizia con la modifica dei tassi di interesse di riferimento applicati dalla BCE alle operazioni tramite le quali eroga i fondi al sistema bancario. • Tali fondi vengono richiesti per soddisfare la domanda di moneta del pubblico, per regolare i saldi interbancari e per assolvere gli obblighi di riserva presso al BCE. • In tale modo la BCE influenza in maniera determinante le condizioni del mercato monetario e ne orienta i tassi di interesse. • Le variazioni dei tassi di interesse possono influenzare gli altri rendimenti del mercato come i tassi applicati dalle banche ai prestiti ed ai depositi a breve. • Le aspettative circa una nuova modifica dei tassi ufficiali influiscono sui tassi a medio termine. • Gli stessi effetti sono marginali sui tassi di lungo periodo poiché dipendono dalle aspettative di lungo periodo sull’andamento delle economie. • Agendo sulle condizioni di finanziamento dell’economia e sulle aspettative degli operatori, la politica monetaria può incidere anche sui prezzi delle attività e sui tassi di cambio. • Le variazioni dei tassi di interesse e dei prezzi hanno effetto anche sulle decisioni di risparmio, di consumo e di investimento di famiglie ed imprese. • Altri effetti possono aver luogo anche sull’offerta del credito. • Le fluttuazioni delle attività finanziarie possono avere effetti su consumi ed investimenti tramite effetti ricchezza e reddito • I prezzi delle attività possono influenzare la domanda aggregata tramite la variazione del valore delle garanzie costituite dai mutuatari per ottenere il credito e/o per ridurre il premio richiesto dai prestatori. • Come abbiamo già visto le variazioni dei consumi e degli investimenti modifica il rapporto tra livello della domanda di beni e servizi e quello dell’offerta comportando che, ceteris paribus, se la domanda supera l’offerta (eccesso di domanda) si possono avere spinte al rialzo dei prezzi. Oscillazioni tasso di cambio • Le oscillazioni del tasso di cambio si ripercuotono sull’inflazione in 3 modi. – Impatto diretto sui prezzi interni dei beni importati. Tali prezzi,se il cambio si rafforza, tenderanno a diminuire e, se sono beni di consumo, porteranno ad una diminuzione dell’inflazione. – Impatto sui fattori produttivi importati il cui minore costo può nel tempo causare un calo dei prezzi dei prodotti finali – Impatto sulla competitività internazionale dei beni prodotti internamente. • Se il cambio si apprezza, tali beni saranno meno concorrenziali con una diminuzione della domanda estera giungendo ad una moderazione delle spinte inflazionistiche. • Le aspettative a lungo termine del settore privato costituiscono un ulteriore canale attraverso il quale la politica monetaria può influire sulla dinamica dei prezzi. • Se l’operato della BCE gode di credibilità allora la sua politica monetaria avrà effetti diretti sugli andamenti dei prezzi in quanto sarà in grado di orientare le aspettative di inflazione degli operatori agendo anche sui salari. • Data la complessità del sistema di trasmissione degli effetti della politica monetaria, appare chiaro che si necessita di un considerevole lasso temporale perché la sua azione si riverberi sui prezzi. • Inoltre bisogna tenere conto dello stato dell’economia che può anche essere causa di ritardi nell’attuazione della politica monetaria. • Inoltre il meccanismo di trasmissione può anche risentire degli effetti di shock esterni. – Variazione prezzo petrolio, altre materie prime. • Quindi l’indirizzo da imprimere alla politica monetaria dipende dalla natura, portata e durata degli shock che colpiscono il sistema. • A volte le banche centrali tengono conto di semplici regole empiriche. – L’inflazione è sempre un fenomeno monetario di medio-lungo periodo e quindi è necessaria una costante attenzione alle dinamiche monetarie per valutare le tendenze dell’inflazione. Caratteristiche di una politica monetaria efficace • Deve essere in grado di ancorare saldamente le attese di inflazione e di divenire credibile. – Specificare l’obiettivo; elaborare una metodologia coerente e sistematica; comunicare in maniera trasparente. • Deve essere lungimirante (medio termine) dato che una manovra monetaria influirà sui prezzi soltanto dopo qualche tempo. – In particolare, dato che non è in grado di controbilanciare shock esterni nel breve periodo vi sarà una certa volatilità nel breve periodo ed un margine di incertezza circa l’esito finale. • Deve confrontarsi con l’incertezza riguardo l’affidabilità degli indicatori economici, la struttura dell’economia ed il meccanismo di trasmissione. Quindi l’impostazione della politica monetaria deve essere di ampio respiro. • Il primo elemento della strategia di politica monetaria della BCE è la definizione quantitativa della stabilità dei prezzi. La definizione quantitativa della stabilità dei prezzi • Per stabilità dei prezzi si intende un aumento sui dodici mesi dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per l’area euro inferiore al 2% da mantenere in un orizzonte di medio termine. • Tale definizione è stata annunciata pubblicamente per diversi motivi: – Aumentare la trasparenza della politica monetaria e la comprensione del quadro di riferimento – Fornire un parametro chiaro e misurabile per valutare l’operato BCE. – Offrire agli operatori un indirizzo per formulare le proprie aspettative circa l’andamento futuro dei prezzi. • Lo IAPC rappresenta la misura più vicina alle variazioni nel tempo del prezzo di un paniere rappresentativo di componenti della spesa per consumi. • Fissando come criterio un aumento dello IAPC inferiore al 2%, si afferma che sia un’inflazione superiore al 2% sia una deflazione è incompatibile con la stabilità dei prezzi. • La BCE quindi intende mantenere il tasso di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% per garantire anche un adeguato margine contro il rischio di deflazione. – Il tale caso la politica monetaria potrebbe non essere in grado di stimolare la domanda aggregata tramite il tasso di interesse. • Infine la fissazione di un obiettivo di politica monetaria risponde anche all’esistenza di differenziali di inflazione tra le regioni interne. • Tuttavia la politica monetaria può influire sul livello dei prezzi dell’area nel suo complesso e non può incidere sui differenziali fra regioni e città. • Questi differenziali possono avere natura transitoria (causati da fattori temporanei). In questo caso non rappresentano una grave minaccia per l’economia. • Per contro, vi possono essere differenziali di inflazione strutturali che hanno luogo in casi in cui non sia stata raggiunta una convergenza in termini reali tra le regioni. • All’interno dell’area euro, tali differenziali potrebbero creare problemi economici nei paesi o regioni con tassi di inflazione inferiori alla media specialmente in caso di tassi strutturalmente negativi. • Dato che tali differenziali sono inevitabili, la politica monetaria della BCE deve mirare a perseguire un tasso di inflazione nel medio termine per l’intera area sufficientemente elevato per evitare che le regioni con inflazione strutturalmente bassa debbano sostenere costi da rigidità nominali verso il basso o entrare in deflazione. I due pilastri della strategia di politica monetaria BCE • L’approccio della BCE nell’organizzare, esaminare e sottoporre a verifica incrociata le informazioni rilevanti per la valutazione dei rischi per la stabilità dei prezzi si fonda su due prospettive analitiche definite “i due pilastri”. • La prima, definita “analisi economica”, è volta a valutare le determinanti di breve-medio periodo degli andamenti dei prezzi con particolare attenzione alle variabili reali e sulle condizioni finanziarie dell’economia. • La seconda, definita “analisi monetaria”, porta su un orizzonte a più lungo termine e sfrutta la relazione di lungo periodo tra moneta e prezzi. • Tale approccio risponde alla volontà di assicurare che nessuna informazione venga trascurata e che sia accordata la dovuta attenzione a diverse prospettive analitiche e ala verifica incrociata delle informazioni in modo da pervenire a un giudizio complessivo sui rischi per la stabilità dei prezzi. Strategie alternative • Obiettivo di moneta. – La BCE modifica i tassi di interesse per far aumentare o diminuire il tasso di crescita della moneta se incompatibile con la stabilità dei prezzi • Obiettivo diretto di inflazione. – Si incentra sull’andamento dell’inflazione rispetto ad un obiettivo pubblicato. • Obiettivo di cambio. – Perseguito prima dell’Unione monetaria. Le variazioni del tasso di cambio possono avere un impatto significativo sui prezzi interni tramite i loro effetti sul costo delle importazioni L’analisi economica • Si concentra sulla valutazione degli andamenti economici e finanziari correnti e dei rischi a essi collegati nel breve e medio termine per la stabilità dei prezzi. • Le variabili osservate sono – – – – – – – Andamento prodotto complessivo Domanda aggregata e componenti Politica di bilancio Situazione mercati capitali e lavoro Indicatori di prezzo e di costo Evoluzione tasso di cambio e bilancia dei pagamenti Mercati finanziari e posizioni di bilancio dei settori dell’area • In questa analisi si intende analizzare la natura degli shock che colpiscono l’economia, i loro effetti sul processo di formazione dei costi e dei prezzi e le prospettive a breve e medio termine per la loro propagazione nell’economia. • La BCE considera diversi indicatori economici quali – Lo IAPC – Gli indicatori di prodotto e domanda – Statistiche su bilancia dei pagamenti e commercio con l’estero – Bilancio di istituzioni finanziarie – Indagine sul credito bancario nell’area euro • Altro oggetto di attenta analisi è l’evoluzione degli indicatori del mercato finanziario a causa del suo effetto potenziale sul livello generale dei prezzi. • Inoltre tali indicatori possono fornire informazioni utili circa le aspettative dei mercati finanziari relativamente alla dinamica dei prezzi e dei tassi di interesse. • Un’altra variabile attentamente valutata è il tasso di cambio poiché influisce direttamente sull’andamento dell’inflazione tramite il suo impatto sui prezzi all’importazione e sulla competitività dei beni da esportazione. • Un ruolo importante è svolto dalle proiezioni macroeconomiche. • Il termine proiezione indica il fatto che esse riflettono uno scenario basato su una serie di ipotesi tecniche, tra le quali l’invarianza dei tassi a breve. • Forniscono informazioni ai responsabili della politica monetaria circa la possibile evoluzione futura dei tassi di riferimento correnti. • Le proiezioni non rappresentano la migliore previsione degli andamenti futuri. Rappresentano scenari che difficilmente si realizzeranno grazie all’intervento della politica monetaria. • Per realizzare tali proiezioni si utilizzano diversi modelli macroeconomici basati su differenti ipotesi circa la struttura dell’economia. • Vi sono dei limiti alle proiezioni. – Il risultato finale dipende dal quadro concettuale sottostante e dalle tecniche impiegate. – Le proiezioni forniscono soltanto una descrizione sintetica dell’economia. – Vi possono essere dissensi circa le valutazioni degli esperti. – Il grado di affidabilità delle previsioni tende a diminuire con l’ampliarsi dell’orizzonte temporale a cui si riferiscono. – Dato che i modelli utilizzati si basano su ipotesi, è opportuno che la BCE vagli e metta a confronto la robustezza delle informazioni provenienti da varie fonti. L’analisi monetaria • Il particolare ruolo affidato dalla BCE alla moneta si basa sul riconoscimento che la crescita della moneta e l’inflazione sono fenomeni strettamente connessi nel medio e lungo periodo. • In questo modo la moneta diventa uno strumento per rafforzare l’orientamento di medio termine della strategia. • La BCE decide la politica monetaria non soltanto sulla base delle informazioni di breve periodo (condizioni economiche e finanziarie) ma anche su quelle di medio periodo (moneta e liquidità). • Per fornire un parametro per la valutazione degli andamenti monetari la BCE ha annunciato un valore di riferimento per l’aggregato monetario M3. • Tale valore è riferito al tasso di crescita di M3 ritenuto compatibile con la stabilità dei prezzi nel medio periodo. • Anche se il parametro in questione costituisce un riferimento per analizzare le informazioni sugli andamenti monetari dell’area euro, data la natura di medio-lungo termine della prospettiva monetaria, non esiste un legame diretto tra gli andamenti della moneta nel breve e le decisioni di politica monetaria. • Essa infatti non reagisce automaticamente agli scostamenti della crescita di M3 dal valore di riferimento. • Una spiegazione è data dal fatto che gli andamenti monetari possono risentire anche di fattori speciali dovuti a modifiche del trattamento fiscale dei redditi da interesse o delle plusvalenze di capitale. • Oltre alla crescita di M3, la BCE analizza il quadro di riferimento per l’analisi monetaria basato sulle informazioni circa gli aspetti istituzionali dei settori finanziario e monetario. • A tal proposito, la BCE adotta modelli di domanda di moneta e di indicatori monetari. • L’analisi monetaria comprende la valutazione delle condizioni di liquidità basata sia sulla crescita di M3 nel contesto dei bilanci sia sulla struttura della crescita dell’aggregato. • Particolare attenzione è dedicata alle componenti più liquide di M3 (M1) perché riflettono meglio la finalità transattiva della moneta e sono più collegate alla spesa aggregata. • L’approccio fondato sui due pilastri consente una verifica incrociata delle indicazioni derivanti dall’analisi economia a breve termine e di quelle derivanti dall’analisi monetaria di più lungo periodo. Responsabilità per il proprio operato della BCE • Alla base della legittimazione democratica della delega della politica monetaria ad una banca centrale indipendente c’è un mandato definito in maniera chiara: mantenimento della stabilità dei prezzi. • La BCE è tenuta a rendere conto delle proprie azioni di fronte ai cittadini dell’Unione europea. • Le relazioni tra BCE e Parlamento sono definite dal Trattato che stabilisce una serie di obblighi di rendiconto per la Banca e prescrive regolari audizioni dinanzi al Parlamento europeo. • La trasparenza è un modus operandi in cui la banca centrale fornisce al pubblico ed ai mercati tutte le informazioni rilevanti su strategia, valutazioni e decisioni di politica monetaria, nonché sulle proprie procedure in modo aperto, chiaro e tempestivo. • La finalità della trasparenza è favorire una migliore comprensione della politica monetaria. • Per rispondere al criterio di trasparenza la BCE deve – Fornire una chiara interpretazione del proprio mandato – Comunicare apertamente gli obiettivi di politica monetaria – Spiegare il quadro analitico usato per il processo decisionale interno e per le proprie valutazioni sullo stato dell’economia. – Chiarire con frequenza le motivazioni economiche alla base delle decisioni di politica monetaria. • La trasparenza promuove la credibilità della BCE. • Impone autodisciplina ai responsabili della politica monetaria • Fornisce linee guida ai mercati consentendo alle attese di formarsi con maggiore efficienza e precisione. • L’ultimo punto permette di controllare gli effetti dell’incertezza relativamente ad orizzonti temporali più lunghi. L’attuazione della politica monetaria • Per il conseguimento degli obiettivi di politica monetaria, l’Eurosistema dispone di un insieme di strumenti e procedure che costituiscono l’assetto operativo della politica monetaria unica. • La strategia di politica monetaria e l’assetto operativo rivestono ruoli ben definiti • La prima determina il livello dei tassi di interesse a breve necessario per mantenere la stabilità dei prezzi nel medio periodo. • La seconda stabilisce come raggiungere tale livello mediate l’impiego degli strumenti disponibili. • La BCE controlla i tassi di interesse a breve segnalando il proprio orientamento di politica monetaria e regolando le condizioni di liquidità sul mercato monetario. • La Bce detiene il monopolio dell’offerta di base monetaria cioè circolante, riserve e depositi a vista. • Le riserve si dividono in obbligatorie e in eccesso. • Nell’Eurosistema, le controparti sono tenute a detenere delle riserve obbligatorie presso le BCN. • Inoltre le istituzioni creditizie possono mantenere presso l’Eurosistema delle riserve in eccesso. • La Bce segnala la mercato il proprio orientamento di politica monetaria modificando le condizioni alle quali essa è disposta a effettuare transazioni con il mercato stesso. • La Bce assicura anche l’ordinato funzionamento del mercato monetario e di aiutare le istituzioni creditizie a soddisfare agevolmente il proprio bisogno di liquidità. • Secondo il Trattato sulla UE, la Bce “agisce in conformità al principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo un’efficiente allocazione delle risorse”. • L’assetto operativo si ispira all’efficienza operativa intesa come l’attitudine dell’assetto operativo a consentire decisioni di politica monetaria capaci di riflettersi nel modo più preciso e rapido possibile sui tassi a breve del mercato monetario. • Altro principio è la parità di trattamento delle istituzioni finanziarie e l’armonizzazione delle regole e procedure nell’intera area euro. • Il principio di decentramento nell’attuazione della politica monetaria. • Principi di semplicità, trasparenza, sicurezza ed efficienza di costo. continuità, Aspetti dell’assetto operativo • L’Eurosistema nel condurre la politica monetaria si avvale di due gruppi di operazioni: – Operazioni di mercato aperto – Operazioni attivabili su iniziativa delle controparti. • Le prime costituiscono il gruppo più importante e sono operazioni effettuate su iniziativa della banca centrale solitamente nel mercato monetario. • Svolgono un ruolo importante nell’influenzare i tassi di interesse, di segnalare l’orientamento di politica monetaria e nel gestire le condizioni di liquidità. Le operazioni di rifinanziamento principali (ORP) • Sono lo strumento principale della politica monetaria dell’Eurosistema attraverso il quale questi concede fondi in prestito alle proprie controparti. • Il prestito avviene sempre contro deposito di garanzie per salvaguardare l’Eurosistema da rischi finanziari. Le controparti • Sottostare al regime di riserva obbligatoria dell’Eurosistema ed essere finanziariamente solida. • Deve soddisfare tutti i criteri operativi specificati nelle disposizioni contrattuali o regolamentari applicate dalle rispettive BCN o dalla BCE in modo da assicurare la conduzione efficiente delle operazioni di politica monetaria. • A giugno 2003, delle 6776 istituzioni creditizie nell’area euro soltanto 2243 soddisfacevano i requisiti previsti per accedere alle operazioni di mercato aperto • Diversamente 2749 e 3188 risultavano idonee a partecipare rispettivamente alle operazioni di rifinanziamento marginale e alle operazioni di deposito presso la Bce. • Relativamente alle garanzie richieste si distingue tra lista di primo livello e lista di secondo livello. • Nel primo caso si includono strumenti del debito negoziabili che soddisfano i criteri uniformi di idoneità specificati dalla BCE e validi per l’intera area. • Nel secondo caso, si considerano altre attività negoziabili e non i cui criteri di di idoneità sono stabiliti dalle BCN in conformità con i requisiti minimo stabiliti dalla BCE. • È possibile per le controparti utilizzare attività idonee su base transfrontaliera. • L’erogazione di credito sul mercato aperto da parte della BCE avviene attraverso operazioni temporanee aventi una breve durata prestabilita. • Tali operazioni possono essere – Acquisto di attività a pronti con patto di rivendita a termine – Erogazione di prestiti a fronte di cessione di attività in garanzia • Vi sono anche due operazioni attivabili su iniziativa delle controparti. – Le operazioni di rifinanziamento marginali – Depositi presso le banche centrali • Entrambi gli strumenti hanno scadenza overnight e sono disponibili a discrezione delle controparti. • Il tasso di interesse sui primi è più alto del corrispondente tasso di mercato mentre quello sui secondi è più basso. • Sono delle operazioni alle quali si ricorre solo in ultima istanza. • Non essendovi limite all’accesso a tali operazioni i loro tassi di interesse costituiscono il limite massimo e minimo per il tasso di interesse overnight del mercato monetario. • In tale modo il Consiglio Direttivo determina il corridoio all’interno del quale può fluttuare il tasso overnight del mercato monetario (EONIA). La riserva obbligatoria • La Bce impone alle istituzioni creditizie di mantenere un deposito sui conti aperti presso le BCN a titolo di riserva obbligatoria o minima. • L’ammontare di tale riserva è determinato in relazione all’aggregato soggetto a riserva, il quale è a sua volta definito in base alle voci di bilancio. • Per calcolare la riserva obbligatoria si moltiplica l’aggregato soggetto a riserva per il coefficiente di riserva fissato in misura pari al 2%. • Le istituzioni possono dedurre dalla riserva obbligatoria una franchigia fissa (100.000 euro) per ridurre i costi amministrativi connessi alla gestione di riserve esigue. • Per assolvere l’obbligo di riserva le istituzioni creditizie devono detenere disponibilità sui propri conti presso le BCN. • Le controparti possono mobilizzare la riserva stessa. Infatti il rispetto dell’obbligo è determinato in base alla media dei saldi di fine giornata detenuti sui conti di riserva nell’arco di un periodo di mantenimento di circa un mese. • Il periodo di regolamento inizia il giorno di regolamento della prima operazione di rifinanziamento principale successiva alla riunione mensile in cui il consiglio valuta la politica monetaria per concludersi il giorno precedente la corrispondente data di regolamento del mese successivo. • Vi sono state delle forti speculazioni riguardo ad un’imminente variazione dei tassi di interesse dovute al fatto che il calendario dei periodi di mantenimento della riserva obbligatoria fosse svincolato dalle date di riunione del Consiglio direttivo. • A tale proposito sono state adottate due misure – Ridefinizione del calendario dei periodi di mantenimento della riserva obbligatoria – Riduzione ad una settimana della durata delle ORP • Per evitare che il regime di riserva obbligatoria comporti un onere a carico del sistema bancario è riconosciuta una remunerazione pari alla media, calcolata sul periodo di mantenimento, dei tassi marginali di aggiudicazione nelle ORP ponderati in base al numero dei corrispondenti giorni di calendario. • La remunerazione è analoga a quella offerata dal mercato. • Passività tratte dai bilanci delle istituzioni creditizie al 31 maggio 2003. • Periodo mantenimento successivo 24 giugno-23 luglio 2003 • La funzione primaria è stabilizzare i tassi di interesse del mercato monetario tramite il meccanismo di mobilizzazione della riserva permettendo alle istituzioni creditizie di fronteggiare oscillazioni della liquidità. • Funzione secondaria è di permettere alle istituzioni creditizie di trarre profitto dall’impiego di fondi sul mercato monetario mantenendo le riserve al di sotto della media del periodo ogniqualvolta i tassi a breve sul mercato sono superiori a quelli attesi per il residuo periodo di mantenimento. • Al contrario possono raccogliere fondi a prestito sul mercato e detenere una posizione di riserva eccedentaria. • Ampliamento del fabbisogno strutturale di liquidità del sistema bancario. Operazioni di mercato aperto (iniziativa BCE) • Operazioni di rifinanziamento principali • Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine • Operazioni di regolazione puntuale • Operazioni di tipo strutturale ORP • Forniscono gran parte della liquidità necessaria al sistema bancaria. • Vengono effettuate a livello decentrato dalle BCN. • Sono condotte su base settimanale dal marzo 2004. • Si applica la procedura di asta standard che si svolge in 24 ore secondo un calendario ben definito. • Può partecipare ogni controparte che soddisfi i criteri generali di idoneità. • Le ORP si possono svolgere sotto forma di asta a tasso fisso oppure a tasso variabile. • Nel primo caso, il tasso di interesse è preventivamente fissato dalla banca centrale e le controparti partecipanti indicano l’ammontare di fondi che intendono negoziare al tasso di interesse stabilito. • Nel secondo caso, specificano sia l’importo desiderato sia il tasso di interesse al quale sono disposte a effettuare l’operazione. • In entrambi i casi il Consiglio direttivo stabilisce il volume di liquidità da fornire. • Nelle aste a tasso fisso l’aggiudicazione avviene con riparto in proporzione al rapporto fra l’ammontare totale delle offerte presentate e quello della liquidità resa disponibile. • Nelle aste a tasso variabile vengono soddisfatte per prime le offerte ai tassi più elevati e poi quelle a tassi più bassi fino all’esaurimento dell’ammontare previsto per l’operazione. • Al tasso minimo ammesso, tasso di interesse marginale, le offerte sono accolte pro quota in funzione dell’ammontare complessivo di liquidità assegnato. • Per ogni ammontare assegnato il tasso di interesse di aggiudicazione è pari al tasso di interesse offerto. • Esempio • Inizialmente l’Eurosistema ha condotto principalmente aste a tasso fisso. • Dal giugno 2000 è stato adottato il sistema a tasso variabile con tasso minimo di offerta e con metodo di aggiudicazione a tasso multiplo. • Tale cambiamento è stato attuato per contrastare gli eccessi di richiesta (overbidding) nelle ORP a tasso fisso a causa di un ampio divario tra i tassi del mercato monetario e quello applicato alle operazioni. • Tale divario rendeva conveniente la raccolta di fondi presso la BCE e causava un aumento delle richieste in asta da parte di banche. • Nel caso del nuovo sistema d’asta il volume complessivo delle richieste presentate in asta è risultato inferiore all’ammontare necessario per soddisfare regolarmente l’obbligo di riserva. • L’Eurosistema annuncia ogni settimana il fabbisogno stimato di liquidità del sistema bancario per il periodo fino al giorno precedente al regolamento della successiva operazione di rifinanziamento principale. Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine • Operazioni con scadenza a 3 mesi intese a fornire liquidità di più lungo periodo al sistema bancario. • L’Eurosistema non fissa dei tassi di riferimento per tali operazioni. • Le aste si svolgono con tasso variabile e con volumi di aggiudicazione preannunciati. Operazioni di regolazione puntuale • Operazioni di mercato aperto ad hoc sia per immettere sia per assorbire liquidità. • Tendono a regolare le condizioni di liquidità e ad influenzare i tassi di interesse del mercato monetario. • Inoltre sostengono il regolare funzionamento dei mercati e forniscono liquidità in circostanze eccezionali. • Possono assumere la forma di operazioni temporanee, swap in valuta e raccolta di depositi a tempo determinato. • Sono normalmente condotte mediate aste veloci che si svolgono in un’ora dal momento dell’annuncio a quello della comunicazione dei risultati. • L’Eurosistema dispone di ampia flessibilità nel determinare le caratteristiche delle operazioni di regolazione puntuale per reagire rapidamente a sviluppi inattesi sul mercato. Operazioni di tipo strutturale • Hanno scopo di correggere la posizione strutturale di liquidità dell’Eurosistema nei confronti del sistema bancario. • Possono essere impiegate operazioni temporanee, operazioni definitive o emissioni di certificati del debito. • Sono utilizzabili sia per immettere sia per assorbire liquidità con frequenza regolare o non regolare. Operazioni attivabili su iniziativa delle controparti • L’Eurosistema attua la politica economica anche fissando i tassi di interesse sulle operazioni attivabili dalle controparti. • Tali operazioni hanno funzione di immettere liquidità overnight ovvero di riassorbirla. • L’incentivo delle banche ad utilizzare tali operazioni è limitato poiché i tassi applicati sono sfavorevoli rispetto quelli di mercato. • Si utilizzano in casi eccezionali ad esempio nel caso dell’introduzione dell’euro, il passaggio al 2000. • L’assetto operativo è l’insieme di strumenti e procedure utilizzato dalla BCE per controllare i tassi di interesse, regolare la liquidità del mercato monetario e segnalare l’orientamento della politica monetaria tramite i tassi di riferimento fissati dal Consiglio direttivo. • Il sistema bancario dell’area euro ha un deficit aggregato di liquidità e dipende dal rifinanziamento presso l’Eurosistema. • Quest’ultimo agisce da erogatore di liquidità e può orientare i tassi di interesse del mercato monetario e impartire impulsi monetari all’area euro. • L’interazione tra l’Eurosistema e il sistema bancario può essere illustrato tramite il bilancio consolidato dell’Eurosistema. • Dal lato dell’attivo compaiono le 3 principali forme di erogazione di liquidità – Finanziamento delle istituzioni creditizie – Operazioni di rifinanziamento marginale – Attività nette sull’estero • La prima rappresenta le operazioni di mercato aperto; la seconda rappresenta il credito overnight concesso alle istituzioni creditizie; la terza rappresenta il valore delle attività in valuta estera detenute dalla banca centrale al netto delle passività della stessa denominate in valuta estera. • Dal lato del passivo figurano – Disponibilità delle istituzioni creditizie sui conti correnti – Depositi presso la banca centrale – Banconote in circolazione – Depositi delle amministrazioni pubbliche – Altri fattori • La prima voce si riferisce ai saldi presso la banca centrale per regolare le transazioni interbancarie e per l’obbligo di riserva. • La seconda voce corrisponde all’ammontare totale dei depositi overnight accesi su iniziativa delle controparti. • La terza voce costituisce la maggior componente del passivo. • La quarta voce rispecchia l’esistenza sui conti detenuti dalle tesorerie nazionali presso le BCN. • La quinta voce è una posta residuale. • L’ammontare netto di liquidità effettivamente erogato dalla banca centrale alle istituzioni creditizie è dato dalla somma di due componenti: – Fattori autonomi che influiscono sulla liquidità del settore bancario e non dipendono dall’impiego di strumenti di politica monetaria. – Riserve bancarie • Gran parte della liquidità al giugno 2003 è stata erogata tramite ORP. • L’effetto di assorbimento delle banconote in circolazione è dovuta al fatto che le istituzioni creditizie devono ricorrere al credito della banca centrale. Esperienza di conduzione della politica monetaria unica • È possibile distinguere 3 periodi – Dall’inizio del 1999 all’estate del 1999 – Dall’estate 1999 alla fine del 2000 – Il periodo iniziato nella primavera del 2001 • Il Consiglio direttivo iniziò ad operare in una fase di tassi di interesse modesti. • Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali veniva fissato al 3%, quello sulle operazioni marginali e di deposito al 4.5% ed al 2%. • Nel primo trimestre del 1999 i prezzi rimanevano costanti per gli effetti i shock positivi dal lato dell’offerta (calo petrolio, deregolamentazione servizi). • L’inflazione sullo IAPC era inferiore all’1%. • In tali condizioni sono emersi rischi di una bassa crescita dell’attività e che i rischi per la stabilità dei prezzi era orientata verso il basso. • Altri indicatori puntavano verso direzione opposta. – La fiducia dei consumatori era elevata. • Da Febbraio i corsi petroliferi aumentavano, l’euro si indeboliva e M3 cresceva ad un ritmo superiore a quello di riferimento. • In aprile il Consiglio decideva di ridurre il tasso di RP al 2.5%, il tasso di RM al 3.5% e al 1.5% quello sui depositi presso la Bce. • Tale misura mirava a preservare la stabilità dei prezzi nel medio periodo. • Dall’estate del 1999 si manifesta una crescita economica in chiaro aumento dalla seconda parte del 1999 e nel 2000. • Si sono verificate pressioni al rialzo sui prezzi dell’area euro a causa dei prezzi all’importazione. • L’inflazione sullo IAPC saliva oltre il 2% ed aumentavano preoccupazioni circa gli effetti dell’inflazione sui salari e sulle aspettative di inflazione nel lungo periodo. • Anche la moneta cresceva notevolmente dando luogo all’ accumularsi di un’ampia liquidità. • In tale contesto il Consiglio interveniva alzando i tassi di riferimento fino a portare il tasso minimo di offerta sulle ORP al 4.75%, quello sui depositi al 3.75% e sul RM al 5.75%. • La Bce interviene anche per contrastare la flessione del tasso di cambio dell’euro riuscendo ad invertirne il trend verso la fine del 2000. • Agli inizi del 2001 spinta anche da fattori esogeni (Mad Cow Desease) l’inflazione sullo IAPC saliva fino al 3.4% ed accelerava anche la dinamica dei salari. • Tali pressioni sui prezzi contrastavano l’andamento delle variabili reali. con • Già verso la fine del 2000 l’attività mondiale mandava segnali di debolezza. Nell’area euro tali segnali emergevano agli inizi del 2001. • Anche M3 rallentava a seguito della decelerazione delle componenti più liquide (M1) dovuta all’aumento del tasso di interesse di riferimento a fine 1999. • In conclusione, sia gli andamenti monetari che le più deboli prospettive di crescita economica segnalavano un’attenuazione delle pressioni inflazionistiche. • In tale contesto il Consiglio direttivo riduceva i tassi di riferimento di 25 punti base a maggio ed agosto 2001. • Gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 congiuntamente al peggioramento delle prospettive di crescita, portava il Consiglio a ridurre i tassi di riferimento il 17 settembre di 50 punti base così come fatto dalle altre banche centrali. • Tale scelta è stata una risposta eccezionale ad un evento eccezionale mostrando che di fronte ad un shock comune globale si rendesse necessaria una risposta tempestiva e concertata. • L’attività economica sarebbe rimasta modesta fino agli inizi del 2002. • L’espansione monetaria non veniva giudicata come rischiosa per la stabilità dei prezzi. È stata frutto di riallocazioni dal settore azionario a quello obbligazionario. • Alla luce di tali sviluppi i tassi di riferimento sono stati abbassati di 50 punti base a fine 2001. Il tasso sulle ORP era il 3.25%, quello sulle ORM il 4.25% e sui depositi il 2.25%. • Nei primi mesi del 2002 si attenuavano i rischi verso il basso per la crescita economica. • Si registrava un moderato aumento del PIL nell’area euro anche se rimaneva un’incertezza circa l’effettiva forza di tale ripresa. • Nella seconda metà del 2002 si sono intensificati i timori per le prospettive economiche. • Si registrava la tensione geopolitica in medio oriente, l’aumento del prezzo del greggio e gli utili inferiori alle aspettative per molte imprese quotate in borsa. • Nel 2002 l’inflazione rimaneva al di sopra del 2%. • Le preoccupazioni si incentravano sul fatto che le componenti meno volatili dell’inflazione si mantenessero elevate nonostante la debolezza dell’attività economica e che la crescita dei salari nominali rimanesse alta nonostante l’aumento della disoccupazione. • Inoltre si assisteva anche all’apprezzamento dell’euro e ad un aumento sostenuto dell’espansione monetaria fino agli inizi del 2003. Tuttavia i rischi inflazionistici legati alla forte dinamica monetaria erano giudicati bassi. • Fra il dicembre 2002 ed il giugno 2003, il Consiglio direttivo riduceva i tassi di riferimento di 125 punti base. • In tale modo si faceva da contrappeso ai diversi fattori che incidevano negativamente sull’economia. • Il tasso minimo sulle ORP era pari al 2%, quello delle ORM era pari al 3%, mentre quello relativo ai depositi era pari all’1%. • I primi anni si sono rivelati molto impegnativi a causa dei tanti shock di diversa natura che hanno influenzato gli andamenti a breve termine dei prezzi. • Ad esempio, l’aumento delle quotazioni del petrolio tra il 1999 ed il 2000; il deprezzamento dell’euro nello stesso periodo; il rincaro dei prodotti alimentari nel 2001. • Il compito della BCE era di evitare che tali pressioni al rialzo sui prezzi si trasmettessero sulle attese di inflazioni generando spirali salari-prezzi. • Al tempo stesso, la politica monetaria ha reagito agli shock con l’appropriato orientamento a medio termine per limitare la variabilità del prodotto. • Malgrado gli shock avversi fino al 2003 il tasso di inflazione per l’area euro si è collocato in media su un livello solo lievemente superiore al 2%. • La stabilità ha caratterizzato sia le fasi di spinta al rialzo sui prezzi sia i periodi di pressioni al ribasso. • La Bce è stata, sin dal principio, in grado di consolidare la propria credibilità ed ha saputo convincere i mercati ed il pubblico circa la sua volontà di onorare l’impegno assunto di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine.