Tutti i dettagli per cui i abbiamo carenza dei 9 Minerali sono Preziosi

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9 Minerali Preziosi per la Tua Salute
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Tutti i dettagli per cui i abbiamo carenza dei 9 Minerali sono Preziosi per Nostra
Tua Vita e le Soluzioni da Applicare in Tutte le Circostanze.
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INTRODUZIONE
I minerali, sostanze non sempre tenute nella giusta considerazione, e che al
contrario rivestono un ruolo molto importante per la nostra salute e il nostro
benessere. Sono infatti pochi gli studi dedicati a questi elementi, se confrontati
con quelli dedicati alle vitamine che, fin dalla loro scoperta, sono state oggetto
di numerose ricerche per indagarne il ruolo preventivo rispetto alle malattie
derivate dalla loro carenza. Negli ultimi decenni tuttavia si è iniziato ad
analizzare meglio il ruolo dei minerali in rapporto alla salute, anche perché gli
strumenti analitici più sofisticati hanno permesso di individuarne la presenza e
misurarne la quantità, oltre che svelarne la funzione nella protezione contro
numerose patologie degenerative.
I minerali sono sostanze inorganiche che nell'organismo rappresentano tutto
sommato una percentuale abbastanza bassa, circa il 5%, ma sono
importantissimi per molti processi metabolici indispensabili per la vita. Essi, a
differenza di carboidrati, grassi e proteine, non forniscono calorie e non
producono direttamente energia, ma partecipano proprio a quelle reazioni che
liberano l'energia indispensabile per la vita. I minerali costituiscono la
principale materia prima per la formazione delle ossa e dei denti, regolano
l'equilibrio idrosalino e gli scambi fra le cellule e i liquidi interstiziali (l'ambiente
che circonda le cellule e nel quale esse sono immerse), sono basilari per la
formazione di tessuti ed organi, svolgono un ruolo importante nella
composizione delle membrane cellulari, presiedono all'attività nervosa e
muscolare, e a moltissime altre funzioni che analizzeremo nel prossimo
articolo, quando entreremo nello specifico di ogni elemento.
Il nostro corpo non è capace di sintetizzare i minerali, che devono
necessariamente essere introdotti con gli alimenti: il sale da cucina, cloruro di
sodio, ne è un facile esempio; noi lo aggiungiamo ai cibi quotidianamente
(anche se un eccesso può provocare o aggravare un'ipertensione), per
approvvigionarci di sodio e cloro. Anche l'acqua fornisce una quota di minerali,
che si trovano disciolti in essa; questo è importante perché i minerali, che
pure, a differenza delle vitamine, non sono alterati dal calore e non subiscono
trasformazioni durante la cottura dei cibi, passano però nell'acqua di cottura e
in questo modo, se essa è eliminata, se ne disperde una buona parte. E’
necessario quindi tenere presente, affinché la nostra alimentazione sia
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equilibrata e contenga quantità sufficienti di questi indispensabili elementi, che
una parte della razione alimentare di minerali che introduciamo con l'acqua e
gli alimenti è dispersa; inoltre non tutti i minerali sono in forma totalmente
biodisponibile, cioè assimilabile, ma generalmente una frazione non è assorbita
e metabolizzata.
I minerali sono eliminati attraverso l'urina, il sudore e le feci: ogni giorno
dobbiamo assumerne una quantità sufficiente a ripristinare quelli perduti.
Come quantità assoluta il fabbisogno di minerali può variare da pochi
microgrammi fino a qualche grammo, ed è proprio in base a questo fabbisogno
che i minerali sono suddivisi in due grandi categorie: i macroelementi e i
microelementi (o oligoelementi).
I macroelementi (dal greco macròs=grande) sono i minerali presenti
nell'organismo in quantità relativamente abbondanti, da alcuni grammi o
decigrammi, fino a diverse centinaia di grammi. Sono tutti quelli di cui
assumiamo quantità superiori ai 100 mg al giorno: Calcio, Cloro, Fosforo,
Magnesio, Potassio, Sodio, Zolfo.
I microelementi (dal greco micròs=piccolo) detti anche oligoelementi (dal
greco òligos=poco), sono i minerali presenti nell'organismo solo in tracce, da
pochi microgrammi a qualche milligrammo: piccolissime quantità, a volte
persino difficili da individuare, ma quanto importanti! Appartengono a questa
classe quelli di cui assumiamo quantità giornaliere inferiori (e in alcuni casi,
molto inferiori) ai 100 mg: i principali sono Ferro, Rame, Zinco, Fluoro, Iodio,
Selenio, Cromo, Cobalto.
Benché si siano fatti molti progressi, è problematico ancora oggi stabilire quale
sia lo "status" di un minerale all'interno di un organismo, ma certamente, con il
miglioramento dell'alimentazione e le maggiori conoscenze in campo
nutrizionale, raramente si manifestano gravi sintomi dovuti a carenze
pronunciate di minerali. Tuttavia è possibile andare incontro a carenze lievi o
marginali che, se protratte nel tempo, possono giocare un ruolo importante,
direttamente o indirettamente, nello sviluppo di patologie degenerative talvolta
anche gravi.
Numerosi studi hanno ormai dimostrato che un aumentato apporto di minerali,
così come di vitamine, che superi la cosiddetta RDA (Recommended Daily
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Allowance: razione giornaliera raccomandata), può avere effetti benefici sulla
salute e il benessere degli individui.
L'RDA è un concetto nato negli Stati Uniti, dopo la scoperta delle vitamine, per
individuare le quantità minime di questi importanti nutrienti, indispensabili per
non incorrere nei gravi sintomi di carenza acuta che abbiamo descritto negli
articoli dei mesi passati, in tempi in cui l'alimentazione era molto diversa da
quella moderna, e non sempre sufficiente (questo purtroppo accade ancora
oggi nei paesi del cosiddetto terzo mondo!). Quindi l'RDA non corrisponde più
al moderno concetto di salute e di benessere di un individuo, che va oltre
quella che definirei la "soglia minima di sopravvivenza". Questa oggi non è più
sufficiente, perché si tende non solo a combattere le malattie attraverso la
prevenzione, ma anche a raggiungere uno stato di maggior benessere,
utilizzando un apporto di questi nutrienti che possa garantire un ottimale
svolgimento di tutte le funzioni biochimiche dell'organismo.
Ma come mai, se l'alimentazione è migliorata ed è addirittura, in molti casi,
eccessivamente calorica, si possono manifestare carenze, seppure marginali? Il
punto è che il nostro regime alimentare non sempre soddisfa il fabbisogno
ottimale di minerali e vitamine, andando così incontro a forme di "quasi
carenza", non diagnosticabili con le normali analisi, che possono manifestare
diversi sintomi di disagio, come ad esempio insonnia, irritabilità, maggior senso
di affaticamento, minore resistenza alle infezioni, dolori muscolari, disturbi
delle mucose e della pelle.
Una felice definizione dice che spesso si mangiano "calorie vuote", alludendo
con questo al fatto che, anche nelle diete apparentemente equilibrate, i cibi
contengono molte calorie ma non forniscono quantità ottimali di nutrienti,
necessari all'organismo per una buona efficienza. I cibi infatti subiscono
manipolazioni che possono distruggere o ridurre molti di questi nutrienti, come
coltivazioni improprie, trattamenti di conservazione, processi di lavaggio e
cottura, eccessiva raffinazione.
Anche le moderne abitudini alimentari possono essere fonte di impoverimento
del patrimonio iniziale di macro e microelementi dei cibi: oggi si privilegiano
cibi raffinati rispetto a quelli integrali (vorrei sottolineare il significato letterale
del termine “integrale”: totale, completo), consumiamo meno legumi e cereali,
fonti di carboidrati complessi, mentre al contrario abbiamo aumentato il
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consumo di zuccheri semplici; è diminuito il consumo di vegetali freschi,
verdura e frutta, specie fra i bambini, i giovani e anche gli anziani, e per contro
è aumentata la quota di grassi, soprattutto saturi, e di alcolici. E' ormai
dimostrato che anche una normale dieta equilibrata, quindi variata e completa,
sia sotto l'aspetto calorico sia nel rapporto fra i macroelementi, fornisca solo
circa l'80% del fabbisogno raccomandato (RDA) di alcuni microelementi.
Questo è ancor più vero in alcuni casi, come il periodo premestruale e
mestruale, la gravidanza, la menopausa, l'allattamento, la fase della crescita
nel bambino e nell'adolescente, la terza età, la presenza di fattori di rischio
come il fumo, l'inquinamento, l'assunzione di farmaci, le malattie croniche e
infettive, e inoltre situazioni di stress eccessivo, intensa attività fisica, regimi
alimentari ipocalorici.
In queste situazioni le carenze di minerali influiscono sul buon funzionamento
dei sistemi enzimatici, nei quali giocano un ruolo fondamentale, con
conseguenze deleterie su funzioni importanti come ad esempio i meccanismi
immunitari, il processo di crescita, la difesa dallo stress ossidativo e quindi dai
radicali liberi, da cui origina l’accelerazione dell'invecchiamento dell'organismo,
che si riflette sull'efficienza fisica e mentale, il benessere generale e la
longevità.
Per avere un dettaglio più approfondito sui metalli abbiamo scelto di riportare
alcune parti dell'Almanacco della Nutrizione di Gayla J. Kirschmann e John D.
Kirshmann - edito da Alfa Omega Editrice. Anche se un libro storico, uno dei
primi a parlare in modo così dettagliato sui minerali, rimane una buona base di
conoscenze.
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FERRO
Il ferro è un minerale concentrato nel sangue e presente in ogni cellula vivente.
E’ il minerale presente in maggiore quantità nel sangue. Il ferro partecipa alla
respirazione perché è il principale trasportatore di ossigeno a tutte le cellule del
corpo. E’ essenziale per l’ossidazione degli acidi grassi. Tutto il ferro presente
nell’organismo è combinato con le proteine e si presenta in due forme. La
prima forma, che è quella dell’emoglobina e degli enzimi, è funzionale, la
seconda, quella della transferrina, ferritina ed emosiderina è quella predisposta
al trasporto e alla riserva. Attraverso le analisi esse ci dicono che
l’assorbimento si svolge normalmente e ci informano dei fabbisogni del corpo.
Il ferro è necessario anche per la sintesi del collagene ed è presente nel
cervello come cofattore nella sintesi dei neurotrasmettitori per la serotonina,
dopamina e noradrenalina che regolano il comportamento.
La funzione principale del ferro è di combinarsi con le proteine e con il rame
nella formazione dell’emoglobina, la sostanza colorante dei globuli rossi.
L’emoglobina trasporta ossigeno nel sangue dai polmoni ai tessuti, che hanno
bisogno di ossigeno per svolgere le funzioni vitali primarie. In questo modo il
ferro determina la qualità del sangue e aumenta la resistenza allo stress e alle
malattie, rinforza il sistema immunitario, aumenta la produzione di energia e
favorisce la crescita nei bambini. Il ferro è necessario anche per la formazione
della mioglobina, che si trova solo nei tessuti muscolari. Anche la mioglobina è
un trasportatore di ossigeno e fornisce alle cellule muscolari l’ossigeno da
usare nella reazione chimica che sfocia nella contrazione muscolare. Per un
funzionamento ottimale del ferro devono essere presenti anche il calcio e il
rame.
La migliore fonte dietetica di ferro è il fegato. Altre fonti sono ostriche, cuore,
carne magra e lingua. Tra le verdure ricordiamo invece quelle a foglia verde, i
cereali integrali, la frutta secca, i legumi e le melasse. Altre fonti sono i piselli,
il pollo, le fragole, la zucca, il salmone, i cavolini di Bruxelles, le alghe, le
mandorle, l’avocado, le barbabietole, il tuorlo d’uovo e la crusca di grano (vedi
la tabella sulla composizione degli alimenti).
Assimilazione ed immagazzinamento: L’organismo può utilizzare sia il ferro
ferrico che quello ferroso, ma le analisi indicano che il ferro ferroso presente in
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natura viene utilizzato più efficacemente e che la maggior parte del ferro viene
ridotto a ferroso prima di venire assorbito. Il ferro eme, se consumato insieme
al ferro non eme, ne aumenterà l’assorbimento. Il ferro viene assorbito col cibo
e distribuito in quantità regolari nel sangue e nel midollo osseo. Il 90% del
ferro ingerito non viene assorbito e non raggiunge mai il sangue. Di questa
percentuale, l’1% viene usato per gli enzimi e il resto viene immagazzinato,
soprattutto nel fegato, nella milza, nel midollo osseo e nel sangue. Il ferro
contenuto negli alimenti vitaminizzati è scarsamente assorbito ma contribuisce
al fabbisogno alimentare. Solo una percentuale dal 2 al 10% del ferro
contenuto nei fagioli, nella frutta e nelle verdure viene assorbita. Il ferro
contenuto nelle proteine animali viene assorbito meglio di quello di origine
vegetale. L’assorbimento avviene nella parte superiore dell’intestino tenue. Il
ferro viene di solito assorbito entro 4 ore dall’ingerimento; l’organismo usa
circa il 2-4% del ferro presente nel cibo. Il grado di acidità gastrica regola la
solubilità e l’assorbibilità del ferro nel cibo.
Il ferro presente nell’organismo viene di solito utilizzato efficacemente. Non
viene consumato o distrutto, ma viene conservato per essere usato
continuamente. Il ferro viene eliminato in piccole quantità attraverso l’urina, le
feci e attraverso la sudorazione e l’esfoliazione della pelle. La gravidanza, le
mestruazioni e le perdite di sangue dovute a lesioni, consumano le riserve di
ferro con un ritmo che va dai 10 ai 40 mg al giorno. L’adolescenza e l’infanzia,
aumentano il fabbisogno di proteine, che aumenterà a sua volta il livello di
assorbimento del ferro. L’alcolismo impedisce l’assorbimento del ferro, come
anche le malattie epatiche croniche e la pancreatite.
Ci sono molti fattori che influenzano l’assorbimento del ferro. La vitamina A, il
complesso B, il rame, il calcio, il manganese e il molibdeno sono necessari per
un completo assorbimento del ferro. L’acido ascorbico ne accentua
l’assorbimento, tramutando il ferro ferrico in ferroso. Se insieme ai cibi ricchi di
ferro vengono consumati anche cibi ricchi di vitamina C, l’assorbimento del
ferro aumenterà del 30%. Anche la chelazione ne favorisce l’assorbimento.
L’achilia e le malattie da malassorbimento, i carbonati come quelli contenuti in
alcune vitamine prenatali e l’aspirina, sono tutti fattori che riducono
l’assorbimento. L’eccesso di zinco e di vitamina E ostacolano l’assorbimento. Il
ferro inorganico disattiva la vitamina E, in questo caso bisogna assumere
quantità maggiori di tale vitamina. L’assorbimento viene anche ostacolato
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dall’artrite reumatoide e dai tumori e non viene favorita neanche nel caso che il
corpo disponga di riserve adeguate. Alcuni studi effettuati hanno mostrato che
i pazienti artritici metabolizzano una quantità insufficiente di ferro, condizione
che può causare l’accumulo del minerale nelle articolazioni.
L’equilibrio tra calcio, fosforo e ferro è molto importante. Un eccesso di fosforo
può rallentare l’assorbimento del ferro, sebbene la presenza di quantità
sufficienti di calcio possano, combinandosi coi fosfati, favorire l’uso del ferro.
Tra gli altri fattori che ostacolano l’assorbimento del ferro ricordiamo: carenza
di acido cloridrico, la somministrazione di alcali, consumo eccessivo di
cellulosa, caffè e tè, presenza di composti di ferro insolubili (fitati, ossalati,
fosfati) ed eccessiva mobilità intestinale. Le perdite quotidiane di ferro si
aggirano intorno ad 1 mg. La cottura dei cibi acidi in recipienti di ghisa
aumenterà il loro contenuto in ferro di trenta volte.
Effetti da carenza e sintomi: La più comune carenza di ferro si manifesta
con una anemia da carenza di ferro (anemia ipocromica) nella quale la quantità
di emoglobina nei globuli rossi viene ridotta e le cellule di conseguenza
diventano più piccole. Come in altre forme di anemia, l’anemia da carenza di
ferro riduce la capacità di trasportare l’ossigeno nel sangue.
L’anemia è una malattia diffusa in tutto il mondo e riguarda circa il 50% di
alcune popolazioni. Negli Stati Uniti le persone a rischio sono le donne in età
fertile, i bambini, gli anziani, le persone economicamente sfavorite e le
minoranze, anche se ci sono altri gruppi vulnerabili, come per esempio la
popolazione maschile. Si stima che un’adolescente su quattro sia carente,
perché tra le altre cause, le donne perdono ogni mese 28 mg di ferro con le
mestruazioni (tutte le donne). L’anemia compare anche nei periodi di crescita e
nelle gravidanze ravvicinate. Sintomi di anemia possono essere anche
stitichezza, mancanza di lucidità, unghie fragili e convesse, creste verticali sulle
unghie, difficoltà di respirazione, letargia, stanchezza, apatia, diminuita
funzionalità cerebrale, pallore, cefalea, ingrossamento del cuore, esaurimento
delle riserve di ferro, e un tasso di ferro nel plasma inferiore a 40 mg per 100
millilitri.
L’anemia emorragica, caratterizzata da emorragie interne, può non essere
scoperta subito, soprattutto se associata alla perdita di sangue che può
verificarsi nelle ulcere peptiche. Un’eccessiva donazione di sangue può causare
questo tipo di anemia. Le infezioni e le ulcere peptiche possono portare
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anemia. Le persone che soffrono di candidosi e di herpes cronico sono a rischio
di carenza, come pure chi consuma una dieta ricca di fosforo e chi ha avuto
lunghe malattie. La carenza di vitamina B6 o B12 può mascherare una carenza
di ferro. Consultate un medico per avere una terapia adeguata. La carenza di
vitamina B6 e zinco può causare squilibri nei valori del sangue che possono
essere confusi con una carenza di ferro. Il modo più sicuro per diagnosticare
una carenza di ferro è di misurare il ferro nel siero (e non l’emoglobina). Le
disfunzioni del sistema immunitario possono provocare una carenza.
Il desiderio intenso di alcuni alimenti può essere un sintomo di carenza. Anche
il desiderio intenso di ghiaccio, amido, argilla e altri materiali non commestibili
è stato attribuito a carenza. I bambini carenti di ferro hanno una tendenza
all’iperattività, minore capacità di concentrazione e minore quoziente di
intelligenza. Questi disturbi possono essere risolti con un’adeguata integrazione
di ferro.
Effetti benefici nelle malattie: Quando viene diagnosticata un’anemia da
carenza di ferro, con i sintomi caratteristici di pallore, predisposizione alla
stanchezza e diminuita resistenza alle malattie, una dieta ricca di cibi ad alto
contenuto di ferro ed una contemporanea assunzione di vitamina C
accelereranno il ristabilimento dell’emoglobina a livelli normali.
Il ferro è il minerale più importante per la prevenzione dell’anemia durante le
mestruazioni. Il ferro può rivelarsi benefico nel trattamento della leucemia e
della colite. La sindrome di Plummer-Vinson viene curata col ferro. Questa
malattia può portare al cancro allo stomaco o all’esofago. La candida e l’herpes
simplex in persone carenti, migliorano con la somministrazione di sufficienti
quantità di ferro. Le proteine che dipendono dal ferro producono radicali
dell’ossigeno antibatterici, come quelli presenti nel colostro. La debolezza
muscolare e la resistenza nell’esercizio fisico migliorano con il ferro. Il ferro
migliora il tono muscolare e la funzionalità cardiaca.
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POTASSIO
Il potassio è un minerale essenziale che si trova principalmente nel fluido
intracellulare (98%) dove costituisce la più importante forza ionica positiva. Se
ne trovano piccole quantità anche nel fluido extracellulare. Il potassio
costituisce il 5% del contenuto totale di minerali nell’organismo. Il sangue
contiene dai 16 ai 22 mg di potassio e gli elettroliti ne contengono 420 mg. Il
potassio e il sodio aiutano a regolare l’equilibrio idrico all’interno dell’organismo
(il potassio passa più facilmente), ossia la distribuzione dei fluidi all’esterno e
l’interno delle cellule, e conservano una giusta alcalinità dei fluidi corporei. Il
potassio regola anche il passaggio delle sostanze nutritive alle cellule. Ha una
funzione nell’attività chimica delle cellule e nella trasmissione degli impulsi
elettrochimici.
Il potassio aiuta le reazioni enzimatiche necessarie per una crescita normale. Si
unisce al fosforo per mandare ossigeno al cervello e agisce insieme al calcio
nella regolazione dell’attività neuromuscolare. Il potassio è necessario per la
sintesi delle proteine muscolari e delle proteine degli aminoacidi nel sangue,
come pure per la sintesi degli acidi nucleici. Contribuisce a mantenere la pelle
sana e a mantenere stabile la pressione sanguigna. Aiuta la trasformazione del
glucosio in glicogeno, forma in cui il glucosio può essere immagazzinato nel
fegato e poi usato dal corpo per il suo funzionamento. Il metabolismo dei
carboidrati e delle proteine dipende dal potassio. Stimola nei reni l’eliminazione
dei residui tossici. Il potassio agisce insieme al sodio per normalizzare il battito
cardiaco.
Assimilazione ed immagazzinamento: Il potassio viene rapidamente
assorbito dall’intestino tenue e il corpo ne utilizza quasi il 90%. Viene eliminato
principalmente attraverso le urine. Dato che i reni sono in grado di mantenere i
livelli sierici normali, la fluttuazione dei livelli nell’organismo è scarsa
indipendentemente dalle quantità assunte con la dieta. Viene eliminato anche
attraverso il sudore (meno della metà del sodio eliminato) e in piccolissime
quantità con le feci. I reni sono in grado di mantenere livelli sierici normali,
grazie alla loro capacità di filtrare, secernere ed eliminare il potassio.
L’aldosterone, un ormone surrenale, stimola l’eliminazione del potassio.
Un eccessivo accumulo di potassio può essere causato da insufficienza renale o
da grave mancanza di liquidi.
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Poiché il sodio e il potassio devono equilibrarsi, un eccessivo uso di sale
impoverisce l’organismo delle sue spesso scarse risorse di potassio. Inoltre il
potassio può venire ridotto da forme prolungate di diarrea, da eccessiva
sudorazione, da vomito o dall’uso di diuretici. L’alcool e il caffè aumentano
l’eliminazione del potassio attraverso le vie urinarie. L’alcool è un doppio
antagonista poiché impoverisce anche le riserve di magnesio. Anche un
eccessivo consumo di zuccheri va a detrimento delle riserve di potassio.
Se il tasso di zuccheri nel sangue è basso, le ghiandole surrenali vengono
messe sotto sforzo, ciò causa un’ulteriore perdita di potassio attraverso le
urine, mentre l’acqua e il sale vengono trattenuti nei tessuti. Un’adeguata dose
di magnesio è necessaria per mantenere la riserva di potassio nelle cellule.
Effetti da carenza e sintomi: Le persone con problemi ai reni che ostacolano
lo svolgimento della funzione e di bilanciamento del potassio sono a grave
rischio di carenza, come pure chi fa uso eccessivo di diuretici e lassativi.
Questa situazione può essere realmente pericolosa e per farvi fronte è stata
consigliata l’assunzione di 1,5 g di potassio al giorno. La diarrea diminuisce i
livelli di potassio. Le riserve di potassio diminuiscono con l’età, quindi gli
anziani sono più esposti alla carenza. Un’eccessiva eliminazione di urina dovuta
ad un aumentato consumo di sale ha reso comuni le carenze di potassio.
L’esercizio fisico praticato in modo intensivo per tre ore al giorno può
disperdere dai 700 agli 800 mg di potassio, eliminati con la sudorazione.
I prodotti a base di ormoni come il cortisone e l’aldosterone possono causare
una carenza. La carenza di potassio può essere causata da un’alimentazione
povera di frutta e verdure. Lo zucchero raffinato può rendere le urine alcaline,
ciò impedisce ai minerali di essere trattenuti in soluzione.
La carenza può essere causata anche da una prolungata somministrazione
endovenosa di soluzione salina, che favorisce l’eliminazione del potassio. Il
vomito, la diarrea, l’uso cronico di diuretici e lassativi, il digiuno, la
malnutrizione grave, lo stress, sia mentale che fisico, l’acidosi diabetica e le
malattie renali croniche possono portare ad una carenza di potassio.
Tale carenza può causare disturbi nervosi, insonnia, stitichezza, battito
cardiaco lento e irregolare e danni muscolari. Quando una carenza di potassio
deteriora il metabolismo del glucosio, l’energia non è più disponibile per i
muscoli e questi diventano semi-paralizzati. In caso di disidratazione grave, il
potassio viene tolto dalle cellule e il tessuto proteico inizia a disintegrarsi.
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Quando l’organismo è carente di potassio, aumenta il livello di sodio nel cuore
e nei muscoli. I neonati affetti da diarrea possono presentare una carenza di
potassio poiché il passaggio del contenuto intestinale è così rapido da diminuire
l’assorbimento del minerale. I diabetici presentano spesso una carenza di
potassio. La poliuria, causata da un diabete non curato, aumenta le perdite di
potassio e sodio. Grandi dosi di potassio vengono perse anche in caso di
acidosi diabetica. Si è riscontrata di frequente una carenza di potassio in
persone affette da malattie del tratto digerente. Tra i primi sintomi di una
carenza di potassio troviamo debolezza e deterioramento delle funzioni
neuromuscolari, del sistema nervoso centrale, fragilità ossea, sterilità, riflessi
scarsi, crescita stentata, muscoli flosci e senza tono, ipertrofia renale, battito
cardiaco rallentato e nei casi più gravi, la morte. Negli adolescenti può
manifestarsi l’acne, mentre le persone più anziane possono avere problemi di
disidratazione della pelle.
Effetti benefici nelle malattie: Il potassio è stato usato nel trattamento e
nella prevenzione dell’ipertensione causata direttamente da un’eccessiva
assunzione di sale. Una dieta vegetariana ricca di potassio è utile per prevenire
quei fattori che causano l’ipertensione. Il potassio è utile nella prevenzione
degli infarti. La somministrazione di potassio a pazienti con diabete leggero
può ridurre la pressione sanguigna e i livelli di zucchero nel sangue. Dosi
terapeutiche di potassio vengono a volte usate per rallentare il battito cardiaco
in casi di lesioni gravi come le ustioni.
Il cloruro di potassio si è dimostrato efficace anche nel trattamento delle
allergie. Poiché il potassio è importantissimo per la trasmissione degli impulsi
nervosi nel cervello, si è rivelato efficace nel trattamento delle allergie che
causano cefalea. I cibi ricchi di potassio che contengono anche altre sostanze
anti cancerogene come il beta-carotene, le vitamine E e C, il selenio e lo zinco,
aiutano le persone colpite da tumori.
Il potassio è stato usato anche per la cura della diarrea nei bambini e negli
adulti. I neonati sofferenti di coliche intestinali hanno avuto immediato sollievo
dopo iniezioni di cloruro di potassio (consultate un medico).
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MAGNESIO
Il magnesio è un minerale essenziale che rappresenta circa lo 0,05% del peso
totale del corpo. Il 70% circa di esso si trova nelle ossa insieme al calcio e al
fosforo, mentre il rimanente 30% è situato nei tessuti molli e nei fluidi
dell’organismo. Del magnesio ingerito, viene assorbita una quantità che va dal
30 al 40%, mentre il resto viene eliminato con le feci.
Il magnesio è responsabile di molti processi metabolici essenziali, tra i quali la
produzione di energia del glucosio, e la sintesi delle proteine dell’acido
nucleico, la formazione dell’urea, il tono vascolare, la trasmissione degli impulsi
muscolari, la stabilità elettrica delle cellule, la trasmissione nervosa e l’attività.
La quantità maggiore di magnesio si trova all’interno delle cellule, dove attiva
gli enzimi necessari al metabolismo dei carboidrati e degli aminoacidi.
Contrastando l’effetto stimolante del calcio, il magnesio svolge un ruolo
importante per le contrazioni neuromuscolari. Aiuta anche a regolare
l’equilibrio acido-alcalino dell’organismo.
Il magnesio stimola l’assorbimento e il metabolismo di altri minerali quali il
calcio, il fosforo, il sodio e il potassio. Aiuta inoltre ad utilizzare le vitamine del
complesso B e le vitamine C ed E. E’ di aiuto durante la crescita ossea ed è
necessario per un buon funzionamento dei nervi e dei muscoli, compreso
quello cardiaco. Secondo alcuni studi il magnesio è associato alla regolazione
della temperatura corporea. Il magnesio è presente in una vasta scelta di
alimenti e si trova principalmente nelle verdure verdi fresche, essendo un
elemento essenziale della clorofilla. Tra gli altri alimenti ricchi di magnesio
ricordiamo il germe di grano non macinato, la soia, i fichi, il mais, le mele, i
semi oleosi, le noci e in particolare le mandorle. Il magnesio è presente anche
nel pesce, nell’aglio, nel tofu, nelle pesche, nelle albicocche, e nei fagioli di
Spagna (per altre informazioni sugli alimenti che contengono magnesio e sulle
dosi, consultate la tabella sulla composizione degli alimenti).
Assimilazione ed immagazzinamento: Dal 30 al 40% del magnesio assunto
giornalmente viene assorbito dall’intestino tenue. Il grado di assorbimento è
influenzato dagli ormoni paratiroidei, dal tasso di assorbimento dell’acqua e
dalla quantità di calcio, fosfati e lattosio presenti nell’organismo. Il magnesio e
il calcio vengono assorbiti negli stessi siti. L’assorbimento può essere inibito dal
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fitato, da un eccesso di grasso, dall’olio di fegato di merluzzo e dalle proteine.
Gli alimenti che contengono grandi quantità di acido ossalico inibiscono
l’assorbimento. La vitamina D è necessaria per una piena utilizzazione del
magnesio. Quando l’assunzione di magnesio è bassa, il tasso di assorbimento
può arrivare al 75%; quando è alta, il tasso di assorbimento può arrivare a
punte minime del 25%.
La ghiandola surrenale secerne un ormone chiamato aldosterone, che aiuta a
regolare il tasso di eliminazione del magnesio attraverso i reni e ne garantisce
così una presenza costante nel corpo, indipendentemente dalle variazioni
dell’assunzione alimentare. Le perdite tendono ad aumentare con l’uso di
diuretici e con il consumo di alcool.
Effetti da carenza e sintomi: La carenza di magnesio è un fenomeno molto
comune. La lavorazione e la cottura dei cibi ne provoca, molto spesso,
l’eliminazione. L’acido ossalico presente negli spinaci e l’acido fitico presente
nei cereali, formano dei sali che fissano il magnesio dell’organismo. La carenza
di magnesio può manifestarsi in pazienti affetti da diabete, nelle persone che
assumono diuretici o preparazioni a base di digitale, nelle persone anziane,
nelle persone che soffrono di pancreatite, alcolismo cronico, disfunzioni renali,
kwashiorkor, cirrosi epatica, arteriosclerosi, nelle gestanti, in persone che
seguono una dieta a basso contenuto calorico o ad alto contenuto di
carboidrati, oppure a causa di una grave mancanza di assorbimento causata da
diarrea cronica o vomito. Alcuni ormoni, se assunti come farmaci, possono
sconvolgere il metabolismo e causare carenze locali. Il fluoro, alti livelli di
zinco, alti livelli di vitamina D, i diuretici e la diarrea causano la carenza di
magnesio.
Si ritiene che la carenza di magnesio sia legata alle malattie cardiocoronariche,
tra le quali la necrosi miocardica. Un’assunzione insufficiente di questo
minerale può portare alla formazione di grumi nel sistema circolatorio e nel
cervello e può facilitare depositi di calcio nei reni, nei vasi sanguigni e nel
cuore. L’insufficienza cardiaca causata da fibrillazione e lesioni delle piccole
arterie è legata alla carenza di magnesio, come pure la vasodilatazione, seguita
da comportamento ipercinetico e convulsioni fatali.
I sintomi di una carenza di magnesio possono includere disturbi
gastrointestinali, mancanza di coordinazione, debolezza, cambiamenti di
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personalità, apprensione, spasmi muscolari, tremori, confusione, ritmo
cardiaco irregolare, depressione, irritabilità e disorientamento. La carenza
ostacola la trasmissione degli impulsi nervosi e muscolari. La carenza a lungo
termine può portare alla tetania, come nel caso della carenza di calcio, alle
allucinazioni alcoliche, a movimenti anormali di viso e occhi, alopecia (calvizie),
gonfiore e lesioni alle gengive. Alcuni studi effettuati hanno mostrato che le
contrazioni uterine dolorose delle donne arrivate alla fine della gravidanza
erano legate ad una carenza di magnesio.
Effetti benefici nelle malattie: Il magnesio è fondamentale nella
prevenzione degli attacchi di cuore e delle trombosi coronariche. Gli integratori
di magnesio possono proteggere dalle ischemie cardiache (mancanza di
ossigeno del muscolo cardiaco causata da spasmi o restringimenti e
intasamenti delle arterie coronarie). Le persone che hanno assunto integratori
di magnesio dopo un attacco di cuore hanno avuto un tasso di sopravvivenza
più alto e una minore incidenza di pericolose aritmie. Esso sembra avere una
certa importanza nel controllare il modo in cui le cariche elettriche vengono
utilizzate dall’organismo per indurre il passaggio degli elementi nutritivi
all’interno e all’esterno delle cellule. E’ stato usato con successo per curare la
poliomielite.
Si è rivelato efficace anche nel trattamento di disturbi neuromuscolari,
nervosismo, scoppi d’ira, sensibilità al rumore, depressione e tremori alle mani.
La sindrome pre-mestruale viene alleviata dal magnesio. A pazienti con calcoli
di ossalato sono stati somministrati 200 mg al giorno di magnesio insieme a 10
mg di vitamina B6; si possono somministrare anche 300 mg di solo magnesio,
ma la presenza della vitamina B6 tende a ridurre ulteriormente i calcoli. Il
magnesio aiuta a prevenire l’accumulo di depositi di calcio nel tratto urinario.
Rende solubili nelle urine il calcio e il fosforo impedendone la trasformazione in
calcoli duri.
Negli alcolizzati i livelli di magnesio nel sangue e nei muscoli sono bassi. I
trattamenti a base di magnesio aiutano l’organismo a trattenere il magnesio e
spesso contribuiscono a controllare il delirium tremens. Il magnesio aiuta a
controllare vertigini, debolezza e spasmi muscolari, cardiopatie e ipertensione e
instaura un giusto equilibrio del pH. Giuste dosi di magnesio possono aiutare a
ridurre il tasso di colesterolo nel sangue e a mantenere le arterie in buona
salute. E’ il magnesio, e non il calcio, il responsabile della formazione di quello
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smalto dei denti che resiste alle carie. Indipendentemente dalla quantità di
calcio che si ingerisce, in mancanza di magnesio non si avrà la formazione di
uno smalto resistente.
La terapia a base di magnesio si è rivelata efficace nel trattamento della
diarrea, vomito, nervosismo e kwashiorkor. La diarrea può essere prevenuta
con l’assunzione di gluconato di magnesio. Poiché il magnesio contribuisce a
mantenere la salute del sistema nervoso, esso è stato usato con successo nel
controllo delle convulsioni delle donne incinte, del travaglio prematuro e in
pazienti epilettici. Essendo il magnesio molto alcalino, agisce come antiacido e
può essere usato in sostituzione di prodotti antiacidi comuni.
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RAME
Il rame è un minerale in traccia presente in tutti i tessuti dell’organismo in
quantità che vanno dai 75 ai 100 mg. Durante la crescita la percentuale più
alta si trova nei tessuti in via di sviluppo. Ha un ruolo nella respirazione perché
partecipa alla sintesi dell’emoglobina, la sostanza che nel sangue trasporta
l’ossigeno. Partecipa alla produzione del collagene e del neurotrasmettitore
noradrenalina. Il rame è anche uno dei più importanti antiossidanti del sangue
e previene l’irrancidimento degli acidi grassi polinsaturi e aiuta la membrana
cellulare a rimanere sana.
Il rame è presente in molti enzimi che scompongono o costruiscono i tessuti
dell’organismo. Contribuisce alla conversione dell’aminoacido tirosina in un
pigmento scuro (melanina) che colora i capelli e la pelle. Partecipa anche al
metabolismo delle proteine e ai processi di cicatrizzazione. Il rame è necessario
per la sintesi dei fosfolipidi, sostanze essenziali nella formazione delle
membrane protettive della mielina che circondano le fibre nervose. Il rame ha
un ruolo nel processo di ossidazione della vitamina C e collabora con questa
vitamina alla formazione dell’elastina, una componente fondamentale delle
fibre elastiche dei muscoli del corpo. Il rame è necessario per la formazione di
una buona struttura ossea. E’ necessario anche per la produzione dell’RNA.
Tra gli alimenti più ricchi di rame ricordiamo il fegato, i cereali integrali, le
mandorle, le verdure a foglia verde, i molluschi, i crostacei, i rognoni, le noci,
le melasse, il cavolfiore, gli avocados, le interiora, le uova, il pollame e i legumi
secchi (in particolare la soia). La percentuale di rame nei vegetali varia a
seconda del contenuto di minerale nel terreno su cui vengono coltivati. La
maggior parte dei frutti di mare contiene buone quantità di rame. L’acqua
potabile può essere una delle maggiori fonti di rame, che preleva lungo il suo
passaggio nelle tubature di rame (l’acqua meno dura è quella che ne preleva di
più). Il rame si trova anche nella birra, nelle pentole di rame, nel latte
pastorizzato, negli insetticidi e nell’acqua sia di pozzo che dell’acquedotto.
Assimilazione ed immagazzinamento: Circa il 30% del rame ingerito viene
usato dall’organismo. L’assorbimento avviene nello stomaco e nella parte
superiore dell’intestino. Il rame si trasferisce dall’intestino nella corrente
sanguigna 15 minuti dopo l’ingestione. La maggior parte del rame proveniente
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dal cibo viene eliminata nelle feci e nella bile, una piccola quantità viene
eliminata con le urine. Il minerale è di solito presente negli alimenti che
contengono ferro perché il ferro ha bisogno del rame per essere assorbito.
Il rame viene immagazzinato nei tessuti; troviamo le concentrazioni più alte
nel fegato, nel cuore e nel cervello. Le ossa e i muscoli hanno minori
concentrazioni di rame, ma a causa della loro massa, contengono oltre il 50%
del totale del rame presente nell’organismo.
Gli integratori di zinco e manganese in un rapporto di 20 a 1 aumentano
l’eliminazione del rame attraverso le urine. In alcuni studi effettuati sulle
pecore, si è appurato che il molibdeno impedisce l’assorbimento del rame. Le
persone che hanno livelli troppo alti di rame nel sangue possono trarre
giovamento dal consumo di alimenti che contengono molto zolfo come le uova,
le cipolle e l’aglio. Questo aiuterà ad eliminare il rame dall’organismo. Anche il
consumo di pectina, una sostanza che si trova sotto la buccia delle mele è
benefico.
Effetti da carenza e sintomi: Benché le carenze da rame siano praticamente
sconosciute, bassi livelli di rame nel sangue sono stati riscontrati in bambini
con anemia dovuta a carenza di ferro o di rame, edemi e kwashiorkor. I sintomi
da carenza includono debolezza generale, difficoltà nella respirazione e piaghe
sulla pelle. Quantità insufficienti possono provocare una cattiva utilizzazione
del ferro e delle proteine, diarrea e crescita stentata. Una carenza di rame è
stata riscontrata anche nei bambini prematuri e nei malati nutriti per via
endovenosa. In caso di carenza i globuli rossi hanno una vita più breve e i
globuli bianchi sono insufficienti. Nei suini carenti di rame sono stati registrati
casi di enfisema.
Un aumento dello zinco assunto con la dieta può causare carenza. Le persone a
rischio di carenza sono quelle che consumano grandi quantità di fruttosio o
antiacidi, e quelle che assumono da molto tempo dosi massicce di vitamina C.
La carenza può presentarsi anche nei bambini nutriti con latte di soia. La
carenza può alterare lo sviluppo della struttura ossea, dei nervi e del tessuto
polmonare, e può provocare un cattivo sviluppo del collagene, la
disintegrazione delle concentrazioni di neurotrasmettitori e una minore
pigmentazione della pelle. Il tessuto connettivo viene facilmente danneggiato e
le ossa si demineralizzano. La sindrome di Menkes, una malattia provocata da
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carenza di rame, causa capelli nodosi, aneurisma, crescita stentata,
deterioramento cerebrale e persino la morte.
Le persone colpite da sprue e da malattie renali potrebbero essere carenti.
L’assunzione di dosi massicce di zinco può causare una carenza di rame.
Effetti benefici nelle malattie: Il rame agisce con il ferro nella formazione
dell’emoglobina, contribuendo in questo modo al trattamento dell’anemia. E’
efficace nella prevenzione e nel trattamento dell’edema e del kwashiorkor nei
bambini. Il minerale potrebbe avere effetti positivi nelle persone esposte al
fumo di sigaretta e all’inquinamento ambientale. Gli studi effettuati sugli
animali hanno mostrato che il rame potrebbe avere un effetto protettivo nei
confronti dei tumori causati da sostanze chimiche, e di alcuni virus dell’RNA
che potrebbero causare tumori negli esseri umani. Potrebbe anche avere un
ruolo protettivo nei confronti della carcinogenesi e impedire lo sviluppo
tumorale.
Il superossido rame-zinco funziona come agente antiossidante e
antinfiammatorio. Può alleviare i sintomi dell’osteoartrite e dell’artrite
reumatoide. Il rame contenuto nei gioielli viene assorbito dalla pelle in caso di
sudorazione. Le iniezioni di un complesso liposomico di rame e SOD
(superossido dismutasi, sostanza che elimina i radicali liberi responsabili delle
malattie), hanno dato effetti positivi nei casi di artrite reumatoide, lupus
eritematoso, malattia di Crohn, scleroderma, dermatomiosite, e necrosi grave
provocata da radiazioni (perdita di tessuto).
Il rame protegge dai radicali liberi conservando la forza strutturale delle
membrane dove avvengono le reazioni. Sembra anche che influenzi
positivamente il sistema immunitario.
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MANGANESE
Oggi sappiamo che l’oligoelemento manganese svolge un ruolo molto
importante come antiossidante prevenendo la formazione di forme tossiche di
ossigeno. Si ritiene che possa avere un ruolo nel processo degenerativo di
invecchiamento. Il manganese agisce come attivatore di numerosi enzimi
necessari per l’utilizzazione della colina, della biotina, della tiamina e dell’acido
ascorbico. Il manganese è un catalizzatore nella sintesi degli acidi grassi, del
colesterolo e dei mucopolisaccaridi. Partecipa anche alla produzione delle
proteine, dei carboidrati e dei grassi ed è necessario per la regolazione dello
zucchero nel sangue. Tra le funzioni del manganese troviamo il benessere del
sistema nervoso e del cervello, il mantenimento della produzione degli ormoni
sessuali, il normale sviluppo dello scheletro, il buon funzionamento del sistema
immunitario e la formazione del sangue. Il manganese è importante nella cura
dell’anemia da carenza di ferro, e per l’utilizzazione della tiamina e della
vitamina E. Il manganese è un elemento importante per la produzione del latte
materno, la formazione dell’urea e del collagene. E’ fondamentale per la
formazione della tiroxina, un componente della tiroide. La protrombina e la
vitamina K si formano con l’aiuto del manganese.
Il manganese è presente in piccole dosi nelle ossa, nell’ipofisi, nel pancreas,
nella mucosa intestinale, nel fegato e in altri tessuti. Solo piccole quantità
vengono immagazzinate in una sola volta con dosi massime che vanno dai 10
ai 20 mg. Il magnesio può espletare alcune funzioni al suo posto aiutando così
a conservare sempre delle riserve minime del minerale nell’organismo.
Tra gli alimenti più ricchi di manganese ricordiamo i cereali integrali, l’avocado,
le alghe, il tuorlo d’uovo, la frutta secca, i semi, i legumi, i mirtilli, l’ananas, gli
spinaci, i piselli secchi e le verdure verdi. Il contenuto varia in relazione alla
quantità di minerale presente nel suolo. Una parte di manganese viene persa
nel processo di raffinazione e macinatura degli alimenti.
Assimilazione ed immagazzinamento: Il manganese viene assorbito
mentre transita nell’intestino tenue. Circa il 40% del manganese ingerito viene
assorbito dal corpo. Una persona normale elimina giornalmente quattro
milligrammi di manganese. Tale quantità deve essere sostituita. L’assunzione di
grandi quantità di calcio e fosforo nella dieta ne diminuiscono il tasso di
assorbimento. L’eliminazione del manganese avviene attraverso le feci, per la
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maggior parte sotto forma del complesso di colina della bile. Il corpo di un
individuo adulto contiene soltanto dai 10 ai 20 milligrammi di manganese che
si concentra soprattutto nei reni, nelle ossa, nel fegato, nel pancreas e nella
ghiandola pituitaria.
Effetti da carenza e sintomi: Una carenza di manganese può compromettere
la tolleranza al glucosio, che si manifesta con l’incapacità di eliminare gli
eccessi di zucchero nel sangue attraverso l’ossidazione e/o il deposito,
causando il diabete. Bassi livelli di manganese possono causare l’aterosclerosi
ed essere un fattore scatenante di attacchi negli epilettici. La discinesia tardiva,
una malattia neuromuscolare, può essere curata con la somministrazione di
manganese e vitamine del complesso B. L’atassia, una deficienza nel
coordinamento muscolare, è stata collegata ad una inadeguata assunzione di
manganese. Le carenze possono portare anche alla paralisi, alle convulsioni e
alla cecità e sordità dei bambini. Vertigini, ronzii nelle orecchie e perdita
dell’udito possono manifestarsi negli adulti. In alcuni test effettuati su cavie in
gravidanza, gli animali carenti di manganese, mostravano una minor
produzione di latte materno e i piccoli avevano un minor tasso di
sopravvivenza. Avevano anche problemi di equilibrio a causa dello scarso
sviluppo dell’orecchio interno, convulsioni e attacchi di tipo epilettico. Nei
pulcini si notava anche uno scarso accrescimento con zampe e colonna
vertebrale più corta.
Effetti benefici nelle malattie: Il manganese è necessario per il processo
riproduttivo a causa del suo ruolo nella sintesi del colesterolo, un precursore
degli steroidi sessuali. Il manganese viene usato anche nella cura della
miastenia grave (perdita della coordinazione e della forza muscolare). Alcuni
studi condotti indicano che il manganese può essere utilizzato nel trattamento
della sclerosi multipla. Il manganese ha dato risultati positivi nella cura
dell’osteoartrite. Alcuni studi sugli animali hanno mostrato che il manganese
può essere efficace nel trattamento del diabete. Combinato con le vitamine B,
il manganese ha aiutato bambini e adulti affetti da grave debolezza stimolando
la trasmissione degli impulsi tra nervi e muscoli. La stessa combinazione di
sostanze nutritive produce un’intensa sensazione di benessere.
Molti schizofrenici hanno livelli di rame troppo elevati. Il manganese, come lo
zinco, aiuta l’eliminazione del rame dal corpo.
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ZINCO
Lo zinco è un minerale in traccia essenziale, presente nell’organismo in
quantità superiore a quella di qualsiasi altro oligoelemento al di fuori del ferro.
Lo zinco è presente in tutti i tessuti. Gli integratori possono essere sotto forma
di solfato di zinco, acetato di zinco, gluconato di zinco, citrato di zinco, chelato
di zinco, dipicolinato di zinco, aspartato di zinco e orotato di zinco. Il corpo
umano contiene approssimativamente dai 2 ai 3 grammi di zinco. Il sangue ne
contiene circa 900 microgrammi per 100 millilitri.
Lo zinco è conosciuto per le sue proprietà protettive nei confronti delle malattie
e del sistema immunitario. Partecipa al ciclo di Krebs e alla produzione di
energia. Recentemente è stato scoperto che lo zinco ferma la progressiva
diminuzione della vista negli anziani. Si pensa anche che aumenti la potenza
sessuale negli uomini grazie alla sua abilità di regolare il testosterone nella
prostata.
Lo zinco assolve svariate funzioni. E’ in relazione col normale assorbimento e
con l’azione delle vitamine, in particolare quelle del complesso B. E’ un
elemento costitutivo di oltre 2000 enzimi preposti alla digestione e al
metabolismo ivi compresa l’anidrasi carbonica, necessaria per la respirazione
dei tessuti. Alcuni di questi enzimi hanno un ruolo nella disintossicazione
dall’alcool, nel metabolismo osseo, nella digestione delle proteine, nella sintesi
dell’RNA, nel trasporto degli elettroni, e nella produzione di energia aerobica e
anaerobica.
Lo zinco è un componente dell’insulina, e fa parte dell’enzima necessario alla
scomposizione dell’alcool. Svolge anche un ruolo importante nella digestione
dei carboidrati e nel metabolismo del fosforo. Inoltre è importante nella sintesi
del DNA, la sostanza fondamentale dell’esistenza che trasporta tutti i caratteri
ereditari e dirige le attività di ogni cellula. Lo zinco è fondamentale per le
papille gustative e per il funzionamento delle ghiandole sebacee della pelle
(sono quindi conosciute le sue proprietà per la cura dell’eritema da pannolino e
per l’acne) ed è importante per la rimarginazione delle ustioni e delle ferite.
L’impoverimento dei terreni e la lavorazione degli alimenti fanno diminuire la
percentuale di zinco negli alimenti che consumiamo. Le migliori fonti di tutti gli
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oligoelementi nel giusto equilibrio sono i cibi naturali che non hanno subito
processi di lavorazione. Diete ricche di proteine, prodotti a base di cereali
integrali, lievito di birra, crusca, germe di grano e semi di zucca sono di solito
ricchi di zinco.
Assimilazione ed immagazzinamento: Lo zinco viene rapidamente
assorbito nella parte superiore dell’intestino tenue. Viene assorbita unicamente
la quantità di cui il corpo ha bisogno (40 o 50%), il resto non viene assorbito, e
vengono persi circa 6 mg al giorno. L’assorbimento è minore quando vengono
assunte alte dosi di calcio. Lo zinco, il cadmio, l’argento e il rame condividono e
sono in competizione per gli stessi siti di assorbimento nell’intestino tenue. Un
eccesso di fibre non permette l’utilizzazione dello zinco perché si combinano al
minerale e lo trasportano prima che venga accettato nei siti di assorbimento.
La via principale per l’eliminazione è il tratto gastrointestinale attraverso le
feci, solo una minima parte viene persa con le urine. Le riserve maggiori di
zinco sono il fegato, il pancreas, i reni, le ossa e i muscoli volontari. Lo zinco è
depositato anche in alcune parti degli occhi, nella prostata e negli spermatozoi,
nella pelle, nei capelli, nelle unghie ed è presente anche nei globuli bianchi.
Queste riserve non sono facilmente utilizzabili, per cui la dieta deve contenerne
quantità sufficienti per soddisfare il fabbisogno dell’organismo. Una malattia
genetica rara, l’acrodermatite enteropatica, impedisce l’assorbimento dello
zinco.
L’assunzione di grandi quantità di calcio e acido fitico, presenti in alcuni cereali,
può impedire l’assorbimento di zinco. Se l’assunzione di calcio e acido fitico è
alta, bisogna aumentare il consumo di zinco. Il latte materno favorisce
l’assorbimento dello zinco da parte di un intestino infantile, mentre i latti già
pronti con l’aggiunta di zinco sono meno assorbibili.
Effetti da carenza e sintomi: La causa più comune della carenza di zinco è
una dieta squilibrata, (ad alto contenuto di cereali e a basso contenuto di
proteine) benché altri fattori possano concorrere. Per esempio, il consumo di
alcool può causare una carenza in quanto spinge fuori lo zinco depositato nel
fegato e lo elimina attraverso le urine. Le persone che rischiano una carenza di
zinco sono i bambini in età prescolare, gli atleti e gli anziani che ne assumono
meno del 50% del loro fabbisogno (e che sono anche soggetti a tutte le altre
carenze che si manifestano con l’invecchiamento). Tra le altre persone a rischio
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troviamo le persone ricoverate in ospedale e la fascia di popolazione a basso
reddito. Anche nei malati di AIDS e nelle persone colpite da tumori esofagei e
broncogenici, sono stati scoperti bassi livelli di zinco nel sangue. In Medio
Oriente dove la dieta tradizionale è ricca di diverse varietà di cereali e povera
di proteine, la carenza è molto comune. La geofagia (un disturbo che consiste
nel mangiare terra e sporcizia e che causa una malattia chiamata pica) e la
parassitosi intestinale, contribuiscono alla creazione di una carenza a causa
dello scarso assorbimento. Le temperature alte della zona favoriscono la
sudorazione, che aumenta l’eliminazione di zinco aggravandone la carenza. La
carenza grave è rara; tuttavia è possibile che ci sia una carenza di zinco
marginale in alcuni gruppi di popolazione medio orientale.
Una carenza di zinco è anche causa di stanchezza, di maggiore esposizione alle
infezioni e alle ferite e di diminuita prontezza mentale. La carenza di zinco
ostacola la produzione di energia, la sintesi delle proteine, la formazione del
collagene e la tolleranza all’alcool. I livelli di zinco sono bassi in presenza di
infezioni croniche, malattie renali, cardiopatie, alcuni tumori maligni, carenza di
proteine e alimentazione endovenosa.
La carenza di zinco può causare ritardo nella crescita, ritardata maturità
sessuale e tempi prolungati di rimarginazione delle ferite. Negli animali carenti
di zinco la crescita tumorale è lenta - perché lo zinco è essenziale per tutti i tipi
di crescita. Una carenza di zinco, rame e vanadio, può portare all’aterosclerosi
e aumentare la vulnerabilità alle infezioni. Smagliature della pelle e macchie
bianche sulle unghie possono essere sintomi di una carenza di zinco. Altri
sintomi di carenza possono essere unghie e capelli fragili, mancanza di
pigmento nei capelli, cicli mestruali irregolari nelle donne adolescenti,
impotenza maschile giovanile e dolori alle ginocchia e all’articolazione dell’anca
negli adolescenti. L’esaurimento cronico dello zinco può predisporre le cellule
del corpo al cancro.
Il cadmio, un minerale tossico, ha un ruolo importante nelle carenze di zinco.
Assunzioni elevate di cadmio accentuano i segni di una carenza di zinco e il
cadmio si deposita nell’organismo in assenza di zinco. Questo crea una
situazione dannosa che può essere capovolta aumentando il consumo di zinco.
Anche gli agenti chelanti, usati per eliminare l’eccesso di rame dal corpo
portano via lo zinco che deve essere poi sostituito.
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La carenza di zinco causa nanismo negli esseri umani. Tale carenza apporta
anche cambiamenti dannosi nella misura e struttura della prostata, che
contiene più zinco di qualsiasi altra parte del corpo umano. Nei casi di disturbi
alla prostata, in particolare il cancro alla prostata, i livelli di zinco nella
ghiandola scendono. Alcuni tipi di sintomi di carenza sono reversibili, come per
esempio la degenerazione della ghiandola prostatica, della vescicola seminale e
dello sperma, mentre la degenerazione testicolare non lo è. Anche piccole
carenze di zinco provocano una diminuzione dell’interesse sessuale, una
minore concentrazione di spermatozoi e impotenza.
James A. Halstead e J. Cecil Smith Jr. dello Trace Element Research Laboratory,
Washington, D.C., hanno condotto interessanti studi sullo zinco. Essi hanno
riscontrato bassi tassi di zinco nel plasma sanguigno di persone affette da
cirrosi alcolica, altri tipi di malattie del fegato, ulcere, attacchi cardiaci,
mongolismo e fibrosi cistica. Anche le donne incinte e quelle che prendevano
contraccettivi orali presentavano bassi tassi di zinco nel loro plasma sanguigno.
La nausea tipica della gravidanza può essere un segno di bassi livelli di zinco e
vitamina B6. I ratti in gravidanza con carenze di zinco presentavano un’alta
percentuale di aborti o di piccoli malati alla nascita. Parte di questa progenie
era anche ritardata mentalmente o presentava forti ritardi nell’apprendimento.
Gli animali carenti mostravano difficoltà di apprendimento e comportamento
aggressivo. La carenza di zinco provoca anche aborto spontaneo e minore
crescita fetale. Gli organi influenzati sono il cervello, lo scheletro, gli occhi, il
cuore, il tratto gastrointestinale e i tessuti polmonari. Gli effetti della carenza
sono maggiori duranti la crescita.
Un’eccessiva eliminazione di zinco si manifesta nella leucemia e nella malattia
di Hodgkin, ma di questo fenomeno non si conoscono le cause. Una carenza di
zinco viene caratterizzata da stanchezza insolita che può causare una perdita
della normale sensibilità del gusto, scarso appetito, maggiore incidenza di
infezioni e crescita inferiore ai livelli ottimali. L’alterazione del metabolismo
dello zinco nella malattia di Crohn, la dialisi renale, la fibrosi cistica, le ustioni e
l’uso della penicillamina possono causare diversi cambiamenti del gusto
all’interno della bocca. Il paziente che presenta una deficienza di zinco ha
problemi di circolazione e tendenza agli svenimenti; per questo motivo devono
essere prese particolari precauzioni in caso di anestesia e di operazioni
chirurgiche. Queste persone possono essere inclini agli shock e a emorragie.
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Effetti benefici nelle malattie: Lo zinco potrebbe avere un ruolo nella
protezione dal cancro e favorisce la cicatrizzazione delle ulcere gastriche.
L’assunzione di integratori di zinco mantiene sano il sistema immunitario e sarà
di giovamento nel processo di invecchiamento. I linfociti T-helper, che
combattono le infezioni, aumentano con l’assunzione dello zinco, fattore
particolarmente interessante per i malati di AIDS. Lo zinco ha la capacità di
fermare una malattia degli occhi chiamata degenerazione maculare, che causa
cecità irreversibile negli anziani. Lo zinco aiuta a eliminare i depositi di
colesterolo ed è stato usato con successo nel trattamento dell’aterosclerosi.
Lo zinco può contribuire ad una rapida rimarginazione delle cicatrici interne
(incluse le ulcere) ed esterne o di qualsiasi danno alle arterie. Lo zinco aiuta ad
alleviare i sintomi dell’artrite reumatoide (vedi artrite nella Parte V). Il morbo
di Wilson viene curato meglio con lo zinco rispetto alla penicillamina, perché il
minerale non è tossico. Lo zinco può aiutare a prevenire o accorciare
raffreddori (se preso alla comparsa dei primi sintomi) e può migliorare la vista
notturna e l’odore del corpo. Si ritiene che la causa dell’acne vulgaris (quello
degli adolescenti) sia una carenza di zinco. Il disturbo è stato curato con
successo con la somministrazione di integratori di zinco. Lo zinco può favorire
la ricrescita dei capelli nelle persone che soffrono di alopecia areata totalis
(totale mancanza di peli nel corpo). Anche gli anziani che hanno disturbi del
gusto possono trarre giovamento dall’assunzione di zinco, anche se le cause di
questo disturbo possono essere molteplici.
Lo zinco dà risultati positivi nella prevenzione e nel trattamento della sterilità.
Favorisce anche lo sviluppo e la maturità degli organi sessuali. Sono state
raccomandate alte dosi di zinco per la prevenzione e il trattamento
dell’ingrossamento della prostata.
La somministrazione di zinco può dare sollievo a quei pazienti affetti da morbo
di Hodgkin e da leucemia. Viene anche usato nel trattamento della cirrosi
epatica e dell’alcolismo. Lo zinco è efficace per la cura del diabete grazie ai suoi
effetti regolatori sull’insulina nel sangue. Si è riscontrato che l’aggiunta di zinco
all’insulina prolunga il suo effetto sullo zucchero del sangue. Un pancreas
diabetico contiene solo circa la metà dello zinco di un pancreas sano.
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SELENIO
Il selenio è un minerale essenziale che si trova in quantità minime
nell’organismo. Le sue proprietà fisiche sono molto simili a quelle dello zolfo. Il
selenio è una delle sostanze essenziali per il corpo che può essere usata per la
prevenzione di molte malattie tra le quali: il cancro, l’arteriosclerosi, l’infarto,
la cirrosi, l’artrite e l’enfisema. Il minerale esiste sotto forma di selenite di
sodio inorganico, selenato di sodio e selenio organico.
Il selenio lavora da solo o in sinergia con gli enzimi. E’ un antiossidante
naturale che svolge la sua azione protettiva nei confronti dei radicali liberi e
conserva l’elasticità dei tessuti che tendono a perderla a causa
dell’invecchiamento. Il selenio svolge questa sua funzione ritardando
l’ossidazione degli acidi grassi polinsaturi che influiscono sui cambiamenti della
produzione e dei recettori ormonali. Tutte le malattie legate all’invecchiamento
sono influenzate dall’azione del selenio. L’assunzione di dosi equilibrate di
selenio è molto importante perché la sua azione è legata al benessere fisico e
ad una maggiore durata della vita.
Il selenio può sostituire la vitamina E in alcune funzioni antiossidanti come la
protezione delle membrane cellulari. Il selenio lavora in sinergia con la
vitamina E in alcune delle sue azioni metaboliche come nella produzione di
anticorpi o la sua capacità di combinarsi ai metalli tossici come il mercurio, nel
metabolismo degli aminoacidi e la stimolazione dello sviluppo normale del
corpo e la fertilità.
Il selenio aiuta alcune cellule produttrici di energia, tra cui quelle del cuore,
dando loro un giusto apporto di ossigeno. Il selenio è necessario per la
produzione della prostaglandina, una sostanza che regola la pressione del
sangue. Una carenza di prostaglandina causa carenze di altri elementi
necessari a tenere pulite le arterie da aggregati di piastrine. Anche le funzioni
del pancreas dipendono dal selenio.
Il contenuto di selenio nel cibo dipende dalla misura in cui è presente nel suolo,
cioè direttamente nel caso di piante alimentari o indirettamente nel caso di
prodotti animali i cui livelli di selenio derivano dal mangime. Anche quando i
livelli di selenio del suolo sono buoni, lo zolfo contenuto nei fertilizzanti e i
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composti sulfurei presenti nelle piogge acide, possono frenare l’assorbimento
del minerale da parte delle piante. Tra gli alimenti ricchi di selenio ricordiamo il
lievito di birra, le carni (muscolo e interiora), pesci e frutti di mare, cereali,
noci brasiliane, broccoli, cavoli, cetrioli, ravanelli, aglio, cipolle, lieviti, melasse
e prodotti del latte (per le dosi, consultate la tabella sulla composizione degli
alimenti).
Assorbimento ed immagazzinamento: Il fegato, il cuore, la milza e i reni
contengono da quattro a cinque volte la quantità di selenio contenuta nei
muscoli e negli altri tessuti. Dopo essere stato assorbito (circa il 90%), il
minerale viene distribuito a tutti i tessuti non grassi. Il livello nel sangue è di
0,22 microgrammi per 100 millilitri. Il selenio viene normalmente eliminato
attraverso le urine e dai polmoni; la sua presenza nelle feci è un’indicazione di
assorbimento basso. Vista la sua capacità di legarsi con metalli tossici, il
selenio ingerito può non essere assimilato.
I composti del selenio negli alimenti si perdono in gran parte attraverso i
processi di cottura e lavorazione. La raffinazione dei cereali riduce il contenuto
di selenio del 50-75%, la bollitura lo riduce del 45%.
Le cellule dello sperma maschile contengono grandi quantità di selenio che
vengono perse nel corso dei rapporti sessuali. Ecco perché il fabbisogno di
selenio è più alto per gli uomini che per le donne.
Effetti da carenza e sintomi: La carenza di selenio si manifesta in tutti gli
animali a sangue caldo. Una carenza di selenio può portare ad un
invecchiamento precoce. Un cattivo assorbimento del selenio può causare la
lipofuscinosi ceroide neuronale, una malattia che accumula pigmenti nelle
cellule nervose ed è caratterizzata da ritardo mentale, problemi alla vista,
disordini nervosi e che in qualche caso può portare alla morte. La carenza di
selenio può causare cataratta, ritardo nella crescita, necrosi del fegato e
distrofia muscolare.
Livelli troppo bassi sono stati associati a leucemia, cancro alla vescica e al
colon, tumore al seno, alle ovaie, alla prostata, alla pelle e ai polmoni (negli
uomini). I casi di tumore dell’intestino crasso in sud America, la cui
popolazione ha elevati livelli di selenio, sono un quarto di quelli degli Stati
Uniti. Anche le persone malate di tumore alla prostata o all’apparato
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gastrointestinale hanno bassi livelli di selenio. La carenza di vitamina E legata a
quella di selenio è stata associata a casi di tumori fatali. La carenza di vitamina
A legata a quella di selenio è stata riscontrata in casi di tumori alla pelle. Uno
studio effettuato sugli animali ha mostrato che il selenio potrebbe prevenire
alcuni tumori causati da sostanze cangerogene. La carenza è stata legata
anche al cancro e alle cardiopatie, quando i pascoli in cui si alimenta il
bestiame hanno bassi livelli di selenio.
Il selenio è essenziale per la riproduzione. Ricerche eseguite su animali hanno
mostrato che i ratti con carenza di selenio producevano spermatozoi immobili,
quasi tutti spezzati vicino alla coda. Altri studi hanno dimostrato che la carenza
di selenio provoca la sterilità. La carenza è simile a quella della vitamina E.
Alcuni studi svolti in Australia hanno dimostrato che la morte in culla può
essere legata ad una carenza di selenio.
Effetti benefici nelle malattie:
Il sistema immunitario del nostro organismo che lotta contro le malattie,
risponde a livelli di selenio superiori a quelli consigliati e dà risultati ancora
migliori se il minerale viene assunto insieme alla vitamina E. Recentemente
alcuni ricercatori russi hanno confermato queste scoperte. Anni fa il dott. Julian
E. Spallholz del Veterans Administration Hospital di Long Beach, California, ha
dimostrato con esperimenti sui topi, che il selenio può aumentare la resistenza
alle malattie aumentando il numero degli anticorpi che neutralizzano le tossine.
I topi a cui era stato somministrato il selenio hanno prodotto una quantità di
anticorpi molto superiore a quella dei topi a cui non era stato somministrato.
Per questa ragione si ritiene che il selenio sia molto importante per le persone
malate di AIDS.
Negli Stati Uniti, nelle zone in cui i livelli di selenio erano più alti la percentuale
di morti per cancro in individui di sesso maschile era notevolmente inferiore.
Sempre nelle stesse zone si registravano meno casi di cancro, sia negli uomini
che nelle donne, in quegli organi responsabili dell’assimilazione, del
metabolismo e dell’eliminazione del selenio.
Il selenio in combinazione con la vitamina E è stato usato con successo per
ridurre o eliminare gli attacchi ricorrenti di angina e per ridurre il tasso di
mortalità cardiomiopatica e miocardica. La malattia di Keshan-Beck, presente
soprattutto in Cina, è caratterizzata da ritardo nella crescita, atrofia muscolare,
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deformità della colonna cerebrale e ingrossamento delle articolazioni. Il
selenio, se somministrato in tempo, può fermare la malattia. La cardiomiopatia
di Keshan è dovuta a bassi livelli di selenio nel terreno e può essere prevenuta
con l’assunzione di integratori. I disturbi dell’apparato circolatorio, come per
esempio la diminuzione del flusso sanguigno presente in diverse cardiopatie,
l’ipertensione, l’infarto e gli attacchi di cuore possono trarre giovamento
dall’assunzione di selenio in combinazione con la vitamina E. Il selenio ha
effetti anticoagulanti.
Il selenio è energetico, previene e cura l’artrite, rallenta i processi di
invecchiamento attaccando i radicali liberi e previene la cataratta. E’ un
elemento importante nella prevenzione dell’insufficienza renale ipertensiva. Il
selenio, se combinato con le proteine, dà risultati positivi nel trattamento del
kwashiorkor, una malattia dovuta a carenza di proteine.
E’ stato usato anche per curare persone affette da fibrosi cistica e, in
combinazione con la vitamina E, sui malati di distrofia muscolare. Le ricerche
svolte nei primi anni 70 hanno dimostrato che il selenio protegge dalle
radiazioni. Il selenio si combina col mercurio, il cadmio, l’argento e il tallio,
impedendone l’assorbimento nel corpo e favorendone l’eliminazione. In alcuni
esperimenti effettuati sugli animali, il selenio ha neutralizzato gli effetti
negativi del medicinale anti-cancro Adriamycin senza inibire le sue capacità
terapeutiche. Il selenio protegge dalle malattie epatiche degli alcolizzati e dai
danni del fumo di sigaretta.
Le cavie alle quali viene amministrato il selenio sia per via orale che in modo
topico, sono maggiormente protette nei confronti dei tumori alla pelle. Anche la
vitamina A migliora le proprietà del selenio. Il selenio può dare risultati positivi
nei casi di forfora e seborrea. Le iniezioni o i preparati da assumere oralmente
di selenio e vitamina E hanno dato risultati positivi nei casi di artrite e altre
malattie autoimmuni come osteoartrite e artrite reumatoide. Questi risultati
sono stati messi in evidenza da studi effettuati sugli animali e dalle persone
che hanno seguito questa cura, ma non sono sfortunatamente confermati da
una apposita ricerca.
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CALCIO
Il calcio è il minerale più abbondante e la quinta sostanza più abbondante
dell’organismo. Circa il 99% del calcio nell’organismo è depositato nelle ossa e
nei denti. Il rimanente 1% si trova nei tessuti molli, nei fluidi cellulari e nel
sangue. Il calcio viene usato per lo sviluppo e il mantenimento della struttura e
della rigidità ossea. Partecipa al processo di coagulazione del sangue, di
stimolazione dei nervi e dei muscoli, al funzionamento dell’ormone paratiroideo
e al metabolismo della vitamina D.
Il rapporto calcio-fosforo nelle ossa è di 2,5:1. Perché il calcio possa espletare
al meglio la sua funzione, deve essere accompagnato da magnesio, fosforo e
dalle vitamine A, C, D e possibilmente dalla vitamina E. Per la stabilità ossea
sono necessari la vitamina A, il magnesio e il fluoro. Il calcio si trova insieme al
magnesio, il sodio, il fosforo, lo stronzio, il carbonato e il citrato.
Le fonti migliori sono quelle naturali. Tuttavia, per assumere le quantità
necessarie senza consumare grandi quantità di cibo, è necessario prendere
degli integratori. La farina di ossa contiene calcio ma può essere inquinata dal
piombo. Il cloruro di calcio può irritare il tratto gastrointestinale, mentre il
gluconato che è disponibile in forma liquida è più caro. La forma D1 (fosfato di
calcio) ostacola l’assorbimento di altre sostanze nutritive quando è incluso in
un preparato multivitaminico.
Questa forma potrebbe non essere indicata sull’etichetta. Sia il carbonato di
calcio che il carbonato di magnesio (che non sono tra i più semplici da
assorbire) si trovano nella dolomite. Il gluconato di calcio, il lattato di calcio e il
citrato di calcio sono le forme che vengono assorbite meglio, ma sono meno
forti. Un integratore dovrebbe dissolversi a temperatura ambiente nell’aceto in
mezz’ora. Il carbonato di calcio dovrebbe essere assunto al momento dei pasti,
soprattutto dalle persone che hanno superato i sessant’anni.
La funzione principale del calcio è di agire in concomitanza con il fosforo per la
formazione e il mantenimento delle ossa e dei denti. Un’altra funzione
importante è quella di creare delle riserve del minerale nelle ossa in modo che
il corpo possa utilizzarle. La quantità di calcio contenuta nelle ossa varia
continuamente secondo il tipo di alimentazione e i fabbisogni dell’organismo.
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L’1% di calcio ionizzato, che circola nei fluidi del corpo, è una quantità piccola
ma di vitale importanza. E’ essenziale per un sangue sano, combatte l’insonnia,
e i suoi delicati ioni che agiscono come messaggeri aiutano a regolare il battito
cardiaco. Un importante elemento coadiuvante del calcio per il funzionamento
del sistema cardiovascolare è il magnesio.
Inoltre il calcio controlla il processo di coagulazione e previene l’eccessiva
formazione di acidi e di alcali nel sangue. Ha anche un ruolo importante nella
secrezione ormonale. Influenza i neurotrasmettitori (serotonina, acetilcolina e
norepinefrina), la crescita muscolare, le contrazioni muscolari e quelle nervose.
Questo minerale agisce come messaggero dalla superficie della cellula verso
l’interno e semplifica il passaggio di elementi nutritivi intercellulari. Il calcio
facilita l’utilizzazione del ferro da parte dell’organismo e aiuta ad attivare
numerosi enzimi (catalizzatori importanti per il metabolismo).
Quando le concentrazioni sono troppo elevate (calcium rigor), gli ormoni e la
vitamina D fanno sì che il calcio venga depositato nel suo punto di riserva: le
ossa. Quando sono troppo basse (tetania da calcio) lo squilibrio viene corretto
in diversi modi: nei reni, con un’eliminazione più lenta, nelle ossa che
controllano il rilascio delle quantità necessarie, e nell’intestino che favorisce
l’assorbimento. Il calcio conservato nelle ossa, rifornisce il flusso sanguigno,
che non viene influenzato dall’assunzione alimentare. Tuttavia una carenza
alimentare cronica diminuisce le riserve nelle ossa dopo un certo numero di
anni.
Il calcio è presente in quantità rilevanti in una varietà limitata di cibi. Il latte e i
suoi derivati ne sono fonte sicura, ad eccezione dei fiocchi di latte, che ne
contengono molto poco. Altre fonti sono le sardine e il salmone inscatolati con
la lisca, tofu, ostriche, broccoli, foglie di senape, verza, prezzemolo, crescione
d’acqua, mandorle, asparagi, lievito di birra, melassa, cavolo, carruba, fichi,
nocciole, prugne, semi di sesamo, yogurt, siero del latte, latte di capra, kelp,
avena, formaggio e pane integrale. In caso di allergia ai derivati del latte si
possono assumere integratori. Ci sono alcuni alimenti ai quali viene aggiunto il
calcio come la gassosa, il succo di arancia, il latte ad alto contenuto di calcio e
il pane.
Assimilazione ed immagazzinamento: L’assorbimento del calcio è alquanto
difficoltoso e di solito solo il 20-30% del calcio ingerito viene assorbito. Le
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donne dopo la menopausa possono arrivare ad assorbirne solo il 7%. Una
quantità che va dai 100 ai 200 milligrammi viene filtrata dal sangue ed espulsa
con le urine, mentre altri 160 milligrammi circa vengono eliminati con le feci.
Una parte si perde col sudore, ma solo in caso di malattia o di attività fisica
molto intensa in ambienti caldi e asciutti.
L’assorbimento avviene nel duodeno e cessa nella parte inferiore dell’intestino
quando il contenuto di cibo diventa alcalino. Per un maggiore assorbimento si
consiglia di prendere il calcio in piccole dosi diverse volte al giorno e di notte
prima di andare a letto perché favorisce il sonno. Ci sono molti altri fattori che
influenzano la quantità di calcio assorbita. Quando l’organismo ne è carente
l’assorbimento è più efficace; quindi maggiore il bisogno e minore la quantità
di calcio nell’alimentazione, migliore sarà l’assorbimento. Quest’ultimo
aumenta anche durante periodi di crescita rapida. Il lattosio presente nel latte
favorisce l’assorbimento. Lo zinco e il magnesio non ostacolano l’assorbimento.
L’assorbimento del calcio dipende anche dalla presenza di quantità adeguate di
vitamina D, che insieme all’ormone paratiroideo regola la quantità di calcio nel
sangue. Il corpo ha bisogno di fosforo nelle stesse quantità, ma non dovrebbe
mai superare la quantità precisa di calcio. Calcio e fosforo vengono utilizzati
congiuntamente per dare resistenza alle ossa. Se vengono assunte quantità
eccessive di uno dei due minerali, il minerale in eccesso non viene utilizzato in
modo efficace. L’alimentazione tipica americana, povera di calcio e ricca di
fosforo (a causa di alimenti molto diffusi come le bibite gassate, alimenti
lavorati come gli insaccati, il formaggio e altri cibi pronti), può causare fragilità
ossea. In caso di iperparatiroidismo viene prelevata dalle ossa una quantità
eccessiva di calcio. Le vitamine A e C sono necessarie per l’assorbimento del
calcio. I grassi, in quantità limitata, come pure la bile e i sali biliari,
muovendosi lentamente attraverso il tratto digerente, ne facilitano
l’assorbimento.
Certe sostanze ostacolano l’assorbimento del calcio. Quando quantità eccessive
di grasso, proteine o zuccheri si combinano con il calcio, si forma un composto
insolubile che non può venire assorbito. Un’assunzione insufficiente di vitamina
D o un eccesso di fosforo e magnesio ostacolano l’assorbimento del calcio.
L’acido ossalico, che si trova nella cioccolata, negli spinaci, nelle bietole a costa
sottile e a costa grossa, nei semi di soia, nelle mandorle, nelle noci acagiù,
nella verza, e nel rabarbaro, se combinato con il calcio forma un altro
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composto insolubile che può causare calcoli ai reni o alla cistifellea. Una dieta
equilibrata non dovrebbe causare questo genere di disturbi. Anche eccessive
quantità di acido fitico, presente in grani non lievitati, possono inibire
l’assorbimento del calcio da parte dell’organismo. Tra gli altri fattori che
possono ostacolare l’assorbimento ricordiamo la mancanza di esercizio, stress
fisici e psicologici, eccitazione, depressione e un passaggio troppo rapido del
cibo nel tratto intestinale. L’esercizio fisico, anche se moderato, favorisce
l’assorbimento.
Le ghiandole paratiroidi che si trovano nel collo aiutano a regolare le riserve di
calcio nell’organismo. Se queste ghiandole non funzionano bene il calcio può
accumularsi. Per evitare questo disturbo è meglio curare le ghiandole
paratiroidi piuttosto che diminuire l’assunzione di calcio. Il calcio necessita
dell’acido per una assimilazione adeguata. Se l’acido non è presente
nell’organismo in nessuna forma, il calcio non viene dissolto e quindi non può
essere utilizzato nella misura necessaria all’organismo. Invece può avvenire
l’accumulo nei tessuti e nelle giunture sotto forma di depositi che creano
disturbi di vario genere.
Effetti da carenza e sintomi: La carenza di calcio è molto diffusa tra gli
esseri umani che consumano una quantità del minerale che va da un terzo a
metà della quantità necessaria. Uno dei primi segni di carenza di calcio è la
tetania, un disturbo nervoso, caratterizzato da crampi muscolari e torpore alle
braccia e alle gambe. Una carenza di calcio può manifestarsi con una
malformazione ossea, causando il rachitismo nei bambini e l’osteomalacia negli
adulti.
Un’altra malattia da carenza di calcio è l’osteoporosi, nella quale le ossa
diventano porose e fragili perché il calcio viene sottratto dalle ossa e da altre
parti del corpo molto più velocemente di quanto non si depositi. Tutti gli esseri
umani perdono densità ossea a partire dai 30 o 40 anni. Un eccesso di perdita
ossea colpisce oltre 20 milioni di persone, soprattutto le donne dai 45 anni in
su. La migliore prevenzione della perdita ossea e delle fratture legate
all’invecchiamento, è un buon accumulo di calcio nelle ossa nelle prime fasi
della vita (vedi osteoporosi nella Parte V). Una carenza può essere dovuta ad
una mancanza di vitamina D o ad una concentrazione anormale degli ormoni
che regolano la disponibilità dalle ossa al sangue e non ad un’alimentazione
sbagliata.
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Bassi livelli di calcio aumentano il rischio di ipertensione (alta pressione del
sangue). Il calcio può combattere gli effetti del sodio nello sviluppo
dell’ipertensione. Le carenze gravi possono causare aritmie cardiache,
demenza e convulsioni. Gli anziani possono essere carenti a causa di maggiori
problemi di assorbimento e un minor consumo di alimenti ricchi di calcio.
Quando il corpo non assorbe abbastanza calcio diminuisce la produzione di
estrogeni. Così come le donne in fase di post-menopausa, anche gli uomini
anziani sono spesso carenti di calcio.
Altre persone che possono avere carenze sono quelle che usano antiacidi che
contengono alluminio; gli alcolizzati; chi segue diete ipocaloriche, ipercaloriche,
o ad alto contenuto di fibre, chi ha intolleranze al lattosio, chi usa il cortisone;
le gestanti e chi è fisicamente inattivo. Il periodo di convalescenza a letto che
segue di solito la fine di una malattia, diminuisce fortemente la quantità di
calcio presente nelle ossa e di azoto nel tessuto muscolare. Per impedire che
questa circostanza diventi grave, bisognerebbe riiniziare gradualmente a
svolgere esercizio fisico appena possibile.
Una carenza di calcio leggera può causare crampi, dolori alle giunture,
palpitazioni cardiache, aumento del livello del colesterolo, polso debole,
insonnia, rallentamento della crescita, eccessiva irritabilità di nervi, crampi
muscolari, unghie fragili, eczema e intorpidimento di braccia e gambe. Le
carenze nel periodo di formazione dei denti possono causare danni irreversibili
alla struttura dentale che sarà più esposta alla carie. In casi di estrema
carenza, possono manifestarsi coagulazione del sangue lenta ed emorragie.
Effetti benefici nelle malattie: Il calcio è un tranquillante naturale e tende a
calmare i nervi. Assumendolo dai 20 ai 40 minuti prima di andare a letto,
favorisce un sonno profondo. Il calcio favorisce anche la produzione di energia
e il mantenimento del sistema immunitario. Gli integratori di calcio insieme alla
vitamina D hanno un forte effetto protettivo nei confronti del tumore
colorettale. Il calcio partecipa alla formazione del DNA e dell’RNA e attiva
l’enzima digestivo lipasi.
Si ritiene che il calcio, abbassando il colesterolo sia efficace nella cura dei
disturbi cardiovascolari. Dosi di calcio sino a 1500 mg hanno diminuito la
pressione sanguigna di persone normali o ipertese. Si pensa che questo
fenomeno sia dovuto alla reazioni dei muscoli lisci che circondano i vasi
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sanguigni. Viene inoltre utilizzato nella cura dei crampi ai piedi e alle gambe. Si
somministra anche ai pazienti affetti da dolori reumatici durante la crescita.
Il calcio è stato usato nel trattamento delle scottature. Oltre a proteggere
contro gli effetti dannosi del sole, come arrossamento, e successiva spellatura,
protegge contro il cancro della pelle causato dal sole. Il calcio aiuta la pelle a
rimanere sana. Preso insieme alla vitamina A, forma una buona combinazione
per mantenere e proteggere la pelle. Tale combinazione può anche essere
usata come agente neutralizzante contro il veleno della vedova nera o la
puntura di un’ape.
L’artrite, causata spesso dall’impoverimento di calcio nelle ossa, può essere
curata con l’integrazione regolare di calcio, anche se i risultati di questa cura
non sono stati dimostrati scientificamente. Una regolare assunzione del
minerale è utile per la prevenzione dell’artrite. Anche i reumatismi possono
essere curati con successo con una terapia a base di calcio. Insieme agli
estrogeni, il calcio è stato usato con successo nel trattamento dell’osteoporosi.
Gli integratori possono aiutare a prevenire le fratture ossee nelle donne in
post-menopausa che soffrono già di osteoporosi. Gli ormoni interessati sono
stimolati dalla concentrazione di ioni di calcio nel sangue.
I problemi della menopausa, come nervosismo, irritabilità, insonnia e mal di
testa sono stati risolti con somministrazioni di calcio, magnesio e vitamina D. Il
calcio può prevenire la tensione premestruale e i dolori mestruali.
L’assunzione di grandi quantità di calcio può dar sollievo a quei sintomi che
vengono comunemente associati all’invecchiamento. Alcuni di questi disturbi
comprendono dolori alle ossa, mal di schiena, denti fragili con lesioni da carie e
tremori alle dita.
Dato che la pelle contiene un enzima antiossidante sensibile al calcio,
l’integrazione può ritardare la comparsa dei segni di invecchiamento cutaneo.
Trattamenti a base di calcio sono stati usati con successo nella cura del
rachitismo dei bambini e dell’osteomalacia negli adulti. Inoltre, casi di nefrite
sono stati guariti con la somministrazione di calcio e altri elementi nutritivi.
Anche problemi ai denti e alle gengive sono stati risolti con maggior assunzione
di calcio nella dieta. In caso di carenza, l’integrazione di calcio aiuta anche a
prevenire i depositi di piombo nelle ossa e nei denti.
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L’associazione calcio - vitamina D, presente negli alimenti, riduce l’incidenza
del tumore all’intestino crasso. Sembra che il calcio si combini con i grassi
cancerogeni inibendo la loro capacità di dar inizio al processo tumorale. Una
dieta con un’alta percentuale di calcio può proteggere contro gli effetti dannosi
dovuti allo stronzio 90 radioattivo.
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CROMO
Il cromo è un minerale essenziale presente in concentrazioni di venti parti di
cromo per miliardo di parti di sangue. Il corpo contiene circa 6 mg di questo
minerale, mentre il sangue ne contiene circa 20 parti per miliardo. Il cromo è
essenziale nella nutrizione sia degli animali che degli uomini. A questo minerale
è stato recentemente riconosciuto un ruolo importante nel metabolismo dei
carboidrati. Il cromo organico è un componente di una sostanza chiamata GTF
(fattore di tolleranza al glucosio); gli altri componenti sono la niacina e alcuni
aminoacidi. Il cromo stimola l’attività degli enzimi responsabili del metabolismo
del glucosio, utile per l’energia e per la sintesi degli acidi grassi e del
colesterolo. E’ stato provato che il cromo aumenta l’efficacia dell’insulina e la
sua capacità di manipolare il glucosio, prevenendo l’ipoglicemia (troppa
insulina) o il diabete (poca insulina). Nel sangue, il cromo trasporta le proteine
insieme al ferro. Il cromo ha un ruolo anche nella sintesi delle proteine
attraverso legami con le molecole di RNA.
Misurare il contenuto del cromo nei cibi non è facile viste le diverse forme in
cui si presenta e il diverso tasso di assorbimento da parte del corpo. Il cromo
inorganico viene assorbito all’1% massimo. Il cromo che si trova nelle uova
non può essere completamente utilizzato. Gli alimenti che contengono cromo
più biologicamente adatti per il corpo sono: il lievito di birra (il migliore), il
fegato, la carne di manzo, il pane integrale (il cromo viene rimosso dal grano
raffinato), le barbabietole, la melassa di zucchero di barbabietola, i rognoni di
maiale, carni e formaggi e spezie come il pepe nero, il timo e i funghi. L’acqua
dura può fornire una percentuale del fabbisogno giornaliero che va dall’1 al
70%.
Assimilazione ed immagazzinamento: Il cromo è difficile da assorbire.
Soltanto circa il 3% del cromo della dieta viene trattenuto dall’organismo. Il
minerale si deposita soprattutto nella milza, nei reni e nei testicoli; piccole
quantità vengono anche depositate nel cuore, nel pancreas, nei polmoni e nel
cervello. Il cromo è stato trovato anche in alcuni enzimi e nell’RNA.
L’eliminazione avviene principalmente attraverso l’urina; quantità minori
vengono perse con le feci. La quantità di cromo presente nell’organismo
diminuisce con l’età.
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Effetti da carenza e sintomi: Anche una leggera carenza di cromo avrà gravi
conseguenze sull’organismo. Le ricerche effettuate hanno mostrato che le
carenze sistematiche di cromo sono molto comuni negli Stati Uniti, sebbene il
fenomeno si riscontri raramente in altri paesi. La carenza degli Americani è
spiegata dal fatto che il suolo non contiene una quantità sufficiente di questo
minerale per cui il cromo non può venire assorbito dai raccolti o raggiungere le
falde freatiche. La raffinazione dei cibi è un’altra causa probabile della perdita
di cromo insieme ad un consumo eccessivo di zuccheri ed altri carboidrati
raffinati. Questo può predisporre alcuni individui a carenza mentre nei diabetici
può aggravare la malattia. Le persone più esposte alla carenza sono gli anziani,
quelli che praticano regolarmente sport molto stancanti (i corridori) e le
gestanti. Soprattutto le gestanti sono molto esposte ad una carenza perché il
feto utilizza grandi quantità di cromo.
Una carenza di cromo può essere un fattore che inibisce la funzione
dell’insulina e si manifesta con tassi di crescita rallentati e una grave
intolleranza al glucosio nei diabetici. Si ritiene anche che l’interazione del
cromo e dell’insulina non sia limitata al metabolismo del glucosio ma valga
anche per il metabolismo degli aminoacidi. La carenza può ridurre la sensibilità
del tessuto periferico al glucosio, una disfunzione simile al diabete. Il cromo
può impedire la formazione di placche aortiche e una sua carenza può favorire
l’aterosclerosi.
La carenza di cromo è molto frequente nelle donne incinte a causa dell’alta
quantità utilizzata dal feto. Le persone sottoposte a interventi chirurgici
ricevono glucosio in via endovenosa causando un maggiore fabbisogno di
cromo. Alcuni studi hanno mostrato che il cromo del sangue diminuisce
notevolmente dopo la somministrazione di 60 grammi di glucosio. Se il
paziente ha un’infezione virale in corso, tale diminuzione è ancora maggiore.
Negli studi sugli animali, i ratti carenti soffrono di depositi di grasso nelle
arterie, hanno una durata della vita inferiore, minore quantità di spermatozoi,
quindi scarsa fertilità.
Effetti benefici nelle malattie: Il cromo aiuta a regolare il livello di zucchero
nel sangue e può dare giovamento ai diabetici nei casi di perdita di peso o
disturbi nervosi. Il picolinato di cromo può aumentare la massa muscolare se
viene assunto da chi pratica uno sport con regolarità. I bambini affetti da
kwashiorkor (una malattia causata da carenza di proteine) hanno mostrato un
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miglioramento in seguito alla somministrazione orale di cromo. I pazienti affetti
da schizofrenia hanno bisogno di dosi maggiori di niacina e hanno poca
tolleranza per il glucosio; è possibile che traggano beneficio da
somministrazioni di cromo che aumentano il GTF (fattore di tolleranza al
glucosio). Il cromo nell’acqua potabile, in quantità di 0,2 parti per milione ha
abbassato il colesterolo nei ratti alimentati con lo zucchero. La
somministrazione di cromo aumenta la tolleranza al glucosio in alcuni diabetici.
L’assunzione di 200 microgrammi al giorno migliora l’ipoglicemia.
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SOLUZIONE
Visto l'importanza che hanno i minerali per il nostro corpo e ciò che provoca la
loro carenza, è importantissimo ricorrere ai ripari con una sana e corretta
alimentazione. In particolare bisogna mangiare tanta frutta e verdura.
Come suggerito dal ministero della salute italiano, nella piramide alimentare,
bisogna ingerire giornalmente da 6 a 8 porzioni di frutta e verdura varia e di
vario colore. Per avere un'idea una porzione di frutta corrisponde a 150gr,
quindi da 300 a 600 gr di frutta al giorno. Una porzione di verdura corrisponde
a 250gr se cotta o 50gr se cruda, quindi almeno 1kg se cotta o almeno 200gr
se cruda al giorno. Diciamo mediamente...
1KG TRA VERDURA E ORTAGGI AL GIORNO!!!
Questa è sicuramente la migliore delle strategie dell’organismo per mantenere
efficienti le difese e affrontare con successo gli attacchi dei virus e dei batteri.
Purtroppo l’inquinamento, l’uso di fertilizzanti chimici, l’impoverimento dei
terreni, la lavorazione industriale e le tecniche di conservazione impoveriscono
gli alimenti di questi preziosi elementi. Inoltre, la carenza di minerali e
vitamine può essere determinata da una scarsa funzionalità dei processi di
assorbimento intestinale. Vale quindi la pena, in molti casi, di assumere questi
elementi mediante integratori specifici.
Inoltre, se invece bevi tanta coca cola, caffè, mangi tanta carne, formaggi,
uova, pasta e pane bianchi, zucchero e altri cibi che aumentano l'acidità del tuo
corpo le tue porzioni devono essere più consistenti. Almeno il doppio. Per farti
un esempio:
100gr di carne o di pasta, o di formaggi, richiedono
400gr DI FRUTTA E VERDURA CRUDA!!!
Per capirci, una persona che mangia durante la giornata 100gr di pasta e
100gr di carne, per compensare dovrebbe mangiare 800gr tra frutta e verdura.
Chi mangia il doppio, dovrebbe mangiare 1 chilo e 600 grammi di frutta e
verdura cruda durante la giornata.
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Ma come si fa a mangiare, un chilo un chilo e mezzo di frutta e verdura cruda
utili ad assumere la giusta quantità di minerali? La soluzione più sicura e
pratica è...
FITLINE RESTORATE
I particolare che ci hanno portato a questa scelta, dopo aver provato i migliori
integratori del mondo, sono: l'immediata efficacia, la sicurezza del prodotto, la
dosabilità e la garanzia soddisfatti o rimborsati.
IMMEDIATA EFFICACIA:
Tutti i prodotti FitLine sono contraddistinti dall'esclusivo trasporto dei
nutrizionali NTC. In pratica il corpo riconosce questi integratori come frutta e
verdura, la cellula accetta i fattori nutrizionali e il beneficio è immediato.
Questo non solo scientificamente, proprio senti la differenza nel giro di poco
tempo.
SICUREZZA DEL PRODOTTO:
Gli standard di produzione FitLine sono i più alti in assoluto, addirittura sono
così alti che la legge nemmeno li prevede come prassi. I prodotti Fitline sono
utilizzati da campioni sportivi a livello mondiale e non possono essere
contaminati per nessuno motivo al mondo. Questa sicurezza è garantita dallo
standard GMP che controlla la produzione lotto per lotto.
DOSABILITA':
Fitline Restorate è in polvere e può essere dosato secondo le esigenze
personali. Per esempio la dose consigliata da Fitline è 2 cucchiaini colmi sciolto
in un bicchiere d'acqua. Questo contiene:
– 50mg di Potassio
– 268mg di Calcio, il 34% del RDA*
– 134mg di Magnesio, il 45% del RDA*
– 5mg di Ferro, il 36% del RDA*
– 5mg di Zinco, il 33% del RDA*
– 670ug di Rame
– 1mg di Manganese
– 60ug di Cromo
– 16,8ug di Selenio
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– 2,5ug di Vitamina D
*RDA = quantità giornaliera raccomandata dal Ministero della Salute Italiano.
In parole semplici se mangio alimenti che necessitano di più minerali per
l'equilibrio acido basico, posso anche aumentare la mia razione giornaliera di
quanto voglio. Essendo un prodotto in polvere ho la massima flessibilità.
GARANZIA SODDISFATTI O RIMBORSATI:
FitLine garantisce i propri prodotti con la speciale clausola soddisfatti o
rimborsati. Usi il prodotto per 30gg e se non sei soddisfatto ti restituiscono i
soldi. Hai solo da guadagnarci!
Se il prodotto non funziona, ci guadagni una prova gratuita. Se il prodotto
funziona, ci guadagni in salute.
ORDINALO SUBITO!!!
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