Carenze minerali (parte 2)

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LE CARENZE MINERALI (parte 2)
Oltre agli elementi presenti in quantità più elevate nei tessuti delle piante, vi sono altri elementi minerali che
svolgono ruoli fondamentali e che, in situazione di carenza, determinano l’insorgere di manifestazioni non
sempre facilmente diagnosticabili.
MAGNESIO
É un elemento nutrizionale spesso trascurato nella nutrizione minerale delle piante. Si trova in concentrazioni elevate nei tessuti vegetali, é caratterizzato da una elevata mobilità ed é prevalentemente localizzato
negli organi verdi. Sono molte le reazioni enzimatiche che dipendono dal magnesio o che ne sono stimolate.
In questo senso é importante il suo ruolo nel metabolismo dei fosfati e dell’azoto, in particolare nella
sintesi delle proteine. Il magnesio ha anche un ruolo strutturale nella molecola della clorofilla e
contribuisce alla stabilità strutturale delle membrane e degli acidi nucleici.
I sintomi di carenza da magnesio compaiono prevalentemente in Estate avanzata e, data la notevole
mobilità di questo elemento, si manifestano dapprima nelle foglie più vecchie.
Essi consistono nella comparsa di clorosi soprattutto nelle zone comprese fra le nervature fogliari e, nei
casi più acuti, nella comparsa di piccole zone necrotiche. Si può anche osservare la comparsa e
l’accumulo di pigmenti di colore vivace, che vanno dal rosso, al giallo, all’arancione.
Le radici si presentano di colore giallastro e con aspetto mucoso.
Situazioni di questo tipo si possono verificare nel caso in cui il substrato di crescita della pianta sia stato
particolarmente arricchito di sabbia e sia, invece, povero di sostanza organica.
Talvolta si vengono a creare situazioni di competizione con altri elementi nutritivi quali potassio e calcio.
Quando i livelli di questi due elementi sono troppo elevati si possono avere minori livelli di magnesio assorbito e rapporti potassio/magnesio troppo elevati nei tessuti vegetali.
É quindi necessario impiegare terricci di composizione nota e concimi chimici idonei alla specie e al
terriccio impiegati.
ZOLFO
É presente nelle piante arboree in quantità elevate, analoghe a quelle di fosforo e magnesio. Partecipa alla
composizione di molti composti cellulari, enzimi e metallo-proteine come pure alle reazioni di ossidoriduzione. É coinvolto in processi fondamentali per la vita della pianta quali il metabolismo dell’azoto, la
sintesi degli zuccheri e nella formazione della clorofilla.
La carenza di zolfo é un evento piuttosto raro in quanto molti concimi vengono forniti in forma di solfati.
I sintomi da carenza consistono comunque in clorosi generalizzata con ingiallimento delle foglie, sia
mature che giovani.
Le prime ad essere colpite sono proprio le foglie più giovani, data la mancata mobilità dello zolfo dalle
foglie vecchie. Inoltre, impedendo la formazione degli aminoacidi solforati, provoca un arresto della sintesi
proteica.
Le radici si presentano molto abbondanti e molto ramificate.
Lo zolfo viene impiegato a livello del terreno per abbassarne il pH, correggendo quindi i terreni alcalini. In
campo fitoiatrico viene impiegato per la difesa delle piante dall’oidio o mal bianco.
FERRO
Il ferro é contenuto in quantità piuttosto ridotte nei tessuti vegetali, tanto da essere definito un micronutriente. La sua carenza si può manifestare in terreni con pH molto elevato: anche in questo caso l’apporto
di sostanza organica in concentrazioni superiori al 2% può ridurre notevolmente i fenomeni di carenza di
ferro dovuti all’alcalinità.
Il ferro ha un ruolo importante in molte proteine fondamentali per processi fisiologici quali la fotosintesi, la
respirazione e le ossidoriduzioni in genere. É costituente essenziale di enzimi che controllano la formazione di lignina per cui una sua carenza determinerebbe una minore lignificazione degli organi vegetali.
I sintomi di carenza da ferro consistono in una clorosi molto pronunciata a carico esclusivamente delle
foglie più giovani, dovuta ad una inibizione della sintesi clorofilliana.
In particolare le foglie degli apici dei germogli non presentano il colore verde normale, ma, a partire dai
tessuti intervalli, manifestano decolorazioni di tonalità giallo-biancastre, che vanno accentuandosi con il
progredire della crescita.
All’inizio dell’Estate le foglie possono presentare necrosi di varia entità, prevalentemente localizzate ai
margini e generalmente cadono con l’avanzamento della stagione compromettendo la normale lignificazione.
A questi sintomi più evidenti, se ne aggiungono altri, quali una minore crescita della pianta, un minore
sviluppo dell’apparato radicale che si presenta complessivamente più ridotto e ramificato, con una colorazione leggermente più scura. La maggiore ramificazione dell’apparato radicale é una risposta della
pianta allo scopo di incrementare la disponibilità di ferro per l’assorbimento.
La carenza di ferro é molto frequente in substrati calcarei, caratterizzati da un pH elevato; altri fattori
predisponenti sono la presenza di elevate quantità di fosforo, manganese, zinco o rame, che ostacolerebbero l’assorbimento di ferro.
A scopi terapeutici si può far uso di chelati di ferro (sequestrene), facilmente assorbibili dalle radici. Il solfato
di ferro invece, pur abbassando il pH del terreno, presenta il rischio dell’insolubilizzazione del ferro.
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