Piano di Zona: Relazione valutativa anno di gestione 2010

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Piano di Zona:
Relazione valutativa
anno di gestione 2010
Azienda Ulss n. 5 Ovest Vicentino– Direzione dei Servizi Sociali
INDICE
A. Le priorità di intervento seguite………………………………………………………………………………………………………………….…
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B1. Area Anziani: Uno sguardo di insieme……………….…………………………………………………………………………….…………..
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B1.1 I risultati e le criticità………………………….….…………………………………………………………………………………………….
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B2. Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio: Uno sguardo di insieme……………………………
9
B2.1 I risultati e le criticità…………….……………………………….……………………………………………….…..……………………...
11
B3. Area Disabilità: Uno sguardo di insieme…..……………………………………………………………………………………………………
13
B3.1 I risultati e le criticità……………..……………….………………………………………………………………………………..………….
15
B4. Area Dipendenze: Uno sguardo di insieme…..…………………………….…………………………………………………………………
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B4.1 I risultati e le criticità……………………..……….…………………………………………………………………………..……………….
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B5. Area Salute Mentale: Uno sguardo di insieme…….…………………………………………………………………………………………
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B5.1 I risultati e le criticità……………..……………….………………………………………………………………………….….…………….
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B6. Area Marginalità Sociale: Uno sguardo di insieme….………………………………………..…………………………………………….
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B6.1 I risultati e le criticità……………….…………….…………………………………………………………………………………………….
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B7. Area Generale: Uno sguardo di insieme………………………………………………………………………………………………………..
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C. Uno sguardo di insieme sulla programmazione 2007-2010..……………………………………………………………………………..
27
D. Il disegno di valutazione adottato……………………………………….………………………………………………………………………...
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ALLEGATI (SU SUOPPORTO INFORMATICO)………………………………………………………………………………………………
Allegato 0: Situazione demografica…………………………………………………………………………………………………………………………………………
Allegato 1 Area Anziani: La situazione demografica………………………………………………………………………………………………………………….
Allegato 1.a Area Anziani: I servizi………………………………………………………………………………………………………………………………………….
Allegato 2 Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio: La situazione demografica……………………………………
Allegato 2.a Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio i: I servizi………………………………………………………….
Allegato 3 Area Disabilità: La situazione nel territorio dell’Ulss 5………………………………………………………………………………………………..
Allegato 3.a Area Disabilità: I servizi……………………………………………………………………………………………………………………………………….
Allegato 4 Area Dipendenze: La situazione nel territorio dell’Ulss 5…………………………………………………………………………………………….
Allegato 4.a Area Dipendenze: I servizi……………………………………………………………………………………………………………………………………
Allegato 5 Area Salute Mentale: La situazione nel territorio dell’Ulss 5………………………………………………………………………………………..
Allegato 5.a Area Salute Mentale: I servizi……………………………………………………………………………………………………………………………….
Allegato 6 Area Marginalità Sociale: I servizi…………………………………………………………………………………………………………………………….
Allegato 7 Area Generale: I servizi………………………………………………………………………………………………………………………………………….
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RELAZIONI TECNICHE DI U.O. (SU SUOPPORTO INFORMATICO)…………………………………………………………………...
Allegato a: Relazione socio-sanitaria anno 2010 U.O. Adulti Anziani……………………………………………………………………………………………
Allegato b: Distretto socio-sanitario. Assistenza domiciliare integrata. Relazione attività anno 2010………………………………………………
Allegato c: U.O.S.D. Consultori familiari…………………………………………………………………………………………………………………………………..
Allegato d: U.O.S. Tutela Minori, anno 2010…………………………………………………………………………………………………………………………….
Allegato e: U.O.C. Materno infantie – U.O.S. Pediatria di Comunità. Relazione dell’UOS Pediatria di Comunità……………………………….
Allegato f: Relazione annuale attività Unità Operativa Semplice Età Evolutiva/Disabilità, anno 2010………………………………………………
Allegato g: Relazione socio sanitaria anno 2010 Servizio Integrazione Lavorativa (S.I.L.)……………………………………………………………..
Allegato h: Relazione sull’attività svolta dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda U.L.S.S. n. 5 Ovest Vicentino…………………….
Allegato i: Relazione Dipartimento Dipendenze anno 2010………………………………………………………………………………………………………..
Allegato l: Nucleo per le Cure Palliative, Report 2010……………………………………………………………………………………………………………….
Allegato m: Ospedale di Comunità di Valdagno – anno 2010……………………………………………………………………………………………………..
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A. Le priorità di intervento seguite
La presente relazione valutativa è un documento redatto allo scopo di restituire il quadro generale
delle attività e dei servizi resi all’interno del Piano di Zona del territorio dell’azienda ulss5. Il
documento è composto da una prima parte generale in cui vengono proposti dati di sintesi con
l’intento di fornire una rappresentazione globale del Piano di Zona. Una seconda parte è dedicata
ad un focus più approfondito per ciascuna area di intervento di cui si compone il Piano. Questa
parte ha lo scopo di far emergere le peculiarità che riguardano ciascuna area di intervento
nell’anno 2010. L’ultima parte del documento è stata pensata per un interlocutore più tecnico:
questa parte è composta da diversi contributi forniti dalle unità operative e contiene informazioni
tecniche sulle varie aree di intervento e servizi. Si fa notare che il contenuto di questi contributi
non è uniforme da area ad area perché ciascun documento è stato creato con l’obiettivo di
rispondere a specifici bisogni informativi, differenziati sulla base dei diversi stakeholder coinvolti.
Si ritiene opportuno introdurre il processo di valutazione del Piano di Zona anno 2010 con un
prodromo relativo ai fattori esogeni ed endogeni alla rete dei servizi socio-sanitari che hanno inciso
su alcune regole di funzionamento e, conseguentemente, sulle attività svolte dai vari soggetti della
rete. Si tratta di fattori che non risultano di facile ed immediata lettura per tutti gli stakeholder, dal
momento che spesso il loro punto di osservazione sul sistema dei servizi è circoscritto alla
specifica area d’intervento in cui operano: risulta quindi difficile avere uno sguardo unitario di
ampio respiro senza quelle conoscenze preliminari che permettono di cogliere i tratti essenziali del
sistema.
Come sembra emergere dalle analisi in allegato (allegato 0. Situazione demografica), le tendenze
demografiche per il territorio della Ulss5 relative all’anno 2010 si confermano essere le stesse
registrate negli anni precedenti. Per questa ragione, la programmazione strategica del Piano di
Zona è continuata per il 2010 seguendo le stesse priorità previste nel 2009 per ciascuna area di
intervento e con una distribuzione delle risorse che rispecchia le scelte strategiche operate negli
anni precedenti. Tuttavia, alcuni elementi hanno contribuito a rendere il 2010 un anno particolare
rispetto ai precedenti. Tali elementi hanno portato anche al parziale ripensamento della
programmazione per adeguarla alle scelte operate. In particolare, i principali avvenimenti che
hanno caratterizzato la programmazione dei servizi e degli interventi socio-sanitari nel territorio per
l’anno 2010 sono riportati di seguito:
o a partire dalla metà del 2010 si è assistito alla riorganizzazione delle risorse in termini di
attività psicologiche. La scelta strategica, che si inserisce nell’ottica di miglioramento dei
servizi resi in termini di efficacia ed efficienza, ha comportato una diversa ridistribuzione
delle risorse i termini economici per l’anno 2010, specialmente per quanto riguarda l’area
disabilità in età evolutiva.
o
si è rilevata una contrazione del finanziamento regionale per gli inserimenti in comunità
terapeutica per l’area dipendenze. Per il territorio della Ulss5 si è registrata infatti una
diminuzione di €. 174.000,00 in quanto il finanziamento erogato è stato di € 1.245.000,00
nel 2009 e di € 1.071.000,00 nel 2010. Conseguentemente, per il 2010 si è registrata una
contrazione negli inserimenti in comunità terapeutica nonostante a ciò non corrispondesse
alcuna diminuzione del bisogno registrato sul territorio rispetto agli anni precedenti.
o
durante il mese di ottobre 2010 si è avviato un percorso di riorganizzazione della spesa
dedicata alle attività di riabilitazione in favore degli utenti inseriti in centri di servizi per
persone anziane non autosufficienti (attività di fisioterapia, logopedia, …). E’ stato attivato
in tal senso un percorso di monitoraggio e verifica con l’obiettivo di ottimizzare le risorse.
La spesa è passata da € 1.003.000,00 per il 2009 a € 885.000,00 per il 2010, con un
risparmio registrato pari a € 118.000,00. Tale processo è stato avviato nell’ultima parte del
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2010; per questa ragione, l’impatto economico conseguente si registrerà maggiormente a
partire dall’anno 2011.
o
Nel 2010 è notevolmente aumentata la conoscenza del sistema dei servizi territoriali
relativa alla prima infanzia (asili nido). Molte Unità di Offerta che fino al 2009 risultavano
sconosciute sono entrate a far parte a tutti gli effetti della rete dei servizi tramite le
procedure di autorizzazione e accreditamento previste dalla Legge Regionale 22/2002.
Maturare una conoscenza più approfondita del sistema di offerta attualmente presente nel
territorio ha permesso di pensare alla programmazione dei servizi e alla distribuzione delle
risorse in termini più efficaci.
Un’ultima sintetica considerazione viene proposta in merito all’andamento delle quote capitarie
versate dai comuni, le quali sono state confermate rispetto al 2009 o hanno subito adeguamenti
per il 2010 come riportato di seguito:
-
funzioni proprie da €. 19,43 a €. 18,79;
delega anziani confermata come per il 2009 a €.2,18 ;
gestione funzioni tecniche minori confermata come per il 2009 a €. 2,38;
gestione funzioni amministrative minori da €. 2,30 a €. 2,94.
Per le funzioni proprie si registra una contrazione che corrisponde contemporaneamente ad un
incremento della quota della gestione delle funzioni amministrative minori. Pertanto, l’ammontare
dei trasferimenti Comunali è rimasto complessivamente inalterato ma la quota viene finalizzata
diversamente in considerazione dell’aumentato bisogno di forme di supporto alle famiglie che si
trovano in difficoltà nella gestione dei figli.
In generale, gli avvenimenti descritti hanno contribuito a rendere il 2010 un anno importante
anche in vista della nuova programmazione degli interventi socio-sanitari per gli anni 2011-2015.
La nuova programmazione è stata infatti pensata considerando quanto accaduto nel 2010 per
assicurare un sempre maggior livello di efficienza ed efficacia dei servizi ed interventi attivati per il
territorio.
Il totale delle risorse dedicate alla realizzazione delle attività programmate per l’anno 2010 è stato
di €. 79.925.938,55. La seguente tabella 1 ed il relativo grafico 1 mostrano la ripartizione delle
risorse confluite nell’anno 2010 nel Piano di Zona suddivise per macro aree di intervento: viene
confermata la forte incidenza dell’area Anziani con il 58,13% delle risorse, risultano poi comprese
tra il 10% ed il 15% le aree Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio,
Disabilità e Salute Mentale.
Tabella 1: Suddivisione delle risorse per area d’ intervento - anno 2010
Peso dell’area sul tot.
Area
Totale finanziamento (€.)
risorse impiegate
Anziani
46.460.461,68
58,13%
Famiglia, infanzia,
adolescenza…
9.470.962,03
11,85%
Disabilità
11.638.355,39
14,56%
Dipendenze/ alcolismo
2.730.343,75
3,42%
Salute mentale
8.168.692,56
10,22%
Marginalità sociale
537.134,02
0,67%
Generale
919.989,12
1,15%
Totale complessivo
79.925.938,55
100,00%
Fonte: elaborazioni Ufficio di Piano
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Grafico 1: Suddivisione delle risorse per area d’ intervento anno 2010, Ulss5
Anno 2010 (tot. €. 79.925.938,55)
dipendenze
3,42%
marginalità
0,67%
generale
1,15%
salute mentale
10,22%
disabili
14,56%
anziani
58,13%
famiglia,
infianzia,
adolescenza,
minori
11,85%
Fonte: elaborazioni Ufficio di Piano
La distribuzione delle risorse per area di intervento sembra essere in linea con il trend regionale e
si mantiene per il 2010 in linea con il 2009, secondo quanto programmato per il Piano di Zona in
atto per il territorio della Ulss5. Per l’anno 2010 si registra l’affinamento delle modalità di raccolta
dati anche grazie al supporto regionale attraverso l’attivazione di un’apposita comunità di pratica.
La distribuzione delle risorse per il 2010 va considerata alla luce dell’incidenza dei fattori esogeni
ed endogeni richiamati nell’introduzione.
L’impostazione della programmazione anno 2010, in conclusione, è coerente con i trend registrati e
mira a confermare quanto già stabilito negli anni di lavoro precedente.
Nei capitoli successivi si riporta una panoramica delle attività proposte per il 2010 per ciascuna
area di intervento del piano. In questo modo, area per area, si valuteranno delle peculiarità che
hanno contraddistinto la programmazione nel 2010 rispetto agli anni precedenti.
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B1. Area Anziani: uno sguardo di insieme
A seguito dell’analisi sulla presenza di popolazione anziana nel territorio della Ulss 5 (allegato 1.a
Area Anziani: la situazione demografica) si sono valutati i bisogni della popolazione anziana nel
territorio. Alla luce di tali bisogni è stata quindi studiata la programmazione dei servizi sociosanitari per l’anno 2010, che prevede il mantenimento delle stesse priorità di intervento e le stesse
politiche individuate negli anni precedenti, e in particolare:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
consolidare la rete residenziale esistente assicurando l’inserimento di soggetti anziani non
autosufficienti in condizione di gravità non gestibili a domicilio.
assicurare inserimenti temporanei di anziani non autosufficienti per fronteggiare condizioni
di emergenza socio sanitaria non gestibile a domicilio o per dare sollievo alle famiglie.
definizione del sistema di accesso ai sistemi residenziali e semiresidenziali dell’Ulss.
assicurare il migliore sostegno possibile ai cittadini in situazioni di fragilità che rischiano la
precoce esclusione dal loro contesto familiare, per il gravoso onere posto a carico delle
famiglie che se ne occupano.
garantire il raggiungimento di livelli minimi di assistenza domiciliare su tutto il territorio
attraverso l’adozione di un regolamento unico di accesso e di gestione.
promuovere la socializzazione e contrastare l'isolamento, offrire luoghi di aggregazione.
promuovere la salute e il benessere, l’autonomia economica e sociale della popolazione
anziana.
diffondere le informazioni per favorire l'accesso ai Servizi.
favorire l’autonomia economica e sociale.
fornire risposte il più possibile tempestive e soddisfacenti alle persone in condizione di
bisogno.
Per quanto riguarda le risorse economiche impiegate per l’area anziani nell’anno 2010,
l’ammontare complessivo è stato di € 46.460.461,68, pari al 58,13% delle risorse totali dedicate al
Piano di Zona per l’anno 2010. I finanziamenti dell’area anziani provengono da differenti fonti, così
come evidenziato nel grafico 2:
Grafico 2: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Anziani, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot.
€ 46.460.461,68)
Comune/i
7,21%
Regione
46,74%
Utenza
46,02%
Altri enti privati
0,03%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Complessivamente più del 90% delle risorse sono imputabili a due fonti: la Regione contribuisce
infatti con il 46,74% delle risorse, mentre il 46,02% delle risorse dell’area anziani proviene dal
contributo dell’utenza, con particolare riferimento al pagamento delle rette per gli interventi
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residenziali. Il 7,21% delle risorse, infine, è erogato dai Comuni del territorio, chiamati spesso a
coprire le quote degli utenti indigenti per il pagamento di rette per gli interventi residenziali.
Questi dati, pertanto, consentono di confermare la sostanziale applicazione dei LEA.
Grafico 3: Distribuzione risorse per Soggetto responsabile della gestione, Area Anziani, Anno 2010,
territorio Ulss5 (tot. € 46.460.461,68)
ulss
10,1%
comune
4,3% ente religioso
7,1%
fondazione
15,6%
ipab
62,9%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
L’area anziani, come evidenziato nel grafico 3, è caratterizzata da un’importante presenza di
soggetti, quali ipab e fondazioni, a cui è affidato il compito di gestire le risorse erogate per i servizi
ed interventi. Storicamente, la gestione dei sistemi della residenzialità e della semi-residenzialità è
diretta e coinvolge diverse tipologie di enti ed associazioni nel territorio. Per completare la lettura,
si osserva che la Ulss e i comuni gestiscono all’incirca il 15% risorse complessivamente destinate
all’area di intervento.
Osservando il grafico, però, urge precisare che si tratta di dati non del tutto completi: in qualche
sporadico caso si rileva la mancanza di restituzione del dato di finanziamento complessivo da parte
di alcuni centri di servizio del territorio. Tuttavia, la mancanza di restituzione del dato da parte di
queste strutture, che va considerata per tutti i grafici e le analisi qui presentati, non costituisce
ostacolo per la comprensione degli andamenti generali che è possibile osservare nell’area anziani.
Nella successiva rappresentazione delle risorse, suddivise in base al tipo di unità di erogazione, si
evince l’importanza dei percorsi residenziali rappresentati dai centri di servizi, sia per anziani
autosufficienti che non autosufficienti. Il 14,34% delle risorse è assorbito da interventi che
possono essere ricondotti alla domiciliarità, perseguita principalmente tramite i servizi di assistenza
domiciliare socio assistenziale e di assistenza domiciliare integrata.
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Grafico 4: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Anziani, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot. €
46.460.461,68)
UDO
85,20%
ICP
14,34%
Progetti
0,47%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
B1.1 I risultati e le criticità
Il mantenimento del sistema di offerta per dare risposta ai bisogni delle persone anziane nel
territorio è uno dei principali risultati che si rilevano per l’anno 2010. La sinergia di risorse che
vengono messe in campo per assicurare un valido sistema di offerta nell’area anziani è sintomatica
di quanto il lavoro di rete abbia assunto un’importanza fondamentale per il territorio. Sulla base di
un’esperienza pluriennale si è affinata anche per il 2010 la collaborazione tra i Centri di Servizi per
persone anziane, i Comuni del territorio e la Ulss. I Centri di Servizi, in particolare, hanno ricoperto
il ruolo di testimoni privilegiati per la valutazione del bisogno e, lavorando in stretto contatto con le
amministrazioni comunali, hanno permesso di attivare politiche per le persone anziane più mirate
ed efficaci.
La collaborazione è stata efficace anche per quanto riguarda le misure di allarme climatico previste
nel periodo estivo: la sinergia operativa tra Centri di Servizio, Ulss e Amministrazioni comunali ha
costituito una risorsa in favore delle persone anziane in difficoltà a causa delle ondate di calore
registrate durante i mesi estivi.
A ciò si aggiunge la forte spinta per la diffusione e la razionalizzazione delle informazioni che
costituisce obiettivo della realizzazione dello Sportello Integrato per le persone anziane del
territorio. Nel 2010 si è dato il via alla costituzione dello Sportello Integrato specificatamente
rivolto alle persone anziane e ai loro familiari, permettendo così al territorio di lavorare in rete per
la diffusione delle informazioni e la sensibilizzazione ai temi che riguardano l’essere anziani nel
territorio della Ulss 5.
A livello di criticità, si segnala anche per il 2010 la scarsità di impegnative per posti dedicati alla
media intensità assistenziale. Il numero di posti attualmente presente nel territorio non consente di
fornire il supporto adeguato ai presidi ospedalieri per le dimissioni degli utenti che hanno superato
la fase acuta, ma che mantengono un elevato bisogno assistenziale.
Si rappresenta, infatti, che nell’Ulss 5 permane una situazione di sottofinanziamento in quanto a
fronte del fabbisogno di impegnative di residenzialità pari a n. 802, definito dalla DGR 166/2008, il
finanziamento nel 2010 si attesta ancora in 749 impegnative di 1° livello e 10 quote di SAPA.
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B2. Area Famiglia, infanzia, adolescenza,
condizioni di disagio: Uno sguardo di insieme
minori
in
L’andamento costante della presenza di popolazione in età 0-17 anni nel territorio della Ulss5 (si
veda l’allegato 2. Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio: La situazione
demografica) giustifica la decisione di proseguire sul percorso tracciato negli scorsi anni per quanto
riguarda la programmazione dei servizi socio-sanitari rivolti al territorio. Anche per il 2010 le
priorità di intervento sono state:
-
-
-
tutelare la salute dei minori privi di assistenza sanitaria e sociale e figli di famiglie "a rischio"
e multiproblematiche, promuovendo la continuità assistenziale a livello territoriale,
migliorando le informazioni per una maggiore accessibilità e fruibilità ai servizi socio-sanitari e
promuovendo comportamenti corretti per il mantenimento dello stato di salute e benessere;
migliorare la collaborazione tra Azienda Ulss e PLS per promuovere lo sviluppo delle forme
associative, individuando modalità appropriate per assicurare una efficace ed effettiva
continuità assistenziale nell’ambito dell’assistenza primaria, migliorare la qualità delle
prestazioni implementando i percorsi diagnostico-terapeutici per determinate patologie
pediatriche migliorandone l’appropriatezza prescrittiva e promuovere iniziative di
sensibilizzazione, prevenzione e promozione della salute;
proporre e promuovere stili di vita e comportamenti tesi a migliorare la qualità della vita della
popolazione in tutti i suoi aspetti: fisico, psichico e relazionale;
diffondere le informazioni per favorire l’accesso ai servizi e favorire l’autonomia economica e
sociale;
promuovere l'agio attraverso la realizzazione di percorsi/progetti in cui i minori si sentano
accolti in un ambiente positivo e valorizzante;
sostenere la famiglia nel complesso compito educativo attraverso anche il potenziamento di
servizi educativi diurni, anche per contrastare il ricorso all’allontanamento dalla famiglia;
promuovere il benessere della famiglia, delle coppie con presa in carico anche terapeutica;
sostenere la genitorialità naturale ed adottiva, ed offrire supporto nei casi di separazione;
tutelare la salute della donna e della maternità ed assicurare sostegno psico-sociale;
accompagnare gli adolescenti nei percorsi di scelta di vita, anche con interventi di consulenza
e di presa in carico in collegamento ed in rete con gli altri servizi;
tutelare i minori che si trovano in stato di disagio e di pregiudizio;
coinvolgere la comunità nel sentirsi partecipe e disponibile nella tutela dei minori di età in
situazioni di pregiudizio;
contribuire alla diffusione dell’esercizio dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Per la realizzazione degli interventi programmati per l’anno 2010 è stato impiegato un
finanziamento complessivo di €. 9.470.962,03 pari all’11,85% del totale dei finanziamenti dedicati
al Piano di Zona.
Il grafico seguente riporta la ripartizione delle risorse confluite nel Piano di Zona tra le varie fonti di
finanziamento nell’area di intervento Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di
disagio.
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Grafico 5: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in
condizioni di disagio, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot. € 9.470.962,03)
Comune/i
54,64%
Regione
25,75%
Utenza
19,58%
Altri enti privati
0,03%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Le principali fonti dell’area in questione sembrano essere i Comuni, con il 54,64% delle risorse
impiegate, la Regione con il 25,75% e gli utenti, che contribuiscono con il 19,58% delle risorse
dedicate all’area. Si sottolinea comunque che operare riflessioni in merito alle fonti che erogano
risorse destinate all’area non è semplice, dal momento che in tale area sono compresi interventi
che spaziano dalla tutela minori alle attività di promozione per la prima infanzia o di sostegno alla
genitorialità. Rispetto al passato, comunque, si denota uno spostamento nella distribuzione con un
maggior peso di risorse erogate da fonte comunale. A ciò potrebbe aver contribuito l’affinamento
della conoscenza dei servizi avvenuto nel corso del 2010 e descritto nelle premesse del presente
documento. Questa riflessione è da tenere presente quando si osserva qualsiasi dato relativo
all’area, come nel caso del seguente grafico, in cui si evidenzia la distribuzione delle risorse per
Soggetto Responsabile della gestione dei servizi.
Grafico 6: Distribuzione risorse per Soggetto responsabile della gestione, Area Famiglia, infanzia,
adolescenza, minori in condizioni di disagio, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot. € 9.470.962,03)
ulss
36,2%
comune
53,2%
privato profit
2,4%
cooperativa
sociale
0,8%
fondazione
7,4%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Il grafico 6 restituisce l’immagine della complessità dell’area. La maggior parte delle risorse per
l’area sembra essere assorbita dal sistema del pubblico, che gestisce sia il pagamento delle rette
per utenti che vengono inseriti in comunità site al di fuori del territorio, sia un buon numero di
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strutture semiresidenziali destinate alla promozione dell’infanzia (asili nido). Per quanto riguarda la
promozione della prima infanzia, in particolare, il sistema del pubblico nel tempo ha preso
l’iniziativa di fornire una risposta istituzionale al bisogno espresso dallo specifico territorio.
Tuttavia, si è configurata una scelta operativa di collaborazione con soggetto terzi incaricati della
gestione del servizio. La scelta di esternalizzazione garantisce maggiore elasticità nella gestione
delle risorse che il soggetto pubblico ad oggi, a causa di vincoli di bilancio e dei patti di stabilità,
non può garantire. Emerge quindi a presenza di una serie di enti privati il cui contributo assume un
peso rilevante nella gestione delle risorse dell’area. A tal proposito, si fa presente la difficoltà
riscontrata nell’ottenere dati di finanziamento da parte di alcune di queste strutture che afferiscono
al privato. I dati mancanti potrebbero causare una diversa distribuzione di risorse con un maggior
peso attribuito alla gestione di enti privati nell’area. Il processo di ottenimento dei dati appare ad
oggi in via di affinamento continuo. Pertanto, si confida in futuro di riuscire ad ottenere un
maggior grado di precisione nella distribuzione in oggetto.
Grafico 7: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in
condizioni di disagio, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot. € 9.470.962,03)
icp
52,23%
udo
41,15%
progetti
6,61%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Gli interventi descritti nel 2010 sono prevalentemente I.C.P. Si nota rispetto al passato la
apparente diminuzione delle risorse dedicate alle U.D.O. rispetto alle I.C.P. Ciò potrebbe essere
causato dall’affinamento delle conoscenze già citato in precedenza che si concentra soprattutto su
servizi che vengono classificati come Insiemi Complessi di Prestazioni. Di contro, a partire dal 2010
è entrata a regime la gestione della delega amministrativa connessa all’esercizio delle funzioni della
tutela minori. Pertanto, l’azienda Ulss ha gestito in forma solidale il budget per il pagamento delle
rette derivanti dal collocamento residenziale di minori anche in territorio extra-Ulss per specifiche
necessità specialistiche. Tale budget contribuisce ulteriormente ad aumentare il peso degli Insiemi
Complessi di Prestazioni sul totale degli interventi dell’area.
Si rileva infine un notevole impiego di risorse erogate nel corso del 2010 per attività progettuali.
B2.1 I risultati e le criticità
Tra i principali risultati che si riscontrano nel 2010 sono da rilevare il maggior sostegno alla
genitorialità, realizzato tramite il potenziamento dei centri ludico-ricreativi del territorio, e il
potenziamento del centro affido. A questo proposito, è utile rilevare una criticità che ha influenzato
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anche per il 2010 la programmazione degli interventi nel territorio per dare risposta a minori in
condizione di disagio.
Il numero di famiglie del territorio disposte ad accogliere minori in affido è aumentato nel corso
degli anni; nonostante ciò, tale numero risulta ancora contenuto rispetto alle esigenze riscontrate
a livello territoriale. Per questo motivo, talvolta risulta ancora impossibile evitare
l’istituzionalizzazione a minori che potrebbero invece avere accesso a servizi che consentano di
mantenere inalterata la situazione familiare conosciuta. In altre parole, appare difficile ad oggi
garantire a tutti i minori che potrebbero accedere all’affidamento temporaneo una tale soluzione.
Conseguentemente, per il 2010 si è registrato un sensibile aumento della spesa destinata al
pagamento delle rette per la permanenza di minori in comunità.
Per quanto riguarda la pediatria di comunità poi, nel 2010 si riscontra che il percorso di
uniformazione degli interventi di prevenzione sul territorio, che aveva avuto inizio nel 2008, è
arrivato a conclusione. In particolare, il programma di visite domiciliari in seguito a dimissioni da
ospedale, realizzato grazie al lavoro di rete dei due punti salute territoriali di Arzignano e Valdagno
e all’apporto di strumenti informatizzati, ha raggiunto l’obiettivo di diminuire i tempi,
promuovendo le visite domiciliari in media entro 7 giorni dalla dimissione del minore dall’ospedale.
Nel 2010, poi, è stato raggiunto l’obiettivo di aumentare le attività di educazione alla salute nelle
scuole. A tal proposito, è stata rilevata la soddisfazione degli utenti e degli insegnanti tramite
apposito questionario i cui risultati sono riportati in allegato al presente documento (allegato e.
Relazione attività dell’UOS Pediatria di Comunità).
Una criticità che si rileva per il 2010 è la difficoltà di ridurre il numero di accessi al pronto soccorso
pediatrico tramite l’intervento di servizi territoriali. La difficoltà nel ridurre il numero di accessi
dipende dalle singoli motivazioni che spingono gli utenti a rivolgersi al pronto soccorso pediatrico
anziché rivolgersi al pediatra o ad altri servizi del territorio.
Di seguito, infine, si propone una carrellata di indicatori relativi alle attività dell’integrazione sociale
che sono attualmente disponibili per comprendere gli obiettivi raggiunti nel corso del 2010:
1. si registra un trend in aumento di alunni certificati (772/2009 – 833/2010), di cui il 28% di
immigrati
2. in aumento il n. di alunni con assegnazione OSS (106/ 2005 – 187/2010), pari al 20% dei
certificati
3. si allarga l’età di accesso alla frequenza scolastica (nido – superiori)
4. in aumento l’intercetto precoce delle problematiche (patologie gravi, croniche e/o progressive,
complesse..), il numero delle nuove patologie (autismo – ADHD – dislessia), la diffusione di
strumenti più affinati, appropriati e specifici
5. in aumento la media oraria di OSS assegnata per alunno di + 30’
Tali indicatori permettono di considerare che , tramite il servizio di integrazione scolastica, nel
2010 rispetto al passato è stato possibile fornire una risposta più efficace ed adeguata agli alunni
che presentano problematiche di vario genere.
12
B3. Area Disabilità: Uno sguardo di insieme
Per il 2010 è ritenuto opportuno confermare le priorità e le politiche di intervento così come
stabilite per la programmazione del piano 2007-2009, anche alla luce dell’analisi della popolazione
disabile presente nel territorio della Ulss 5 riportata in allegato (Allegato 3 Area Disabilità: la
situazione nel territorio dell’Ulss 5). Si è ritenuto altresì di proseguire con la realizzazione degli
stessi interventi al fine di realizzare degli obiettivi prefissati in fase di programmazione iniziale. Di
seguito si propongono le politiche adottate per le U.O. dell’area Disabili.
Politiche di intervento area disabilità età adulta:
- consolidare la rete dei servizi diurni dedicati alle persone con disabilità;
- consolidare la rete di servizi residenziali dedicati alle persone con disabilità;
- diffondere informazioni per favorire l’accesso degli utenti ai servizi territoriali;
- favorire l’autonomia economica e sociale delle persone con disabilità;
- sostegno ai cittadini in situazione di fragilità al fine di evitare l’esclusione sociale.
Politiche di intervento area disabilità età evolutiva, tra le altre:
- Assicurare risposte ai bisogni prioritariamente individuati nella erogazione di
prestazioni diagnostiche, riabilitative/abilitative, psicologiche, sociali ed educative
rispondenti ai Livelli di Assistenza (L.E.A.) in forma integrata e multidisciplinare;
- Garantire l’integrazione scolastica e sociale e i diritti delle persone con disabilità,
mirando le azioni su due principali obiettivi: la centralità della persona con disabilità
e la sua famiglia; l’ambiente come elemento di facilitazione all’integrazione e non
come elemento di ostacolo. Promuovere azioni di formazione e informazione a
livello territoriale per la cultura dell’aiuto e della solidarietà;
- Sostenere la non autosufficienza, migliorando la qualità della vita e sostenendo la
continuità assistenziale;
- Modernizzare e professionalizzare le tecniche abilitative in favore delle persone in
situazione di disabilità in condizione di gravità e delle famiglie per rendere gli
interventi sulla persona più efficaci e rispondenti a criteri di “evidence” clinica;
- Prevenire le condizioni a rischio promuovendo azioni di supporto efficaci;
- Individuare obiettivi di facilitazione all’accesso dei servizi, tutelando specialmente le
face deboli della popolazione dove il problema dello sviluppo cognitivo e linguistico
si interseca con quello socio-culturale dell’immigrazione;
- Promuovere stili di educativi e ambienti di vita sani;
- Garantire il diritto allo studio;
- Favorire l’autonomia e l’integrazione sia a livello di singolo sia a livello di nucleo
familiare;
- Ampliare le capacità relazionali e di lavorare in gruppo.
Politiche di intervento area SIL:
- mediare l’inclusione nel mondo del lavoro delle persone con disabilità;
- proporre sperimentazioni di orientamento, formazione e accompagnamento al
lavoro;
- creare una rete istituzionale in grado di affrontare l’inserimento lavorativo delle
persone con disabilità o in situazione di svantaggio sociale in modo univoco ed
efficace evitando lo spreco di risorse per sviluppare nuove opportunità occupazionali
- implementare la diffusione della cultura di responsabilità sociale dell’azienda;
Per mettere in atto le azioni previste per perseguire le politiche individuate nel 2010 sono stati
erogati €. 11.638.355,39, pari al 14.56% del totale dei finanziamenti finalizzati per il Piano di Zona.
Le risorse per l’area disabilità sono state erogate da diverse fonti, così come descritto nel grafico
seguente.
13
Grafico 8: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Disabili, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot.
€ 11.638.355,39)
Altro
0,32%
Regione
53,34%
Altri enti privati
1,20%
Utenza
5,62%
Altri enti pubblici
0,38%
Comune/i
39,14%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Il grafico 8 rappresenta la ripartizione tra le varie fonti di finanziamento delle risorse confluite nel
Piano di Zona. Le principali fonti dell’area sono la Regione, con il 53,4% dei finanziamenti, e i
Comuni con il 39,14%. Si sottolinea la compartecipazione da parte dell’utenza ai servizi sociosanitari dedicati alla disabilità con un contributo che si attesta al 5,62% del totale delle risorse
dedicate. La distribuzione delle risorse risulta in linea con il trend regionale registrato per il 2009.
Grafico 9: Distribuzione risorse per Soggetto responsabile della gestione, Area Disabilità, Anno 2010,
territorio Ulss5 (tot. € 11.638.355,39)
associazione no
profit
13,5%
comune
8,8%
ulss
43,4%
cooperativa
sociale
34,1%
ipab
0,3%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Dal grafico 9 emerge la situazione relativa alla sussidiarietà del sistema che caratterizza l’area
Disabilità. In particolare, il sistema del Pubblico (Ulss, Comuni e Ipab) è incaricato della gestione
della maggior parte delle risorse economiche destinate alla realizzazione di servizi ed interventi nel
territorio. D’altro canto, il 47,6% delle risorse dell’area viene gestito dal privato sociale,
tipicamente per la gestione del sistema di semiresidenzialità e residenzialità riservato a persone
con disabilità. In questo caso, le strutture del territorio vengono gestite direttamente da
cooperative o associazioni che accolgono gli utenti del territorio o provenienti da territori limitrofi
contribuendo alla diffusione della cultura del lavoro in rete per dare risposta ai bisogni del
territorio.
14
Nel successivo grafico si propone la suddivisione delle risorse in base al tipo di unità di erogazione.
Grafico 10: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Disabili, Anno 2010, territorio Ulss5 (tot. €
11.638.355,39)
icp
34,83%
udo
62,45%
progetti
2,71%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Dal grafico emerge che la maggior parte delle risorse è destinata alle unità di offerta (U.D.O.), con
particolare riferimento alle strutture residenziali e semiresidenziali del territorio, nello specifico
centri occupazionali diurni e comunità alloggio. Gli insiemi complessi di prestazioni assorbono
complessivamente il 34,83% delle risorse dell’area: in questo caso si tratta principalmente delle
funzioni istituzionali dell’U.O. Disabilità in età evolutiva e dell’U.O. Servizio di Integrazione
Lavorativa.
I dati presentati sono in linea con quanto emerso nel 2009. E’ pertanto possibile considerare
ancora una volta come nel 2010 si siano confermate le politiche e le conseguenti azioni per gli
interventi e i servizi proposti nel territorio della Ulss5 nel segno di una continuità temporale che
segna la conclusione del piano di zona 2007-2009 nella sua proroga per l’anno 2010.
B3.1 I risultati e le criticità
Come evidenziato in più passaggi, per l’area disabilità il 2010 ha segnato un momento di
stabilizzazione e di conferma delle attività precedentemente avviate e potenziate nel territorio. La
residenzialità e della semiresidenzialità, in particolare, sono stati i principali sistemi di azione attuati
per dare risposte ai bisogni del territorio in ambito di disabilità (si veda a questo proposito
l’approfondimento in allegato 3.a Area Disabilità: I servizi).
Le azioni principali rivolte a tali utenti sono così riassumibili:
•
•
•
Sollievo per le famiglie: Sono stati incrementati i Progetti Sollievo tramite accoglienza
temporanea e pronta accoglienza presso strutture.
Servizi diurni: Sono state incrementate le azioni rivolte all’integrazione sociale e i progetti
innovativi. Sono stati attivati numerosi programmi dedicati, tra cui i laboratori con le scuole
Impara l’arte con Azzurra e il Progetto Squadra mobile in collaborazione con il distretto
socio sanitario.
Residenzialità: anche nell’anno 2010 si è proseguito nell’attività atta a favorire l’autonomia
abitativa con la promozione di gruppi appartamento, con il sensibile contributo del Terzo
Settore.
15
A tali proposte si aggiungono le azioni legate al servizio di integrazione lavorativa, in difficoltà a
causa della crisi economica, ma contemporaneamente rilanciato da un progetto finanziato dal
Fondo Sociale Europeo attraverso cui si sono ampliate le sinergie tra i soggetti istituzionali e mondi
dell’istruzione, della formazione e dell’impresa.
Il trattamento della disabilità in età evolutiva, infine, ha avuto nel 2010 esiti positivi per quanto
riguarda il numero dell’utenza raggiunta e gli esiti nella presa in carico dei soggetti.
A livello di criticità, permangono per l’area disabili difficoltà legate all’aumento dei tempi della
presa in carico. Le nuove prese in carico sono in diminuzione rispetto al passato, ma i tempi di
presa in carico si allungano e, conseguentemente, aumenta il numero di utenti storicamente in
carico ai servizi, con un aumento significativo del carico di lavoro dedicato.
Altra considerazione riguarda la tipologia di utenza che, come si rileva in età evolutiva, presenta
una sensibile incidenza di disturbi generalizzati dello sviluppo tipo autismo. I familiari e le
Associazioni di familiari segnalano difficoltà con le strutture sanitarie e ospedaliere, che
frequentemente sono impreparate ad accogliere e a relazionarsi con la persona con grave
disabilità. Emerge quindi la necessità che il personale sia preparato ad approcci e modalità di
comunicazione che siano corretti e rispettosi dei diritti delle persone con grave disabilità,
soprattutto di tipo relazionale, nonché all’organizzazione di ambienti adeguatamente strutturati.
16
B4 Area Dipendenze: Uno sguardo di insieme
Alla luce dell’apparente stabilità nel numero di utenti seguiti dai servizi dell’area dipendenze per
l’anno 2010 (si veda a questo proposito l’allegato 4. Area dipendenze: la situazione nel territorio
della Ulss5), si confermano le stesse priorità di intervento individuate negli anni precedenti di
programmazione:
- riduzione dell’uso di sostanze illegali
- riduzione dell’uso di sostanze legali
- prevenzione dei comportamenti a rischio e di abuso di sostanze legali ed illegali
- inserimento lavorativo dei soggetti tossicodipendenti e alcoldipendenti
- favorire l’accesso ai servizi tramite la distribuzione di informazioni
- favorire l’autonomia personale e di nucleo familiare e tutela della persona in
condizioni di fragilità, di precarietà psicofisica e di non autosufficienza
Per realizzare le azioni che si riferiscono alle politiche sopra declinate sono stati erogati per l’anno
2010 €. 2.730.343,75 pari al 3,42% del totale delle risorse dedicate nel 2010 al Piano di Zona.
Grafico 11: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Dipendenze, anno 2010, territorio Ulss5
(tot. € 2.730.343,75)
Utenza
0,13%
Altri enti privati
0,77%
Regione
95,40%
Comune/i
3,70%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Il grafico 11 mette in evidenza come il finanziamento delle azioni sia coperto per il 95,40% dalla
Regione. I finanziamenti erogati da fonti comunali si riferiscono quasi esclusivamente ad azioni di
integrazione del reddito oppure ad interventi di natura progettuale con finalità preventive.
17
Grafico 12: Distribuzione risorse per Soggetto responsabile della gestione, Area Dipendenze, Anno 2010,
territorio Ulss5 (tot. € 2.730.343,75)
associazione no
profit
1,5%
comune
4,2%
ente religioso
0,4%
cooperativa sociale
2,2%
ulss
91,8%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
In linea con quanto emerso nel grafico 11, il grafico 12 evidenzia che la gestione dei finanzianti
erogati per l’area Dipendenze nell’anno 2010 è a quasi totale carico del sistema Pubblico, che si
profila come responsabile della gestione preponderante per dare risposta ai bisogni dell’utenza
dell’area delle dipendenze.
Grafico 13: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Dipendenze, anno 2010, territorio Ulss5 (tot.
€ 2.730.343,75)
icp
52,46%
udo
43,47%
proge tti
4,07%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Il grafico 13 fotografa la situazione dell’area dal punto di vista delle tipologie di servizi/interventi
erogati sul territorio, distinti in base al tipo di unità di erogazione in cui si classificano. Nel caso
dell’area dipendenze, si conferma il forte investimento di risorse in unità di erogazione quali SERT
e comunità terapeutiche, classificate come Unità di Offerta (U.D.O.). La maggior parte degli
interventi descritti fa comunque parte della categoria degli Insiemi Complessi di Prestazioni
(I.C.P.); si tratta in buona parte del pagamento delle rette per l’inserimento di utenza in servizi
residenziali situati al di fuori del territorio della Ulss5. I progetti, infine, sono costituiti per l’anno
2010 dal Piano area dipendenze e si sviluppano prevalentemente nell’ottica della prevenzione.
18
B4.1 I risultati e le criticità
Per quanto riguarda il 2010 il mantenimento del sistema dei servizi ed interventi attivati per l’area
dipendenze costituisce un risultato positivo che va considerato. A ciò si aggiungano i risultati
ottenuti con il lavoro di rete per favorire il cambiamento culturale dell’approccio all’utenza dei
servizi per l’individuazione dei bisogni emergenti del territorio.
Tale cambiamento culturale, tuttavia, è molto difficile da monitorare e valutare. Allo stato attuale,
la valutazione del sistema per la programmazione dei servizi ed interventi del territorio può
avvenire principalmente tramite l’osservazione del numero di utenti già in carico ai diversi servizi
per l’anno 2010 o per gli anni precedenti.
Appare difficile operare una riflessione più generica riguardo ai potenziali utenti dei servizi, ovvero
a coloro che manifestano bisogni sconosciuti ai servizi e che per questa ragione non sono ancora
stati intercettati dal sistema.
Un modo per intercettare ed interpretare tali bisogni nascosti è stato quello, per il 2010 come per il
passato, di attuare un piano dipendenze costituito da progettualità specifiche per il territorio.
Tuttavia, il finanziamento regionale del piano per le dipendenze non verrà probabilmente rinnovato
nei prossimi anni; la criticità che ne deriva stimola per il futuro un parziale ripensamento del
sistema di offerta allo scopo di individuare i bisogni emergenti non ancora intercettati dal sistema
dei servizi attivi nel territorio e un orientamento alla definizione di un ordine di priorità che,
probabilmente, sarà più rivolto al contrasto che alla prevenzione del disagio.
19
B5 Area Salute mentale: Uno sguardo di insieme
L’investimento principale per l’area Salute Mentale per il periodo 2007-2010 è stato quello di
favorire le soluzioni intermedie con l’obiettivo principale di facilitare il più possibile l’integrazione
sociale dell’utenza con problematiche di salute mentale. Lo scopo è stato quello di conservare, per
quanto possibile, la dimensione di vita dell’utente, producendo il benessere del vivere quotidiano
così come previsto dalla L. 180/1978. Si è cercato altresì di favorire relazioni positive tra gli utenti
stessi. Tale investimento, pertanto, ha caratterizzato il Piano di Zona per gli anni 2007-2010 e
caratterizzerà ulteriormente la programmazione dei servizi e interventi dell’area Salute Mentale per
il prossimo Piano di Zona 2011-2015.
Nell’ottica di realizzare questi obiettivi generali, si è confermata per il 2010 la programmazione dei
servizi ed interventi sul territorio già individuata negli anni precedenti. La programmazione segue
dunque le stesse priorità e politiche degli anni passati. Le azioni proposte a favore degli utenti che
afferiscono all’area Salute Mentale si sviluppano con la prospettiva di:
- implementare le attività territoriali del Dipartimento di Salute Mentale;
- raggiungere e mantenere gli obiettivi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria
LR 4080/2000;
- perseguire l’integrazione socio-sanitaria per una migliore cura e assistenza dei
pazienti affetti da gravi patologie psichiatriche;
- sostenere l’attuale attività di RSA per dare risposta al bisogno di assistenza
estensiva;
- favorire l’accesso ai servizi territoriali per l’utenza;
- favorire l’autonomia, l’integrazione sociale della persona e del nucleo familiare e
tutelare le persone in condizioni di fragilità, di precarietà psicofisica e di non
autosufficienza;
- rispondere a situazioni di disagio mentale che diminuiscono le capacità di gestire i
propri interessi.
Seguendo quindi le sopraccitate priorità di intervento per l’anno 2010 sono stati programmati
servizi ed interventi che hanno comportato l’erogazione di un finanziamento totale di €.
8.168.692,56, pari al 10,22% del totale delle risorse destinate al Piano di Zona. Nel grafico
seguente è possibile osservare la distribuzione di tali risorse in base alla fonte di provenienza.
Grafico 14: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Salute Mentale, anno 2010, territorio
Ulss5 (tot. € 8.168.692,56)
Altri enti privati
0,17%
Altri enti pubblici
3,98%
Regione
87,40%
Utenza
7,04%
Comune/i
1,42%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
20
La distribuzione di risorse per l’anno 2010 sembra essere in linea con il 2009 e con quanto
registrato a livello Regionale nei territori delle altre Ulss. La maggior parte dei finanziamenti erogati
è di provenienza Regionale. Spicca nella distribuzione la presenza di contribuzione da parte
dell’utenza per il 7,4% del totale dell’area salute mentale. In questo caso, si tratta principalmente
dell’ammontare corrispondente alle indennità di accompagnamento versate dagli utenti inseriti
presso le RSA per pazienti psichiatrici del territorio della Ulss5.
Grafico 15: Distribuzione risorse per Soggetto Responsabile della Gestione, Area Salute Mentale, anno
2010, territorio Ulss5 (tot. € 8.168.692,56)
cooperativa
sociale
10,4%
comune
1,3%
ulss
88,3%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Dal grafico 15 emerge che la maggior parte del sistema della Salute Mentale è governato dal
Pubblico, in particolare dall’azienda Ulss. E’ altresì da considerare che il 10,4% delle risorse
destinate all’area è gestito per l’erogazione dei servizi da cooperative sociali. Si tratta in questo
caso di cooperative sociali che si occupano di gestire i centri occupazionali diurni destinati ai
pazienti psichiatrici e il sistema della residenzialtà del territorio.
L’analisi sottostante, riguardante la distribuzione dell’ammontare del finanziamento per tipo di
intervento, permette di sottolineare alcune differenze rispetto al 2009, quando la quasi totalità
degli interventi descritti nell’area Salute Mentale veniva classificata come unità di offerta U.D.O.
Grafico 16: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Salute Mentale, anno 2010, territorio Ulss5
(tot. € 8.168.692,56)
icp
29,84%
udo
65,39%
progetti
4,78%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
21
Apparentemente, nel 2010 sembra emergere un aumento del peso degli Insiemi Complessi di
Prestazioni (I.C.P.) sul totale dell’area rispetto agli anni precedenti. Si tratta in realtà di un
dettaglio tecnico che non corrisponde ad un cambiamento nel tipo di interventi erogati: per
coerenza con la classificazione proposta dalla Regione le RSA per pazienti psichiatrici sono state
classificate nella dicitura “Altri interventi residenziali”, quindi come I.C.P. e non come U.D.O.
Sostanzialmente, però, la situazione rispetto al 2009 non è mutata: nel 2010 i finanziamenti
dedicati all’area risultano prevalentemente dedicati ad attività residenziali e semi-residenziali per
pazienti psichiatrici e ad attività legate al CSM – Centro di Salute Mentale. Come accadeva per il
2009, quindi, si riscontra un peso residuale rispetto al totale dell’area delle attività progettuali e di
sostegno economico.
B5.1 I risultati e le criticità
Un primo risultato che si rileva per l’anno 2010 è il mantenimento sostanziale del sistema di offerta
di residenzialità e semiresidenzialità nel territorio. A ciò si aggiungono risultati legati alla
personalizzazione delle risposte da attivare per gli utenti ai servizi: negli ultimi anni, senza
eccezione per il 2010, si è lavorato in funzione di una riduzione della degenza media ospedaliera e
dell’attivazione di risposte personalizzate che tengano conto delle caratteristiche e dei bisogni di
ogni singolo utente.
Un altro risultato importante, che deriva dal cambiamento culturale di una maggiore attenzione
alle specificità dell’utente che si è rilevato negli ultimi anni, riguarda una maggiore consapevolezza
in fase di operatività accompagnata da una maggior conoscenza dei servizi e delle risposte che si
possono attivare di volta in volta. A ciò si aggiunge anche lo sviluppo del lavoro in rete, che anche
nel 2010 ha messo in connessione gli enti pubblici con il privato sociale e con gli altri enti o
associazioni che operano nel territorio in favore delle persone che presentano problematiche legate
alla salute mentale.
In questo discorso generale si colloca la grande attenzione riservata anche nel 2010 per il
reinserimento sociale delle persone affette da problematiche di salute mentale. A questo proposito,
si è rafforzata nel 2010 la rete di appartamenti protetti per il reinserimento sociale, fornendo
risposte adeguate agli utenti che possono condurre la propria vita in autonomia pur essendo in una
condizione di protezione ed accompagnamento.
22
B6 Area Marginalità sociale: Uno sguardo di insieme
Per il 2010 è continuata la programmazione delle risposte ai bisogni per le persone in situazione di
marginalità sociale. Si confermano a tal proposito le priorità di intervento stabilite per gli anni
precedenti del Piano e di seguito elencate:
•
•
•
promozione dell’integrazione attraverso percorsi educativi specifici di apprendimento
linguistico, didattico e di acquisizione di competenze e abilità utili per l’inserimento
lavorativo e sociale
superamento di situazioni di povertà estrema e di attivazione di percorsi e strutture per
l’inclusione sociale
attività di informazione per favorire l’accesso ai servizi territoriali
Sulla scorta delle priorità di intervento individuate, per il 2010 sono state confermate le azioni
realizzate negli anni precedenti. L’ammontare complessivo di risorse dedicate a tali azioni è stato
nel 2010 di €. 537.134,02, pari allo 0,67% del totale delle risorse dedicate al Piano di Zona. La
marginalità sociale si configura quindi come un’area residuale nel complesso di risorse erogate per
il Piano di Zona; ciò trova spiegazione nel fatto che si tratta di un’area poco strutturata e
caratterizzata dalla quasi totale assenza di strutture dedicate. Si rileva altresì che trattandosi di un
territorio, sotto il profilo morfologico, poco servito da mezzi pubblici e lontano dalla città capoluogo
di provincia, la presenza di fenomeni di povertà estrema, di persone vittime di tratta e
sfruttamento sessuale è più scarsa.
Di seguito si propone la distribuzione delle risorse erogate per fonte di finanziamento.
Grafico 17: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Marginalità sociale, anno 2010,
territorio Ulss5 (tot. € 537.134,02)
Regione
0,54%
Comune/i
53,39%
Altro
1,89%
Altri enti privati
37,78%
Utenza
6,41%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Dal grafico emerge che la prima fonte di finanziamento per le attività che riguardano l’area della
marginalità sociale è rappresentata dai Comuni del territorio. A ciò corrisponde principalmente il
finanziamento erogato per diverse tipologie di contribuzioni economiche. Il 37,78% dei
finanziamenti dell’area ha poi origine da “Altri enti privati”: in questo caso si tratta principalmente
del finanziamento messo a disposizione dalla Fondazione Cariverona per la realizzazione e per la
gestione di strutture di accoglienza nel territorio aziendale. Il finanziamento di tali strutture assume
un peso rilevante sul totale dell’area, come si può osservare nel grafico seguente.
23
Grafico 18: Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Marginalità Sociale, anno 2010, territorio
Ulss5 (tot. € 537.134,02)
icp
35,37%
udo
62,83%
progetti
1,80%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Il grafico 18 riguarda la distribuzione dell’ammontare del finanziamento per tipo di intervento. In
questo caso il 62,83% delle risorse viene impiegato per Unità di Offerta (U.D.O.). Si tratta delle
strutture d accoglienza già citate in precedenza, strutture che negli anni precedenti avevano una
connotazione progettuale e, di conseguenza, non venivano classificate come U.D.O. A partire dal
2010 tali strutture vengono considerate come Unità di Offerta in coerenza con la nuova
classificazione dei servizi/interventi proposta dalla Regione per il Piano di Zona 2011/2015 (si veda
l’allegato B alla DGR n. 2082 del 03/08/2010). Il 35,37% delle risorse, in coerenza con quanto
rendicontato nel 2009, riguarda invece contributi destinati principalmente all’integrazione del
reddito e attività di segretariato sociale.
Per quanto riguarda la sussidiarietà del sistema, infine, si fa presente che a livello di gestione tutte
le azioni descritte per l’anno 2010 e rivolte a persone in situazione di marginalità sociale sono a
responsabilità comunale.
Le U.D.O., in particolare, vedono il coinvolgimento della cooperazione sociale quale soggetto che,
per flessibilità organizzativa e gestionale, può garantire il funzionamento di servizi che, per questo
territorio, hanno decisamente caratteristica di innovatività e richiedono una discreta capacità
progettuale.
B6.1 I risultati e le criticità
Gli asili notturni di Valdagno ed Arzignano costituiscono una risposta più che positiva per
fronteggiare le situazioni di povertà estrema che si riscontrano nel territorio della Ulss 5.
L’attivazione di questi centri ha altresì messo in luce la capacità del territorio di lavorare in sinergia
per proporre risposte utili ai bisogni rilevati.
Le criticità che rimangono da affrontare per quanto riguarda l’area della marginalità sociale sono
principalmente quelle che riguardano le nuove forme di povertà che sono in aumento a causa della
crisi economica degli ultimi anni. Il bisogno di sostegno economico è crescente e il ricorso a
finanziamenti privati da parte di un sempre maggior numero di famiglie del territorio costituisce
una criticità da monitorare e sulla quale progettare di intervenire.
24
B7 Area Generale: Uno sguardo di insieme
L’area Generale è caratterizzata principalmente da servizi o interventi che non sono rivolti a
tipologie di utenza specifiche, ma in generale alla popolazione del territorio (es. segretariato
sociale).
Le priorità di intervento seguite per l’anno 2010 sono le stesse che hanno guidato la
programmazione dei servizi/interventi negli anni precedenti, e in particolare:
•
•
•
•
•
•
•
•
sostegno alle associazioni di volontariato con la promozione di momenti di incontro e
scambio per favorire la collaborazione reciproca e con l’erogazione di contributi per le
attività del territorio;
sostegno sociale, economico, amministrativo e legale per le famiglie e gli individui in
situazione di fragilità a rischio di emarginazione sociale;
necessità di adottare lo strumento uniforme ISEE per misurare la situazione economica
delle famiglie che richiedono i servizi del Comune;
necessità di favorire l’integrazione sociale degli stranieri;
sviluppo della sfera cognitiva e avvicinamento alla lettura, quale strumento di sviluppo civile
e culturale;
possibilità per i cittadini di essere informati da un punto di vista sanitario;
miglioramento del senso di appartenenza alla comunità locale per incrementare la qualità
della vita nel territorio comunale;
supporto alle famiglie e alle persone sole con problematiche abitative per accedere al
patrimonio dell’Edilizia residenziale Pubblica ed ai contributi per il sostegno abitativo.
Per la realizzazione delle azioni previste per l’area Generale nel 2010 è stato impiegato un
finanziamento complessivo di €. 919.989,12, pari all’1,15% del totale delle risorse erogate per il
Piano di Zona.
Di seguito si propone la ripartizione dell’ammontare del finanziamento destinato all’area Generale
in base alla fonte.
Grafico 19: Distribuzione risorse per fonte di finanziamento, Area Generale, anno 2010, territorio Ulss5
(tot. € 919.989,12)
Regione
16,46%
Altri enti privati
1,89%
Utenza
0,69%
Comune/i
80,96%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
La principale fonte da cui provengono i finanziamenti dell’area è di origine comunale. A seguire,
con il 16,46% dell’ammontare dei finanziamenti erogati, la Regione. Il dato, in linea con quanto
rilevato per il 2009, deriva dalla forte presenza nell’area Generale di azioni a titolarità comunale,
come interventi di natura monetaria di integrazione del reddito, o interventi di segretariato sociale
professionale non rivolti ad un’utenza specifica. Il dato trova conferma anche attraverso il
seguente grafico:
25
Grafico 20:Distribuzione risorse per tipo di intervento, Area Generale, anno 2010, territorio Ulss5 (tot. €
919.989,12)
icp
89,66%
progetti
10,34%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
L’area non è caratterizzata da Unità di Offerta (U.D.O.) ma principalmente di Insiemi Complessi di
Prestazioni (I.C.P.). In concreto, tali azioni sono principalmente comunali e riguardano interventi di
integrazione al reddito familiare e di servizio sociale professionale. Da notare infine che il 10,34%
delle risorse è destinato per il 2010 ad attività progettuali.
26
C. UNO SGUARDO DI INSIEME SULLA PROGRAMMAZIONE
2007-2010
Di seguito si propone una valutazione sintetica del periodo di programmazione 2007-2010 tramite
alcune riflessioni organizzate per punti. Per mettere in evidenza quanto emerso durante questo
periodo di programmazione si propone inizialmente una carrellata dei principali andamenti di
utenza registrati nel periodo per singola area di intervento:
Area Anziani - Si registra nel tempo il costante invecchiamento della popolazione con il conseguente bisogno di
gestire la disabilità in età avanzata, spesso ricorrendo al ricovero in struttura.
- Si rileva l’aumento del bisogno di autonomia della persona anziana a domicilio, nonostante
sembri emergere il calo nell’utenza dei servizi domiciliari che potrebbe essere dovuto alla crisi
che riporta la cura dell’anziano in famiglia.
- Sono in continuo e costante aumento le richieste di intervento domiciliare da parte di nuclei
familiari con a carico anziani non autosufficienti e di coppie di anziani o di anziani soli, anche per
interventi nei giorni festivi.
- l’andamento delle domande di assegno di cura è in costante aumento e ciò conferma un
consistente incremento delle situazioni relative a persone con demenza accompagnata da gravi
disturbi comportamentali, di famiglie che si avvalgono di assistenti familiari per il sostegno delle
persone non autosufficienti e un innalzamento generalizzato dei punteggi di gravità che ha
determinato un aumento delle domande idonee.
- Appare in crescita anche il fenomeno del welfare nascosto (badanti), processo che va
monitorato.
Area Disabilità Si registra l’invecchiamento dell’utenza in carico di persone con disabilità in età adulta: nel 2009 il
54% dell’utenza ha più di 50 anni, nel 2002 era il 31%. Ciò comporta:
- aggravamento delle condizioni fisiche e psichiche dell’utenza
- maggiore lavoro di cura delle famiglie e più bisogno di sollievo
- invecchiamento della famiglia e del caregiver, difficoltà connesse al dopo di noi
- maggior carico assistenziale da parte delle strutture
Si assiste poi all’aumento della richiesta di ricovero in struttura rispondente al bisogno di cura e di
assistenza. Tale aumento è dovuto a diversi fattori concomitanti tra cui: la conclusione di percorsi
formativi e scolastici, connessa alla carenza di supporto familiare per l’invecchiamento dei genitori,
l’invecchiamento complessivo della popolazione, la conclusione del percorso di integrazione
lavorativa, la riabilitazione nell’ambito della salute mentale (doppia diagnosi) e del recupero
funzionale (disabilità acquisita). Si registra infine l’aumento dell’utenza con problematiche di
disabilità in età evolutiva e l‘aumento progressivo della percentuale del numero di persone
straniere sul totale dei casi.
Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio Nel periodo di riferimento si registrano:
- l’aumento di affinamento nella diagnostica sui disturbi comportamentali che contribuisce a
fornire risposte differenziate a diverse tipologie di bisogno che si riscontrano nel territorio di
riferimento.
- l’aumento dei disturbi del linguaggio, della abilità scolastiche, dell’attenzione.
- la stabilità nel numero di casi conclamati gravi.
27
Area Dipendenze - Il fenomeno delle dipendenze è in continuo aumento, si registra forte il consumo di tabacco,
alcol e cannaboidi in questo momento. Vanno comunque considerati come fenomeni in crescita
anche il gioco d’azzardo, la cocaina e le nuove droghe.
- Si riscontra negli ultimi anni un aumento dei casi, dovuto sia al maggior consumo che alla
migliore capacità del sistema di intercettare. In aumento anche i casi di doppia diagnosi da
gestire in collaborazione con il dipartimento di salute mentale.
Area Salute Mentale Per il periodo di riferimento si è registrato un aumento annuo del numero di utenti che si attesta
intorno al 4%. In crescita anche i disturbi di personalità borderline per chi ha meno di 30 anni,
mentre sono stabili i pazienti con disturbi della sfera psicotropa tra i 30 e i 70 anni.
Area Marginalità Sociale Nel periodo 2007-2010 la crisi economica ha fatto rilevare nuove forme di povertà familiari e un
crescente bisogno di sostegno economico. Risulta di fatto sempre più complesso per le famiglie
mantenere il proprio standard di vita e, a questo proposito, emerge il rischio di indebitarsi, anche
con il ricorso a finanziamenti privati, condizione dalla quale risulta poi ancora più difficile uscire.
Inoltre, nel periodo di riferimento si è distinta una nuova forma di povertà riguardante le donne di
origine straniera che, essendo spesso senza un’occupazione e carenti dal punto di vista
linguistico, sono maggiormente a rischio nell’eventualità di una separazione o di problemi
occupazionali del coniuge, data anche la maggiore fragilità della rete familiare e amicale di
riferimento.
Durante il periodo di programmazione dei servizi ed interventi del piano di Zona per la Ulss 5 sono
stati introdotti alcuni cambiamenti rispetto alla progettazione iniziale del Piano. Tali cambiamenti
corrispondono agli avvenimenti che hanno caratterizzato le aree di intervento del piano e che
vengono riassunti di seguito:
Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio Uno dei principali cambiamenti registrati nel periodo 2007-2010 è stato quello relativo al centro
affido, la cui condizione progettuale è mutata in favore di una stabilizzazione ed
istituzionalizzazione del servizio. Nel 2008, infatti, la Regione Veneto ha contribuito al
finanziamento del Centro Affido come attività progettuale, mentre a partire dal 2009 il Centro
Affido ha assunto le caratteristiche di servizio Ulss con risorse dedicate.
Negli anni di riferimento, poi, è stato introdotto un cambiamento nell’Accesso ai servizi dedicati ai
minori con la regolamentazione tramite UVMD, strumento che non veniva in passato utilizzato per
quest’area specifica. L’UVMD disciplina quindi l’accesso a tali servizi anche in forza al
regolamento appositamente approvato dalla Conferenza dei Sindaci.
Ulteriore cambiamento registrato nel periodo di riferimento è quello che riguarda la Tutela Minori,
dove la delega da parte dei Comuni del territorio è passata da essere una delega di tipo tecnico
ad una delega completa, comprensiva della gestione amministrativa. Pertanto, la solidarietà dei
comuni riguardo alla tutela minori viene gestita a livello sia tecnico che economico da parte
dell’azienda Ulss.
Infine, si registra un aumento nelle attività del servizio di Integrazione scolastica dovuto
all’aumento della permanenza dei giovani a scuola come conseguenza dell’innalzamento dell’età
dell’obbligo scolastico.
Disabilità Durante il periodo 2007-2010 sono state attivate le procedure di autorizzazione all’esercizio per
tutti i servizi diurni. Conseguentemente, sono stati definiti i limiti strutturali di capienza dei servizi
del territorio ed è stata stabilita la suddivisione formale di alcune unità di offerta.
28
Inoltre, nel periodo di riferimento del Piano di Zona 2007-2010 sono stati potenziati sia i servizi
residenziali che i servizi semi-residenziali del territorio.
Marginalità sociale Rispetto alla programmazione inizialmente prevista per l’area marginalità sociale, sono state
realizzate alcune azioni sul territorio legate ai contributi della Caritas e della Fondazione
Cariverona. Tali azioni riguardano in particolare la realizzazione di due Asili notturni per
l’accoglienza di persone in situazione di marginalità sociale situate nei comuni di Valdagno ed
Arzignano.
In generale, i cambiamenti nella programmazione registrati negli ultimi anni derivano da un
affinamento nella conoscenza del sistema di offerta del territorio e dalla conseguente maggiore
possibilità di proporre risposte adeguate a soddisfare i bisogni dell’utenza dei servizi.
Inoltre, specialmente per le aree della disabilità, della non autosufficienza e della domiciliarità, la
programmazione degli interventi ha subito alcune modifiche quando i piani settoriali di intervento
nel 2009 sono stati unificati nel piano per la non autosufficienza. L’obiettivo è stato quello di
programmare partendo da una visione di insieme delle problematiche legate alla non
autosufficienza per poter rispondere in maniera più efficace alle esigenze locali.
Infine, a fronte degli andamenti registrati per l’utenza per il periodo di riferimento 2007-2010 e
dei cambiamenti che sono avvenuti durante il periodo di programmazione ed attuazione del Piano
di Zona, si propone di seguito una breve riflessione in merito ai principali risultati raggiunti con la
programmazione dei servizi e degli interventi per rispondere ai bisogni del territorio. In
particolare:
Area Anziani Negli ultimi anni si è confermata la rete di servizi esistenti per dare risposta ai bisogni delle
persone anziane del territorio. A tal proposito, si fa presente che nel corso degli anni tutte le
strutture del territorio sono entrate a far parte della rete dei servizi tramite procedura di
autorizzazione. Una parte di queste strutture ha concluso anche la procedura di accreditamento.
Oltre a ciò, a partire dal 2010 ha preso il via il processo di realizzazione dello Sportello Integrato
specificatamente rivolto alle persone anziane, con l’obiettivo di permettere la razionalizzazione
delle informazioni disponibili alle persone anziane e ai loro nuclei familiari. Negli ultimi anni,
inoltre, è stato avviato lo Sportello Badanti nel territorio del Nord dell’azienda Ulss per rispondere
al crescente bisogno di assistenza da parte delle persone anziane a domicilio.
Area Disabilità Nel corso del periodo 2007-2010 si è assistito alla stabilizzazione della rete dei servizi residenziali e
semiresidenziali nel territorio. Tale stabilizzazione è un risultato perché denota la capacità del
sistema di rispondere in maniera adeguata al bisogno espresso da parte della popolazione
disabile. Ciò nonostante, permangono ancora alcune difficoltà legate all’allungamento dei tempi
della presa in carico. Se quindi si assiste ad un minor numero di nuove prese in carico nel sistema
della residenzialità e semiresidenzialità territoriali, aumenta il lavoro sui casi storicamente in carico
ai servizi.
Per quanto riguarda il Servizio di Integrazione Lavorativa si è perfezionato in questi anni il
processo per il Mantenimento del posto lavoro tramite lo sviluppo di processi di adattabilità
attraverso il supporto personalizzato al soggetto. E’ inoltre da considerare che, nonostante la crisi
del lavoro abbia messo alla prova le capacità del Servizio di Integrazione Lavorativa di rispondere
al bisogno di autonomia e di lavoro da parte delle persone con disabilità, in questi anni è stato
realizzato un progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo attraverso cui si sono sviluppate e
29
ampliate sinergie tra i soggetti istituzionali e i mondi dell’istruzione, della formazione e
dell’impresa. Si riscontra infine una risultato positivo nell’ambito della disabilità età evolutiva per il
trattamento dei casi e l’intercettazione dell’utenza.
Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni di disagio Dal 2007 ad oggi l’area è stata protagonista di alcuni cambiamenti tramite i quali si sono potuti
raggiungere risultati importanti. Innanzitutto, la gestione in forma solidale da parte dei comuni
del territorio della tutela minori tramite la delega amministrativa e gestionale del servizio alla
Ulss ha permesso di intervenire in maniera più efficace a fronte del bisogno di tutela nel
territorio. Tale cambiamento ha portato altresì ad un mutamento culturale nel segno della
solidarietà territoriale tra comuni. Sempre per quanto riguarda la tutela, poi, si riscontra negli
anni un aumento nel numero delle famiglie disposte ad accogliere minori in affidamento;
tuttavia, nonostante il forte lavoro di informazione e sensibilizzazione sul tema, il numero di
famiglie affidatarie risulta ancora contenuto rispetto alle esigenze riscontrate nel territorio. A
questo proposito è stata rilevata la necessità di garantire un appoggio ai ragazzi in affido che
raggiungono la maggiore età. Il compimento dei diciotto anni, infatti, non costituisce il
traguardo per l’autonomia personale, economica e sociale. E’ stata pertanto accolta la proposta
progettuale dell’Associazione Famiglie Affidatarie “Il sogno di Lele” di Valdagno di attivare un
“appartamento di sgancio” per ragazzi e ragazze che, diventati maggiorenni, fino a quel momento
hanno vissuto in famiglia affidataria, in casa famiglia o nella propria famiglia di origine, che
lasciano per situazioni particolarmente disagiate.
Il risultato è stato di sostenerne l'inserimento sociale in quanto utenti in condizioni di svantaggio
sociale, economico o culturale, di colmare il vuoto di assistenza e di riferimenti in cui versano gli
adolescenti con difficoltà familiari, di sviluppare una rete di rapporti facilitanti l'ingresso nel mondo
del lavoro e culturale del giovane, di accompagnarli nel processo di autonomia per aiutarli ad essere
responsabili nella società.
I costi per la locazione e il mantenimento dell’appartamento sono gravati in forma solidale sui
comuni attraverso la delega amministrativa ed economica di cui si è trattato in apertura del
presente paragrafo.
Un altro risultato raggiunto negli ultimi anni è un maggiore sostegno alla genitorialità, realizzato
anche attraverso il potenziamento dei centri ludico ricreativi nel territorio.
Con l’introduzione dell’UVMD anche per i minori, poi, si è raggiunto il risultato di dare risposte più
efficaci ai bisogni dei minori e delle famiglie registrati nel territorio.
Inoltre, con deliberazione aziendale n. 535 del 20/10/2010, l’Azienda ha recepito le disposizioni di
cui alla DGRV 2416/2008 sui servizi di protezione e tutela del minore, rispondendo alla necessità
di definire un quadro di riferimento organizzativo e gestionale unitario, in linea con l’evoluzione dei
bisogni e con la necessità di assicurare processi capaci di mettere al centro la relazione che ogni
singolo minore - che si trova in una situazione di protezione, cura e tutela - ha con la sua famiglia,
con il territorio nel quale vive, in un’ottica attenta ad evitare e/o contrastare dannosi processi di
istituzionalizzazione.
Particolare interesse è stato rivolto alle Linee operative per i Consultori Familiari, elaborate dalla
Regione Veneto nell’agosto 2007 su “Separazione, divorzio, mediazione familiare, dalla formazione
alla operatività”, con l’obiettivo di attivare nei Consultori Familiari uno strumento pratico per il
lavoro nell’ambito della separazione e del divorzio.
Relativamente ai Servizi socio-sanitari dell'Azienda ULSS 5 “Ovestvicentino” i Consultori Familiari
sin dal 2008 hanno aperto la disponibilità ad un percorso di mediazione.
L’offerta di mediazione familiare proposta nei Consultori ha trovato definitiva configurazione e
perfezionamento nel triennio 2008-2010 che ha visto l’attivazione del servizio di Mediazione
Familiare quale contesto di incontro strutturato in cui la coppia, supportata da un terzo neutrale,
ha la possibilità di fronteggiare la riorganizzazione resa necessaria dalla separazione e dove i
30
genitori sono orientati ad elaborare accordi che soddisfino tutti i membri della famiglia, con
particolare riguardo agli interessi dei figli e con attenzione al mantenimento della continuità
educativa ed affettiva con entrambi i genitori e con le rispettive famiglie di origine.
Dal 2008 tutti i pediatri di libera scelta hanno aderito ad un’organizzazione sotto forma di
associazione. In tal senso è migliorata nel tempo la fruibilità dell’ambulatorio pediatrico e, al
contempo, è stato possibile contenere l’accesso improprio al pronto soccorso pediatrico.
Nel corso del periodo di riferimento 2007-2010, i pediatri sono stati anche coinvolti in maniera
sempre più rilevante nell’assistenza domiciliare integrata (ADI).
Si è poi assicurata una continuità assistenziale per la presa in carico precoce dei pazienti dimessi
dall’ospedale.
Per quanto riguarda la pediatria di comunità poi, a partire dal 2008 è stato realizzato un percorso
di uniformazione degli interventi di prevenzione sul territorio, con particolare riferimento alle visite
domiciliari effettuate in favore di utenti appena dimessi dall’ospedale.
E’ d’obbligo, infine, una riflessione sulla prima infanzia e sulle strutture dedicate alla tutela dei
minori: in questi casi, infatti, si è raggiunto negli ultimi anni il risultato di una maggiore
conoscenza dei servizi e delle strutture presenti nel territorio. Grazie ai processi di autorizzazione
ed accreditamento, infatti, la mappatura dei servizi ed interventi nel territorio appare sempre più
completa: tuttavia, proprio a causa di una conoscenza acquisita in tempi così recenti, non è
ancora possibile operare riflessioni circa l’efficacia di questi servizi nel fornire le risposte adeguate
ai bisogni del territorio.
Area Dipendenze Nel periodo di riferimento la programmazione dei servizi ed interventi per l’area dipendenze ha
avuto lo scopo di mantenimento del sistema già attivato nel territorio. Contemporaneamente, si è
provveduto all’implementazione del lavoro in rete per favorire il cambiamento culturale
dell’approccio dell’utenza ai servizi ed ai percorsi attivati in risposta ai bisogni emersi ed emergenti.
Appare tuttavia difficile monitorare e valutare il cambiamento culturale registrato, risulta dunque
opportuno proseguire nel percorso nell’attesa di poter comprendere maggiormente se il lavoro
svolto nel corso di questi anni di programmazione avrà dato i suoi frutti.
Area Salute Mentale Nel corso degli ultimi anni si è lavorato molto sull’appropriatezza dei trattamenti; ciò ha portato
alla riduzione i tempi di degenza media ospedaliera e ad una maggiore risposta personalizzata agli
utenti trattati. Tali risultati si sono raggiunti anche grazie all’ampiezza e alla diversificazione delle
risposte registrate specialmente negli ultimi anni a livello territoriale.
In generale, si può rilevare che il sistema sociale territoriale di riferimento ha raggiunto in questi
anni una maggiore consapevolezza dell’operatività e delle necessità di integrazione sociale. I
Comuni, il privato sociale e la cittadinanza rispondono in maniera sufficientemente attenta alle
sollecitazioni di iniziative proposte e vi sono buoni interlocutori con cui potersi confrontare e
programmare le priorità.
Area Marginalità sociale Il lavoro di questi anni nell’area marginalità sociale ha fatto registrare una svolta, come già
accennato in precedenza, con il contributo di Caritas e Fondazione Cariverona con cui sono stati
realizzati due centri per l’accoglienza notturna di persone in situazione di marginalità del territorio.
Tali centri hanno indubbiamente contribuito a fornire risposte adeguate al bisogno espresso dal
territorio. A questo risultato, tuttavia, si associa la difficoltà attuale di poter dare risposta ai nuovi
bisogni della popolazione in situazione di marginalità, in particolare per quanto riguarda il
sostegno economico alle famiglie.
31
Una riflessione può essere introdotta sui dati forniti dalle Amministrazioni Comunali.
Dalla rilevazione delle diverse tipologie di richieste prevalenti emerge il tema della conciliazione tra
lavoro, cura e gestione dei figli.
Le donne di origine straniera, in particolare, spesso senza un’occupazione e carenti dal punto di
vista linguistico, sono maggiormente a rischio nell’eventualità di una separazione o di problemi
occupazionali del coniuge, data anche la maggiore fragilità della rete familiare e amicale di
riferimento. Senz’altro le madri sole di origine straniera costituiscono una nuova forma di povertà
con cui si interfacciano i servizi comunali e aziendali del territorio.
Altro elemento di attenzione riguarda il ricorso da parte delle famiglie, nel tentativo di
salvaguardare il proprio tenore di vita, a canali di finanziamento privati, sempre più pubblicizzati e
accessibili, che concorrono tuttavia ad impoverirle ulteriormente. Dal punto di vista abitativo,
viene evidenziata non solo la difficoltà legata al pagamento dell’affitto, ma anche la necessità di
coperture per coloro che sono soggetti al pagamento del mutuo. Risulta di fatto sempre più
complesso per le famiglie mantenere il proprio standard di vita ed il rischio sempre più forte è
quello d’indebitarsi, condizione dalla quale risulta poi ancora più difficile uscire.
Per concludere, si segnala che il lavoro di rete svolto in questi anni ha permesso di pervenire ad
una maggiore qualità degli interventi di integrazione lavorativa e all’inclusione sociale di un
maggior numero di persone, attraverso l’impegno, la professionalità e l’interesse di tutti gli attori
coinvolti a mettersi in gioco e a superare i disaccordi e i conflitti per trovare soluzioni per il
raggiungimento di obiettivi comuni.
Nel complesso, si può osservare e condividere che le strategie che hanno mosso la definizione
delle priorità individuate e delle azioni realizzate in ciascuna delle aree di intervento sono state le
seguenti:
- ricerca dell’accessibilità come capacità di assicurare l’intervento appropriato a coloro che
ne hanno bisogno;
- appropriatezza quale grado di utilità dell’assistenza rispetto al problema ed alle
conoscenze;
- perfezionamento della competenza intesa come livello di applicazione delle conoscenze,
delle abilità professionali e delle tecnologie disponibili;
- continuità quale grado di integrazione nel tempo tra diversi operatori e strutture che
hanno cura della stessa persona;
- tempestività quale grado in cui l’intervento più efficace è offerto alla persona nel momento
in cui gli è di massima utilità;
- umanizzazione quale livello di rispetto della cultura e dei bisogni individuali anche per ciò
che riguarda l’informazione e la qualità del servizio.
32
C. IL DISEGNO DI VALUTAZIONE ADOTTATO
Il 2010 è stato un anno di passaggio molto delicato per la programmazione dei servizi socio –
sanitari nel territorio della Ulss5. A seguito della proroga del Piano di Zona per l’anno 2010
stabilita dalla Regione Veneto con deliberazione n. 1809 del 16/06/2009, l’offerta di servizi e
interventi rivolti al territorio è stata programmata ed attuata seguendo in generale quanto stabilito
per il 2009.
Tale decisione ha permesso agli stakeholders del territorio di concentrarsi e lavorare alla
costruzione del nuovo Piano di Zona 2011-2015 attraverso la valutazione dell’offerta di servizi e
interventi esistenti e al ripensamento della programmazione al fine di garantire risposte sempre
più efficaci ai bisogni del territorio.
La valutazione del Piano di Zona per l’anno 2010 ha avuto come base la relazione valutativa
dell’anno 2009, al fine di sottolineare il carattere di continuità che la programmazione anno 2010
ha avuto rispetto agli anni precedenti.
Per quanto riguarda i dati proposti a fini di valutazione, si tratta di dati che provengono da due
fonti principali:
-
il monitoraggio del Piano di Zona per l’anno 2010, con la descrizione di tutti gli interventi
erogati a livello territoriale sia da un punto di vista economico che di utenza raggiunta;
-
le relazioni delle Unità Operative della Ulss. Tali relazioni sono fondamentali a fini valutativi
perché permettono di ottenere approfondimenti sui singoli servizi erogati e di ricavarne
utili elementi interpretativi da considerare per la programmazione futura.
-
I dati utilizzati nella presente relazione valutativa sono stati confermati a seguito di
ulteriore confronto con i Responsabili delle Unità Operative della presente Ulss. Il loro
contributo è stato molto importante per poter interpretare i dati proposti arricchendoli con
ulteriori spunti interpretativi.
Il 2010, quindi, è stato un anno di passaggio in cui si sono confermate sostanzialmente le azioni
realizzate nel 2009. Proprio per questa ragione, si è scelto di dare risalto nella stesura del
presente documento alla descrizione degli elementi che hanno maggiormente caratterizzato
l’offerta di servizi e interventi nelle diverse aree. Di contro, l’elemento di analisi dei trend e delle
criticità rilevate è passato in secondo piano; tale elemento è stato utilizzato maggiormente come
strumento per la nuova programmazione per gli anni 2011-2015.
Lo scopo di questa relazione valutativa, pertanto, è stato principalmente quello di dare risalto alle
attività realizzate in un anno così particolare, più che di proporre nuovamente riflessioni già
conosciute e considerate dagli stakeholders del territorio ai fini della programmazione futura.
33
ALLEGATI
34
35
Allegato 0. Situazione demografica
Il processo di valutazione del Piano di Zona non sarebbe completo senza la definizione dei limiti del
territorio di interesse in termini demografici. A questo proposito, un primo dato disponibile è il
numero di abitanti registrato per comune di appartenenza e punto salute nel tempo.
Tabella 2: N. abitanti per comune e punto salute, territorio Ulss 5, anni 2007-2010.
Punto Salute Comune
2007
2008
2009
Brogliano
3.585
3.704
3.780
Castelgomberto
6.127
6.157
6.193
Cornedo Vicentino
11.802
11.935
11.982
nord
Recoaro Terme
6.972
6.919
6.849
Trissino
8.366
8.528
8.555
Valdagno
27.015
26.924
26.832
Totale Nord
63.867
64.167
64.191
Altissimo
2.360
2.334
2.305
Arzignano
25.428
25.713
25.823
Chiampo
12.630
12.792
12.892
Crespadoro
1.509
1.511
1.525
Montecchio Maggiore
23.218
23.738
23.857
centro
Montorso Vicentino
3.132
3.191
3.172
Nogarole
1.106
1.125
1.114
S.Pietro Mussolino
1.589
1.609
1.613
Zermeghedo
1.378
1.385
1.383
Totale Centro
72.350
73.398
73.684
Alonte
1.579
1.625
1.625
Brendola
6.610
6.641
6.649
Gambellara
3.320
3.347
3.377
Grancona
1.885
1.877
1.879
sud
Lonigo
15.861
15.901
16.070
Montebello Vicentino
6.324
6.469
6.557
Sarego
6.157
6.377
6.545
Totale Sud
41.736
42.237
42.702
TOTALE
177.953
179.802
180.577
2010
3.846
6.185
12.042
6.835
8.679
26.889
64.476
2.312
26.046
12.946
1.512
23.743
3.186
1.142
1.619
1.380
73.886
1.636
6.721
3.400
1.883
16.322
6.550
6.587
43.099
181.461
Fonte: elaborazioni Ufficio di Piano
Secondo quanto riportato in tabella 2 si registra negli anni il costante aumento della popolazione
residente nei 22 comuni che compongono il territorio della Ulss5. L’aumento di popolazione si
registra in modo diffuso in tutti i comuni del territorio, specialmente nei territori dei punti salute
centro e sud, forse perché caratterizzati da una situazione geografica e da un sistema economico
che favoriscono la spinta demografica.
Si tratta altresì di un territorio caratterizzato negli ultimi anni da un’importante presenza di
stranieri, così come evidenziato in tabella 3:
36
Tabella 3: Percentuale di stranieri sul totale della popolazione residente per Comune e Punto salute, anni
2007-2010, territorio Ulss5.
Punto salute Comune
2007
2008
2009
2010
Brogliano
6,03
6,21
6,43
6,14
Castelgomberto
11,28
11,86
12,16
11,79
Cornedo Vicentino
9,84
10,13
10,31
10,61
nord
Recoaro Terme
2,91
4,94
2,99
3,26
Trissino
8,67
9,20
9,30
9,83
Valdagno
8,95
9,66
9,91
10,35
Totale Nord
8,48
9,19
9,18
9,46
Altissimo
13,94
13,75
12,49
12,93
Arzignano
19,07
20,35
20,63
21,11
Chiampo
13,12
14,52
15,03
15,50
Crespadoro
14,45
15,62
16,20
15,28
Montecchio Maggiore
15,97
17,55
18,28
17,84
centro
Montorso Vicentino
13,54
14,29
14,34
14,06
Nogarole
3,62
3,73
3,23
3,42
S. Pietro Mussolino
22,84
23,06
23,56
22,36
Zermeghedo
17,13
17,91
17,57
18,19
Totale Centro
16,34
17,61
18,02
18,10
Alonte
6,33
6,65
6,71
6,85
Brendola
7,17
8,12
7,73
8,12
Gambellara
16,69
18,17
18,98
19,59
Grancona
7,80
7,62
7,29
7,01
sud
Lonigo
18,78
19,48
20,32
20,90
Montebello Vicentino
14,69
16,00
16,50
16,15
Sarego
15,82
17,23
17,82
17,43
Totale Sud
14,75
15,69
16,19
16,41
TOTALE
13,15
14,16
14,44
14,63
Fonte: elaborazioni Ufficio di Piano
Il territorio della Ulss5 è caratterizzato in generale da percentuali di popolazione straniera
residente rilevanti ma diffuse in maniera non uniforme nel territorio. Nella zona nord, e
specialmente nei comuni di Recoaro Terme e Brogliano, la popolazione straniera residente sembra
essere in numero nettamente inferiore rispetto alle altre zone. In generale, in tutto il punto salute
nord si avverte una presenza di stranieri più contenuta. Nelle zone dei punti salute centro e sud,
invece, si registra una presenza di popolazione straniera generalmente più elevata, in particolare
nelle zone attorno a cui gravita l’industria della concia. Negli ultimi anni, tuttavia, il distretto della
concia si è venuto a trovare in uno stato di crisi che corrisponde alla più generale recessione
registrata a livello mondiale. A questa situazione di crisi generale sembra corrispondere anche la
situazione relativa alla presenza di popolazione straniera nel territorio: nonostante infatti si continui
a registrare un costante aumento della presenza di popolazione immigrata residente, l’incremento
registrato sembra essere più debole negli ultimi anni di quanto non lo fosse in passato. La crisi del
mercato potrebbe quindi rappresentare una delle cause della lieve contrazione nell’incremento di
presenza di popolazione immigrata nel territorio della Ulss5.
37
Un altro fattore che caratterizza il territorio della Ulss5 è l’invecchiamento della popolazione, così
come evidenziato nella tabella seguente:
Tabella 4: Indice di vecchiaia(*) per Comune e Punto Salute,
percentuali.
Punto salute
Comune
2007
Brogliano
72,46
Castelgomberto
81,58
Cornedo Vicentino
99,23
nord
Recoaro Terme
162,90
Trissino
106,29
Valdagno
171,45
Totale Nord
130,82
Altissimo
81,16
Arzignano
106,51
Chiampo
93,88
Crespadoro
88,93
Montecchio Maggiore
111,34
centro
Montorso Vicentino
91,36
Nogarole Vicentino
88,51
S.Pietro Mussolino
65,78
Zermeghedo
60,71
Totale Centro
101,46
Alonte
58,39
Brendola
106,87
Gambellara
119,28
Grancona
101,05
sud
Lonigo
98,10
Montebello Vicentino
109,66
Sarego
78,72
Totale Sud
98,17
Totale
110,74
anni 2007-2010, territorio Ulss5. Valori
2008
71,01
85,81
101,51
168,19
104,59
174,48
132,58
84,65
108,04
94,47
87,73
109,28
88,35
85,00
67,42
66,12
101,59
56,35
111,93
117,13
106,76
100,90
108,88
79,68
99,93
111,75
2009
70,44
86,09
103,93
169,57
106,93
176,39
133,98
86,13
108,04
95,48
81,79
110,58
87,80
80,34
65,40
70,00
102,00
57,95
114,35
118,53
110,99
101,85
108,09
78,46
100,67
112,52
2010
73,11
91,28
107,00
170,73
105,94
178,60
135,92
87,22
107,81
97,66
79,58
113,03
90,67
73,82
68,15
75,97
103,28
55,97
117,26
117,84
115,94
99,25
108,77
80,28
100,46
113,60
Fonte: elaborazioni Ufficio di Piano
(*) Indice di vecchiaia: rapporto tra popolazione residente 65 anni e più e popolazione residente 0-14 anni moltiplicato
per cento.
Osservando i dati sintetizzati in tabella 4 è possibile rilevare il costante invecchiamento della
popolazione del territorio della Ulss5. Analizzando la situazione in maniera più specifica, si
considera che l’invecchiamento della popolazione sembra riguardare specialmente i comuni che
fanno parte del punto Salute Nord. Il punto Salute Nord, caratterizzato da una presenza di
popolazione immigrata relativamente contenuta, risulta essere altresì il territorio dove risiede una
popolazione più “vecchia”, mentre, viceversa, il territorio corrispondente al punto Salute Sud
sembra ospitare una popolazione mediamente più giovane. Come già osservato in precedenza,
questa situazione può essere determinata da ragioni:
• economiche, ovvero la vicinanza o lontananza dal distretto della concia o alle zone
industriali cittadine
• geografiche, laddove sembrano sussistere differenze rilevanti tra i comuni che fanno parte
della Valle del Chiampo e quelli che costituiscono la Valle dell’Agno, ovvero tra la zona
corrispondente al punto Salute Centro e la zona corrispondente al punto Salute Nord.
38
Allegato 1 Area Anziani: La situazione demografica
Il territorio della Ulss5 è caratterizzato da una presenza importante di popolazione anziana,
presenza che sembra aumentare con il passare del tempo. Conseguentemente, la programmazione
dei servizi socio – sanitari in quest’area, già da tempo consolidata, registra di anno in anno un
affinamento nell’offerta di servizi per rispondere ai crescenti bisogni della popolazione anziana.
Tabella 5: Popolazione anziana residente (65 anni e più) per Comune e Punto Salute, valori assoluti e
percentuali sul totale della popolazione residente, Ulss5, anni 2007- 2010.
2007
2008
2009
2010
punto
COMUNE
%
sul
tot.
%
sul
tot.
%
sul
tot.
% sul tot.
salute
v.a. residenti
Brogliano
Castelgomberto
Cornedo Vicentino
nord Recoaro Terme
Trissino
Valdagno
Totale Nord
Altissimo
Arzignano
Chiampo
Crespadoro
Montecchio Maggiore
centro
Montorso Vicentino
Nogarole Vicentino
S.Pietro Mussolino
Zermeghedo
Totale Centro
Alonte
Brendola
Gambellara
Grancona
sud
Lonigo
Montebello Vicentino
Sarego
Totale Sud
Totale
450
868
1939
1528
1368
6407
12.560
349
4404
1886
241
3968
497
154
198
153
11.850
167
1167
594
288
2530
1033
814
6.593
31.003
12,6
14,2
16,4
21,9
16,4
23,7
19,7
14,8
17,3
14,9
16,0
17,1
15,9
13,9
12,5
11,1
16,4
10,6
17,7
17,9
15,3
16,0
16,3
13,2
15,8
17,4
v.a. residenti
463
907
2017
1544
1391
6489
12.811
353
4490
1931
243
4039
508
153
209
160
12.086
173
1220
595
300
2581
1067
851
6.787
31.684
12,5
14,7
16,9
22,3
16,3
24,1
20,0
15,1
17,5
15,1
16,1
17,0
15,9
13,6
13,0
11,6
16,5
10,6
18,4
17,8
16,0
16,2
16,5
13,3
16,1
17,6
v.a. residenti
479
916
2065
1538
1420
6553
12.971
354
4526
1965
238
4096
511
143
206
168
12.207
175
1243
614
313
2637
1095
874
6.951
32.129
v.a. residenti
12,7
503
14,8
952
17,2 2.126
22,5 1.540
16,6 1.445
24,4 6.560
20,2 13.126
15,4
355
17,5 4.553
15,2 2.001
15,6
230
17,2 4.173
16,1
515
12,8
141
12,8
214
12,1
177
16,6 12.359
10,8
178
18,7 1.277
18,2
621
16,7
320
16,4 2.657
16,7 1.091
13,4
904
16,3 7.048
17,8 32.533
13,1
15,4
17,7
22,5
16,6
24,4
20,4
15,4
17,5
15,5
15,2
17,6
16,2
12,3
13,2
12,8
16,7
10,9
19,0
18,3
17,0
16,3
16,7
13,7
16,4
17,9
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Le tabella 5 propone il dettaglio comunale e per punto salute della presenza di popolazione
anziana nel territorio della Ulss5 per l’anno 2010 e l’andamento temporale a partire dal primo anno
di programmazione del Piano di Zona in corso. I dati sembrano confermare l’ipotesi di una
costante crescita della popolazione anziana, crescita che si registra sia in termini assoluti che in
proporzione rispetto al totale della popolazione residente. L’aumento di popolazione anziana
sembra riguardare soprattutto i comuni facenti parte del punto salute nord: i paesi del nord del
territorio sono caratterizzati da condizioni geografiche, lavorative e da collegamenti a livello di
trasporti pubblici più sfavorevoli rispetto alle altre aree. Per tali ragioni l’aumento di popolazione
anziana può farsi sentire in maniera più rilevante in questi comuni.
Nonostante la presenza di persone anziane sia maggiormente rilevante nella zona del Punto Salute
Nord, la presenza di grandi anziani (ultra 75enni) sembra concentrarsi maggiormente nella zona
del Punto Salute Sud come riportato nella tabella seguente:
39
Tabella 6: Percentuale di grandi anziani (75 anni e più) sul totale degli anziani
Comune e Punto Salute, territorio Ulss5, anni 2007-2010 (dati prcentuali)
ANNO
PUNTO SALUTE
COMUNE
2007
2008
Brogliano
44,89
44,06
Castelgomberto
43,20
43,44
Cornedo Vicentino
42,86
42,09
nord
Recoaro Terme
47,38
47,41
Trissino
43,57
43,06
Valdagno
47,09
47,43
Totale Nord
45,74
45,71
Altissimo
45,85
48,16
Arzignano
47,98
48,26
Chiampo
42,15
42,26
Crespadoro
51,45
50,21
Montecchio Maggiore
42,67
43,28
centro
Montorso Vicentino
42,25
43,31
Nogarole Vicentino
51,30
52,29
S.Pietro Mussolino
35,86
37,32
Zermeghedo
47,71
45,00
Totale Centro
44,88
45,28
Alonte
44,91
46,24
Brendola
47,39
47,87
Gambellara
46,80
46,72
Grancona
50,69
50,00
sud
Lonigo
48,06
48,43
Montebello Vicentino
46,76
47,42
Sarego
50,25
49,59
Totale Sud
47,93
48,18
Totale
45,88
46,08
(65 e più) residenti per
2009
45,30
43,67
42,37
47,59
43,73
47,26
45,81
46,89
49,14
42,70
53,78
44,68
43,84
51,75
41,26
45,24
46,25
46,86
49,16
46,91
49,84
48,92
48,95
49,54
48,86
46,64
2010
45,33
44,33
43,46
48,57
44,98
48,41
46,84
46,20
49,20
44,03
53,48
46,35
45,24
48,94
40,65
43,50
46,99
47,75
49,57
49,60
49,38
50,02
49,22
50,00
49,69
47,51
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
La tabella propone un approfondimento sul numero di residenti ultra 75enni del territorio: dai dati
sembra emergere che quasi la metà degli anziani (65 e più) residenti nel territorio della Ulss5 sia di
età uguale o maggiore a 75 anni. A livello di Punto Salute, la quantità di grandi anziani sembra
concentrarsi maggiormente in zona Sud, mentre al Nord, Punto Salute ove si registra la quota
maggiore di anziani residenti, sembrano essere presenti anziani più giovani (nella fascia di età 6574 anni).
Un altro dato rilevante da considerare per cercare di fotografare la situazione del territorio della
Ulss 5 per la programmazione dei servizi ed interventi è quello delle liste di attesa:
40
Tabella 7: N. persone anziane in lista di attesa (v.a) e media dei giorni di attesa per genere, livello di
intensità, comune, punto salute. Anno 2010, territorio Ulss5.
Maschi
Femmine
Sud
Centro
Nord
Minima/Ridotta
Minima/Ridotta
intensità
Media Intensità
intensità
Media Intensità
Punto
gg. di media
gg. di media
gg. di media
gg. di
media
Salute
Comune
attesa
Utenti attesa attesa Utenti attesa attesa Utenti attesa attesa Utenti attesa
Brogliano
1
11 11,00
2
61 30,50
Castelgomberto
1
38 38,00
4
184 46,00
5
119 23,80
Cornedo
2
8
4,00
9
461 51,22
3
591 197,00
Recoaro
5
29
5,80
1
136 136,00
13
197 15,15
Trissino
2 178 89,00
6
258 43,00
Valdagno
10 221 22,10
26
800 30,77
3
268
89,33
Tot. Nord
21 485 23,10
5
320 64,00
61 1.896 31,08
6
859 143,17
Altissimo
1
9
9,00
Arzignano
6 152 25,33
20
645 32,25
6
421
70,17
Chiampo
4 241 60,25
6
317 52,83
Crespadoro
2
15
7,50
2
116 58,00
Montecchio
7 196 28,00
1
37 37,00
18
576 32,00
2
67
33,50
Montorso
2
3
1,50
3
35 11,67
2
71
35,50
Nogarole
S. Pietro
Mussolino
Zermeghedo
Tot. Centro
22 616 28,00
1
37 37,00
49 1.689 34,47
10
559 55,90
Alonte
6,00
Brendola
2 151 75,50
1
18 18,00
10
829 82,90
Gambellara
1
1
1,00
Grancona
1
16
16,00
Lonigo
5
61 12,20
14
257 18,36
Montebello
3
49 16,33
7
180 25,71
Sarego
1
27 27,00
2
71 35,50
Tot. Sud
11 288 26,18
1
18 18,00
34 1.338 24,21
1
16 16,00
Totale Complessivo
54 463 25,76
7
375 53,57
144 4.923 29,92
17 1.434 84,35
Fonte: elaborazione U.O. Adulti Anziani
Osservando i dati relativi alla minima/ridotta intensità, sia per gli utenti maschi che per gli utenti
femmine, si rileva una media di giorni di attesa più alta nel punto salute Centro rispetto al Nord e
al Sud. Una causa del prolungamento dei tempi di attesa al Centro potrebbe essere legata alla
minore presenza di centri di servizi nel territorio di questo punto salute. Gli utenti, quindi,
sembrerebbero prevalentemente optare per un accumulo di tempi di attesa piuttosto che spostarsi
per avere accesso in tempi più brevi in strutture non situate nella propria zona di residenza. Di
contro, i tempi di attesa più contenuti si registrano al Nord, punto salute che beneficia di una lista
di attesa specifica e distinta dalla lista dei punti salute Centro e Sud.
Per quanto riguarda la media intensità, gli elevati tempi di attesa che si registrano al Nord
potrebbero essere causati dalla presenza in questo punto salute di soli 24 posti per questa
tipologia di utenza contro i 48 della zona Centro. Nella zona del punto salute Sud, invece, sembra
emergere una scarsa presenza di utenza. Peraltro, è evidente l’assenza di strutture di media
intensità che determina il ricorso all’accoglienza in posti letto di minima/ridotta intensità pur di
salvaguardare la vicinanza degli utenti al comune di provenienza.
41
Allegato 1.a Area Anziani: I servizi
Per quanto riguarda i servizi erogati nel 2010 per l’area Anziani, si riscontra il sostanziale
mantenimento delle attività previste nel 2009.
Tabella 8: Interventi descritti, finanziamenti dedicati e percentuale risorse sul totale area Anziani, anno
2010
FINANZIAMENTI
DEDICATI (€.)
INTERVENTO
PESO %
A.D.I.
2.415.411,65
5,22%
Assistenza domiciliare socio-assistenziale
1.730.576,04
3,74%
Domiciliari/territoriali
Trasporto sociale
35.520,41
0,08%
Casa albergo/mini alloggi per anziani
n.d.
n.d.
Casa per persone anziane autosufficienti
4.158.139,43
8,99%
Centro di servizi per persone anziane non autosufficienti
34.428.963,76
74,45%
Comunità alloggio per persone anziane
n.d.
n.d.
SAPA
273.459,31
0,59%
Residenziali
SVP
400.706,67
0,87%
Centro diurno per persone anziane non autosufficienti
321.313,04
0,69%
Semiresidenziali
n.d.
n.d.
Centro diurno socio-sanitario per anziani autosufficienti
Assegnazioni economiche per il sostegno della
domiciliarità
933.012,69
2,02%
Sostegno economico
Altro sostegno economico
607.541,23
1,31%
Socializzazione,
Attività ricreative di socializzazione
372.666,01
0,81%
integrazione, prevenzione Altro intervento (progetto salute)
10.675,10
0,02%
Altro (compresa università per anziani, attività motoria,
UO adulti anziani)
Altro
556.387,95
1,20%
Progetti
216.088,39
0,47%
TOTALE
46.460.461,68 100,00%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Come evidenziato in tabella8, gli interventi descritti sono in linea con quanto rilevato nei precedenti
anni di piano. Gli interventi erogati per l’anno 2010 per le persone anziane del territorio sono stati
gestiti nell’ottica del mantenimento di quanto previsto per gli anni precedenti. Il peso maggiore
dell’area, come già confermato precedentemente, è da attribuire agli interventi che rispondono alle
politiche per la residenzialità.
A riguardo dell’offerta di servizi sul territorio, si propone di seguito una panoramica relativa ai posti
per la residenzialità e la semiresidenzialità dedicati alle persone anziane.
Grafico 21: Il sistema di offerta della residenzialità e della semiresidenzialità anziani per Punto Salute;
posti esistenti ed autorizzati al 31/12/2010
100%
80%
60%
40%
20%
0%
punto salute nord (n. strutture=8)
punto salute centro (n. strutture=3)
punto salute sud (n. strutture=6)
posti centro diurno anziani n.a.
p.l. per anziani n.a. min.rid.
p.l. per anziani n.a. media
p.l. per S.A.P.A.
S.V.P.
alta intensità
religiosi non autosufficienti
casa albergo
comunità alloggio
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
42
Come si evince dal grafico, la maggior parte dei posti dedicati alle persone anziane presenti nel
territorio della Ulss5 è destinata ad unità a ridotto/minimo bisogno assistenziale e, in secondo
luogo, ad unità a maggiore bisogno assistenziale. Tuttavia, nella zona del punto salute centro
emerge una maggiore varietà di servizi offerti per dare risposta a tipologie di utenti differenziate.
Alla panoramica del sistema di offerta di residenzialità e semiresidenzialità descritta nel grafico 4
va aggiunto il servizio di Ospedale di Comunità, articolato territorialmente nelle due sedi di
Valdagno e Montecchio Maggiore per complessivi 19 posti, di cui 14 a Valdagno e 5 a Montecchio
Maggiore.
Grafico 22: Il sistema di offerta della residenzialità e della semiresidenzialità anziani per Punto Salute e
livello di autosufficienza al 31/12/2010
100%
18%
20%
21%
82%
80%
79%
punto salute nord (n. strutture=8)
punto salute centro (n. strutture=3)
punto salute sud (n. strutture=6)
80%
60%
40%
20%
0%
non autosufficienti
autosufficienti
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Osservando il livello di autosufficienza dell’utenza dei servizi residenziali e semiresidenziali del
territorio della Ulss 5 rivolti alle persone anziane emerge una certa omogeneità in tutti i punti
salute. Gli utenti non autosufficienti a cui questi servizi danno risposta si attestano circa sull’80%
del totale utenti in tutti i territori. Questo tipo di servizi viene quindi rivolto prevalentemente agli
anziani non autosufficienti.
Per un approfondimento ulteriore sull’utenza dei servizi semiresidenziali e residenziali e sull’utenza
dei servizi domiciliari attivati sul territorio si rimanda alla relazione tecnica dell’U.O. Adulti Anziani
anno 2010 “Residenzialità extraospedaliera – Adulti anziani”
43
Allegato 2 Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in condizioni
di disagio: La situazione demografica
Il territorio della Ulss5 è caratterizzato da una presenza di popolazione in età 0-17 anni che si
attesta intorno al 19% del totale della popolazione residente nell’anno 2010.
Tabella 9: Popolazione residente di età 0-17 anni per Comune e Punto Salute, valori assoluti e percentuali
sul totale della popolazione residente, Ulss5, anni 2007- 2010.
2007
2008
2009
2010
punto
COMUNE
%
sul
tot.
%
sul
tot.
%
sul
tot.
% sul tot.
salute
v.a. residenti
Brogliano
Castelgomberto
Cornedo Vicentino
nord Recoaro Terme
Trissino
Valdagno
Totale Nord
Altissimo
Arzignano
Chiampo
Crespadoro
Montecchio Maggiore
centro
Montorso Vicentino
Nogarole Vicentino
S.Pietro Mussolino
Zermeghedo
Totale Centro
Alonte
Brendola
Gambellara
Grancona
sud
Lonigo
Montebello Vicentino
Sarego
Totale Sud
Totale
725
1.273
2.321
1.139
1.551
4.462
11.471
507
4.932
2.432
321
4.227
636
214
359
308
13.936
350
1.271
600
336
3.033
1.134
1.235
7.959
33.366
20,22
20,78
19,67
16,34
18,54
16,52
17,96
21,48
19,40
19,26
21,27
18,21
20,31
19,35
22,59
22,35
19,26
22,17
19,23
18,07
17,82
19,12
17,93
20,06
19,07
18,75
v.a. residenti
756
1.266
2.381
1.115
1.589
4.496
11.603
496
4.968
2.451
328
4.353
664
219
356
296
14.131
362
1.283
613
331
3.035
1.168
1.284
8.076
33.810
20,41
20,56
19,95
16,12
18,63
16,70
18,08
21,25
19,32
19,16
21,71
18,34
20,81
19,47
22,13
21,37
19,25
22,28
19,32
18,31
17,63
19,09
18,06
20,13
19,12
18,80
v.a. residenti
785
1.278
2.372
1.099
1.569
4.518
11.621
501
4.994
2.449
339
4.373
674
217
366
287
14.200
355
1.286
619
334
3.099
1.198
1.324
8.215
34.036
v.a. residenti
20,77
795
20,64 1.244
19,80 2.364
16,05 1.089
18,34 1.610
16,84 4.459
18,10 11.561
21,74
491
19,34 5.027
19,00 2.453
22,23
329
18,33 4.331
21,25
664
19,48
223
22,69
364
20,75
275
19,27 14.157
21,85
360
19,34 1.285
18,33
614
17,78
329
19,28 3.147
18,27 1.186
20,23 1.336
19,24 8.257
18,85 33.975
20,67
20,11
19,63
15,93
18,55
16,58
17,93
21,24
19,30
18,95
21,76
18,24
20,84
19,53
22,48
19,93
19,16
22,00
19,12
18,06
17,47
19,28
18,11
20,28
19,16
18,72
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
La tabella 9 propone in dettaglio l’andamento temporale della presenza di minori nel territorio della
Ulss5. Da una lettura generale sembra emergere un andamento temporale costante del numero di
minori presenti nel territorio in tutti e tre i Punti Salute in cui si distingue. Il territorio nord sembra
caratterizzato da una presenza più ridotta di popolazione in età 0-17 anni, mentre per quanto
riguarda le zone dei Punti Salute centro e sud la presenza di minori sembra essere più elevata.
44
Allegato 2.a Area Famiglia, infanzia, adolescenza, minori in
condizioni di disagio: I servizi
Nel corso del 2010 i servizi e gli interventi erogati per l’area Famiglia, infanzia, adolescenza,. Minori
in condizioni di disagio si riassumono come da tabella seguente:
Tabella 10: Interventi descritti, finanziamenti dedicati e percentuale risorse sul totale area l’area Famiglia,
infanzia, adolescenza, Minori in condizioni di disagio, anno 2010
INTERVENTO
Accesso, consulenza, Consultorio familiare
presa in carico
Servizio tutela minori*
Sportelli sociali tematici
Altro intervento
Semiresidenziali
Asilo Nido
Micronido e servizi <30
Nido integrato
Servizi ludico-ricreativi/ludoteche
Residenziali
Comunità educativa riabilitativa per preadolescenti/ adolescenti
Sostegno ec.
Altro sostegno economico (es. sostegno alle scuole)
Socializzazione,
Attività di prevenzione
Attività ricreative di socializzazione
integrazione,
prevenzione
Servizi di prossimità/ buonvicinato/ gruppi di auto - aiuto
Altro
Progetti
TOTALE
FINANZIAMEN
TI DEDICATI
€
701.975,25
€ 1.439.495,05
€
66.655,94
€
696.298,06
€ 2.414.868,25
€ 212.897,40
€
289.336,11
€
258.156,72
€
20.311,69
€ 2.170.558,37
€
26.915,50
€
478.270,77
€
2.462,50
€
66.407,37
€
626.353,07
€ 9.470.962,03
PESO %
7,41%
15,20%
0,70%
7,35%
25,50%
2,25%
3,05%
2,73%
0,21%
22,92%
0,28%
5,05%
0,03%
0,70%
6,61%
100,00%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
* Nel budget dedicato alla Tutela Minori sono comprese le attività del progetto affido e le rette per il pagamento di servizi residenziali.
Osservando la tabella 10 si evince che il maggior peso in termini di risorse erogate per l’area è da
attribuire a interventi dedicati alla prima infanzia (asilo nido, micronido …) e all’erogazione di
contributi economici.
Gli interventi dedicati alla Tutela minori assumono un peso rilevante in termini di erogazione di
risorse: nel budget complessivo dedicato a tali attività è compreso anche il fondo di €. 530.000
destinato al pagamento rette per minori inseriti in comunità. A tal proposito si fa presente la scarsa
presenza di comunità per minori all’interno del territorio della Ulss5 e la conseguente necessità di
far fronte ai bisogni dell’utenza rivolgendosi a strutture situate all’esterno.
Nel predetto fondo è altresì compresa la quota dedicata al beneficio mensile previsto a favore delle
coppie affidatarie. Come per gli anni precedenti, infatti, alle famiglie alle quali è affidato un minore
con un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria (Tribunale per i Minorenni per gli affidi giudiziari,
Giudice Tutelare per gli affidi consensuali), viene assegnato un rimborso previsto dalla normativa
regionale vigente pari al minimo INPS. Tale rimborso, erogato dall’Ulss a fronte della delega dei
Comuni, viene interamente rimborsato dalla Regione Veneto.
Di seguito si propone un approfondimento relativo al progetto affido (C.A.S.F.) del territorio
relativo all’utenza nel 2010.
45
Tabella 11: Utenti del Progetto Affido (C.A.S.F.) per tipologia e comune di provenienza, territorio Ulss 5,
anno 2010
AFFIDI
COMUNE
eterofamiliari
parenti
Residenziali* Diurni** Parziali***
Alonte
Altissimo
Arzignano
Brendola
Brogliano
Castelgomberto
Chiampo
Cornedo
Crespadoro
Gambellara
Grancona
Lonigo
Montebello
Montecchio M.
Montorso
Nogarole
Recoaro Terme
S. P. Mussolino
Sarego
Trissino
Valdagno
Zermeghedo
TOTALE
di cui stranieri
0
2
8
0
0
0
1
3
0
0
0
5
0
3
0
3
0
0
2
1
9
1
38
50%
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
2
0
0
0
0
0
3
0%
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
residenziali
0
0
2
0
0
1
0
0
0
0
0
2
1
1
0
0
0
0
0
5
4
1
17
18%
a comunità
diurni parziali residenziali
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
6
0
0
2
0
0
0
0
0
6
0
4
1
0
0
0
0
0
4
0
23
39%
diurni
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
a comunità
con mamma
residenziali
diurni
0
0
5
0
1
0
1
0
0
0
0
2
1
1
0
0
1
0
0
0
1
0
13
31%
centri
educativi
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
3
0
0
0
0
2
0
0
0
0
0
4
0
0
0
0
0
1
7
0
17
59%
Fonte: U.O. Tutela Minori
*il minore è accolto temporaneamente, ma stabilmente, presso una famiglia affidataria o presso una struttura comunitaria
**il minore è accolto temporaneamente, per alcune ore durante la giornata presso una famiglia affidataria e/o una struttura
comunitaria, ma rientra presso la sua famiglia d’origine alla sera.
***il minore è accolto temporaneamente, per un minimo di 25 ore settimanali, di giorno e/o di notte, presso una famiglia affidataria.
Nel 2010, 94 minori sono stati collocati al di fuori della loro famiglia in affido residenziale o diurno.
Di questi, 58 minori sono stati accolti in affido eterofamiliare o presso parenti e i restanti 36 sono
stati inseriti presso Comunità o Casa-Famiglia. Pertanto, la percentuale dei minori collocati in affido
eterofamiliare o presso parenti è stata del 62% rispetto al totale dei minori accolti al di fuori della
propria famiglia.
Tra gli affidi eterofamiliari, si segnala per il 2010 la sperimentazione di un collocamento mammabambino presso una famiglia affidataria, con esito positivo.
Tra gli inserimenti in comunità, i collocamenti mamma – bambino vengono considerati a parte,
perché si tratta di un servizio che viene attivato di norma quando si tratta di un bambino in tenera
età e, al contempo, quando si ravvisa una buona possibilità di recupero delle funzioni genitoriali.
I 17 inserimenti di bambini presso i Centri Educativi Diurni presenti nei Punti Salute Nord e Centro,
infine, sono stati attivati allo scopo di poter favorire la permanenza dei minori presso le loro
famiglie d’origine.
A supporto della genitorialità disfunzionale, poi, è stata attivata l’educativa domiciliare. Questo
servizio nasce come forma di aiuto socio-educativo rivolto ai minori e alle loro famiglie ove sia
presente una situazione di disagio sociale o un rischio di marginalità o devianza. Tale intervento
mira quindi ad innescare processi di cambiamento e di crescita utilizzando e collegando, in modo
coerente ai bisogni, le risorse familiari, individuali e territoriali.
Gli obiettivi dell’intervento domiciliare sono:
- monitorare, sostenere, osservare la relazione adulto-minore, nonché aiutare il minore nei
suoi contatti con le risorse territoriali e le reti sociali;
- stimolare la famiglia al cambiamento e all’emersione delle proprie risorse- potenzialità.
46
-
osservare le relazioni e le dinamiche familiari nel contesto di appartenenza;
osservare l’adeguatezza del contesto abitativo (igiene e cura della casa e del minore
stesso).
Nel corso del 2010 sono stati attivati n. 8 progetti di educativa domiciliare.
A seguire si propone un approfondimento sul servizio di integrazione scolastica a favore di minori
con disabilità, in costante aumento nel corso degli anni come sottolineato nel grafico seguente:
Grafico 23: Trend temporale del numero di utenti con assegnazione OSS e ore settimanali assegnate.
Servizio di integrazione scolastica (numeri assoluti)
2000
1923.5
1883,45
1800
1600
1476,5
1434,5
1349
1279
1400
1117
1200
1115
1053,25
1000
800
600
400
200
0
94
85
92
alu
nni
ore/
setti
ma
na
a.s. 2001/2002
alu
nni
ore/
setti
ma
na
a.s. 2002/2003
alu
nni
106
111
ore/
setti
ma
na
a.s. 2003/2004
alu
nni
ore/
setti
ma
na
a.s. 2004/2005
alu
nni
112
ore/
setti
ma
na
a.s. 2005/2006
alu
nni
145
120
ore/
setti
ma
na
a.s. 2006/2007
alu
nni
ore/
setti
ma
na
a.s. 2007/2008
alu
nni
150
ore/
setti
ma
na
a.s. 2008/2009
alu
nni
ore/
setti
ma
na
a.s. 2009/2010
Fonte: U.O.C. Materno Infantile
Secondo i dati rilevati dall’U.O.C. Materno infantile della presente Ulss, il servizio erogato sembra
essere protagonista di una costante crescita del numero di utenti con assegnazione OSS nel corso
degli anni. Ciò si accompagna all’aumento dell’intercetto precoce delle problematiche (patologie
gravi, croniche e/o progressive, complesse..), all’utilizzo di strumenti più affinati, appropriati e
specifici per attivare il servizio ed erogarlo in maniera efficace e alla permanenza a scuola per
l’assolvimento dell’obbligo formativo almeno fino al compimento del sedicesimo anno di età. In
aumento è anche il numero di utenti stranieri che accedono al servizio (durante l’a.s. 2009/2010 si
attestano al 28% del totale utenti).
Nell’ultimo anno, infine, sembra essere aumentata anche la media oraria di OSS assegnata per
alunno di ben + 30’.
A livello territoriale, è disponibile il dato di provenienza degli utenti in integrazione scolastica per
comune:
47
SUD
CENTRO
NORD
Tabella 12: Utenti con assegnazione OSS per punto salute e Comune di provenienza, a.s. 2009/2010,
territorio Ulss5
PUNTO SALUTE COMUNE
a.s. 2009/2010
Brogliano
Castelgomberto
Cornedo
Recoaro
Trissino
Valdagno
Totale
Altissimo
Arzignano
Chiampo
Crespadoro
Montecchio Maggiore
Montorso
Nogarole
S.P. Mussolino
Zermeghedo
Totale
Alonte
Brendola
Gambellara
Grancona
Lonigo
Montebello
Sarego
Totale
TOTALE COMPLESSIVO
5
4
20
7
4
20
60
2
17
8
0
19
3
0
2
2
53
0
6
3
1
12
6
9
37
150
Fonte: U.O.C. Materno Infantile
Dalla tabella emerge la sostanziale omogeneità nella provenienza territoriale degli alunni con
assegnazione di personale di assistenza ai fini dell’integrazione scolastica.
Per un approfondimento ulteriore sui servizi erogati nell’anno 2010 si rimanda alle relazioni
tecniche di ciascuna Unità Operativa operante nell’ambito dell’area Famiglia, infanzia, adolescenza,
Minori in condizioni di disagio.
48
Allegato 3 Area Disabilità: La situazione nel territorio della Ulss 5
Per quanto riguarda l’area disabilità, nel 2010 è stata mantenuta la presa in carico di persone con
disabilità congenita o acquisita al fine di dare risposta a bisogni di tipo sociale, assistenziale,
psicologico o educativo – riabilitativo che richiedevano interventi professionali e/ accesso alla rete
dei servizi diurni o residenziali. In questo senso gli attori coinvolti nel processo di programmazione
dei servizi socio sanitari del territorio hanno lavorato per assicurare l’omogeneità di trattamenti e la
qualità dei servizi rivolti all’utenza e i collegamenti tra programmi individualizzati al fine di garantire
alla persona una continuità nei percorsi socio-riabilitativi e di mantenimento delle autonomie.
Per il 2010 si evidenzia l’aumento degli utenti presi in carico nell’area disabilità età adulta come da
tabella 13:
Tabella 13: utenti in carico all’U.O. Disabilità età adulta per comune e punto salute, valori assoluti,
territorio Ulss5, anni 2007-2010.
Utenti U.O. Disabilità età adulta
Punto
Comune
salute
2007
2008
2009
2010
Brogliano
Castelgomberto
Cornedo
Nord
Recoaro
Trissino
Valdagno
Totale Nord
Altissimo
Arzignano
Chiampo
Crespadoro
Montecchio M.
centro
Montorso
Nogarole
S.P. Mussolino
Zermeghedo
Totale Centro
Alonte
Brendola
Gambellara
Grancona
Sud
Lonigo
Montebello
Sarego
Totale Sud
Totale Ulss
Fuori Ulss
Totale Complessivo
3
12
36
40
24
101
216
4
50
24
6
52
4
2
6
3
151
4
19
10
4
39
22
10
108
475
34
509
2
13
37
40
19
113
224
4
46
29
7
64
6
3
7
3
169
3
16
10
5
41
17
12
104
497
37
534
4
14
41
43
22
125
249
6
56
35
8
69
7
4
9
4
198
3
18
11
5
46
23
13
119
566
35
601
5
16
38
50
22
121
252
8
67
38
7
62
3
4
6
4
199
3
17
13
4
52
24
13
126
577
37
614
Fonte: elaborazioni U.O. Disabilità età adulta
L’aumento dell’utenza si registra in modo omogeneo nei tre punti salute che compongono il
territorio della Ulss5. Tale utenza è caratterizzata da disabilità di grado lieve nel 15% dei casi, da
disabilità di grado medio nel 31% dei casi e da disabilità grave nel 54% dei casi.
L’utenza della disabilità in età evolutiva nel 2010 è stata di 2405 persone, come si riporta nella
tabella seguente:
49
Tabella 14: utenti in carico all’U.O. Disabilità età evolutiva per comune, punto salute e genere, valori
assoluti, territorio Ulss5, anno 2010.
FASCE DI ETA'
Totale per
genere
Punto
Totale
0-5
6-10
11-13
14-18
>18
Salute
Comune
F
M
F
M F
M
F
M F M
F
M Complessivo
Brogliano
Castelgomberto
Cornedo
Nord
Recoaro
Trissino
Valdagno
Altissimo
Arzignano
Chiampo
Crespadoro
Centro
Montecchio
Montorso
Nogarole
Zermeghedo
S.P.Mussolino
Alonte
Brendola
Gambellara
Sud
Grancona
Lonigo
Montebello
Sarego
Fuori ULSS
Totale complessivo
3
2
11
6
9
30
3
25
11
1
16
26
12
15
45
7
51
25
4
36
6
3
5
13
4
6
19
1
16
5
1
20
3
8
22
2
10
39
1
27
14
2
12
2
2
2
2
12
3
3
23
11
11
1
2
1
2
1
2
10
3
6
2
1
1
2
8
175 299 357 693 172 313
123
26
3
3
5
8
1
10
8
10
1
11
9
23
8
13
47
8
38
28
4
28
3
3
4
4
3
8
1
3
24
9
19
1
10
13
22
12
14
57
6
72
28
3
43
7
1
2
2
1
9
8
22
10
10
5
12
28
50
27
36
88
8
122
52
12
82
16
4
9
9
6
16
12
6
52
19
23
4
3
11
3
8
6
21
4
25
17
3
23
2
1
5
3
4
16
8
7
2
1
15
7
7
2
1
3
1
1
6
2
8
1
1
2
9
6
7
8
7
6
4
1
1
1
2
1
2
1
3
2
186 28 59
19
32
52
31
36
133
16
146
61
8
113
10
4
3
11
3
24
12
8
60
30
33
10
27
63
130
55
81
227
24
245
125
22
162
28
7
17
16
13
44
16
13
116
47
63
9
46
95
182
86
117
360
40
391
186
30
275
38
11
20
27
16
68
28
21
176
77
96
19
855 1550
2405
Fonte: elaborazioni U.O. Disabilità età evolutiva
Il totale dell'utenza dell'U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità, così come riportato in tabella 14, si
contraddistingue per il 23,95% sul totale utenza come soggetti con disabilità stabilizzata, per il
22,29% come soggetti con disturbi specifici del linguaggio, per il 25,36% come soggetti con
disturbi specifici delle abilità scolastiche, per il 7,53% come soggetti con disturbi dell'attività e
dell'attenzione e per il restante trattasi di soggetti con disturbi di natura psicopatologica.
Gli utenti sembrano essere in prevalenza maschi, pari al 64,4% dei casi totali, e si concentrano
specialmente nella fascia di età che va dai 6 ai 10 anni, con una percentuale del 48,5% sul totale
dei casi. Come puntualmente sottolineato nella relazione tecnica della U.O. Disabilità età evolutiva,
il totale degli utenti per l’anno 2010 rappresenta il 6,8% della popolazione del territorio Ulss5 in
età 0-18 anni. Per quanto riguarda la nazionalità dei casi trattati, inoltre, la percentuale di utenti
stranieri si attesta al 21,8% del totale degli utenti in carico.
50
Tabella 15: utenti in carico all’U.O. Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) per comune, punto salute e
genere, valori assoluti, territorio Ulss5, anno 2010.
Punto salute
Comune
utenti
TOTALE
414
Centro
Nord
Fuori ULSS
3
16
33
21
25
83
181
5
52
25
3
49
2
0
2
5
143
2
13
4
5
35
16
12
87
3
Sud
Brogliano
Castelgomberto
Cornedo
Recoaro Terme
Trissino
Valdagno
Totale Nord
Altissimo
Arzignano
Chiampo
Crespadoro
Montecchio M.
Montorso
Nogarole
S. P.Mussolino
Zermeghedo
Totale Centro
Alonte
Brendola
Gambellara
Grancona
Lonigo
Montebello
Sarego
Totale Sud
Fonte: elaborazioni U.O. Servizio Integrazione Lavorativa (SIL)
La fotografia dell’utenza dei servizi della disabilità per il territorio della Ulss5 si completa con i dati
relativi al Servizio di Integrazione Lavorativa (S.I.L.) che nel 2010 registra n. 414 utenti e la
realizzazione di 250 progetti specifici per l’inserimento lavorativo con la conseguenza di n. 30
assunzioni, come riportato nella relazione tecnica dell’U.O. Servizio di Integrazione Lavorativa
(SIL).
51
Allegato 3.a Area Disabilità: I servizi
Nell’anno 2010 sono stati erogati i seguenti servizi ed interventi nell’ambito della programmazione
socio sanitaria dell’area disabili:
Tabella 16: Interventi descritti, finanziamenti dedicati e percentuale risorse sul totale area Disabili, anno
2010
Gruppo
Accesso, consulenza,
presa in carico
Domiciliari/territoriali
Semiresidenziali
Residenziali
Sostegno economico
Socializzazione,
integrazione,
prevenzione
Altro
FINANZIAMENTI
DEDICATI (€.) PESO %
INTERVENTO
Supporto all'inserimento lavorativo
Trasporto sociale (escluso il trasporto scolastico, salvo le
agevolazioni alle famiglie povere)
Centro diurno per persone con disabilità
Comunità alloggio per persone con disabilità
Comunità residenziale
Gruppo appartamento per persone con disabilità
RSA per persone con disabilità
Trasferimenti per utenti che usufruiscono di servizi semi residenziali
extra - aulss
Altro sostegno economico
Interventi per l'integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio
Altro intervento
Altro (comprese U.O. disabilità in età adulta e U.O. disabilità in età
evolutiva)
Progetti
TOTALE
362.110,14
3,11%
56.814,80
0,49%
4.233.507,24
1.957.074,26
n.d.
24.625,00
1.053.481,25
36,38%
16,82%
nd.
0,21%
9,05%
90.304,33
0,78%
1.004.422,63
901.160,65
8,63%
7,74%
124.602,50
1,07%
1.514.407,97
13,01%
315.844,62
11.638.355,39
2,71%
100,00%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Osservando la tabella 16 sembra emergere che la maggior parte dei finanziamenti dedicati all’area
disabili sia assorbita da interventi residenziali e semiresidenizali, con particolare riferimento alle
comunità alloggio e ai centri diurni per persone con disabilità. Si conferma dunque la scelta di
questi servizi territoriali come principale risposta al bisogno assistenziale e di accudimento delle
persone con disabilità del territorio. Appaiono rilevanti anche i finanziamenti dedicati alle U.O.
dell’Ulss5 dedicate alla disabilità in età adulta e in età evolutiva, e alle relative azioni intraprese a
livello territoriale, ai contributi economici e agli interventi per l’integrazione sociale dei soggetti
deboli o a rischio.
Come accennato in precedenza, dunque, la maggior parte delle risorse erogate per l’area disabili
nel 2010 è assorbita dai servizi residenziali e semiresidenziali nel territorio. A tal riguardo appare
interessante approfondire questi servizi ed interventi proponendo un focus sull’utenza. Come
evidenziato in tabella seguente, nel 2010 il numero di utenti che hanno frequentato i servizi diurni
rivolti a persone con disabilità sono stati 332, mentre gli ospiti dei servizi residenziali sono stati
116.
52
Tabella 17: Utenti nei centri diurni e programmi socio riabilitativi e numero utenti inseriti in comunità
alloggio per persone con disabilità per comune e punto salute, valori assoluti, territorio Ulss5, anni 20072010.
Nr. utenti in centri diurni e
Nr. utenti in struttura
Punto Salute
Comune
programmi socio-riabilitativi
residenziale
2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010
Brogliano
2
2
2
2
0
0
0
0
Castelgomberto
7
6
7
9
2
2
2
2
Cornedo
21
21
22
25
8
9
10
10
Nord
Recoaro
29
28
26
28
6
8
6
7
Trissino
15
15
17
15
3
3
3
3
Valdagno
67
69
67
64
23
29
30
28
143
42
51
51
50
Totale Nord
141
141
141
Altissimo
4
4
5
5
1
1
2
2
Arzignano
28
27
29
27
9
13
16
16
Chiampo
18
18
18
18
1
1
1
1
Crespadoro
6
6
7
4
0
0
1
1
Montecchio Magg.
34
35
37
38
4
6
5
4
Centro
Montorso
1
1
1
0
0
2
2
2
Nogarole
2
2
3
3
0
0
0
0
S.P. Mussolino
3
4
3
2
0
0
1
0
Zermeghedo
0
0
0
0
1
1
1
1
Totale Centro
96
97
103
97
16
24
29
27
Alonte
2
2
2
2
1
0
0
0
Brendola
11
11
11
11
1
1
1
1
Gambellara
7
7
7
7
5
5
5
5
Grancona
1
1
2
2
0
0
0
0
Sud
Lonigo
26
26
27
28
8
9
10
10
Montebello
12
11
11
11
5
3
4
3
Sarego
4
4
5
6
0
0
1
1
Totale Sud
63
62
65
67
20
18
21
20
fuori ULSS
21
22
23
25
17
20
18
19
Totale
321
322
332
332
95
113
119
116
Fonte: elaborazioni U.O. Disabilità età adulta
Osservando i dati della tabella 17 si riscontra una certa stabilità nel tempo del numero di utenti dei
servizi residenziali e semiresidenziali dell’area disabili. Ancora una volta, è possibile confermare la
scelta di mantenimento di tali servizi come valida risposta ai bisogni del territorio. Nel 2010, in
particolare, le nuove prese in carico per i servizi residenziali sono state 4, mentre per i servizi
semiresidenziali sono state 13, riguardanti in particolare giovani che hanno terminato il percorso
scolastico o di adulti con difficoltà nella gestione familiare.
Per quanto riguarda i servizi della domiciliarità, è proseguito nell’anno 2010 il programma di
Sostegno alle famiglie che assistono persone con gravi disabilità a domicilio: sono state promosse
forme di aiuto personalizzato a domicilio ed è stata favorita l’autonomia nella gestione di vita per le
persone con grave disabilità motoria tramite i progetti di Vita Indipendente.
Per un approfondimento sugli altri servizi che caratterizzano l’area, ovvero i servizi rivolti all’utenza
disabile in età evolutiva e il servizio di integrazione lavorativa (S.I.L.), sui trend registrati nel 2010
e i risultati raggiunti si rimanda alle valutazione tecniche proposte dalle U.O. competenti.
53
Allegato 4 Area Dipendenze: La situazione nel territorio della Ulss 5
La situazione per quanto riguarda l’utenza in carico dell’area dipendenze sembra essere piuttosto
stabile negli ultimi anni, così come riportato nelle tabelle seguenti:
Tabella 18: Utenti tossicodipendenti per distretto, valori assoluti, territorio Ulss5, anni 2007-2010.
2007
2008
2009
2010
Punto Salute
Nord
Centro/Sud
209
180
169
273
127
269
134
264
Totale
389
442
396
398
Fonte: elaborazioni Dipartimento Dipendenze
Tabella 19: Utenti alcolisti per distretto, valori assoluti, territorio Ulss5, anni 2007-2010.
Punto Salute
2007
2008
2009
2010
Nord
215
245
178
169
Centro/Sud
Totale
123
338
192
437
179
357
130
299
Fonte: elaborazioni Dipartimento Dipendenze
Il numero di utenti alcolisti sembra essere il leggera flessione nel 2010 rispetto agli anni
precedenti, ma il periodo temporale considerato è forse troppo breve per comprendere se a ciò
corrisponda un’effettiva riduzione dell’abuso di sostanze legali oppure se ciò dipenda da altri
fattori. Allo stato attuale, quindi, appare opportuno limitarsi a monitorare con attenzione la
situazione per poter raccogliere ulteriori elementi interpretativi.
Per quanto riguarda gli utenti tossicodipendenti, la situazione degli ultimi anni sembra essere di
sostanziale stabilità.
54
Allegato 4.a Area Dipendenze: I servizi
Di seguito si riporta il dettaglio dei servizi e degli interventi attivati nell’anno 2010 per l’area
Dipendenze:
Tabella 20: Interventi descritti, finanziamenti dedicati e percentuale risorse sul totale area Dipendenze,
anno 2010
Gruppo
Accesso, consulenza,
presa in carico
Domiciliari/territoriali
Residenziali
INTERVENTO
Servizi ambulatoriali (SER.D. e servizi del privato sociale
accreditato)
Altro intervento domiciliare/territoriale
Servizi residenziali di tipo B (intensivo)
Trasferimenti per utenti che usufruiscono di servizi residenziali
Sostegno economico extra - aulss
Altro sostegno economico
Socializzazione,
integrazione,
Attività di prevenzione
prevenzione
Altro
Altro
Progetti
TOTALE
FINANZIAMENTI
DEDICATI (€.)
PESO %
1.083.481,83
39,68%
27.580,00
103.417,20
1,01%
3,79%
885.000,00
32,41%
96.011,94
3,52%
265.565,95
9,73%
158.068,98
111.217,85
2.730.343,75
5,79%
4,07%
100,00%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Gli interventi che hanno assorbito il maggior numero di risorse nell’area nel 2010 sono stati i servizi
ambulatoriali (SER.D. e servizi del privato sociale accreditato) e al pagamento di rette per utenti
che usufruiscono di servizi residenziali extra - ulss.
In particolare, alcune cause concorrono a determinare un peso così importante di risorse dedicate
ai trasferimenti per utenti che usufruiscono di servizi residenziali extra - ulss.
Nel territorio della Ulss5 è presente solamente una comunità terapeutica; molti utenti vengono
quindi accolti da strutture situate in altri territori. A ciò corrisponde anche la necessità spesso
rilevata di astrarre l’utente dal proprio ambiente abituale per garantirgli maggiori possibilità di
recupero in situazioni protette che siano volutamente al di fuori della quotidianità. Per questi motivi
i trasferimenti per utenti che usufruiscono di interventi residenziali extra - ulss assumono
un’importanza così rilevante in termini di risorse erogate sul totale dell’area dipendenze.
Da sottolineare infine che le attività di prevenzione ottengono il 9,73% del totale dei finanziamenti
dedicati all’area Dipendenze. All’interno di questa categoria è compreso il budget relativo al
personale dell’U.O.S.D. Prevenzione delle Dipendenze. L’ammontare totale delle risorse destinate
alle attività di prevenzione, quindi, si compone di risorse dedicate a diverse attività pensate allo
scopo di prevenire le dipendenze. Tali attività vengono erogate dall’U.O.S.D. Prevenzione delle
Dipendenze dell’Ulss5 di concerto con il territorio (scuole, Comuni, Privato Sociale…).
Come accennato più volte in precedenza, una delle attività maggiormente rilevanti dell’area
dipendenze è l’inserimento di utenti in comunità terapeutiche. Di seguito si propone una tabella
sugli utenti in carico ai servizi residenziali.
55
Tabella 21: Utenti inseriti in comunità terapeutiche per le dipendenze, valori assoluti, territorio Ulss5, anni
2007-2010.
2007
2008
2009
2010
Punto salute
Nord
39
45
38
40
Centro/Sud
61
56
47
53
100
101
85
93
Totale
Fonte: elaborazioni Dipartimento Dipendenze
La tabella 21 riporta il numero di utenti inseriti in comunità terapeutiche dal 2007 al 2010. Tali
utenti sono classificati per provenienza territoriale e in particolare per punto salute, rispettando in
particolare la distribuzione territoriale dei Servizi ambulatoriali (SER.D.) sul territorio della Ulss 5.
Nel corso degli anni si riscontra una leggera flessione nel numero di utenti inseriti in comunità.
Tale flessione può dipendere dalla contrazione del finanziamento regionale per gli inserimenti in
comunità terapeutica di cui si è già accennato in premessa. Ciò nonostante, nel 2010 si registra un
aumento del numero di utenti inseriti in comunità terapeutiche rispetto al 2009, anche se il
numero di utenti inseriti in comunità terapeutiche rimane più contenuto nel 2010 rispetto ai primi
anni di vigenza del Piano di Zona.
Per un ulteriore approfondimento, relativo specialmente alle attività del Dipartimento delle
Dipendenze, comprensive del servizio SER.D., e alle progettualità intraprese nel corso del 2010 si
rimanda alla “Relazione Dipartimento dipendenze”.
56
Allegato 5 Area Salute Mentale: La situazione nel territorio della
Ulss 5
Un primo aspetto da considerare quando si parla di salute mentale è la difficoltà di conoscere la
reale incidenza delle patologie legate a questo tipo di problematiche sulla popolazione. Questa
difficoltà trova spiegazione nel fatto che, come riportato nel rapporto Ser - Veneto anno 20101,
“una tale analisi richiederebbe la realizzazione di complessi e costosi studi di popolazione”.
In tale ottica il DSM dell’azienda Ulss5 sta contribuendo come referente regionale di 2 ricerche,
l’una sulla programmazione della residenzialità psichiatrica veneta (PROGRES), l’altra sull’incidenza
e il trattamento dei disturbi gravi del comportamento alimentare nella popolazione veneta
(BIOVEDA).
Attualmente “la maggior parte delle analisi epidemiologiche di cui disponiamo si riferisce alla
prevalenza ed alla incidenza di casi trattati nei servizi psichiatrici”.2 A tal proposito si riporta il
numero di utenti in carico ai servizi del territorio della Ulss5, ove sembra emergere una certa
stabilità negli ultimi anni.
Tabella 22: N° prestazioni offerte dai Centri di salute mentale per punto salute, valori assoluti, territorio
Ulss5, anni 2007-2010.
2007
2008
2009
2010
Punto salute
Nord
18.144
18.717
15.674
13.555
Centro
23.818
25.337
24.623
25.930
Sud
9.789
7.944
7.567
6.295
Totale
51.751
51.998
47.837
45.780
Fonte: elaborazioni Dipartimento di Salute Mentale
Tabella 23: N° ricoveri in Servizio psichiatrico per diagnosi e cura per punto salute, valori assoluti,
territorio Ulss5, anni 2007-2010.
2007
2008
2009
2010
Punto salute
Nord
101
109
67
97
Centro
160
115
129
119
Sud
49
49
64
47
Fuori Ulss
8
13
16
16
Totale
318
286
276
279
Fonte: elaborazioni Dipartimento di Salute Mentale
Una leggera flessione temporale del numero di utenti in carico si registra calcolando il n° di
prestazioni offerte dai Centri di Salute Mentale; tale dato è un effetto degli interventi molto
consistenti fatti negli ultimi 10 anni nel campo della prevenzione all’insorgenza di patologia
psicotica grave e al trattamento precoce dei disturbi psichiatrici in età adolescenziale. Per quanto
riguarda il Servizio Psichiatrico per Diagnosi e Cura emerge un andamento temporale piuttosto
stabile.
1
Amaddeo F, “Il contesto epidemiologico” in rapporto “La tutela della salute mentale nel Veneto” - Anno 2010, http://www.serveneto.it/
2
si veda nota precedente
57
Allegato 5.a Area Salute Mentale: I servizi
Come accennato in precedenza, la maggior parte delle risorse erogate per i servizi e gli interventi
dell’area Salute Mentale viene dedicata alla programmazione riabilitativa e di recupero sociolavorativo collegato a Progetti Terapeutici Personalizzati di residenzialità e semiresidenzialità.
Di seguito si propone un dettaglio più specifico dei servizi/interventi erogati:
Tabella 24: Interventi descritti, finanziamenti dedicati e percentuale risorse sul totale area Salute
Mentale, anno 2010
Gruppo
INTERVENTO
Accesso,
consulenza, presa in CSM - Centro di Salute Mentale
carico
Semiresidenziali
CD - Centro diurno
CA - Comunità alloggio
CTRP - Comunità terapeutica residenziale
Residenziali
protetta
GAP - Gruppo Appartamento protetto
Altro intervento residenziale (RSA)
Sostegno economico Altro sostegno economico
Socializzazione,
Attività di prevenzione
integrazione,
Servizi di prossimità/buonvicinato/gruppi di
prevenzione
auto - aiuto
Progetti
TOTALE
FINANZIAMENTI
DEDICATI (€.)
PESO %
1.845.740,00
22,60%
1.261.553,24
632.168,49
15,44%
7,74%
1.566.002,26
19,17%
36.000,00
2.293.747,10
106.793,56
n.d.
0,44%
28,08%
1,31%
n.d.
36.597,92
0,45%
390.090,00
8.168.692,56
4,78%
100,00%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Le RSA per pazienti psichiatrici sono le strutture residenziali che assorbono la maggior quota di
risorse del Piano di Zona nell’area Salute Mentale. In generale, il sistema della residenzialità e della
semiresidenzialità ha un peso importante sul totale dell’area, attestandosi al 70,87%.
Per quanto riguarda i finanziamenti del CSM – Centro di salute mentale, si sottolinea che nel
budget dedicato sono comprese le risorse destinate alle attività di prevenzione erogate nel
territorio della Ulss5.
Osservando più da vicino il sistema della residenzialità dell’area Salute Mentale, si propone di
seguito una tabella sul numero di utenti per Punto Salute.
Tabella 25: N° utenti inseriti in strutture residenziali per punto salute, valori assoluti, territorio Ulss5, anni
2007-2010.
2007
2008
2009
2010
Punto salute
Nord
25
23
22
17
Centro
23
22
23
28
Sud
18
20
22
22
Totale
66
65
67
67
Fonte: elaborazioni Dipartimento di Salute Mentale
Dalla tabella emerge che il numero di utenti inseriti in strutture residenziali dal 2007 al 2010 si è
mantenuto pressoché costante. Osservando questo dato, quindi, si può trovare conferma del fatto
che sia rimasta costante nel tempo la programmazione di questo tipo di risposta per accogliere i
bisogni del territorio in merito alla salute mentale.
Per quanto riguarda tutte le altre attività realizzate nel 2010 e per un approfondimento ulteriore
sui servizi della residenzialità si rimanda alla “Relazione sull’attività svolta dal Dipartimento di
Salute Mentale dell’azienda U.L.S.S. n. 5 Ovest Vicentino nell’anno 2010”.
58
Allegato 6 Area Marginalità sociale: I servizi
Di seguito si propone il dettaglio delle azioni realizzate durante il 2010 per rispondere ai bisogni
legati all’area della Marginalità Sociale.
Tabella 26: Interventi descritti, finanziamenti dedicati e percentuale risorse sul totale area Marginalità
Sociale, anno 2010
Gruppo
Residenziali
Sostegno economico
Altro
Progetti
TOTALE
INTERVENTO
Struttura comunitaria (asilo notturno, dormitori, pronta
accoglienza, donne vittime di tratta, donne vittime di
violenza, emarginati ecc.)
Altro sostegno economico
Sostegno socio educativo scolastico
FINANZIAMENTI
DEDICATI (€.)
PESO %
337.489,36
62,83%
147.848,32
42.133,25
9.663,09
537.134,02
27,53%
7,84%
1,80%
100,00%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Osservando la tabella 26 si ha l’ulteriore conferma che gli interventi principali erogati per il 2010
nel territorio della Ulss5 rivolti a persone in situazione di marginalità sociale sono gli asili notturni di
Valdagno e di Arzignano e le contribuzioni erogate per l’integrazione del reddito. La parte
progettuale copre invece solamente l’1,80% dell’area in termini di risorse erogate.
59
Allegato 7 Area Generale: I servizi
Di seguito si propone il dettaglio delle azioni realizzate durante il 2010 per in merito all’area
Generale:
Tabella 27: Interventi descritti, finanziamenti dedicati e percentuale risorse sul totale area Generale, anno
2010
Gruppo
Accesso, consulenza, presa in
carico
Sostegno economico
Progetti
TOTALE
INTERVENTO
Segretaria sociale/ porta unitaria di accesso
ai servizi
Altro sostegno economico
FINANZIAMENTI
DEDICATI (€.)
PESO %
529.155,73
295.699,57
95.133,82
919.989,12
57,52%
32,14%
10,34%
100,00%
Fonte: elaborazione Ufficio di Piano
Come già confermato dai dati proposti precedentemente, gli interventi erogati che rientrano
nell’area Generale sono sostanzialmente il segretariato sociale, i contributi economici ed alcune
progettualità.
Nel caso del segretariato sociale, si fa presente che all’interno di questa classificazione è compreso
anche il servizio sociale professionale comunale, in quanto servizio non rivolto ad un’utenza
specifica. La decisione di inserire il servizio sociale professionale in quest’area deriva quindi dalla
sua caratteristica di essere servizio rivolto a tutte le tipologie di utenza senza distinzioni.
Il sostegno economico, invece, comprende sia contributi erogati per l’integrazione del reddito di
famiglie che si trovano in situazione di bisogno, che contributi specifici per immigrati, che ancora
contribuzioni erogate per sostenere l’associazionismo territoriale.
Il progetto realizzato, infine, è un progetto di sistema che nasce dalla necessità di rafforzare la rete
interistituzionale dei servizi socio-sanitari nel territorio.
60
RELAZIONI TECNICHE DI U.O.
61
62
Allegato a: Relazione socio-sanitaria ANNO 2010 U.O. Adulti
Anziani
Residenzialità extraospedaliera - Adulti Anziani
L’U.O.Adulti Anziani gestisce, all’interno del Distretto Socio Sanitario, le problematiche inerenti all’area degli
anziani assicurando in particolare le seguenti funzioni :
gestione funzioni delegate dai comuni all’ULSS riferite alla domiciliarità: predisposizione e
formazione di atti e documenti nonché di interventi per la realizzazione del servizio di assistenza domiciliare
socio-assistenziale (SAD);
gestione rapporti con Amministrazioni Comunali per definizione budget annuo per la realizzazione dei
servizi domiciliari in delega, per dare attuazioni al Piano Locale per la Domiciliarità, per assicurare il
completamento delle procedure inerenti all’assegno di cura, per l’archivio utenti telecontrollo/telesoccorso
regionale, per gli interventi denominati di “sollievo”;
gestione della residenzialità, semiresidenzialità extraospedaliera in collaborazione con le UVMD
territoriali e con il servizio delle Dimissioni Protette per il recepimento dei progetti assistenziali finalizzati
all’inserimento di persone anziane non autosufficienti nei centri di servizio residenziale sia per ricoveri
temporanei (Pronta Accoglienza, Alta Intensità assistenziale, UTAP, sollievo) sia continuativi, aggiornamento
periodico della graduatoria di accesso alle strutture, gestione del relativo registro impegnative;
gestione rapporti con i centri di servizio residenziali per monitoraggio convenzione in atto e spesa
sanitaria: assistenza medica, fornitura di farmaci, presidi ed ausili, riabilitazione.
collaborazione con l’U.O.C. qualità ed accreditamento per l’espletamento dei processi che precedono i
percorsi di autorizzazione all’esercizio e di accreditamento dei centri di servizio residenziali insistenti sul
territorio aziendale.
Domiciliarità
Assistenza Domiciliare Socio assistenziale
L’Azienda ULSS 5 gestisce l’attività di assistenza domiciliare socio assistenziale per conto dei Comuni di
Altissimo, Chiampo, Crespadoro, Nogarole Vic.no, San Pietro Mussolino, Arzignano, Montecchio
Maggiore, Zermeghedo, Grancona, Sarego. E’ proseguito, per tutto l’anno 2010, il rapporto
convenzionale con la Cooperativa FAI Berica di Vicenza per l’espletamento dei servizi in parola in stretta
collaborazione con l’U.O. Adulti/Anziani che coordina il lavoro di accoglimento della domanda e di presa in
carico delle richieste, riferiti all’utenza, distinta per profilo assistenziale determinati dalla presenza o meno
di interventi integrati.
Si riportano in tabella 1 i dati di attività nel corso del 2010 riferiti all’utenza, distinta per profilo assistenziale
a secondo della presenza o meno di interventi integrati.
Tabella 1: Utenza del servizio di assistenza domiciliare per comune e punto salute, anno 2010
DISTRETTO
ZONA CENTRO
ZONA SUD
COMUNE
Altissimo
Arzignano
Chiampo *
Crespadoro
Montecchio M.
Nogarole
S.P.Mussolino
Zermeghedo
Grancona
Sarego
TOTALE
ASSISTENZA DOMICILIARE
Utenti
di cui Utenti Profili B/C
Assistenza
infermieristica/programmata
Domiciliare
sociale
Sociale
4
2
185
72
53
18
3
0
112
45
2
2
9
5
1
1
369
145
1
0
20
11
21
11
390
156
di cui Utenti Profilo D
e Adimed e sociale
0
25
15
1
17
0
1
0
59
1
2
3
62
Fonte: elaborazioni U.O. Adulti Anziani
63
In tabella 2 si riportano i dati dell’ultimo triennio. Si osserva un calo costante dell’utenza nel periodo di
riferimento in valori assoluti e in modo maggiormente significativo nei comuni di Arzignano e Chiampo.
Resta invece costante la situazione per Montecchio Maggiore. E’ prematuro fare ipotesi sul fenomeno, se
attribuirlo alla crisi che ha colpito il settore della concia o se determinato dalla mancata sostituzione
dell’assistente sociale ( pensionamento di Dalla Gassa) per buona parte del 2009 ( aprile - ottobre) nella
zona di Arzignano e Chiampo. Mancata sostituzione che si è inevitabilmente riflessa anche nel 2010.
Tabella 2: Utenza del servizio di assistenza domiciliare per comune e punto salute, anni 2008-2010
ASSISTENZA DOMICILIARE
DISTRETTO
COMUNE
ZONA
CENTRO
Altissimo
Arzignano
Chiampo
Crespadoro
Montecchio M.
Nogarole
S.P.Mussolino
Zermeghedo
ZONA SUD
Grancona
Sarego
TOTALE
2008
2009
2010
4
234
60
5
113
2
7
2
427
0
14
14
5
204
53
4
115
2
9
3
395
0
22
22
4
185
53
3
112
2
9
1
369
1
20
21
441
417
390
Fonte: elaborazioni U.O. Adulti Anziani
Si confermano gli effetti positivi conseguenti all’adozione del Piano Locale per la Domiciliarità, da parte delle
amministrazioni comunali, ovvero del regolamento unico per il servizio di assistenza domiciliare attraverso il
quale è stato possibile superare le criticità del passato in favore di una uniformità di trattamento per gli
utenti sia per quanto riguarda il loro accesso ai servizi domiciliari sia per una maggiore equità nella loro
compartecipazione alla spesa nonché per una corretta ed omogenea applicazione dei L.E.A..
Restano tuttavia ancora irrisolte alcune criticità riguardanti la scarsa integrazione delle attività socio
assistenziali dei Comuni, con delega e non, con quelle sanitarie del distretto specie per quanto riguarda la
presa in carico dei soggetti, la definizione dei programmi integrati, la realizzazione di un flusso informativo
tra ULSS e Comuni.
Assegno di cura
Sono proseguite anche per l’anno 2010 le attività inerenti all’assegno di cura e precisamente:
• Somministrazione della scheda base per i richiedenti dei Comuni con delega
• Attività delle UVMD per la validazione del Test NPI (attività dei Punti salute dell’azienda)
• Caricamento dei test NPI nel sistema informatizzato di gestione regionale “Clesius” ( attività che fa capo
all’U.O. Adulti / Anziani e che si rivolge a tutto il territorio aziendale )
• Liquidazione ai Comuni dei fondi assegnati all’Azienda ULSS per l’assegno di cura
Nel si è in grado di fornire dati per il 2010 in quanto, al momento della stesura della relazione, non erano
ancora disponibili nel software regionale i dati riferiti all’attività 2010 e alla liquidazione dei benefici.
Sollievo
Sono continuati nel corso del 2010 gli interventi definiti di “sollievo” , DGR 3591/2009, ovvero quelle l’attività
rivolte alle famiglie con a carico persone anziane non autosufficienti nei cui confronti si promuovono ricoveri
temporanei, presso i centri di servizio residenziali, con lo scopo di alleggerire temporaneamente le famiglie
dal carico assistenziale. Tali ricoveri sono sostenuti da contributi personalizzati definiti “buono servizio” che
consentono di acquistare servizi di accoglienza residenziale presso gli istituti presenti nel territorio aziendale.
La richiesta è in continuo aumento specie in coincidenza con il periodo estivo. Inoltre con tale modalità la
famiglia tende a rinviare in avanti l’inserimento definitivo in struttura residenziale del proprio famigliare.
Si individuano di seguito le situazioni più frequenti di criticità:
64
−
−
−
−
allontanamento del care giver (moglie/marito, figli) per cure mediche
temporanea assenza dell’assistente familiare “badante”
interventi ristrutturativi dell’alloggio per adeguarli alle condizioni di non autosufficienza al fine di
assicurare il più a lungo possibile il mantenimento a domicilio
ferie della famiglia o del care giver che dà assistenza durante il periodo estivo e natalizio.
Autorizzati al sollievo anno 2010
n. 94
Spesa impegnata euro 103.000
Residenzialità
Attività riferite al sistema di accesso alla residenzialità
Anche nel corso del 2010 l’U.O. ha gestito n. 749 impegnative di residenzialità, quale titolo rilasciato alle
persone anziane non autosufficienti, in ingresso nei centri di servizio residenziali della Regione Veneto, per
avere diritto alle prestazioni sanitarie rese nei centri medesimi. Tale gestione oltre a prevedere la
regolamentazione dell’accesso secondo graduatoria tiene conto del principio di libera scelta espresso dagli
aventi diritto. E’ proseguita inoltre, in stretta collaborazione con i centri di ricovero, la gestione delle 180
quote assegnate a questa azienda con il fondo straordinario per la non autosufficienza di cui alla DGR
3904/2009, rivolte a coloro già inseriti in struttura che, pur in condizioni di non autosufficienza, non possono
accedere alle impegnative ordinarie in quanto non posizionati ai vertici delle graduatorie predisposte dalle
ULSS.
Sono altresì proseguite le gestioni e il monitoraggio degli ingressi nei servizi di alta intensità, UTAP, SAPA,
SVP e in pronta accoglienza, quest’ultima interrotta nel mese di settembre per necessità di adeguarsi alle
disposizioni regionali che indicavano, ai fini del perseguimento del pareggio di bilancio del sistema sanitario,
di valutare l’attuazione dei servizi solo sulla base delle reali risorse disponibili, nel rispetto dei livelli essenziali
di assistenza.
Di seguito si forniscono i dati di attività, nel corso del 2010, dei progetti di inserimento, presso i centri di
servizio residenziale del territorio aziendale, eseguiti in seguito a valutazione UVMD, di persone anziane non
autosufficienti.
Tabella 3: inserimento utenti presso i centri di servizio residenziale del territorio, azienda Ulss 5, anno
2010
INSERIMENTO UTENTI
ZONA
NORD
CENTRO
SUD
TOTALI
Impegnativa
CdR
A
86
76
48
210
impegnativa
x servizio di Pronta nucleo
Accoglienza
Alzheimer
SAPA
B
C
41
4
26
13
26
6
93
23
x
nel servizio di
UTAP
alta intensità
servizio stati
buoni sollievo
vegetativi
erogati
SVP
D
3
23
6
32
F
0
0
1
1
E
1
35
0
36
G
59
22
13
94
+19 da fuori Ulss
Fonte: elaborazioni U.O. Adulti Anziani
A partire da maggio 2010, conseguentemente a richieste pervenute dai centri di servizio residenziali del
punto salute Nord, fatte poi proprie dalla Conferenza dei Sindaci nella seduta del 25/02/2010, si è
provveduto a costituire due graduatorie di accesso al sistema della residenzialità: una per il punto salute
Nord e una per punto salute Centro Sud. In altre parole, le 749 impegnative, attribuite dalla
programmazione regionale a questa Azienda, sono state ripartite tra i due territori in relazione alla
popolazione anziana ultrasessantacinquenne residente
L’intento è stato quello di verificare se effettivamente esistano eventuali condizioni di disparità di accesso
alle strutture residenziali per possibili differenti valutazioni delle persone anziane tra il Nord e il Centro Sud.
La sperimentazione, i cui esiti non sono ancora stati oggetto di analisi, ha riguardato tutto il 2010.
65
Attività di supporto alla residenzialità
Sempre nell’ambito della residenzialità l’U.O.Adulti Anziani ha espletate le seguenti attività :
•
•
•
•
•
completamento, grazie al supporto del Servizio Farmaceutico Territoriale e del SIL dell’informatizzazione
del Prontuario Farmaceutico per la Residenzialità, con l’utilizzo dello stesso da parte di tutte le strutture,
questo porta anche ad un risparmio di tempo nelle farmacie/magazzini dell’Ospedale in quanto lo
scarico dei prodotti non è più manuale come una volta, ma avviene in automatico;
avviati incontri di formazione rivolti agli operatori socio sanitari dei centri di servizio residenziali dell’ULSS
5. Di seguito alcune tematiche trattate:
1. disturbi comportamentali del paziente psichiatrico in casa di riposo
2. il paziente disfagico: proposta di una nuova scheda di valutazione
3. antibiotici e resistenze batteriche nei centri di servizio
4. contenere la contenzione
5. la gestione dei disturbi comportamentali dell’anziano nelle strutture protette
definiti i rapporti tra U.O. e UVA per le procedure inerenti la valutazione delle demenze sia all’interno dei
centri di servizio sia in collaborazione con i Punti salute
offerta di spazi e servizi infermieristici presso le UTAP, in collaborazione con i MMG;
offerta di spazi presso le sedi dei centri di servizio residenziali dell’ULSS per l’accoglienza dell’anziano
fragile durante l’emergenza caldo.
Allo studio, avviato già nel corso del 2010, sono alcuni argomenti riguardanti la gestione di servizi esistenti o
che si intendono attivare a breve tra cui:
• la ridefinizione del modello organizzativo e delle relative procedure per l’utilizzo di posti letto per Alta
Intensità.
• l’unificazione delle procedure di gestione dei flussi ministeriali per la residenzialità tra case di riposo e i
Servizi dell’ULSS.
Tra luglio e settembre 2010 l’U.O Adulti Anziani ha curato, in collaborazione con l’Ufficio Piano di Zona,
l’attività dei tavoli tematici, inerenti all’area, per i lavori preparatori del Piano di zona 2011-2015.
66
Allegato b: Distretto socio – sanitario. Assistenza domiciliare
integrata. Relazione attività anno 2010
Mission e obiettivi:
Il servizio Assistenza Domiciliare Integrata è rivolto a tutte le persone presenti nel territorio
dell’ulss che presentano
• Condizioni di non autosufficienza o di fragilità con patologie in atto o pregresse che
necessitano di cure erogabili a domicilio.
• Adeguato supporto della rete familiare o informale.
• Idonee condizioni abitative.
• Presa in carico da parte del Medico di Medicina Generale.
Gli obiettivi perseguiti dal servizio sono
•
•
•
•
Favorire il più possibile la permanenza a domicilio dei pazienti non autosufficienti e dei malati nella
fase terminale della vita.
Fornire al domicilio del paziente interventi socio sanitari frutto della collaborazione di figure
professionali diverse (medico, infermiere, operatore di assistenza,…).
Migliorare la qualità di vita del paziente e della sua famiglia.
Evitare il ricovero durante le fasi non acute e favorire il rientro precoce a domicilio.
In relazione ai propri bisogni gli utenti possono ricevere presso il proprio domicilio visite mediche
programmate, visite mediche specialistiche, assistenza infermieristica (prelievi per esami ematochimici,
medicazioni, cambi cateteri, terapia infusiva...)
Sono inoltre attivabili i trasporti in ambulanza per i pazienti ADI, la fornitura di farmaci e presidi.
Nonostante il nostro principale obiettivo sia costituito dalle cure domiciliari è stato attivato un
ambulatorio infermieristico presso le sedi di Valdagno, Montecchio Maggiore, Arzignano e Lonigo dove
l’utente può rivolgersi per:
Orientamento all’accesso e all’utilizzo dei servizi.
Accoglimento richieste d’intervento.
Terapia iniettiva intramuscolare e sottocutanea, misurazione PA, stick glicemici,..
Presso le sedi distrettuali di Recoaro Terme, Cornedo Vicentino e Trissino il servizio gestisce dei Punti
prelievo cui si accede su appuntamento. Sono previste 6 sedute settimanali con una disponibilità di circa 40
posti a seduta (2 sedute a Recoaro Terme, 2 a Cornedo Vicentino e attualmente 2 a Trissino.
Organizzazione del servizio
Dal 1 gennaio 2004 con la creazione del Distretto unico sono stati individuati tre Punti Salute (nord, centro e
sud) così caratterizzati
PUNTO SALUTE NORD (Comuni di Recoaro Terme, Valdagno, Cornedo Vicentino, Brogliano,
Castelgomberto, Trissino)
Sede del servizio: via Galilei n.3 Valdagno. Tel.: 0445 423186; 423180
fax: 0445 423182
PUNTO SALUTE CENTRO (Comuni di Altissimo, Arzignano, Chiampo, Crespadoro, Montecchio Maggiore,
Montorso Vicentino, Nogarole Vicentino, San Pietro Mussolino, Zermeghedo)
Sede del servizio: via Kennedy n.2 Arzignano. Tel.: 0444 475659
fax 0444 475652
67
PUNTO SALUTE SUD (Comuni di Alonte, Gambellara, Brendola, Grancona, Lonigo, Montebello Vicentino,
Sarego)
Sede del servizio: P.zza Martiri della Libertà, 9 Lonigo. Tel.: 0444 431352
fax: 0444 431344
Il personale attualmente è costituito da un Responsabile medico, una coordinatrice di Distretto e tre equipe
infermieristiche:
P. S. Nord: 1 coordinatrice, 11 infermieri (di cui 3 a tempo parziale per cui possiamo
considerare 9,83 infermieri equivalenti), 1 OSS.
P.S. Centro: 1 coordinatrice, 10 infermieri (di cui 3 a tempo parziale → 8,66 infermieri
equivalenti)
P.S. Sud: 1 coordinatrice, 8 infermieri (di cui 2 a tempo parziale → 7,5 infermieri equivalenti),
1 infermiere distaccato presso l’Utap di Lonigo.
Complessivamente quindi servizio è dotato di 1 responsabile, 1 coordinatrice di Distretto, 3
coordinatrici di sede e 28 infermieri (25,93 infermieri equivalenti):
In ogni Punto Salute è presente una Centrale Operativa ADI in grado di ricevere le segnalazioni e
le richieste di intervento nelle 12 ore diurne di servizio nei giorni feriali e il sabato mattina dalle 7 alle 13
Il sabato dalle 13 alle 19, la domenica e festivi dalle 7.00 alle 19 è presente la pronta disponibilità
infermieristica che viene attivata dal medico di continuità assistenziale.
I responsabili del servizio, la coordinatrice di Distretto e le coordinatrici di sede si incontrano
periodicamente per valutare l’attività svolta e le eventuali criticità (Coordinamento ADI). Presso ogni
Punto Salute viene tenuto un incontro di equipe settimanale per la programmazione, la discussione dei
casi clinici e il passaggio delle consegne.
Attività svolta
E’ proseguita nel corso dell’anno l’opera da tempo intrapresa per eliminare le inefficienze e gli
interventi inappropriati che sottraggono risorse da destinare ai bisogni reali dei pazienti. In
considerazione dell’aumento delle richieste di interventi su malati complessi, multiproblematici e terminali si
rende necessaria una attenta valutazione dei casi e una distinzione tra richieste inoltrate per motivi sanitari
o sociali.
Sono stati sospesi tutti gli interventi ritenuti inappropriati ed è stato intensificato il dialogo e il
confronto con i medici curanti su casi specifici. Anche se questo può influire riducendo il numero degli
accessi effettuati, tuttavia si garantisce una maggiore aderenza del servizio ai bisogni effettivi della
popolazione non autosufficiente.
Dal mese di aprile i prelievi ambulatoriali eseguiti presso il Comune di Castelgomberto sono stati
affidati alla Medicina di gruppo e dal 9 maggio quelli di Chiampo e dell’Alta Valle del Chiampo vengono
effettuati da personale dell’UTAP.
Dal 1 luglio il servizio ADI è stato sollevato dall’onere della distribuzione diretta dei farmaci
ADIMED essendo stata stipulata una convenzione con le farmacie esterne: questo ha permesso un
recupero di “tempo infermieristico” pari a circa due unità con notevole beneficio per gli interventi a
domicilio.
Nel corso dell’anno è stata portata a termine la revisione del “ Protocollo per la gestione dei
cateteri venosi centrali in assistenza domiciliare” (16.7.2010).
Nel mese di ottobre sono state inviate alla Direzione di Distretto le “Procedure operative per la gestione
della terapia infusiva endovenosa in assistenza domiciliare”.
Il personale ADI ha inoltre partecipato al Tavolo tecnico ospedale e territorio per la
problematica emergente delle lesioni da pressione.
Il confronto continuo tra operatori e l’applicazione del protocollo per la prevenzione e cura delle
lesioni da pressione realizzato l’anno precedente ha permesso un miglioramento continuo dell’attività
assistenziale svolta. L’utilizzo dei materiali e presidi secondo criteri di appropriatezza ha consentito anche
quest’anno un risparmio sui consumi, secondo le proiezioni del controllo di gestione, di circa 50.000
euro a fronte un mantenimento della qualità dell’assistenza offerta.
La costituzione nel mese di maggio dell’UOSD Nucleo Cure Palliative con la presenza sul territorio
dei medici palliativisti ha dato particolare impulso al miglioramento della qualità dell’assistenza nei pazienti
domiciliari nella fase terminale della vita. La decisione di integrare la specificità del Nucleo Cure Palliative con
68
la professionalità degli infermieri ADI consentirà senza dubbio una diffusione capillare del servizio ed una
effettiva equità di accesso.
Nel mese di ottobre si è tenuto un incontro tra i due servizi allo scopo di favorire la conoscenza delle
rispettive caratteristiche organizzative e di iniziare un percorso di integrazione e formazione del personale.
Nel mese di novembre un incontro di coordinamento è stato dedicato prevalentemente a queste tematiche.
Criticità
⇒ Personale: per la maggior parte dell’anno è rimasta critica la situazione del Punto salute Centro
dove sono mancati 5 infermieri, assenti per gravidanza/maternità e infortunio. Nei mesi estivi il
gruppo è stato supportato da una unità trasferita temporaneamente dal servizio Nutrizione e un
infermiere è passato temporaneamente da 12 a 18 ore. Gli altri Punti salute si sono fatti carico dei
pazienti residenti nelle zone di confine. Per far fronte agli interventi complessi che non potevano
essere delegati al care giver per i pazienti più gravi e terminali è stato sospeso l’ambulatorio
infermieristico della sede di Arzignano . L’attività dello stesso riprenderà il 1 febbraio 2011.
⇒ Criticità mesi estivi: i mesi estivi rappresentano da sempre un momento di intensificazione
dell’attività (emergenza caldo – terapie infusive negli anziani) a fronte di un a diminuzione del
personale in servizio. Per permettere a tutti gli operatori di usufruire delle ferie è stata sospesa
l’attività degli ambulatori infermieristici.
La sospensione delle attività domiciliari degli altri servizi (es Servizio Nutrizione) non fa che
aggravare il carico degli infermieri ADI.
⇒ Per la sede di Arzignano andrebbe considerata l’ipotesi di un trasferimento a Montecchio dove la
presenza costante di un referente medico faciliterebbe l’attività del servizio.
⇒ Rimane immutata la carenza di fisioterapisti dedicati al territorio nonostante siano previsti come
figure necessarie all’erogazione delle cure domiciliari. (DPCM 23.04.08 – I nuovi livelli essenziali di
assistenza).
Poter intervenire sui pazienti anziani e fragili per preservare o recuperare, quando possibile, le abilità
residue costituirebbe un importante fattore per supportare la permanenza a domicilio e procrastinare
l’istituzionalizzazione.
.
Obiettivi per il prossimo anno
In considerazione dell’aumento progressivo dei carichi di lavoro per l’invecchiamento della
popolazione e per la presenza a domicilio di pazienti con bisogni complessi, qualora non venisse
sostituito il personale assente per gravidanza e lunghe malattie, ci proponiamo di assicurare per il
2011 il mantenimento dei livelli assistenziali raggiunti nel 2010.
Riorganizzazione Punto Salute Nord: diversamente da quanto avviene negli altri Punti Salute il
personale infermieristico è distribuito su quattro sedi : Recoaro, Valdagno, Cornedo Vicentino e
Trissino, dove ciascun operatore prende servizio e svolge la propria attività. Nelle diverse sedi è
conservata tutta la documentazione inerente il piano assistenziale degli utenti nonché la dotazione di
strumenti, autovetture e presidi assistenziali.
Nel corso del prossimo anno si intende procedere per rendere omogenea l’organizzazione dei diversi
punti salute al fine di potenziare il servizio di assistenza domiciliare, ottimizzare l’impiego delle
risorse umane e strumentali disponibili e migliorare la qualità delle prestazioni offerte.
Sistema informativo assistenza domiciliare – programma Caribel: un particolare impegno
da parte di tutti gli operatori verrà richiesto al fine di implementare l’applicazione del nuovo
programma informatico che dovrebbe consentirci di superare i disagi patiti finora. Dal mese di
settembre 2010 sono iniziati gli incontri con i tecnici della ditta per adattare il prodotto offerto alle
esigenze del nostro servizio e, a breve, inizieranno i percorsi formativi per il personale. Ci
proponiamo prioritariamente di metterci in linea con i requisiti previsti per soddisfare i flussi
informativi e successivamente di adattare questo strumento alle nostre esigenze gestionali.
69
Cure Palliative: al fine di favorire l’effettiva integrazione del personale ADI con i medici del Nucleo
Cure Palliative, oltre a programmare incontri periodici con il Coordinamento ADI, verrà data la
disponibilità da parte delle diverse equipe ad istituire momenti programmati di discussione e
approfondimento dei diversi casi clinici seguiti. Il miglioramento della qualità dell’assistenza ai
pazienti terminali dovrà essere uno degli obiettivi primari dell’attività del servizio che dovrà
impegnarsi nella realizzazione di percorsi condivisi (protocolli, procedure operative,..), nella
costruzione di strumenti operativi (cartella territoriale condivisa) e nella partecipazione ai momenti
formativi proposti.
L’inserimento programmato presso il Punto salute Centro di due nuove figure infermieristiche
supporterà l’intero gruppo nell’implementazione delle Cure Palliative.
Presa in carico del paziente – dimissioni protette. Va consolidato il rapporto di collaborazione
con l’ospedale in applicazione al Protocollo per le dimissioni protette. In particolare, oltre alla
partecipazione all’UVMD da parte della coordinatrice del Punto Salute o delegato come già avviene,
sarebbe utile prevedere una visita al paziente in reparto al fine di rilevare, congiuntamente con il
personale ospedaliero, i bisogni assistenziali. Questo permetterebbe inoltre un momento di confronto
e illustrazione del servizio con l’utente o care giver che ci aiuterebbe ad evitare tanti disguidi dovuti
ad aspettative inadeguate.
Consumi
Analizzando l’elenco dei consumi ad oggi disponibile (periodo gennaio – ottobre 2010) possiamo
segnalare un risparmio del 18% rispetto all’anno precedente.
Pesano naturalmente i farmaci ADIMED che sono stati dati in gestione alle farmacie dal 1.7.10. Continua
tuttavia il trend in diminuzione relativo al consumo di presidi e materiali sanitari con un risparmio annuo
atteso di circa 15.000 euro secondo le proiezioni.
Fattori produttivi
Consumi
01/10 – 10/10
Consumi
01/09 – 10/09
Scost %
Farmaci
Presidi chirurg. e mat sanitario
71.933
107.715
-33.22
88.880
2.170
6.310
28.915
198.715
102.508
5.172
6.200
23.563
245.160
-13.29
-47.60
1.77
22.71
-18.93
Altri beni e prod. sanit
Diagnostici
Beni non sanitari
tot
70
2010 -Dati di attività
Tipo di Assistenza
Profilo
B
(assistenza
infermieristica e sociale)
Profilo B (sanitaria): assistenza
infermieristica
Profilo
C
(visite
mediche
programmate + ass sociale)
Profilo C (sanitaria): visite
mediche programmate
Profilo D (ADIMED) integrazione
socio sanitaria
Profilo D (ADIMED) integrazione
sanitaria
Totali
Utenti in carico al 1.1.2010
Utenti presi in carico nel Totale utenti seguiti nel periodo
periodo
39
6
45
1111
348
1459
100
10
110
2115
658
2773
35
39
463
323
786
3863
1349
5212
Totali seguiti nel periodo 1.1 – 31.12.2010
Profilo
Profilo
Profilo
Profilo
Profilo
Profilo
totali
B (assistenza infermieristica e sociale)
B (sanitaria): assistenza infermieristica
C (visite mediche programmate + ass sociale)
C (sanitaria): visite mediche programmate
D (ADIMED) integrazione socio sanitaria
D (ADIMED) integrazione sanitaria
Profilo B
1504
Profilo C
2883
ADIMED
825
5212
Confronto con l’anno precedente
Profili
Profilo B
Profilo C
Profilo D ADIMED
Totali
Anno 2009
1444
2568
802
4814
Anno 2010
1504
2883
825
5212
Profili ADI - Anno 2010
variazione
+8%
Profili ADI:confronto 2009 2010
3000
2500
Profilo B
2000
Profilo C
Profilo D
ADIMED
1500
Anno 2009
1000
Anno 2010
500
0
Profilo B
Profilo C
Profilo D
ADIMED
Per quanto riguarda gli accessi infermieristici:
Accessi infermieristici
1.1 – 31.12. 2009
27891
71
1.1 – 31.12. 2010
23657
I pazienti in cure palliative hanno ricevuto i seguenti accessi
Anno 2010
Pazienti in cure palliative
N. pazienti seguiti
158
N. accessi
2130
Nella tabella seguente è riportata la tipologia delle prestazioni eseguite a domicilio:
Anno 2010
7757*
3784
3215
3610
1718
Prestazioni eseguite
Prelievi domiciliari per esami ematochimici
Decubiti I° e II° grado
Decubiti III° e IV° grado
Ulcere trofiche
Altre lesioni (ustioni, stomie, ferite chirurgiche,..)
Gestione CVC
Gestione cateteri vescicali
Gestione terapia infusiva
Scheda SVAMA Cognitivo Funzionale
285
3260
1950
244
*Numero rilevato in difetto in quanto vengono introdotti in Sigesster solo i prelievi periodici e non quelli occasionali.
PRESTAZIONI AMBULATORIALI
Sede
Punto Salute Nord
Punto Salute Centro
Punto Salute Sud
Tot
Prelievi Ambulatoriali
7200
0
53
7253
72
Prestaz. Infermieristiche
149
77
1084
1310
ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA – ADIMED (FLS21)
Casi trattati
Accessi personale medico
Accessi infermieri
Ore di assistenza erogate
825
di cui anziani
di cui pazienti terminali
667
158
13.717
di cui anziani
di cui pazienti terminali
10.974
2.743
16.514
di cui anziani
di cui pazienti terminali
14.384
2.130
11.719
di cui anziani
di cui pazienti terminali
9.589
2.130
Valdagno 1 febbraio 2011
IL RESPONSABILE UOSD RETE ASSISTENZIALE
Dr.ssa Paola Peruzzo
73
Allegato c: U.O.S.D. Consultori Familiari
Nel corso dell’anno 2010 i Consultori Familiari hanno garantito il mantenimento delle attività
programmate a livello generale confermando l’orientamento volto a realizzare un’alta integrazione delle
prestazioni sanitarie e sociali mediante interventi che trasversalmente si rivolgono alla prevenzione e cura
della persona, nelle diverse fasi della vita e nelle sue varie forme di aggregazione, dal singolo, alla coppia,
alla famiglia, fino al gruppo. Pure rimanendo fondamentali i tradizionali compiti svolti nell’Area MaternoInfantile (procreazione responsabile, gravidanza, adozioni, ecc.) si mantiene elevata la richiesta di interventi
nell’ambito del naturale ciclo della famiglia, quali l’adolescenza, le problematiche della coppia convivente o
separata, la genitorialità nella separazione coniugale e nelle famiglie monogenitoriali, la sessualità, la
menopausa.
Per quanto riguarda le attività di assistenza diretta ostetrico-ginecologiche, psicologiche e sociali, i
dati dell’anno 2010 non sono direttamente comparabili con quelli dello scorso anno in conseguenza della
mutata modalità di registrazione, resasi necessaria anche per adeguarsi allo schema di rilevazione regionale;
da uno scorporo dei dati è comunque osservabile un incremento delle prestazioni sanitarie nel Punto Salute
Nord a fronte di una modesta flessione delle stesse nel Punto Salute Sud. Come rilievo di carattere
qualitativo va segnalato un incremento di richieste connesse con difficoltà relazionali nella coppia coniugale
che molto spesso avevano come fattore scatenante la perdita del lavoro da parte di uno dei membri o
comunque difficoltà economiche conseguenti alla situazione occupazionale.
utenza
Punto Salute Nord
Punto Salute Centro-Arzignano
Punto Salute Sud- Montecchio
Tot.
n. utenti singoli
n. coppie
n. famiglie
581
689
511
1781
74
99
66
239
14
16
20
50
sanitarie
Psico-sociali
mandato
istituzionale
7417
4463
4219
16099
1128
1085
1006
3219
prestazioni
Punto Salute Nord
Punto Salute Centro-Arzignano
Punto Salute Sud- Montecchio
Tot.
con Psico-sociali
mandato
istituzionale
senza
738
1582
824
3144
Nell’ambito della necessaria integrazione tra Ospedale e Territorio va segnalata la predisposizione
e la messa a regime di un protocollo di collaborazione tra Consultorio e U.O.C. OGN dell’Ospedale di
Arzignano che, dando adempimento alle indicazioni regionali, semplifica, riducendoli, i passaggi che l’utente
deve compiere nel caso di richiesta di Interruzione Volontaria di Gravidanza, favorendo l’individuazione
del C.F. quale riferimento primario sia nella ricerca di possibili soluzioni alternative all’IVG, sia nella
successiva necessaria adozione di una contraccezione efficace finalizzata a contenere le possibili recidive.
Nel Punto Salute Nord prosegue il regolare periodico intervento di una Psicologa del C.F. nei corsi di
preparazione al parto organizzati dall’U.O.C. OGN di Valdagno.
Va infine segnalato, in quanto particolarmente proficuo sia sul piano dei contenuti che su quello
dell’integrazione tra servizi, il Corso di formazione per operatori socio-sanitari organizzato dal Servizio di
Mediazione Culturale, afferente al C.F., “Modelli culturali e familiari: prevenzione del disagio sociale e
sanitario nella donna immigrata” (5 giornate) che ha visto partecipare attivamente Operatori dei Consultori,
personale del Consultorio Privato “La Famiglia” di Valdagno e personale dei reparti OGN degli Ospedali di
Valdagno e Arzignano.
Gli interventi rivolti agli adolescenti realizzati in ambito scolastico ed extra-scolastico hanno
registrato un incremento dei flussi di utenza ed anche per quest’anno hanno dato riscontro all’intera richiesta
di corsi di Educazione all’affettività e alla sessualità proveniente dalle Scuole Superiori del territorio. La
maggiore focalizzazione degli interventi nell’ambito gruppale ha consentito inoltre da un lato di raggiungere
una platea più vasta di giovani per i quali erano state segnalate difficoltà relazionali e, dall’altro lato, ha
74
ridotto il disagio conseguente al mutamento nella composizione del gruppo di lavoro (équipe “Geyser”)
determinato da necessità di riorganizzazioni aziendali.
Attività
Utenza 2010
Attività di gruppo nelle classi (comunicazione, superamento difficoltà relazionali, interazione con gli insegnanti, 30 classi
inserimento nelle prime classi …)
810 ragazzi,
38 insegnanti
Spazi Adolescenti extra-scolastici, attivati nei tre Punti Salute
174 ragazzi
65 genitori
62 insegnanti
Corsia preferenziale di accesso ai C.F. per i giovani (interventi sanitari)
380 (stima)
Educazione all’affettività e alla sessualità nelle Scuole Superiori
56
classi,
1220
ragazzi/e
Nei corsi di Educazione all’affettività ed alla sessualità si è proseguito con l’impiego di nuove
tecniche di lavoro con i gruppi, maggiormente aderenti alle forme comunicative impiegate dai giovani,
ottenendo riscontri positivi da parte degli utenti (nei questionari di verifica somministrati a tutti gli studenti i
corsi sono stati considerati “abbastanza” e “molto soddisfacenti” da oltre il 90% degli interpellati).
Rispetto all’area delle Adozioni Nazionali e Internazionali, si è proseguito nell’attuazione del
Protocollo Regionale. Il rispetto del termine di 4 mesi è stato garantito per tutti gli studi di coppia effettuati.
E’ stata altresì mantenuta la partecipazione alle iniziative provinciali rivolte alle coppie nella fase del postadozione mediante la conduzione di gruppi di sostegno (Piano Infanzia Adolescenza Famiglia - PIAF).
N° domande pervenute
N° nuclei familiari seguiti nel post-adozione
N° coppie partecipanti ai corsi di informazione-sensibilizzazione
N° coppie partecipanti ai gruppi di sostegno post-adozione
N° prestazioni Assistente Sociale
N° prestazioni Psicologo
30
20
14
11
692
452
Il Servizio di Mediazione Familiare rivolto a genitori separati o in via di separazione, con figli
minori, sta funzionando a regime. Il servizio propone alla coppia di genitori un percorso di confronto
finalizzato ad elaborare un progetto condiviso e negoziato rispetto alla relazione con i figli, favorendo il
passaggio dalla coppia coniugale alla coppia genitoriale. Offre anche uno “spazio neutro” nel cui ambito è
possibile realizzare, in talune situazioni particolarmente conflittuali, una prima fase di contatto tra i figli e il
genitore separato/a non convivente, propedeutica alla gestione condivisa dell’affidamento.
N° famiglie
N°interventi
Formazione operatori
Pubblicizzazione servizio e programmazione
18
118 ore
20 ore
77 ore
Gli interventi del Servizio di Mediazione Culturale sono proseguiti a regime mantenendo i volumi
di attività già realizzati nell’anno precedente
Ore
Interventi
Utenti
1176
328
391
Il Servizio, oltre agli interventi di mediazione culturale in senso proprio, realizza traduzioni di
materiali informativi e modulistica socio-sanitaria, scolastica, per i Comuni del territorio dell’ULSS 5;
organizza corsi di formazione per operatori, insegnanti e mediatori e collabora alla realizzazione di progetti in
rete con Comuni, Scuole, ULSS e Privato Sociale.
Oltre ai servizi territoriali ed ospedalieri dell’ULSS e alle scuole del territorio, in particolare nelle zone
a più elevata immigrazione, il Servizio di Mediazione Culturale ha erogato interventi anche per alcuni comuni
della provincia che ne hanno fatto richiesta: Altavilla, Creazzo, Longare, Schio, Thiene.
(Per il dettaglio si veda il paragrafo successivo)
75
Personale (al 31/12/2010)
Personale dipendente:
N°
Unità equiv.
Dirigente Sanitario Psicologo
Infermiere
Ostetrica
Assistente Sociale
Educatore Professionale
3
2
1
3
2
3,00
2,00
1,00
2,66
1,66
Personale non dipendente:
Tipologia incarico - professionalità
Medico Sai
Medico Sai
Psicologo convenzionato
Psicologo convenzionato
Mediatori culturali retribuiti a prestazione
18 ore Ginecologo area nord
25 ore Ginecologo area centro
38 ore convenzionato coop. Codess
38 ore convenzionato coop. Codess
n. 20 unità
Sul piano organizzativo il personale ha operato su sette sedi nei tre Punti Salute. Con diversa
distribuzione oraria si è occupato delle attività ambulatoriali di assistenza diretta, degli “Spazi Giovani”, del
Servizio di Mediazione Culturale, del Servizio di Mediazione Familiare, dell’équipe adozioni e delle iniziative di
prevenzione attivate nei diversi ambiti.
76
Allegato c.1: Servizio di Mediazione Culturale Ulss n. 5, U. O. S.
D. Consultori Familiari Sede: Montecchio Maggiore – Direzione
di Distretto
Il Servizio è composto da:
1) gruppo di coordinamento (psicologo 18 ore, educatore 24 ore , psicopedagogista, 10 ore) col compito di
indirizzare le attività di mediazione e interculturalità.
2) mediatrici culturali (collaborazione libero professionale) che svolgono interventi nelle scuole, nei comuni e
nei servizi Ulss.
Lingue: punjabi, hindi, bangla, cinese, inglese, francese, serbo-croato, spagnolo,
portoghese, arabo, lingue africane, albanese, rumeno, russo.
Attività svolte dal Servizio:
•
•
•
•
•
interventi di mediazione culturale nei servizi sociosanitari, nelle scuole, nei comuni e negli enti terzi.
traduzione di materiali informativi e modulistica sociosanitaria, scolastica, per i comuni del territorio Ulss 5.
corsi di formazione per operatori, insegnanti, mediatori.
realizzazione di progetti in rete con Comuni, Scuole, Ulss, Privato Sociale
documentazione sul fenomeno immigrazione
Nei Comuni, il Servizio interviene collaborando con gli operatori comunali su richiesta degli stessi per gli
specifici casi seguiti (familie o singoli immigrati) e per le necessità informative e di comunicazione che si
presentano nei diversi ambiti (es. assistenza sociale, alloggi, servizio ecologico, polizia municipale) e con
interventi di formazione rivolti agli operatori.
Anche gli Enti esistenti sul territorio (es.: Privato Sociale, Collocamento, Magistratura, ecc.) possono
accedere al Servizio, con rimborso dei costi sostenuti.
Nella scuola, il Servizio attiva i seguenti tipi di intervento:
• realizzazione di inviti per incontri e comunicazioni in lingua ai genitori di ogni singola etnia
• realizzazione di incontri di mediazione individualizzati con la famiglia
• traduzione libretto scolastico e modulistica adottata dalla scuola
• incontri con gruppi di genitori suddivisi per lingua
• inserimento in classe dei bambini nuovi arrivati
A cadenza mensile, viene tenuto un incontro di gruppo al quale partecipano i docenti referenti per
l’intercultura delle scuole dei 22 comuni del territorio (scuola dell’infanzia, scuola primaria di primo e secondo
grado). L’attività del gruppo consiste nello scambio di informazioni e nel confronto sulle attività proposte per
migliorare l’inserimento degli alunni stranieri e l’insegnamento, per favorire la partecipazione degli alunni e
dei genitori alla vita scolastica, sviluppare le attività interculturali. Il gruppo, che continua la sua attività dal
l’anno 2000, intende attivare le risorse dei partecipanti e creare sinergie tra scuola, servizi sociosanitari e
Servizio di mediazione culturale.
Realizza inoltre da 5 anni il ‘Programma per l’integrazione sociale e scolastica per gli immigrati’, su delega
della Conferenza dei Sindaci, che prevede interventi socio-animativi per favorire l’integrazione degli
adolescenti italiani e stranieri nelle Scuole secondarie di secondo grado. Prevede inoltre l’attivazione di ‘Spazi
di incontro e di informazione’ per le mamme italiane e straniere i cui bambini frequentano la scuola
dell’infanzia ( attivati nei comuni di Arzignano, Chiampo, Lonigo, Montecchio M. e Valdagno).
Prevede infine una attività di supporto alle associazioni di immigrati esistenti nel territorio. In particolare con
l’’Associazione Ganese in Veneto’ di Valdagno è stato realizzato un servizio pomeridiano per i bambini
stranieri a Valdagno.
Nei servizi sociosanitari il Servizio attiva i seguenti tipi di intervento:
• interventi di mediazione linguistico culturale su singoli casi (incontri mediatore+paziente+famiglia+
operatori; consulenze)
• interventi di sensibilizzazione e/o formazione alla comunicazione interculturale con operatori (infermieri,
medici, operatori sociali…)
77
• traduzione di materiali (opuscoli, documenti di assenso, cartelle, avvisi ecc.) nelle varie lingue parlate in
zona
Il Servizio sta inoltre provvedendo alla traduzione di tutti i materiali informativi dei Servizi Sociosanitari
secondo quanto previsto dalle procedure per l’accreditamento.
Altre attività.
Il Servizio coordina la propria attività con quella degli altri Enti presenti sul territorio ( servizi e gruppi che si
occupano di intercultura e immigrazione, gruppi di volontariato, attività degli assessorati dei comuni ecc. sui
temi che riguardano l’immigrazione come mostre, dibattiti, attività formative, stampa di opuscoli e materiale
informativo…).
Il Servizio partecipa inoltre al Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, presso la Prefettura di Vicenza, nel
quale vengono trattate le problematiche sociali, sanitarie, abitative, di regolarizzazione, ecc. della
popolazione immigrata in relazione all’integrazione sociale.
N.ore di intervento per comuni dell’Ulss nell’anno 2010 *
Brendola
Castelgomberto
Trissino
Valdagno
Lonigo
Recoaro
Cornedo
Brogliano
Chiampo
S. Pietro M.
Crespadoro
Altissimo
Arzignano
Montorso
Montebello
Sarego
Zermeghedo
Alonte
Grancona
Gambellara
Nogarole V.
Montecchio M.
TOTALI
7
30
12
186
100
19
7
6
57
17
7
8
189
13
9
16
5
5
5
5
5
300
1008
Creazzo
143
Longare
1
Schio
5
Comuni extra Ulss 5.
Thiene
8
Vicenza
11
totale
168
* Gli interventi vengono effettuati su richiesta delle scuole, dei comuni e dei servizi sociosanitari. La disparità
che appare tra i diversi comuni è dovuta a questo. Inoltre, nei comuni dove ci sono servizi Ulss, in
particolare ospedali, e in particolare Montecchio M., dove c’è la sede del Servizio di mediazione culturale,
risulta un numero maggiore di ore impiegate.
78
Statistica attività del Servizio Mediazione Culturale Ulss 5
Periodo dicembre 2001 (anno di istituzione)/dicembre 2010, espressa in ore di intervento.
Tipi di intervento
2001
Traduzione materiali informativi sanitari, 5
sociali, scolastici
Mediazione su singoli casi nella scuola, 28
nell’Ulss negli enti terzi
Inserimento in classe bambino straniero 0
Intervento con gruppo di utenti 1
(genitori, donne…)
Inserimento
in
centro
educativo 0
bambino straniero
Laboratorio scolastico interculturale
0
Totale
34
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008 2009 2010
354
280
44
378
202
180
83
158
300
220
134
171
249
428
438
455
521
604
156
125
224
218
20
129
16
96
65
110
45
228
121
396
61
210
79
78
14
0
0
0
30
0
18
48
30
0
869
30
886
24
388
184
923
209
1044
146
1037
113
1186
144
1142
81
1176
79
Allegato d.: U.O.S. TUTELA MINORI, anno 2010
L’Unità Operativa Tutela Minori opera su delega dei 22 Comuni dell’ULSS 5 (art. 23 DPR 616/77 e art.6 L.R.
55/82) e in ottemperanza a quanto previsto dai L.E.A. concernenti le prestazioni socio-sanitarie (DGR
3972/02), recepiti nella delibera n.37 del 20/2/2003.
Dal 2009 la delega, che è stata formalizzata mediante l’approvazione del “Protocollo D’Intesa”, riguarda la
gestione sia tecnica che amministrativa dell’area riguardante i minori in situazione di rischio di pregiudizio
e di pregiudizio.
L’attività dell’U.O.T.M. si attua in tre aree distinte, ma strettamente interconnesse:
•
•
•
Servizio Tutela Minori
C.A.S.F. (Centro Affido e Solidarietà Familiare)
Progetto Tutori
U.O.S. TUTELA MINORI
MINORI
NORD
CENTRO
SUD
italiani
109
86
56
251
TOTALE
408
NORD
CENTRO
SUD
italiani
152
133
83
368
TOTALE
548
stranieri
60
66
31
157
ADULTI
stranieri
72
71
37
180
Nel 2010 il Servizio Tutela Minori ha effettuato la valutazione e la presa in carico di 408 minori e di 548 adulti
per un totale di 956 utenti. Per altri 77 minori, gli operatori, dopo aver effettuato qualche intervento, hanno
ritenuto che la problematica segnalata non fosse di competenza dell’U.O. Tutela Minori e hanno indirizzato
l’utenza presso altri servizi.
La valutazione e la progettazione degli interventi a favore del minore, che il più delle volte è estesa all’intero
nucleo familiare, avviene, come previsto dalla Normativa Regionale (DGR 4588/07) mediante U.V.M.D.
Il ricorso a tale modalità fornisce l’indice della complessità delle situazioni seguite all’interno della Tutela
Minori dove, per un minore in situazione di pregiudizio, è necessario coinvolgere le persone, le istituzioni, il
privato-sociale, il volontariato che potranno contribuire al progetto riabilitativo globale, soprattutto in quelle
situazioni per le quali è previsto il collocamento extrafamiliare del minore.
Nel 2010 sono state effettuate n. 219 U.V.M.D. nelle quali l’operatore del Servizio Tutela Minori era referente
per la situazione, così suddivise per territorio:
U.V.M.D.
NORD
CENTRO
SUD
ALTRO
86
83
48
2
TOTALE
219
80
Ulteriore indice della problematicità della casistica è rappresentato dal numero degli incontri protetti tra
genitori e figli, incontri effettuati su mandato dell’Autorità Giudiziaria, in ambiente protetto e alla presenza di
un operatore, il più delle volte un educatore professionale:
INCONTRI PROTETTI
NORD
CENTRO/SUD
40
143
TOTALE
183
FONTI NUOVE SEGNALAZIONI
Il Servizio Tutela Minori si attiva esclusivamente su segnalazione che può provenire da fonte pubblica o
privata. Compito primo del Servizio è di considerare l’affidabilità della fonte e la veridicità degli elementi
segnalati.
Tuttavia, se i fatti segnalati indicano fin da subito una situazione di gravità e l’ipotesi di reato a danno del
minore, il Servizio non effettua le ”indagini”, ma segnala subito all’Autorità Giudiziaria (Procura presso il
Tribunale per i Minorenni) che, se lo riterrà, presenterà ricorso presso il Tribunale per i Minorenni che
successivamente incaricherà il Servizio con preciso mandato.
“Fonti nuove segnalazioni”: si intendono le segnalazioni giunte al Servizio nel 2010, considerando chi per
primo individua il problema (es. se al servizio arriva una comunicazione del Comune che trasmette una
segnalazione della Scuola, fonte della segnalazione è considerata la Scuola, non il Comune).
NORD
CENTRO
SUD
TOTALE
comuni
famiglia / servizi
conoscenti ulss
11
8
3
22
13
9
5
27
8
4
5
17
autorita’
giudiziaria
forze ordine
22
17
18
57
scuola
pediatri
e medici
anonimi
4
35
9
48
2
6
0
8
2
5
1
8
privato
altro
sociale /
volont.
3
1
0
5
3
2
6
8
totale
66
89
46
201
Dei 201 nuovi casi di minori segnalati nello scorso anno, per n. 124 è proceduto per un approfondimento
diagnostico-valutativo.
PROBLEMATICHE
DEFINIZIONI
L’U.O.S. Tutela Minori ha il compito di occuparsi di minori gravemente trascurati, maltrattati fisicamente e
psicologicamente, abusati sessualmente.
E’ necessario dare una definizione a ciascuna categoria per condividere il significato della terminologia usata.
Si precisa che la problematica viene definita alla fine del percorso diagnostico.
Trascuratezza: il minore subisce gli effetti di gravi omissioni e/o carenze dei familiari nel provvedere a dare
risposte adeguate ai suoi bisogni fisici e psichici.
Maltrattamento:
o
o
fisico: il minore è oggetto di aggressioni da parte dei familiari e/o adulti con conseguenze fisiche.
psicologico: comprende i comportamenti aggressivi quali ripetute violenze verbali o un’attiva
pressione psicologica nei confronti del minore tale da danneggiarlo.
Abuso sessuale: il minore è coinvolto da parte dei familiari o di altri adulti conoscenti od estranei in atti
sessuali che presuppongono violenza o ai quali non può acconsentire con totale consapevolezza.
Le problematiche dei minori seguiti dal Servizio nel 2010, si potevano così suddividere:
81
TRASCURATEZZA
NORD
CENTRO
SUD
italiani
52
53
38
143
TOTALE
233
NORD
CENTRO
SUD
italiani
20
12
6
38
TOTALE
73
NORD
CENTRO
SUD
italiani
8
4
1
13
TOTALE
16
stranieri
35
46
9
90
MALTRATTAMENTO
stranieri
16
10
9
35
ABUSO SESSUALE
o
o
o
stranieri
2
1
0
3
La voce “Richiesta Autorità Giudiziaria” si utilizza nel caso in cui il Servizio venga attivato
direttamente dall’Autorità Giudiziaria e che detta richiesta non contempli la presa in carico successiva
Nel caso in cui, al termine del percorso diagnostico-valutativo non emergano elementi di stretta
competenza del Servizio la voce individuata sarà “Richiesta Impropria”. Tale voce si differenzia
dalle situazioni nelle quali il Servizio non apre cartella ed effettua gli interventi necessari per
l’orientamento dell’utenza verso altri Servizi (n. 77 per l’anno 2010).
Nel caso in cui al 31 dicembre è ancora in corso la valutazione della situazione, il caso viene inserito
sotto la voce “In Valutazione”.
RICHIESTA AUTORITA’ GIUDIZIARIA
NORD
CENTRO
SUD
italiani
5
3
7
15
TOTALE
29
NORD
CENTRO
SUD
italiani
4
9
1
14
TOTALE
17
stranieri
2
3
9
14
RICHIESTA IMPROPRIA
82
stranieri
2
0
1
3
IN VALUTAZIONE
NORD
CENTRO
SUD
italiani
20
5
3
28
TOTALE
40
stranieri
3
6
3
12
PROBLEMATICHE MINORI e FASCE D’ETA’
trascuratezza 0 – 3
ital.
4–6
stran. ital.
7 – 10
stran. ital.
11 – 14
stran. ital.
15 - 18
stran. ital.
stran.
NORD
10
5
12
5
14
9
5
5
11
11
CENTRO
11
12
7
7
13
15
16
5
6
7
SUD
4
3
3
2
15
2
8
1
8
1
25
20
22
14
42
26
29
11
25
19
totale
45
36
68
40
44
maltrattamento
0–3
4–6
7 – 10
11 – 14
15 - 18
ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran.
NORD
2
1
2
1
6
5
5
4
5
5
CENTRO
1
0
1
0
7
4
1
2
2
4
SUD
0
1
1
3
1
0
4
1
0
4
3
2
4
4
14
9
10
7
7
13
totale
5
8
23
abuso
0–3
4–6
7 – 10
11 – 14
15 - 18
ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran.
NORD
0
0
0
0
2
0
3
1
3
1
CENTRO
0
0
4
1
0
0
0
0
0
0
SUD
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
0
4
1
2
0
4
1
3
1
0
richiesta A.G.
0–3
4–6
7 – 10
11 – 14
15 - 18
ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran.
NORD
0
1
2
0
0
0
1
0
2
1
CENTRO
0
1
1
0
0
0
0
0
2
2
SUD
0
0
1
2
1
1
3
4
2
2
0
2
4
2
1
1
4
4
6
5
2
2
20
totale
totale
5
17
6
2
83
5
8
4
11
richiesta impropria
0–3
4–6
7 – 10
11 – 14
15 - 18
ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran.
NORD
0
1
2
0
0
1
1
0
1
0
CENTRO
0
0
2
0
3
0
3
0
1
0
SUD
0
1
0
0
1
0
0
0
0
0
0
2
4
0
4
1
4
0
2
0
totale
2
in valutazione
0–3
4–6
7 – 10
11 – 14
15 - 18
ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran. ital. stran.
NORD
4
1
2
1
4
0
6
0
4
1
CENTRO
1
0
0
2
0
1
4
2
0
1
SUD
0
1
1
0
0
0
2
0
0
2
5
2
3
3
4
1
12
2
4
4
totale
4
7
5
6
4
5
14
2
8
NUOVE SEGNALAZIONI ALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA
Il Servizio Tutela Minori ha effettuato le segnalazioni all’Autorità Giudiziaria in ottemperanza alle “Linee Guida
2008 per i Servizi Sociali e Socio-Sanitari” della Regione Veneto.
SEGNALAZIONI A.G.
NORD
CENTRO
SUD
italiani
6
11
3
20
TOTALE
36
stranieri
1
5
10
16
MINORI CON PROVVEDIMENTI
Dei 408 minori seguiti nel 2010 dal Servizio, per 112 di essi è vigente un provvedimento di tutela emanato
dal Tribunale per i Minorenni, per 17 minori è vigente un provvedimento emanato dal Giudice Tutelare
presso il Tribunale Ordinario e per 9 minori è stato emesso un provvedimento dalla Corte D’Appello.
L’emanazione di un provvedimento da parte dell’Autorità Giudiziaria è sempre indice di gravità della
situazione nella quale si trova a vivere il minore.
TRIBUNALE PER I MINORENNI
NORD
CENTRO
SUD
italiani
34
28
20
82
TOTALE
112
84
stranieri
13
11
6
30
CORTE DI APPELLO
NORD
CENTRO
SUD
italiani
1
1
1
3
TOTALE
9
NORD
CENTRO
SUD
italiani
3
6
1
10
TOTALE
17
stranieri
3
3
0
6
GIUDICE TUTELARE
stranieri
2
4
1
7
CENTRO AFFIDO E PER LA SOLIDARIETÀ FAMILIARE (C.A.S.F.)
Il Centro Affido e Solidarietà Familiare si occupa della sensibilizzazione, del sostegno all’affido familiare
(anche con il contributo dell’Associazionismo), del seguimento degli affidi e della gestione della Banca
Risorse Famiglie Affidatarie.
1. SENSIBILIZZAZIONE : a - diffusione di materiale informativo
Nell’anno 2010 è stato distribuito materiale informativo (locandine e pieghevoli) riguardante l’affido
familiare, in occasione degli spettacoli organizzati dall’Associazione Famiglie Affidatarie “Il sogno di Lele”, e
in occasione di un incontro aperto alla cittadinanza sul tema dell’affido richiesto dai Servizi Sociali del
Comune di Sarego
1. SENSIBILIZZAZIONE: b - Promozioni di incontri sul tema dell’affido familiare ed altre forme
di solidarietà
Nell’anno 2010 è stato effettuato un percorso informativo e di approfondimento su tematiche legate
all’affido familiare (n.3 incontri). Destinatari sono state le persone e le famiglie che avevano già avuto un
primo contatto con il Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare e le persone che avevano già concluso il
percorso dello studio di coppia per diventare famiglia affidataria.
Nel mese di novembre è stata organizzata, in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di Sarego, una
serata informativa sull’affido familiare aperta a tutta la popolazione.
1. SENSIBILIZZAZIONE: c - incontri con Associazionismo
Nel territorio della nostra ULSS opera l’associazione “Il sogno di Lele” le cui finalità sono:
o la promozione alla cultura dell’affido;
o la creazione di una rete di solidarietà e sostegno agli affidatari.
Nel corso del 2010 il Servizio ha tenuto con l’Associazione costanti contatti finalizzati a sviluppare nuove
forme di collaborazione per sperimentare nuove tipologie di interventi a sostegno della genitorialità
disfunzionale.
85
2. SOSTEGNO ALL’AFFIDO FAMILIARE
E’ proseguito il percorso di sostegno all’affido familiare, organizzato dagli operatori del CASF, iniziato lo
scorso anno. Il percorso era rivolto alle famiglie con affidi in corso e alle famiglie in attesa di affidi. Le
tematiche affrontate erano state individuate con le famiglie affidatarie a conclusione del percorso
precedente.
Gli incontri si sono svolti presso il Centro di Formazione di questa ULSS e gli argomenti trattati sono stati:
“Inizio e conclusione del percorso di affido”, “affido familiare e multiculturalità”.
E’ stato inoltre creato e somministrato telefonicamente un questionario per raccogliere le proposte e le
disponibilità delle famiglie affidatarie per il prossimo ciclo di incontri.
3. PROGETTO NAZIONALE SULL’AFFIDO FAMILIARE
Un operatore del Centro per l’Affido e la Solidarietà Familiare ha partecipato al Progetto Nazionale di
Promozione dell’Affido Familiare che si è concretizzato in uno scambio di esperienze e di buone prassi tra la
Regione Veneto e la Regione Piemonte.
4. REGOLAMENTO AFFIDO
Nell’anno 2010 è stato aggiornato il “Regolamento Affido Familiare” presentato alla Conferenza dei Sindaci
per l’approvazione.
5. SEGUIMENTO AFFIDI
NORD
CENTRO
SUD
totale
Famiglie
d’appoggio
italiani stranieri
4
0
4
0
1
0
9
0
9
Famiglie affidatarie
italiani
16
8
6
30
31
stranieri
0
1
0
1
Famiglie affidatarie
di parenti
italiani
stranieri
5
1
2
1
3
0
10
2
12
Famiglie in attesa di
affido
italiani
stranieri
15
0
2
0
3
0
20
0
20
Nell’anno 2010 n. 52 famiglie affidatarie hanno avuto minori in affido o in appoggio familiare.
I minori in affido sono stati in realtà n. 67, perché alcune famiglie hanno seguito più bambini.
Alcune famiglie (n. 9) hanno dato la loro disponibilità di tempo per la realizzazione di progetti specifici di
sostegno a minori in difficoltà Non potendole definire famiglie affidatarie, sono state denominate Famiglie
d’Appoggio. Tale disponibilità da parte loro si è concretizzata nel seguire alcuni minori per esempio
affiancandoli nei compiti pomeridiani, accompagnandoli presso i centri sportivi o ricreativi.
6. GESTIONE DELLA BANCA RISORSE FAMIGLIE AFFIDATARIE
Al 31.12.2010 le famiglie inserite nella Banca Risorse Famiglie Affidatarie erano n. 72.
Gli studi di coppia effettuati nell’anno 2010 sono stati 7, di cui 1 con una famiglia di nazionalità Ghanese.
PROGETTO TUTORI VOLONTARI DI MINORI DI ETÀ
1 COLLEGAMENTO CON L’UFFICIO DEL PUBBLICO TUTORE DEI MINORI (UPTM) ED IL GIUDICE
TUTELARE PER LE COLLABORAZIONI RICHIESTE
Sono proseguiti i contatti con l’Ufficio de Pubblico Tutore e il Giudice Tutelare del Tribunale di Vicenza.
Quando avviene l’apertura di una tutela per un minore, l’Ufficio del Pubblico Tutore si mette in contatto con
il Servizio Tutela Minori affinché venga individuato un tutore disponibile tra quelli che sono nella Banca Dati
86
dell’ULSS di residenza del minore stesso. Nel corso del 2010 sono state aperte nel nostro territorio n. 11
nuove tutele.
2
- MONITORAGGIO DELLE TUTELE
Nel corso del 2010 si è svolto un solo incontro di monitoraggio con tutti i tutori inseriti nella Banca Dati della
nostra ULSS organizzato dai due Referenti Territoriali dell’ULSS e con la partecipazione dell’avv. Rech,
dell’Ufficio del Pubblico Tutore.
Ciò è stato determinato dalla revisione completa dell’Ufficio del Pubblico Tutore a causa del fine del
mandato del prof. Lucio Strumento che lo presiedeva.
Per ogni tutela aperta, i Referenti Territoriali assieme agli operatori del Servizio Tutela Minori che seguono il
caso, tengono uno o più incontri di presentazione della situazione con il tutore, che a pieno titolo dà il suo
contributo alla definizione del progetto socio-sanitario ed educativo del minore.
87
Allegato e: U.O.C. MATERNO INFANTILE - U.O.S. PEDIATRIA DI
COMUNITA’.
Relazione attività dell’UOS Pediatria di Comunità
L’UOS Pediatria di Comunità è organizzata al suo interno in servizi ed uffici secondo specifiche competenze di
area, di programmazione e di professionalità:
1. Pediatria di Comunità
2. Promozione ed Educazione alla Salute
3. Integrazione scolastica
4. Servizi di prevenzione e promozione dell’infanzia e della preadolescenza
5. Pet-terapy
1. Unità Operativa Semplice di Pediatria di Comunità
La mission dell’Unità Operativa è la promozione e tutela della salute del bambino e della sua famiglia,
nell’ottica di una utilità collettiva e con fini sanitari, sociosanitarie sociali, attraverso attività di tipo preventivo
rivolte alla comunità e, in caso di carenze assistenziali, con prestazioni di diagnosi e cura.
Ciò si realizza attraverso attività di:
a - PROMOZIONE ED EDUCAZIONE ALLA SALUTE su tematiche di importante rilevanza sanitaria e
sociale
b - SCREENING per l’identificazione precoce di situazioni patologiche modificabili
c - VISITE DOMICILIARI a favore di primogeniti stranieri, finalizzate a fornire adeguate informazioni
di puericultura e neonatologia e, contemporaneamente, informare sui servizi Socio Sanitari presenti nel
territorio dell’Azienda U.L.S.S. 5 al fine di migliorare l’ACCESSIBILITA’ e FRUIBILITA’ , ridurre i ricorsi
impropri al Pronto Soccorso
d - ATTIVITA’ AMBULATORIALI per valutazione auxologica, diagnosi e cura , offerta esclusivamente
ai bambini privi di TS o intestatari di tessera STP
a - ATTIVITA’ DI PROMOZIONE ED EDUCAZIONE ALLA SALUTE
In base all’analisi dei bisogni espressi dagli insegnanti e valutando i dati epidemiologici riferiti agli incidenti in
età pediatrica, sono stati proposti anche quest’anno i seguenti progetti:
• “COME AVERE DENTI DA CAMPIONE”
• “IL LINGUAGGIO DEL CIBO”
• “PENSA SICURO”
PROGETTO “COME AVERE DENTI DA CAMPIONE”
Per la prevenzione primaria della carie dentale rivolto agli alunni frequentanti il 2° anno della Scuola
Primaria. Inoltre con l’utilizzo di questionari e brochure prodotte dalla U.O. e materiale elaborato dai
bambini, si coinvolgono anche le famiglie.
Nell’anno scolastico 2009/2010 sono stati riproposti ,all’interno dello stesso progetto, i concetti base di una
sana alimentazione con gli obiettivi di azzerare il numero dei bambini che si presentano a scuola senza aver
fatto colazione o assumendo colazioni inadeguate e incrementare il consumo di merende sane.
Nell’anno scolastico 2009/2010 il progetto è stato attivato in 39 classi con la collaborazione di 34 insegnanti.
Ha interessato ben 735 alunni.
Il progetto trova la sua conclusione nel corso del 3° anno della Scuola Primaria, con un rinforzo in classe
condotto dall’operatore della Pediatria di Comunità, contestualmente allo screening della vista e del cavo
orale che viene eseguito proprio in questo anno di scuola. Il rinforzo ha lo scopo di ribadire i principali
concetti già espressi nell’anno precedente ed inoltre è l’occasione per regalare alle classi il “GIOCO DEL
SORRISO : un gioco sul modello del “gioco dell’oca “ ove però nelle caselle sono riprodotti dei disegni fatti
dai bambini, riferiti alla salute dei denti ( gioco da riproporre saltuariamente agli alunni in modo da far
ricordare nel corso dell’anno i comportamenti corretti per la salute dei denti ).
88
Quest’anno è stato consegnato, ulteriormente come rinforzo, un calendario prodotto dalla Pediatria di
Comunità contenente disegni fatti dagli alunni delle classi coinvolte, (sul tema della salute dei denti), in
modo da far ricordare ogni mese i comportamenti da adottare per la salute dei denti.
Gli interventi di rinforzo sono stati 49, gli insegnanti che hanno collaborato 45 e i bambini coinvolti 874.
PROGETTO “IL LINGUAGGIO DEL CIBO”: approccio socio-educativo all’alimentazione
Questa iniziativa è frutto di una coprogettazione tra operatori dell’ U.O Pediatria di Comunità ed operatori
dell’U.O.C. Materno Infantile. Viene svolta in più incontri nella stessa classe ed è rivolto agli alunni delle
classi 5^ della Scuola Primaria.. Le diverse figure professionali coinvolte che lavorano in sinergia, riescono a
dare un valore aggiunto al progetto che affronta quindi l’argomento “Cibo” non solo da un punto di vista
nutrizionale ma anche da un punto di vista relazionale ed emozionale. A fine percorso ad ogni alunno viene
consegnata una tovaglietta da prima colazione, come importante strumento di rinforzo sui concetti espressi e
come mezzo per coinvolgere le famiglie.
Nell’anno scolastico 2009/2010 il progetto è stato attivato in 13 classi, hanno collaborato 11 insegnanti e gli
alunni coinvolti sono stati 275.
PROGETTO “PENSA SICURO”: progetto di promozione della cultura della sicurezza. Destinatari i bambini
della Scuola dell’Infanzia ed i loro genitori.
Nell’anno scolastico 2009/2010 il progetto è stato attivato con 7 gruppi classe interessando 187
bambini. Le scuole coinvolte sono state 2 , gli insegnanti 10. Sono stati coinvolti anche 105 genitori con
questionari.
Come previsto dal progetto, gli insegnanti hanno condotto un lavoro con il loro gruppo classe, mentre
l’operatore di Pediatria di Comunità ha contribuito con un incontro di rinforzo sul percorso attivato ( Casa
Sicura, Gioco Sicuro, Strada Sicura). Hanno collaborato anche agenti di Polizia Municipale, Ausiliari del
Traffico, Vigili del Fuoco ed operatori della Protezione Civile, incontrando i bambini stessi.
A conclusione, le classi hanno partecipato a visite guidate in strada e al parco giochi, allo scopo di
identificare potenziali situazioni di pericolo e favorire quindi, la sensibilizzazione a comportamenti sicuri.
PROGETTO “SPAZIO MAMME” : progetto dedicato alle donne straniere con figli in età pediatrica.
Nell’anno scolastico 2008/2009 è stato avviato il Progetto Regionale “Spazio Mamme” da parte dell’U.O.C.
Materno Infantile. Questa iniziativa fa parte di un più ampio progetto regionale denominato “Programma di
integrazione sociale e scolastica per immigrati non comunitari”. L’obiettivo del progetto pone come finalità la
promozione dell’inserimento efficace e partecipe delle mamme straniere nel tessuto sociale e scolastico
territoriale. Le attività si sono sviluppate attraverso incontri a cadenza settimanale presso 6 scuole
dell’infanzia, dove c’è una presenza importante di alunni stranieri. I comuni interessati sono stati Arzignano,
Chiampo, Montecchio Maggiore, Lonigo e Valdagno. Gli incontri sono stati gestiti da una educatrice con il
supporto di una mediatrice culturale. Si sono alternati laboratori manuali ad incontri formativi sul benessere
del bambino; questi ultimi tenuti dagli operatori sanitari del Servizio Pediatria di Comunità. Agli incontri
hanno partecipato anche altri operatori dei servizi dell’U.L.S.S. per affrontare tematiche riguardanti problemi
socio-sanitari relativi alle donne.
L’obiettivo quindi del progetto non è solo quello di creare una rete tra le mamme straniere e di favorire i
rapporti con la scuola, ma anche di offrire momenti formativi che toccano temi di neonatologia, puericultura
e informazioni relative ai Servizi Socio Sanitari presenti nel territorio. Nell’anno scolastico 2009/2010 gli
operatori della Pediatria di Comunità hanno partecipato tenendo 10 incontri formativi con la partecipazione
di 51 mamme.
A conclusione è stata consegnata una dispensa tradotta nella loro lingua, sui concetti espressi .
b - ATTIVITA’ DI SCREENING
Per quanto riguarda le iniziative a favore della popolazione pediatrica, l’Unità Operativa offre da anni, in
accordo programmato con i Pediatri di Base, lo screening a tutti gli alunni frequentanti la classe 3^ della
Scuola Primaria. Tale screening consiste nel controllo dell’acuità visiva e del cavo orale; è finalizzato
all’intercetto precoce dei difetti visivi e delle carie dentali nonché delle malocclusioni.
89
Gli alunni che presentano un sospetto deficit visivo vengono inviati a visita oculistica, da effettuarsi presso i
Poliambulatori della A.U.L.S.S.
Gli alunni che invece presentano carie o sospette malposizioni dentarie, vengono inviati all’odontoiatra.
Si ricorda che questa attività rientra nelle campagne di screening autorizzate dalla Regione Veneto (D.Lgs.
124/1988) quindi i bambini inviati allo specialista usufruiscono di canali dedicati all’interno dell’Az. Ulss, con
tempi di attesa più brevi rispetto alle altre prenotazioni e la prestazione non comporta alcuna partecipazione
alla spesa da parte della famiglia.
Nell’anno scolastico 2009/2010 sono stati sottoposti a screening 1841 bambini di classe 3^, più 85 bambini
di classe 4^ che non avevano usufruito del servizio nell’anno precedente; per un totale di 1926 alunni.
Sono stati inviati a visita oculistica 125 bambini della classe 3^ ( pari al 6,78%) e 6 bambini di classe 4^ (
pari al 7,05%). Al medico odontoiatra sono stati inviati 524 bambini di classe 3^ ( pari al 28,46%) e 10 di
classe 4^ ( pari all’11,76%).
c - ATTIVITA’ DI VISITE DOMICILIARI
Al fine di favorire la prevenzione, la protezione e la promozione della salute per la fascia di popolazione in
età pediatrica, con particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili rappresentati dai bambini immigrati e dalle
loro madri, dalle famiglie multiproblematiche e con disagio socio sanitario, l’U.O.S. di Pediatria di Comunità
promuove le visite domiciliari al primogenito di famiglie immigrate e di famiglie a rischio.
La visita domiciliare al nuovo nato permette di incontrare la famiglia nel suo contesto abituale, in un
momento di benessere e serenità del bambino e dei suoi genitori.
Questi elementi offrono l’occasione di osservare le modalità di cura del neonato, che possono essere e
risultare molto diverse a seconda della cultura di appartenenza. Si forniscono informazioni di puericultura, e
si sensibilizza alla prevenzione degli incidenti che coinvolgono i bambini, sia in casa che durante il trasporto
in auto; si informa sulle vaccinazioni pediatriche, si fanno conoscere i servizi socio sanitari per la tutela
materno-infantile e le modalità di accesso agli stessi. Si ribadisce la presenza del PLS per migliorarne
l’accessibilità e la fruibilità riducendo così gli accessi impropri al PS pediatrico.
La capillare conoscenza delle famiglie che si ha attraverso le visite domiciliari, permette inoltre all’operatore
sanitario, qualora sia necessario, di attivare una tempestiva messa in rete con i servizi ( U.O. Disabilità Età
Evolutiva, U.O. Consultorio Familiare, U.O. Tutela Minori, Servizi Sociali dei Comuni…) e/o Associazioni di
Volontariato che si occupano di immigrazione o di famiglie in difficoltà.
Nel corso dell’anno 2010, sono state effettuate 192 visite domiciliari a neonati primogeniti di genitori
stranieri.
Visite domiciliari nati primogeniti anni 2008-2009-2010:
300
250
200
150
100
50
anno 2010
anno 2009
vis. Dom. nati
primogeniti
annno
2008,2009,2010
anno 2008
0
Altre visite domiciliari
Nel corso del periodo di riferimento, si sono rese necessarie altre 82 visite domiciliari , alcune su scelta
dell’operatore per monitorare situazioni critiche evidenziate nella prima visita, altre invece attivate a seguito
di richiesta e/o segnalazione pervenuta da altri Servizi U.L.S.S.(Consultorio Familiare, Tutela Minori, Età
Evolutiva, Centro di Salute Mentale..) o Servizi dei Comuni.
Il totale delle visite domiciliari è stato quindi di 274.
90
Altre visite vengono richieste dal Reparto di Pediatria e Patologia Neonatale e dai Pediatri di libera scelta.
Durante l’intervento a domicilio l’operatore aiuta i genitori a migliorare la loro competenza nell’accudimento
del figlio, valuta la compliance alle proposte terapeutiche, l’adeguatezza e la salubrità dell’ambiente
domestico. In alcune situazioni l’intervento degli operatori permette di procedere alle dimissioni precoci ed a
volte di scongiurare l’ospedalizzazione in situazioni familiari critiche.
In molti casi la visita domiciliare viene svolta in collaborazione con operatori appartenenti ai servizi
segnalanti.
d – ATTIVITA’ DI AMBULATORIO PEDIATRICO
Oltre ai cittadini regolarmente presenti, persiste una percentuale di famiglie “irregolari” o “clandestine” che
quindi non sono iscritte al Servizio Sanitario. Questi cittadini usufruiscono delle prestazioni sanitarie offerte
dalla tessera STP ed accedono ad ambulatori istituiti dalla U.O. SISP.
Per i bambini di età compresa tra 0 – 14 anni, l’U.O. di Pediatria di Comunità ha istituito 3 ambulatori :
presso il Punto Salute Centro con due sedi: Montecchio Maggiore ed Arzignano e presso il Punto Salute Sud
con sede a Lonigo , dedicati esclusivamente ai bambini intestatari di tessera STP o di nessuna tessera.
Sono state effettuate n° 46 visite pediatriche .
Ai bambini pervenuti c/o l’ambulatorio sono state eseguite visite per bilanci di salute, valutazioni
auxologiche; sono stati curati per patologia prevalentemente respiratoria, gastrointestinale e cutanea.
La visita ha rappresentato un’occasione per dare ai genitori informazioni di puericultura , di prevenzione ed
educazione alla salute in particolare per la promozione delle vaccinazioni pediatriche e per la prevenzione
degli incidenti in età pediatrica.
ACCESSI AL PUNTO SALUTE PER INFORMAZIONI DA PARTE DELL’ASSISTENTE SANITARIA
Dal 2008 abbiamo cominciato a registrare come attività gli accessi al servizio, delle giovani madri che non
chiedono la visita pediatrica ma informazioni. Le più frequenti riguardano la gestione del bambino: ritmo
sonno veglia, alimentazione, o monitoraggio della crescita auxologica del neonato.
Per le giovani mamme la possibilità di accedere direttamente ad un servizio competente, in grado di
indirizzarle, se necessario, al PLS o presso altre UU.OO. , rappresenta una risorsa.
Per noi rappresenta un segno di conoscenza dei servizi, di consapevolezza di avere diritto di accesso e quindi
anche un segno di integrazione.
Nell’anno 2010 si sono registrati 92 accessi.
PROGETTO CERNOBYL
Sul territorio dell’Az U.L.S.S. 5 sono presenti molti Comitati pro Cernobyl che si attivano per permettere ai
bambini provenienti dalle zone più contaminate della Bielorussia di trascorrere un mese presso famiglie locali
al fine di ridurre gli effetti dannosi per la salute conseguenti alla continua esposizione a radiazioni ionizzanti,
A questi bambini viene rilasciata una tessera sanitaria STP. L’Unità Operativa di Pediatria di Comunità
garantisce per questi bambini lo screening della vista e si coordina con l’U.O di Oftalmologia pediatrica
quando risulta necessario inviare i bambini per uno screening di 2^ livello.
Nel Settembre 2010 sono stati sottoposti a screening vista 78 bambini, 23 di essi hanno anche effettuato
la vista pediatrica di controllo.
91
2 . Promozione ed Educazione alla Salute
Attività svolte nelle Scuole
anno 2010
PREMESSA
“Tutti i bambini e i giovani hanno diritto e dovrebbero avere l’opportunità di essere educati in una scuola che
promuove la salute. La promozione della salute nelle scuole può contribuire in modo significativo
all’esperienza educativa di tutti i giovani che in queste scuole vivono e apprendono.”
Dalla Prima Conferenza della Rete Europea delle Scuole che promuovono la salute, maggio 1997
Il “Piano Nazionale per il benessere dello studente” del 2007 ha come obiettivo prioritario quello di realizzare percorsi
sperimentali e programmi operativi per diffondere la cultura della salute, del benessere e migliorare la qualità della vita
all’interno del sistema scolastico, in collaborazione con i diversi soggetti presenti sul territorio.
In tale ottica trovano “piena cittadinanza” i percorsi formativi che promuovono nelle scuole situazioni di agio e di
motivazione in funzione dell’acquisizione da parte degli studenti di comportamenti consapevoli e responsabili in rapporto
alla propria salute.
In esso vengono declinate le seguenti aree prioritarie di intervento:
1. promuovere stili di vita positivi,contrastare le patologie più comuni, prevenire le dipendenze e le
patologie comportamentali ad esse correlate
2. prevenire obesità e disturbi dell’alimentazione
3. rispettare e vivere l’ambiente per una migliore qualità della vita
4. promuovere e potenziare l’attività motoria e sportiva a scuola per essere sportivi consapevoli e non
violenti
5. promuovere il volontariato a scuola
6. sostenere la diversità di genere come valore (sessualità, identità, comunicazione e relazione)
7. accogliere e sostenere gli studenti con famiglie straniere, adottive e affidatarie
8. promuovere la cultura della legalità ed educare alla cittadinanza attiva in Italia e in Europa anche
attraverso lo studio della Costituzione. Prevenire e contrastare il bullismo e la violenza dentro e fuori
la scuola
9. prevenire gli incidenti stradali attraverso la conoscenza delle regole di guida e il potenziamento
dell’educazione stradale
10. promuovere il corretto utilizzo delle nuove tecnologie.
In sintonia con le suddette indicazioni ministeriali, il Servizio di Promozione Educazione alla Salute di questa
A.Ulss ha realizzato durante l’anno scolastico 2010 le seguenti azioni progettuali.
92
PROGETTI REALIZZATI DURANTE L’ANNO SCOLASTICO 2009/10
Ordine di Scuola
Servizio Titolare
Titolo Progetto
Scuole
dell’Infanzia
e Pediatria di Comunità
“Pensa sicuro”Educazione alla sicurezza in
Primarie
casa, durante il gioco e in strada
Come avere denti da campione.
Materno Infantile/Ped. di
Comunità
Materno Infantile
Scuole Secondarie di 1°
Scuole Secondarie di 2°
“Il linguaggio del cibo”. Approccio socioeducativo all’alimentazione
Integrazione scolastica e sociale per
immigrati
Servizio Igiene Alimenti e Okkio alla salute
Nutrizione
Campagna Amica
U.O. Prevenzione Dipendenze
Smokefree Class
Prevenzione al tabagismo: incontri a tema
“Alcol e dintorni“
Serv.Terr. Neurologia e
Neurofisiologia
“Ci vuole cervello”: prevenzione del trauma
cranico
Materno Infantile
Integrazione
immigrati
Servizio Igiene Alimenti
Nutrizione
U.O. Prev. Dipendenze
scolastica
e
sociale
per
e Campagna Amica
Smoke free Class
“Sfumiamo I dubbi”
Insider
Droghe & Dintorni
Consultori Familiari
Educazione all’affettività e sessualità
Photovoice e benessere in classe
Accoglienza
Materno Infantile
Integrazione
immigrati
scolastica
e
sociale
per
Centro
Formazione/Coord. Sensibilizzazione alla donazione di organi e
Loc.per i trapianti di organi e tessuti
tessuti
UTENZA COMPLESSIVAMENTE COINVOLTA NEI PROGETTI anno scol. 2010
Ordine di Scuola
Alunni
Insegnanti
Genitori
Scuole dell’Infanzia e Primarie
1614
73
105
Scuole Secondarie 1° grado
1565
75
183
Scuole Secondarie di 2° grado
4746
61
30
Tot.
7925
209
318
RISULTATI DEI QUESTIONARI DI GRADIMENTO
Come per i precedenti anni scolastici, al fine di valutare i livelli di interesse e di partecipazione ai progetti
da parte degli alunni e insegnanti, a conclusione degli interventi sono stati somministrati n. 2399 questionari
di interesse così suddivisi:
- n. 969 nelle Scuole dell’Infanzia e Primarie (n. 435 maschi e n. 534 femmine)
- n. 813 nelle Scuole Secondarie di 1°
(n. 424 maschi e n. 389 femmine)
- n. 617 nelle Scuole Secondarie di 2°
(n. 383 maschi e n. 234 femmine).
Tali questionari sono stati successivamente rielaborati attraverso l’utilizzo di un’apposita griglia informatica.
Si riportano nelle sottostanti tabelle i risultati emersi, relativamente ai seguenti tre indicatori:
- il livello di gradimento “Come sono stati per te gli incontri?”
93
- il livello di utilità percepita “Gli incontri ti hanno aiutato ad imparare cose nuove?”
- il desiderio di ripetere l’esperienza “Consiglieresti questi incontri ai compagni delle altre classi?”
Alunni delle Scuole dell’Infanzia e Primarie (n. 969)
1. Come sono stati per te gli incontri?
Positivi, negativi, non so
2%
1%
Negativi
ns
Positivi
97%
2. Ritieni che questi incontri ti abbiano aiutato ad imparate cose nuove?
Molto, abbastanza, poco, per nulla, non so
1%1% 3%
20%
A bbas t anz a
M ol t o
ns
P er nul l a
P oc o
75%
3. Consiglieresti ai compagni delle altre classi
di partecipare a questi incontri? Si, no, non so
4%5%
no
NS
sì
91%
Alunni delle Scuole Secondarie di I° (n. 813)
1. Come sono stati per te gli incontri?
Positivi, negativi, non so
2%1%
Negat ivi
NS
Posit ivi
97%
2. Ritieni che questi incontri ti abbiano aiutato ad imparate cose nuove?
Molto, abbastanza, poco, per nulla, non so
1%1% 3%
34%
Abbastanza
Mol to
ns
Per nul l a
Poco
61%
94
3. Consiglieresti ai compagni delle altre classi di partecipare a questi incontri? Si, no, non so
3% 3%
no
ns
sì
94%
Alunni delle Scuole Secondarie di II°(n. 617)
1. Consideri positiva l’esperienza del progetto ?
Molto, abbastanza, poco, per nulla, non so
1%1% 3%
Abbastanza
39%
Mol to
NS
Per niente
56%
Poco
2. Ritieni che questi incontri ti abbiano aiutato ad aumentare le tue conoscenze?
Molto, abbastanza, poco, per nulla, non so
13%
2%
2%
A bbast anz a
M ol t o
NS
58%
25%
P er nul l a
P oc o
3. Consiglieresti ai compagni delle altre classi di partecipare a questi incontri? Si, no
8% 2%
no
NS
sì
90%
CONSIDERAZIONI GENERALI:
Attività di coordinamento e di programmazione
-Durante il 2010 è continuata l’attività del gruppo di lavoro composto da operatori afferenti alle varie Unità
Operative di questa A.Ulss:
Materno Infantile, Pediatria di Comunità, Età Evolutiva/Disabilità, Consultori Familiari, Prevenzione
Dipendenze, Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione, Dietetica e Nutrizione Clinica, Salute Mentale.
Le attività principali del gruppo hanno riguardato il coordinamento, la realizzazione e valutazione dei progetti
di Promozione Educazione alla Salute secondo un’ottica di integrazione e condivisione con la scuola.
Formazione congiunta
-Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2010 è stato realizzato un corso formativo dal titolo “Costruzione
di strumenti e indicatori per la valutazione dei progetti di Promozione alla Salute” che si è svolto in
95
collaborazione con il Centro Regionale di Riferimento per la Promozione della Salute (CRRPS) dell’A.Ulss n.20
di Verona. L’obiettivo è stato quello di implementare negli operatori socio-sanitari le conoscenze e le
competenze in tale ambito, in un’ottica di continua innovazione progettuale e di piena responsabilità rispetto
al proprio operato. Vi hanno partecipato n.17 operatori socio-sanitari delle varie Unità Operative di questa
A.Ulss.
-Nei mesi di novembre e dicembre 2010 sono state realizzate tre serate di sensibilizzazione sul tema: “LE
NUOVE TECNOLOGIE: GUIDA PER GENITORI AL “PASSO CON I TEMPI” rivolte alla popolazione nei Comuni
di Cornedo, Lonigo e Montecchio Maggiore.
Si è trattato di una significativa iniziativa organizzata da questo servizio su un tema di grande attualità.
Orientamenti per il 2011:
-Incentivare l’integrazione tra le varie progettualità già in atto nelle scuole, secondo una logica di
condivisione e di compartecipazione tra i diversi servizi socio-sanitari che operano nell’ambito della
promozione della salute. Questo, al fine di ottimizzare le risorse esistenti raccordando saperi, competenze ed
esperienze, dare maggior efficacia agli interventi, evitare possibili sovrapposizioni.
-Realizzazione di un’esperienza formativa “su campo” attraverso l’attivazione di “laboratori di progettazione”
trasversali alle varie Unità Operative, il cui obiettivo prioritario è quello di implementare negli operatori che si
occupano della Promozione alla Salute motivazioni, esperienze e abilità per il consolidamento e lo sviluppo di
azioni educative efficaci nelle scuole e nel territorio.
3. Ufficio per l’integrazione scolastica
L’Ufficio Integrazione Scolastica realizza le azioni previste dal DPCM n.158 del 23/02/2006 e successive
deliberazioni.
Gli alunni in situazione di handicap ai fini dell’integrazione scolastica sono stati valutati attraverso l’Unità di
Valutazione Multidimensionale (UVMD) applicando procedure ben definite e revisionate periodicamente.
Nell’ anno 2010 l’invio delle certificazioni per integrazione scolastica alle scuole è stata attuata tramite posta
certificata (PEC) la quale ha permesso una risparmio di spesa postale pari a Euro 1.251,9.
I verbali per integrazione scolastica redatti nell’anno 2010 sono stat1 321, effettuati in 15 sedute UVMD.
Gli alunni che hanno usufruito di integrazione scolastica nell’anno scolastico 2009/2010 sono stati 774.
( certificazioni dell’anno 2009). Si riportano alcuni dati.
NUMERO ALUNNI CON CERTIFICAZIONE PER INTEGRAZIONE SCOLASTICA A.S. 09/10.
SUDDIVISIONE TRA 1°VALUTAZIONE E RINNOVO A.S.2009/2010
TOT
1VALUT
RINNOVO
TOT CERTIFICATI
158
616
774
96
PUNTO SALUTE DI APPARTENENZA DEGLI ALUNNI CON CERTIFICAZIONE PER INTEGRAZIONE
SCOLASTICA A.S.2009/2010
PUNTO SALUTE
NORD
CENTRO
SUD
TOT
TOT
296
285
193
774
ORIGINE FAMILIARE DEGLI ALUNNI CON CERTIFICAZIONE PER INTEGRAZIONE SCOLASTICA.
RAPPORTO ITALIANI/STRANIERI A.S.2009/2010
ORIGINE FAMILIARE
N ALUNNI
%
ITALIANA
STRANIERA
TOT
557
217
774
72%
28%
100%
SERVIZIO CHE HA IN CARICO L’ALUNNO CERTIFICATO PER INTEGRAZIONE SCOLASTICA A.S.2009/2010
SERVIZIO/STRUTTURA
TOT
EE-D
626
NPI
52
AltraULSS
43
La NostraFamigliaVI
27
CFoniatriaPD
15
Altro
7
D-EA
3
VillaMariaVigardolo
3
TOT
774
4. Servizi di prevenzione e promozione dell’infanzia e della preadolescenza
a) Servizi ludico ricreativi per bambini della scuola primaria- Comuni di Arzignano, Brogliano,
Castelgomberto, Trissino e Valdagno (Ponte dei Nori).
Si tratta di servizi rivolti ai bambini della scuola primaria che hanno come obiettivo:
• offrire ai minori opportunità/percorsi di crescita che favoriscano lo sviluppo e l’incremento delle abilità
personali e sociali, in sintonia con l’azione educativa della scuola e delle altre agenzie educative presenti
nella comunità;
• sostenere la famiglia nel complesso compito educativo;
• sviluppare un’azione di coordinamento tra scuola ed extrascuola anche nell’ambito dell’educazione alla
salute;
• facilitare i processi di apprendimento della lingua italiana da parte dei bambini immigrati, valorizzando
l’identità culturale di ciascuno.
Durante l’anno 2010 sono stati coinvolti n. 84 minori così distribuiti:
o Comune di Arzignano: presenze quotidiane 12 bambini
o Comune di Brogliano: presenze quotidiane n. 16 bambini
o Comune di Castelgomberto: presenze quotidiane n. 28 bambini
o Comune di Trissino: presenze quotidiane n. 16 bambini.
o Comune di Valdagno (Ponte dei Nori): presenze quotidiane 12 bambini
b) Servizi Ludico ricreativi “Ambarabai” per alunni della Scuola Primaria- Comune di Valdagno e “Gattomiao”
per il Comune di Montecchio Maggiore.
Caratteristiche: ai sensi della L.R. 22/2002 e, in particolare, delle relative disposizioni applicative di cui alla
D.G:R.V. n. 84 del 16/01/2007, che ha introdotto i requisiti e gli standard per l’autorizzazione all’esercizio e
97
all’accreditamento di strutture socio-sanitarie e sociali, tale servizio, per il triennio 1 luglio 2009 - 31 agosto
2012, è stato ricondotto all’unità di offerta “Servizio ludico-ricreativo”.
Sulla base della tipologia di utenza e dei bisogni espressi dalla comunità locale, il servizio svolge anche
compiti di sostegno scolastico e di supporto educativo.
Ambarabai di Valdagno: nel 2010 sono stati accolti n. 24 minori in eta’ della scuola primaria, in carico ai
servizi specialistici ULSS (Unità Operativa Tutela Minori e Unità Operativa Età evolutiva/handicap).
Gattomiao di Montecchio Maggiore: nel 2010 sono stati accolti n. 16 minori in eta’ della scuola primaria, in
carico ai servizi specialistici ULSS (Unità Operativa Tutela Minori e Unità Operativa Età evolutiva/handicap).
c) Percorsi di riqualificazione di cui al Piano Infanzia, Adolescenza e famiglia (DGR 2640/07)
Si tratta di iniziative di riqualificazione che hanno come obiettivo la valorizzazione dell’azione educativa
all’interno dei centri in sinergia con la Scuola e con le risorse educative presenti nella comunità locale.
In base alla valutazione delle caratteristiche di ciascun centro e agli obiettivi individuati, sono stati
programmati percorsi di riqualificazione diversificati:
Servizi ludico ricreativi di Brogliano, Castelgomberto, Trissino sono stati attivati i seguenti progetti di
animazione socio-educativa:
• laboratorio di “Alfabetizzazione teatrale”
•
laboratorio di sensibilità ecologica “Corso di creatività ecologica per bambini”
•
percorso di attività educativa con gli animali.
Nei Servizi ludico ricreativi di Arzignano e Montecchio Maggiore:
•
laboratorio esperienziale di acquaticità
•
percorso di attività educativa con gli animali
Nel Servizi ludico ricreativi Ponte dei Nori e Ambarabai di Valdagno:
•
percorso di attività educativa con gli animali
Tutti i percorsi sono stati apprezzati sia dai bambini frequentanti i servizi ludico ricreativi che dalle loro
famiglie.
d) Laboratori di prevenzione del disagio minorile.
“Programma di integrazione sociale e scolastica per immigrati del territorio dell’AULSS 5”
Attraverso tale Programma sono stati realizzati laboratori socio animativi interculturali nelle scuole
secondarie di secondo grado con una significativa presenza di studenti immigrati.
Obiettivi del Programma:
• la promozione dell’agio e la prevenzione di fenomeni di conflittualità e devianza sociale;
• l’educazione alla convivenza civile dei giovani presenti sul territorio;
• l’integrazione scolastica e sociale degli adolescenti italiani e stranieri.
Nell’anno 2010 sono stati coinvolti 613 studenti, così distribuiti:
Punto salute nord:
IPSIA Perin, ITC Luzzatti di Valdagno e IPSSAR di Recoaro 252 studenti
Punto Salute Centro:
CFP di Chiampo, Istituto Galilei di Arzignano e IIS Ceccato di Montecchio Maggiore 267 studenti
Punto Salute Sud:
Scuola Secondaria di primo grado di Lonigo: 94 studenti
e) Servizio socio educativo per favorire l’integrazione sociale delle donne immigrate: “Spazio
mamma”
Promozione nelle Scuole dell’infanzia, con una significativa presenza di bambini stranieri, di un gruppo di
mamme italiane e straniere che, in collaborazione con la scuola, costituisca un punto riferimento per
l’accoglienza dei genitori dei bambini nuovi iscritti.
98
Obiettivi:
a) favorire l’attivazione di una rete tra le mamme italiane e straniere dei bambini frequentanti la scuola
dell’infanzia;
b) fornire informazioni sui servizi socio-sanitari, sul funzionamento della scuola dell’infanzia,
e) sostenere l’azione educativa delle mamme
Attività: incontri, a cadenza settimanale, in ciascun centro per la realizzazione di attività socio- educative e
di interventi informativi
Servizi attivati (totale 85 mamme)
•
•
•
•
•
Spazio
Spazio
Spazio
Spazio
Spazio
mamma
mamma
mamma
mamma
mamma
di
di
di
di
di
Arzignano: 13 mamme
Chiampo: 18 mamme
Montecchio Maggiore: 20 mamme
Lonigo: 18 mamme
Valdagno:16 mamme
99
5. Attività educativa con gli animali realizzata dal Centro di Pet Therapy
Obiettivi generali del progetto:
a) favorire l’apprendimento di informazioni per un corretto approccio con l’animale (cane);
b) far superare ai bambini la paura del contatto con il cane;
c) migliorare la collaborazione tra bambini nella realizzazione di attività di gruppo;
d) implementare l’apprendimento delle life-skills per favorire/migliorare le relazioni sociali;
e) migliorare la partecipazione dei bambini diversamente abili alle attività in gruppo
Scuola Primaria/
Servizio ludico ricreativo
nr. interventi
nr. bambini
nr. insegnanti/
educatori
Scuola Primaria Ponte dei Nori di
Valdagno cl.4B
(gruppo sperimentale)
Scuola Primaria Ponte dei Nori di
Valdagno cl.4A (gruppo controllo)
Scuola Primaria Meledo di Sarego
cl.3 (gruppo sperimentale)
Scuola Primaria di Monticello di Fara
cl. 3 (gruppo di controllo)
Servizio ludico ricreativo Ponte dei Nori
- Valdagno - (nr. due gruppi)
Servizio ludico ricreativo Ambarabai di
Valdagno - (nr. 2 gruppi)
Servizio Ludico ricreativo di Trissino
Servizio
ludico
ricreativo
di
Castelgomberto
totale
8
24
3
2
24
1
8
21
1
2
21
1
12
12
2
12
12
2
8
8
12
12
1
1
60
138
12
Incontri informativi realizzati sulla Pet Therapy con insegnanti, genitori e educatori (nr. 11 incontri e 166
partecipanti)
Direzione
Didattica
Valdagno
nr.
INCONTRI
INFORMATIVI
Direzione
Istituto
Istituto
di Didattica 1^ Comprensivo 1 di Comprensivo
e 2^ Circolo Montecchio
di Sarego
di Arzignano Maggiore
4
2
24
15
1
1
in
programmazione a 24
gennaio 2011
8
70
10
3
/
32
/
85
/
10
/
27
Genitori
Insegnanti
Servizi ludico ricreativi di TOTALE
Castelgomberto Trissino
Brogliano
Arzignano
Montecchio
Valdagno
3
/
11
63
/
91
12
12
12
166
educatori
dei
Centri educativi
Totale
100
Allegato f.: Relazione annuale attività Unità Operativa Semplice
Età Evolutiva/Disabilità, anno 2010
L’U.O. Età Evolutiva/Disabilità realizza le azioni previste dal Programma settoriale relativo all’assistenza
territoriale che individua nel Distretto socio-sanitario l’articolazione funzionale dell’Azienda Sanitaria Locale
per garantire l’assistenza primaria coordinata e continuativa in ambito materno infantile, dell’età evolutiva e
della famiglia e per l’espletamento degli obblighi normativi previsti dalla L. 104/92 in materia di prevenzione,
diagnosi, cura, riabilitazione minori con disabilità, e adempimenti obblighi normativi a favore dell’integrazione
scolastica D.P.R. 24.2.94 e D.C.P.M. nr. 185/06 nonché valutazioni e trattamento minori affetti da disturbi
specifici delle abilità scolastiche secondo la normativa Regione Veneto del 4.3.2010 “Interventi a favore delle
persone con disturbi specifici dell’apprendimento e disposizioni in materia di servizio sanitario regionale” e L.
approvata dal Senato il 29.9.2010 “Nuove norme in materia di difficoltà specifiche di apprendimento”.
MISSIONE DELL’U.O.S. ETA’ EVOLUTIVA/DISABILITA’
FUNZIONI:
•
•
•
prevenzione - individuazione precoce e trattamento nelle problematiche dello sviluppo psicologico e
neuropsicologico in età evolutiva;
assistenza socio-sanitaria ai minori con disabilità attraverso la presa in carico terapeutico-abilitativa
multidisciplinare che include prestazioni di prevenzione, diagnosi, terapia, abilitazione e riabilitazione
motoria e del linguaggio compreso il sostegno psicologico e l’orientamento sociale delle famiglie e
interventi psico-educativi finalizzati alle autonomie personali e sociali dei minori con disabilità e loro
facilitazione alla integrazione scolastica e sociale, con una particolare attenzione alla disabilità grave e
complessa;
assistenza socio-sanitaria ai soggetti in età evolutiva con disturbi psicopatologici attraverso attività
individuali di terapia psicologica ma anche di presa in carico multidimensionale, che includa i genitori e
promuova azioni di miglioramento/cambiamento nell’ambiente in cui il soggetto vive.
Tali funzioni sono affidate a equipes pluriprofessionali operanti all’interno della U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità
costituite da personale:
• tecnico riabilitativo: 7 logopedisti (di cui 2 a tempo ridotto) e 6 fisioterapisti (di cui 1 a part time e 1
a tempo ridotto)
• dirigenti psicologi e psicoterapeuti: 4 + 3 l.p. + 3 convenzionati (di cui 2 sospesi al 30.6.2010)
• operatori sociali: 4 assistenti sociali (di cui 3 a tempo ridotto)
• educatori: 2 educatori (a tempo ridotto)
• 1 consulente neurofisiatra (4 ore ogni 15 giorni)
• 1 consulente neuropsichiatra (4 ore settimanali)
• personale amministrativo: 1 amministrativo
Nel corso del 2010 si è avuta una riduzione delle risorse di personale psicologo di 2 unità a tempo
pieno.
MODALITA’ ORGANIZZATIVE E DI ACCESSO
Nel corso del 2010 l’U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità ha mantenuto l’organizzativa-funzionale integrata
specifica per area omogenea caratterizzata dall’approccio multidimensionale alla diagnosi e al
trattamento, attraverso l’aggregazione organizzativa di 3 servizi dislocati nei 3 Punti salute Nord,
Centro e Sud nelle sedi territoriali di:
Valdagno
Arzignano
Montecchio Maggiore
Chiampo
Lonigo
101
ATTIVITA’/INTERVENTI DELL’U.O.S. ETA’ EVOLUTIVA/DISABILITA’
Le principali attività svolte riguardano:
• Diagnosi multidimensionali, presa in carico psicoterapeutica e riabilitativa (cognitiva, logopedica,
motoria, psicomotoria) minori con disabilità, disturbi dello sviluppo e dell’attività
• Consulenza ai genitori su problematiche legate allo sviluppo in età evolutiva e interventi di sostegno
psicologico alla genitorialità
• Integrazione scolastica e sociale di minori con disabilità ai sensi L. 104/92 e relativi adempimenti
obbligatori relativi alle certificazioni e diagnosi funzionali previsti dal DPR 24.2.94 e attività certificativi
DPCM 185/07
• Attività a carattere preventivo e per l’individuazione precoce dei disturbi dello sviluppo, anche attraverso
iniziative di informazione e formazione rivolte alla popolazione
• Percorsi specifici di valutazione e presa in carico di disabilità complesse: disturbi generalizzati dello
sviluppo-autismo, disturbi dell’attenzione/iperattività
• Consulenza psicologica ai reparti di Pediatria dell’Ospedale su casistica specifica
• Consulenza psicologica e sociale per minori in nuclei familiari a rischio in collaborazione con i servizi di
tutela
• Consulenza psicologica per il minore in situazioni di separazione dei genitori, adozione, lutti familiari in
collaborazione con i Consultori Familiari
UTENZA – PROBLEMATICHE/DISTURBI TRATTATI
Il totale dell’utenza in carico nel 2010 nr. 2405 soggetti trattati
INCREMENTO rispetto al 2009 di nr. 63 casi trattati.
UTENTI ANNO 2010 U.O.S. ETA’ EVOLUTIVA/DISABILITA’
TOTALE UTENTI: nr. 2405 (maschi nr. 1550, femmine nr. 855)
TOTALE UTENTI SU POPOLAZIONE ULSS 0-18 (35913 ab. età 0-18): 6,70%
NUOVI INGRESSI ANNO 2010: nr. 698
NAZIONALITA’ CASI TRATTATI: non italiana nr. 525; italiana nr. 1880
102
Tabella nr.1 - Utenti U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità suddivisi per nazionalità anno 2010
Albania
33
Algeria
1
Argentina
2
Bangladesh
60
Bosnia-Erzegovina
4
Brasile
4
Burkina Faso
10
Burundi
1
Cina
1
Colombia
1
Congo
1
Costa D’Avorio
7
Croazia
4
Ecuador
1
Filippine
1
Ghana
77
Guinea
2
India
129
ITALIA
1880
Jugoslavia (Serbia-Montenegro)
81
Kosovo
19
Macedonia
1
Mali
2
Marocco
42
Moldavia
3
Niger
1
Nigeria
7
Paesi Bassi
2
Polonia
2
Romania
15
Russia
3
Senegal
4
Sri Lanka
1
Tunisia
1
Ucraina
2
Totali
2405
103
UTENZA TRATTATA SUDDIVISA PER COMUNE
Grafico nr.1. - Utenza U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità anno 2010 suddivisa per Comune di residenza.
Fuori ULSS
19
Zerm eghedo
20
360
Valdagno
117
Trissino
94
Sarego
27
S.P. Mussolino
86
Recoaro
11
Nogarole
38
Montorso
275
Montecchio
77
Montebello
178
Lonigo
21
Grancona
Gam bellara
28
Crespadoro
30
181
Cornedo
187
Chiam po
95
Castelgom berto
46
Brogliano
68
Brendola
391
Arzignano
40
Altissimo
16
Alonte
0
50
100
150
200
104
250
300
350
400
450
UTENZA TRATTATA SUDDIVISA NELLE FASCE DI ETA’
Tabella nr.2 - Utenti U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità suddivisi per fascia di età anno 2010
fasce età
nr. utenti
0-5
474
6-10
1050
11-13
485
14-18
309
>18
87
TOTALE utenti trattati 2405
Grafico nr.2 – Fasce di età utenti trattati anno 2010 dall’U.O.S. Età Evolutiva/ Disabilità
anno 2010
4%
13%
20%
0-5
6-10
11-13
20%
14-18
>18
43%
PROBLEMATICHE TRATTATE ANNO 2010
Tabella nr.3 - Problematiche trattate dall’U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità anno 2010 %
prevalenza su totale casi trattati
disabilità
%
23.95
nr. casi trattati
576
disturbi specifici del linguaggio
disturbi specifici dell'apprendimento
22.29
25.36
536
610
disturbo da deficit dell'attenzione/attività
disturbi sequenze comportamentali
7.53
1.08
181
26
disturbi emotivi
4.37
105
problemi correlati all'educazione del bambino
problematiche sociali
1.66
2.58
40
62
105
Grafico nr.3 – Confronto frequenza disturbi trattati dall’U.O.S. Eta Evolutiva/Disabilità anno
1999-2010
anno 2010
anno 1999
4,37
1,66 2,58
1,08
7,32
disabilità
23,95
7,53
disturbi specifici dell'apprendimento
7,20
24,52
disturbi specifici del linguaggio
disturbo da deficit dell'attenzione/attività
5,16
disturbi sequenze comportamentali
disturbi emotivi
7,71
22,29
problemi correlati all'educazione del
bambino
problematiche sociali
0,00
12,29
25,36
16,75
FREQUENZE PROBLEMATICHE TRATTATE SU POPOLAZIONE 0-18 ANNI DELL’ULSS5 ANNO 2010
Tabella nr.4 –Frequenze problematiche trattate su popolazione 0-18 anni dell’Ulss5 anno
2010
0-18
disabilità
576
1,60
disturbi specifici del linguaggio
536
1,49
disturbi specifici dell'apprendimento
610
1,70
disturbo da deficit dell'attenzione/iperattività
181
0,50
disturbi sequenze comportamentali
26
0,07
disturbi emotivi
105
0,29
problemi correlati all'educazione del bambino
40
0,11
problematiche sociali
62
0,17
ATTIVITA’ INTEGRAZIONE SCOLASTICA ALUNNI CON DISABILITA’ L. 104/92 ADEMPIMENTI
OBBLIGATORI D.C.P.M. 185/06 D.G.R. E CONSULENZA ALLA SCUOLA AI SENSI D.P.R. 24.2.94
TOTALE ALUNNI CON DISABILITA’ IN CARICO anno 2010 nr. 696 di cui nr. 248 alunni stranieri e nr. 138
alunni nuovi certificati per i quali è stata prodotta la DIAGNOSI FUNZIONALE secondo i codici ICF-CY.
Tabella nr.5 – Alunni con disabilità presi in carico dall’U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità anno
2010 divisi per fasce d’eta
fasce età
nr. utenti
0-5
46
6-10
265
11-13
227
14-18
154
>18
4
696
TOTALE utenti con disabilità certificati e presi in
carico
per
CONSULENZA
INTEGRAZIONE
SCOLASTICA
106
•
•
•
Rilevazioni:
la media degli alunni certificati in provincia di Vicenza è di 2,7 % (sulla popolazione scolastica –
dati USP 2010), l’Ulss5 ha la media più alta in provincia: 3,0%
la media più alta registrata nell’Ulss5 di alunni certificati è alla Scuola Secondaria di 1° grado (1
ogni 20 alunni è certificato – dati USP 2010)
la media più alta in provincia di alunni stranieri certificati si registra all’Ulss5 (1/3 alunni stranieri
risulta certificato presso l’Ulss5 – dati USP 2010)
Tabella nr.6 – Alunni con disabilità presi in carico dall’U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità anno
2010 divisi per Comune di residenza
6
Alonte
Altissimo
8
Arzignano
84
Brendola
15
Brogliano
16
Castelgomberto
29
Chiampo
61
Cornedo
52
Crespadoro
4
Gambellara
12
Grancona
3
Lonigo
69
Montebello
25
Montecchio
67
Montorso
13
Nogarole
2
Recoaro
23
S.P. Mussolino
9
Sarego
36
Trissino
33
Valdagno
121
Zermeghedo
6
Fuori ULSS
2
Totali
696
LE PRESTAZIONI EROGATE
Le prestazioni erogate riferite ai LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA sono risultate complessivamente
nel 2010: nr. 35.578 prestazioni con un incremento di nr. 531 prestazioni rispetto al 2009.
Prestazioni per Punto Salute:
Nord
Centro (1) include
utenza Brendola
Sud
TOTALE PRESTAZIONI
13324
prestazioni 18551
3703
35578
107
Segue tabella nr. 7 Prestazioni per attività e funzione (pag 11)
ATTIVITA’
Assistenza socio-sanitaria minori con DISABILITA’
Adempimenti normativi obbligatori previsti dalla L. 104/92, nuova normativa prevista dal DCPM 185 e
successiva DGR 2248, certificazioni di competenza e partecipazione UVMD e adempimenti DPR 24.02.94
Diagnosi Funzionale e il Profilo Dinamico Funzionale e Piano Educativo Personalizzato, consulenza alla
scuola: nr. 696 soggetti seguiti dalla U.O. Età Evolutiva/Disabilità.
• per nr. 4 casi si è realizzata la consulenza ai genitori alla nascita presso il Reparto di Pediatria dell’O.C. e
7 bambini sono stati inseriti presso i Nidi
• per nr. 82 casi si è realizzata la collaborazione con le strutture ospedaliere e altri sono stati i contatti
con centri riabilitativi anche fuori Ulss
• Presa in carico psicologica delle famiglie con figli con disabilità nr. 151 casi
• Counseling sociale nr. 261 casi
• Programma psico-educativo BANDUS nr. 21 casi seguiti
• Attività ricreative-educative estive totale nr. 67 soggetti inseriti
•
Programma ORIENTABILI: Sostegno all’ORIENTAMENTO e FORMAZIONE Professionale alunni con
disabilità in collaborazione con la PROVINCIA di Vicenza presso il CFP di Chiampo:, nel 2010 è stata data
continuità per 16 soggetti con disabilità.
•
Interventi per l’abilitazione e riabilitazione attraverso la Comunicazione Aumentativa Alternativa secondo
l’approccio Cognitivo Motivazionale Individualizzato: casi trattati nr. 17
TEAM AUTISMO: nr. 36 soggetti presi in carico
•
•
•
•
•
•
nr.
nr.
nr.
nr.
nr.
nr.
13 soggetti con trattamento logopedico
4 soggetti con trattamento psicomotorio
11 soggetti con parent training
2 soggetti con psicoterapia
19 soggetti con supporto ambulatoriale
20 soggetti con supporto educativo
Assistenza socio-sanitaria ai minori con disturbi neuropsicologici:
Rimane uno degli obiettivi preminenti dell’U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità quello della INDIVIDUAZIONE
PRECOCE delle problematiche dello sviluppo psicologico del bambino in età evolutiva e il SOSTEGNO ALLA
GENITORIALITA’:
•
SPAZIO DI ASCOLTO MAMME-NEONATO 1° anno di vita presso il Punto Salute Nord di Valdagno: nr.
253 mamme-neonato hanno partecipato ai gruppi di sostegno a mamme di neonati effettuati con lo
psicomotricista, psicologo, logopedista per fornire alle neomamme suggerimenti utili per lo sviluppo dei
loro figli
•
Realizzati interventi di SENSIBILIZZAZIONE E INFORMAZIONE DEI GENITORI e insegnanti su temi dello
sviluppo, per l’incremento di conoscenze e l’aiuto ai genitori nell’affrontare le varie problematiche nr. 27
interventi effettuati
•
SPAZIO GENITORI – Realizzati Spazi di Ascolto presso le scuole dell’infanzia. Nr. 160 genitori che hanno
avuto accesso allo Spazio di ascolto. Parent Training per strategie educative comportamentali nr. 65
genitori partecipanti. Consulenza agli insegnanti per l’individuazione precoce di situazioni a rischio con
l’utilizzo dello strumento IPDA: nr. 337 alunni, coinvolti nelle osservazioni a scuola nr. 70 soggetti a
rischio individuati, di cui nuovi invii al servizio nr. 23 alunni
108
C. DISLESSIA e DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento)
•
•
Realizzato anche nell’anno scolastico 2009/2010 il progetto in collaborazione con l’Associazione
Italiana Dislessia “Tutti i bambini vanno bene a scuola” per l’individuazione nelle classi 1^ dei
bambini a rischio.
Nel corso del 2010 nr. 547 soggetti della scuola primaria e secondaria di 1° grado sono stati
valutati presso l’U.O. con il protocollo diagnostico/riabilitativo provinciale per i DSA. Rispetto a tali
situazioni per nr. 258 è stata fornita relazione scritta per il pediatra di famiglia e per nr. 202
situazioni si è fornita consulenza agli insegnanti
D. ADHD (Disturbi
o
o
o
o
E.
da Deficit di Attenzione e Iperattività)
Casi nuovi valutati nr. 62
Parent training: nr. 10 casi
Consulenze alla scuola: nr. 46 casi
Supporto psico-educativo: nr. 20 casi
Difficoltà scolastiche ALUNNI STRANIERI
L’utenza di minori afferenti all’U.O. nel 2010 di cittadinanza non italiana è risultata di nr. 555 soggetti
con incremento di +77 soggetti (l’incremento nel 2008 era stato di +18).
Presso l’ambulatorio alunni stranieri sono state approfondite le valutazioni di nr. 64 soggetti e fornite
consulenze alle famiglie e alla scuola.
F. Assistenza socio-sanitaria e consulenza a favore dei Disturbi Emotivo-Relazionali e
Comportamentali:
• attività “Lo Psicologo Ulss a scuola” rivolto agli alunni della scuola primaria e secondaria 1°
grado. Realizzati interventi per nr. 53 casi
• Preadolescenti e genitori in terapia e sostegno psicologico: nr. 68 casi
• Il Programma Psico Educativo BANDUS: nr. 21 sono stati i ragazzi inseriti sia durante il
periodo scolastico che nel periodo estivo; anche nel 2010 tale programma è risultato una risorsa per
il supporto psicologico, educativo e sociale di famiglie in difficoltà a gestire i comportamenti e i
compiti educativi per i loro figli
G.
•
•
sostegno psicologico e sociale a nuclei familiari a rischio: nr. 84 casi
valutazione e consulenza psicologica per il figlio e sostegno ai genitori per separazione, adozione,
lutti familiari: nr. 61 casi
UVMD per minori: nr. 39 incontri
109
Tabella nr.7 – Prestazioni U.O.S. Età Evolutiva/Disabilità anno 2010 divise per attività e funzioni
PROFESSIONALITA'/FUNZIONI
ATTIVITA'
PREVENTIVA
(00A, A3,A8, CM, GM)
NORD
CENTRO (1)
(641272 ab.) (80333 ab.)
SUD
(36053 ab.)
TOTALE
(180558 ab.)
PSICOLOGO
LOGOPEDISTA
ASS. SOC.
FISIOTERAPISTA
EDUCATORE
CONSULENTI
304
370
51
725
274
213
34
199
-
-
9
154
99
262
1
-
-
6
-
255
1.599
2.785
605
4.989
4.831
129
2
9
20
-
470
583
114
1.167
1.167
-
-
-
-
-
97
292
152
541
143
136
-
142
116
-
3.162
4.822
670
8.654
749
7.793
-
72
-
-
2.308
4.101
630
7.039
-
-
-
7.038
-
1
1.234
894
400
2.528
166
9
2.323
3
-
-
1.662
1.806
458
3.926
2.065
643
960
213
39
2
315
561
184
1.060
768
221
54
27
-
3
2.142
2.043
316
4.501
2.185
1.030
642
642
31
6
19
134
21
174
134
-
40
-
-
-
3
6
3
12
2
-
3
-
7
-
13.324
18.551
3.703
35.578
12.485
10.174
4.058
8.351
213
267
DIAGNOSTICA MEDICA
NEUROLOGICA, NEUROFISIATRICA,
NEUROPSICHIATRICA
(10,11)
PSICODIAGNOSTICA
(01,02,03,04.1,04.2,04.3,04.4,04.5,04.6,04.7,04.8,04.
9,08B)
PSICOTERAPICA
(05,06,07,08A)
ABILITATIVA PSICOCOMPORTAMENTALE-COGNITIVA
(09A,09B,09C)
ABILITATIVA LOGOPEDICA
(22,23,24,25,26,27)
ABILITATIVA FISIOTERAPICA
(12,13,14,15,16,17,18,19,20,21)
COUNSELING SOCIALE
(43A,44,45A,45B,46,48A,49A)
CONSULENZIALE
(31,32,33,34,35,40,41,42,43,A1,A2)
CERTIFICATIVA
(28A,30,36,37,38,39)
ORGANIZZATIVA
(47,A4,A5)
FORMATIVA
(A6)
RICERCA/QUALITA'
(A7)
110
Allegato g: Relazione Socio Sanitaria Anno 2010. U.O. Servizio
Integrazione Lavorativa (S.I.L.)
Il Servizio Integrazione Lavorativa di questa Azienda ULSS, nel corso del 2010, ha sostenuto e promosso
processi mirati a favorire l’effettiva integrazione, in ambito scolastico, sociale e lavorativo della persona con
disabilità.
In particolare, nel corso del 2010, il SIL ha promosso e sviluppato le seguenti attività:
1. partecipazione alle attività del Coordinamento Tecnico Regionale dei SIL del Veneto;
2. Partecipazione a progetti europei e, nello specifico, al Programma operativo FSE 2007- 2013 Asse
III “Inclusione sociale”. Interventi per migliorare l’integrazione e il reinserimento lavorativo dei
soggetti svantaggiati. Categoria di intervento 71 – DGR 2341 dell’agosto 2008 che ha previsto la
conclusone dei progetti::
Progetto IN.RETE “L’Industria in rete nei Servizi”, finalizzato a facilitare un adattamento produttivo e
realizzante in ambiente di lavoro favorendo una presa di coscienza da parte del soggetto e della famiglia
circa i percorsi proposti. Sono stati elaborati progetti personalizzati a favore di n. 9 persone; sono stati
effettuati colloqui di orientamento, di consulenza e di sostegno all’interessato e alla sua famiglia. Sono stati
attivati inoltre dei percorsi personalizzati, tramite tirocinio, in aziende del territorio e sostenuti con attività di
monitoraggio da parte di operatori del SIL.
Progetto MPLI “Mantenimento posto di lavoro” (Soggetto Promotore: Fondazione Giacomo Rumor - Centro
Produttività Veneto (CPV) in parternariato con le altre ULSS della Provincia e Amministrazione Provinciale.
finalizzato a sostenere il mantenimento del posto di lavoro, tramite processi di adattabilità, attraverso il
supporto personalizzato al soggetto e con il coinvolgimento dell’azienda. Sono stati attivati programmi
personalizzati a favore di due persone già inserite in azienda dal SIL.
Progetto FISHER “interventi per l’integrazione lavorativa” (Soggetto Promotore:
- Prisma Società
Cooperativa Sociale Consortile ARL in parternariato con le altre ULSS della Provincia e l’Amministrazione
Provinciale. Sono state seguite tre persone dipendenti di Cooperative di tipo B con interventi di orientamento
e sostegno sul luogo di lavoro.
Inoltre è stato realizzato e concluso
il Programma operativo FSE 2007/2013. Ob. Competitività regionale ed occupazione. Asse III – Inclusione
Sociale. Cat. 71 Avviso “Azioni di orientamento e formazione per giovani”- anno 2009. DGR n. 643 del
17/03/09, in particolare il progetto
−
GEL - Giovani e Lavoro: “Percorsi d'inclusione sociale per giovani con disabilita', Le azioni
progettuali sono finalizzate a trasferire conoscenze, nozioni ed esperienze che possano integrarsi
con la preparazione scolastica per garantire un valido supporto al conseguimento del un posto di
lavoro, sviluppando e ampliando le sinergie tra soggetti istituzionali, mondo dell’istruzione e il
mondo della formazione e delle imprese. Sono stati seguiti n. 5 giovani con disabilità.
3. collaborazione per il raccordo della rete dei servizi socio sanitari di questa ULSS e dei servizi
del
sistema scolastico, della formazione professionale e dei servizi per l’impiego secondo quanto previsto
dall’ “Accordo e del protocollo operativo tra l’azienda Ulss 5 e la Provincia di Vicenza per
l’integrazione lavorativa delle persone disabili e svantaggiate”;
4. collaborazione con altri servizi socio-sanitari per la presa in carico globale della persona e della famiglia
pervenendo:
• all’approvazione e attuazione, da parte dei rispettivi responsabili, del “Protocollo d’intesa tra il
Dipartimento di Salute Mentale e l’U.O. SIL” dell’ULSS 5. Tale protocollo ha la finalità di
111
•
definire le modalità di collaborazione e rafforzare ulteriormente il livello di integrazione attraverso la
definizione di un modello organizzativo stabile che crei le condizioni per migliorare l’efficacia e la
tenuta nel tempo degli inserimenti lavorativi delle persone con disabilità psichica;
alla definizione della valutazione congiunta con l’U.O. Disabilità Età Adulta in sede di U.V.M.D. di
persone con disabilità in età adulta per la definizione di percorsi personalizzati;
5. Partecipazione con un proprio operatore al Comitato Tecnico Provinciale previsto dalla legge 68/99;
6. Definizione di un collegamento organico con le Commissioni Sanitarie Integrate per l’accertamento delle
condizioni di disabilità di cui all’articolo 4 della legge n. 104/92 rafforzando il rapporto con l’U.O. Ufficio
Invalidi Civili attraverso incontri congiunti per il monitoraggio dell’inserimenti lavorativi in relazione al
giudizio medico legale.
7. Collaborazione con la Regione del Veneto per la conclusione e del Progetto L.R.11/2001 art. 133,
lett. A) “Azioni per la non discriminazione nelle aziende del lavoratore con disabilità e per lo
sviluppo della responsabilità sociale dell’impresa”. Il progetto, iniziato nel 2009, che si
proponeva: creare condizioni favorevoli per una permanenza stabile della persona con disabilità nel
posto di lavoro acquisito; attivare un sistema di tutela e supporto a favore del lavoratore con disabilità al
fine di diminuire i rischi di licenziamento; ridurre e prevenire lo stress; supportare l’azienda ad affrontare
gli eventuali problemi che potevano emergere, si è concluso a fine marzo 2010. Le azioni intraprese, a
favore di un tot. di 58 persone sono state le seguenti:
•
“Incontri di gruppo” finalizzati alla discussione verbale di problematiche comuni e di risoluzione di
problemi relativi al mondo del lavoro, monitoraggio sul luogo di lavoro, colloqui individuali e
sostegno psicologico ai destinatari. Gli incontri sono stati condotti da due esperti consulenti che
hanno provveduto alla programmazione dell’intervento e alla selezione dei partecipanti. L’iniziativa
ha coinvolto complessivamente n. 33 persone in incontri con cadenza bimensile.
•
“ Attività psicomotoria” con deliberazione n. 255 del 25.05.2009 questa ULSS ha approvato tale
progetto e ha disposto l’affidamento alla Cooperativa Sociale “Piano Infinito”; l’ attività era finalizzata
alla rielaborazione sul piano psicomotorio delle esperienze lavorative, all’espressione corporea ed
artistica delle emozioni, delle tensioni e dello stress lavorativo. L’iniziativa ha coinvolto un gruppo di
n. 25 lavoratori con disabilità ( di cui n. 12 persone con grave disabilità psichica in collaborazione
con il DSM) che si ritrovavano, con cadenza settimanale, presso la “Palestra Vita” della Cooperativa
stessa con sede a Montecchio Maggiore.
Nel corso del 2010, in sintonia con gli obiettivi, gli interventi e le progettualità previsti dalla DGR 1138/08 e
dalla programmazione triennale, il SIL ha attivato i seguenti progetti personalizzati:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Progetto
Progetto
Progetto
Progetto
Progetto
Progetto
Progetto
Progetto
Progetto
di mediazione al collocamento
mantenimento posto di lavoro
osservazione e orientamento
formazione in situazione
supporto alla ricerca attiva del posto di lavoro
continuità scuola/lavoro
alternanza struttura protetta/lavoro
integrazione sociale in ambiente lavorativo
svantaggio sociale.
Per la realizzazione di tali progettualità si sono adottate metodologie di lavoro fondate sulla collaborazione
tra i diversi servizi dell’ULSS .
Il livello e la qualità di tali relazioni sono risultate essenziali per poter affrontare in modo efficace la
complessità dei temi dell’inclusione sociale e lavorativa delle persone in difficoltà.
Oggetto di tali attività sono state sia la definizione dei contesti e delle forme in cui condividere e formulare
obiettivi strategici comuni che l’adozione di modalità operative improntate alla collaborazione ed
all’integrazione dei diversi ambiti di intervento.
112
In particolare sul piano della gestione dei singoli progetti personalizzati si è individuata nel tempo una
metodologia condivisa di lavoro con tutti i servizi di riferimento (area disabilità, area salute mentale, area
dipendenze).
Tra i risultati conseguiti nel 2010 da parte del Servizio Integrazione Lavorativa, si evidenziano i seguenti dati:
Tabella n.1: numero utenza che ha avuto accesso al SIL
ANNUALITA’
2010
TOTALE N. UTENZA
414
Tabella n.2: progetti realizzati (DGR 1138/2008)
ANNUALITA’
2010
N. tirocini*
159
N. progetti mantenimento
posto di lavoro
Totale progetti
91
250
* orientamento, formazione, mediazione al collocamento, integrazione sociale in contesto lavorativo,
alternanza scuola lavoro, alternanza struttura protetta lavoro, ricerca attiva del lavoro)
Tabella n.3: numero assunzioni
Anno
2010
Totale assunzioni
30
113
Allegato h: RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ SVOLTA DAL
DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE DELL’AZIENDA U.L.S.S.
n.5 OVEST VICENTINO
Premessa organizzativo-funzionale.
Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) assolve alla funzione di coordinamento progettuale e programmatico
delle équipe pluriprofessionali che si occupano della Salute Mentale, operanti nel territorio dell’azienda
U.L.S.S.5 Ovest vicentino. Il DSM realizza quanto previsto dai Progetti Obiettivo Nazionale e Regionali di
Tutela della Salute Mentale (D.G.R.V. 4080/2000 e 651 del 09/03/2010), si configura secondo le indicazioni
della D.G.R.V. 1616/2008 “Autorizzazione all’esercizio e accreditamento delle Unità di offerta per la Salute
Mentale” e si articola nelle Unità Operative previste dalla Relazione Socio Sanitaria della Regione Veneto.
La mission è la cura e la riabilitazione dei pazienti affetti da patologie psichiatriche.
Il DSM si fa carico della domanda psichiatrica proveniente dal territorio sia sotto l’aspetto preventivo che
terapeutico e riabilitativo. Elabora i Progetti Terapeutici Personalizzati cooperando con l’utente e i suoi
familiari e curando gli aspetti terapeutici sia medici che psicologici e di assistenza sanitaria e sociosanitaria.
Nell’esercizio delle funzioni organizzative e di programmazione interagisce con la Direzione Sanitaria, il
Distretto Socio Sanitario, la Direzione dei Servizi Sociali e il Presidio Ospedaliero, seguendo gli Atti
programmatici e le indicazioni della Direzione aziendale e delle Direzioni tecnico-funzionali.
Il DSM garantisce le prestazioni di assistenza e cura nei Servizi e nelle Strutture direttamente gestite e
convenzionate, avendo creato una rete di servizi territoriali in connessione con la più ampia rete dei servizi
distrettuali. Esso ha predisposto una modalità di presa in carico dinamica affinché i percorsi di trattamento
e/o riabilitativi possano essere flessibili e sia reso possibile il passaggio del paziente da un punto all’altro
della rete dei Servizi a seconda del livello evolutivo del programma individuale di trattamento (PTI) e al suo
cambiamento, garantendo la continuità del Progetto Individuale di Trattamento.
Nei casi in cui non sussista “diretta e primaria competenza specialistica psichiatrica”, il DSM risponde ai
bisogni sanitari e socio-sanitari che necessitano di un rapporto di consulenza e/o di collaborazione
interservizi secondo accordi formalizzati e modalità consolidate di cooperazione. Ciò si verifica
prevalentemente con le cosiddette “Aree di Confine” appartenenti alle U.O. del Distretto Socio-Sanitario che
si occupano di pazienti con comorbilità psichiatrica: Tutela Minori, Dipartimento delle Dipendenze
Patologiche, Handicap Adulto, Età evolutiva e NeuroPsichiatria Infantile. Sono stati ad oggi ratificati i
protocolli di collaborazione con il Dipartimento per le Dipendenze Patologiche, il Servizio Handicap Adulto, il
Servizio Integrazione Lavorativa e l’U.O. Urgenza/Emergenza.
Articolazione DSM
Nel 2010 le Unità Operative del DSM sono le seguenti:
U.O.C. di Psichiatria: direttore dr. Claudio Busana;
U.O.S.D. Centro di Salute Mentale Nord: responsabile dr. Renato Magnabosco;
U.O.S.D. Centro di Salute Mentale Centro-Sud: responsabile dr.ssa Sonia Bardella;
U.O.S. SPDC: dr. Tommaso Maniscalco;
U.O.S. Strutture Intermedie: responsabile dr. Stefano Zanolini;
U.O.S. Integrazione nel Distretto socio-sanitario: vacante.
Sono costituiti i seguenti organi del D.S.M. secondo quanto indicato dai Progetti Obiettivo Tutela della Salute
Mentale:
la Direzione del Dipartimento di Salute Mentale;
il Comitato Tecnico Operativo del Dipartimento di Salute Mentale.
il Consiglio di Dipartimento di Salute Mentale.
114
PERSONALE IMPIEGATO NEL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE
Alla data del 31.12.2010 il personale dipendente in dotazione al DSM, suddiviso è il seguente:
Azienda ULSS 5 DSM
Operatori complessivi
Operatori equivalenti
tempo pieno
13
2
36
5
2
38
3
1
0
100
13
2
35
5
2
37,5
3
0,5
0,5
98,5
a
Profilo professionale
MEDICI
PSICOLOGI
INFERMIERI
ASSISTENTI SOCIALI
EDUCATORI PROFESSIONALI
OTA/ OSS
OPERATORI TECNICI
ISTRUTTORI DIRETTIVI
AMMINISTRATIVO
TOTALE
ARTICOLAZIONE RETE DEI SERVIZI DSM.
Il D.S.M. dell’U.L.S.S. 5 si articola nella seguente rete di servizi ospedaliero e territoriali:
-
Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) con Day Hospital e Day Service nel Presidio
Ospedaliero di Montecchio Maggiore;
-
3 Centri di Salute Mentale (C.S.M.) con annesso Day Hospital Territoriale (D.H.T.) nei comuni di
Montecchio Maggiore, Valdagno e Lonigo;
-
2 Comunità Terapeutiche Residenziali Protette (C.T.R.P.) a Montecchio Maggiore e a Lonigo;
-
1 Comunità Alloggio (C.A.) a protezione parziale ad Arzignano;
-
18 Appartamenti a variabile grado di protezione nei comuni di Arzignano, Montecchio Maggiore,
Lonigo, Chiampo, Montebello, Valdagno.
-
2 sedi di Centri Diurni (C.D.) a Arzignano e a Valdagno.
Servizi collegati alla rete dei servizi del DSM:
-
gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto (A.M.A.) con sedi nei comuni di Arzignano, Valdagno, Lonigo, Chiampo,
Montebello Vicentino, Sarego e Montecchio Maggiore;
-
centri educativi e occupazionali di tipo A, Cooperative di tipo B strutture diurne gestite dal privato
sociale;
-
2 RR.SS.AA per utenti psichiatrici di Lonigo e 1 RSA a Montecchio gestite da cooperative del privato
sociale.
OBIETTIVI DI ATTIVITÀ DSM 2010
Nel 2010 in particolare sono state realizzate le seguenti attività e iniziative che vengono descritte
suddividendole per le Strutture Semplici di riferimento:r
SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA
Il SPDC ha effettuato 279 ricoveri ordinari e 4 ricoveri in DHO. Continua ad essere attivo il Day Service con
64 ingressi.
In SPDC, oltre all’attività di degenza ordinaria, vengono effettuati settimanalmente 3 gruppi di reparto:
psicoterapeutico, verbale e rilassamento.
Si segnala l’aumento percentuale dei ricoveri di pazienti affetti da grave disturbo di personalità. Il Servizio
sta potenziando il lavoro di supporto ai Servizi Territoriali del DSM, in rete con gli stessi al fine di rendere
possibile l’accoglienza dei pazienti più gravi nelle strutture residenziali e semiresidenziali e/o di supportare i
115
servizi stessi nelle fasi acute della malattia sostenendo così i Programmi Terapeutici Individualizzati (PTI). E’
stata offerta la collaborazione per il ricovero di utenti afferenti alle Aree di Confine per i ricoveri di “doppia
diagnosi”e la predisposizione dei programmi terapeutici da condurre in collaborazione.
RICOVERI IN SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA
ricoveri
SPDC
DHO
DAY SERVICE
Anno 2009
276
3
51
Anno 2010
279
4
64
CENTRI DI SALUTE MENTALE
C.S.M. nord
Nel Centro di Salute Mentale con sede a Valdagno, operativo dal lunedì al venerdì per 8 ore al giorno orario
8-16, si sono svolte le attività ambulatoriali di consulenza e visita specialistica psichiatrica, le attività di
assistenza domiciliare e di consulenza nelle Case di Riposo. Sono previste psicoterapie individuali e di
gruppo e le prestazioni psicologiche, di assistenza sociale e infermieristiche. Inoltre è attivo un servizio di
Day Hospital Territoriale. Presso la sede del CSM si tengono gruppi di psico-educazione rivolti soprattutto ai
familiari ed attività gestite in collaborazione con il volontariato, inserite nelle iniziative dei gruppi di Auto Mutuo-Aiuto. E’ prevista la consulenza specialistica psichiatrica per i reparti ospedalieri e per il Pronto
Soccorso.
C.S.M. Centro-Sud
Il Centro di Salute Mentale Centro-Sud è articolato in 2 sedi:
la sede principale di Montecchio Maggiore con apertura di 12 ore giornaliere dal lunedì al venerdì 08.0020.00;
la sede di Lonigo, operativa dal lunedì al venerdì per 8 ore al giorno, 08.00-16.00.
Nei due punti salute mentale si sono svolte le attività ambulatoriali di consulenza, le visite specialistiche
psichiatriche, le attività di psicoterapia, le prestazioni psicologiche, di assistenza sociale e infermieristiche.
Inoltre è attivo un servizio di Day Hospital Territoriale, la assistenza domiciliare e le consulenze nelle Case di
Riposo.
Nelle sedi di Montecchio Maggiore e di Lonigo vengono effettuati gruppi di psicoterapia, condotti soprattutto
da psicologi, per pazienti psicotici, per depressi e per i giovani: psicotici e con disturbo di personalità .
A Lonigo ove non è presente la Unità di Offerta - Centro Diurno, sono comunque stati attivati gruppi
d’incontro per pazienti gravi sul modello dei gruppi di semiresidenzialità con attività animative ed educative.
In più sedi sono attivi gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto in collaborazione con personale del volontariato e
facilitatori che forniscono un prezioso ausilio relazionale e sociale per quelle persone che tendono a rimanere
isolate nel loro contesto sociale.
ATTIVITA’ CENTRI DI SALUTE MENTALE 2010
TOTALE UTENTI
PRESTAZIONI
Anno 2009
Anno 2010
Anno 2009
Anno 2010
2689
2537
47.837
45.780
Le prestazioni comprendono: visite ambulatoriali, visite domiciliari, psicoterapia individuale familiare e di
gruppo, dei gruppi A.M.A (dato in diminuzione) eseguite da tutti gli operatori dell’équipe pluriprofessionale.
Sono comprese inoltre le consulenze nelle strutture di lungoassistenza e nelle Case di Riposo.
I dati statistici indicano una sostanziale costanza del numero di utenti che hanno utilizzato i servizi di salute
mentale rispetto all’anno precedente, vi è stata una lieve diminuzione dell’attività dei gruppi di auto mutuo
aiuto.
STRUTTURE INTERMEDIE
Il DSM ha attivato strutture intermedie di cura, assistenza e riabilitazione psichiatrica sia residenziali che
semiresidenziali.
116
Strutture Residenziali
Sono attive 2 CTRP: una a Montecchio Maggiore e una a Lonigo con presenza di personale assistenziale
nelle 24 ore, che ospitano pazienti con gravi problematiche psichiatriche. Si stanno applicando le nuove
direttive previste dal nuovo Progetto Obiettivo Regionale DGR651/2010 che prevede un massimo di 14 p.l.
per ogni CTRP. Sono dedicate specificatamente all’accoglienza dei pazienti più gravi che stanno svolgendo
un percorso intensivo di cura e di recupero di abilità sociali, individuali e di rapporto con il proprio contesto
familiare. Questi ospiti necessitano di interventi di riabilitazione a medio-lungo periodo. All’interno delle CTRP
si svolgono attività educative ed animative (cucina, teatro, movimento, biodanza, redazione giornalino….)
che favoriscono il processo di recupero e inclusione sociale per persone con gravi patologie psichiatriche.
Il Centro Arcobaleno di Arzignano è dotato di 1 Comunità Alloggio (6+1 PL) destinata ad accogliere in
particolare persone giovani che necessitano di programmi con maggiore autonomia riabilitativa. La Comunità
ha una copertura assistenziale di 15 ore al giorno, mentre di notte gli ospiti hanno la possibilità di mettersi in
contatto telefonico con il medico di guardia psichiatrica a Montecchio Maggiore. Al suo interno vengono
attivate iniziative che conducono l’utente attraverso un processo di autonomia individuale e sociale, nell’arco
di alcuni anni, verso obiettivi abitativi e lavorativi autonomi, il più possibile svincolati dai percorsi assistenziali
intensivi.
Sia nelle CTRP che nella C.A. è prevista la possibilità dell’Accoglienza Temporanea per la gestione delle
situazioni critiche.
UTENTI INSERITI IN STRUTTURE RESIDENZIALI ANNO 2010
TOTALE UTENTI al 31 dicembre
UTENTI AVUTI IN CARICO NEL 2010
Anno 2008
Anno 2009
Anno 2010
CTRP
mont
CTRP lon
C.ALL. arz APPARTAMENTI
61
67
67
15
17
10
31
I dati statistici segnalano nel 2010 un aumento mantenimento dello stesso numero di utenti che hanno
usufruito delle strutture residenziali, nonostante l’applicazione della DGR 1616/2008 abbia ridotto a 14 il
numero dei posti letto nelle CTRP. Si segnala l’aumentata capacità delle strutture residenziali di creare turnover e dare risposte terapeutiche agli utenti inseriti in tempi più brevi, dato che tutte e 3 le strutture
residenziali hanno accolto nel 2010 più utenti rispetto al numero di posti letto con un indice di turn-over di 7
utenti su 35 posti letto pari al 20% della capacità ricettiva.
117
APPARTAMENTI DI RESIDENZIALITA’ LEGGERA.
Emanazione delle strutture residenziali collegate alla gestione dei Centri Diurni a completamento del
programma di autonomia residenziale sono gli Appartamenti di Residenzialità Leggera che rappresentano il
completamento del percorso di recupero nel contesto sociale e lavorativo.
Essi attivano percorsi di presa in carico a variabile grado di protezione di utenti che sono stati inseriti in unità
abitative autonome, in gruppi di 2-3 e viene garantita loro la supervisione bi o tri-settimanale degli operatori
delle strutture intermedie e il monitoraggio della loro situazione psicosociale e dei rapporti con il contesto
territoriale in cui sono inseriti da parte degli operatori dei Centri Diurni o delle Comunità.
Al 31.12.2010 sono attivi nel nostro territorio i seguenti Appartamenti a Residenzialità Leggera, che seguono
n. 37 utenti (+19% rispetto al 2009):
N°
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
Località
Arzignano
Arzignano
Arzignano
Arzignano
Arzignano
Arzignano
Arzignano
Chiampo
Lonigo
Lonigo
Lonigo
Montebello
Montecchio Maggiore
Montecchio Maggiore
Valdagno
Valdagno
Valdagno
-
Indirizzo
Via Fiume
Via Duca d’Aosta 9-3
Via Meneghini,1\a
Via Meneghini,1\b
Viale Vicenza 32/b
Via Duca d’Aosta 9-2
Via Cazzavillan 12-2
Via Fogazzaro Arso
Via Giov.Paolo II
Via Str. Marina
Via Quirico Rossi
Via Gen. Vaccari
Via Padre Beschin
Via Monte di Pietà
Via Molini d’Agno
Via Molini d’Agno
Via Cirenaica 34
Proprietà
Comunale
Privato
Comunale
Comunale
Affitto Ulss
Privato
Ater
Ater
Privato
Privato
Privato
Privato
Ater
Comunale
Comunale
Comunale
Privato
N° utenti
3
3
2
3
2
3
2
1
1
1
1
1
2
2
3
2
3
Sesso
3M
3F
2F
3M
1M + 1 F
3M
1M + 1 F
1M
1M
1M
1M
1F
2M
2F
3F
2M
3F
n.3 Appartamenti sono stati dismessi in quanto il progetto abitativo dei loro residenti si è concluso;
n.3 Appartamenti sono stati aperti su nuovi progetti abitativi di n. 8 utenti dimessi da strutture
residenziali a più alta assistenza.
Strutture Semiresidenziali.
Sono attivi 2 Centri Diurni a gestione diretta, Arcobaleno ad Arzignano e Aurora a Valdagno, che accolgono
quotidianamente circa 60 utenti. Il loro obiettivo prioritario è quello di condurre gli utenti ad un
reinserimento sociale e lavorativo.
Affiancati all’attività dei centri diurni, operano in convenzione con il privato sociale 2 Centri SocioOccupazionali con sede a Montecchio Maggiore (Cooperativa Eco Papa Giovanni XXIII°) e a Cornedo Vic.no
(Cooperativa Studio Progetto) che mettono a disposizione n. 43 posti (cooperativa di tipo A) per trattamenti
educativo-occupazionali e per la preparazione ai tirocini di lavoro finalizzati al collocamento in collaborazione
con il Servizio d’Integrazione Lavorativa.
UTENTI INSERITI IN STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI ANNO 2010
(presenza media giornaliera)
STRUTTURE
Centro Arcobaleno Arzignano
Centro Aurora Valdagno
Coop.
Eco
Papa
Giov.
Montecchio M.
Coop. Studio Progetto Cornedo
V.
Totale
UTENTI IN CARICO NEL 2010
Anno 2009
Anno 2010
34
24
17
34
24
17
49
40
21
27
27
34
102
102
144 (+41%)
I dati indicano un aumento dell’accoglienza di utenti nelle strutture semiresidenziali (+41%) sia a gestione
diretta che convenzionate a parità di risorse di posti impiegati, rispetto all’anno precedente, che segnala la
capacità di dare accoglienza a più persone durante la settimana pur in presenza di un numero fisso di posti.
118
Integrazione Socio Sanitaria con il Distretto.
L’attività di raccordo fra DSM e le Aree di Confine del Distretto Socio-Sanitario viene svolta attraverso gruppi
interarea in accordo con i protocolli di collaborazione con il Dipartimento per le Dipendenze Patologiche e il
Servizio Handicap Età Adulta.
Funzione importante è la partecipazione degli operatori del DSM nelle UVMD per i casi di interesse
psichiatrico.
È’ stato avviato un protocollo di collaborazione anche con le 2 Unità Valutative Alzheimer U.V.A. di Valdagno
e di Arzignano per la gestione dei casi più complessi di demenza. Prosegue l’attività di consulenza presso le
Case di Riposo e le RSA.
È attivo un gruppo di coordinamento con il Servizio Integrazione Lavorativa che si riunisce mensilmente,
analizza e monitora i percorsi di tirocinio, formazione,collocamento e inserimento sociale degli utenti
psichiatrici e ne valuta le richieste di presa in carico.
INSERIMENTI LAVORATIVI.
Il DSM opera molte iniziative per favorire l’inserimento o il re-inserimento lavorativo dei propri utenti, sia
attraverso i percorsi di riabilitazione che hanno consentito a 18 persone di ricollocarsi nel mondo del lavoro
con il monitoraggio costante effettuato dai centri diurni e dalle comunità alloggio sui programmi di tirocinio e
inserimento lavorativo.
Nel corso del 2010 è stato stipulato il nuovo protocollo di collaborazione del Coordinamento SIL-DSM per le
persone con disabilità di tipo psichico, seguite dal DSM, in carico al SIL per progetti di integrazione lavorativa
e il DSM dell’ULSS 5 è presente al tavolo regionale del progetto PRO.P., curato dall’ISFOL del Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali, per il sostegno e lo sviluppo dei percorsi integrati di inserimento sociolavorativo dei soggetti con disturbo psichico.
PIANO DI FORMAZIONE DEL DSM – ANNO 2010
I corsi di formazione che sono stati previsti per l’anno 2010 sono stati deliberati dall’azienda ULSS 5 con
Delibera n.608 del 28.12.2009 all’interno del Piano di Formazione Aziendale biennale 2009-2010-integrazione
e sono stati rivolti sia al personale dipendente dell’azienda U.L.S.S. n.5, sia al personale operante con altri
tipi di contratti nelle strutture del DSM o del privato sociale che gestisce servizi convenzionati per utenti del
DSM.
I corsi di formazione realizzati nel 2010 sono stati i seguenti:
1. “I protocolli di inserimento, trattamento e dimissione dei pazienti delle CTRP” (Formazione
Residenziale);
2. “Lo stile di vita salutare nei percorsi di cura dei pazienti psichiatrici” (Formazione Residenziale);
3. “Il trauma nella psicopatologia dell’adolescenza” (Formazione Residenziale);
4. “Conferenze cliniche sui casi psichiatrici complessi con presa in carico ospedaliera” (Formazione
Residenziale);
5. La gruppalità nelle strutture del DSM- corso Telfner” (Formazione Residenziale);
6. “Progetti di cura individualizzati e gestione dei disturbi di personalità per il paziente psichiatrico
grave” (Formazione Residenziale);
7. “Emotional Care” (Formazione Residenziale).
Il Direttore
Dipartimento Salute Mentale
Dr. Claudio Busana
119
Allegato i: Relazione Dipartimento Dipendenze anno 2010
I Servizi del Dipartimento per le Dipendenze Patologiche si occupano dell’abuso e della dipendenza da
sostanze stupefacenti e/o psicotrope, legali e non, e dei comportamenti che manifestano la presenza di
dipendenza, tra i quali il più diffuso e il gioco patologico.
L’accesso ai Servizi del Dipartimento Dipendenze è diretto, e gli utenti si presentano perlopiù
spontaneamente o su stimolo dei familiari.
I programmi e i trattamenti terapeutici sono differenziati in base alle diverse categorie diagnostiche, ma la
maggioranza dei trattamenti resta di tipo psico-sociale.
Continua l’evidenza di una sempre più frequente compresenza di dipendenza da sostanze e presenza di
disturbi psichiatrici (la cosiddetta doppia diagnosi), e di un generale abbassamento dell’età degli utenti.
Le attività terapeutiche sono state svolte nelle strutture organizzate secondo il seguente organigramma:
DIPARTIMENTO FUNZIONALE DELLE DIPENDENZE
UOC
SERD MONTECCHIO M.
UOSD PREVENZIONE
DIPENDENZE
UOS SERD Punto Salute Nord
UOS SERVIZIO ALCOLOGIA
•
Ambulatorio Alcologico di Valdagno
•
Ambulatorio Alcologico di Montecchio M.
•
Servizio Semiresidenziale “Progetto Icaro”
Sistema dell’offerta esistente
I Servizi del Dipartimento Dipendenze svolgono attività ambulatoriale e territoriale nel campo della
prevenzione, valutazione, trattamento, riabilitazione e reinserimento dei disturbi di abuso e dipendenza da
sostanze psicoattive, con interventi mirati per rispondere a bisogni in ambito sanitario, psicologico e
relazionale, familiare e sociale, in quanto l'assunzione di sostanze assume la connotazione di una vera e
propria patologica del comportamento. Nel perseguire i propri obiettivi istituzionali il Ser.D. collabora con i
reparti ospedalieri, i Servizi delI'ULSS e i medici di base per eventuali trattamenti di competenza.
Favoriscono l'ingresso degli assistiti in comunità terapeutiche, con le quali mantengono i contatti anche in
vista dell'importante fase di reinserimento sociale e lavorativo degli stessi.
Attuano interventi di primo sostegno ed orientamento per i tossicodipendenti e le loro famiglie: interventi di
informazione e prevenzione in particolare nei confronti delle fasce giovanili di popolazione.
Effettuano programmi alternativi al carcere in collaborazione con il Ministero di Grazia e Giustizia, il Centro
Servizio Sociale Adulti e Minori competente e le Prefetture a seconda della specificità dei casi; accerta lo
stato di salute psicofisica del soggetto e ne le rileva le condizioni sociali; certifica lo stato di
tossicodipendenza ove richiesto dagli interessati o per altre finalità di legge (Commissione Patenti di Guida,
accertamenti per lavoratori con mansioni a rischio).
Valutano periodicamente l'andamento ed i risultati del trattamento e dei programmi di intervento sui singoli
tossicodipendenti in riferimento agli aspetti di carattere clinico, psicologico, sociale, nonché in termini di
cessazione di assunzione di sostanze stupefacenti
Mettono in atto interventi di prevenzione della diffusione delle infezioni da HIV, delle epatiti e delle patologie
correlate alla tossicodipendenza nei confronti dei soggetti in trattamento.
Attuano sostegno alle pazienti tossicodipendenti in stato di gravidanza.
Forniscono, in collaborazione con gli Enti Locali, interventi di prevenzione primaria sul territorio di
competenza dell' Azienda ULSS.
120
MAPPATURA DEI SERVIZI SOCIO SANITARI
DEL TERRITORIO DELL’AZIENDA ULSS 5
Indicano Club Alcolisti in Trattamento
Comunità Terapeutica
“Officine Malga”
Comunità Terapeutica
Mucchione
Ser.T.
Alcologia
Prevenzione e
Dipendenze
Ser.T. e Alcologia
Comunità
Terapeutica Papa
Giovanni XXIII
Comunità
Terapeutica Integra
S. Gaetano
Comunità Terapeutica
Papa Giovanni XXIII
121
Attività di coordinamento svolta dal Dipartimento delle Dipendenze Patologiche
Il Dipartimento delle Dipendenze Patologiche persegue finalità di coordinamento e di integrazione tra le
diverse agenzie che concorrono alla prevenzione cura e riabilitazione del disturbo da dipendenza da sostanze
psicoattive e patologie ad essa correlate.
Attraverso il coordinamento delle Unità Operative interessate il Dipartimento delle Dipendenze Patologiche:
• garantisce il raccordo nell’attuazione della programmazione nel settore delle dipendenze tra Azienda
ULSS e Privato Sociale, Scuola, Enti Locali, Comunità Terapeutiche, Volontariato, sulla scorta degli
indirizzi contenuti nel Piano di zona dei Servizi Sociali, che contribuisce a elaborare
• concorre al controllo e alla verifica della qualità dell’assistenza fornita e allo sviluppo dei programmi
comuni
• organizza le attività di aggiornamento e formazione sulla base delle indicazioni delle diverse unità
operative
• favorisce integrazione tra le esperienze scientifiche, tecniche ed assistenziali.
• Coordina le proprie attività con gli altri Dipartimenti Dipendenze della Regione
Nel corso del 2010 gli incontri del Comitato Operativo sono stati orientati alla stesura di un documento sui
determinanti dei comportamenti di abuso e dipendenza e sulle relative azioni di contrasto, sulla stesura del
Piano di Zona, e sulla individuazione dei progetti da inserire nel Fondo Regionale Lotta alla Droga.
Inoltre, agisce attraverso un Comitato Allargato, costituito dai rappresentanti delle Comunità Terapeutiche,
della Conferenza dei sindaci, delle Associazioni degli Alcolisti Anonimi, dell’Asfat, dell’Acat, dei Medici di
Medicina Generale, degli Istituti Scolastici, dell’U.O. di Medicina di Arzignano e Valdagno, dell’U.O. Pronto
Soccorso, dell’U.O. di Neurologia, del Dipartimento di Salute Mentale, dei Distretti Socio Sanitari, dell’Area
Tutela Minori, del Servizio Educazione e Promozione della salute. Il Comitato Allargato propone variazioni e
innovazioni, condivide le priorità e gli obiettivi, evidenzia nuove problematiche, accoglie e licenzia le linee
guida e i protocolli d'intesa.
Unità Operative per le Tossicodipendenze
Le Unità Operative per le Tossicodipendenze si interessano di utenti tossicodipendenti, di persone a rischio
per la tossicodipendenza e delle loro famiglie, con interventi personalizzati ed integrati sia all’interno del
SerD, con il coinvolgimento delle diverse professionalità presenti - medico, psicologo, assistente sociale,
infermiere, oss, educatore - sia con altri Servizi, quali psichiatria, medicina interna, consultorio familiare,
servizio tutela minori.
Attraverso la valutazione medica, psicologica e sociale (trattamento di eventuali sintomi di astinenza,
inquadramento delle malattie infettive e delle patologie correlate all’uso di droghe e delle patologie alcoolcorrelate, inquadramento e sostegno psicologico e sociale) viene individuato il percorso terapeutico più
idoneo, con l’obiettivo di riconoscere e trattare i problemi che stanno alla base dell’assunzione delle sostanze
d’abuso, e di permettere alle persone interessate il reinserimento nella vita familiare e sociale.
Oltre ai più comuni casi di abuso o dipendenza dalle sostanze stupefacenti, altre aree di interesse sono il
“gambling” o gioco patologico, lo screening infettivologico.
Le attività relative alle aree di intervento in corso sono:
• Accoglienza e ascolto
• Consulenza individuale e/o familiare
• Disintossicazione e trattamenti farmacologici (farmaci sintomatici, sostitutivi, acudetox)
• Proposte di ricovero in idonee strutture sanitarie
• Diagnosi e terapia medica delle più frequenti patologie correlate alla tossicodipendenza, screening e
prevenzione per Malattie infettive, attività di screening per la prevenzione HIV, epatiti e malattie
sessualmente trasmissibili per pazienti tossicodipendenti e per la popolazione generale
• Counselling psicologico, psicoterapia individuale o di coppia
• Esecuzione Test Psicometrici
• Inserimenti in Comunità Terapeutica e/o Pronta Accoglienza
• Programmi di sostegno alla famiglia
• screening tossicologici
• prevenzione secondaria e monitoraggio patologia correlata all’uso di sostanze psicotrope
122
•
•
•
•
•
riabilitazione e reinserimento socio lavorativo, accompagnamento nel disbrigo delle pratiche
amministrative, legali, di riconoscimento di invalidità, ecc.
interventi di prevenzione e promozione della salute
collaborazione con il DSM, attraverso appositi gruppi di lavoro, per sviluppare interventi a favore di
pazienti con disturbo psichiatrico associato a tossicodipendenza
partecipazione al gruppo di lavoro inter-area per adolescenti che manifestano gravi patologie psichiche e
che necessitano di una presa in carico complessiva e concordata tra più servizi distrettuali: Tutela Minori,
Età Evolutiva, Dipartimento di Salute mentale, Consultorio Familiare.
Attività di consulenza per la Commissione Provinciale Patenti di Guida
Unità Operativa di Alcologia
L’Unità Operativa di Alcologia si occupa dei problemi e delle patologie alcol correlate per utenti nel territorio
di pertinenza, in termini di diagnosi, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. Tra le principali funzioni vi è
la collaborazione con i medici di medicina generale, i comuni, gli enti e le associazioni del privato sociale. E’
dotata di propria équipe multiprofessionale
L’accesso degli utenti al Servizio di Alcologa è facilitato garantendo la territorialità dell’intervento attraverso
due sedi di accoglienza (SerD di Montecchio Maggiore e Valdagno) entrambe aperte dal lunedì al venerdì.
L’Unità Operativa di Algologia si avvale di comunità terapeutiche, 27 CAT (Club Alcolisti in Trattamento) e 6
gruppi A.A. (Alcolisti Anonimi).
Le attività di tipo ambulatoriale sono sovrapponibili a quelle elencate per gli utenti tossicodipendenti.
Per migliorare la qualità dell’intervento terapeutico, è continua il programma specialistico-riabilitativo
(progetto "Icaro”). Il progetto prevede un trattamento intensivo, medico, psicoriabilitativo in regime di
semiresidenzialità a favore di persone con problematiche connesse all’uso di alcolici con i seguenti obiettivi :
• effettuare approfondimento diagnostico
• favorire l’instaurarsi di un’alleanza terapeutica che migliori l’adesione al trattamento al fine di contenere
le ricadute
• proporre un modello di presa in carico integrata finalizzato alla disintossicazione e al cambiamento a
lungo termine del comportamento, allo scopo di raggiungere uno stile di vita sobrio
• definire un percorso che coinvolga la comunità locale al fine di creare, attraverso un’ampia sinergia dei
soggetti coinvolti (AA e CAT, servizi distrettuali e Servizi Socio-Assistenziali dei comuni competenti per
residenza), una rete territoriale di supporto al progetto di cura.
Il Programma terapeutico riabilitativo Icaro è una strategia operativa volta a rispondere alle situazioni di
alcolismo che non risultano trattabili con successo in programmi ambulatoriali e che non presentano
caratteristiche tali da configurare una necessità di trattamento residenziale di Comunità Terapeutica.
Nel corso del 2010 è proseguita l’attività in regime semiresidenziale con n° 39 pazienti, mentre non è stato
ancora attivata l’accoglienza residenziale.
Unità Operativa Prevenzione delle Dipendenze
L’Unità Operativa Prevenzione delle Dipendenze ha come obiettivo la realizzazione sul territorio di attività
preventive all’uso di sostanze psicoattive legali e illegali, attraverso interventi di:
• informazione,
• educazione alla salute,
• prevenzione universale all’uso di sostanze psicoattive e dei comportamenti a rischio in ambito scolastico,
• prevenzione selettiva all’uso di sostanze psicoattive e dei comportamenti a rischio durante il tempo
libero.
Progetti di Prevenzione realizzati nell’anno 2010
1. Incontri a tema sulla prevenzione alle tossicodipendenze
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: incontro informativo sulle sostanze psicotrope e sulla prevenzione alle dipendenze
DESTINATARI: studenti delle classi 2° e 3° delle scuole primarie di secondo grado
123
TEMPI DI REALIZZAZIONE: un incontro informativo di due ore, per gruppo classe, su richiesta delle scuole,
con gli insegnanti incontri di presentazione, verifica e coinvolgimento diretto nell’attuazione del progetto, un
incontro informativo serale con i genitori.
COSTI A CARICO: nessuno.
studenti insegnanti genitori
781
30
30
2. Droghe & dintorni
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: incontro informativo sulle sostanze psicotrope e sulla prevenzione alle dipendenze
DESTINATARI: studenti delle scuole superiori e insegnanti
TEMPI DI REALIZZAZIONE: incontri con le classi, con gli insegnanti incontri di presentazione, verifica e
coinvolgimento diretto nell’attuazione del progetto.
COSTI A CARICO: nessuno.
studenti insegnanti
543
15
3. Alcol & dintorni
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: incontro informativo sull’alcol.
DESTINATARI: studenti delle classi 3° delle scuole primarie di secondo grado; insegnanti e genitori
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 5 incontrI informativI di due ore (tot. 10 ore), per gruppo classe, su richiesta
delle scuole, con gli insegnanti incontri di presentazione e coprogettazione, verifica e coinvolgimento diretto
nell’attuazione del progetto, incontro con i genitori di presentazione progetto e sensibilizzazione.
COSTI A CARICO: nessuno.
studenti insegnanti genitori
261
28
82
4. Smoke free class competion
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: lo Smoke Free Class Competition è un progetto per la prevenzione del fumo di tabacco nelle
scuole. Si tratta di un concorso a premi, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma
“L’Europa contro il cancro”, in collaborazione con l’European Network on Young People and Tabacco (Rete
Europeo sul Tabagismo nei Giovani).Oltre alle estrazioni a livello internazionale, nazionale e regionale, ci sarà
un gadget per ogni partecipante che terminerà il concorso.
DESTINATARI: alunni delle classi seconde e terze delle scuole medie inferiori e tutte le classi prime della
scuole medie superiori, insegnanti.
TEMPI DI REALIZZAZIONE: novembre – aprile.
COSTI A CARICO: nessuno
studenti insegnanti
285
11
124
5. Insider
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: è un progetto di prevenzione al tabagismo che utilizza come strumento didattico il film
inchiesta “Insider-dietro la verità”. Il film ha lo scopo di fornire una riflessione agli studenti e agli insegnanti
sul ruolo dell’industria del tabacco nella promozione del fumo di sigaretta.
DESTINATARI: studenti delle scuole superiori; insegnanti.
TEMPI DI REALIZZAZIONE: Viene fornita una guida per l’insegnante, con l'ausilio del film VHS
"Insider". Il sussidio si articola in 5 parti: informazioni sul film e sulla vicenda; note metodologiche all’uso
didattico del film; documenti, interviste e dichiarazioni sul fumo; schede del film, traccia di discussione per
insegnanti e studenti. In appendice: articoli della stampa sull’impatto che ha avuto il film, fonti consultate e
segnalate dagli insegnanti, schede di valutazione dell’intervento.
Il percorso minimo consigliato dell’intervento è il completamento della prima fase.
1° Fase (4-5 ore) Introduzione, visione del film ed una discussione in ogni classe.
2° Fase (1-2 settimane) Approfondimento dei temi emersi con ricerche e analisi di documenti
proposti nella guida. Lavoro da effettuare singolarmente o a piccoli gruppi, a scuola o a casa.
3° Fase (2-4 ore circa) Presentazione in classe da parte degli studenti dei documenti
analizzati per lo scambio e la discussione degli approfondimenti fatti.
COSTI A CARICO: nessuno
studenti insegnanti
575
2
6. Smettere di fumare
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: corsi per la disassuefazione al fumo di tabacco.
DESTINATARI: persone dipendenti dal fumo di tabacco.
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 2 corsi di 5 incontri ciascuno più 8 monitoraggi ciascuno.
COSTI A CARICO: nessuno.
partecipanti
70
7. Incontri di sensibilizzazione sul territorio
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: incontri
di sensibilizzazione sulla prevenzione all’uso di sostanze psicoattive e dei
comportamenti a rischio.
DESTINATARI: ragazzi, animatori, insegnanti e adulti-genitori.
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 4 incontri di 2 ore
COSTI A CARICO: nessuno
ragazzi
insegnanti animatori
87
10
3
adultigenitori
46
125
8. Convegni pubblici
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: incontri
di sensibilizzazione sulla prevenzione all’uso di sostanze psicoattive e dei
comportamenti a rischio
DESTINATARI: popolazione
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 1 incontro di circa 3 ore
COSTI A CARICO: nessuno
partecipanti
190
9. Percorsi formativi di Educazione alla salute
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: percorso di formazione, di esperienze e di didattica, per gli insegnanti della scuola secondaria
di primo e secondo grado.
DESTINATARI: docenti di 1 Istituti Superiori, docenti di 1 scuola secondaria di secondo grado.
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 8 incontri di 3 ore per i tutor di classe
COSTI A CARICO: nessuno
docenti
5
10. Progetto sfumiamo i dubbi
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: prevenzione al fumo di tabacco per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado
DESTINATARI: peer educator formati; studenti coinvolti negli incontri formativi, insegnanti e studenti
coinvolti nella giornata della creatività
TEMPI DI REALIZZAZIONE: gennaio – maggio
COSTI A CARICO: nessuno
peer
educator
28
studenti
coinvolti
340
insegnanti
6
studenti coinvolti nella Personale
giornata della creatività
ATA
870
20
genitori
30
11. Assemblee scolastiche
SERVIZIO PROPONENTE: U.O.S.D. - Dipartimento Dipendenze Patologiche
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Dott. Gianni Zini
CONTENUTI: incontri
di sensibilizzazione sulla prevenzione all’uso di sostanze psicoattive e dei
comportamenti a rischio.
DESTINATARI: studenti classe 3 media (n° 5 classi)
TEMPI DI REALIZZAZIONE: 1 incontro per due classi e 1 incontro per tre classi di 3 ore
COSTI A CARICO: nessuno
studenti insegnanti
125
8
126
Allegato l: Nucleo per le cure palliative, Report 2010
Responsabile: dott. Pietro Manno
PREMESSA
Personale
dipendente
Totale
Profilo
professionale
Unità eff.ve
previste 2011
1
Unità equiv.
Previste 2010
Note
Dirigenza
Dirigente Medico
1
Personale
Non dipendente
Totale
Profilo
professionale
Unità eff.ve
previste 2011
1
Impegno
Orario/Sett.
Note
Dirigenza
Dirigente Medico
1
38
Contratto
LP.
Fondi regionali ai
sensi dell’art. 11,
comma 1, L.R. 7 /
2009
Con la deliberazione della Giunta Regionale 29 dicembre 2009, n. 4254, la Regione del Veneto ha disposto il
riparto dei contributi regionali ai sensi dell’ art. 11, c.1, della L.R. 19 marzo 2009, n. 7, recante disposizioni
su Disposizioni per garantire cure palliative ai malati in stato di inguaribilità avanzata o a fine vita e per
sostenere la lotta al dolore, al fine di favorire l’adeguata creazione nelle Aziende U.L.SS. del Veneto di una
rete di servizi dedicata alle cure palliative.
Presso l’U.L.SS. 5 è attivo un percorso di continuità assistenziale oncologica tra ospedale e territorio, definito
circuito oncologico. In dicembre 2009 era stato designato un medico palliativista quale responsabile di un
ambulatorio di cure palliative oncologiche, già integrato con il distretto nell’agire presso il territorio.
Da giugno 2010, con riferimento alla nota prot. n. 8832 del 10 marzo 2010 e alla deliberazione n. 275 del 27
maggio 2010, è stato conferito al dott. Pietro Manno l’incarico di Responsabile dell’Unità Operativa Semplice
a valenza Dipartimentale “Nucleo per le cure palliative”, in coerenza con gli indirizzi e le normative
nazionali e regionali in materia, in particolare con l’attivazione della rete di assistenza1, intesa come
aggregazione funzionale e integrata di servizi distrettuali e ospedalieri, e con l’attività del Nucleo di Cure
Palliative Aziendale2 (NCP), che in collaborazione con il MMG gestisce l’assistenza (LR 7/2009).
Il nucleo di cure palliative territoriale è attualmente in fase intermedia di strutturazione: risulta già operante
e garantisce al momento un servizio minimo di assistenza domiciliare, che se potenziato potrà implementare
la cura dei pazienti nelle fasi del fine vita integrandosi e facilitando il compito delle strutture preesistenti. Dal
01/10/2010 è stato assunto un ulteriore medico con contratto libero professionale per un totale di 38 ore
settimanali, utilizzando i fondi regionali ai sensi dell’art. 11, comma 1, L.R. 7 / 2009.
Il Nucleo di Cure Palliative opera nei Distretti Sociosanitari e applica la metodologia della valutazione
multidimensionale (UVMD) e dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)3
L’attività di cure Palliative nell’ULSS 5 copre l’intero territorio dell’azienda, circa 180.000 abitanti. L’obiettivo
dell’assistenza, secondo quanto raccomandato dalle indicazioni dell’OMS4, è quello di garantire la migliore
qualità di vita possibile, privilegiando l’assistenza domiciliare, maggiormente gradita dai malati.
Fabbisogno di cure Palliative
Il tasso di mortalità per cancro nell’ULSS n°5 è di circa 4505, pari a 2,7/1000 abitanti/anno. In base agli
standard di copertura del fabbisogno di cure palliative, definito dagli indicatori ministeriali6-7, il primo
indicatore propone che il numero di assistiti per cure palliative sia pari al 65% del numero di morti per
cancro. Tale indicatore si riferisce ai servizi di CP che includono nell’offerta assistenziale sia le cure domiciliari
127
che le cure in hospice; in assenza dell’hospice la copertura attesa si riduce al 45%. In base a questi standard
la copertura attesa è la seguente:
Copertura assistenziale attesa
Popolazione coperta dal servizio: 180.000 abitanti
Stima dei decessi per cancro: 450
Standard di copertura del bisogno (45% decessi) = 202
Analisi dei dati
In un database costruito su foglio excel vengono raccolti ed elaborati i dati secondo i criteri classici degli
indicatori di processo e di esito. Il Nucleo per le Cure Palliative è stato attivato di fatto da Giugno 2010, i dati
raccolti per questo primo anno di attività sono quindi ricavati in parte anche dall’attività riguardante le Cure
Palliative del Circuito Oncologico Territoriale, comunque sempre fornite dal dott. Manno. I dati raccolti sono,
per il 2010, solo quelli essenziali, le fonti sono rappresentate dal diario clinico domiciliare medico e
infermieristico. Il report sul consumo degli oppioidi viene fornito dal Servizio Farmaceutico Territoriale. Negli
ultimi mesi del 2010 è stato costruito un nuovo database, in uso dal 01/01/2011, che ci permetterà di
raccogliere dati completi in accordo con il sistema informativo ai sensi della GDRV 1608/2008 (Allegato B del
Progetto 2011 del Nucleo per le Cure Palliative)
STRUTTURA E L’ORGANIZZAZIONE
Il servizio di Cure Palliative viene erogato dal Nucleo di Cure Palliative che opera nell’ambito dell’U.O.C. di
Cure Primarie dei Distretti, utilizza la metodologia dell’UVMD e si avvale di personale dedicato che collabora
con i Medici di Medicina Generale.
Le risorse messe a disposizione per assistere i pazienti in cure palliative a domicilio sono:
• 1 Dirigente Medico esperto in Cure Palliative, con funzioni di coordinamento della rete e di supporto
clinico; è impegnato a tempo pieno ed esclusivamente dedicato alle cure palliative;
• 1 Dirigente Medico esperto in Cure Palliative, assunto con contratto L.P. per un totale di 38 ore
settimanali;
• Medici di Medicina Generale;
• Medici di Continuità Assistenziale;
• Infermieri domiciliari dell’U.O.S. Assistenza Domicilaire Integrata;
• Specialisti per consulenze domiciliari o in ospedale o telefoniche (in particolare Esperti di terapia
antalgica, Oncologo);
• Medici del Distretto;
• Servizi Sociali dei Comuni;
VOLUME DI ATTIVITA’
Malati in carico
In totale i pazienti seguiti dal N.C.P. sono stati 247, tuttavia quelli presi in carico sono stati solamente 182
(Fig. 1). Gli altri 65 pazienti hanno usufruito solamente di una o più consulenze in ospedale o sul territorio:
l’analisi dei dati mostra come la maggioranza di tali malati fossero ricoverati in gravi condizioni e sono quindi
deceduti in ospedale, per una minoranza invece l’attività del palliativista è stata ricercata solo per indicazioni
sulla terapia del dolore. Dei 182 pazienti presi in carico, quelli assistiti e deceduti sono 150, pari al 33% di
tutti i decessi per cancro (Fig. 2); rispetto all’atteso la copertura del fabbisogno è stata del 75%.
128
Questi dati mostrano chiaramente quanto sia importante il momento della presa in carico del paziente:
segnalazioni troppo ritardate e il mancato riconoscimento del fabbisogno di cure palliative continuative
portano inevitabilmente a diminuire l’offerta dell’ULSS di assistenza ai malati terminali. La presa in carico dei
65 pazienti per cui sono state eseguite solo consulenze avrebbe infatti permesso il raggiungimento dello
standard di copertura del bisogno. In quest’ottica assume ancora maggiore importanza la metodologia della
UVMD, tramite la quale le diverse figure professionali coinvolte nella cura dei pazienti terminali possono
pianificare la migliore strategia terapeutico-assistenziale.
A tale riguardo abbiamo analizzato la distribuzione dell’attività del Nucleo di Cure Palliative per i pazienti
presi concretamente in carico, nella Fig. 3 sono riportati i risultati.
129
Come si vede chiaramento dal grafico, la maggior parte dell’attività è stata svolta nella zona centrale, una
discreta quantità al Nord mentre la richiesta di Cure Palliative al Sud è ancora ridotta. Tale dato è solo in
parte giustificato da una differenza di popolazione tra le diversee aree. Una sensibilizzazione futura dei
colleghi della zona sud dell’ULSS potrebbe permettere di intercettare un maggior numero di pazienti che
possono beneficiare di un programma di Cure Palliative e accompagnamento alla morte.
Carico assistenziale
Il volume complessivo di visite da parte dei Medici del N.C.P è di 1306 visite, di cui 1006 al domicilio, 147 in
ospedale, 79 in ospedale di comunità e 16 in casa di riposo. Come si evince dalla Fig.4 Il luogo di cura dei
malati assistiti dal NCP è stato in larga misura il domicilio per tutti gli assistiti, sia quelli ancora viventi al
31/12 che quelli deceduti. La durata media dell’assistenza è elevata ed è maggiore per tutti i malati compresi
quelli ancora in vita (54 gg) rispetto ai deceduti (47 gg). Inoltre un numero consistente di malati ha avuto
una sopravvivenza superiore a 90 gg (Tab. 1). Questi ultimi dati confermano il cambiamento che si sta
verificando nel processo assistenziale, ovvero l’inserimento dei pazienti nel programma di cure palliative
avviene in maniera sempre più precoce. Circa l’11% dei pazienti ha avuto una sopravvivenza inferiore agli 8
giorni: per tali malati l’assistenza domiciliare è decisamente più difficile, principalmente perché non si ha il
tempo di creare relazioni di fiducia con il paziente e i famigliari, né di educare e istruire questi ultimi alla cura
del proprio caro. La mancanza di tempo rende inoltre complicata la preparazione della famiglia alla “morte in
casa” del paziente, e spesso famigliari impreparati ricorrono a chiamate al 118 e al ricovero in ospedale più
per paura che per reale necessità clinica.
130
Tab.1
Volume di attività
tutti gli assistiti
tempo di cura gg
9776
Assistiti deceduti
100%
6810
100%
tempo medio di cura gg
54
% sopravvivenza > 8gg <
90gg
47
109
63%
% sopravvivenza < 8gg
17
11%
% sopravvivenza > 90 gg
24
16%
Luogo di decesso
La casa si conferma il luogo privilegiato dell’assistenza e anche il luogo dove si conclude l’esistenza della
maggior parte dei malati (Fig.5 - Fig.6 - Tab.2). La mortalità ospedaliera dei pazienti presi in carico dal
N.C.P. è del 27%.
Tab.2
2010
Luogo di decesso
casa
casa
ospedale
ospedale
RSA
RSA
OdC
OdC
totale
80
53%
40
27%
8
5%
22
15%
150
131
Come si vede dai grafici il 15% dei pazienti è deceduto in Ospedale di Comunità. Questo è un dato
importante poiché riflette la necessità di strutture territoriali intermedie che possano accompagnare il
paziente terminale se le condizioni domiciliari non sono adeguate. Sebbene gli Ospedali di Comunità
soddisfino in parte tale esigenza, rimangono comunque delle strutture non create a tale scopo e, in assenza
di Hospice, vi è necessità di una riqualificazione degli stessi per l’assistenza dei malati morenti.
CONSUMO DI OPPIOIDI
Secondo l’OMS, il consumo di morfina è un indicatore primario della qualità dell’assistenza ai malati
oncologici terminali. L’analisi qualitativa del consumo di oppioidi maggiori è stata fatta avendo quale
riferimento le Raccomandazioni della Società Europea di Cure Palliative8 (EACP) e ha riguardato la
distribuzione delle molecole, il farmaco di inizio della terapia analgesica e l’utilizzo di oppioidi a rapida azione
per il controllo del Dolore Episodico Intenso. Il report sul consumo di oppiodi maggiori è fornito dal Servizio
di Farmaceutica Territoriale. Il consumo di oppioidi maggiori è espresso in numero di confezioni vendute da
Gennaio a Novembre. Le varie specialità farmaceutiche sono state raggruppate secondo la molecola e la
modalità di somministrazione, per rendere più facile la lettura dei dati (Tab.3).
132
Tab.3 - AZIENDA ULSS 5 DATI DI FARMACEUTICA TERRITORIALE
PRESCRIZIONI
2009
2010
DIFFERENZA 2010-2009
GENNAIO-NOVEMBRE
NUMERO
NUMERO
NUMERO
%
DATC7
CONFEZIONI CONFEZIONI CONFEZIONI CONFEZIONI
Morfina os
1684
1954
270
+16%
Morfina fl
131
375
244
+186%
Ossicodone
2409
3958
1549
+64%
Idromorfone
138
716
578
+419%
Fentanil Transdermico
2198
2408
210
+9%
Fentanil Transmucosale
643
413
-212
-33%
Bruprenorfina Transdermico 234
227
-7
-3%
Le molecole più prescritte sono l’Ossicodone (3958) da solo e in associazione, seguito da morfina (2329),
Fentanil TTS (2408) e idromorfone (716). La via orale è di gran lunga la più utilizzata. Si può notare come vi
sia stato un incremento anche importante nella prescrizione di tutte le molecole, eccetto il fentanil
transmucosale. Tale dato potrebbe essere spiegato dalla preferenza da parte dei medici dell’utilizzo di
morfina in fiale per il controllo del Dolore Episodico Intenso in pazienti spesso in condizioni generali molto
scadute.
In generali sono dati decisamente confortanti, in linea con i provvedimenti legislativi finalizzati alla
semplificazione della prescrizione, come la Legge n. 38 del 10 marzo 2010 volta a tutelare “il diritto del
cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore”.
CONCLUSIONI
Punti forti
• L’esperienza ha dimostrato che un Servizio di Cure Palliative inserito nelle attività dei Distretti
Sociosanitari, centrato sul coordinamento della Rete dei Servizi e sull’integrazione delle competenze
risulta adeguato a rispondere ai bisogni dei malati e delle loro famiglie;
• La diversificazione delle fonti di segnalazione ha permesso di intercettare un numero adeguato di
pazienti, tuttavia la percentuale dei malati assistiti e deceduti è stato del 75% rispetto all’atteso e del
33% rispetto al numero dei decessi per cancro;
• La casa ha rappresentato il luogo di cura privilegiato e anche il luogo di decesso più importante
(53% dei malati). Sommando i decessi in Ospedale di Comunità e in Casa di Riposo, i decessi sul
territorio riguardano il 73% dei nostri pazienti. Verosimilmente hanno contribuito al risultato
l’intensità degli accessi a domicilio degli operatori e la continuità dell’assistenza;
• Il consumo degli analgesici oppioidi fa rilevare un incremento dal 2009 al 2010. Le molecole più
prescritte sono morfina, Ossicodone e Fentanile e la via di somministrazione più utilizzata è quella
orale, in coerenza con quanto indicato dalle Raccomandazioni dell’EACP. Vi è stato un importante
incremento della prescrizione di morfina in fiale, utilizzata solitamente negli ultimi giorni di vita.
• Nel corso dei mesi abbiamo notato un miglioramento dei rapporti con i Medici di Medicina Generale e
Ospedalieri, in un clima di generale disponibilità al dialogo e alla discussione dei singoli casi.
• Sino dall’attivazione del Nucleo per le Cure Palliative, nonostante non vi siano infermieri dedicati, si è
notata una grande disponibilità e professionalità da parte degli infermieri dei Punti ADI nel prendersi
cura dei pazienti in fine vita. L’intensità degli accessi a domicilio, la continuità dell’assistenza, la
pronta disponibilità in caso di urgenza e l’umanità con cui gli infermieri operano sono un requisito
indispensabile per creare le giuste circostanze affinché il paziente e i famigliari si sentano protetti e
curati anche al domicilio.
Punti critici
• La metodologia della UVMD non è sempre utilizzata in modo adeguato ed efficace, riteniamo
importante ribadire l’importanza di tale strumento non solo per la pianificazione della cura ma anche
per il confronto tra le figure professionali coinvolte. Vi è necessità di una progressiva valorizzazione
133
•
•
•
•
•
di tale strumento, soprattutto per i pazienti in dimissione dall’ospedale che rischiano di trovarsi al
proprio domicilio senza una adeguata preparazione logistica, di presidi, farmaci e assistenziale;
Attualmente al domicilio del malato non è possibile utilizzare routinariamente farmaci di fascia H, che
sono tuttavia molto importanti per la prosecuzione delle cure domiciliari. Nel corso del 2011 si
cercherà di ottenere per i pazienti in cure palliative dei percorsi facilitati per l’utilizzo di tali farmaci;
La copertura del fabbisogno è ancora inferiore allo standard indicato dal DM n°43/2007, che è del
45% dei morti per cancro. Tale dato può essere spiegato considerando che il N.C.P. è attivo di fatto
solo dall’estate del 2010, e fino ad Ottobre 2010 contava su un solo Dirigente Medico. Rimane
comunque una priorità quella di intercettare e prendere in carico un maggior numero di malati che
potrebbero beneficiare del servizio. A tale riguardo si segnala che la richiesta di attivazione del
servizio di Cure Palliative è un po’ sbilanciata a favore della zona Centro e Nord. È necessaria una
maggiore sensibilizzazione riguardo la gestione dei pazienti terminali da parte dei colleghi che
operano nella zona Sud dell’ULSS, in ottemperanza alla L.R. 7 del 2009, recante disposizioni per
garantire cure palliative ai malati in stato di inguaribilità avanzata o a fine vita e per sostenere la
lotta al dolore;
L’Ospedale assume ancora un peso importante tra le opzioni assistenziali dei malati, in particolare
nelle situazioni di fragilità sociale e, soprattutto nelle ultime due settimane di vita.
La continuità delle cure nei giorni festivi e il sabato è affidato esclusivamente ai Medici di Continuità
Assistenziale, in assenza di un supporto dell’Esperto. Questi pazienti avrebbero bisogno di una
continuità di cure con la presenza di personale esperto dedicato a fianco dei professionisti non
dedicati tutti i giorni della settimana.
La mancanza dell’hospice limita la possibilità di avviare al programma di cure palliative i malati con
inadeguato supporto familiare e di fornire periodi di sollievo alle famiglie. Al momento gli Ospedali di
Comunità sopperiscono a tale mancanza, tra l’altro in modo abbastanza adeguato, ma non sono
strutture create con tale scopo e, in mancanza dell’Hospice, è necessario un percorso di
riqualificazione degli stessi per la cura dei pazienti morenti.
DISCUSSIONE
Il modello di Cure Palliative centrato sul lavoro d’équipe nell’ambito delle attività dei Distretti Sociosanitari e
sul coordinamento della rete (casa, ospedale, case di Riposo) ha dimostrato la sua efficacia nei processi di
cura, attraverso un buon contenimento dei problemi del malato, che riceve le cure quasi sempre a casa
propria con tempestività e competenza e con soddisfazione espressa dai caregiver. La percentuale di decessi
sul territorio (73%) è di per sé un buon indicatore dell’efficacia delle cure e del grado di sicurezza e di fiducia
dei famigliari accompagnati nella cura del proprio caro dal N.C.P., pensiamo inoltre possa riflettere anche
una corrispondente diminuzione dei ricoveri impropri e dei decessi ospedalieri in accordo con le direttive
regionali. La complessità dei problemi viene affrontata con una discreta integrazione tra le componenti
sanitarie (Medici Esperti, MMG, Medici di Continuità Assistenziale, Infermieri, Psicologo), riteniamo tuttavia
necessaria una maggiore integrazione con i Medici di Continuità Assistenziale e con l’Oncologia. L’attività dei
Medici dedicati alle cure palliative a fianco dei Medici non dedicati e degli infermieri consente una crescita in
competenze (formazione sul campo) che produce migliore qualità di assistenza e più capacità di affrontare i
problemi. Vale come indicatore di qualità, così come suggerito dall’OMS, il consumo degli analgesici oppioidi
e l’uso appropriato degli stessi.
Il coordinamento della rete dovrebbe garantire continuità di cure tra i diversi livelli assistenziali, in particolare
con l’U.O. di Oncologia, per il passaggio dalle cure attive alle cure palliative e per l’assistenza simultanea nei
casi complessi, e con le degenze ospedaliere, tramite l’organizzazione delle dimissioni in regime di protezione
del malato.
L’ulteriore sviluppo delle cure palliative ha bisogno di alcune azioni volte a superare le criticità esposte in
precedenza. Prima di tutto occorre garantire una maggior copertura del fabbisogno che, per il principio etico
di giustizia, deve consentire a tutti i malati che versano in condizione di malattia oncologica avanzata, di
poter accedere al programma di cure palliative. A tale scopo l’attivazione del N.C.P. da parte della rete
(MMG, Oncologia, Degenze ospedaliere) deve essere puntuale e tempestiva, ovvero prima che insorga
l’emergenza clinica che obbliga il malato e la famiglia a scegliere l’opzione ospedaliera, essendo impreparati
ad accettare un programma di cure domiciliari. In secondo luogo occorre completare la rete assistenziale
attraverso l’attivazione dell’hospice, come previsto dalla normativa nazionale1 e regionale2, con lo scopo di
accogliere i malati non gestibili a domicilio e di fornire ricoveri di sollievo a supporto dell’assistenza
134
domiciliare. L’attivazione dell’hospice comporterebbe un incremento della copertura del fabbisogno
(accreditata dalla letteratura di un 20-30% ) e una ulteriore riduzione dei ricoveri ospedalieri.
BIBLIOGRAFIA
1) Legge n°39/99 “Programma Nazionale per la realizzazione di strutture per le cure palliative”
2) DGR n° 2989 del 27/09/2000: “Linee di indirizzo per l’assistenza al malato neoplastico grave e in
condizioni di terminalità e per lo sviluppo delle Cure Palliative”.
3) Accordo Integrativo regionale con i MMG del veneto n°3889/2001 “Assistenza a malati oncologici o
affetti da malattie inguaribili nelle ultime fasi della vita”.
4) DGR n° 5273 del 29/12/98: “Linee Guida Regionali sull’attivazione delle varie forme di A.D.I.
5) La mortalità nel veneto dal 2000 al 2007, SER - Sistema Epidemiologico Regione Veneto.
(Settembre 2009).
6) ALLEGATO A alla Dgr n. 1608 del 17 giugno 2008 – Regione del Veneto
7) Schema di regolamento ministeriale approvato dalla Conferenza Stato Regioni nel 2006 recante:
“Definizione degli standard relativi all’assistenza ai malati terminali in trattamento palliativo in
attuazione dell’art. 1, comma 169 della Legge n° 311/dicembre 2004 e approvato con D.M. n. 43
del 22 febbraio 2007.
8) Hanks et al. La morfina e gli oppiacei alternativi nel dolore oncologico: le raccomandazioni
dell’EACP. La Rivista Italiana di Cure Palliative, n°1, 2005.
Emesso in Febbraio
2011
Responsabile UOSD
NCP
Medico
UOSD NCP
Dott.
P. Manno
Dott.
M. Riolfi
135
Firma
Firma
Data
Allegato m: Ospedale di comunità di Valdagno – anno 2010
L’Ospedale di Comunità di Valdagno è una struttura residenziale in cui viene erogata assistenza sanitaria di
breve durata a quei pazienti di media gravità che, per esigenze cliniche o diagnostiche e/o per disagio
sociale, non possono essere seguiti a domicilio.
La responsabilità clinica è affidata ai Medici di Medicina Generale convenzionati nell’ambito del territorio di
competenza.
La degenza in Ospedale di Comunità è finalizzata ai seguenti obiettivi:
•
•
•
•
Abbreviazione dei tempi di diagnosi e terapia mediante l’utilizzo, da parte dei MMG, della dotazione
diagnostica e tecnologica di base del presidio territoriale dell’Azienda ULSS.
Consolidamento dei risultati ottenuti durante il ricovero in reparto per acuti per tutti quei pazienti in
condizioni di fragilità che necessitano di ulteriore monitoraggio clinico.
Prevenzione delle complicanze e recupero dell’autonomia finalizzato al rientro al domicilio o a
posticipare il più possibile l’ingresso in strutture residenziali.
Assistenza, sollievo del dolore fisico e psichico, mantenimento della qualità di vita e delle relazioni
significative per i pazienti affetti da malattie neoplastiche inguaribili non gestibili a domicilio.
Nel corso del 2010 sono stati seguiti 187 pazienti e sono state erogate 4734 giornate di degenza con un
tasso di occupazione dei posti letto dell’86%.
I tempi di attesa per l’inserimento dalla discussione in UVMD sono di 3,5 giorni e la degenza media è di 25
giorni.
Su quest’ultimo dato ha pesato la sospensione delle Pronte Accoglienze con un allungamento dei
tempi di degenza per i pazienti che presentavano problemi sanitari o sociali alla dimissione a domicilio.
I Medici di Medicina Generale che hanno seguito i pazienti in OdC sono stati 30 nell’anno con un
totale di 2109 accessi (in media 11 per paziente)
Ritengo importante sottolineare che l’ 89% dei pazienti residenti nel Punto Salute Nord è
stato assistito dal proprio medico curante.
Gli accessi vengono eseguiti regolarmente e il Servizio di Continuità Assistenziale effettua una visita
per la valutazione di eventuali criticità all’inizio di ogni turno.
I pazienti che per motivi diversi non possono essere assistiti dal proprio medico vengono affidati alle
cure di altri colleghi disponibili che si fanno carico di portare a compimento il piano assistenziale concordato
(21 pz del Punto Salute Nord e 11 degli altri Punti Salute seguiti con questa modalità).
Le chiamate al medico di guardia del Dipartimento Area Medica sono state contenute così come i
trasferimenti in ospedale per acuti per urgenze.
Le consulenze specialistiche vengono effettuate con una media di due per paziente seguito nel
periodo secondo le modalità previste per i pazienti ospedalieri.
Per quanto riguarda la tipologia dei ricoverati in questi anni si è verificato un aumento dell’età media
e dei grandi anziani, con conseguente aumento della complessità sanitaria-assistenziale e difficoltà di
dimissione a domicilio.
I ricoverati provengono dal domicilio nella misura del 34% mentre le rimanenti richieste sono
inoltrate per pazienti ospedalizzati.
Gli obiettivi del ricovero sono rappresentati per circa il 52% da esigenze diagnostico/terapeutiche o
consolidamento delle condizioni cliniche post evento acuto. Segue la richiesta di assistenza post patologia
ortopedica acuta (27%) e la necessità di cure palliative (18%).
I pazienti provengono prevalentemente dai comuni del Punto Salute Nord anche se non mancano
utenti degli altri Punti Salute: le richieste di quest’ultimi sono comunque diminuite dopo l’apertura dell’OdC di
Montecchio.
Le dimissioni avvengono per la maggior parte verso il domicilio (59%) e la struttura residenziale
(27,5%). Se prendiamo in considerazione l’andamento di questi anni dobbiamo rilevare una progressiva
diminuzione dei rientri a domicilio ( dal 67,6% al 59%) ed un corrispettivo aumento degli inserimenti in
struttura protetta (dal 14,4% al 27%).
Nel corso dell’anno sono deceduti 24 pazienti in OdC.
Le patologie prevalenti riguardano le malattie del sistema muscolo-scheletrico (56 pz), le demenzedisturbi mentali-esotossicosi (40 pz.) e le neoplasie (41 pz.).
136
Di rilievo, soprattutto per l’elevato carico assistenziale, la presenza di pazienti in cure palliative
(18%). La presenza sul territorio della figura del palliativista ha consentito da quest’anno un miglioramento
dell’assistenza offerta a questi pazienti e una appropriata pianificazione degli interventi terapeutici.
Per un continuo miglioramento degli aspetti gestionali è attivo il gruppo di coordinamento
composto da quattro medici scelti in rappresentanza dei medici di medicina generale e dal responsabile
dell’Ospedale di Comunità: nelle riunioni periodiche vengono affrontate tutte le problematiche emerse e
avanzate le proposte per il loro superamento.
Criticità
E’ migliorata la collaborazione con i reparti ospedalieri in merito alla gestione dei pazienti
ricoverati che presentano episodi di riacutizzazione anche se in alcuni casi il trasferimento in reparto
per acuti è stato difficoltoso.
Consulenze specialistiche: viene rilevato che la collaborazione con gli specialisti è in genere
buona anche se si sono verificati diversi episodi in cui l’attesa per l’espletamento della consulenza richiesta è
risultata particolarmente lunga. Spesso il Curante è stato costretto ad interpellare personalmente lo
specialista.
I pazienti ricoverati inoltre non possono usufruire di ecocardiografie e le visite cardiologiche vengono
effettuate solo in casi particolari. Se si considera che uno degli obiettivi dei ricoveri è costituito
dall’inquadramento diagnostico di casi complessi si comprende come questo influisca pesantemente sui
tempi di ricovero e sull’efficacia dei nostri interventi.
E’ rimasta immutata la criticità dovuta alla carenza di fisioterapisti per cui ci è possibile
sottoporre a trattamento riabilitativo solo due pazienti per volta. Per tale motivo diverse richieste di
inserimento in OdC non hanno potuto essere accolte. Tutto questo influisce anche sulla destinazione post
ricovero con un aumento delle richieste di inserimento in struttura protetta per tutti quegli anziani che non
hanno potuto recuperare l’autonomia persa a seguito di un evento acuto.
Obiettivi per il prossimo anno
Attività di ricovero : si prevede per il 2011 il mantenimento dei livelli raggiunti nel 2009.
Ulteriori incrementi potranno verificarsi solo in se verrà assicurata l’attività riabilitativa necessaria.
Particolare attenzione si intende porre al miglioramento della qualità delle cure per i pazienti in
Cure palliative promuovendo la revisione del Protocollo per la terapia del dolore al fine di assicurare ai
pazienti ricoverati un adeguato trattamento del dolore e degli altri sintomi nelle fasi terminali della vita. In
questo senso sarà importante un sempre maggiore coinvolgimento della figura del palliativista. La presenza
di uno psicologo dedicato per i pazienti e per il supporto del personale costituirebbe un ulteriore elemento di
forza.
Presso l’OdC si è verificata per alcuni pazienti la necessità di eseguire trasfusioni o
somministrazione di emoderivati. Sono già stati presi contatti con il Servizio Trasfusionale per l’elaborazione
di apposite procedure operative.
Consumi
Fattori produttivi
Consumi
01/10 – 10/10
Consumi
01/09 – 10/09
Budget
contrattato
anno 2010
Scost %
Farmaci
Presidi chirurg. e mat sanitario
20.672
16.353
20.000
24.04
15.177
816.48
1.080
4.476
42.223
11.981
718.63
792.83
3.673
33.519
13.000
1.000
1.000
5.000
40.000
40.10
-2.2
29.68
7.43
26.67
Altri beni e prod. sanit
Diagnostici
Beni non sanitari
tot
137
Osservazioni: l’aumento dei costi dei farmaci è da riferire prevalentemente all’incremento del’utilizzo di
eparine e antibiotici in patologia ortopedica ( i pazienti ortopedici sono stati 51 contro i 35 dell’anno
precedente).
Ospedale di Comunita’ Valdagno - Dati di attività 2010
Domande inserimento ricevute
256
Pazienti seguiti nel periodo
187
Ricoveri effettuati
177
Giorni totali di degenza
4734
Degenza media in gg
Tasso occupazione posti letto
86%
Media tempi di Attesa per il ricovero
In giorni dalla data della discussione in UVMD
Sedute UVMD
25
77
3,5
Casi valutati
197
Medici ricoveranti nell’anno
30
n. accessi effettuati
2109
Media accessi MMG per paziente
11
% di pazienti residenti nel Punto salute nord seguiti dal proprio medico
curante
89%
N. pazienti affidati alle cure di altro medico
21
Visite richieste per emergenze urgenze
MMG
31
Continuità Assistenziale
84
Guardia Interna
28
Consulenze specialistiche effettuate.
246
Media visite specialistiche per ricoverato
2
Terapia riabilitativa
Paz. trattati n. assoluto
Pazienti trattati%
Prestazioni effettuate
37
19,7%
467
138
Tipologia Assistiti
Età media
77
Maschi
64
34%
Femmine
123
66%
Fasce d’età dei ricoverati
Totali
F n. assoluto
F%
M n. assoluto
M%
< 65 anni
27
7
26
20
74
66-75 anni
37
22
59
15
41
76-85 anni
72
56
78
16
22
86-95 anni
50
39
78
11
22
>95 anni
1
1
100
0
0
Fasce d'età dei ricoverati
80
70
60
50
Totali
40
F n. assoluto
30
M n. assoluto
20
10
0
< 65 anni
66-75 anni
76-85 anni
86-95 anni
provenienza dei pazienti
domicilio
>95 anni
n. assoluto
%
63
34
ospedale
121
struttura . resid – Odc Montecchio
M
3
Provenienza dei pazienti
domicilio
ospedale
struttura . resid –
Odc Montecchio M
139
64
2
Comuni di provenienza dei ricoverati
Comuni
n. pazienti
Altissimo
1
Arzignano
1
Brogliano
8
Castelgomberto
10
Chiampo
1
Cornedo Vicentino
22
Gambellara
1
Montecchio Maggiore
7
Recoaro
19
Trissino
11
Valdagno
106
Pazienti deceduti
N. utenti dimessi
24
n. assoluto
%
89
59
Osp.progr
8
5
Osp urg.
13
9
Strut. resid
40
27
totali
150
Domicilio
Pazienti dimessi
Domicilio
Osp.progr
Osp urg.
Strut. resid
140
Obiettivi del ricovero
(pz. seguiti nel periodo)
N. ass
%
diagnostico/terapeutico
41
22
consolidamento condiz cliniche post evento acuto
56
30
assistenza post pat.ortopedica acuta
51
27
riabilitazione-recupero funzionale
3
2
cure pallative-gestione dolore
34
18
sociali (sostegno famiglia-assenza familiari)
2
1
Obiettivi del ricovero
diagnostico/terapeutico
60
consolidamento condiz
cliniche post evento acuto
assistenza post
pat.ortopedica acuta
riabilitazione-recupero
funzionale
cure pallative-gestione
dolore
sociali (sostegno famigliaassenza familiari)
50
40
30
20
10
0
1
TIPOLOGIA DEI RICOVERATI PER PATOLOGIA PREVALENTE
Classificazione ICPC
n. tot
Accessi MMG
gg deg
M. generali-dismetab.
1
8
18
M. sangue, linf, milza
1
16
38
M sist digerente
8
38
85
M sist cardio-circolatorio
24
263
484
M sist muscolo scheletrico
56
682
1697
M neurologiche
3
32
110
Disturbi mentali – demenza- esotoss
40
504
1114
M sist respiratorio
4
49
105
M sist endocrino – metab – nutrizione
3
39
88
M sist urinario - genitale
2
14
56
Neoplasie
41
429
842
Motivi socio sanitari
2
16
52
Altro
2
19
45
totali
187
2109
4734
141
Pazienti in cure palliative
Pazienti seguiti nel periodo
Età media
34
Maschi
21
61%
Femmine
13
39%
Giorni totali di degenza
679
MMG n. accessi effettuati
72
Degenza media in gg
20
371
Media accessi MMG per paziente
11
Visite richieste per emergenze urgenze
MMG
9
Continuità Assistenziale
30
Guardia Interna
10
Consulenze specialistiche effettuate.
Palliativista
50
M. Lungodegenza
19
Media visite specialistiche per ricoverato
Terapia antalgica
Altre consulenze
1
43
3,4
N. utenti dimessi
n. assoluto
%
Deceduti
23
68
Domicilio
6
18
Osp.progr
2
6
Osp urg.
1
3
Strut. resid
1
3
totali
33
Osservazioni
Dall’esame delle cartelle cliniche si rileva che:
•
Per n.7 pazienti non è mai stato rilevato dolore – la terapia ab era costituita prevalentemente da fans.
•
Per 18 pazienti sono state rilevate delle puntate di dolore moderato. Tutti i pazienti avevano segnato in grafica una terapia di
base e la terapia da somministrare ab. Le puntate dolorifiche sono sempre regredite con la terapia ed in caso contrario è
stata attivata una consulenza.
•
9 pazienti hanno presentato puntate di dolore severo. In tutte le cartelle è sempre stata indicata terapia di base e ab. Per
questi pazienti sono state attivate 34 consulenze finalizzate al controllo del dolore (4 consulenze in media per paziente).
•
Si nota comunque una netta diminuzione dei casi di pazienti con dolore severo nel secondo semestre quando si è intensificata
la presenza del palliativista.
Flussi Assistenza Semiresidenziale e Residenziale STS24
Tipo assistenza
N. posti
N. utenti
Utenti
in
d’attesa
Ass psichiatrica
Ass anziani
11
137
5
Ass
disabili
psichici
Ass disabili fisici 1
16
Ass
malati 3
34
2
terminali
lista Ammissioni
periodo
Valdagno 9 febbraio 2011
nel Giornate
assistenza
di Dimissioni
130
3690
126
13
34
365
679
15
33
Dr.ssa Paola Maria Peruzzo
142
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