Immagini per raccontare... La storia del bambino ieri e oggi

Immagini per raccontare... La storia del bambino ieri e oggi
Lo scolaro, Albert Anker, 1855
Cosa ci mostra questo quadro? Certamente, uno
scolaro. Ma uno scolaro molto diverso da come
li conosciamo oggi.
In questa immagine vediamo un piccolo adulto.
Serio, responsabile. Con gli strumenti di scuola
alla mano, pronti per essere utilizzati.
Il suo sguardo appare coscienzioso e forse
persino triste: lo sguardo di chi conosce il suo
dovere e non vede alternative.
Qui siamo negli anni ’20. Il
bambino è fotografato a scuola, in
divisa. Solleva il capo dal libro di
testo
per
sorridere,
rivolto
all’obiettivo della fotocamera. Sarà
un
sorriso
spontaneo?
Osserviamo bene la foto:
I muscoli della bocca sono
contratti portandone gli angoli
all’insù, disegnando un sorriso. Ma
lo stesso vale per gli occhi? I muscoli intorno agli occhi sono contratti?
Sorridono gli occhi di questo bambino? ...
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A scuola, come nella vita, vediamo l’ideale di bambini-come-piccoli-adulti.
Bambini pensati come adulti in potenza, che devono iniziare fin da piccoli a
comportarsi conformemente alle regole adulte imposte loro.
Oggi il bambino è al centro. Al centro dell’attenzione nella famiglia, come
nella scuola e nella società in generale. Viene colto il suo valore in quanto
persona.
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Tenendo conto dei cambiamenti sociali e tecnologici...
Il futuro operatore sociale avrà gli strumenti culturali, psicologici
ed educativi per orientare e seguire la crescita della persona,
rispettandone la specificità delle fasi di crescita:
se riconosciamo le caratteristiche e i bisogni dell’infanzia
se rispettiamo la spontaneità delle sue manifestazioni
…aiuteremo ogni bimbo a scoprire le sue potenzialità. Solo così,
sarà protagonista del suo progetto di vita.
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Immagini per raccontare... Il disabile nel tempo
Chi non conosce il film di
animazione della Walt Disney “Il
gobbo di Notre Dame”? Il film, tratto
dal romanzo di Victor Hugo del
1831, racconta la storia del disabile
nell’antichità. Il gobbo, di nome
Quasimodo, a causa della sua
deformità, viene abbandonato dai
genitori ed allevato dall’Arcidiacono
della Cattedrale parigina. Gli viene
affidato il compito di suonare le campane e nel romanzo, differentemente dal
film, diviene sordo a causa del frastuono e muto a causa della mancanza di
relazioni umane. Ciò mostra in maniera esemplare la condizione di
emarginazione e le conseguenze di tale triste destino a cui erano sottoposte
le persone diversamente abili nei tempi antichi.
Questo
quadro
per
noi
rappresenta
un’espressione di dolore. Oggi la interpretiamo
come una richiesta di aiuto.
Nel passato la sofferenza mentale
interpretata come follia e devianza.
era
Il folle veniva isolato e curato in strutture
chiamate manicomi, di cui abbiamo un esempio
nel dipinto che segue.
L’urlo, Edvard Munch, 1893
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La stanza delle Agitate, Telemaco Signorini, 1865
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Prima della Legge 180 del 1978 che sancisce
la chiusura degli Ospedali Psichiatrici, i disabili
psichici subivano trattamenti sanitari simili a
quello che vediamo in questa foto.
Cambia il concetto di disabilità in generale:
dall’emarginazione sociale all’emarginazione
nell’ambito di strutture ospedaliere.
Il disabile quindi non è più qualcosa di
vergognoso da nascondere, ma un soggetto
“handicappato”,
svantaggiato,
e
perciò
sottoposto a cure mediche forti.
L’attenzione dei clinici, pertanto, si focalizza sul deficit, sulla mancanza, sulla
patologia.
Il termine “diversamente abile” oggi
sostituisce il termine “disabile”.
La modificazione del termine mostra
una rivoluzione del concetto di
disabile: da dis-abile (cioè non –
abile) a diversamente abile, cioè
capace di fare cose in modo diverso
dalle persone presunte normali.
l futuro operatore sociale che si occupa di disabilità, da quella
psichica alle varie forme di disabilità fisica o sensoriale, avrà gli
strumenti culturali, psicologici ed educativi per orientare e seguire
queste persone, focalizzando la propria attenzione sulla scoperta di
abilità residue, di capacità personali diverse da individuo a
individuo.
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L’anziano nella storia
Papa Karol Wojtyla, eletto Papa all’età di 58 anni e morto
all’età di 84 anni.
Nella foto possiamo ammirare la bellezza di un volto
anziano nell’accezione di saggezza e lungimiranza.
Oggi la Chiesa è una delle poche Istituzioni dove
l’anziano ricopre le funzioni che ricopriva in passato: è il
Patriarca, la guida e l’esempio per i giovani.
In passato, nella famiglia patriarcale, il nonno era
considerato “il Capo”, indiscusso perché il più anziano e quindi il più saggio.
Questo dipinto è estremamente attuale perché
mostra la condizione dell’anziano oggi: triste, solo
ed emarginato.
La società dell’immagine che esalta i valori della
bellezza e della giovinezza, la società in cui le
nuove tecnologie evolvono velocemente richiede
grande
flessibilità
mentale
per
imparare
continuamente e stare al passo coi tempi: oggi
l’anziano, invece di insegnare, è costretto a
chiedere ai giovani di imparare.
Anziano diventa così sinonimo di “vecchio”, “passato”, “inutile”. Oggi l’anziano
è spesso ritenuto un peso per la famiglia e per la società e pertanto
ricoverato in strutture come le Case di Riposo.
Nel quadro: Uomo Anziano nel Dispiacere, Vincent Van Gogh, 1890
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La reazione delle persone che stanno
entrando nella terza età può essere
quella di “combattere la vecchiaia”,
per esempio facendo sport e
tenendosi al passo con le nuove
tecnologie.
Se da una parte ciò porta ad una vita
sana e ad un incremento del
benessere,
estremizzare
questo
atteggiamento porta al “giovanilismo”.
Ciò significa scongiurare a tutti i costi l’avanzare dell’età, per esempio tramite
la chirurgia estetica.
Curare l’anziano non significa
limitarsi
a
somministrare
farmaci. Curare è prendersi
cura sotto il profilo delle sue
esigenze
psicologiche
e
sociali
Prendersi cura dell’anziano per il futuro operatore sociale significa:
mantenere la persona, fin dove è possibile,
abituale di vita
nel suo contesto
aiutarla , se necessario, a coltivare buone relazioni sociali
insegnarle ad affrontare il decadimento psicofisico, impostando
abitudini corrette per uno stile di vita salutare
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