Gli alleati dissonanti L’Asse e i costi dell’occupazione della Grecia Gabriella Etmektsoglou Il sa g g io in te n d e illu stra re le c o n tra sta n ti p re te se e i d iv ersi d ise g n i d e lle p o te n z e d e ll’A s se n e ll’E u ro p a b a lc a n ic a , a n a liz z a n d o il c aso d e lle c o n tro v e rsie italo -g e rm a n ic h e su lla rid u z io n e d e lle sp ese d e lla W eh r­ m a c h t n e lla G re c ia o c cu p a ta . L ’in d a g in e v erte in p a r­ tic o la re su l g ra d o di d iv arica z io n e risc o n tra b ile tra le p o litic h e p e rse g u ite n e lla re g io n e d a G e rm an ia e Ita ­ lia d u ra n te la g u e rra e sui risp e ttiv i o b iettiv i e c o n o ­ m ici e id e o lo g ic i di lu n g o p e rio d o , nel c o n te sto d e lle v ice n d e b e llic h e e d e lla crisi e c o n o m ic a c a u s a ta in G re c ia d a lla c o p e rtu ra fo rz o sa dei v e rtig in o si co sti dell ’o c cu p a zio n e . D o p o S ta lin g ra d o , in G re c ia c o m e in a ltri te rrito ri o c c u p a ti i p ro g e tti n a z isti d i u n N u o v o o rd in e e c o n o m ic o v e n n e ro rim p ia z z a ti d a stra te g ie a b rev e m ira n ti a sfru tta re al m a s sim o le riso rse del p a e ­ se, se n z a a lc u n rig u a rd o p e r l’e c o n o m ia c iv ile e gli in ­ tere ssi ita lia n i. L ’o p p o siz io n e d e ll’Ita lia al sa c c h e g ­ g io siste m a tic o p ra tic a to d a i n a z isti e ra d e tta ta dalle su e a m b iz io n i im p e ria lis tic h e d i lu n g o term in e. P re o c ­ c u p a ta di ra ffo rz a re la p ro p ria p o siz io n e in G recia, l ’I ­ talia c e rc a v a d i se g u ire in d iriz zi e c o n o m ic i n o n p a le ­ se m en te in c o m p a tib ili c o n g li in te re s si g reci p iù v ita ­ li. C o stitu e n d o la p a rte p iù d e b o le d e ll’A sse sul p ia ­ n o sia p o litic o e m ilita re c h e e co n o m ico , l ’Italia non fu in re a ltà c a p a c e n é di rica v are sig n ificativ i v a n ta g ­ gi e c o n o m ic i d a ll’o c c u p a z io n e d e lla G re cia , n é di p re ­ serv are l ’a sse tto d e ll’e c o n o m ia g re c a p e r un su o fu ­ tu ro s fru tta m e n to p a c ific o n e l q u a d ro d i q u e lla N u o ­ va E u ro p a c h e sa re b b e d o v u ta n a sc e re al term in e del c o n flitto m o n d ia le. This essay attempts to illustrate Axis competing claims and objectives in Southeastern Europe by way o f a case study: an analysis o f German-Italian disputes over a reduction o f Wehrmacht ex­ penditures in occupied Greece. 1 investigate the degree o f dissonance in German and Italian war­ time policies and in their long-term economic and ideological aspirations in this region in the con­ text o f the vicissitudes of the war and o f G reece’s economic crisis caused by the levy of exorbitant occupation costs. My work shows that after Sta­ lingrad, in Greece as in other occupied territories, Nazi plans fo r a New European Economic Order were replaced by short-term strategies aimed at the maximum appropriation and utilization o f the country's resources, with general disregard fo r the civilian economy and Italian interests. Italian op­ position to Nazi plunder and systematic exploita­ tion was motivated by Italy's long-term imperia­ listic ambitions. Concerned to consolidate its ru­ le in Greece (a part o f its s p a z io v ita le j, Italy sou­ ght to pursue economic policies which were not fundamentally opposed to Greek interests. Being politically, militarily, and economically the weaker o f the Axis partners, Italy was unable to either pro­ cure significant economic benefits from occupied Greece or preserve the structure o f the Greek eco­ nomy fo r its intended peaceful exploitation within the framework of a future New Europe after the conclusion of peace. ‘Italia contemporanea”, dicembre 1997 - marzo 1998, n. 209 - 210 110 Gabriella Etmektsoglou L’Asse in Grecia Questo saggio mira ad illustrare rivendicazioni e obiettivi concorrenziali dell’Asse nell’Europa sudorientale attraverso lo studio di un caso: le vertenze tedesco-italiane in merito ad una ridu­ zione delle spese della Wehrmacht nella Grecia occupata. Esso si propone di indagare il livello di discrepanza nelle politiche della Germania e dell’Italia durante la guerra e nelle loro aspira­ zioni economiche ed ideologiche di lungo pe­ riodo in questa regione, nel contesto delle vi­ cissitudini della guerra e della crisi economica della Grecia causata dalle esorbitanti spese di occupazione. Il mio lavoro dimostra che dopo Stalingrado, in Grecia come in altri territori occupati, i piani nazisti per un Nuovo ordine economico europeo furono rimpiazzati da strategie a breve termine miranti ad appropriarsi ed utilizzare al massimo grado le risorse del paese, in totale dispregio del­ l’economia civile e degli interessi italiani. L’op­ posizione dell’Italia al saccheggio ed allo sfrut­ tamento sistematico nazista fu determinato dalle sue ambizioni imperialistiche a lungo termine. Preoccupata di consolidare il proprio dominio in Grecia (una parte del suo “spazio vitale”), l’Ita­ lia cercava di perseguire politiche economiche che non fossero fondamentalmente in contrasto con gli interessi della Grecia. Essendo politicamente, militarmente ed economicamente il part­ ner più debole dell’Asse, l’Italia non fu in grado né di trarre benefici economici significativi dal­ la Grecia occupata, né di mantenere la struttura dell’economia greca in funzione del suo pro­ spettato sfruttamento pacifico nella cornice di una futura Nuova Europa dopo la conclusione della pace. Il presunto accordo tra Italia e Germania in me­ rito al controllo dei Balcani, che Hitler spiegò de­ rivare dal fatto che “due paesi con spazi vitali to­ talmente separati hanno ideali comuni e non sa­ rebbero nella situazione dell’Inghilterra e del­ l’America che vicendevolmente si ostacolavano e miravano a prendere l’uno il posto dell’altro” 1, venne a cadere dopo la decisione unilaterale di M ussolini di attaccare la G recia nell’ottobre 19402. La dipendenza economica dell’Italia dal Reich e la ricerca di Hitler di una politica estera e di una strategia indipendenti sin dall’agosto 1939 già avevano portato l’alleanza ad essere me­ ra facciata al servizio della supremazia tedesca. Che “l ’Asse Berlino-Roma, nata da motivazioni primariamente negative [...], fosse in sé meno adatta per una alleanza che per la rivalità”3risultò chiaro dalla reazione tedesca ai rovesci dell’Ita­ lia sul fronte albanese. L’intervento tedesco in Grecia impedì il progetto dell’Italia di stabilire Desidero ringraziare Gustavo Comi e Pertti Ahonen per le loro utili osservazioni su una precedente stesura di questo saggio. 1Annotazione di Paul Otto Schmidt (ministero degli Esteri del Reich) sul colloquio tra il Führer e Galeazzo Ciano il 20 di­ cembre 1942, in Akten zur deutschen auswärtigen Politik, serie E, 1941-1945 (d ’ora in poi ADAP, E), voi. IV, 1. Oktoberbis 31. Dezember 1942, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1975, n. 315, p. 584. 2 Andreas Hillgruber e Martin van Creveld escludono un collegamento tra la decisione di Mussolini di attaccare la Gre­ cia e [’occupazione della Romania da parte della Germania: cfr. A. Hillgruber, Hitlers Strategie. Politik und Kriegsfüh­ rung 1940-1941, Frankfurt/M., Bernard & Graefe, 1965, pp. 282-284 [trad. it., La strategia militare di Hitler, Milano, Rizzoli, 1986]; e M. van Creveld, H itler’s Strategy 1940-1941. The Balkan Clue, London, Cambridge University Press, 1973, p. 38. MacGregor Knox sostiene in modo convincente che “l’occupazione della Romania da parte dei tedeschi rappresentò l’occasione piuttosto che la causa fondamentale della decisione di Mussolini [...] un attacco [...] era sol­ tanto questione di tempo”. Cfr. Mussolini Unleashed 1939-1941. Politics and Strategy in Fascisi Ita ly ’s Last War, Cam­ bridge, Cambridge University Press, 1982, p. 209 [trad. it., La guerra di Mussolini 1939-1941, Roma, Editori Riuniti, 1984], Hitler e l ’OKW sapevano che l’invasione sarebbe avvenuta. Cfr. Elizabeth Wiskemann, The Rome-Berlin Axis. A Study o f thè Relations between Hitler and Mussolini, London, Collins, 1966 [2a ed. riv.], p. 276 [trad. it., L ’asse Roma-Berlino. Storia dei rapporti fra Mussolini e Hitler, Firenze, La Nuova Italia, 1955]; e Enno von Rintelen, Mussoli­ ni als Bundesgenosse. Erinnerungen des deutschen Militàrattachés in Rom 1936-1943, Tübingen/Stuttgart, Wunderlich, 1951, pp. 108-110 [trad. it., Mussolini l ’Alleato. Ricordi dell’addetto militare tedesco a Roma 1936-1943, Roma, Cor­ so, 1952], 3 Gerhard Schreiber, Revisionismus und Weltmachtstreben. Marineführung und deutsch-italienische Beziehungen 1919-1944, Stuttgart, Deutsche Verlags-Anstalt, 1978, p. 261. Gli alleati dissonanti la propria egemonia nei Balcani4, e i successivi contrasti tra Roma e Berlino sottolinearono il ca­ rattere illusorio di un’alleanza funzionale, di un comune sforzo bellico e di sfere di influenza ve­ ramente distinte. Per rafforzare la popolarità del suo miglior al­ leato in patria e all’estero dopo le umilianti scon­ fitte italiane sul fronte albanese ed in Africa5, nel­ la primavera del 1941 Hitler finse di permettere che l’Italia consolidasse la sua posizione nel­ l’Europa sudorientale6. Riconobbe come sfere di influenza dell’Italia l’Albania, il Montenegro e, a malincuore, persino la Croazia; ma occupò il Banato, la Serbia e tutti le posizioni chiave in Gre­ cia7. Questa sistemazione non soltanto non riu­ scì a soddisfare le ambizioni dell’Italia in quella che era considerata parte del suo “spazio vitale”, ma si dimostrò anche fonte di continua frizione tra i partner dell’Asse. Esercitando un’autorità m ilitare ed econom ica sproporzionatam ente grande rispetto al territorio sotto il proprio con­ trollo, Berlino si rifiutò con ostinazione di rico­ noscere l ’Italia come potenza dominante nella re­ gione. La comune occupazione della Grecia era an­ che destinata ad assicurarne la difesa e l’ammi­ nistrazione, nonché il mantenimento dell’ordine e della sicurezza interni, con un minimo impe­ gno delle truppe tedesche, necessarie per l’ope­ 111 razione Barbarossa. M a l’affidamento del terri­ torio greco agli italiani ed ai bulgari creò un’at­ mosfera di crescente risentimento da parte del­ la popolazione greca contro tutti e tre gli occu­ panti e condannò all ’impopolarità i regimi di col­ laborazione. La speciale struttura amministrati­ va della Grecia — in base alla quale il potere ese­ cutivo era diviso tra un plenipotenziario tedesco ed uno italiano, gli alti comandi degli eserciti te­ desco e italiano ed il governo greco — produs­ se una moltitudine di autorità e sovrapposizione di giurisdizioni fra loro rivali ed un numero an­ cora più alto di “economie chiuse, non comuni­ canti, localizzate”8, che si dimostrarono un osta­ colo alla vita del paese e resero debole ed inef­ ficiente il potere delle amministrazioni centrali e locali greche. Per quanto concerne gli obiettivi economici dell’Asse, l’occupazione della Grecia contrasta­ va il proposito originario della Germania di pre­ servare la neutralità dell’area e contemporanea­ mente mantenenerla, sotto l’aspetto economico, sotto la propria influenza come fonte di materie prime per l’economia bellica del Reich. La diri­ genza nazista aveva individuato chiaramente gli svantaggi di un attacco militare, ben consapevo­ le dei risultati positivi che la penetrazione eco­ nomica pacifica di questo paese aveva prodotto negli anni anteguerra9. Si era tuttavia sperato che, 4 Per l’ambizione di Mussolini di creare un “blocco di centro danubiano-balcanico”, cfr. Franco Catalano, L ’economia italia­ na di guerra. La politica economico-finanziaria del fascismo dalla guerra d ’Etiopia alla caduta del regime, 1935-1943, Mi­ lano, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione, 1969, pp. 29-62 (“Quaderni de ‘Il Movimento di libera­ zione in Italia’”). 5Albrecht Haushofer, “Gedanken zur Friedensordnung”, novembre 1941, in Bundesarchiv Koblenz (d’ora in poi BA Koblenz), Nachlass Haushofer, 833; pubblicato in Hans Werner Neulen (a cura di), Europa und das 3. Reich. Einigungsbestrebungen im deutschen Machtbereich 1939-1945, München, Universitas, 1987, p. 89. 6 Norman Rich, Hitler's War Aims, voi. H, The Establishment o f the New Order, New York, Norton, 1974, p. 311. 7 Salonicco ed i suoi dintomi, Eubea, l’Attica meridionale con il porto del Pireo, le isole di Lemno, Mitilene, Chio, Skiros, Milos, Citerà e Anti-Citera, nonché la maggior parte di Creta. Anche una striscia di terra dalla provincia greca di Hevro sino al confine greco-turco fu posta sotto il controllo militare tedesco, ma non vi furono stanziate truppe. Cfr. le carte n. 11 e 12 in Robert Herzog, Grundzüge der deutschen Besatzungsverwaltung in den ost- und südosteuropäischen Ländern während des 2. Weltkrieges, Tübingen, Institut für Besatzungsfragen, 1955, pp. 196-197. 8 Stavros B. Thomadakis, Black Markets, Inflation, and Force in the Economy o f Occupied Greece, in John O. Iatrides (a cu­ ra di), Greece in the 1940s. A Nation in Crisis, Hannover-London, University Press of New England, 1981, p. 65. 9 Hans-Jürgen Schröder, Deutsche Südosteuropapolitik 1929-1936. Zur Kontinuität deutscher Aussenpolitik in der Weltwirt­ schaftskrise, in Wolfgang Schieder (a cura di), Aussenwirtschaft und Aussenpolitik im ‘Dritten Reich ’, “Geschichte und Ge­ sellschaft”, 1976, n. 1, p. 5. John R. Lampe, Marvin R. Jackson, Balkan Economie History, 1550-1950: from Imperial Bor­ derlands to Developing Nations, Bloomington, Indiana University Press, 1982, tavola 12.7, p. 459. Gabriella Etmektsoglou 112 una volta eliminata l’influenza britannica che nel 1940 era aumentata attraverso gli “acquisti di pre­ lazione”10, i rapporti di scambio greco-tedeschi potessero di nuovo assestarsi su un certo grado di stabilizzazione. Ciò che i tedeschi trascuraro­ no di considerare fu il fatto che, nonostante fos­ sero militarmente a mal partito, gli italiani si sa­ rebbero opposti agli sforzi tedeschi di assumere il controllo economico in Jugoslavia ed in Gre­ cia, posizione foriera di molti contrasti. L’intenzione della Germania di scavalcare l ’I­ talia e di consolidare le proprie prerogative eco­ nomiche nei Balcani era evidente nelle direttive di Hitler del 16 aprile 1941 relative ad accordi economici nella Jugoslavia occupata ed in Gre­ cia11. Come Dino Alfieri, ambasciatore italiano in Germania, aveva anticipato u n su c c e ss o te d e s c o in G re c ia n o n m o d ific h e re b b e so l­ ta n to la s itu a z io n e p o litic a b a lc a n ic a m a a n c h e la s i­ tu a z io n e di tu tto il M e d ite rra n e o o rie n ta le . L a G e rm a ­ n ia v e rre b b e a tro v a rs i in ta le z o n a, p e r le fo rz e a su a d is p o s iz io n e , in u n a s itu a z io n e p riv ile g ia ta e p re d o ­ m in a n te e ris o lv e re b b e la rg a m e n te q u e lla c h e è sta ta la su a tra d iz io n a le s p in ta [v e rso il su d ]. E d il n o stro c o s id d e tto Lebensraum v e rre b b e a s u b ire u n a m o d ifi­ c a s o s ta n z ia le 12. In realtà, nonostante Hitler conferisse agli italia­ ni l’autorità nominale sulla parte più grande del­ la Grecia, per soddisfare le loro “legittime ambi­ zioni nazionali e politiche” 13, le amministrazio­ ni militari e civili tedesche esercitarono un con­ trollo economico diretto e svolsero un ruolo atti­ vo nell’elaborazione delle politiche economiche. Criterio essenziale di questa operazione era che la dichiarata preponderanza politica italiana non era necessariam ente “sinonimo di m onopolio economico”14. La Wehrmacht e Hermann Gòring in particolare mostrarono un interesse immedia­ to non soltanto a ristabilire rapporti commercia­ li sulla base prebellica, ma ad assicurarsi ulteriori vantaggi prima che gli italiani giungessero ad as­ sumere compiti connessi all’occupazione. A metà maggio 1941, funzionari del WiRuAmt/OKW (U fficio econom ia e arm am enti b ellici dell’OKW) confiscarono tutte le riserve essenziali disponibili per l’invio nel Reich e, in collabora­ zione con lo Stato e con imprese private tedesche, si procurarono consegne a lungo termine di tut­ te le materie prime e di prodotti agricoli impor­ tanti15. Ralph Kent, a quell’epoca direttore dell’Athens College, registrò lo spettacolo degli al­ leati in competizione tra loro: 10William Norton Medlicott, The Economie Blockade, voi. X, London, His Majesty’s Stationery Office and Longmans, Green & Co., 1952, pp. 243, 267-268,599-601. 11 OKW/WFSt/Abtl L, lettera n. 44545, 18 aprile 1941, in Bundesarchiv-Militärarchiv Freiburg/Br. (d’ora in poi BA MA), OKW IH, W 56. 12 Telegramma di Dino Alfieri a Galeazzo Ciano, 5 gennaio 1941, in I documenti diplomatici italiani, Nona serie, 1939-1943 (d’ora in poi DDI, IX), voi. VI, 29 ottobre 1940-23 aprile 1941, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1986, n. 405, pp. 397398. Cfr. anche Enzo Collotti, La politica dell’Italia nel settore danubiano-balcanico dal Patto di Monaco all’armistizio ita­ liano, in Enzo Collotti, Teodoro Sala, Giorgio Vaccarino, L ’Italia nell’Europa danubiana durante la seconda guerra mon­ diale, Milano, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione, 1967, pp. 55-61, 68-71 (“Quaderni de ‘n Movi­ mento di liberazione in Italia’”). 13 Da un discorso al Reichstag, “Deutsche Nachrichten für Griechenland”, 10 maggio 1941. Istruzioni specifiche in merito all’amministrazione della zona tedesca nella direttiva di Hitler n. 29, 17 maggio 1941, in Walther Hubatsch (a cura di), Hitlers Weisungenfür die Kriegsführung 1939-1945. Dokumente des Oberkommandos der Wehrmacht, Frankfurt/M., Bernard & Graefe, 1962 [2aed. ampi.], pp. 117-119. 14 Ulrich von Hassell, Die Neuordnung im Südostraum, “Berliner Monatshefte”, 19 (settembre 1941), pp. 607-608. 15 “Tätigkeitsbericht der Wirtschaftsabteilung bei Bevollmächtigten des Reiches für Griechenland vom 30. Mai 1941 ”, in Zen­ trales Staatsarchiv Potsdam (d’ora in poi ZStAP), film n. 4545, parzialmente riprodotto in Martin Seckendorf et al. (a cura di), Die Okkupationspolitik des deutschen Faschismus in Jugoslawien, Griechenland, Albanien, Italien und Ungarn (1941-1945), Europa unterm Hakenkreuz, voi. 6, Berlin-Heidelberg, Hüthig, 1992, p. 150; WBfh. Südost-IV Wi a OKW/WiRüAmt/Qu m d, lettera n. 480/41 g., 27 settembre 1941, in BA MA, W i/ICl. 7A; e relazione del 15 maggio 1941 da Hans-Günther Sohl, parzialmente riprodotta in Dietrich Eichholtz, Wolfgang Schumann (a cura di), Anatomie des Krieges. Neue Dokumente über die Rolle des deutschen Monopolkapitals bei der Vorbereitung und Durchführung des Zweiten Weltkrieges, Ost Berlin, VEB Deutscher Verlag, 1969, p. 330. Gli alleati dissonanti E d o ra i te d e s c h i, d o p o a v e r u tiliz z a to il lo ro a s p ira ­ p o lv e re s in o a q u a n d o n o n d a v a c h e p u la , h a n n o p a s ­ sa to il p a e s e a g li ita lia n i “ p e r d iritto d i c o n q u is ta ” . È u n o d e i tiri p iù sp o rc h i c h e la te s ta d e ll ’A s s e a b b ia m ai g io c a to , e si h a il s o s p e tto c h e g li ita lia n i lo s a p ­ p ia n o 16. Le rimostranze italiane per 1’“accaparramento” delle risorse economiche della Grecia comincia­ rono a farsi sentire17 e “per ragioni tattiche, [il ministero degli Esteri] fu costretto a contener­ si” 18. La Wehrmacht tuttavia continuò a sostene­ re che, dal momento che i tedeschi avevano vin­ to la guerra nei Balcani, era corretto che si tro­ vassero nella “posizione invidiabile” di acquisi­ re vantaggi economici prima del loro alleato19. Su una serie di richieste italiane minori ra c c o r­ do fu raggiunto nel marzo 1942, dopo lunghi ne­ goziati20, ma i leader dell’Asse non sottoscrisse­ ro nessuna intesa di larga portata che delimitas­ se le rispettive sfere di influenza economica. Il controllo economico tedesco rimase stretto per tutto il periodo dell’occupazione, e venne eser­ citato attraverso investimenti di capitali, control­ lo diretto di impianti industriali e di miniere, non­ ché mediante il sistema di commercio comple­ mentare sulla base della compensazione, che già 113 negli anni prebellici aveva portato la Grecia a di­ pendere dal mercato tedesco. Per ironia, quando giunse ad assumere le responsabilità di un eser­ cito di occupazione la Wehrmacht fu rapida a tra­ sferirne l’onere agli italiani (con l’accordo del ministero degli Esteri). Un esempio a questo pro­ posito fu la disastrosa mancanza di generi ali­ mentari nel 1941-1942, quando la Germania so­ stenne caparbiamente che era obbligo dell’Italia approvvigionare la popolazione -— sapendo che la stessa Italia era afflitta da carenza di cibo — e gli alleati della Grecia dovettero venire in suo soccorso21. In tutti i settori, l’opposizione ai piani tede­ schi di sfruttamento dell’economia greca, delle ricchezze minerarie, delle potenzialità industria­ li e delle risorse umane non proveniva tanto dal­ lo Stato greco e dalla classe commerciale locale, ma dagli italiani, i cui “interessi di potenza [...] erano diversi da quelli della Germania e qualche volta in conflitto”22. Lo sfruttamento irrazionale della Grecia creava condizioni economiche cao­ tiche, il cui ulteriore deterioramento la dirigenza tedesca si dimostrò incapace di contrastare. Il pa­ gamento delle richieste dell’Asse per spese di oc­ cupazione e contributi di guerra, di gran lunga il più alto pro capite nell’Europa occupata23, ebbe 16 Ralph Kent, / Saw Greece Looted, in Davis W. Homer (a cura di), Greece Fights. The People Behind thè Front, New York, American Friends of Greece, 1942, p. 65. 17 DDI, IX, voi. VII, 24 aprile-11 dicembre 1941, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1987, n. 92, p. 86. 18 Czeslaw Madajczyk, Deutsche Besatzungspolitik in Polen, in der UdSSR und in den Ländern Südosteuropas, in Karl Die­ trich Bracher e al. (a cura di), Deutschland 1933-1945. Neue Studien zur nationalsozialistischen Herrschaft, Düsseldorf, Dro­ ste, 1992, p. 437. Ma come commenta Alfieri, “quando i tedeschi parlavano di ‘collaborazione’ intendevano qualcosa che com­ portava il minimo sforzo e sacrificio da parte loro”; cfh. D. Alfieri, Due dittatori di fronte, Milano, Rizzoli, 1948 [ed. ameri­ cana, New York, New York University Press, 1955, p. 103]. 19 Relazione [senza numero] del WiRüAmt/Abt Ro (la) in merito ad una discussione al ministero degli Esteri del 7 giugno 1941, in BA MA, Wi/IC 1. 8. 20 “Vertrauliches Protokoll betreffend deutsch-italienische Vereinbarungen über Griechenland vom 14. März 1942”, in Poli­ tisches Archiv des Auswärtigen Amtes, Bonn (d’ora in poi PA AA), HaPol-Akten, Verträge, Italien, voi. 1. Cfr. anche la rela­ zione dell’Azienda minerali metallici italiani (AMMI) al ministero degli Affari esteri della Rsi, 2 maggio 1944, in Archivio storico diplomatico del ministero degli Affari esteri, Roma (d’ora in poi ASDMAE), R.S.I. 1943-45, Direzione Generale de­ gli Affari Commerciali, b. 209. 21 Gabriella Etmektsoglou, Axis Exploitation ofWartime Greece, 1941-1943, Ph.D. diss., Emory University, 1995, cap. VI, “Axis Requisitions of Foodstuffs and Starvation in Greece”. 22 Frederick William Deakin, La brutale amicizia. Mussolini, Hitler e la caduta del fascismo italiano, Torino, Einaudi, 1990, 2 voli., p. 10 [ed. orig. London, Weidenfeld & Nicolson, 1962]. 23 Secondo una stima della Reichsbank, ogni cittadino greco doveva contribuire mensilmente con 78 RM. ZStAP, film n. 2308, “Übersicht der Reichsbank vom 9. April 1943”, pubblicato in M. Seckendorf e al. (a cura di), Die Okkupationspoli­ tik, cit., p. 66. Gabriella Etmektsoglou 114 un impatto inflazionistico catastrofico. Dal mo­ mento che il bilancio pubblico non poteva far fronte alle spese dell’Asse, queste vennero fi­ nanziate stampando moneta. Ciò provocò un’e­ spansione della circolazione monetaria, seguita da un brusco ribasso nel potere d ’acquisto della dracma, ed un rapido aumento dell’indice dei prezzi24. Scrivendo della situazione in Grecia ed in altri paesi occupati nel luglio 1942, il ministro delle Finanze del Reich, Lutz Schwerin von Krosigk, criticava la politiva tedesca in materia: Si g iu n se d o p o l ’o c c u p a z io n e a d u n a sv e n d ita se n z a re g o la , n e lla q u a le l ’in iz ia le g iu s ta p p o s iz io n e d e i d i­ v e rsi c o m p ra to ri p u b b lic i e p riv ati — c o m p re si g li a p ­ p a rte n e n ti a lla W e h rm a c h t — ra p id a m e n te d e g e n e rò in u n a c o n tra p p o siz io n e . L e c o n s e g u e n z e d e lla s v e n ­ d ita fu ro n o u n g iro di v ite su i p re z z i e su i sa la ri e d un a m p io sp o s ta m e n to d e l m o v im e n to d e lle m e rc i su l m e r­ c ato n e ro . [...] In G re c ia il p u n to fin a le è p re s s o c h é r a g ­ g iu n to ; n o n v i e siste a sso lu ta m e n te p iù u n m e rc a to le ­ g a le , n o n e siste p iù a lc u n ra p p o rto dei p re z z i c h e p o s ­ s a se rv ire d a b a s e p e r la sta b iliz z a z io n e e la rio rg a n iz ­ z a z io n e . [...] In c a s o d i m a g g io r d u ra ta d e lla g u e rra , si tra tte rà di e v ita re c h e i p a e s i, d e l c u i p o te n z ia le c i se r­ v ia m o , v a d a n o a p ic c o p rim a d e l te m p o 25. Nel 1942 era troppo tardi per porre riparo agli eccessivi squilibri economici causati dal primo anno di saccheggio e da problemi connessi con la guerra, quali un brusco declino della produ­ zione greca causato dall’isolamento del paese dai suoi tradizionali mercati di rifornimento e il ri­ fiuto o la difficoltà nazista a consegnare macchi­ nario, materie prime e combustibile. Né era fa­ cile attenuare il malcontento, al limite della resi­ stenza attiva, che le politiche dell’Asse avevano provocato. L’invincibilità dell’Asse fu m essa in grave dubbio nella battaglia di Stalingrado durante l ’autunno/inverno 1942-1943, e da quel m o­ mento le autorità tedesche perseguirono l’o­ biettivo a breve termine della m assima appro­ priazione e utilizzazione delle risorse strategi­ che e della capacità produttiva dell’Europa oc­ cupata per lo sforzo bellico, il che ebbe conse­ guenze ancora più catastrofiche per le economie locali. Le crescenti esigenze dell’economia bel­ lica, combinate con l’interruzione dei riforni­ menti dalla Russia, richiesero lo sfruttamento spietato dei territori occupati, e la propaganda del Nuovo ordine fu spinta in secondo piano26. Il nuovo ministero degli Armamenti e delle M u­ nizioni, dal febbraio 1942 sotto la guida di A l­ bert Speer, applicò la “m obilitazione totale” al­ le industrie di tutti i paesi occupati. Per aumen­ tare la produzione di armamenti, ora concen­ trata in Germania, Fritz Sauckel costrinse mi­ lioni di lavoratori stranieri a produrre per que­ sto scopo27. Il duce, d ’altro canto, continuò a di­ chiararsi convinto della necessità di promuove­ re l’idea del Nuovo ordine e desideroso di so­ stenere misure atte a porre rimedio all’instabi­ lità finanziaria della Grecia28. Il livello di sfrut­ tamento delle risorse economiche greche era più alto di quello voluto dall’Italia. Le politiche mio­ pi della Germania, formulate e modificate in ba­ se alla situazione ed alle esigenze della guerra, non presero in considerazione la struttura eco­ nomica del paese e le condizioni in cui l ’eco­ nomia greca aveva operato dall ’ottobre 1940. Le 24 Lutz Graf Schwerin von Krosigk, Wie wurde der Zweite Weltkrieg finanziert?, in Bilanz des zweiten Weltkrieges: Erkennt­ nisse und Verpflichtungen fü r die Zukunft, Oldenburg-Hamburg, Stalling, 1953, p. 321. 25 Copia della lettera Y 5090-60 V g. a Göring, 15 luglio 1942, in BA Koblenz, R 7/3015, fotogramma 18-26. 26 Rolf-Dieter Müller, Grundzüge der deutschen Kriegswirtschaft 1939 bis 1945, in K. D. Bracher e al. (a cura di), Deutsch­ land 1933-1945, cit., pp. 365-366. Nell’aprile 1942, Göring aveva ufficialmente dato disposizione che venisse interrotta la progettazione del Nuovo ordine. Cfr. “Verordnung über Friedensplanungen in der Wirtschaft”, 13 aprile 1942, “Reichsge­ setzblatt”, parte 1, n. 43, p. 71. Cfr. anche la nota n. 1078 del ministero degli Esteri del Reich, 6 settembre, in PA AA, HdAkten Luther (1940-1943), voi. 45, pp. 428420-21, pubblicato in H. W. Neulen (a cura di), Europa und das 3. Reich, cit., pp. 100-101. Progetti sulla Nuova Europa continuarono ad essere redatti segretamente. -7 Henry S. Bloch, Berthold F. Hoselitz, Economics o f Military Occupation. Selected Problems, Chicago, Foundation, 1944, pp. 124-125. 28 DDI, IX, voi. VH, cit., n. 264, p. 255. Gli alleati dissonanti sconfitte d ell’Asse resero più o meno irrilevan­ ti le proteste italiane in merito all’entità delle spese di occupazione della W ehrmacht ed alla funesta politica di dissanguam ento di mezzi di produzione, combustibile e riserve di beni di pri­ ma necessità. Dal primo insuccesso militare nell’inverno del 1941, la distanza tra Italia e G er­ mania per quanto concerne gli obiettivi a lungo termine e le concezioni di un Nuovo ordine co­ minciò ad aumentare enorm em ente29. L’esame critico delle trattative sul finanziamento dei co­ sti di occupazione in Grecia dice molto su que­ sto cambiamento e sui suoi effetti nei rapporti in seno all’Asse. Le spese di occupazione: uno sguardo d ’insie­ me L’Asse esigette dallo Stato greco enormi som­ me di contributi finanziari. M entre nella m ag­ gior parte dei paesi occupati le spese annue di occupazione corrispondevano ai loro stanzia­ menti per la difesa prima dell’invasione tede­ sca30, l’entità del tributo della Grecia nel 19411942 rappresentò il 113,7 per cento del reddito 115 nazionale del paese31. Le spese di occupazione della Norvegia nello stesso periodo — le più al­ te nell’Europa occidentale occupata — rappre­ sentavano soltanto il 69 per cento del suo red­ dito nazionale, quelle del Belgio il 24 per cen­ to e quelle dell’Olanda il 18 per cento32. A pre­ scindere dalle spese di occupazione di due eser­ citi, la Grecia fu costretta a finanziare progetti di difesa nel M editerraneo orientale. Specialmente durante la campagna africana del 19421943, quando la Grecia servì da base di transi­ to e di rifornim ento per l ’A frikan Corps, la W ehrmacht, in violazione della convenzione dell’Aja, non fece distinzioni tra spese di ap­ provvigionamento e di alloggiamento delle trup­ pe di stanza ed esborsi per costruzioni difensi­ ve richieste dalla guerra contro la Gran Breta­ gna33. Oltre a contributi finanziari diretti, l ’A s­ se esigette dalla Banca di Grecia ampi crediti. Questi furono impiegati per finanziare opere di difesa ma anche per pagamenti di generi di pri­ ma necessità requisiti e per acquisti di scorte in miniere e in imprese industriali: altra violazio­ ne della Convenzione dell’Aja34. L’ammontare delle spese di occupazione del­ la Grecia fu fissato in “modo casuale” o “su una 29 Parte della dirigenza politica italiana continuava a riflettere sull’ordine nuovo. A titolo di esempio, cfr. Raffaello Riccardi, La collaborazione economica europea, Roma, Edizioni Italiane, 1943, pp. 133-146. Stabilire se l’opposizione italiana al­ l’imperialismo tedesco fosse o meno una genuina diversità di concetti o una manovra propagandistica — “un tentativo me­ schino” per rendersi più attraente agli occhi degli alleati, avendo in progetto di cambiare parte, come sostiene Josef Schröder — è al di là degli scopi di questo saggio. Cfr. J. Schröder, Italiens Kriegsaustritt 1943. Die deutschen Gegenmassnahmen im italienischen Raum: Fall “Alarich" und "Achse”, Göttingen-Zürich, Musterschmidt, 1969, pp. 66-67. 30Thomas Reveille, The Spoil o f Europe. The Nazi Technique in Political and Economic Conquest, New York, Allen & Unwin, 1942, pp. 103-107. 31Günther von Altenburg al ministero degli Esteri, 25 settembre 1941, in BA MA, Wi IC 1/9, pp. 2-3. 32Altenburg, “Stellungsnahme zur Memorandum über Griechenlands Volks- und staatswirtschaftliche Lage” (d’ora in poi Al­ tenburg, “Stellungsnahme”), 25 settembre 1941, in BA MA, Wi IC 1/9, p. 10. 33 Oberregierungsrat Dr. S. Nestler, “Das Finanzwesen einschliesslich der Besatzungskosten in Griechenland während der deutschen Besatzungszeit 1941-1944”, p. 91, in PA AA, Sonder- bevollmächtigter Südost, Dienst Athen, voi. 7 (d’ora in poi Nestler, “Finanzwesen”). Anche se l’articolo 49 non asserisce categoricamente che i contributi devono essere proporzionali alle risorse del paese, molti autorevoli studiosi hanno affermato che non possono essere addebitate spese di occupazione de­ stinate a coprire spese belliche o per arricchimento dell’occupante. Cfr. James W. Gamer, International Law and thè World War, voi. Il, London, Longmans & Green, 1920, pp. 114-115. Lawrence Oppenheim sostiene che “i contributi non possono essere richiesti in misura eccessiva, ma esclusivamente per le esigenze dell’esercito, allo scopo, per esempio, di pagare le re­ quisizioni o l’amministrazione della località in questione”. Cfr. L. Oppenheim, International Law. A Treatise, voi. II, Dispu­ tes, War and Neutrality (a cura di Hersh Lauterpacht), London, Longmans, 19527, p. 412. 34 Alcuni esperti di diritto intemazionale hanno considerato l’imposizione di prestiti forzosi comprendente una clausola sul rimborso come un legato nominale per il quale, tuttavia, devono essere applicate le norme sui contributi. Cfr. Emst H. Feilchenfeld, The International Economie Law o f Belligerent Occupation, New York, Johnson Reprint Corp., 1971, p. 46. 116 Gabriella Etmektsoglou base attuariale precisa”35? Ad influire sulle poli­ tiche dell’Asse in questa materia vi è una serie di fattori chiave: il posto della Grecia nel Nuovo or­ dine europeo, i conflittuali interessi economici e politici dell’Asse in Grecia nel periodo bellico e l’andamento della guerra. Queste considerazioni tuttavia non produssero politiche sistematiche, ma piuttosto riflessero i vari gradi di sfruttamen­ to da parte dell’Asse ed il suo coinvolgimento nell’economia greca. Ne conseguì che le mutevoli fortune della guerra progressivamente di­ vennero il fattore preminente nel determinare la politica delle spese di occupazione. Che l’au­ mento dei tributi di occupazione nei periodi dal novembre 1941 al gennaio 1942 e dal marzo al­ l’aprile 1942 coincidesse con i successi alleati nell’Africa settentrionale è indicativo della pre­ cisa correlazione tra le maggiori spese dell’Asse ed il peggioramento della situazione bellica. Le esigenze dell’occupazione si ampliarono in mo­ do straordinario dopo lo sbarco delle truppe al­ leate in Algeria e Marocco nel novembre 1942 ed ancora a seguito della sconfitta di Stalingrado nell’inverno del 1942-1943, come conseguenza del­ le vaste opere di difesa intraprese per trasforma­ re Creta ed il Peloponneso in “fortezze”, in pre­ visione degli sbarchi alleati36. L’opportunismo strategico spiega la sterilità degli sforzi compiu­ ti dalle autorità civili tedesche e dagli italiani, en­ trambi consci dell’ostilità suscitata dalle loro po­ litiche economiche, per impedire il collasso del­ l’economia greca. Soltanto di fronte alla cresci­ ta di un movimento di resistenza di massa nel 1943-1944 la Wehrmacht riuscì a rendersi conto del suo reale interesse per un’economia funzio­ nante. Prima di addentrarci nelle trattative del­ l’Asse sulla determinazione dei tributi mensili, è utile avere un’idea in generale di chi usò questo denaro e per quale scopo. Per quanto riguarda contributi diretti e credi­ ti della Grecia, la Wehrmacht tedesca fece la par­ te del leone. In media, l’esercito assorbì il 51,9 per cento dell’importo totale, la marina il 35,7 per cento e l’aviazione il 12,4 per cento37. Delle spese di occupazione, le forze armate italiane spe­ sero soltanto la metà rispetto ai tedeschi, nono­ stante il fatto che le loro truppe ammontassero a 160.000 unità e quelle dei tedeschi a 80.00038. La Wehrmacht spiegava questa discrepanza con il fatto che i tedeschi avevano di guarnigione in Grecia marina, aviazione, unità motorizzate e spe­ ciali, mentre gli italiani avevano soltanto unità di fanteria, artiglieria e cavalleria che richiedevano minori spese di mantenimento. La documenta­ zione disponibile dimostra tuttavia che a spiega­ re gli alti esborsi stanno, da parte della Wehrma­ cht, la cattiva gestione e l’avvio ambizioso di pro­ getti di difesa inattuabili. Sotto il profilo contabile, i progetti di costru­ zione furono suddivisi in tre categorie, con l ’in­ dicazione di chi beneficiava degli investimenti39: a. In te re s s i c o m u n i te d e sc h i e ita lia n i 8 4 ,8 p e r c en to b. In te re s s i te d e s c h i 14,0 p e r c en to c. In te re s s i te d e sc h i e g re c i 1,2 p e r c en to Le opere specifiche comprese nelle suddette ca­ tegorie erano: a. costruzione di campi di avia­ zione, impianti m ilitari per im m agazzinare il combustibile, porti, pozzi e costruzioni di prima linea; installazioni telefoniche, costruzione di strade; costruzione di ospedali e acquartieramenti militari, usati anche dall’esercito italiano; b. co- 35 T. Reveille sostiene che per la maggior parte dei paesi occupati si trattava del secondo caso: cfr. Spoil o f Europe, cit., p. 103. 36 Rainer Eckert, Vom “Fall Marita ” zur “wirtschaftliche Sonderaktion Die deutsche Besatzungspolitik in Griechenland vom 6. April 1941 bis zur Kriegswende im Februar/März 1943, Frankfurt/M., Lang, 1992, p. 131. 37 Nestler, “Finanzwesen”, p. 92. 38 Nel settembre 1941 Altenburg calcolava che ogni soldato tedesco costasse allo Stato greco 10 RM = 600 dracme al giorno, mentre ogni italiano soltanto 5,20 RM = 312 dracme. Cfr. Altenburg, “Stellungsnahme”, pp. 2, 4. 39 Nestler, “Finanzwesen”, pp. 102-103. Secondo calcoli tedeschi, a settembre 1943 l’Italia doveva alla Germania 123,7 mi­ liardi di dracme per opere edilizie utili allo sforzo bellico dell’Asse. Non è noto l ’importo dovuto dalla Germania all’Italia per opere analoghe. Gli alleati dissonanti struzione di quartieri militari per le truppe tede­ sche e di servizi igienici e di altri servizi; c. co­ struzione di strade, impianti per il rifornimento di acqua, sfruttamento di cave ed opere di boni­ fica contro la malaria. Come mostra il prospetto che segue, gli importi investiti in progetti di co­ struzione ammontavano ad oltre il 50 per cento delle spese di occupazione tedesche40. S p e se d i o c c u p a z io n e p e r tip o lo g ia sp e se e d iliz ie p a g a m e n to d e lle tru p p e 41 sa lari a m an o v a li im p ie g a ti d a lla W e h rm a c h t p ro v v iste a ltre sp e s e sp e c ia li42 5 1 ,2 p e r c e n to 6 ,8 p e r c e n to 6 ,4 p e r c e n to 25,1 p e r c e n to 10,5 p e r c e n to Non disponiamo di una documentazione detta­ gliata sulla gestione italiana dei pagamenti delle spese di occupazione in Grecia per gli anni 1941194343. Le relazioni italiane in materia sono una­ nimi nel porre in rilievo da un lato le preoccupa­ zioni italiane per l’instabilità finanziaria della Grecia e i costi contenuti delle loro truppe, e dal­ l’altro lo sperpero tedesco. Risulta tuttavia che l’Intendenza impiegasse somme richieste per le spese relative alle sue forze per investimenti di capitali in Grecia, per l’acquisto di materie pri­ me e per altre spese besatzungsfremden (estranee 117 all’occupazione)44. Ma, a differenza di Berlino, Roma interveniva quando i suoi rappresentanti compivano operazioni suscettibili di gettare nel caos il sistema economico della Grecia. L’introduzione delle monete di occupazione Sin dal tardo diciannovesimo secolo le monete di occupazione vennero ampiamente impiegate in Europa ed in America per coprire le spese delle truppe e per indennizzare proprietari di beni re­ quisiti nei territori occupati. I nazisti sfruttarono il potere di emettere monete di occupazione an­ che allo scopo di controllare 1’ economia degli Stati conquistati, regolando, ad esempio, la cir­ colazione monetaria45. La nuova valuta legale pa­ neuropea, i Reichskreditkassenscheine (RKKS, banconote dell’Ufficio credito del Reich) fu emes­ sa da banche speciali, le Reichskreditkassen, e ga­ rantita o da un prestito al Reich deH’Amministrazione centrale delle Reichskreditkassen o dal­ lo Stato sconfitto sotto forma di conti di occupa­ zione46. L’insediamento di queste banche di emis­ sione nei territori occupati traeva, a suo dire, la propria legittimità dal temporaneo passaggio del potere supremo alle autorità di occupazione47. Nell’aprile 1941, la Reìchskreditkasse aprì a Sa­ lonicco ed Atene delle filiali che, a differenza di 40 Nestler, “Finanzwesen”, p. 92. Le percentuali erano calcolate sulla base delle spese del 1944, ma secondo Nestler erano ap­ plicabili anche agli anni precedenti. 41 II termine usato nel rapporto era Einsatzgebiihmisse, e si riferisce al soldo (Wehrsold). 42 Spese di manutenzione per armi ed equipaggiamenti, nonché per servizi medici e veterinari. 43 Alcune informazioni nella lettera n. 259556/211443 del ministero delle Finanze italiano al ministero degli Esteri, 9 dicem­ bre 1942, e nella lettera n. 2107 di Vincenzo Fagiuoli a Giuseppe Bastianini, 18 giugno 1943, in ASDMAE, Gabinetto, A. P. Ufficio Grecia, 1943, b. 1. 44 Memorandum di Amedeo Giannini, direttore degli Affari commerciali del ministero degli Esteri italiano, a Galeazzo Cia­ no, 15 ottobre 1942, in DDI, IX, voi. IX, 21 luglio 1942-6febbraio 1943, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1989, n. 224, p. 232; Carlo Geloso, Due anni in Grecia al comando dell’11“ Armata, 23 aprile 1941-3 maggio 1943, in Archivio storico dell’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’esercito, Roma (d’ora in poi ASSME), Diari storici CSRE, b. 1393 A, p. 35. 45 Vladimir Petrov, Money and Conquest. Allied Occupation Currencies in World War li, Baltimore/Md., Hopkins, 1967, p. 16. 46 I RKKS apparvero per la prima volta nel 1939 in Polonia. Nel 1940 furono emessi in Danimarca, Norvegia, Olanda, Bel­ gio e Francia e nel 1941 nei Balcani ed in Unione Sovietica. Al 1943 erano in circolazione 3,35 miliardi di RM in RKKS. Cfr. Bank for International Settlements (d’ora in poi BFIS), Tenth to Fifteenth Annual Reports, Ist Aprii 1939-31st March 1945, 6 voll., Basle, 1940-1945 (d’ora in poi Annual Reports), 14,hAnnual Report, Ist Aprii 1943-3Ist March 1944, Basle, 1944, p. 160. 47 Rainer Eckert, Die Verwendung von Reichskreditkassen-Scheinen in der von den faschistischen deutschen Wehrmacht im zweiten Weltkrieg besetzten Teilen Griechenlands, “Numismatische Beiträge”, 1988, n. 1, p. 3. 118 Gabriella Etmektsoglou quanto avvenne in Polonia, Belgio e Jugoslavia, non furono trasformate in nuove banche centrali di emissione48. Le Soldatenbanken emettevano RKKS, “ancorati” al Reichsmark49 e all’inizio operarono come istituti di credito che coprivano le esigenze monetarie e bancarie delle forze ar­ mate. Nello stesso tempo, la Cassa mediterranea di credito per la Grecia emise obbligazioni mili­ tari (denominate in Grecia dracme mediterranee, MD)50. Le due monete militari furono utilizzate da parte delle forze d ’occupazione per pagare ac­ quisti privati di generi alimentari e di altre merci, mentre le Leistungsbescheinigungen, sorta di ri­ cevute, erano usate come pagamento di servizi re­ si e per la fornitura di merci51. La fissazione dei tassi di cambio delle mone­ te militari, in rapporto diretto con la parità del Reichsmark e della lira con la dracma, fu a lun­ go discussa tra i partner dell’Asse52. La Germa­ nia propose un tasso di 1 RM = 50 dracme, cor­ rispondente grosso modo al potere di acquisto della dracma nell’aprile 194153. Stante una pa­ rità Reichsmark-hia. di 1:7,63, tale tasso dava una parità lira-dracma di 1:6,55. Gli italiani tuttavia avevano arbitrariamente fissato un tasso di 1 lira = 16 dracme, nell’intento di favorire l’acquisi­ zione di holdings e l’espansione delle imprese italiane in Grecia. Questa equazione corrispon­ deva ad una parità Reichsmark-dracma di 1:12254. Dopo lunghe trattative gli italiani si convinsero ad accettare i tassi di 1 RM = 60 dracme e 1 lira = 8 dracme55, che rimaneva ancora del 20 per cen­ to al di sopra dell’effettivo tasso di compensa­ zione al quale sino ad allora erano state effettua­ te le transazioni. A luglio 1941, l ’ammontare di RKKS in cir­ colazione in Grecia aveva raggiunto un valore di 105 milioni di RM e le MD 80 milioni di RM circa56. Ben presto Berlino si rese conto che l’u­ so della moneta militare comprometteva la sta­ bilità del Reichsmark e decise di ridurne la cir­ colazione57. Il potere di acquisto dei RKKS fu per contro condizionato d all’esorbitante au­ mento dei prezzi in tutta 1’Europa occupata. Inol- 48 T. Reveille, Spoil o f Europe, cit., pp. 117,121 e H. S. Bloch, B. F. Hoselitz, Economics o f Military Occupation, cit., pp. 19-20. 49 Panagiotes Dertiles, Arithmoi kai Keimena ton Exodon Katoches kai Hoi Axioseis tes Hellados, “Archeion Oikonomikon kai Koinonikon Epistemon”, 44 (1964), pp. 492-493. Sull’emissione di monete militari cfr. H. S. Bloch, B. F. Hoselitz, Eco­ nomics o f Military Occupation, cit., pp. 5-9, 17-20; T. Reveille, Spoil o f Europe, cit., pp. 115-120. 50 Intendenza Comando superiore FF.AA. Grecia, “Organizzazione logistica delle FF.AA. in Grecia alla data 23 luglio 1941”, in ASSME, Diari storici CSRE, b. 632. 51 “Verordnungsblatt für das besetzte griechische Gebiet”, 5 aprile 1941, n. 1, p. 4. 52 In conformità al diritto intemazionale, l’occupante ha il diritto di determinare il tasso di cambio, che deve tuttavia essere te­ nuto entro limiti ragionevoli, stabiliti dalla parità del potere di acquisto delle due monete. Al massimo, può essere arrotondato alla cifra superiore per facilitare la conversione del RM e dei RKKS alla moneta locale. Cfr. Arnulf Emmendörfer, Geld und Kreditaufsicht in den von Deutschland während des 2. Weltkrieges besetzten Gebieten: eine völkerrechtliche Untersuchung über die geld- und kreditwirtschaftlichen Massnahmen deutscher Besatzungsbehörden, Ph.D diss., Università di Magonza, 1957, p. 15. Emmendörfer dimostra la fondatezza della sua affermazione, secondo la quale l’arrotondamento alla cifra superiore del tas­ so di cambio non costituisce violazione del diritto intemazionale, citando diverse sentenze del tribunale in materia. 53 Di fatto questo tasso rappresenta un piccolo aumento nella quotazione del RM dal momento che il tasso medio al 1° apri­ le 1941 era di 1 RM = 48,50 dracme. Cfr. BFIS, Annual Reports, cit., l l ,hAnnual Report, Ist Aprii 1940-31st March 1941, Basle, 1941, p. 28. Nella determinazione dei tassi di cambio, la Germania non seguì la stessa politica in tutta Europa. La mo­ neta locale della maggior parte dei territori incorporati era notevolmente sopravvalutata in termini di RM, mentre quella del­ la maggior parte dei territori occupati era arrotondata alla cifra superiore con un’esigua sopravvalutazione. Le monete della Francia e del Belgio, tuttavia, furono deprezzate per rendere più economici gli acquisti tedeschi. Cfr. T. Reveille, Spoil o f Eu­ rope, cit., pp. 92-98. 54 Telegramma n. 341 di G. von Altenburg, 28 maggio 1941, in PA AA, HaPol IVa Griechenland, Finanzwesen 16-1, voi. 7. 55 Telegramma (senza numero) di Moraht, 30 maggio 1941, in PA AA, NaPol Clodius, Griechenland, voi. 4, e n. 640 di Cari Clodius a Diplogerma Athens, 21 giugno 1941, in PAAA, HaPol IVa Griechenland, Finanzwesen 16-1, voi. 3. 56 Altenburg, “Stellungsnahme”, p. 2. Nestler parla di un importo di 77 milioni di RM (4,62 miliardi di dracme), “Finanzwe­ sen”, p. 79. 57 V. Petrov, Money and Conquest, cit., pp. 33-35. In origine, il ministro delle Finanze del Reich aveva considerato vantag­ gioso l’aggancio dei RKKS al RM in quanto, favorendo l’introduzione di una moneta militare in tutta l’Europa occupata, aiu­ tava a tenere segreti i movimenti delle truppe. Gli alleati dissonanti tre, nelle banche centrali europee vennero ad ac­ cumularsi grandi quantità di RKKS ed il debi­ to di compensazione del Reich nei loro confronti si trovò ad aumentare costantem ente58. Preoc­ cupata da questi sviluppi, la G erm ania si ac­ cordò con l ’Italia nell’agosto 1941 per esigere dal regime collaborazionista greco pagamenti mensili in moneta locale e per emettere m one­ te militari soltanto in situazioni d ’emergenza59. Alla Banca di Grecia fu imposto di ritirare dal­ la circolazione gli RKKS e le MD e di addebi­ tare allo Stato greco la spesa relativa alla tra­ sformazione di tutte le monete m ilitari in valu­ ta locale60. Nestler, Oberregierungsrat al D ipar­ timento economico dell’Ufficio plenipotenzia­ rio speciale per il Sudest del m inistero degli Esteri del Reich, sostenne l ’equità della misura adottata, dal momento che la Grecia non aveva pag ato trib u ti m en sili d a ll’a p rile al lu g lio 194161. 56,4 milioni di RM in RKKS furono ri­ messi senza indennizzo ai tedeschi, nonostante il fatto che continuassero a mantenere il loro cor­ so legale62. Di essi, una larga parte fu utilizza­ ta per acquisti nella Francia e nella Serbia oc­ cupate, dove i RKKS erano ancora valuta lega­ le accanto alle monete locali e avevano un po­ tere d ’acquisto molto più alto di quanto non aves­ sero in Grecia. 3,6 miliardi di dracme furono 119 spese per il riscatto delle MD, ma gli italiani non ne richiesero la resa. Con la conseguenza che dopo il ritiro furono distrutte63. Nonostante l ’accordo dell’agosto 1941, dal novembre 1941 al febbraio 1942 RKKS per un valore di 35 m ilioni di RM 64 furono impiegati per coprire spese della W ehrmacht e per l’ac­ quisto di merci inviate nel Reich che avrebbe­ ro dovuto essere addebitate al conto di com ­ pensazione greco-tedesco65. Con tutta eviden­ za, il ritiro conclusivo dei RKKS dalla Grecia fu e ffe ttu a to so lta n to n e lla p rim av era del 194366. A partire dal marzo 1943, le truppe ri­ cevettero metà del loro soldo in Wehrmacht­ sbehelfsgeld (moneta ausiliaria militare), che poteva essere speso soltanto in m agazzini m i­ litari67. Alla fine dell’occupazione, i tedeschi avevano utilizzato in Grecia come moneta cor­ rente legale 154,1 RM in RKKS68. Il valore del­ le obbligazioni italiane della Cassa m editerra­ nea di credito che circolarono in Grecia dall’a­ prile 1941 al settembre 1943 è valutato sui 5 miliardi di dracme69. A prescindere dai RKKS e dalle MD, nel­ l’aprile 1942 fu introdotta nelle Ionie un’altra moneta speciale. La dracma ionia (ID) fu di­ chiarata moneta legale accanto alla lira italia- 581 RKKS avevano un rapporto fisso con ogni moneta locale. “Il fatto che l’aumento dei prezzi variasse da paese a paese de­ terminava una corrispondente variazione nel potere di acquisto [dei RKKS], che tendevano di conseguenza a gravitare verso il paese o i paesi in cui il loro potere di acquisto era più alto”. Il movimento generalmente andava da est ad ovest (Francia). Cfr. BFIS, 14,hArnual Report, cit., p. 160. 59 Clodius a Giannini, 5 agosto 1941, in PA AA, HaPol Wiehl, Italien, voi. 13, p. 445558. 601 tedeschi pretesero nell’Europa occidentale occupata che le banche centrali cedessero tutti i RKKS che avevano accumu­ lato e li aggiungessero al debito di compensazione della Germania. 61 Nestler, “Finanzwesen”, p. 79. Sull’impiego dei RKKS come mezzo per finanziare lo sforzo bellico tedesco, cfr. Manfred Oertel, Über die Deutsche Reichsbank im zweiten Weltkrieg, Ph.D. diss., Università di Rostock, 1979, pp. 95-102. 62 P. Dertiles, Ta Exoda Idios ton Germanikon Archon Katoches kai he Symvasis tes Chages, “E.B.E.th. Bulletin”, maggio 1965, n. 5, p. 10. 63 Nestler, “Finanzwesen”, p. 80. 64 Nestler, “Finanzwesen”, p. 80; telegrammi n. 980 e 987 di Clodius, 15 e 18 novembre 1941, in PA AA, Büro St.S., Grie­ chenland, voi. 2, pp. 127737-39; lettera n. 1012 di Ernst Woermann, 1° dicembre 1941, in PA AA, HaPol Clodius, Italien, voi. 9. 65 Paul Hahn, Die griechische Währung und währungspolitische Massnahmen unter der Besetzung, 1941-1944, Tübingen, In­ stitut für Besatzungsfragen, 1957, p. 12. 66 Decreti di marzo e del 19 aprile 1943; P. Hahn, Griechische Währung, cit., p. 13. 67 P. Hahn, Griechische Währung, cit., p. 37. Alla fine del settembre 1944, per ogni RM del suo soldo un soldato tedesco ri­ ceveva 9 RM in Behelfsgeld e 1 RM in dracme, equivalente a 330 milioni di dracme; Nestler, “Finanzwesen”, p. 96. 68 P. Hahn, Griechische Währung, cit., p. 12; e Nestler, “Finanzwesen”, p. 80. 69 P. Hahn, Griechische Währung, cit., p. 12. 120 Gabriella Etmektsoglou na e fu proibita la circolazione di qualsiasi al­ tra valuta, incluse le MD. Il tasso di sconto era stabilito in 1 ID = 8 dracme, e nel giro di una settim ana tutte le dracm e furono cam biate in ID 70. La m isura fu adottata in prim o luogo al­ lo scopo di vincolare econom icam ente le isole all’Italia e non come rim edio alla costante in­ flazione dei prezzi, come sostenevano gli ita­ liani71. Fu lim itato il trasferim ento di dracme nelle isole, con la conseguenza di im pedire a fi­ liali di banche greche di svolgere le loro atti­ vità e di portarle da ultimo all’insolvenza72. Nel maggio 1942 Fabrici del Banco d ’Italia dispo­ se che tutte le banche saldassero i conti con i loro uffici centrali. Ad agosto la loro ecceden­ za passiva, per un totale di 300 m ilioni di drac­ me circa, era stata depositata dalla Banca di Grecia nella Banca di Napoli di Atene, per il trasferim ento alla Cassa speciale per le Isole Jonie di Corfù. Q uest’ultim a, in funzione di banca di em issione, doveva depositare l ’equi­ valente in ID alla filiale della Banca di Grecia di Corfù. M a mentre questa procedura si com ­ pletava nell’agosto 1943, le due monete erano state svalutate in modo così significativo che i risparm iatori greci ne ebbero un danno finan­ ziario73. L’Italia era decisa a difendere la frontiera econom ica ionia e rifiutò di autorizzare il tra­ sferim ento di crediti da parte della Banca di G recia persino alla Luftwaffe, che stava ese­ guendo opere edili nelle isole, esigendo che le spese della W ehrmacht fossero pagate o in lire italiane o in RM74. Sconcertato, il m inistro del­ le Finanze tedesco propose di includere le Io­ nie nell’accordo tedesco-italiano su obblighi e disimpegni reciproci (Nono protocollo segreto del 14 marzo 1942). Tale accordo riguardava esplicitam ente i territori italiani; estendendolo alle Ionie, la Germania indirettam ente ricono­ sceva la loro annessione da parte dell’Italia75. La separazione delle isole Ionie term inò sol­ tanto dopo la capitolazione dell’Italia. Le ID furono ritirate dalla circolazione nel novembre 1943, quando l’isola fu posta sotto l ’am m ini­ strazione tedesca. Un importo di 3,3 m iliardi di ID fu tradotto in dracme al tasso di uno a uno76. Il cambio fu salutato con favore dalla popola­ zione locale, che non aveva mai riconosciuto le ID come m oneta legale e aveva com piuto la m aggior parte delle permute mediante baratto. Della loro em issione si erano avvantaggiate sol­ tanto le autorità italiane, messe in condizione di coprire senza difficoltà tutte le spese di oc­ cupazione per il periodo dall’aprile 1942 al set­ tembre 1943. 70 Telegramma n. 2505 di Hahn-Altenburg, 14 settembre 1943, in BA MA, W i/ICl. IC. I greci residenti in città delle Ionie potevano cambiare sino a 20.000 dracme, mentre gli abitanti di villaggi soltanto 10.000. Per aziende commerciali e per indu­ strie l’importo era fissato in 200.000 dracme. Per cambiare attività liquide circolanti oltre questi limiti era necessario rivol­ gere un’istanza speciale alle autorità italiane (pochissime furono accolte). Il valore delle ID messe in circolazione è calcolatoin 1,3 miliardi di dracme. Phokas Kosmetatos, He Eisagoge tes Italikes Ionikes Drachmes eis ten Heptanesson (1941-1943), Athens, Kovane, 1946, pp. 12 e 15. 71 II ministro degli Esteri italiano all’Ambasciata tedesca a Roma, 22 aprile 1942, in PA AA, HaPol IVa Griechenland, Fi­ nanzwesen 16, voi. 3; Relazione dell’agosto 1943, in ASDMAE, Gabinetto, A.P. Ufficio Grecia, 1943, b. 1. Anche a Samo, nelle Cicladi, nella zona italiana di Creta e a Rodi era stato introdotto un modello di autonomia economica e amministrativa dalla Grecia continentale. Cfr. lettere n. 75/42 geh., 25 aprile 1942 e n. 2608/42 geh. di Altenburg al ministero degli Esteri, in PA AA, Deutsche Botschaft Rom, voi. 153, pp. E 259643-45 e E 259657; cfr. inoltre copia della lettera del Banco di Roma al ministero delle Finanze, 12 maggio 1944, in ASDMAE, R.S.l. 1943-45, Direzione Generale degli Affari Commerciali, b. 209. 72 P. Hahn, Griechische Währung, cit., p. 13. 73 Ph. Kosmetatos, He Eisagoge, cit., pp. 28 e 34. 74 Lettera n. Y 5203/1-142 V di von Krosigk al ministero degli Esteri, 24 luglio 1942, in PA AA, HaPol IVa Griechenland, Fi­ nanzwesen 16, voi. 3. 75 II testo dell’accordo in PA AA, HaPol Wiehl, Italien, voi. 14, pp. E 056528-43. Si veda anche lettera n. Y 5203/1-163 V del ministero delle Finanze del Reich al ministero degli Affari esteri, 31 agosto 1942, in PA AA, HaPol IVa Griechenland, Fi­ nanzwesen 16, voi. 3. 16 P. Dertiles, Oikonomika Metra ton Italikon Archon Katoches Kyrios eis ten Heptaneson kai Analysis ton Exodon Katoches ton, Athens, 1965; Ph. Kosmetatos, He Eisagoge, cit., p. 40. Gli alleati dissonanti Le spese di occupazione dal giugno 1941 al marzo 1942 Gli italiani avevano avviato le discussioni sul­ l’imposizione diretta delle spese di occupazione nel giugno 1941 e ad agosto le autorità dell’As­ se avevano deciso di chiedere al governo greco un contributo mensile di 1,5 miliardi di dracme, oltre a 700 milioni di dracme per alloggiamen­ ti. Il governo collaborazionista del generale George Tsolakoglou trovò esorbitante la somma e le sue apprensioni circa il futuro finanziario del paese crebbero quando in settembre il totale men­ sile fu portato a 4,2 miliardi, in quanto la Wehrmacht aveva iniziato un costoso program m a di migliorie nel sistema dei trasporti interni e in quello portuario. Un memorandum del ministro delle Finanze alle autorità dell’Asse presentava una serie di problemi insolubili che stavano di fronte all’economia greca nelle nuove condizio­ ni economiche intemazionali e nazionali: ridu­ zione della produzione industriale dovuta a m an­ canza di materie prime e di combustibile che la Grecia aveva sempre importato; perdita delle ri­ messe degli emigranti, dei diritti di imbarco e dei dividendi provenienti dal turismo, attività che di norma avevano coperto la maggior parte delle passività della bilancia commerciale77; riduzio­ ne degli utili dall’esportazione di tabacco, ag­ gravata dalla cessione alla Bulgaria, nell’aprile 1941, della M acedonia orientale e della Tracia occidentale, che producevano il 60,3 per cento dell’intero raccolto78; interruzione del commer­ cio marittimo con i paesi stranieri; calo dal 15 al 20 per cento nella produzione agricola dovuto 121 alla mancanza di animali da tiro, di braccianti, fertilizzanti, trattori e combustibile, e impedi­ menti posti alla pesca; prevista riduzione del 4054 per cento del reddito nazionale nel 1941, aven­ do come termine di paragone il 193979; destabi­ lizzazione fiscale causata dal trasferimento in Gran Bretagna, da parte del governo greco in esi­ lio, sia delle riserve auree che del cambio este­ ro; aumento del 73 per cento nel volume della moneta rispetto al 1939, in conseguenza della guerra e dei tributi di occupazione successiva­ mente imposti; crescita del livello dei prezzi del 300-500 per cento e necessario adeguamento di salari e pensioni; infine, riduzione delle entrate effettive dovuta al calo della produzione indu­ striale e agricola, alla minore esazione di pedaggi conseguente all’ interruzione del commercio re­ golare e all’impossibilità di tassare i territori sot­ to dominio bulgaro. Sotirios Gotzamanes, mini­ stro delle Finanze nel primo governo collabora­ zionista, fece pressioni per una riduzione delle richieste dell’Asse, sostenendo che, a prescin­ dere dalle spese di occupazione, si prevedeva che il bilancio dell’esercizio finanziario 1941-1942 chiudesse con un disavanzo di 12.069 milioni di dracme80. Fin dal maggio 1941, il plenipotenziario te­ desco del Reich in Grecia, Giinther von Altenburg, ed il Regio plenipotenziario d ’Italia per la Grecia Pellegrino Ghigi, avevano dato Fallarme, sottolineando che i problemi dell’inflazione e del­ la carenza di cibo potevano assumere proporzio­ ni disastrose. Via via che il tasso di inflazione cre­ sceva, fioriva la speculazione ed una cospicua parte della produzione agricola veniva incanala- 77 Nel 1938 il valore delle rimesse degli emigranti fu di 74.052 migliaia di franchi francesi oro e potè coprire oltre il 50 per cento del deficit commerciale. Andrew F. Freris, The Greek Economy in thè Twentieth Century, London„Groom Helm, 1986, p. 83, tavola 2.2; Sotirios Gotzamanes, “Memorandum über Griechenlands volks- und staatswirtschaftliche Lage”(d’ora in poi Gotzamanes, “Memorandum”), settembre 1941, p. 6, in BA Koblenz, R 2/313; DDI, IX, voi. VH, cit., n. 249, p. 243. 78 Secondo un prospetto redatto dalla Banca nazionale di Grecia sulla produzione della Macedonia orientale e della Tracia oc­ cidentale nel 1938, la percentuale della produzione di tabacco è calcolata il 52,65 per cento del totale. Essendo della miglior qualità, la sua vendita procurava il 67 per cento del reddito complessivo. Cfr. Historical Archive of thè National Bank of Greece (HAETE), Series XXXII, file 19. Nel 1938, il 50,4 per cento del reddito da esportazione proveniva dalla vendita di tabac­ co; cfr. Gotzamanes, “Memorandum”, pp. 7-8 e 11. 19 Gotzamanes, “Memorandum”, pp. 9-10 e tavole a pp. 15-16. 80 Chiuse in effetti con un deficit di 14.853 miliardi di dracme; cfr. “Government Gazette” (“Efimeris Kyvemiseos”, d’ora in poi EK), 1943/1/513f„ nn. 41 e 42. 122 Gabriella Etmektsoglou ta nel mercato nero. Nel settembre 1941, Altenburg riportò a Berlino la tesi di Gotzamanes, se­ condo la quale la richiesta dell’Asse di 4,2 mi­ liardi di dracme mensili avrebbe portato il paese alla bancarotta81. Con l’appoggio del suo collega italiano, chiese che l’OKW riducesse le sue spe­ se82. Rappresentanti del ministero degli Esteri te­ desco, la Wehrmacht ed il ministro del Reich per l’Economia discussero la questione greca in un incontro svoltosi a Berlino il 17 ottobre 1941, ma non si espressero a favore del necessario conteni­ mento delle spese della Wehrmacht. Anzi, racco­ mandarono con forza controlli sui prezzi e sui sa­ lari ed un’effettiva politica fiscale come soluzio­ ne ai problemi finanziari della Grecia83. I problemi giunsero al punto cruciale nel gen­ naio 194284, in occasione di un incontro a Ro­ ma. Gli italiani ribadirono a Cari Clodius, vice­ capo del dipartimento Politica economica del m i­ nistero degli Esteri tedesco, a Roma in visita uf­ ficiale, che l’OKW doveva bloccare i pagamen­ ti mensili delle spese di occupazione alla cifra di 1,5 miliardi di dracme, da dividere equamente tra i due eserciti85. La regolamentazione econo­ mica si era dimostrata inefficace; la Grecia at­ traversava una grave carestia86; e l’inflazione m i­ nacciava di essere peggiore di quella del 1922- 1923 in Germania. Le trattative ufficiali con gli italiani in merito alle difficoltà economiche gre­ che vennero tuttavia rinviate al m arzo 1942, quando si aprirono a Berlino incontri bilaterali delle commissioni governative tedesche e italia­ ne. L’esito delle trattative di Berlino sul proble­ ma delle spese di occupazione fu un trionfo di­ plomatico dell’OKW. In particolare, il “Proto­ collo riservato” firmato da Clodius e Amadeo Giannini, presidente della Commissione gover­ nativa italiana, stabiliva che, a far data dal 10 gen­ naio 1942, la Grecia doveva versare un paga­ mento mensile (Abschlagszahlung ) di 1,5 m i­ liardi di dracme per i due eserciti, come aveva­ no proposto gli italiani. M a la Banca di Grecia era costretta ad anticipare fondi supplementari, se necessario, e ad aprire a tale scopo un conto prestiti senza interessi per ogni potenza occu­ pante87. In teoria, l’accordo di marzo riformava i protocolli dell’agosto 1941 nel senso di un ac­ cordo per non gravare la Grecia dell’intera spe­ sa di occupazione. In pratica, l’apertura dei con­ ti di credito a favore dell’Asse rappresentava un mezzo magistrale per acquisire fondi extra e con­ temporaneamente il riconoscim ento dei limiti fissati dalla Convenzione dell’Aja88. 1 crediti era­ no un “debito politico” dell’Asse nei confronti 81 Altenburg al ministero degli Esteri, 25 settembre 1941, in BA MA, Wi/ICl 9, p. 5. 82 Cfìr. Ufficio Affari Finanziari, “Capacità di pagamento della Grecia”, nota del 22 settembre 1941 da Bertoni a Pellegrino Ghigi, in ASDMAE, Serie Affari Politici 1931-1945, Grecia, b. 21, fase. 2. Telegramma n. 5203/1-17 V di Walter Funk al mi­ nistero degli Esteri, 29 settembre 1941, in PA AA, HaPol IVa Griechenland, Finanzwesen 16-1, voi. 8. 83 Relazione di Gustav Richter, 24 ottobre 1941, in PA AA, HaPol. Clodius, Griechenland, voi. 5, E226817-21, e la nota di Clodius del 9 novembre 1941, in ZStAP, pellicola n. 3971, pubblicata in M. Seckendorf e al. (a cura di), Die Okkupationspo­ litik, cit., p. 182. 84 Nel corso del mese, in previsione di un incontro con gli italiani, rappresentanti dei ministeri degli Esteri, dell’Econo­ mia del Reich, delle Finanze del Reich e del Piano quadriennale avevano tenuto colloqui sul problema del finanziamen­ to delle spese di occupazione in Grecia. L’argomento più discusso fu se il Reich dovesse formalmente assumere la re­ sponsabilità relativamente alle spese per operazioni tedesche in Grecia. Cfr. “Vermerk über eine Sitzung im Auswärtigen Amt am 15. Januar 1942 bei Gesandten Clodius”, 15 gennaio 1942, e “Währung und Finanzen in Griechenland, Vermerk Ref. V/3 vom 15. Januar 1942”, 17 gennaio 1942, in BA Koblenz, R 2/312, fotogramma 138-41. 85 R. Ministero degli Affari Esteri, Gabinetto A. P., Uff. Grecia, “Riunione italo-germanica per le questioni finanziarie della Grecia”, Documentazione, 20 gennaio 1942, in ASDMAE, Serie Affari Politici 1931-1945, Grecia, b. 21, fase. 2. 86 Espresso n. 08404 del ministro degli Esteri italiano (Gab. A. P.-Grecia), 22 gennaio 1942, in ASDMAE, Serie Affari Poli­ tici 1931-1945, Grecia, b. 21, pos. 16. 87 “Vertrauliches Protokoll vom 14. März 1942”, pp. 83-102. La Banca di Grecia doveva inoltre fare pagamenti diret­ ti a individui ed enti in tutti i distretti amministrativi per servizi resi alle autorità dell’Asse. N.D. 1580/1942, in EK /1942/1/1151-52. 88 Le norme dell’Aja non trattano esplicitamente la questione dell’emissione di prestiti forzosi. Sulla loro legittimità Feilchenfeld commenta: “L’occupante può direttamente appropriarsi del denaro degli abitanti, a titolo di contributi. Se questo è Gli alleati dissonanti della Grecia, che non sarebbe mai stato ripaga­ to. Essi fornivano al governo greco un aiuto “ot­ tico”, in quanto miravano a tranquillizzare l’o­ pinione pubblica greca circa l ’aumento del di­ savanzo nazionale89. Inevitabilmente, la politi­ ca di pretendere dalla Banca di Grecia crediti il­ limitati accrebbe il ritmo di emissione di carta moneta, cui il governo fece ricorso per finanzia­ re la nuova indennità90. Il dibattito in seno all ’Asse, marzo-ottobre 1942 La Wehrmacht vistosamente ignorò l’accordo di marzo. Tra maggio e luglio 1942 le sue spese au­ mentarono rapidamente91. L’OKW aveva emes­ so disposizioni per il completamento dei proget­ ti strategici, e dal momento che in Germania vi era carenza di materiali per la costruzione delle navi, questi dovevano essere acquistati in Gre­ cia. Il fatto che le autorità militari tedesche e ita­ liane fossero tra loro in competizione per otte­ nere ampi rifornimenti da un mercato limitato aveva determinato un enorme aumento dei prez­ zi92. Gotzamanes introdusse una serie di misure per raggiungere il pareggio di bilancio e per di­ minuire il ritmo di deprezzamento della dracma. Restavano tuttavia fuori controllo movimenti di prezzo selvaggi, perché lo scarto tra la circola- 123 zione delle merci e la dracma aveva irrimedia­ bilmente scosso le fondamenta della valuta gre­ ca93. In giugno il governo greco annunciò ad Al­ tenburg che in previsione di un deficit di bilan­ cio per l’anno fiscale 1942-1943 di 29 miliardi di dracme (senza contare i 58 miliardi di dracme di spese di occupazione) il Consiglio di Stato ave­ va deciso di bloccare i pagamenti all’Asse sino a quando tra i tre governi non si fosse discusso un nuovo accomodamento94. Ghigi promise di appoggiare il ministro greco e nella sua corri­ spondenza con Roma accusò la Wehrmacht di aver violato, con le sue esorbitanti spese, la so­ stanza dell’accordo di marzo95. Persino Carlo Ge­ loso (a capo del Comando superiore delle FF. AA. in Grecia) vedeva profilarsi una crisi economica e sosteneva la necessità di drastiche riduzioni del­ la spesa. Dopo consultazioni con Ghigi, Gotza­ manes presentò a Mussolini un nuovo piano: le autorità militari avrebbero limitato le loro ri­ chieste di contante all’ammontare necessario per pagare le truppe e lo Stato greco avrebbe prov­ veduto al rifornimento, esente da spese, dei vi­ veri richiesti. Gotzamanes intendeva con questo acquisti a prezzi fissi, più bassi e non agli esor­ bitanti prezzi del mercato nero. Questo avrebbe ridotto le spese di occupazione ed avrebbe con­ sentito allo Stato di tassare gli eccessivi profitti dei dettaglianti96. Mussolini, che “depreca la Io­ ammissibile, non può esservi obiezione alla misura inferiore, consistente nel prendere tale denaro con una clausola di rim­ borso. Per la stessa ragione, tuttavia, l’imposizione di prestiti forzosi parrebbe essere soggetta alle diverse norme della rego­ lamentazione dell’Aja sui contributi”, ossia essi non potrebbero essere riscossi “allo scopo di coprire spese di guerra”. Cff. International Economie Law, cit., pp. 46 e 41, nota 6. 89 Nestler, “Finanzwesen”, pp. 82-83. 90 P. Dertiles, Exoda, cit., pp. 12-14. La Banca di Grecia impiegava a tale scopo quattro stamperie private, che tuttavia erano tecnicamente impreparate al compito. Nel 1944 esse dovettero lavorare senza sosta. Cfr. P. Hahn, Griechische Währung, cit., pp. 33-34. 91 Diario n. 86/42 geh. di Altenburg al ministero degli Esteri, 8 maggio 1942, in PA AA, HaPol IVa Griechenland, Finanzwesen 16-1, voi. 8. Nel maggio 1942 l’esercito aveva speso 1,6 miliardi di dracme e l’aviazione 1,9 miliardi di dracme. 92 DDI, IX, voi. Vili, 12 dicembre 1941-20 luglio 1942, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1988, n. 640, pp. 701-702. 93 P. Hahn, Griechische Währung, cit., p. 15. 94 Lettera n. 1239 di Gotzamanes ad Altenburg, 20 giugno 1942, in PA AA, HaPol IVa Griechenland, Finanzwesen 16-1, voi. 8; e telegramma n. 1376 di Kurt von Graevenitz, stessa data, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 3, p. 81293. 95 Per il mese di giugno 1942 le autorità tedesche avevano chiesto come spese di occupazione 17 miliardi di dracme e gli ita­ liani 6,75 miliardi. Cfr. DDI, IX, voi. VIE, cit., n. 640, pp. 700-702, e la traduzione tedesca del memorandum italiano “Deut­ sche Forderungen von Drachmenbeträge für Besatzungskosten an die griechische Regierung”, 1° luglio 1942, in PA AA, Ha­ Pol IVa Griechenland, Finanzwesen 16-1, voi. 8. 96 Nota n. 736/42/Nst/Lö, 6 giugno 1942, in Greek Foreign Ministry Archive (d’ora in poi P2fE)l\942IOccupation Govern­ ment f'KÄ'j/Oikonomika; e copia n. 6106/42 di un messaggio telegrafico dell’Ambasciata tedesca a Roma, 9 luglio 1942, in 124 Gabriella Etmektsoglou ro [dei tedeschi] sistematica spogliazione della Grecia”97, approvò immediatamente la proposta del ministro. Di ritorno dalla Libia, il 20 luglio 1942 Mus­ solini si fermò ad Atene per conferire con Altenburg, Tsolakoglou e Gotzamanes in merito al col­ lasso della moneta ed al problema alimentare98. Il riavvicinamento del duce al primo ministro, che in precedenza aveva giudicato troppo filo-te­ desco99, e la sua decisione di ridurre le richieste dell’Asse per spese di occupazione contribuiro­ no a migliorare l’immagine degli italiani in Gre­ cia. Convinto che l’unico rimedio al prevalente caos finanziario fosse un’immediata riduzione delle spese di occupazione, Mussolini garantì che il suo esercito le avrebbe ridotte “al minimo as­ solutamente indispensabile” . Tornato a Roma, scrisse a Hitler esortandolo ad agire prima che la situazione degenerasse irreparabilmente. “La fa­ me è una cattiva consigliera” — scriveva il duce citando una frase di Gotzamanes — e aggiunge­ va che “è nell’interesse dell’Asse di avere una Grecia ordinata e calma che respinga le sugge­ stioni di Londra e non ci dia preoccupazioni” 100. Risentito di fronte agli sforzi di Mussolini di proteggere la Grecia, Hitler replicò che i pagamenti mensili del governo greco non erano spesi per il soldo e le provvigioni delle truppe bensì, presso­ ché interamente, per progetti di costruzioni utili al­ lo sforzo bellico dell’Asse in Nord Africa e che ri­ sultavano anche a vantaggio della Grecia101. Il Füh­ rer contestò l’uso del termine spese di occupazio­ ne (Besatzungskosten) nella corrispondenza uffi­ ciale e chiese che fosse sostituito dalla parola Auf­ baukosten (spese di costruzione)102. Nonostante la sua eccessiva difesa delle spese della Wehrmacht nei confronti di Mussolini, il deterioramento della posizione dell’Asse sul fronte Mediterraneo già aveva costretto Hitler ad assumere impegni più pre­ cisi nei confronti della grave situazione greca. E prima di ricevere la lettera del duce, aveva ordina­ to che le spese della Wehrmacht in Grecia fossero limitate al minimo assoluto103. Nell’agosto 1942, il ministro delle Finanze te­ desco Wilhelm Keitel, capo dell’OKW, diede di­ sposizione che venissero realizzati soltanto pro­ getti incontestabilmente necessari allo sforzo bel­ lico104. I singoli comandi delle forze armate in Grecia furono invitati a presentare un elenco dei loro programmi di costruzione più urgenti: Kei­ tel li avrebbe esaminati e ne avrebbe approvato il finanziamento in conformità alla capacità di spe­ sa della Grecia, ratificando alla fine di ogni me­ se che il denaro era stato speso per progetti auto­ rizzati e nei limiti stabiliti105. Sino a quel punto l’Alto comando aveva scarsa conoscenza e con- PA AA, HaPol IVa Griechenland, Finanzwesen 16-1, voi. 8. Alla fine di giugno, Ghigi aveva proposto a Ciano che per faci­ litare la tassazione e per meglio regolare i livelli di stipendi e salari, gli imprenditori e i lavoratori greci fossero pagati diret­ tamente dall’Amministrazione greca e non dalle autorità militari dell’Asse. Cfr. DDI, IX, voi. Vili, cit., n. 640, p. 701. 97 Galeazzo Ciano, Diario 1937-1943, a cura di Renzo De Felice, Milano, Rizzoli, 1980 (d’ora in poi Ciano, Diario)', anno­ tazione del 22 luglio 1942, p. 508 [ed. americana, a cura di Hugh Gibson, Garden City, N. Y., reprint 1973]. 98 Tsolakoglou definì la visita del duce come uno dei più importanti avvenimenti degli ultimi anni (“Deutsche Nachrichten in Griechenland”, 4 agosto 1942). Ghigi descrisse a Ciano le opposte reazioni del pubblico ateniese alla visita del duce. Gli am­ bienti ostili, scrisse, continuano a sostenere che soltanto una vittoria degli Alleati occidentali garantirebbe alla Grecia un ac­ comodamento postbellico favorevole. Ad altri, che sono stati molto provati dalla carestia e dalla caotica situazione economi­ ca, la visita aveva “provocato ragionevole e proficuo ottimismo”. Cfr. DDI, IX, voi. IX, cit., n. 5, p. 6. 99 DDI, IX, voi. Vn, cit., n. 437, p. 409 e n. 480, p. 467. 100 Lettera del 22 luglio 1942, DDI, IX, voi. IX, cit., n. 4, pp. 4-6. 101 ADAP, E, voi. Ili, 16. Juni bis 30. September 1942, Gòttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1974, n. 153, pp. 262-266. In realtà, la costruzione di strade di cui, secondo la Wehrmacht, beneficiava anche la Grecia non era finanziata con le spese di occupazione, bensì con fondi del reddito nazionale greco. Nestler, “Finanzwesen”, pp. 122-123. 102ADAP, E, voi. HI, cit., n. 268, pp. 456-457. 103 Telegramma n. 1694 di Altenburg, 31 luglio 1942, in PA AA, Biiro St.S., Griechenland, voi. 3, p. 81324. 1041 pagamenti complessivamente garantiti per le tre armi ammontavano a 10,6 miliardi di dracme, mentre prima dell’ordine di Hitler la sola marina aveva richiesto 15,6 miliardi per il mese di agosto; telegramma n. 1697 di Altenburg, 31 luglio 1942, in PA AA, Biiro St.S., Griechenland, voi. 3, p. 81325. 105 Lettera n. 2392/42 geh. di Keitel, 28 luglio 1942, in PA AA, HaPol IVa Griechenland, Finanzwesen 16-1, voi. 8. Gli alleati dissonanti trailo sulla spesa relativa a questi progetti106. Hi­ tler tuttavia aveva con forza richiamato l’atten­ zione sul fatto che in nessun caso criteri di eco­ nomia avrebbero potuto per contro riguardare le operazioni militari in Africa e nel Mediterraneo orientale. Di conseguenza, i quartiermastri non persero tempo prezioso per riflettere se a quel pun­ to dovessero essere prioritarie considerazioni di natura finanziaria. La guerra contro VUrss e il cre­ scente controllo britannico sul Mediterraneo im­ ponevano l’utilizzo costante delle risorse di tutte le nazioni conquistate e satelliti, e la Grecia non poteva fare eccezione. Questo spiega perché i pia­ ni di spesa della Wehrmacht per settembre salis­ sero a 20 miliardi107. Si dimostrò così illusoria l’i­ dea che fosse ottenibile “un miglioramento so­ stanziale” delle finanze della Grecia prima che la situazione bellica si stabilizzasse108. Roma incitò il ministero degli Esteri tedesco ad unirsi ai suoi sforzi per modificare la politica della Wehrmacht, ma, come Giannini concluse al termine del suo incontro con Clodius a Brioni il 16 agosto, era chiaro che il ministero degli Este­ ri prestava alla richiesta italiana soltanto un ap­ poggio sim bolico109. Al Gabinetto greco fu im ­ posto di provvedere per agosto a fondi supple­ mentari, ma esso minacciò di dim ettersi1101qua­ lora le “iperboliche indennità” richieste dai te­ deschi non fossero state immediatamente ridotte ed il governo del Reich non avesse soccorso eco­ nomicamente la Grecia o fornendo beni di prima 125 necessità o garantendo qualche tipo di credito*n . Si prevedeva che l’anno finanziario 1942-1943 chiudesse con un disavanzo di 33,7 miliardi di dracme, a prescindere dalle spese di occupazio­ n e112 e personalità pubbliche di primo piano fe­ cero pressioni su Tsolakoglou perché non cedes­ se ad ulteriori richieste finanziarie dell’Asse113. Sconcertato, il primo ministro ed il suo ministro delle Finanze chiesero l’autorizzazione a recarsi a Berlino e a Roma a presentare il loro punto di vista sul problema delle spese di occupazione114. Ciano si espresse a favore del proseguimento del­ le trattative in Grecia, dal momento che appari­ va scarsa la probabilità di fare progressi con i te­ deschi a Berlino ed un fallimento di negoziati ad alto livello avrebbe potuto pregiudicare ulteriori sviluppi115. M a quando Berlino diede il via libe­ ra, Roma non poté rifiutare116. Tuttavia, per evi­ tare che rincontro assumesse un’importanza po­ litica troppo grande, Roma e Berlino convenne­ ro di invitare soltanto il ministro delle Finanze e non il primo ministro117. Il 17 settembre la delegazione greca guidata da Gotzamanes arrivò a Berlino. Le trattative du­ rarono due settimane, giungendo alla fine ad un punto morto. Nelle sue memorie, Gotzamanes sostiene che Ernst von Weizsàcker, segretario di Stato nel ministero degli Esteri tedesco, il mini­ stro dell’Economia del Reich Walter Funk e il vi­ cedirettore della Reichsbank erano sinceramen­ te propensi a prendere in considerazione le sue 106 “Wirtschaftsprogramm Griechenland”, relazione del 16 ottobre 1942, in PA AA, HaPol TVa Wiehl, Aufbaukosten Grie­ chenland, p. 468768. 107 Le somme più alte erano richieste dalla marina per riparazione di navi e opere di consolidamento della linea di fortifica­ zione a Creta ordinata da Hitler: cfr. ADAP, E, voi. Ili, cit., n. 287, p. 491. 108 ADAP, E, voi. Ili, cit., n. 134, p. 229. 109 DDI, IX, voi. IX, cit., n. 40, p. 53; n. 53, pp. 61-63 e n. 62, pp. 70-71. Telegrammi di Clodius, n. 25, 17 agosto, e n. 36, 18 agosto 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 3, pp. 81353-54. 110 DDI, IX, voi. IX, cit., n. 78, pp. 91-93. 111 Ciano, Diario, annotazione del 30 agosto 1942, p. 646. 112 Memorandum di Gotzamanes al ministero degli Esteri, 20 settembre 1942, in HAETE, Series XXXII, file 19. 113 Georgios Tsolakoglou, Apomnemoneumata, Athens, Akropolis, 1959, pp. 212-215. 114 ADAP, E, voi. m , cit., n. 235, pp. 403-407 e n. 248, pp. 425-427. DDI, EX, voi. IX, cit., n. 78, p. 92. 115 DDI, IX, voi. IX, cit., n. 87, p. 98. 116 DDI, TX, voi. IX, cit., nn. 88 e 89, pp. 99-100. 117ADAP, E, voi. IH, cit., n. 262, pp. 448-449; e telegramma n. 3342 di Hans Georg von Mackensen, 3 settembre 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 3, p. 81391. 126 Gabriella Etmektsoglou proposte, ma che vi rinunciarono per pressioni dell’OK W 118. Da fonti tedesche si rileva tuttavia che tutto quello che ricevette furono soltanto as­ sicurazioni di buona volontà, mai formalizzate in un impegno vincolante. In precedenza Hitler aveva indicato a Ribbentrop, come linea guida di un accordo tedesco-italiano conveniente, il pri­ mato delle richieste della Wehrmacht. Il “punto di vista decisivo” delle rappresentanze del Reich doveva mirare a garantire la sicurezza della via di rifornimento per l ’Africa attraverso la Gre­ cia e ad appoggiare tutte le altre operazioni ri­ chieste dallo sforzo bellico nel M editerraneo119. Tradotto in numeri, questo significava 31 miliardi di dracme mensili per le sole spese di occupa­ zione tedesche, il che portava il totale ad oltre 50 m iliardi120. Questo importo rappresentava quasi un terzo delle nuove emissioni, inevitabile fonte di inflazione, mentre il volume dell’espansione monetaria — che può essere ricavato dalla tavo­ la 1 — indicava inequivocabilmente che era già tutto destinato ai contributi mensili all’Asse (ta­ vola 2)121. La delegazione greca si adoperò per ottenere una riduzione delle spese di occupazione, spal­ leggiata dagli italiani122. Il ministro delle Finan­ ze greco sostenne che tanto la spesa per opere di difesa quanto quella per le unità in transito per l’Africa dovevano competere alla Germania123.1 tedeschi profferirono vaghe promesse di dimi­ nuire le proprie spese, ma si rifiutarono di stabi­ lire una richiesta massima mensile124. Insistette­ ro sulla necessità che il governo greco assumes­ se misure per aumentare il reddito nazionale e in­ troducesse “draconiani” controlli dei prezzi125. Da parte tedesca, Funk propose di creare una com­ pagnia di trasporto merci per rifornire la Grecia dei generi di prima necessità e per facilitare com­ plessivamente il commercio. Gotzamanes ribattè che la soluzione della cao­ tica situazione finanziaria della Grecia non con­ sisteva nel controllo dei prezzi ed in una tassa­ zione più pesante, bensì in una drastica riduzio­ ne delle spese di occupazione. Era assurdo, ri­ petè, chiedere controlli efficaci dei prezzi in un paese diviso in tanti distretti economico-amministrativi e comandi militari fuori della giurisdi­ zione delle autorità greche, situazione questa che aveva guadagnato loro il disprezzo della popola­ zione locale. La dracma non godeva di alcun cre­ dito (era già operante un’economia basata sul ba­ ratto). La grande discrepanza tra la disponibilità di beni e la circolazione monetaria aveva minato la fiducia nella moneta. A meno che l’inflazione non fosse stata messa sotto controllo, non fosse­ ro garantite le attrezzature necessarie per au­ mentare la produzione agricola locale, non fosse consentito il trasporto senza restrizioni di merci tra le province, non fosse cessata la requisizione di beni alimentari da parte delle truppe e non si fosse data mano libera al governo greco sui tra­ sporti e gli approvvigionamenti, era fuori que­ stione parlare di controllo dei prezzi. Ci si pote­ vano aspettare risultati positivi soltanto se alle autorità greche si fosse concesso di attuare in tut­ to il paese normative uniformi, che le autorità mi­ litari avrebbero dovuto rispettare126. Gotzamanes inoltre collegò la drastica caduta del reddito na- 118 S. Gotzamanes, Katochikon Dandoti kai Dapanai Katoches, Salonica, 1954, p. 8. m ADAP, E, voi. m , cit., n. 301, pp. 516-519. 120 5,75 miliardi di dracme per l’esercito, 19,35 per la marina, 4,9 per l’aviazione, 15 per servizi resi all’Asse, e 8 per gli ita­ liani. Telegrammi nn. 3800 e 3818 di Clodius/Mackensen a Ribbentrop, 4 e 5 ottobre 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechen­ land, voi. 3, pp. 81487-93. 121 Telegramma senza numero di Clodius/Mackensen a Ribbentrop, 12 ottobre 1942, in PA AA, HaPol Clodius, Dtsch-italien. Verhandlungen in Rom über Griechenland (4. 10-21. 10.42), Drahtberichte. 122 DDI, IX, voi. IX, cit., n. 109, p. 117, n. 123, pp. 128-29 e n. 143, p. 146. 123 Telegramma n. 6003 di Alfieri, 19 settembre 1942, in ASDMAE, Serie Affari Politici 1931-1945, Grecia, b. 20, fase. 1. 124 ADAP, E, voi. HI, cit., n. 301, pp. 516-519. 125 “Richtlinien für ein deutsch-italienisches Ergänzungsabkommen zu dem deutsch-italienischen Abkommen vom 14. März 1942 über Griechenland”, 20 settembre 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 3, pp. 81483-84. 126 Lettere di Gotzamanes a Funk e Clodius, 24 e 29 settembre 1942, in HAETE, Series XXXII, file 19. Gli alleati dissonanti zionale (dai 67,4 miliardi di dracme nel 1938 ai 23 miliardi nel 1941 e ai 20 miliardi nel 1942) e la conseguente riduzione delle entrate pubbliche alle politiche dell’Asse127.1 tentativi del regime collaborazionista di imporre tasse sui consumi più alte e minori esenzioni fiscali erano falliti. Erano state decretate molte nuove tasse, ma i gre­ ci le evadevano, consapevoli che un aumento del­ le entrate avrebbe automaticamente significato un aumento delle richieste dell’Asse128. Prim a che rin co n tro arrivasse ad un punto morto, l’Italia fece un ultimo tentativo per rag­ giungere un accordo, con una proposta che fis­ sava a 8 miliardi di dracme mensili il totale del contributo dello Stato greco129. Gli italiani pro­ ponevano che le spese aggiuntive, soprattutto per il rifornimento degli eserciti nell’Africa del Nord, fossero finanziate con i proventi derivanti da im­ poste su articoli importati dalla Germania e dal­ l’Italia. L’Asse avrebbe dovuto sostenere le spe­ se delle importazioni supplementari ed inoltre fornire beni di consumo per le truppe e materia­ li edili. Infine, per raggiungere la stabilizzazione finanziaria, avrebbe dovuto essere m antenuta inalterata la parità della dracma nei confronti del 127 RM e della lira130. Il ministro delle Finanze del Reich ed il presidente della Reichsbank si di­ chiararono d ’accordo sui due ultimi punti131. L’in­ flazione impetuosa, con una accelerazione più ra­ pida di quella verificatasi in qualsiasi altro pae­ se occupato, minacciava di metter fine al com­ mercio di esportazione, mentre gli importatori greci realizzavano profitti fantastici. I livelli dei prezzi avevano superato quelli tedeschi ed il si­ stema di sfruttamento della capacità produttiva del paese stava cominciando a sgretolarsi. Di­ versamente dal conto di compensazione italiano con la Grecia, che era in pareggio, il Reich ave­ va accumulato alla fine di agosto 1942 un debi­ to di 55.72 milioni di RM per importazioni di merci a prezzi prebellici132. Ci si aspettava che, prima della fine dell’anno, il credito della Grecia salisse ad un equivalente di 100 m ilioni133. Per evitare una modifica dei tassi ufficiali di cambio ed un ulteriore deprezzamento della moneta gre­ ca e nello stesso tempo promuovere le esporta­ zioni, i ministri delle Finanze e dell’Economia nazionale del Reich decisero di formare una com­ pagnia monopolistica, la Deutsch-Griechische Warenausgleichsgesellschaft (Degriges), che in- 127 Gail Makinen, The Greek Hyperinflation and Stabilization o f 1943-1946, “Journal of Economie History”, 46 (1986), p. 797. Nel 1944 l’entrata poteva coprire meno del 6 per cento della spesa. 128 George Karatzas, The Greek Hyperinflation and Stabilization o f 1943-1946: A Comment on Makinen, “Journal of Econo­ mie History”, 48 (1988), p. 138. Per l’atteggiamento della classe lavoratrice ateniese nei confronti di nuove tasse, cfr. ad esem­ pio un appello allo sciopero del 18 marzo 1943 del Comitato generale dell’Associazione dei commercianti, lavoratori manuali e negozianti, in BA MA, RW 40/130. 129 Copia dello “Schema di accordo italo-tedesco per la Grecia”, 8 ottobre 1942, in ASSME, Carteggio del Ministero della GuerraGabinetto 1924-1945 (repertorio H -l), b. 36, cartella 1 (1942). L’accordo non fu mai sottoscritto; cfr. anche DDI, IX, voi. IX, cit., n. 154, pp. 156-157. Telegramma n. 3659 di Mackensen, 25 settembre 1942, in PA AA, HaPol Wiehl, Aufbaukosten Griechenland, pp. 468801-04, e copia di una lettera del 15 ottobre 1942 del WO Athen al Wehrwirtschaftsamt/OKW, in BA MA, RW 29/98. 130 Telegramma n. 3800 di Clodius/Mackensen a Ribbentrop, 4 ottobre 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 3, pp. 81487-89. 131 Nonostante gli sviluppi inflazionistici nella maggior parte dell’Europa occupata, la Germania mantenne invariati i tassi di cambio, in quanto ciò rappresentava una delle rivendicazioni dichiarate del Nuovo ordine. Il ministro dell’Economia del Reich Funk sostenne l’opinione di Hitler, secondo la quale per le ragioni sopra esposte non avrebbe dovuto attuarsi nessun cambiamento nella parità del RM con le monete svalutate dei paesi sudorientali. Il ministro delle Finanze del Reich von Kro­ sigk, scettico in merito ai risultati della missione di Neubacher, propugnava una svalutazione della dracma; copia della sua lettera a Funk, 28 dicembre 1942, in BA Koblenz, R 2/315, pellicole 104-105. 132 Relazione di Gotzamanes sul bilancio di compensazione greco-tedesco, 29 settembre 1942, in HAETE, Series XXX11, file 19. 133 BFIS, Annual Reports, cit., 13,h Annual Report, Ist April 1942-31st March 1943, Basle, 1943, p. 159. L’insieme dei cre­ diti di Grecia, Serbia, Francia e Belgio ammontava al 62,5 per cento del passivo di compensazione totale della Germania nel 1942; cfr. “Geschäftsbericht der deutschen Verrechnungskasse für das Jahr 1942”, in PA AA, HaPol I, General Referat fü r Wirtschafts- und Finanzfragen, Dtsch. Verrechnungskasse (1942-1945). Il volume delle importazioni dalla Grecia aumentò da 81,2 milioni RM nel 1941 a 130,1 milioni RM nel 1942; si veda “Deutschlands Aussenhandelsumsätze im Jahre 1942”, ivi. 128 Gabriella Etmektsoglou sieme con la corrispondente ditta italiana, la So­ cietà anonima commerciale italo-greca (Sacig), doveva uniformare i prezzi delle importazioni e delle esportazioni all’interno ed attuare uno stret­ to controllo dei prezzi del commercio estero, al­ lo scopo di stimolare le esportazioni e di ridurre gli eccessivi profitti sulle importazioni134. N essuna decisione tuttavia fu presa in m eri­ to alla fissazione delle spese di occupazione ed il duce, sempre più preoccupato delle imminenti dim issioni di Tsolakoglou, cominciò a m edita­ re di assumere l ’am m inistrazione della Grecia, inclusa la zona tedesca135. La m inaccia di Tso­ lakoglou di dim ettersi aveva allarmato anche le autorità civili tedesche in G recia e lo stesso Ribbentrop. D ata la situazione, era poco probabi­ le che qualcuno accettasse di form are un nuo­ vo governo collaborazionista senza concessio­ ni di natura finanziaria. Se le potenze dell’A s­ se fossero state costrette ad assum ere l’intera amministrazione della Grecia, si dava il caso di dover riconoscere la preponderanza politica ita­ liana, rendendo difficile alla Germ ania garan­ tirsi il soddisfacim ento delle richieste econo­ miche. Berlino decise così di riconsiderare la questione delle spese di occupazione e 1*8 ot­ tobre il m inistro delle Finanze del Reich, Keitel, diede il suo consenso alla proposta di Cia­ no di ridurre l’im posta mensile totale a 34 m i­ liardi di dracm e136. Stranamente, la decisione fu revocata due giorni dopo137, e le previsioni infauste sui negoziati si avverarono. Nei gior­ ni im m ediatam ente successivi, M ackensen — su esplicite istruzioni di R ibbentrop138 — co­ municò “cortesem ente” al m inistro degli Este­ ri italiano che, patrocinando una riduzione de­ gli Aufbaukosten tedeschi in Grecia, sbagliava nel giudicare la situazione. E la situazione bel­ lica richiedeva che la Grecia rim anesse a tutti costi un’operazione sicura ed una base di rifor­ nim ento per l’Africa del N ord139. Ciano replicò che l’im portanza dei progetti, di cui era consa­ pevole, non cambiava il fatto che se non si fos­ se tenuto conto della capacità di pagamento del­ la Grecia il paese sarebbe sprofondato nella ban­ carotta140. L’impasse cui si era giunti a Berlino non fu ri­ solto a Roma. Di fronte all’ostinazione della Wehrmacht, Giannini e Ciano analizzarono i pro e i contro dell’assunzione, da parte dell’Italia, dell’impegno di finanziare le richieste tedesche che andavano oltre la capacità di spesa della Gre­ cia. In cambio di questo “enorme sacrificio”, la Germania avrebbe dovuto congelare le sue spe­ se mensili141. L’Italia avrebbe nominato un alto commissario con potere di agire in cooperazione con le autorità greche e tedesche su tutte le que­ stioni economiche e di prendere le misure atte ad impedire l’ulteriore deterioramento dell’econo­ mia. Ciano sapeva, naturalmente, che i tedeschi non si sarebbero lasciati convincere. Il 17 otto­ bre scrive nel suo diario: 134 Hermann Neubacher, Sonderauftrag Südost, 1940-1945. Bericht eines fliegenden Diplomaten, Göttingen, Musterschmidt, 1956, pp. 81-82. 135 Secondo fonti greche, Mussolini progettava di formare un regime di occupazione guidato da un alto commissario italiano, coadiuvato da un direttorio greco. Cfr. lettera n. 3950 di Raphael (ambasciatore greco in Turchia) al ministro degli Esteri gre­ co del governo in esilio di Londra, 16 agosto 1942, in PCfEI\94\-42IExile-Govemment, London (KL)ll 1/A/l/XII. L’idea di un’assunzione, da parte dell'Italia, dell’amministrazione della Grecia non era affatto ben vista dai tedeschi che, in vista di svi­ luppi in Croazia, dubitavano che lTtalia potesse far fronte al compito. Cfr. ADAP, E, voi. Ili, cit., n. 301, p. 517. 136 15 per i tedeschi, 4 per gli italiani, e 15 per spese di alloggiamento e trasporto, salari di lavoratori greci utilizzati dalla Wehrmacht, ecc.; DDI, IX, voi. IX, cit., n. 189, p. 197; ADAP, E, voi. IV, cit., n. 14, pp. 28-29; telegramma n. 3838 di Clodius/Mackensen a Ribbentrop, 6 ottobre 1942, in PA AA, Büro St.S. Griechenland, voi. 3, pp. 81494-96; DDI, IX, voi. IX, cit., n. 197, p. 207. 137 ADAP, E, voi. IV, cit., n. 31, pp. 59-60. 138Telegramma n. 1274 di Ribbentrop a Mackensen, 10 ottobre 1942, in PA AA, BüroSt..S., Griechenland, voi. 3, pp. 8151518. 139 ADAP, E, voi. IV, cit., n. 64, p. 106, e DDI, IX, voi. IX, cit., n. 241, pp. 252-254. 140 ADAP, E, voi. IV, cit., n. 57, pp. 94-95. 141 DDI, IX, voi. IX, cit., n. 224, p. 233; il corsivo nel testo. Gli alleati dissonanti D o p o u n a r iu n io n e c o n G h ig i, G ia n n in i e B a ld o n i, te ­ le fo n o a l d u c e la v e ra s itu a z io n e d e i n e g o z ia ti p e r la G re c ia . A ltis s im o m are : i te d e s c h i, c o n la p iù c u p a o t­ tu sità , in s is to n o n e lla ric h ie s ta d i c ifre fo lli c h e n e l g i­ ro d i p o c h i m e s i d e te rm in e ra n n o il c ro llo to ta le d e lla d ra c m a . A n c o r p rim a a v re m o la c ris i p o litic a p e rc h é il g o v e rn o g re c o si d im e tte rà e s o lta n to c o n le a rm i u s a ­ te s e n z a e c o n o m ia p o tre m o te n e re il p a e s e . Il d u c e è d ’a c c o rd o e si e s p rim e in te rm in i d u ri c o n tro i te d e ­ sc h i. A rriv a a d ire: “ Il s o lo m o d o p e r s p ie g a rs i u n s i­ m ile b e s tia le a tte g g ia m e n to è c h e i te d e sc h i s ia n o v e ­ n u ti n e lla c o n v in z io n e c h e n o n c ’è p iù n u lla d a fa re e c h e o rm a i, d o v e n d o m o rire , c o n v e n g a c re a re la c o n ­ fu s io n e g e n e r a le ” . S e n o n c h é p iù ta rd i h a te le fo n a to R ib b e n tro p p e r in fo rm a re c h e h a sp e d ito a R o m a N e u b a c h e r 142. Il 17 ottobre, Ribbentrop decise che era inutile proseguire i negoziati con il governo greco. La promulgazione immediata di norme nuove e mi­ gliori era possibile soltanto attraverso l ’invio in Grecia di una personalità tedesca e di una italia­ na, “munite di speciali procure sul campo eco­ nomico e finanziario, che ivi, nella più stretta col­ laborazione con il governo greco, con la polizia, ecc., e con il pieno appoggio dell’esecutivo del­ le autorità di occupazione, dovranno prendere le adeguate misure”143. Hermann Neubacher si era offerto per quell’incarico144. Il suo compito con­ sisteva nel prendere tutte le misure necessarie a riportare in carreggiata l’economia greca senza pregiudicare gli interessi dello sforzo bellico del­ l’Asse nel Mediterraneo ed in Africa del N ord145. 129 Gli era stata garantita l’assistenza dell’OKW 146 e conferita l ’autorità di verificare il funziona­ mento degli uffici civili tedeschi e di controllare il traffico festivo dei viaggiatori civili in Grecia. Sulle questioni concernenti l’economia e le fi­ nanze della Grecia, Neubacher poteva procedere soltanto d ’intesa con il suo collega italiano, Al­ berto d ’Agostino, che il duce aveva nominato in­ caricato speciale dell’Italia in Grecia147. Perché nell’ottobre 1942 Hitler accettò di no­ minare un incaricato speciale quando due mesi prima aveva rifiutato persino di ammettere r e ­ sistenza del problema? La risposta sta nel cam­ biamento della situazione bellica. L’incapacità delle forze dell’Asse di distruggere la macchina militare sovietica durante l’offensiva estiva del 1942 aveva fatto aumentare il pericolo di una guerra su due fronti. La necessaria ricerca di pia­ ni strategici alternativi fu accompagnata da un cambiamento delle politiche di occupazione. La guerra a quel punto doveva essere combattuta con mezzi non soltanto militari ma anche poli­ tici. La stabilità politica interna dei territori oc­ cupati divenne perciò più importante di quanto non fosse stata prima della svolta nelle sorti del­ la guerra148. Neubacher sapeva in partenza che le misure da lui immaginate non rappresentavano il rime­ dio al caos determinato dalla “estrema tensione cui era stata sottoposta la capacità economica del­ la Grecia”149. Il massimo che la sua missione eco- 142 Ciano, Diario, p. 657. 143 ADAP, E, voi. IV, cit., n. 64, p. 107, e DDI, IX, voi. IX, cit., n. 241, p. 253. 144 Nel suo libro, basato sulla sua esperienza personale nel Balcani, Neubacher racconta che il punto di partenza della sua mis­ sione speciale fu una sigaretta Papastratos, offertagli da Ritter con il commento che non vi era nuli’altro di qualità soddisfa­ cente che a quel punto la Grecia potesse offrire. Neubacher criticò le politiche tedesche ed enunciò quello che, data la situa­ zione, avrebbe dovuto essere fatto. E dal momento che né von Krosigk, né Funk, né la Reichsbank volevano mandare un pro­ prio esperto ad occuparsi di quel caos, il lavoro fu suo. Cfr. H. Neubacher, Sonderauftrag, cit., pp. 72-73. 145 Copia di una lettera di Ribbentrop a Neubacher, 16 ottobre 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 3, pp. 81547-48. 14i Con la “Besondere Anordnung” del 31 ottobre 1942, il Wbfti. Südost ordinò alle amministrazioni a lui sottoposte di ap­ poggiare l’opera di Neubacher. L’Oberstabsintendant Endeman fu nominato ufficiale di collegamento del generale Alexan­ der Lòhr presso l’ufficio di Neubacher ad Atene. Cfr. copia di questo ordine in BA MA, RW 29/98. 147 DDI, IX, voi. IX, cit., n. 247, p. 258; e telegramma n. 254/1713 R. di Blasco Lanza d’Ajeta a Ghigi, 22 ottobre 1942, in ASDMAE, Sene Affari politici, 1931-1945, Grecia, b. 20. 148 Ludwig Nestler, Über den Zeitpunkt und die Ursachen erster Aufsätze zur Modifikation der Kriegsplanung und der Okku­ pationspolitik Hitlerdeutschlands (Herbst 1942 bis Frühjahr 1943), “Studia Historiae Oeconomicae”, 14 (1979), pp. 130-132. 149 R. Eckert, Fall Marita, cit., p. 141. Giannini sostiene che Clodius era pessimista anche circa l’esito di questa missione. Cfr. DDI, IX, voi. IX, cit., n. 250, p. 262. 130 Gabriella Etmektsoglou nomica speciale poteva conseguire sarebbe stato rallentare il terrificante tasso di deprezzamento, così che la dracma potesse mantenere il proprio valore di cambio almeno sino a quando la Wehrmacht avesse completato le sue operazioni di di­ fesa. Tutto quello che sperava era di impedire un collasso economico totale sino a quando la si­ tuazione bellica non fosse nuovamente migliora­ ta150. Dopo essersi consultato con Funk, Neubacher volò a Roma per partecipare ai negoziati151. Qui era appena arrivato un telegramma di Tsolakoglou che dava istruzioni a Gotzamanes di insi­ stere su un massimo di 1,5 miliardi di dracme mensili152. Sulfincontro di Roma di Gotzama­ nes con i due incaricati speciali, alla presenza di Mackensen, Ghigi e di lui stesso, Ciano scrive: N e u b a c h e r è il so lo c o n v in to c h e g ra n d i c o s e p o tr a n ­ n o e sse re fa tte. G li a ltri so n o a b b a s ta n z a s c e ttic i e p iù d i tu tti lo è G o tz a m a n e s, c h e s e n z a d u b b io è c o lu i c h e m e g lio c o n o sc e le c o n d iz io n i e le p o s s ib ilità d e l su o p a e s e . Io , p iù o m e n o , c o n d iv id o il su o s c e ttic ism o , m a n a tu ra lm e n te m i g u a rd o b e n e d a l d ir lo 153. Novembre-dicembre 1942: un miglioramento dell’economia N ell’ottobre 1942 Neubacher e d ’Agostino si ac­ cordarono per metter fine ai colloqui di Roma e recarsi in Grecia, dove li stava aspettando il loro “insolito” e difficile compito. Informato che i ne­ goziati si erano chiusi senza un accordo su un massimo mensile di spese di occupazione, Tsolakoglou annunciò che presentava le dimissioni. Dopo due ore e mezzo di animata discussione con Altenburg, Ghigi e i due incaricati speciali, Tsolakoglou fu convinto a rimanere in carica e ad ap­ poggiare i loro sforzi per salvare f economia gre­ ca154. Come mostra la tavola 2, l’aumento delle esigenze finanziarie delle truppe dell’Asse ave­ va accelerato il crollo del potere d ’acquisto del­ la dracma. N ell’ottobre 1942, secondo i contemporanei tedeschi, la Sonderaktion di Neubacher compì un “miracolo” in Grecia. D ’accordo con d ’Agosti­ no, Neubacher annunciò una serie di misure che ebbero un impatto positivo sull’opinione pubbli­ ca greca. Fu abolito il razionamento, accresciuti i controlli sui prezzi, bloccate tutte le esporta­ zioni dal paese di generi alimentari, così come gli acquisti da parte delle forze di occupazione155. Sul mercato libero comparvero in vendita beni di consumo di importazione. Furono annunciate for­ niture speciali di grano dal Banato, dalla Bulga­ ria e dalla Romania, nonché di manufatti dal Reich. Fu promesso uno sviluppo del commercio gre­ co-tedesco e greco-italiano una volta che il Degriges e la sua controparte italiana Sacig avesse­ ro iniziato ad operare, il 1° dicembre. Furono au­ mentati stipendi e salari nominali, così da ade­ guarli al livello dei prezzi. Inoltre, vennero pre­ se misure per ampliare le entrate statali. Le ali­ quote delle imposte furono elevate, e la scaden­ za per il pagamento delle tasse dovute per il 19431944 fu anticipata di un anno. Le società per azio­ ni furono costrette, dal marzo 1943, ad aumenta­ re del 20 per cento i loro capitali e a versare al governo, senza indennità, tutti i proventi derivanti dall’emissione delle nuove azioni156. Infine, per 150 Cfr. H. Neubacher, Sonderauftrag, cit., pp. 72-73 e 90. 151 Telegramma n. 4088 di Neubacher/Mackensen, 19 ottobre 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 3, pp. 81563-64. 152 ADAP, E, voi. IV, cit., n. 84, pp. 137-138. Il telegramma fu deliberatamente trattenuto per un giorno e dato a Gotzamanes dopo rincontro con Neubacher; ADAP, E, voi. IV, cit., n. 92, pp. 151-152. 153 Ciano, Diario, annotazione del 21 ottobre 1942, p. 658. 154 Memorandum del colonnello Beutler, 26 ottobre 1942, in BA MA, RW 29/98; telegramma n. 2352 di Altenburg a Ribbentrog, 21 ottobre 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 3, pp. 81582-83; ODI, IX, voi. IX, cit., n. 257, pp. 266267; e ADAP, E, voi. IV, cit., n. 139, pp. 248-249. 155 Rimase in vigore il razionamento di generi alimentari inviati in Grecia sotto gli auspici della Croce rossa intemazionale. Sotto controllo rimasero inoltre i prezzi dei generi di lusso e dei prodotti utili per lo sforzo bellico. 156 Nestler, “Finanzwesen”, p.144. Gli alleati dissonanti ottenere una riduzione della circolazione mone­ taria, Neubacher chiese che le spese della Wehr­ macht fossero tagliate in misura significativa e che fossero temporaneamente bloccati i paga­ menti tedeschi e italiani ai loro fornitori greci157. Agli istituti di credito greci fu dato mandato di ridurre il volume dei prestiti ai commercianti gre­ ci ed ai creditori della Wehrmacht, costringendoli così a vendere sul mercato libero le merci accu­ mulate158. Valutando il significato delle misure di Neubacher, è necessario tenere presente che gli ef­ fetti positivi di queste politiche furono rafforza­ ti da un miglioramento della condizione psicolo­ gica complessiva della popolazione. Dopo un an­ no di inedia, i regolari rifornimenti di cibo da par­ te della Croce rossa intemazionale e i rovesci del­ l’Asse nell’Africa del Nord suscitarono la spe­ ranza che i rigori dell’occupazione sarebbero pre­ sto finiti; gli speculatori greci si affrettarono a gettare sul mercato le merci accumulate prima che le annunciate importazioni facessero scen­ dere i prezzi o che gli inglesi liberassero il pae­ se. In novembre, l’improvviso afflusso di merci fece calare i prezzi in media del 10 per cento159. Il “miracolo dell’ottobre 1942” fu quindi il pro­ dotto tanto di fattori non-monetari, psicologici, quanto delle misure finanziarie di Neubacher. Il prezzo dell’oro si dimostrò più sensibile alle vit­ torie alleate nell’Africa del N ord160 che non a po­ 131 litiche specifiche, quali l’annunciato temporaneo “blocco dei pagam enti” (Zahlungsstop) della Wehrmacht. Sfortunatamente, come aveva profetizzato il ministro delle Finanze del Reich, la ripresa ebbe un “valore eterno molto relativo” 161. La gravità della situazione bellica, soprattutto dopo gli sbar­ chi alleati in Marocco ed in Algeria nel novem­ bre 1942 e la sconfitta a Stalingrado (novembre 1942-gennaio 1943), condannarono al fallimen­ to gli sforzi di Neubacher per fermare l’inflazio­ ne. Il primo colpo alla Sonderaktion fu inferto dall’OKW, che poco tempo dopo bloccò il tra­ sporto ad Atene per ferrovia di generi di consu­ mo e di carburante, requisiti primi del successo della missione di Neubacher. Rommel già si era lamentato con Hitler per l’inadeguatezza dei rifor­ nimenti al suo esercito via Grecia, e il Fiihrer ave­ va garantito che Rommel avrebbe avuto tutto quello di cui aveva bisogno162. Nel frattempo Hi­ tler, certo che l’Europa sudorientale sarebbe sta­ ta il prossimo bersaglio di una offensiva alleata in grande stile, aveva disposto in Grecia la sosti­ tuzione del personale addetto alle comunicazio­ ni ed all’amministrazione, di gran lunga troppo numeroso, con truppe da combattimento, che na­ turalmente dovevano pure essere trasportate per ferrovia, dal momento che le rotte marittime da Salonicco ad Atene e da Brindisi e Trieste a Co­ rinzio erano diventate molto pericolose. Nono- 157 Copia di uno “Special Order” n. 393/42 g.Kdos. del Wbfh. Süd-Griechenland, in BA MA, RW 29/98. 158 Harry R. Ritter, German Policy in Occupied Greece and its Economic Impact, 1941-1944, in F. X. J. Homer, Larry D. Wil­ cox (a cura di), Germany and Europe in the Era o f the Two World Wars. Essays in Honor ofOron James Hale, Charlottesvil­ le, University Press of Virginia, 1986, pp. 168-169. 159 ADAP, E, voi. IV, cit. n. 190, p. 331; H. R. Ritter, Gemum Policy, cit. p. 169. 160 Rainer Eckert, Die wirtschaftliche Ausplünderung Griechenlands durch seine deutschen Okkupanten vom dem Beginn der Besetzung im April 1941 bis zur Kriegswende im Winter 1942/43, “Jahrbuch für Geschichte”, 36 (1988), p. 264. Dimitrios Delivanis e William C. Cleveland sostengono che la ripresa deve essere attribuita perlopiù a ragioni psicologiche. Le reazioni dei greci alla notizia della vittoria alleata in Nord Africa “determinarono le favorevoli ripercussioni sulla moneta”. Cfr. Greek Mo­ netary Developments 1939-1948. A Case Study o f the Consequences o f World War II fo r the Monetary System o f a Small Na­ tion, Bloomington, Ind., Indiana University Press, 1949, p. 90. P. Hahn ha rilevato che l’annuncio delle vittorie alleate era se­ guito da una caduta del prezzo dell’oro, mentre le sconfitte provocavano ulteriori rialzi in quanto significavano un prolunga­ mento della guerra. Cfr. Die griechische Währung, cit., p. 22. Cfr. inoltre lettera di d’Agostino al ministro degli Esteri italia­ no, 4 gennaio 1943, in ASDMAE, Gabinetto, A. P. Ufficio Grecia, 1943, b. 1. 161 Copia della sua lettera a Funk, 28 dicembre 1942, in BA Koblenz, R 2/315, fotogramma 104. 162 Copia di un telegramma (senza numero) di Ritter a Rintelen, 10 ottobre 1942, in PA AA, Büro St.S, Griechenland, voi. 3, pp. 81523-24. 132 Gabriella Etmektsoglou stante un aumento della capacità giornaliera sul­ la linea Salonicco-Atene da sei a dieci treni, non vi era quindi spazio per merci destinate al mer­ cato greco. Il secondo, consistente colpo alla Sonderaktion di Neubacher fu il crollo, in seguito a un’ esplosione, del viadotto ferroviario Gorgopotamos la notte del 25-26 novembre, che paralizzò per sei settimane l’unica linea di rifornimento at­ traverso la Grecia ed interruppe anche il flusso di rifornimenti da Salonicco ad Atene e, via Pireo, verso Creta e l’Africa del Nord. Ne conseguì che apparecchiature meccaniche ed altri articoli or­ dinati in Germania dalle formazioni della Wehrmacht non poterono essere consegnati e dovette­ ro essere acquistati in Grecia a prezzi di merca­ to nero163.1 problemi di trasporto e di distribu­ zione vanificarono gli effetti del controllo dei prezzi, in special modo per quanto riguardava prodotti di prima necessità di grande richiesta e non facilmente reperibili, ed aggravarono l’ef­ fettiva penuria di beni. Si ebbe un rialzo genera­ le dei prezzi, che a sua volta fece aumentare le richieste di contributi greci da parte dell’Asse. Quello che il ministro delle Finanze del Reich von Krosigk profetizzava in dicembre come fu­ turo economico della Grecia, fu ben presto realtà. È “più che dubbio”, scriveva al ministro delle Fi­ nanze Funk c h e le m is u re a v v ia te d a N e u b a c h e r possano e ffe ttiv a ­ m e n te a v ere su c c e sso . L a n e c e s s ità d i sv o lg e re in G re ­ c ia c o m p iti m ilita ri, c h e v a n n o b e n al d i là d e lla fo rz a di u n p ic c o lo p o p o lo , p e r di p iù s p re m u to fin o a ll ’o s ­ so , e l ’im p o s s ib ilità di rifo rn ire la G re c ia c o n u n q u a n ­ tita tiv o di m e rc i e q u iv a le n te a ll’a u m e n to c o s ta n te d e l­ la c irc o la z io n e m o n e ta ria , re n d o n o il p ro b le m a d e lla La Wehrmacht ha la meglio Tsolakoglou previde che l’am m inistrazione ci­ vile dell’Asse non avrebbe m antenuto a lungo la posizione di primo piano nella formazione delle politiche economiche. In dicem bre egli se­ guì l ’esortazione che Gotzam anes gli aveva in precedenza rivolto di non diventare, cedendo ad altre richieste dell’A sse165, uno dei “becchini della G recia” e diede le dimissioni. Dopo un ri­ maneggiamento del governo nel dicembre 1942, Gotzamanes e il nuovo primo ministro, profes­ sor Konstantinos Logothetopoulos, furono con­ vinti da Altenburg e N eubacher a continuare a pagare le spese di occupazione: la Grecia, in caso contrario, sarebbe diventata un protettorato italiano166. A ll’inizio, nel tentativo di au­ mentare la popolarità del nuovo governo, il to­ tale fu fissato al di sotto dell’effettivo am m on­ tare richiesto dalla W ehrm acht167. Fu raggiun­ to un accordo, che si supponeva dovesse rim a­ nere valido sino al 31 m arzo 1943, in base al quale all’inizio del novembre 1942 il contribu­ to greco, fissato in un miliardo e mezzo dal­ l’accordo di m arzo, doveva essere adeguato m ensilm ente al potere di acquisto della drac­ ma, ma non doveva superare m ensilm ente gli 8 m iliardi (4 per ogni esercito) per spese di oc­ cupazione e i 4 m iliardi (2 per ogni esercito) per alloggiamenti. Fondi aggiuntivi sarebbero stati ottenuti mediante esportazioni dell’Asse in Grecia; tuttavia, sino a quando Degriges e Sacig non fossero state in grado di organizzare il trasporto delle merci, tali somme sarebbero state anticipate dalla Banca di G recia in un con­ to di credito “speciale” senza interessi ( Son - G re c ia d i fa tto in s o lu b ile 164. 163 ADAP, E, voi. IV, cit., n. 322, pp. 597-598. 164 Copia della sua lettera a Funk, 28 dicembre 1942, in BA Koblenz, R 2/315, fotogramma 104. La sottolineatura nel testo originale. Si veda anche Belastungen der mit deutschen Truppen belegten Gebiete bis zum 31.12.1942, Aufstellung vom 4.9.1943 durch die volkswirtschaftliche Abteilung der Reichsbank, in BA Koblenz, R, 7X/370. 165 G. Tsolakoglou, Apomnemoneumata, cit., pp. 220-222. 166 S. Gotzamanes, Katochikon Daneion, cit., pp. 10-12, 29-30. 167 Si calcolò che per coprire i debiti degli ultimi mesi e le spese della Wehrmacht per novembre-dicembre fossero necessari 42,2 miliardi di dracme. Cfr. telegramma n. 2856 di Wenzel/Altenburg a Neubacher, 6 dicembre 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. IV, pp. 81683-87. Gli alleati dissonanti derkonto). A partire dall’aprile 1943 la G erm a­ nia e l ’Italia avrebbero iniziato a restituire il credito in rate mensili pari al dieci per cento del totale preso a prestito dal 31 marzo 1942168. La Grecia doveva inoltre finanziare le spese di tra­ sporto nonché la costruzione di strade e di fer­ rovie e rifornire gli eserciti di occupazione di materiali edili a prezzi di requisizione. La fine del 1942, contrassegnata dal cambia­ mento nel significato strategico della Grecia, se­ gnò “una svolta decisiva” nelle politiche tedesche in quel paese169. Il finanziamento della trasfor­ mazione della Grecia in un teatro di guerra ope­ rativo a pieno titolo divenne una fonte di frizio­ ne tra i funzionari dell’Amministrazione milita­ re e civile tedesca. La direttiva n. 47 di Hitler con­ feriva tutto il potere esecutivo al generale Alexan­ der Löhr, quale comandante in capo della Wehr­ macht nel Sudest, rendendolo direttamente re­ sponsabile verso il Führer. Secondo Hitler, la ne­ cessità di fortificare la lunga e vulnerabile linea costiera greca imponeva che i problemi militari prevalessero su tutti gli altri problemi, compresi quelli economici. Un altro aspetto dei rapporti che risentiva del­ la prolungata tensione provocata dai punti di vi­ sta discordanti dei partner dell’Asse fu ora con­ dizionato negativamente dalla decisione di co­ struire in Grecia un fronte difensivo. I funziona­ ri tedeschi, che dall’inizio dell’occupazione trat­ tavano da inferiori i loro colleghi italiani, ora mo­ stravano apertamente il loro disprezzo per l’in­ capacità italiana di combattere efficacemente la 133 crescente resistenza e di provvedere ad una dife­ sa realistica della Grecia170. L’OK W riteneva che quest’ultimo compito non potesse essere ulte­ riorm ente affidato alle truppe italiane, male equipaggiate e mal dirette. Gli italiani avevano pochi dubbi circa la com petenza del loro part­ ner a pacificare la Grecia continentale, ad assi­ curare le linee di com unicazione, a fortificare la linea costiera esposta ai pericoli e a respin­ gere un’operazione di sbarco alleata, ma erano arrivati a porsi il grave quesito se il Reich fos­ se in grado di vincere la guerra su tutti i fronti. Vedendo ora la Germania sulle difensive, i di­ rigenti m ilitari, politici e industriali che aveva­ no appoggiato il regime fascista com inciarono a guardare con favore ad una fine d ell’alleanza dell’Asse. L’Italia da tempo aveva perso le sue truppe m igliori in Africa, ed il futuro delle di­ visioni italiane sul fronte orientale non appari­ va più roseo. Ciano accarezzava l’idea di m et­ ter fine alla partecipazione dell’Italia, o con­ vincendo H itler a fare la pace con Stalin o pas­ sando al campo opposto171. M ussolini fu infor­ mato del tradimento m editato da suo genero e, su pressione tedesca, il 5 febbraio 1943 lo de­ stituì dalla carica di ministro degli Esteri, as­ sumendo lui stesso il dicastero. A partire da quel momento, i rapporti tedesco-italiani progressi­ vamente si deteriorarono. Le aperte accuse te­ desche di tradimento dell’esercito italiano a Sta­ lingrado172, l ’appoggio italiano ai cetnici con­ tro i titoisti nella Jugoslavia occupata e le resi­ stenze di M ussolini a portare a compimento la 168 Nestler, “Finanzwesen”, pp. 87-89, 162-164; S. Gotzamanes, Katochikon Daneion, cit., pp. 26-28; telegramma n. 3016 di Neubacher/Altenburg, 21 dicembre 1942, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. IV, pp. 81703-04; e P. Dertiles, Arithmoi, cit., pp. 501-504. Per calcolare il cambiamento del potere d’acquisto della dracma furono rilevati, nei quattro sabati del me­ se, i prezzi medi di pane, pasta, legumi, olio, carne, pesce, frutta fresca e secca, uva passa, patate, latte, verdure e vino, fatti 100 i prezzi al 14 marzo 1942. 169 R. Eckert, Wirtschaftliche Ausplünderung, cit., p. 237. 170 Relazione di Angelo Giuseppe Roncalli, 11 gennaio 1943, in AYE/1941-42IKU8. 171 Per le divergenze tedesco-italiane su questioni strategiche e l’uscita dell’Italia dalla guerra cfr. J. Schröder, Italiens Kriegs­ austritt 1943, cit. Si veda inoltre Mario Toscano, Dal 25 luglio all’8 settembre. Nuove rivelazioni sugli armistizi fra l'Italia e le Nazioni Unite, Firenze, Le Monnier, 1966. 172 Percy E. Schramm (a cura di), Kriegstagebuch des Oberkommandos der W ehrmacht, 4 voll., Frankfurt/M., Bernard & Graefe Verlag für Wehrwesen, 1961-1969 (d’ora in poi KTB/OKW), voi. II, parte 1, a cura di Andreas Hillgruber, pp. 23-25. 134 Gabriella Etmektsoglou “soluzione finale” furono ulteriori cause di fri­ zione tra i due alleati173. Fu in queste circostanze che, nel gennaio 1943, si riaprì la questione delle spese di occupazione della Grecia. Neubacher ovviamente era turbato dal fatto che, nonostante una netta caduta dei prez­ zi, il ripristino del Gorgopotamos e l’invio di co­ spicui rifornimenti dalla Germania, le spese men­ sili della Wehrmacht fossero balzate ad oltre 38 miliardi. Convinto che le forze armate non ammi­ nistrassero bene le loro risorse174, egli approvò nondimeno per gennaio la spesa di 20 miliardi175. Löhr giudicò insufficiente la somma e si lamentò presso l’OKW del fatto che “era imbarazzante”, per il suo personale, “il quotidiano questuare pic­ coli importi” e che le misure di Neubacher osta­ colavano le necessarie operazioni176. Al che Neubacher stizzosamente replicò che aveva cose più importanti da fare che non fungere da “messag­ gero dei desideri della Wehrmacht presso la zec­ ca greca” e che il militare avrebbe dovuto smet­ terla di rendergli il compito più difficile di quan­ to già non fosse, continuando ad avanzare critiche e avvelenando l’atmosfera politica greca con l’e­ secuzione di ostaggi, fatto del quale non era nep­ pure stato informato177. Löhr cercò di ottenere che Neubacher fosse richiamato, ma non ebbe suc­ cesso. Nonostante questa “guerra tra autorità”, in pre­ visione delle crescenti spese di difesa, alla fine di gennaio Neubacher convinse il primo ministro greco a procurare fondi supplementari rispetto a quelli convenuti un mese prima. Fu aperto un se­ condo conto senza interessi (Sonderkonto II) e da gennaio a marzo la Banca di Grecia anticipò men­ silmente una ventina di miliardi di dracme extra (un terzo alle forze italiane, due terzi a quelle te­ desche)178. Durante i primi quattro mesi del 1943, grazie ai fondi provenienti dai due conti specia­ li fu possibile continuare la costruzione di tutte le principali opere difensive nel Peloponneso, a Creta, Lemno e Salonicco, liquidare la maggior parte dei debiti che le forze armate avevano ac­ cumulato a fine 1942 e aumentare in misura so­ stanziosa il soldo alle truppe179. Per coprire il finanziamento delle spese diret­ te di occupazione, di quelle per aperture di credi­ to, rifornimenti e servizi, alloggiamenti di trup­ pe, trasporti e simili, ogni cittadino greco doveva contribuire mensilmente con 78 RM, importo che, stando ai calcoli della Reichsbank, rappresenta­ va il contributo per persona più alto nell’Europa occupata180. Neubacher si sentì nondimeno legit­ timato ad annunciare di aver svolto il duplice com­ pito che Hitler gli aveva assegnato181. Durante un incontro con rappresentanti dell’OKW e del mi­ nistero degli Esteri a Berlino, nel febbraio 1943, 173 Michael Bloch, Ribbentrop, London-New York, Bantam, 1992, pp. 369-373; E. Wiskemann, Rome-Berlin, cit., pp. 341 e 343-344. Sulle vertenze tedesco-italiane in merito allo sterminio di ebrei, cfr. l’importante lavoro di Jonathan Steinberg, All or Nothing. The Axis and thè Holocaust, 1941-1943, London, Routledge, 1990. 174Ad esempio, dopo attenta verifica delle spese della marina stimate per gennaio, Neubacher fu in grado di ridurre la richie­ sta iniziale di 24 miliardi di dracme a 6 miliardi. Cfr. ADAP, E, voi. V, 1. Januar bis 30. Aprii 1943, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1978, n. 27, pp. 51-52. 175 Per quel mese gli italiani chiesero 8 miliardi di dracme. Cfr. DDI, EX, voi. IX, cit., n. 475, pp. 486-487. 176 11 comandante in capo della Wehrmacht Sudest protestò, facendo rilevare che importanti opere di difesa in preparazione avrebbero dovuto essere interrotte per “carenza acuta di denaro”. Cfr. telegramma (senza numero) a Ritter, 21 gennaio 1943, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 4, p. 81748. 177 Telegramma n. 256 di Neubacher/Altenburg a Ribbentrop, 25 gennaio 1943, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 4, pp. 81760-61, e ADAP, E, voi. V, cit., n. 61, p. 121. 178 Nestler, “Finanzwesen”, pp. 89-90; e telegramma n. 280 di Neubacher/Altenburg a Ribbentrop, 26 gennaio 1943, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 4, pp. 81763-66. 179 Telegramma n. 1904 di Manfred von Killinger, 8 aprile 1943, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 4, p. 81916. Ne­ stler, “Finanzwesen”, pp. 95-96, allegati n. 13a e n. 30. 180 ZStAP, pellicola n. 2308, “Übersicht der Reichsbank vom 9. April 1943”, pubblicato in M. Seckendorf e al. (a cura di), Die Okkupationspolitik, cit., p. 66. 181 Telegramma n. 280 di Neubacher/Altenburg a Ribbentrop, 26 gennaio 1943, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 4, pp. 81765-66; e ADAP, E, voi. V, cit., n. 101, pp. 179-181. Gli alleati dissonanti egli si fece anzi un dovere di precisare che, in vi­ sta del completamento di quel compito, doveva cessare una volta per tutte 1’“inammissibile” in­ terferenza di Lòhr in questioni della sua giurisdi­ zione182. L’OKW fu in verità costretta a ricono­ scere formalmente l’inestimabile opera del ple­ nipotenziario speciale nel garantire alla Wehrmacht fondi sufficienti e ad impegnarsi affinché, si­ no a quando la Grecia non fosse diventata un tea­ tro di guerra effettivo, non ci fosse alcun inter­ vento nella sua vita finanziaria. La stabilizzazione creditizia non superò la primavera, dal momento che i lavori di costru­ zione dell’Asse non ebbero fine, come Neubacher si era aspettato, ma di fatto subirono un’ac­ celerazione183. Dalla primavera 1943 alla pri­ mavera 1944 il plenipotenziario speciale fu ben­ sì in grado di fare fronte alle esigenze delle for­ ze armate tedesche in Grecia, ma non di impedi­ re il totale collasso della dracma. Nel maggio 1943, gli inglesi erano felicemente riusciti a stor­ nare l’attenzione dell’OKW dalla Sicilia come obiettivo principale di un’invasione angloameri­ cana e 1’avevano indotto a concentrarsi sulla Gre­ cia, in particolare il Peloponneso (Kalamata e Capo Araxos). I lavori di costruzione, iniziati len­ tamente nel dicembre 1942, furono ora accele­ 135 rati, così che nel giugno 1943 i tedeschi aveva­ no in Grecia tre divisioni complete oltre alle die­ ci italiane che vi erano di stanza d all’aprile 1 9 4 1 184 i tedeschi si preparavano ad opporsi a sbarchi alleati senza la partecipazione italiana, dal momento che, dopo la resa delle forze del­ l’Asse nel Nord Africa in maggio, era in discus­ sione non soltanto il valore guerriero ma la stes­ sa fedeltà delle truppe italiane185. Nel maggio 1943 d ’Agostino fu sostituito da Vincenzo Fagiuoli, presidente della Società anonima mine­ raria Monte Amiata e della Società italiana per il commercio estero, il quale, secondo quanto rife­ risce Neubacher, sosteneva che il suo invio in Grecia fosse collegato al suo scetticismo, aper­ tamente espresso, circa la capacità del duce di proseguire la guerra186. L’aumento delle truppe e gli ampi progetti di fortificazione aggravarono la tendenza al rialzo dei prezzi, facendo quindi salire le richieste di pagamenti greci mensili187. Gli ambienti politici e militari tedeschi fecero pressioni sul nuovo go­ verno collaborazionista di Ioannes Ralles (apri­ le 1943-ottobre 1944) perché accettasse una re­ visione del recente accordo che aveva stabilito in 8 miliardi di dracme il massimo contributo di­ retto dello Stato greco all’A sse188. 182 Telegramma n. 290 di Ritter a Telko, 9 febbraio 1943, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 4, pp. 81806-08. 183 H. Neubacher, Sonderauftrag, cit., p. 86. 184 La 117a divisione Jäger fu inviata in Attica, una Sturmbrigade fu stanziata a Rodi e la l a Panzerdivision occupò alcune par­ ti del Peloponneso. Anche elementi della 999a divisione Strafgefangene furono assegnati alla difesa costiera del Peloponne­ so. La 104a Jäger e la l a Gebirgsjäger dovevano essere dispiegate rispettivamente nella parte sudoccidentale e in quella nor­ doccidentale della Grecia. KTB/OKW, voi. 3, 1. Januar 1943-31. Dezember 1943, parte 2, a cura di Walther Hubatsch, 13 maggio 1943, pp. 1430-1431. 185 Dal febbraio 1943 Löhr aveva cercato, senza riuscirci, di ottenere la subordinazione tattica della l l a armata italiana alla propria. In marzo, Altenburg riferì che gli italiani non facevano quasi niente per impedire che le forze della resistenza assu­ messero il controllo di intere zone in Tessaglia. Cff. ADAP, E, voi. V, cit., n. 223, p. 427. In maggio, Neubacher sostenne che il trasferimento in Italia dell’intero contingente italiano sarebbe stato per la Grecia una liberazione, dal punto di vista milita­ re, politico ed economico. Gli italiani avrebbero potuto essere sostituiti da alcune unità tedesche. Cff. ADAP, E, voi. VI, 1. Mai bis 30. September 1943, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1979, n. 28, pp. 55-56. L’OKW considerava la presenza di truppe italiane in Grecia più un peso che un sostegno per le truppe tedesche. Cff. KTB/OKW, voi. 3, parte 2, cit., p. 1612. 186 Per la nomina di Fagiuoli, cff. l’ordine di Mussolini del 21 maggio 1943, allegato alla lettera n. 16683 del ministro degli Esteri italiano, in ACS, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Atti 1941-1943, G 7/1 228-24. Il riferimento di Neubacher al­ la dichiarazione confidenziale di Fagiuoli in ADAP, E, voi. VI, cit., n. 177, p. 303. 187 II Generalintentant Gerlach informò Neubacher che la Wehrmacht aveva bisogno, per il mese di maggio, di 32 miliardi di dracme. Fondi addizionali erano richiesti per risarcire proprietari greci di beni confiscati da membri dell’Operazione Veltjens nella zona di Salonicco. L’ 11 maggio Neubacher discusse a Berlino con rappresentanti del Piano quadriennale in merito alle confische e fu deciso che queste avrebbero dovuto cessare. Cfr. telegramma n. 1456 di Neubacher/Altenburg, 17 maggio 1943, in PA AA, Büro St.S., Griechenland, voi. 4, pp. 81962-64 e ADAP, E, voi. VI, cit., n. 55, pp. 97-98. 188 P. Dertiles, Arithmoi, cit., pp. 504-506, e Nestler, “Finanzwesen”, p. 170. 136 Gabriella Etmektsoglou In giugno, le spese di occupazione ammonta­ vano a 65 miliardi di dracme, cioè al 10 per cen­ to della moneta in circolazione. L’espansione del­ la moneta aumentava a ritmi accelerati; si molti­ plicavano scioperi e atti di sabotaggio e il gover­ no di Ralles ogni giorno era attaccato sul piano politico. Senza un flusso continuo di generi ali­ mentari dal Reich, Neubacher non aveva mezzi per proteggere il mercato libero dagli effetti del­ l’inflazione galoppante189. Ma questa clausola chiave non poteva concretarsi nella situazione di crescenti difficoltà di trasporto. Nel frattempo la stessa Wehrmacht aveva difficoltà a trasferire in Grecia truppe ed equipaggiamenti. Partigiani gre­ ci, in collaborazione con membri della missione britannica, facevano saltare un ponte ferroviario dopo l’altro, impedendo per giorni o addirittura per settimane il transito di treni190. A ll’inizio di luglio, le comunicazioni via terra erano quasi in­ teramente distrutte, mentre il blocco navale e i bombardamenti alleati avevano reso impratica­ bile il traffico marittimo. La situazione peggiorò ulteriormente dopo lo sbarco delle truppe an­ gloamericane in Sicilia. Naturalmente i tedeschi si resero conto che l'operazione Mincemeat era stata una “ruse de guerre”, ma Hitler continuò a ritenere che fosse “sempre più possibile” un at­ tacco alla Grecia191. Nella direttiva n. 48 del 26 luglio ordinò la difesa di tutta la sua linea co­ stiera. La Germania non aveva risorse sufficienti per far fronte contemporaneamente ai suoi simulta­ nei, ambiziosi impegni militari nell’Unione So­ vietica, nei Balcani e nella minacciata penisola italiana. Le spese dei preparativi di difesa lungo le coste dell’Egeo, dello Ionio e dell’Adriatico dovettero così essere coperte da dracme infla­ zionate. Gòring, che aveva ordinato la costru­ zione in Grecia di altri aeroporti, insisteva per­ ché il governo di Ralles procurasse i sei milioni di dracme oro necessari. Telefonò quindi al ple­ nipotenziario speciale e gli disse che non avreb­ be tollerato che ostacolasse le operazioni per preoccupazioni circa “la maledettissima mone­ ta” 192. Keitel convenne sulla necessità di supe­ rare considerazioni puramente politiche ed eco­ nomiche193. La difesa della Grecia, che dopo il collasso del governo di Mussolini imponeva la sostituzione delle forze italiane con quelle tede­ sche, era diventata la questione di maggior rilie­ vo. Il governo collaborazionista fu così costret­ to in luglio a pagare 67 miliardi di dracme alla Wehrmacht e 40 miliardi agli italiani194. Fu ne­ cessario adottare misure per portare la produ­ zione giornaliera della zecca a 8-10 miliardi di dracme. A questo punto critico Altenburg fu richiama­ to a Berlino ed il suo ufficio venne abolito195. Il 24 agosto Neubacher fu nominato da Hitler ple­ nipotenziario speciale del ministero degli Esteri per il Sudest (Sonderbevollmächtigte des Au­ swärtigen Amtes fü r den Südosten), con sede a Belgrado. Egli continuò a sovrintendere sull’e­ conomia greca e a stabilire le spese di occupa­ zione in collaborazione con il comandante m ili­ tare in Grecia, Wilhelm Speidel. m ADAP, E, voi. VI, cit., n. 105, pp. 189-190. 190 La distruzione del viadotto Assopos interruppe per quattro mesi la linea principale per Atene. 191 Luther Craig, German Defensive Policy in thè Balkans, a Case Study: The Buildup in Greece, 1943, “Balkan Studies”, 23 (1982), pp. 414-415. 192 H. Neubacher, Sonderauftrag, cit., pp. 93-94. Nell’originale l’espressione è più violenta. 193 ADAP, E, voi. VI, cit., n. 128, pp. 221-222; cfr. inoltre lettera al ministro degli Esteri italiano, 19 agosto 1943, in ASDMAE, Gabinetto, A. P. Ufficio Grecia, 1943, b. 1. 194 Copia del Lagebericht fùr Juli 1943 del 5 agosto 1943 di Nestler al ministro delle Finanze del Reich Breyhan, in BA Koblenz, R 2/310, fotogramma 132. Nestler riferisce che quando gli italiani appresero dalla Banca di Grecia che la Wehrmacht aveva ricevuto 67 miliardi di dracme e non i 50 miliardi convenuti nell’accordo tra Neubacher e d’Agostino, aumentarono anch’essi la loro richiesta per il luglio 1943 da 35 a 40 miliardi di dracme. Le fonti italiane non confermano tale istanza. Cfr. lettera di Fagiuoli a Raffaele Guariglia, 30 luglio 1943, in ASDMAE, Gabinetto, A. P. Ufficio Grecia, 1943, b. 1. 195 II ministero degli Esteri rimase rappresentato ad Atene dal console generale von Graevenitz e da Hahn, come esperto eco­ nomico. Gli alleati dissonanti L iq u id a z io n e d e g li ita lia n i in G re c ia m e tte in e v id e n ­ z a c o rru z io n e fin a n z ia ria s e n z a lim iti, v io la z io n e di tu t­ ti g li a c c o rd i, a b u so d e lle sp e s e d i o c c u p a z io n e p e r m a ­ n o v re a ffa ristic h e in q u a n tità in c re d ib ile . L ’I ta lia h a a c c o m p a g n a to la n o s tra p o s itiv a o p e ra m a te ria le c o n ­ tro tu tte le in te se c o n tu tto u n s is te m a di tru ffe e di s fru tta m e n to s e n z a s c ru p o li, n e l q u a le s v o lg e un r u o ­ lo p a rtic o la re l ’a rric c h im e n to p e rs o n a le . L ’a llo n ta n a ­ m e n to d i q u e s to c a n c ro n o n p o tr à n o n a v e re e ffe tti p o ­ sitiv i p e r l ’e c o n o m ia g re c a . N e u b a c h e r, 2 7 se tte m b re 1 9 4 3 196. Nonostante questa dichiarazione contenga alcu­ ne verità, dopo il cambiamento di partito dell’I­ talia nel settembre 1943 non ci si poteva aspetta­ re un miglioramento consistente della situazio­ ne, in quanto la corruzione italiana non era la cau­ sa principale delle difficoltà finanziarie della Gre­ cia. Neubacher si trovò ad affrontare condizioni molto peggiori di quelle dell’ottobre 1942. La maggior parte della Grecia era controllata da par­ tigiani d ell’Elas/Eam (un movim ento di resi­ stenza di sinistra) che provocavano ai tedeschi pesanti perdite di uomini ed equipaggiamenti. L’attività partigiana ogni giorno aumentava no­ nostante le rappresaglie (o proprio come risposta a queste), rispecchiando la fiducia in una prossi­ ma liberazione197. Il tasso inflazionistico, che nel­ 137 l’anno precedente aveva registrato un leggero ral­ lentamento, riprese ad accelerare198. Nonostante il fatto che, dopo essere subentra­ ta nella zona di occupazione italiana, la Germa­ nia incassasse la parte dell’Italia di spese dirette di occupazione e per alloggiamenti, le risorse con­ tinuavano ad essere inadeguate199. Paragonati ai 75.000 soldati tedeschi di stanza in Grecia nel marzo 1942, vi erano ora nel paese 173.000 sol­ dati dell’esercito, 13.000 delle SS, 58.000 del­ l’aviazione, 29.000 della marina, 18.000 volon­ tari italiani e 54.695 bulgari200. Il Reich riuscì a rinviare sino all’agosto 1944 l’inevitabile collas­ so dell’economia greca soltanto attraverso la ven­ dita di oro sul mercato finanziario greco201. Conclusioni Affermare che il coinvolgimento dell’Asse in Grecia produsse tre perdenti e nessun vincitore significa esagerare soltanto di poco. I sogni ita­ liani “di un trionfo mediterraneo, acquistato a buon mercato”202 causarono in Grecia 150.000 vittime203, comportarono lo spiegamento costo­ so e difficile, per due anni, di undici divisioni per mantenere l’ordine pubblico in una popolazione 196 Telegramma n. 2659, in BA MA, W i/ICl. 1C. 197 DDI, IX, voi. X, 7febbraio-8 settembre 1943, Roma, Istituto poligrafico e zecca dello Stato, 1990, n. 628, pp. 806-807; relazioni del Mbfh. Griech., 5 e 19 ottobre 1943, in ZStAP, pellicola n. 18735, pubblicato in M. Seckendorf e al. (a cura di), Die Okkupationspolitik, cit., pp. 265-266, 71; e telegramma senza numero di Neubacher a Ribbentrop, 1° settembre 1943, in ZStAP, AA, n. 68611, p, 72, pubblicato in M. Seckendorf e al. (a cura di), Die Okkupationspolitik, cit., p. 250. 198 P. Hahn, Griechische Währung, cit., p. 28. Il sostegno dato ai partigiani greci in oro britannico sottopose la dracma ad ul­ teriore tensione. 199 Copia della Nota n. 5326-m-102-Nst/Lö, dell’inviato speciale del Reich per le questioni economiche e finanziarie in Gre­ cia a Ralles, 25 ottobre 1943, riprodotta in Nestler, “Finanzwesen”, pp. 172, 117, 91. Parte di questa somma fu impiegata per coprire le spese delle truppe bulgare, alle quali, il 7 luglio 1943, era stato consentito di occupare la restante parte della Ma­ cedonia greca, ad eccezione di Salonicco. 200 BA MA, HGrE, 65023, 65024/2. Non compresi i soldati bulgari di stanza nei territori greci annessi. 201 II Piano quadriennale garantiva a Neubacher quattro milioni di RM in oro al mese per il semestre successivo, importo che fu venduto alla borsa valori e sul libero mercato interno. Le dracme incassate con questo metodo finanziarono nell’autunnoinverno 1943-1944 tra il 16 e il 72 per cento delle spese mensili della Wehrmacht, dando così respiro alla zecca. Cfr. ADAP, E, voi. VH, 1. Oktober bis 30. Aprii 1944, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1979, n. 83, pp. 170-172; P. Hahn, Griechi­ sche Währung, cit., pp. 27-32, 39-40 e 50-59; e H. Neubacher, Sonderauftrag, cit., pp. 87-90. Con l’eccezione di Grecia e Al­ bania, soltanto in paesi satelliti come la Bulgaria, la Romania, l’Ungheria, la Croazia ed il Protettorato l’oro tedesco fu usato come mezzo per stabilizzare la circolazione monetaria e per pagare i debiti di compensazione. Cfr. Willi A. Boelcke, Die Ko­ sten von Hitlers Krieg, Paderborn, Schöningh, 1985, pp. 118-122. 202 M. Knox, Mussolini, cit., p. 110. 203 ASSME, Diari storici CSRE, Grecia, I, b. 943. 138 Gabriella Etmektsoglou affamata in rivolta e costrinsero l ’Italia al ruolo crudele di arbitro tra tedeschi e greci204. In cam­ bio di tutti questi intrighi e della quotidiana espo­ sizione al disprezzo tedesco205, di cui “i greci era­ no gli avidi osservatori”206, l’Italia, dopo l ’occu­ pazione della Grecia da parte dell ’Asse, non giun­ se più vicina alla realizzazione del suo “spazio mediterraneo autonomo” di quanto non fosse pri­ ma dell’ottobre 1940. Di fatto, il fiasco militare in Albania207 e la dipendenza dalla Germania per rifornimenti vitali208costrinsero Mussolini in una posizione di spettatore, mentre un’ottusa ammi­ nistrazione tedesca si appropriava della sfera di influenza dell’Italia nell’Europa sudorientale e Hitler decideva della strategia dell’Asse senza consultarlo209. L’operazione Marita fu intrapresa non per sal- vaguardare gli interessi italiani in Grecia e in Ju­ goslavia, ma per cacciare gli inglesi dalla Gre­ cia, cosicché il fianco destro dell’esercito di H i­ tler avesse via libera per andare ad invadere la Russia210. Terminata questa campagna, la diri­ genza economica del Reich mirò a consolidare unilateralmente gli interessi tedeschi nell’area, senza tenere nel minimo conto le aspirazioni ita­ liane. Il Reich fece la parte del leone per tutto quello (e non fu molto) che la Grecia dovette of­ frire e tuttavia l’effettivo contributo di questo paese allo sforzo bellico nazista fu trascurabile. Per il deterioramento della situazione moneta­ ria, la Grecia non potè rappresentare un’ecce­ zione alla regola che vide la mancata realizza­ zione degli obiettivi tedeschi in fatto di esporta­ zioni dagli Stati balcanici occupati ed alleati. Il 204 ASSME, Le operazioni delle unità italiane nel settembre-ottobre 1943, a cura di Mario Torsiello, Roma, Ministero della Difesa, 1975, pp. 17-19. Cfr. inoltre Adolfo Infante, “Considerazioni sul’armistizio e sulla situazione politica militare in Gre­ cia ed Albania”, 10 febbraio 1944, in ASSME, Carteggio versato dallo Stato Maggiore della Difesa (Comando Supremo e Stato Maggiore Generale), 2a Guerra Mondiale 1940-1948 (repertorio 1-3), b. 83, cari. 1. 205 Helmut Felmy (le Br.B.Nr. 10.575 (515)/41 gKdos.), 25 settembre 1941, in BA MA, RW 40/123.1 soldati tedeschi erano soliti ordinare all’orchestra del bar o del ristorante di suonare canzoni di guerra anti-italiane, come “koroido Mussolini (Mus­ solini, parassita)”, alla presenza di soldati italiani per umiliarli. Cff. Harold Denny, Reich Army Said to Run Greece in Defiance o f Berlin Politicians, “The New York Times”, 17 ottobre 1941. C’era anche un diffuso rancore nei confronti degli ita­ liani, come chiaramente rivela la seguente dichiarazione di un soldato tedesco in Grecia: “Noi tedeschi avremmo il miglior esercito, gli italiani invece la miglior politica, perché se avesse un esercito del valore di quello italiano, la Germania da tem­ po sarebbe stata sconfitta, mentre l’Italia con il suo misero esercito, grazie alla sua astuta politica e diplomazia, si sarebbe ad­ dirittura ancora ingrandita, e sarebbe in grado di esibire, almeno in campo diplomatico, grandi successi” . Cff. relazione di Clemm von Hohenberg, 24 maggio 1941, in BA MA, N 449/4, p. 167. 206 Lettera n. 5731/41geh.Ic/AO (Wbfh. Südost), 18 luglio 1941, in RH 20-12/206. C. Geloso, Due anni, cit., pp. 162-163. 207 Renzo De Felice, Mussolini l ’alleato, Torino, Einaudi, 1990, voi. I, pp. 308-315 e M. Knox, Mussolini, cit., pp. 283-289. 208 Dopo l’ingresso dell’Italia nel conflitto mondiale al fianco della Germania, furono sospesi i rifornimenti dagli Stati Uniti, dalla Persia e dall’Unione Sovietica. Nel 1941, il 99 per cento delle importazioni italiane di carbone, il 73 per cento delle im­ portazioni di prodotti chimici e il 70 per cento di tutte le importazioni di prodotti laminati provenivano dalla Grande Germa­ nia, mentre il petrolio grezzo era importato dalla Romania, allora sotto controllo economico tedesco. Cfr. Istituto centrale di statistica del Regno d ’Italia, Supplementi all'Annuario Statistico Italiano, n. 4: Commercio con l ’estero, Roma, Istituto poli­ grafico dello Stato. Nel corso del primo anno della partecipazione alla guerra, l’Italia aveva ricevuto dalla Germania un quan­ titativo di carbone equivalente ai rifornimenti richiesti per due mesi e mezzo; cfr. Francesca Schinzinger, Kriegsökonomische Aspekte der deutsch-italienischen Wirtschaftsbeziehungen 1934-1941, in Friedrich Forstmeier, Hans-Erich Volkmann (a cura di), Kriegswirtschaft und Rüstung, 1939-1945, Düsseldorf, Droste, 1977, pp. 173 e 176. Il rifiuto della Germania di fornire all’Italia le materie prime necessarie minacciò, nella primavera del 1942, di costringere all’inattività il 50 per cento dell’industria italiana. Cfr. Carlo Favagrossa, Perché perdemmo la guerra. Mussolini e la produzione bellica, Milano, Rizzoli, 1946, capitolo 5, e pp. 206-208, 224-229. 209 Per strategia s’intende “l’integrazione della politica interna ed estera, della pianificazione e della conduzione militare e psicologica della guerra, delTeconomia bellica e degli armamenti, da parte del vertice di uno Stato per la realizzazione di una concezione globale ideologica, improntata alla politica di potenza”. La definizione è di A. Hillgruber, Der Faktor Amerika in Hitlers Strategie 1938-1941, in Wolfgang Michalka (a cura di), Nationalsozialistische Aussenpolitik, Darmstadt, Wissen­ schaftliche Buchgesellschaft, 1978, p. 493. 210 Norman Rich, Hitler’s WarAims, voi. II, The Establishment o f thè New Order, New York, Norton, 1974, p. 241 ; e Rolph Georg Reuth, Entscheidung im Mittelmeer. Die südliche Peripherie Europas in der deutschen Strategie des Zweiten Weltkrie­ ges 1940-1942, Koblenz, Bernard & Graefe, 1985, pp. 206-207. Gli alleati dissonanti volume totale delle esportazioni annue nel Rei­ ch di prodotti agricoli dalla Romania, dalla Bul­ garia e dalla Serbia non raggiunse mai negli an­ ni dell’occupazione i livelli prebellici211. Le con­ dizioni climatiche spiegano in parte lo scarso rac­ colto di grano del 1942; ma i principali respon­ sabili del calo, durante gli anni della guerra, del­ la produzione presente sul mercato furono la ca­ renza di lavoratori prodotta dalla mobilitazione, i consumi da parte delle truppe tedesche di stan­ za e l’opposizione dei contadini a consegnare i prodotti ai bassi prezzi fissati dai governi. Nei territori occupati della Jugoslavia e della Grecia l’attività partigiana, le operazioni di rappresa­ glia, l’ingaggio di lavoratori agricoli o per il la­ voro nel Reich o per opere di costruzione della Wehrmacht all’interno, insieme con una caren­ za di grano da semina, aratri d ’acciaio, cavalli, fertilizzanti e insetticidi furono i fattori aggiun­ tivi che spiegano l ’enorme calo della produzio­ ne agricola. La produzione greca di tabacco sce­ se all’ 11 per cento della cifra prebellica e quel­ la di uva passa e uva al 34 per cento212. Lo stes­ so vale per la produzione industriale e m inera­ ria, con la sola eccezione in positivo della pro­ duzione di cromo nel 1942-1944. Il livello del­ l’attività economica in Grecia si mantenne bas­ so ed insoddisfacente, con un’utilizzazione del­ la capacità industriale intorno al 20 per cento del livello prebellico213. Anche il commercio di com­ pensazione fu negativamente interessato dalla crisi finanziaria che le politiche di sfruttamento 139 dell’Asse avevano determinato, trascurando i li­ miti della debole economia della Grecia. Come osserva Klaus Olshausen d a u n lato la d irig e n z a te d e sc a n o n av eva p o tu to , p e r m o tiv i p o litic i, fa r v alere o m a n te n e re n e lla m is u ra p ro ­ g ra m m a ta le ric h ie s te “ p o sitiv e ” d e lla p ro p ria e c o n o ­ m ia , e d a ll’a ltro , p e r in te re s si p o litic i, m ilita ri e d a n ch e e co n o m ici, n o n era in g ra d o d i sc a ric are s u ll’a lle ato ita ­ lia n o le “c o n se g u e n z e n e g ativ e ” p e r l ’e c o n o m ia g re ca d e lla c a m p a g n a m ilita re e d e ll’o c c u p a z io n e 214. La rovina causata dalle politiche di sfruttamento dell’Asse in Grecia è pressoché inaudita215. Il nu­ mero dei morti durante la guerra e l’occupazione superò il mezzo milione216. Tra quanti sopravvis­ sero, 400.000 erano ammalati di tubercolosi e 2.500.000 di malaria217. 3.500 città e villaggi fu­ rono distrutti dai bombardamenti e dagli incendi, riducendo al 23 per cento la ricettività delle abi­ tazioni e lasciando 1.500.000 senzatetto. Il 25 per cento delle foreste fu depredato e il 73 per cento del tonnellaggio prebellico totale della marina mercantile fu affondato. La perdita della ricchez­ za pubblica fu valutata in 17.871 milioni di dolla­ ri218. Un’iperinflazione, iniziata nell’ottobre 1943, aveva determinato un totale collasso economico. La dracma greca aveva perso ogni valore. Tra apri­ le 1941 e ottobre 1944, la circolazione monetaria era aumentata di 68.457.984,76 volte, mentre a lu­ glio 1944 i prezzi al consumo erano aumentati di 858.272 volte rispetto ai livelli di ottobre 1940219. Un oka (2,82 libbre) di pane costava 211 J. R. Lampe, M. R. Jackson, Balkan Economie History, cit., pp. 526-548. 212 Constantinos A. Doxiadis (a cura di), Devastation in Greece, London, Keliher, Hudson & Kearns, 1945, p. 5. 213 S. B. Thomadakis, Black Markets, cit., p. 68. 214 Klaus Olshausen, Zwischenspiel auf dem Balkan: die deutsche Politik gegenüber Jugoslawien und Griechenland von März bis Juli 1941, Stuttgart, Deutsche Verlags-Anstalt, 1973, p. 306. 215 Tabelle dettagliate sull’entità delle distruzioni e dei saccheggi da parte di tedeschi ed italiani in AYE/1944/ÀX/51, Tables o f Damages. 216 Se si considera anche il calo nel numero delle nascite, la guerra causò una diminuzione della popolazione greca del 10,210,8 per cento. Cfr. C. A. Doxiadis (a cura di), The Sacrifices o f Greece in the Second World War, rapporto presentato nella primavera 1945 a Parigi, Londra e alla Conferenza delle Nazioni Unite di San Francisco. Cfr. tavola “Perdita di vite umane”. Nel 1940 la popolazione totale della Grecia era stimata intomo ai 7,337 milioni. 217 C. A. Doxiadis, Devastation, cit., p. 14; relazione di Mohn, 22 dicembre 1943, in £CfEJ\94?>-44IExile-Govemment, Cairo (KC)/Food Supply. 218 C. A. Doxiadis, Such was the War in Greece, Athens (Series of Publications of the Department for Reconstruction, n. 9), 1947, pp. 30-34,45. 219 (Aprile 1941 = 100); P. Hahn, Griechische Währung, cit., p. 41. W. A. Boelcke, Kosten, cit., p. 136. Gabriella Etmektsoglou 140 34.000.000.000 di dracme. I prezzi si riassestaro­ no soltanto nel 1946, dopo tre diversi programmi di stabilizzazione e due svalutazioni della drac­ ma220. Negli anni che seguirono, aiuti e crediti da parte dei governi britannico e americano e in particolar modo il Piano Marshall contribuirono alla ripresa dell’economia greca dalla devastazione provocata dall’inumano sfruttamento dell’Asse nel periodo bellico. Gabriella Etmektsoglou [traduzione dall’inglese di Francesca Ferratini Tosi] 220 A. J. Kondonassis, The Greek Inflation and thè Flight from thè Drachma, 1940-1948, “Economy and History”, 20 (1977), pp. 43-49. Nel novembre 1944 fu emessa una nuova dracma e la vecchia banconota fu cambiata al tasso di 1 nuova dracma = 50 miliardi di vecchie dracme. La parità della nuova dracma nei confronti della sterlina oro fu stabilita a 600:1. Nel giugno 1945, una nuova svalutazione fissò il tasso di cambio a 2.000 dracme = 1 sterlina. Cfr. BFIS, 15,h Annual Report, Ist Aprii 1944-3ls t March 1945, Basle, 1945, pp. 88-89. Gabriella Etmektsoglou (L e m n o , 1 962) h a c o n s e g u ito il d o tto ra to in sto ria d e ll’E u ro p a m o d e rn a e c o n te m p o ­ ra n e a a ll’U n iv e rsità d i A tla n ta . L a su a tesi su llo sfru tta m e n to d e lla G re c ia d a p a rte d e ll’A s s e d u ra n te la s e c o n ­ d a g u e rra m o n d ia le sa rà p u b b lic a ta , c o n il tito lo A r t i Exploitation o f Wartime Greece, 1941-1944, n e lla c o lla n a “ E a s t E u ro p e a n M o n o g ra p h s ” p re s s o la C o lu m b ia U n iv e rsity P re ss . H a la v o ra to c o m e b o rs is ta ric e rc a tric e a l­ l ’Is titu to di sc ie n z e u m a n e d i V ie n n a; d a l g e n n a io d i q u e s t’a n n o c o o rd in a il p ro g e tto in te m a z io n a le “ R e th in k in g P o s tw a r E u ro p e ” , p ro m o s s o in c o lla b o ra z io n e c o n l ’IW M e l ’Is titu to R e m a rq u e d e lla N e w Y o rk U n iv e rsity ; d a fe b b ra io la v o ra c o m e b o rs is ta d i stu d i e lle n ic i p re s s o l ’U n iv e rs ità d i P rin c e to n . T ra le su e p u b b lic a z io n i: Chan­ ges in the civilian economy as a factor in the radicalization of popular opposition in Greece, 1941-1944, in R i­ c h a rd E . O v e ry e al. (a c u ra d i), Die Neuordnung Europas: NS-Wirtschaftspolitik in den besetzten Gebieten, B e r­ lin , M e tro p o l V erlag , 1977. IL PENSIERO ECONOMICO MODERNO Sommario del n. 4,1997 Articoli A. Fazio, Banche e finanza in Italia-, G.M. Ambrosio, Il Welfare tra declino e riforma-, C. Nardi Spü­ ler, La nuova economia keynesiana nel mercato dei capitali-, R. Cascinelli, Elementi dinamici e statici del distretto industriale nel mercato globale-, C. Moritesi, L’innovazione ambientale di im­ presa: spunti e riflessioni teoriche e nuove politiche pubbliche-, M. Romani, La società italiana e il sindacato oggi Osservatorio J. Dausset, Conoscenza scientifica e dignità umana-, S. Trucco, Ricordo di Giuseppe Dossetti Le opere e i giorni Accademia nazionale dei Lincei: Premio di economia del lavoro “Ezio Tarantelli” per il contribu­ to alla ricerca - La rivista “Nuova economia e storia” verso il quarto anno di vita 141 Gli alleati dissonanti Appendice documentaria T av o la 1: E m is s io n e di b a n c o n o te , m a rz o 1 9 4 1 -o tto b re 1942 Dracme Fine mese 1941 Dracme Fine mese 1942 M a rz o 1 9 .3 7 1 .4 3 6 .3 5 0 G e n n a io 5 3 .0 1 3 .7 9 3 .3 5 0 A p rile F e b b ra io 5 8 .4 8 9 .8 8 4 .7 0 0 M a g g io M a rz o 6 7 .8 6 5 .3 8 5 .4 0 0 7 9 .1 4 3 .7 0 8 .5 0 0 G iu g n o 2 4 .0 7 5 .4 8 4 .4 0 0 A p rile L u g lio 2 3 .9 6 0 .1 5 9 .3 0 0 M a g g io 9 2 .1 8 3 .5 2 3 .4 0 0 A g o s to 2 9 .0 5 8 .9 2 0 .2 5 0 G iu g n o 1 0 9 .8 4 5 .9 4 7 .1 0 0 S e tte m b re 3 3 .8 4 2 .1 4 3 .5 5 0 L u g lio 1 3 2 .3 4 4 .5 8 9 .9 0 0 O tto b re 3 9 .0 6 7 .1 8 6 .9 5 0 A g o s to 1 5 5 .1 0 8 .0 2 8 .1 0 0 N o v e m b re 4 3 .5 2 8 .1 9 4 .1 0 0 S e tte m b re 1 8 5 .5 8 7 .4 2 1 .7 0 0 D ic e m b re 4 8 .7 9 4 .9 0 0 .5 5 0 O tto b re 2 3 8 .3 2 4 .8 5 3 .9 0 0 F onte: B a n c a di G recia; tratto d a D . D eliv an is, W. C . C lev elan d , Greek Monetary Developments, cit., p. 178. T av o la 2: S p e se d i o c c u p a z io n e p a g a te d a lla B a n c a d i G re c ia a p rile 1 941-31 o tto b re 1942 (in d ra c m e ) alla Germania all’Italia Totale in dracme 9 .5 4 4 .1 0 5 .0 0 0 7 .5 9 0 .0 0 0 .0 0 0 1 7 .1 3 4 .1 0 5 .0 0 0 p rim i se i m esi 4 8 .3 4 6 .0 0 0 .0 0 0 1 0 .7 8 0 .0 0 0 .0 0 0 5 9 .1 2 6 .0 0 0 .0 0 0 L u g lio 1 5 .2 9 0 .0 0 0 . Data 1941 — to ta le d e g li u ltim i se i m esi 1941 — to ta le d e i 000 3 .7 5 0 .0 0 0 . 000 1 9 .0 4 0 .0 0 0 . 000 000 4 .7 5 0 .0 0 0 . 000 2 2 .6 0 0 .0 0 0 . 000 A g o s to 1 7 .8 5 0 .0 0 0 . S e tte m b re 1 3 .6 5 0 .0 0 0 . 0 0 0 4 .7 5 0 .0 0 0 . O tto b re 2 0 .2 4 6 .2 0 9 .4 0 3 9 .0 0 0 . T o tale 1 2 4 .9 2 6 .3 1 4 .4 0 3 000 0 0 0 .0 0 0 4 0 .6 2 0 .0 0 0 .0 0 0 1 8 .4 0 0 .0 0 0 .0 0 0 2 9 .2 4 6 .2 0 9 .4 0 3 1 6 5 .5 4 6 .3 1 4 .4 0 3 o R M 2 .7 5 9 .1 0 5 .2 4 0 ,1 F o n te: P A A A , HapolTVa Griechenland, F in a n zw esen 16, vol. 3. 142 Gabriella Etmektsoglou T av o la 3: A n d a m e n to d e l ta s s o d i c a m b io ra g g u a g lia to in o ro e in d ic e d e l c o s to d e lla v ita , m a rz o 1 9 4 1 -n o v e m b re 1944 Data 1941 M a rz o G iu g n o S e tte m b re D ic e m b re 1942 G e n n a io F e b b ra io M a rz o A p rile M a g g io G iu g n o L u g lio A g o s to S e tte m b re O tto b re N o v e m b re D ic e m b re 1943 G e n n a io F e b b ra io M a rz o A p rile M a g g io G iu g n o L u g lio A g o s to S e tte m b re O tto b re N o v e m b re D ic e m b re 1944 M a rz o G iu g n o S e tte m b re O tto b re N o v e m b re , 10 Prezzo medio mensile in dracme in Atene (fonti tedesche) Prezzo medio mensile in dracme in Atene3 (Banca di Grecia) Indice del costo della vita in Atene* (Banca di Grecia) 1.063 7 .4 0 0 1 2 .1 3 0 2 1 .1 3 0 116 200 501 1.491 2 1 .5 0 0 2 1 .5 0 0 3 7 .2 5 0 5 0 .5 0 0 5 9 .0 3 0 5 8 .8 3 0 1 3 0 .5 0 0 1 9 6 .2 1 0 2 1 7 .5 3 0 3 5 2 .8 7 0 2 7 3 .0 0 0 1 5 1 .7 2 0 1.608 1.859 2 .4 6 8 3 .2 4 6 3 .7 0 7 5 .1 3 3 6 .5 6 0 8 .3 1 5 1 0 .2 0 2 1 5 .1 9 2 1 3 .2 5 9 9 .9 0 2 8 .4 2 0 7 .4 8 0 8 .2 9 0 10.991 11.6 8 6 13.0 0 7 1 7 .4 6 4 1 .5 4 1 .6 6 7 1 4 4 .3 5 0 1 3 4 .7 1 0 1 6 1 .3 2 0 1 7 0 .5 0 0 2 3 9 .6 2 5 3 0 7 .1 7 5 3 2 2 .2 4 0 3 5 5 .2 3 0 4 1 9 .1 2 0 7 6 2 .4 0 0 1 .2 5 3 .0 8 0 1 .5 6 2 .8 9 0 1 4 .6 9 0 .6 5 2 1 2 3 .3 5 0 .0 0 0 b2 0 .8 0 0 .0 0 0 .0 0 0 c8 0 .0 0 0 .0 0 0 .0 0 0 1 4 .7 2 0 .0 0 0 1 2 6 .2 6 0 .8 7 0 1 8 .5 2 8 .0 0 0 .0 0 0 2 .5 8 3 .1 1 1 .0 0 0 .0 0 0 1.168 4 .9 0 0 8 .6 5 0 10.7 5 0 14.0 0 0 6 0 .5 0 0 1 2 4 .7 3 0 1 4 9 .2 7 0 1 6 2 .6 7 0 3 0 9 .6 0 0 4 2 6 .2 0 0 19.995 2 7 .1 7 3 4 0 .0 7 4 7 6 .1 7 1 1 0 2 .6 1 0 7 2 9 .0 0 9 6 .0 3 9 .0 0 0 2 .2 0 8 .2 4 7 .0 0 0 1 9 8 .6 3 0 .0 0 0 .0 0 0 1 8 .8 5 0 .0 0 0 .0 0 0 .0 0 0 “Costo stimato di generi alimentari equivalenti a 1.904 calorie quotidiane a testa (1940=100). b Valore approssimativo.c Va­ lutazione basata sull’espansione del tasso di inflazione e sull’accrescimento generale dei prezzi. Le fonti tedesche non forni­ scono cifre per tutti i mesi. Fonti: Nestler, “Finanzwesen”, allegato n. 30, p. 211 ; P. Hahn, Die Grìechische Wahrung, cit., al­ legato n. 1, p. 41; Banca di Grecia, calcoli del Consiglio dell’economia riprodotti inD . Delivanis, W. C. Cleveland, Greek Mo­ netary Developments, cit., tavole n. 3 e 5, pp. 179-185.* * Cifre leggermente diverse sono riportate in una tavola del volume di Angelos Angelopoulos, Oikonomika: Arthra kai Mete­ tes 1946-1967, Atene, Papazeses, 1974, p. 34. Non è citata la fonte.