_____________________________________________________________ la rivista della Società Medico-Chirurgica Vicentina Il grande anziano: una condizione al femminile Il grande anziano: una condizione al femminile Dr. Mario Saugo - Servizio Epidemiologico, Dr Pierpaolo Benetollo - Direttore Sanitario, Dr. Sandro Caffi - Direzione Generale ULSS4 Introduzione La definizione di salute dell’OMS – fortemente criticata da almeno una decina di anni a questa parte – è invece molto calzante quando si parla di una categoria debole come il grande anziano, che ha anche una importante specificazione di genere. Non si tratta infatti, come suggerito dalla locandina del Convegno, solo di malattie e di farmaci, ma anche di disabilità, di contesto familiare, sociale e assistenziale. Molte informazioni al riguardo vengono da importanti indagini trasversali dell’ISTAT: le indagini multiscopo su “Salute e ricorso ai Servizi” delle famiglie. Le indagini trasversali – utilissime per “fotografare” la situazione – presentano però difficoltà interpretative quando si cerca di capire le dinamiche e le relazioni tra i fenomeni attraverso un’immagine statica. E’ utile quindi adottare anche punti di osservazione diversi: uno “sguardo” solido è quello longitudinale, cioè l’osservazione prospettica di quel che succede ad un determinato gruppo di persone. Nello studio “Osservare per conoscere” sono state intervistate in tutto il Veneto dal loro medico di famiglia, circa 70.000 persone ultra75enni - 1/5 della popolazione reale - effettuando sia un’osservazione trasversale sia (in un piccolo campione) uno studio longitudinale. I fattori di rischio per la salute del grande anziano Il primo fattore è naturalmente l’età, che è un fattore al femminile: il rapporto femmine maschi, risulta in età adulta via via più elevato a favore delle femmine, ed è pari quasi a 2 a 75 anni, e a 3 sopra i 90 anni. L’immagine sociale del fenomeno è senz’altro inadeguata: ed i depliants e le locandine dei servizi sociali e socio-sanitari non fanno eccezione. Un’altra specificità di genere importante, è quella dello stato civile. A 75 anni anni i vedovi sono il 16%, ma le vedove sono il 60%. Naturalmente anche questo è un fattore molto importante per la condizione della donna, che si ripercuote sulla patologia (ansia , depressione), sul consumo di farmaci e sul ricorso ai servizi. Un altro elemento importante è il nucleo di convivenza: con chi vive il grande anziano?. La percentuale di donne che vivono sole a 75 anni è tripla rispetto ai maschi (36% vs. 10% a 75 anni); mentre è doppia quella delle donne che vivono con i propri figli (61% vs. 38% a a 90 anni) – si tratta di una condizione di “rientro”: la donna sta male e viene ricuperata dalla famiglia dei figli. La donna ha quindi lo strano destino di aver allevato i figli, di avere accudito il marito, e – quando si ammala a sua volta - di passare in carico alla figlia o alla nuora. E’ in prospettiva una situazione problematica perché tra 20 anni le famiglie saranno molto diverse da oggi; bisogna pensare fin d’ora a supportare e ridistribuire questo un carico di assistenza familiare. La scolarizzazione è pure un fattore di rischio ben noto; nello studio “Osservare per conoscere” la scolarità è associata con un chiaro trend a una serie di esiti negativi per la salute (ad esempio la disabilità motoria è tripla – 9% vs. 3% -confrontando chi non ha nessun titolo di studio e chi ha fatto almeno la scuola media). Vi è inoltre (come evidenziato nell’indagine multiscopo dell’ISTAT) un differenziale in termini di presenza e numero di malattie croniche tra persone che hanno studiato poco o nulla e persone che hanno studiato molto. Anche la scolarizzazione è diversa per le anziane rispetto ai maschi, (14% vs. 26% coloro che hanno fanno proseguito gli studi oltre le elementari). La scolarità si collega naturalmente anche al tema della condizione socio economica ed è quindi in ultima analisi un discorso sulle opportunità: di vita, di lavoro sano, di accesso ai servizi e sulla capacità di autocura (canonico il caso del diabete). In questa indagine, svolta da medici di medicina generale (MMG) può sfuggire la dimensione esatta della povertà: anche il MMG però coglie nel 3% degli uomini e nel 4% delle donne anziane una situazione visibile di indigenza, indigenza che si associa sia alla disabilità sia al ricovero nei 6 mesi precedenti. La percezione soggettiva della propria salute – o della propria qualità di vita – è un dato molto importante, tanto da risultare uno dei migliori predittori dell’accesso ai servizi. Un anziano che dichiara “sto male” fa più accertamenti diagnostici e accede più di frequente all’ospedale - non è quindi una cosa meramente soggettiva, un disagio che uno ha, ma si tratta di un indicatore molto prossimo all’esperienza di malattia.. Nell’indagine multiscopo dell’ISTAT è evidente che le femmine stanno “soggettivamente” peggio dei maschi, sia dal punto di vista fisico, sia soprattutto dal punto di vista psicologico. Venendo ai temi più canonicamente sanitari, la comorbidità è associata alla condizione femminile (ad esempio il 65% delle grandi anziane verso il 60% dei maschi ha più di 2 malattie). C’è una specificità di genere in particolare per l’ansia (29% vs. 14% dei maschi), la depressione (17% vs. 9%), l’insonnia, la demenza e la psicosi, per l’artrosi del ginocchio (30% vs.15%) e dell’anca (23% vs. 11%). Una parte importante (circa il 15% delle persone ultra75enni) hanno un cancro, e questo pone grossi problemi per la diagnosi ma soprattutto per le terapie - che sono state generalmente sperimentate su persone più giovani. Tra le grandi anziane , il 4% ha un cancro della mammella. anno 2005 - Determinanti sociali della salute della donna nel Vicentino _______________________________________ 1 _____________________________________________________________ la rivista della Società Medico-Chirurgica Vicentina Il maggior carico di patologia si traduce in una maggiore disabilità, che è una dimensione importante della salute dell’anziano anche in termini oggettivi (piani terapeutici, compliance, …). Seguendo la definizione dell’OMS, la disabilità (perdita di funzione) va distinta dall’handicap (perdita di autonomia, che è il risultato dell’interazione della disabilità con l’ambiente fisico e sociale): ad esempio una grande anziana con disabilità motoria medio-grave (19% vs. 13% nei maschi), può vivere anche un’abitazione con barriere architettoniche: ecco che il deficit funzionale si trasforma in un problema oggettivo, a meno che non si sviluppino degli strumenti urbanistici ed edilizi specifici per gli anziani. Considerando come misura sintetica l’aspettativa di vita, va segnalato che essa continua ad aumentare non solo alla nascita (di circa 1 anno ogni 3-5 anni di calendario), ma anche in misura minore alle età più elevate. Più vita – però – non vuol necessariamente dire più salute, ed ecco ritornare l’elemento soggettivo già discusso sopra. A 65 anni un maschio può aspettarsi di vivere ancora 16 anni, una donna 20, ma solo il 22% della vita che rimane da vivere ai maschi, e analogamente il 16% per le femmine sono giudicati dagli anziani stessi “di buona salute”. Questo ci rimanda naturalmente ad un dibattito arduo sulla qualità di vita dell’anziano, che ha profonde implicazioni economiche, etiche, e quindi anche politiche, che investono necessariamente anche la programmazione sanitaria. Un esempio di follow-up ”assistenziale” Tradizionalmente pensiamo al follow-up come ad uno studio in cui all’inizio si fanno degli esami clinici a Figura 1: Nella Figura 1 i fattori predittivi del decesso dell’anziano sono rappresentati in maniera molto sintetica come fette di una torta. I fattori demografici, quelli funzionali e quelli clinici in senso stretto hanno pressappoco la stessa importanza: è un riscontro importante al concetto di valutazione multidimensionale della salute. Il programmatore socio-sanitario non deve semplicemente potenziare i servizi sanitari territoriali ed ospedalieri: deve anche assicurare standard di assistenza e di qualità di vita ad una popolazione che sarà in prospettiva sempre più numerosa e – dal punto di vista sociale - sempre più fragile. Determinanti della salute del grande anziano: frazione attribuibile per il decesso a 2 anni in un campione di 2.261 riferimento assistenza domiciliare MMG patologia clinica 59.3 persone, di cui a distanza si valuta l’esito - con ulteriori approfondimenti clinici e strumentali. Una modalità più semplice che può dare alcune opportunità è il followup passivo o amministrativo, che su proposta di Gianni Tognoni, Direttore del Consorzio Mario Negri Sud definiamo qui “assistenziale”. L’osservazione iniziale nell’indagine Osservare per Conoscere” è una cartella medica anamnestica compilata dal medico di famiglia, mentre si utilizzano le banche dati correnti (mortalità, ricoveri, prescrizione di farmaci su ricetta) per vedere “che fine hanno fatto” gli intervistati. Nell’ULSS 4 è stato possibile collegare il questionario d’indagine (e quindi la fotografia che aveva fatto il medico di base) di un campione rappresentativo di 2.261 persone all’anagrafe (chi è il paziente) e ai dataset amministrativi (chi è morto, chi è andato all’ospedale, chi ha consumato risorse economiche, …), esplorando così la rilevanza relativa dei diversi fattori di rischio in funzione degli esiti che hanno determinato. Il follow-up è durato due anni. BPCO/asma età 80-84 anni età 85-89 anni fattori sociodemografici 54.2 età >=90 anni Ulcere trofiche Scompenso cardiaco sesso maschile Antidiabetici orali Tumore (ogni sede) Ospedalizz. negli ultimi 6 mesi Deficit cognitivo grave Deficit motorio moderato Deficit motorio grave Deficit cognitivo moderato deficit funzionale 46.9 anno 2005 - Determinanti sociali della salute della donna nel Vicentino _______________________________________ 2 _____________________________________________________________ la rivista della Società Medico-Chirurgica Vicentina anno 2005 - Determinanti sociali della salute della donna nel Vicentino _______________________________________ 3 _____________________________________________________________ la rivista della Società Medico-Chirurgica Vicentina anno 2005 - Determinanti sociali della salute della donna nel Vicentino _______________________________________ 4