Giuseppe Ungaretti, nasce l'8 febbraio 1888 ad Alessandria d'Egitto. I suoi studi iniziano proprio presso la città africana, dove intraprende un percorso di studi presso la prestigiosa scuola svizzera "École Suisse Jacot", durante il quale il giovane Ungaretti si occupa intensamente di letteratura, leggendo i maggiori scrittori moderni e contemporanei, da Leopardi a Nietzsche. Nel 1912 si reca a Parigi dove frequenta gli ambienti dell'avanguardia, approfondendo la conoscenza della poesia decadente e simbolista. Nel 1914 viene in Italia per partecipare alla campagna interventista del primo conflitto mondiale e si arruola come volontario. In questo periodo Ungaretti, combatte in prima persona sul fronte, maturando una profonda riflessione sull’esistenza dell’uomo e sul valore della fratellanza. Proprio la guerra rappresenta l'ispirazione dei suoi scritti: la convivenza con la morte, il terrore di incontrarla, la gioia di essere sopravvissuto ad un altro giorno, la vergogna nell’uccidere un altro uomo. La poesia di Ungaretti fotografa un’immagine di guerra, in particolare Ungaretti mette in correlazione gli estremi della vita umana: la vita e la morte. In un’esperienza triste e desolante, come quella della guerra, nel poeta scatta una voglia bramosa di vita. Importante è quindi per il poeta esaltare le proprie emozioni, che per essere comprese dal pubblico, non hanno bisogno di decorazioni o di forme sintattiche raffinate ed eleganti (come nell’estetismo di D’annunzio); le quali privano l’emozione dalla poesia. Il sentimento deve scaturire dalla semplicità di cui è fatto e deve imporsi nel lettore non attraverso la bellezza sintattica, ma attraverso la purezza della parola. In questo Ungaretti prende spunto dalla poesia pascoliana, nella quale il lessico è quasi scientifico: la parola caratterizza tutti i particolari della sensazione, al punto da ricreare un’emozione. In questo suo aspetto, Ungaretti applica i suoi precedenti studi francesi, utilizzando la poetica dell’analogia, basata sui principi simbolisti, per mezzo della quale ad una singola parola è attribuito un significato più profondo, quasi magico. Un esempio lo abbiamo con la poesia “Soldati”, che racchiude in sé tutti i principi dell’analogia e della poesia ermetica in generale: Bosco di Courton luglio 1918 Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie Il titolo rappresenta la chiave di lettura della poesia in quanto specifica il soggetto della stessa, altrimenti risulterebbe impossibile, comprendere che il timore di perdere la propria vita, come le foglie in autunno possono staccarsi dai rami è riferito ai soldati. Una delle Opere più importanti di Ungaretti "L'Allegria", opera dalla quale è stata tratta anche la poesia "Soldati", è molto importante anche dal punto di vista storico in quanto quasi come un bollettino di guerra, racconta attraverso le emozioni vissute dai soldati, il cambiamento dello stato d'animo degli stessi: la Prima Guerra Mondiale, infatti, nasce con il mito di essere una guerra lampo ma pian piano il mito cede il passo alla dura realtà di una guerra di logoramento, una guerra dominata dall'artiglieria dove gli eserciti si fronteggiano lungo le trincee martellandosi con i mortai, senza che nessuno riuscisse ad infliggere al nemico colpi decisivi o significativi. La prima guerra mondiale scoppia il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero-austroungarico al Regno di Serbia, in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo. La Prima Guerra Mondiale però non è causata dal singolo evento ma da molteplici cause di natura economica, politica, diplomatica e culturale: il patriottismo esasperato che, nonostante il pacifismo socialista, fa presa sulle masse; la corsa agli armamenti, la quale porta ad una militarizzazione delle coscienze; l’indebolimento dell’Impero Ottomano alimenta le ambizioni espansionistiche di Austria, Germania, Russia e Italia, facendo vacillare l’equilibrio imposto da Bismarck al Congresso di Berlino, aumentando l’instabilità della regione balcanica. La Prima Guerra Mondiale vede in prima linea 2 schieramenti : la triplice intesa e la triplice alleanza. La triplice intesa è composta da Francia, Regno Unito e Impero Russo; mentre la triplice alleanza è composta da Germania, Austria-Ungheria ed Impero Ottomano. Successivamente nel 1915 entrano in guerra la Bulgaria e l'Italia, le quali si schierano rispettivamente con la triplice alleanza e con la triplice intesa. L'Italia, dapprima neutrale, decide di entrare in guerra con lo scopo di appropiarsi del Trentino, delle isole, della Dalmazia, la Gorizia e la Gradisca, perse negli anni addietro per farsi riconoscere il "primato" sull'Albania. Una settimana dopo l'Austria-Ungheria rifiuta le condizioni e l'Italia fece richieste ancora più gravose alle potenze dell'Intesa, che accettano ad accordarsi a delle trattative. All'inizio della guerra gli Stati maggiori sostengono che una guerra di massa non sia sostenibile a lungo; parlano infatti, di guerra breve e pertanto adottano la strategia di aggredire rapidamente il nemico. Questa previsione però, si è rilevata drammaticamente errata poiché proprio gli stati maggiori, legati ancora a una visione ottocentesca della guerra, non hanno preso in considerazione che i nuovi armamenti via via perfezionati ed impiegati nel corso del conflitto, avrebbero reso il conflitto non solo più distruttivo ma anche più equilibrato, più difficile, quindi, da risolvere secondo le tradizionali strategie offensive. Nel 1917 le enormi perdite subite dalla Russia hanno minato le fondamenta della resistenza morale e fisica del suo esercito, tanto che al fronte molti ufficiali non riuscivano più a mantenere la disciplina; dal fronte i bolscevichi incitano gli uomini a rifiutarsi di combattere ed a partecipare ai comitati dei soldati per sostenere e diffondere le idee rivoluzionarie; agitazioni che dal fronte giungono alle città ed alla capitale, portando la Russia all' uscita dalla guerra con il trattato di Brest-Litovsk, firmato il 3 marzo 1918. La Germania tenta di istigare il Messico ad attaccare gli Stati Uniti, pertanto il presidente Wilson decide di rompere gli indugi dichiarando, il 6 aprile 1917, guerra alla Germania. Nel marzo 1918 la Germania lancia un ultimo poderoso attacco alla Francia, nella speranza di piegarla prima che l' impatto delle forze americane si faccia insostenibile: l'offensiva tedesca sfonda le difese francesi portando i tedeschi a 60 km da Parigi ma nell' agosto 1918 la controffensiva delle truppe alleate riesce a sfondare le linee tedesche. Allo stesso tempo stati come Bulgaria ed impero ottomano sono costretti a capitolare. Sul piano internazionale, stremata economicamente e militarmente, la Germania si arrende firmando l'armistizio l' 11 novembre 1918. Terminata la Guerra Germania, Francia, Inghilterra, Russia e tutti gli altri paesi del Vecchio Continente si trovano davanti ad un salatissimo costo di perdite economiche e di vite umane; gli Stati Uniti invece, combattendo una guerra fuori dai loro confini territoriali, risentono minimamente di tali perdite e quando tornano a casa, sull’onda della spinta economica data dall’ingresso in guerra nel Primo conflitto mondiale, trovano centinaia di possibilità per creare un futuro nuovo: “La nuova Era” porta all’America un boom economico ed un periodo di grande benessere.