Prevenzione e Gestione delle Cadute della Persona Assistita

PROCEDURA GENERALE
PREVENZIONE E GESTIONE DELLE
CADUTE DELLA PERSONA ASSISTITA
Cod.: PGSGQ47
Data: 31 marzo 2009
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PROCEDURA GENERALE
PREVENZIONE E GESTIONE DELLE CADUTE
DELLA PERSONA ASSISTITA
Indice
Pagina
1
Scopo e campo di applicazione....................................................................................................2
2
Siglario/Glossario.........................................................................................................................6
3
Matrice delle responsabilità .........................................................................................................7
4
Descrizione delle attività..............................................................................................................8
5
Riferimenti .................................................................................................................................29
6
Indicatori/Parametri di controllo……………………………………………………………………………30
7
Lista di distribuzione………………………………………………………………………………………….31
Preparato e verificato
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino,
R. Palma, e Consulenti Medici
Approvato
Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O.
M.C. Frigeri; Resp. Risk Management L. Vero
Emesso
Dir. Sanit.
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1 Scopo e campo di applicazione
1.1 Premessa
Secondo l’OMS “le cadute e i danni ad esse correlati sono una problematica prioritaria per i
sistemi sanitari e sociali in Europa e nel mondo, soprattutto tenendo conto del rapido accrescersi
dell’aspettativa di vita”1. Con l’avanzare dell’età, infatti, aumenta il rischio di caduta e i
conseguenti danni. Le cadute provocano un aumento della disabilità, dell’ospedalizzazione e dei
decessi. Vi è una grande attenzione al tema in oggetto da parte dei più autorevoli organismi
internazionali anche grazie all’importanza assunta negli ultimi anni dalla tematica del
miglioramento della qualità con particolare riferimento alla sicurezza delle cure/gestione del rischio.
A dimostrazione di quanto affermato, oltre al documento dell’OMS sopra citato, si evidenzia che:
• l’evento “cadute” viene considerato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo
Economico (OCSE) uno degli indicatori di sicurezza da monitorizzare all’interno del progetto di
costruzione di un sistema di indicatori uniformi tra i paesi membri;
• l’Agency for Health Research and Quality (AHRQ) pone l’evento “cadute” tra gli indicatori di
sicurezza delle cure;
• tra i sei obiettivi per la sicurezza del paziente (anno 2007) della Joint Commission on
Accreditation for Health Care Organization (JCAHO) troviamo quello di “ridurre il rischio di danni
al paziente derivanti dalle cadute.” Il requisito per la certificazione posto dalla JCAHO è quello di
“valutare e rivalutare il rischio del paziente incluso il rischio potenziale associato al regime di
farmaci assunti e intraprendere azioni per ridurre o eliminare ogni rischio identificato”2
• la National Patient Safety Agency-Great Britain (NPSA) ha elaborato un report che si basa su un
anno di segnalazioni (settembre 2005 Agosto 2006) dell’evento “cadute” al sistema di Incident
Reporting nazionale inglese (National Reporting and Learning System); si tratta di dati di estrema
importanza e peso statistico in quanto riguardano 200.000 cadute la cui segnalazione proviene dal
98% delle organizzazioni che forniscono servizi di ricovero in Gran Bretagna. Basandosi
sull’analisi dei dati il report fornisce raccomandazioni per interventi di gestione del rischio.
• A livello nazionale va infine segnalato che il problema cadute delle persone assistite è stato
oggetto delle raccomandazioni del Ministero della Salute nell’ambito del Programma Rischio
Clinico del Dipartimento della Qualità3 e attualmente viene previsto nella Lista degli eventi
sentinella prioritari come “Morte o grave danno per caduta di paziente” del Protocollo per il
Monitoraggio degli Eventi Sentinella del Dipartimento della qualità dei livelli di assistenza e dei
principi etici di sistema, della Direzione Generale della Programmazione Sanitaria4, definito dal
Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
1.2 Le dimensioni del fenomeno
1
WHO - World Health Organization Europe. What are the main risk factors for falls amongst older people and what
are the most effective interventions to prevent these falls? Geneve: WHO. 2004
2
JCAHO “Patient safety goals” – sito Internet
3
Ministero della Salute “Protocollo sperimentale di Monitoraggio degli Eventi Sentinella 1° Rapporto Settembre 2005 –
Febbraio 2007” – Allegato 2 – “Raccomandazioni per la sicurezza dei pazienti : cadute dei pazienti”
4
Osservatorio nazionale sugli eventi sentinella, Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, (IV governo
Berlusconi) marzo 2008
Preparato e verificato
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino,
R. Palma, e Consulenti Medici
Approvato
Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O.
M.C. Frigeri; Resp. Risk Management L. Vero
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Il contesto internazionale
Secondo l’OMS “il 30% delle persone sopra i 65 anni cade ogni anno, e per le persone sopra ai 75
anni i tassi sono più elevati.
Tra il 20% e il 30% di coloro che cadono subiscono danni che riducono la mobilità e
l’indipendenza e aumentano il rischio di morte prematura. I tassi di cadute negli anziani residenti
in istituzioni sono più alti di quelli registrati a livello di comunità”5.
Secondo invece l’American Geriatric Society ogni anno il 35-40% della popolazione sana al di
sopra dei 65 anni subisce una caduta; questa percentuale supera il 50% sopra i 75 anni, con notevole
impatto sulla sicurezza individuale e sulla qualità della vita.
Le cadute risultano il più frequente e serio incidente domestico nelle persone anziane e sono una
delle principale ragioni di ricovero e di istituzionalizzazione degli anziani. “Circa il 10% delle
cadute determina danni gravi; di questi il 5% sono fratture. Nelle persone anziane circa il 95%
delle fratture del femore sono causate dalle cadute; tra le persone che cadono riportando la
frattura del femore circa la metà non riprendono più il cammino e il 20% muore entro 6 mesi”6.
Nel citato rapporto dell’NPSA relativo a 200.000 segnalazioni di cadute, si evidenzia che nei servizi
di ricovero inglesi “ogni anno 530 pazienti subiscono una frattura del femore conseguente ad una
caduta, altri 440 fratture in altre parti del corpo. In un’azienda sanitaria di 800 posti letto per acuti
si verificano circa 24 cadute alla settimana e più di 1260 all’anno. I costi associati all’evento sono
stimati in circa 92.000 sterline/anno per l’azienda. Sono stati identificati 26 pazienti morti come
conseguenza della caduta, ma i dati sulla mortalità relativa alla frattura del femore, suggeriscono
che altri 95 sono morti nelle settimane successive alla caduta”7.
In base all’Istituto Canadese per l’Informazione sulla Salute le “cadute sono la prima causa di
ricovero per trauma negli ospedali per acuti del Canada; esse rappresentano il 54,4% di tutte le
ospedalizzazioni per cause traumatiche e il 75,7% di tutte le morti di pazienti ricoverati per cause
traumatiche”8. Oliver et al, nella recente revisione sistematica e metanalisi affermano che “le
cadute sono il più comune evento avverso negli ospedali e nelle strutture residenziali, quasi sempre
colpiscono persone anziane fragili molte delle quali affette da demenza.
Il 30% di cadute in ospedali e strutture residenziali determina un danno fisico e il 3- 5% una
frattura. Circa il 20% dei ricoveri negli ospedali riguardano fratture di femore di pazienti
provenienti da strutture residenziali”9. Le cadute possono anche portare a perdita di funzione, ansia,
depressione, ostacoli alla riabilitazione, aumentata durata della degenza, incapacità di ritornare a
casa, contribuendo in tal modo a costi aggiuntivi sociali e sanitari.
Il contesto italiano
Come riportato dal documento del GRC Regione Toscana,10 in Italia uno studio condotto nel 2000
presso l’Ulss 22 della Regione Veneto ha evidenziato che la frequenza delle cadute accidentali è
5
WHO - What are the main risk factors for falls amongst older people and what are the most effective interventions to prevent these
falls? Geneve: WHO. 2004
6
WHO - What are the main risk……………op……cit………..
7
NPSA - The third report from the Patient Safety Observatory “Slips, trips and falls in hospital” - 2007
8
RNAO (Registered Nurses’ association of Ontario) Guidelines for “Prevention of Falls and Fall Injuries in the Older Adult” – 2005
9
Oliver D. et al Strategies to prevent falls and fractures in hospitals and care homes and effect of cognitive impairment: systematic
review and meta-analyses British Medical Journal – 2006
10
GRC (Gestione Rischio Clinico) Regione Toscana “La prevenzione delle cadute in ospedale” 2007
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pari allo 0,86% su tutti i ricoveri. Un altro studio condotto dall’A.O. S. Orsola Malpighi nel 2002
stima che le cadute accidentali si verificano nel 5% dei ricoveri nei reparti selezionati per lo studio e
nell’1% circa del numero totale dei ricoveri del Presidio Ospedaliero. In Regione Lombardia il dato
valutato nel 2004 è del 4,09 (su 1000 ricoveri ospedalieri, in tutte le Az. Ospedaliere della Regione).
La Regione Toscana, nel citato documento, evidenzia che le sole cadute con danni (lesioni o
decessi) sono gradualmente aumentate a livello regionale da 1012 nel 2003 a 1222 nel 2005, da 1
decesso nel 2003 a 5 decessi nel 2005.
Sempre nel 2002, uno studio osservazionale condotto nell’arco di sei mesi nell’Azienda Ospedaliera
Universitaria di Careggi di Firenze, ha rilevato un’incidenza di cadute nei pazienti anziani ricoverati
pari al 1,2% (dato in aumento rispetto alle due precedenti indagini retrospettive relative agli anni
2000-2001)11.
Conclusioni: nell’analizzare i tassi di cadute nei diversi contesti e soprattutto nel fare raffronti
occorre, secondo il report dell’NPSA, sempre considerare:
• la“tipologia” di pazienti assistiti
• le differenze tra i trattamenti e i servizi offerti dai diversi ospedali
• il sistema in uso di segnalazione del fenomeno
Ospedali con tassi di cadute più alti della media possono avere un sistema di segnalazione migliore
o assistere pazienti più a rischio12.
1.3 I fattori di rischio
Dalla letteratura esaminata risulta che le cadute hanno un’eziologia multifattoriale.
“Sono stati descritti più di 400 separati fattori di rischio”13. Ciò ha notevoli implicazioni in termini
di riduzione del rischio come si evidenzierà nel successivo paragrafo. Secondo il citato documento
dell’OMS i fattori di rischio si possono suddividere in due categorie:
A. fattori intrinseci al paziente
B. fattori estrinseci relativi all’ambiente e alle attrezzature
A. Fattori intrinseci al paziente
• Anamnesi di precedenti cadute e/o ricovero causato da una caduta.
• Età avanzata; l’incidenza delle cadute aumenta con l’aumentare dell’età.
• Farmaci assunti; secondo l’OMS le benzodiazepine sono associate con un aumento fino al 44%
di rischio di frattura di femore e caduta nelle ore notturne. Aumento significativo del rischio anche
per farmaci psicotropi, antiaritmici, digossina, diuretici e sedativi. Il rischio aumenta
significativamente se una “persona assume più di 4 farmaci indipendentemente dal tipo. L’utilizzo
11
12
Brandi A. et al “Indagine retrospettiva sulle cadute nei pazienti ricoverati in ospedale” in AIR Vol. 21 n. 3 - 2002
Ibidem
13
NPSA - The third report from the Patient Safety Observatory “Slips, trips and…….op……..cit…….
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di 4 o più farmaci è associato con un rischio di nove volte maggiore di alterazione cognitiva e
paura di cadere”14.
• Patologie: circolatorie, cerebro-vascolari, polmonari croniche-ostruttive,infezioni e malattie acute
(infezioni delle vie urinarie, influenza), depressione e artriti sono associate ad un aumentato rischio.
L’incontinenza è anche frequentemente presente nelle persone che cadono
• Ridotta mobilità e alterata andatura; la debolezza muscolare è un fattore di rischio così come il
deficit nell’andatura e nell’equilibrio; la difficoltà nell’alzarsi da una sedia è anche associata ad un
aumento del rischio. Uno studio effettuato in Italia nel 2007 dalla Società Internazionale di
Propriocezione e Postura dimostra che il riprogrammare l’equilibrio della persona attraverso
incontri per l’attivazione della propriocezione, ovvero del flusso di segnali/informazioni provenienti
da muscoli, tendini e articolazioni che consentono al sistema nervoso di regolare il movimento e la
postura, riduce le cadute del 36%15.
• Abitudini di vita sedentarie; esse determinano, in una sorta di circolo vizioso, riduzione della
forza e indebolimento muscolare che si somma a quello, di per sé fisiologico, legato
all’invecchiamento.
• Stato psicologico - paura di cadere; secondo l’OMS il 70% delle persone che sono cadute
recentemente e circa il 40% di coloro che non riferiscono recenti cadute dichiarano di aver paura di
cadere. La ridotta attività fisica e funzionale è associata alla paura e all’ansia di cadere. Si instaura
un circolo vizioso per cui la persona, a causa della paura, tende a muoversi di meno con conseguenti
danni da riduzione della mobilità e aumentato rischio di cadere.
• Deficit nutrizionale: un indice di massa corporeo al di sotto della norma è associato con un
aumentato rischio di caduta. La carenza di Vitamina D è particolarmente comune negli anziani
istituzionalizzati e può portare ad alterazioni dell’andatura, debolezza muscolare e osteoporosi.
• Deficit cognitivo: anche a livello modesto è associato ad un rischio aumentato di caduta. I
residenti nelle Strutture Residenziali a basso/medio/alto livello di complessità (ex R.S.A., R.A.F.
ecc…) affetti da demenza cadono il doppio di quelli senza deficit cognitivi.
• Problemi di vista: acuità, sensibilità al contrasto, campo visivo, cataratta, glaucoma sono fattori
contribuenti al rischio di caduta così come le lenti bifocali o multifocali .
• Problemi ai piedi: calli, deformità, ulcere, problemi alle unghie e dolore durante il cammino
aumentano le difficoltà di equilibrio e il rischio di caduta. Le calzature adeguate sono fattori
altrettanto importanti.
B. Fattori estrinseci relativi allo stato sociale, all’ambiente e alle attrezzature
• Isolamento sociale, difficoltà finanziarie: uno studio e molti lavori16dimostrano che un reddito
basso rappresenta un fattore di rischio significativo. La povertà, il grado di deprivazione relativa e i
processi di esclusione sociale hanno un considerevole impatto sulla salute della popolazione.
Risultano infatti ad alto rischio di caduta soggetti soli, divorziati, vedovi17che hanno un basso
reddito o una situazione socio-economica svantaggiata.
14
15
NICE “Clinical practice guideline for the assessment and prevention of falls in older people” - 2004
Dominelli C. Anziani: -36% cadute grazie alla propriocezione. Il Sole 24 Ore, 20 gennaio 2009
Kelly KD, Pickett W., Yannakoulias N. et al. “Medication use and falls in community dwelling older persons. Age
ageing 2003; 32: 503-9.
17
Biderman A, Cwikel J, Fried AV, Galinsky D J. Depression and falls among community dwelling elder people. A
search for common risk factors. J Epidemiol Community Health 2002; 56: 631-6.
Di Fabio RP, Greany JF, Emasithi A, Wyman JF. Eye-head coordination during postural perturbation as a predictor
of falls in community-dwelling elderly women. Arch Phys Med Rehabil 2002; 83: 942-51.
16
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Nelle strutture socio-sanitarie occorre invece considerare:
• Pavimenti (scivolosi, dislivelli, bagnati / presenza di cartelli durante il lavaggio)
• Corridoi (corrimano, larghezza, presenza di arredi ingombranti…)
• Scale (corrimano, gradini con materiale antiscivolo)
• Camere di degenza e bagni (dimensione minima a norma, apertura porta verso l’esterno, luci
diurne e notturne adeguate, interruttori visibili al buio, maniglie doccia/vasca, WC rialzabile)
• Letti (altezza regolabile, spondine rimuovibili e adattabili in altezza, campanello di chiamata
raggiungibile, ruote e freni funzionanti)
• Carrozzine (braccioli e poggiapiedi estraibili o reclinabili/ripiegabili, buona manovrabilità, ruote
con freni agevolmente comandati, larghezza <70 cm, schienale basso cm 90-92 da terra max cm 95,
con profondità di 43-45 cm (per le carrozzine non portatili).
• Ausili per la deambulazione adeguati
1.4 Scopi
Migliorare la sorveglianza ed il monitoraggio del fenomeno “cadute”nei pazienti ricoverati.
Fornire a tutti gli operatori sanitari istruzioni operative per la prevenzione delle cadute in ospedale e
per la gestione del paziente caduto.
1.5 Obiettivi
Favorire l’empowerment di operatori e persone assistite nella prevenzione delle cadute
Identificare ed eliminare situazioni legate all’ambiente che comportano rischi di caduta
Identificare le persone a rischio di caduta e garantire interventi assistenziali appropriati di
prevenzione primaria
Condividere e applicare metodi e strumenti di rilevazione ed analisi della caduta
Garantire interventi assistenziali appropriati in caso di caduta e favorire il pronto recupero
della persona assistita
Uniformare le modalità di segnalazione dell’evento caduta applicando una specifica scheda
di segnalazione da indirizzare agli Uffici Competenti
Attuare interventi che evitino il ripetersi dell’evento (prevenzione secondaria)
2. Siglario/glossario
CADUTA
“Evento in cui il paziente viene trovato seduto o giacente al suolo o riferisce di
essere caduto e di essere riuscito a tornare nel letto o sulla poltrona/sedia”.
(GRC Regione Toscana “La prevenzione delle cadute in ospedale” 2007
“Improvviso non intenzionale, inaspettato spostamento verso il basso dalla
posizione ortostatica, o assisa o clinostatica” La testimonianza della caduta è
basata sul ricordo del paziente e/o la descrizione della caduta da parte dei
testimoni. Questa definizione include i pazienti che dormendo sulla sedia
cadono per terra, i pazienti trovati sdraiati sul pavimento, le cadute avvenute
nonostante il supporto (Chiari P. Suggerimenti di pratica clinica per la
prevenzione delle cadute dei pazienti in ospedale. Azienda Ospedaliera di
Rodrigues Perracini M, Ramos R. Fall-related factors in a cohort of elderly community residents. Rev Saúde Pública
2002; 709-16.
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CADUTA
ACCIDENTALE
CADUTA
IMPREVEDIBILE
CADUTA
PREVEDIBILE
Sigla p.a.
OMS/WHO
OECD/OCSE
AHRQ
NPSA
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Bologna Policlinico S.Orsola Malpighi, Centro Sudi EBN, Bologna, dic. 2004)
Quando la persona cade involontariamente (per esempio scivolando sul
pavimento bagnato)
Quando è determinata da condizioni fisiche non prevedibili fino al momento
della caduta (per es. a causa di frattura patologica del femore)
quando avvengono nei soggetti esposti a fattori di rischio identificabili
=
Persona assistita
Organizzazione Mondiale della Sanità/World Health Organization
Organization for Economic Co-Operation and Development
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
Agency for Health Research and Quality
National Patient Safety Agency-Great Britain
3. Matrice delle responsabilità
ATTIVITA’
DIRET MEDICO
INF
INFERM.
SOC
COORD FISIOTER.
/TECNICI
Compilazione
scheda
valutaz. paziente a rischio
Compilazione check list di
controllo sicurezza ambiente
Attuazione
interventi
preventivi
Gestione paziente caduto.
Primo soccorso, dinamica
evento
Gestione del paziente
caduto. Valutazione
clinica/danno, accertamenti
Discutere con il paziente la
percezione dell’esperienza
Interventi assistenziali sul
paziente caduto
Informare
la
famiglia
sull’evento caduta
Compilazione
scheda
segnalazione
Invio scheda segnalazione in
direzione
sanitaria
e
supervisione per il rispetto
della procedura
Informatizzazione
dati
scheda segnalazione
Analisi dei dati / report
Preparato e verificato
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OSS
DIR.
SANIT P.O/
RISK
MANAGMENT
X
X
X
X
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X
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X
X
X
X
X
X
X
X
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4. Descrizioni delle attività
4.1 Interventi e strategie per prevenire il rischio di cadute del
paziente in ospedale
Occorre sottolineare, come rileva l’OMS, la difficoltà a determinare il rischio del paziente. Infatti,
soprattutto nelle persone anziane, la maggior parte delle cadute sono dovute alla combinazione di
numerosi fattori e l’interazione tra essi è di cruciale importanza.
Tuttavia dagli studi esaminati si può affermare che i fattori intrinseci sono più importanti nelle
persone di 80 anni e oltre (più comune, in questo gruppo, la perdita di coscienza che sottende una
condizione medica come causa della caduta); nelle persone invece sotto i 75 anni la caduta sembra
maggiormente imputabile a fattori estrinseci. Molti studi hanno dimostrato che il rischio di caduta
(sia in ospedale che a livello di comunità), aumenta con l’aumentare dei fattori di rischio.
Il documento dell’OMS succitato considera solo tre fattori:
•“assunzione di più di 4 farmaci”
•“debolezza alle anche”
•“equilibrio instabile” che potrebbe essere valutato attraverso i seguenti parametri:
- incapacità di mantenere la posizione seduta in autonomia
- incapacità di mantenere la posizione eretta in autonomia
ed evidenzia un rischio del 12% di cadere in persone che non hanno nessuno di questi fattori di
rischio fino al 100% in coloro che presentano tutti i tre fattori.
Nel report dell’NPSA, oltre che nella revisione sistematica di Oliver18 (autore della scala di rischio
Stratify), i fattori di rischio più significativi nei pazienti ospedalizzati sono:
• cammino / andatura instabile
• confusione / agitazione
• incontinenza o necessità di usare frequentemente la toilette
• anamnesi di precedenti cadute
• assunzione di farmaci sedativi o ipnotici
Autorevoli studi a livello internazionale richiamano l’attenzione del management del personale
delle strutture sanitarie alla gestione dei rischi di cadute dei pazienti, per cui esistono
raccomandazioni e strumenti validati da un punto di vista scientifico, efficaci nel ridurre l’incidenza
delle cadute ed utili per supportare la gestione del paziente a seguito dell’evento avverso.
Le linee guida internazionali sono concordi nel ritenere che l’intervento primario per prevenire
le cadute accidentali consiste nella valutazione della persona al momento del ricovero in ospedale
o presso le strutture residenziali o ancora al momento della presa in carico a livello domiciliare,
nell’individuazione dei pazienti a rischio e nella messa in atto di misure di prevenzione.19 20
18
Oliver D. et al “Risk factors and risk assessment tools for falls in hospital in-patients: a systematic review” Age and
Ageing 2004
19
PNLG Istituto Superiore di Sanità La prevenzione delle cadute da incidente domestico negli anziani 21/2/2008
20
National Institute for Clinical Excellence “Tha assessment and prevention of falls in older people” 21/11/2004
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4.1.1 Valutazione della persona assistita a rischio caduta
Dopo un’attenta revisione della letteratura basata sulle evidenze scientifiche si è giunti alla
conclusione che nessuna scala di valutazione esistente ed utilizzata, è in grado di soddisfare criteri
di sensibilità, specificità e predittività per quanto riguarda il rischio di cadute.
Dovendone utilizzare una, siamo ricorsi all’uso della scala di Conley in quanto è quella che ha un
alto valore di sensibilità (69%21), consentendo di individuare molti pazienti a rischio di cadute che
effettivamente cadranno (veri positivi), facilmente comprensibile e veloce nella compilazione
permettendo così di discriminare quali pazienti siano maggiormente a rischio di caduta.
Avendo però un basso livello di specificità (41%22), si è deciso di integrarla con una seconda parte
da compilare in base al risultato dell’indice di Conley (≥ 2), per ottenere una maggiore affidabilità e
completezza. In questo modo dovrebbe essere possibile monitorare i fattori di rischio correlabili
all’evento caduta e, se necessario, garantire una valutazione clinica multidisciplinare del singolo
paziente, per individuare e decidere se e quali interventi preventivi e/o curativi mettere in atto.
Per arrivare a questo criterio di scelta si è fatto maggior affidamento allo studio/ricerca già
intrapreso dalla Regione Toscana, attualmente ancora in fase di elaborazione.
SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL PAZIENTE A RISCHIO CADUTA
MODALITA’ DI APPLICAZIONE DELLA SCHEDA
Prima valutazione
La presente scheda di rilevazione del rischio di cadute permette di individuare il fabbisogno
assistenziale e viene applicata dalla RISORSA INFERMIERE in fase di accettazione al ricovero del
paziente in reparto (entro 24 ore). Se si tratta di un’ammissione in emergenza, si compilerà dopo
la stabilizzazione clinica.
Valutazioni successive
- dopo 72 ore dalla prima valutazione
- quando viene rilevato un cambiamento nelle condizioni cliniche del paziente
- quando vengono effettuate variazioni terapeutiche importanti (aggiunta o sostituzione di farmaci
induttori del sonno/ansiolitici/psicofarmaci-benzodiazepine, diuretici ecc).
→ Criteri di inclusione/esclusione
La scheda dovrà essere somministrata a tutti i pazienti in regime di ricovero Ordinario, Day
Hospital, Day Surgery che presentino i 3 fattori OMS sotto riportati o, in caso di dubbio, che ne
presentino anche solo uno.
•“assunzione di più di 4 farmaci”
•“debolezza alle anche” che può essere tradotta come debolezza dei muscoli stabilizzatori del
bacino durante il passo e nei cambi di posizione
•“equilibrio instabile” che potrebbe essere valutato attraverso i seguenti parametri:
- incapacità di mantenere la posizione seduta in autonomia
- incapacità di mantenere la posizione eretta in autonomia
21
P. Chiari, D. Mosci, S. Fontana. Valutazione di due strumenti di misura del rischio di cadute dei pazienti. Assistenza
Infermieristica e Ricerca, 2002, 21, 3:117-124.
22
Ibidem
Preparato e verificato
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino,
R. Palma, e Consulenti Medici
Approvato
Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O.
M.C. Frigeri; Resp. Risk Management L. Vero
Emesso
Dir. Sanit.
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NOTA BENE: Per l’area chirurgica il gruppo professionale, dovrebbe tener presente che molti
pazienti potrebbero presentare la diagnosi “paziente a rischio di caduta” nell’immediato post
operatorio pertanto gli infermieri, già alla prima valutazione (entro le prime 24 ore dal ricovero),
dovranno tener conto di come si presenterà il paziente nelle prime ore del post intervento.
Istruzioni tecniche per la compilazione
Il rilevatore, un infermiere:
-
valuta tutti i pazienti ricoverati per verificare la rispondenza ai criteri di inclusione della
persona assistita compilando il primo riquadro ( |_1_| ) della scheda di valutazione del
rischio di caduta
-
se, dei criteri descritti nel riquadro |_1_| ne risulta anche solo uno presente e si sia quindi
crociato almeno un SI , l’infermiere continua con la compilazione del secondo riquadro
( |_2_| ) della scheda (Scala di Conley). 23
-
in presenza di “indice di Conley >=2” viene quindi fatta diagnosi infermieristica di paziente
a rischio di caduta e in questo caso, per maggiore completezza dei dati si continua la
compilazione del terzo riquadro ( |_3_| ) della scheda verificando la presenza/assenza delle
altre variabili contenute in essa (sulla base della documentazione sanitaria, dell’intervista
fatta al paziente/familiare e l’osservazione diretta del paziente), annerendo i pallini
corrispondenti a
° SI - ° NO
-
rivaluta poi il tutto su tutti i pazienti dopo 72 ore dalla prima valutazione (anche quando la
prima valutazione si fosse fermata alla compilazione del riquadro |_1_| con tutti i criteri
crociati sul NO)
-
rivaluta inoltre il tutto ogni qual volta venga rilevato un cambiamento nelle condizioni
cliniche del paziente oppure ancora quando vengano effettuate variazioni importanti nei
trattamenti terapeutici (es. aggiunta o sostituzione di farmaci induttori del
sonno/ansiolitici/psicofarmaci-benzodiazepine, diuretici ecc).
A QUESTO PUNTO LA DIAGNOSI INFERMIERISTICA DI RISCHIO CADUTA
COMPORTERÀ PER GLI INFERMIERI LA STESURA DEL PIANO ASSISTENZIALE CON GLI
INTERVENTI PREVENTIVI E DI EDUCAZIONE SANITARIA CHE VENGONO RIPORTATI IN
QUESTA PROCEDURA GENERALE DALLA PAGINA 18 IN POI.
Nella pagina seguente viene riportata la SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL PAZIENTE A
RISCHIO CADUTA di cui sopra.
Tale scheda andrà inserita in Cartella Infermieristica/Cartella Sanitaria Integrata.
23
Si desume quindi che per i pazienti che non presentano neppure un criterio di inclusione, la “Scheda di
valutazione del rischio caduta dei pazienti” rimarrà compilata solo nel primo riquadro ma tale registrazione
sarà comunque obbligatoria al fine di documentare in Cartella Infermieristica/Integrata che si è valutato il
100% dei pazienti. Sarà possibile, per questi pazienti, avere in Cartella anche solo la prima pagina della
Scheda di cui sopra e comunque anche per questi pazienti sarà necessaria la rivalutazione come succitato.
Preparato e verificato
Approvato
Emesso
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino, Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O. Dir. Sanit.
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|_1_| SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO CADUTA DEI PAZIENTI
S.O.C………………..………………………………….Data rilevazione .………….. ……..
Nome Cognome Paziente…………………………………………………………………….
Data di nascita……………………………
Sesso |__| M
|__| F
assume più di 4 farmaci
debolezza alle anche
equilibrio instabile
|__| SI |__| NO
|__| SI |__| NO
|__| SI |__| NO
|__| SI |__| NO
|__| SI |__| NO
|__| SI |__| NO
SE SI E’ RISPOSTO “SI” AD ALMENO UNA VARIABILE COMPILARE LA SCALA CONLEY
|_2_|
SCALA DI CONLEY di valutazione del rischio di caduta del paziente
Istruzioni: le prime tre domande devono essere rivolte al paziente; in caso il paziente presenti gravi deficit cognitivi o
fisici che gli impediscono di rispondere possono essere rivolte ad un familiare o al caregiver o all’infermiere. Occorre
poi barrare il valore corrispondente alla risposta fornita e sommare i valori positivi. La risposta “Non so” è da
………… .….…..
………….
considerare come risposta negativa.
data: .……
SI
NO
SI
SI
NO
0
2
0
0
1
0
0
1
0
C4- Compromissione della marcia, passo strisciante, ampia base d’appoggio, marcia instabile 1 1 0
1
0
C5-Agitato (Definizione: eccessiva attività motoria, solitamente non finalizzata
ed associata ad agitazione interiore. Es.: incapacità di stare seduto fermo,
si muove con irrequietezza, si tira i vestiti, ecc…).
2 2 0
2
0
C6- Deterioramento della capacità di giudizio/ mancanza del senso di pericolo
3 3 0
3
0
Precedenti cadute (domande al paziente/caregiver/infermiere)
2
C1-E’ caduto negli ultimi 3 mesi?
1
C2-Ha mai avuto vertigini o capogiri? (negli ultimi 3 mesi)
C3-Le è mai capitato di perdere urine e feci mentre si recava in bagno?(negli ultimi 3 mesi)
1
2
1
1
Deterioramento cognitivo (osservazione infermieristica)
TOTALE: ………
INDICE DI CONLEY >= 2
Diagnosi Infermieristica: paziente a rischio di caduta
……….
|_|SI |_| NO
|_|SI |_|NO
Compilare la parte sottostante solo nel caso in cui l’indice di Conley sia >= 2
|_3_|
QUESITI
Data e ORA
Data e ORA
Data e ORA
dal ricovero
dal ricovero
dal ricovero
………………… .………………… ……….………
_____________________________________________________________________________________________
PATOLOGIE IN CORSO
No
Si
No Si
No Si
Presenta almeno una delle seguenti patologie:
cerebrovascolari, cardiache, neurol./psich. respiratorie,
o ha subito interventi chirurgici maggiori o demolitivi
(vedi legenda)
○
○
○ ○
○
○
Preparato e verificato
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino,
R. Palma, e Consulenti Medici
Approvato
Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O.
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_____________________________________________________________________________________________
ALTERAZIONE DEI SENSI
No
Si
No Si
No
Si
Presenta deficit della vista tale da compromettere tutte
le altre funzioni quotidiane
○
○
○ ○
○
○
Presenta deficit dell’udito
○
○
○ ○
○
○
_____________________________________________________________________________________________
ELIMINAZIONE
No
Si
No Si
No
Si
Ha necessità di andare in bagno con particolare frequenza
(intervalli < 3 ore)
○
○
○ ○
○
○
Specificare…………………………………………………
Presenta perdite di urine o feci mentre si reca in bagno
○
○
○ ○
○
○
Specificare…………………………………………………
_____________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________
MOBILITA’ (sono possibili più risposte)
No
Si
No
Si
No
Si
Cammina con stampelle/bastone/deambulatore
Si sposta utilizzando la sedia a rotelle
Cammina senza ausili aggrappandosi agli arredi
Cammina con uno dei seguenti presidi: asta, sacchetto
urine, drenaggio
Necessita di assistenza negli spostamenti
(da e verso il letto, nel bagno… e può compiere questa
operazione solo se aiutato)
Ha difficoltà a muoversi nel letto
(girarsi sul lato opposto, mettersi seduto, allungare un
braccio per afferrare oggetti sul comodino, ecc…).
Utilizza calzature aperte senza suola antiscivolo
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
○
_____________________________________________________________________________________________
ANDATURA E ATTIVITA’ QUOTIDIANE
No
Si
No Si
No
Si
Ha difficoltà a mantenersi stabilmente in posizione eretta
○
○
○ ○
○
○
(diminuzione tono muscolare…).
Ha difficoltà nel compiere le sue attività quotidiane
(spogliarsi, vestirsi, igiene personale…)
○
○
○
○
○
○
Cammina a testa bassa? (trascinando i piedi)
○
○
○ ○
○
○
_____________________________________________________________________________________________
STATO MENTALE
No
Si
No Si
No
Si
E’ disorientato e/o confuso
○
○
○
○
○
○
(difficoltà o incapacità di stabilire le relazioni spaziotemporali e/o di riconoscere persone; mancanza di
consapevolezza verso se stessi o disorientamento nello
spazio e/o nel tempo).
_____________________________________________________________________________________________
Preparato e verificato
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TERAPIA FARMACOLOGICA
No
Si
No
Si
No
Si
Assume psicofarmaci
○
○
○ ○
○
○
Assume uno o più dei seguenti farmaci:
(possibile più di una risposta)
- vasodilatatori usati nelle malattie cardiache
○
○
○
○
○
○
- antiipertensivi
○
○
○ ○
○
○
- diuretici
○
○
○ ○
○
○
- antistaminici per uso sistemico
○
○
○
○
○
○
- antidolorifici
○
○
○ ○
○
○
_____________________________________________________________________________________________
TERAPIA ENDOVENOSA
No
Si
No Si
No
Si
Il paziente è trattato con infusioni endovenose
○
○
○ ○
○
○
____________________________________________________________________________________________
CONTENZIONE
No
Si
No Si
No
Si
Fisica
○
○
○ ○
○
○
Farmacologia
○
○
○ ○
○
○
_____________________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________________________________
LUOGO E DATA
FIRMA
……………………………………………….
………...……………………………………
……………………………………………….
………...……………………………………
……………………………………………….
………...……………………………………
____________________________________________________________________________________________
LEGENDA
PATOLOGIE IN CORSO – CONDIZIONI CLINICHE
CEREBROVASCOLARI
CARDIACHE
NEUROLOGICHE E
PSICHIATRICHE
Ictus
TIA
Trauma cranico
Tumori cerebrali
Altro…………………….
Angina pectoris
Aritmie cardiache
Infarto acuto del miocardio
Ipertensione arteriosa
Scompenso cardiaco
Cefalea
Demenza
Disturbi mentali
Epilessia
Malattia di Alzheimer
Sclerosi multipla
Altro…………………
MALATTIE RESPIRATORIE
………………………………………………………………………………….
INTERVENTI CHIRURGICI MAGGIORI E/O DEMOLITIVI
Specificare:…… ………………..………………………………………………..…………………………………………………………………….
Preparato e verificato
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino,
R. Palma, e Consulenti Medici
Approvato
Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O.
M.C. Frigeri; Resp. Risk Management L. Vero
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4.1.2 Valutazione dei rischi ambientali
Le caratteristiche dell’ambiente fisico della struttura sanitaria impiegata nel prestare assistenza ai
pazienti possono influire sui rischi di caduta dei pazienti oltre che dei visitatori ed anche degli
operatori. Nelle raccomandazioni di prevenzione delle cadute rilasciate da autorevoli organismi
internazionali, l’intervento sull’ambiente e sui presidi è indicato come prioritario sia per le strutture
per acuti che per le residenze sanitarie assistite.
Nella presente procedura ci si pone pertanto l’obiettivo di determinare i fattori di rischio strutturali
connessi con gli ambienti ed i presidi, che non dipendono dalle condizioni dei pazienti e possono
contribuire al verificarsi della caduta.
Valutazione dei rischi ambientali
A livello aziendale è stata messa a punto una checklist che contiene i principali fattori di rischio di
ambienti e presidi desunti dall’analisi della letteratura e dalla nostra esperienza.
Istruzioni tecniche per la compilazione
N.B. Tale checklist dovrà essere applicata al momento della diffusione formale (entro 15 giorni ) di
questa procedura ed in caso di eventuali successive straordinarie modifiche negli ambienti o nei
presidi (entro 15 giorni) e definirà un profilo di rischio con l’individuazione dei problemi principali
della struttura; potrà pertanto essere impiegata per programmare le azioni di prevenzione.
Al momento dell’applicazione della checklist i valutatori, nella persona dell’Infermiere/Tecnico
Coordinatore e del Direttore S.O.C. effettueranno l’osservazione degli ambienti della struttura
guidati dalla ckecklist che verrà nel frattempo compilata. In caso di eventuali dubbi di valutazione
potranno essere consultati i Direttori S.O.C. Servizi Tecnici e/o S.O.C. Tecnologie biomediche e
Sicurezza.
Una volta compilata e debitamente firmata la checklist andrà inviata in copia protocollata con
DOCS PA a:
- Direttore S.S.D. Qualità e Risk Management
- Direttore S.O.C. Direzione Sanitaria di Presidio
- Direttore S.O.C. Servizi Tecnici
- Direttore S.O.C. Tecnologie Biomediche e Sicurezza
In caso di effettive gravi carenze strutturali o materiali tale checklist potrà essere utile al fine di
ottenere interventi migliorativi ambientali o materiali anche con l’utilizzo di specifica
cartellonistica.
Nella pagina seguente viene riportata la CHECK LIST PROCEDURA CONTROLLO
SICUREZZA AMBIENTE.
La checklist originale andrà tenuta in archivio di reparto.
Preparato e verificato
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino,
R. Palma, e Consulenti Medici
Approvato
Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O.
M.C. Frigeri; Resp. Risk Management L. Vero
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CHECK LIST PROCEDURA CONTROLLO SICUREZZA AMBIENTE
S.O.C. …………………………………………………………DATA……………………………….
SEZIONE 1
PAVIMENTI:
. non scivolosi
. assenza di dislivelli
. assenza di ostacoli
. presenza di cartello di pericolo durante le operazioni di lavaggio
CORRIDOI:
. corrimano
. illuminazione diurna/notturna che permetta una buona visione
. assenza di ostacoli (mobili ingombranti, ausili…)
. larghezza che permette di muoversi agevolmente
SCALE:
. corrimano preferibilmente sui due lati o almeno da un lato
. gradini dotati di antiscivolo
SEZIONE 2
BASTONI/STAMPELLE/TRIPODI:
. regolabili in altezza
DEAMBULATORI:
. bassi o alti secondo il caso + cestino e sedile e 4 ruote
. poco ingombranti
SEDIA A ROTELLE:
. ruote posteriori grandi e schienale inclinabile
. possibilità di inserimento tavola per il pasto
. freni/ruote efficienti e agevolmente comandati
. braccioli removibili
. poggiapiedi funzionanti ed estraibili
. buona manovrabilità
. larghezza seduta <70 cm.,
. profondità 43-45 cm (per le carrozzine non portatili)
. schienale basso (altezza cm 90-92 da terra max 95 cm)
. sistema di ancoraggio con cinture
. alcune carrozzine sono basculanti (in S.O.C. con pazienti non
in grado di spostarsi e muoversi da soli)
BARELLE:
. regolabili in altezza
. spondine adattabil i in altezza e bloccabili all’altezza desiderata
. ruote/freni efficienti
Preparato e verificato
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino,
R. Palma, e Consulenti Medici
SI
NO
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SI
NO
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OSSERVAZIONI
OSSERVAZIONI
|__| non
valutabile
Approvato
Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O.
M.C. Frigeri; Resp. Risk Management L. Vero
Emesso
Dir. Sanit.
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GRADINO REMOVIBILE PER APPOGGIO PIEDI:
(in caso non vi siano letti regolabili in altezza)
. superficie antiscivolo
. pedana sufficiente
. piedini antiscivolo
ASTA PER FLEBO:
. integrata col letto
. base stabile con più di cinque piedini
. ruote efficienti
. regolabile in altezza
AUSILI PER LA MOVIMENTAZIONE DEI PAZIENTI:
- sollevatori elettrici con base allargabile e con altezza adeguata
per passaggio sotto il motore elettrico del letto con valido
sistema di sicurezza e imbragatura affidabile di varie misure e
con braccio abbassabile fino a sollevare una persona da terra
- tutori per evitare l’atteggiamento flesso arti inferiori
- tavolette rotanti per spostamenti tra letto a carrozzina
- cinture per pazienti spaventati o molto pesanti
- tavole di trasferimento rigide
- teli di trasferimento per passaggi laterali stessa altezza
- cuscini sagomati per posizionamento paziente (es. comodone)
- trapezio ai letti (o sistema elettrico)
. ausili disponibili in reparto
. ripostiglio/magazzino dedicato
. ausili in numero sufficiente
. efficienti
SEZIONE 3
CAMERE:
. dimensione minima rispettata
. apertura porta verso l’esterno
. illuminazione diurna/notturna sufficiente
. interruttori accessibili e visibili al buio
. luci personali sulla testata del letto
. luci notturne percorso camera/bagno
. mobilio stabile ed ordinato
. sedia comoda
. assenza di tappeti
. pavimenti asciutti e senza cera
. assenza di spigoli sporgenti
. assenza di fili elettrici malposizionati
. maniglioni dove servono per la deambulazione del paziente
Preparato e verificato
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino,
R. Palma, e Consulenti Medici
Cod.: PGSGQ47
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SI
NO
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OSSERVAZIONI
OSSERVAZIONI
Approvato
Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O.
M.C. Frigeri; Resp. Risk Management L. Vero
Emesso
Dir. Sanit.
P.O.
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LETTI:
. elettrici regolabili in altezza (o con sistema a pedale) con piano
abbassabile fino a pochi centimetri da terra
. possibilità di inserire sponde o semisponde
. possibili ausili per il paziente per girarsi
POLTRONE:
. reclinabili e allungabili
SEGNALATORI:
. utilizzati su carrozzine o letti per segnalare se il paziente espleta
movimenti a rischio
COMODINO:
. presenza di tavolo servitore
. piano di appoggio adeguato, regolabile in altezza e girevole
. ruote/freni efficienti
BAGNI:
. dimensione minima rispettata con spazi adeguati all’ingresso e
alle manovre della carrozzina
. apertura della porta verso l’esterno
. interruttori accessibili e visibili al buio
. illuminazione diurna/notturna adeguata
. specchi accessibili a chi è seduto
. doccia/vasca con dotazione di ausili
. doccia con piano-sedile inclinato antiscivolo ribaltabile a muro
. campanelli di chiamata raggiungibili dalla doccia e dai sanitari
. water adattabili in altezza (o con ausili inseribili)
. alzawater e maniglioni ribaltabili
. rubinetti con leve lunghe x facilitare l’apertura e la chiusura
. doccetta inserita sul davanti della tazza di ceramica del water (o
altro sistema laterale)
. tappetini antiscivolo sicuri (ad. es. con sistema di fissaggio)
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SI
NO
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OSSERVAZIONI
Data delle rilevazioni
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Infermiere/Tecnico Coordinatore
Direttore S.O.C.
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Preparato e verificato
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4.1.3 Interventi preventivi e di educazione sanitaria per la persona assistita a rischio di caduta
Vengono di seguito presentati i principali interventi preventivi e di educazione sanitaria per l’eliminazione/riduzione dei rischi ambientali e legati
alla persona assistita che rappresentano le attuali migliori evidenze disponibili basate su prove scientifiche di buona qualità (IA) e sull’opinione
degli esperti .
PROBLEMI EVIDENZIATI
INTERVENTI PREVENTIVI E EDUCAZIONE SANITARIA A
PAZIENTE/CAREGIVER
Collocare la persona nella camera e nel posto letto idoneo valutando le distanze e lo
• RISCHI AMBIENTALI
spazio nella camera (deve essere adeguato alle manovre da effettuare considerando le
limitazioni del soggetto e le capacità residue). Limitare gli spostamenti per evitare
problemi di orientamento.
Illustrare alla persona l’ubicazione dei servizi igienici e degli spazi comuni, gli ausili a
disposizione nella camera di degenza (impianto di chiamata, illuminazione ecc.), nei
corridoi (corrimano) e nei servizi igienici (supporti presenti, disponibilità di sedia da
doccia, bagni attrezzati).
Fornire gli accessori di supporto per il letto (spondine, trapezio ecc.). L’arredo deve
prevedere spigoli arrotondati e mobili stabili a cui possa appoggiarsi la persona incerta nel
cammino. Le sedie dovrebbero essere non troppo basse e prevedere i braccioli, i tavoli
consentire alla carrozzina di infilarsi. Il mobilio troppo basso dovrebbe essere eliminato in
quanto può costituire un inciampo.
Verificare e/o far verificare periodicamente la funzionalità degli impianti, dei servizi e
degli arredi.
Migliorare l’illuminazione, rendendo comodi e visibili gli interruttori di chiamata e di
illuminazione. Accendere le luci notturne vicine al letto e nei bagni. Far posizionare luci
con accensioni automatiche in presenza di persone, soprattutto nei bagni.
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Rendere i percorsi liberi da ostacoli (es. fili elettrici, telefonici).
Garantire l’ordine non lasciando sul pavimento oggetti che possono costituire intralcio.
Sensibilizzare il personale delle imprese di pulizia rispetto all’informazione al paziente
sui pavimenti bagnati e rischi connessi, far pulire immediatamente i pavimenti sporchi di
liquidi.
Prediligere la presenza del doppio mancorrente in prossimità delle scale e la presenza di
strisce antiscivolo sui gradini (meglio se segnalazione diversa sull’ultimo gradino).
Utilizzare per la postura e la posizione seduta supporti adeguati (cinture di sicurezza,
cuscini antiscivolamento, tavolino da carrozzina, poltrone geriatriche, carrozzine
basculanti).
Garantire una adeguata sicurezza nel letto/poltrona (segnalatori di confine, cuscini
lungo il corpo, sedie o tavolo accanto al letto, trapezio per aumentare la mobilità del
paziente nel letto, richiami visivi per incoraggiare il paziente a usare il campanello di
chiamata).
Rendere stabili i letti ed il mobilio ad esso vicino; assicurare la perfetta funzionalità delle
carrozzine (freni ecc.).
Disporre di barre a cui aggrapparsi vicino al water, che siano poste in verticale piuttosto
che in orizzontale.
•
PERSONE A RISCHIO A CAUSA DELLE
CONDIZIONI CLINICHE
Preparato e verificato
Gruppo lavoro Inferm; G.Boarino,
R. Palma, e Consulenti Medici
Informare la persona assistita/caregiver sulle strategie per ridurre le cadute in caso di
vertigini o ipotensione (sedersi o stare seduti finché non ci si sente meglio o richiedere
l’intervento del personale, cambiare posizione in maniera lenta, alzarsi lentamente per
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evitare instabilità ed in più fasi; durante il giorno riposare sulla poltrona piuttosto che a
letto ed evitare una stazione eretta prolungata).
Far correggere l’ipotensione ortostatica e porre attenzione alle patologie cardiache, in
particolare le aritmie; insegnare a evitare la disidratazione e la vasodilatazione (es. bagno in
acqua molto calda). Previa valutazione clinica, alzare dal letto la persona il più presto
possibile.
Verificare le condizioni del paziente, controllare e gestire le sorgenti di dolore o le
cause di agitazione. Valutare impedimenti o incertezze del soggetto dovute a problemi
facilmente risolvibili (es. mettere gli occhiali o l’apparecchio acustico, accendere la luce o
altro prima di effettuare gli spostamenti, pannoloni non ben posizionati che possono
muoversi durante la marcia).
Correggere/gestire il soggetto se cammina a testa bassa, trascina i piedi, si appoggia
ovunque con il rischio di tenersi a qualcosa di instabile, o se utilizza il bastone o le
stampelle in modo sbagliato.
Fare riferimento ai protocolli specifici relativi alle diverse patologie. (es. pazienti con ictus,
m. di Parkinson).
Istruire il paziente ed i suoi familiari fornendo informazioni chiare e adeguate al
soggetto e aiutare il paziente anche con incoraggiamenti e ulteriori chiarimenti
durante l’azione, dando al paziente il tempo necessario.
Valutare ed eventualmente suggerire l’abbigliamento adeguato alla persona (calzature
chiuse possibilmente con chiusura a velcro, della giusta misura con suola antiscivolo, abiti
comodi, abbottonati sul davanti, pantaloni non lunghi ecc).
Richiedere la collaborazione di persone significative per la persona assistita.
Porre particolare attenzione durante il turno notturno ai risvegli del paziente,
sorvegliandolo soprattutto durante le prime notti per verificare il suo livello di sicurezza.
Utilizzare, se necessari, esercizi fisici per aumentare la forza muscolare (ad. es. esercizi a
letto di movimenti del piede per aumentare la pompa muscolare a livello del polpaccio),
migliorare la respirazione e rinforzare le forze residue (nelle raccomandazioni pratiche e la
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discussione delle evidenze delle linee guida della Registered Nurse Association of Ontario,
si sottolinea appunto la necessità di effettuare programmi di intervento con esercizi di
rinforzo della muscolatura per prevenire il rischio di caduta nell’anziano). Alcuni studi
hanno riportato una riduzione significativa dell’incidenza di ulteriori cadute: gli interventi
comprendevano programmi di esercizio individualizzati e mirati a migliorare la forza, la
deambulazione, l’equilibrio, gli spostamenti e la salita delle scale. Altre indicazioni
sostengono invece l’importanza dell’esercizio fisico abbinato ad altri interventi in un
contesto multidimensionale e non come unico intervento. Vengono anche segnalati esercizi
di Tai Chi che hanno dimostrato una significativa riduzione delle cadute solo tra coloro che
non avevano riportato pregresse fratture da cadute e solo dopo quattro mesi dall’inizio del
programma di allenamento.
•
ALTERAZIONE DEI SENSI
•
ELIMINAZIONE ALTERATA
•
MOBILITA’ ALTERATA
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Porre attenzione alla persona assistita con deficit visivi -uditivi predisponendo la stanza
di degenza in modo da favorire l’orientamento del paziente e percorsi ad hoc all’interno
dell’unità operativa; garantire l’intervento degli operatori di supporto in base ai problemi
emersi
Porre il paziente con urgenze evacuative vicino al bagno, identificando il bagno con
disegni o scritte; sistemare eventuale sedia comoda in camera. Controllare i pazienti che
assumono lassativi e diuretici; accompagnare in bagno i pazienti a rischio ad intervalli
regolari e subito prima del riposo notturno; istruire i pazienti maschi soggetti alle vertigini
ad urinare da seduti.
Valutare l’opportunità di utilizzare i presidi per l’incontinenza durante la notte.
Mantenere il letto in una posizione bassa (se disponibile) assicurando che i freni del
letto siano bloccati, facendo in modo che il paziente possa raggiungere gli oggetti che gli
sono necessari. Utilizzare sponde lunghe metà letto per ridurre il bisogno del paziente di
scavalcarle per alzarsi.
Controllare la deambulazione, l’affaticamento durante la mobilizzazione. Istruire i
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pazienti ad alzarsi lentamente far deambulare i pazienti nel corridoio una o due volte per
turno, eccetto la notte, anche ricorrendo ai familiari o altri caregivers. Utilizzare cinture di
sicurezza nelle sedie e nelle carrozzine; utilizzare cuscini antidecubito e maglie di lattice
sulla sedia per prevenire lo scivolamento del paziente; selezionare sedie adatte che abbiano
i braccioli e siano di altezza appropriata per alzarsi e sedersi.
Assistere i pazienti a rischio nei vari trasferimenti (letto/sedia/poltrona)
Per i soggetti ancora autonomi si potrebbe prevedere un training di mobilizzazione anche in
gruppo.
Valutare i problemi della persona legati alla mobilizzazione e, come team
multidisciplinare, se necessario, coinvolgere il Servizio di Riabilitazione/Rieducazione
Funzionale.
•
ANDATURA E ATTIVITA’ QUOTIDIANE
Fornire gli ausili per la deambulazioni indicati dal caso (bastone, tripode, deambulatore,
RIDOTTE
carrozzina..).
Aiutare la persona ad alzarsi, sedersi e stabilizzare il corpo da un lato all’altro, per
stimolare i meccanismi di equilibrio.
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STATO MENTALE ALTERATO
•
RISCHIO DI EFFETTI COLLATERALI
DA TERAPIA FARMACOLOGICA
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Favorire il coinvolgimento dei familiari
Orientare il paziente nell’ambiente ospedaliero, quando siede in poltrona sistemare un
tavolino davanti a lui, pensare ad un sistema di allarme o sistemarlo in un locale vicino a
zone dove vi sia movimento o vicino alla medicheria.
Fornire distrazioni al paziente (musica, compagnia ecc.) e favorire attività di supporto
anche con l’intervento di volontari. Coinvolgere la famiglia del paziente agevolando
l’accesso dei familiari per favorire il supporto familiare.
Assicurare tutti gli interventi previsti per il rischio ambientale.
Il ricorso alla contenzione aumenta il rischio di caduta. Limitare la libertà di movimento
comporta un indebolimento muscolare e riduce la funzionalità fisica, entrambi fattori di
rischio. In una revisione sistematica sulle lesioni dei pazienti e sui presidi per la
contenzione, viene sottolineato il pericolo potenziale dell’uso della contenzione fisica in
ospedale: studi osservazionali suggeriscono che la contenzione fisica può aumentare la
mortalità, il rischio di caduta, di lesioni gravi e di prolungamento dell’ospedalizzazione. La
legislazione e le norme deontologiche regolano il ricorso alla contenzione: in Italia le
norme giuridiche ammettono il ricorso alla contenzione solo quando esista una finalità
terapeutico-assistenziale e in casi straordinari e motivati configurabili nello stato di
necessità, ovvero quando il soggetto si trova in condizione di pericolo grave oppure quando
il soggetto può mettere in pericolo se stesso o altri. Si ricorda che il Codice Deontologico
degli Infermieri Italiani (febbraio 2009) all’articolo 30 recita: “L'infermiere si adopera
affinché il ricorso alla contenzione sia evento straordinario, sostenuto da prescrizione
medica o da documentate valutazioni assistenziali” .
Far rivalutare le terapie prescritte (se possibile) considerando la possibilità di
modificare gli orari di somministrazione per diminuire gli effetti collaterali ed il rischio di
cadute; limitare le interazioni tra farmaci quando possibile.
Controllare i pazienti a cui sono stati somministrati lassativi o diuretici.
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4.2. Gestione del paziente caduto
4.2.1 Procedura assistenziale per la gestione del paziente caduto
1) Non mobilizzare la persona assistita (p.a.) senza averla prima valutata
2) Controllare i parametri vitali [TC, FC, FR, PAO, Sat O2, stato di coscienza (orientatodisorientato-agitato-soporoso)…]. Si può anche utilizzare la Glasgow Coma Scale. Applicare il
protocollo BLSD in caso di perdita di coscienza.
3) Accertare la presenza di ferite, ematomi e/o deformazioni dei vari segmenti corporei suggestive
di frattura. Se la p.a. è cosciente ed orientata chiedere se lamenta dolore in qualche punto specifico e
rilevare il dato sulla scala del dolore riportata sulla specifica scheda aziendale, se riesce a muovere
gli arti, se accusa delle parestesie e formicolii, come è caduta, facendo specificare quale segmento è
stato interessato dalla caduta. Se la p.a. è incosciente non escludere la possibilità di un trauma
cranico (neanche nel caso in cui la p.a. fosse precedentemente in stato di incoscienza).
4) Comunicare al medico la caduta del paziente, i dati dei parametri e i problemi già rilevati, in
modo che possa subito effettuare una valutazione clinica e le eventuali relative prescrizioni
5) Registrare tutti i dati dei parametri vitali e stato di coscienza
6) Provvedere alla somministrazione di eventuali misure terapeutiche prescritte. Verificare la
necessità dell’uso di dispositivi per immobilizzazione e/o particolari tecniche di mobilizzazione
(collare, barella a cucchiaio, barella spinale, tutori,..). Trasportare la p.a. in caso di accertamenti
diagnostici prescritti dal medico.
7) Documentare ora luogo e circostanze dell’accaduto in cartella clinica con apposita scheda.
8) Discutere, se possibile, con la persona assistita e/o caregiver la percezione dell’esperienza,
valutando insieme i fattori che han determinato la caduta e gli eventuali interventi sui fattori di
rischio modificabili. Informare la famiglia dell’assistito sulla caduta del parente
9) Monitorare la p.a. nelle ore successive se ha riportato fratture, trauma cranico, ecc
10) Allertare il medico in caso di peggioramento del quadro clinico: vigilanza, agitazione, parametri
vitali, presenza di ematomi o emorragia, dolore
11) Compilare la scheda di segnalazione cadute (vedi cap. 4.3. di questa PG ) in originale + 3
copie: l’originale da inserire in Cartella Clinica/Cartella Sanitaria Integrata, poi inviare una copia
alla Direzione Sanitaria di Presidio, una alla S.S.D. Qualità e Risk Management, una alla S.O.S.
Servizio Prevenzione-Protezione.
12) Documentare le azioni di follow-up
13) Valutare e modificare il programma di prevenzione delle cadute attuando interventi volti a
ridurre i fattori di rischio modificabili in quanto il paziente caduto è da ritenere a rischio di ulteriori
cadute. Controllare e documentare la risposta del paziente agli interventi attuati per ridurre le cadute
ed il rischio.
14) Nel piano di dimissione prevedere per la p.a. ed i suoi familiari/caregiver un programma di
educazione alla prevenzione delle cadute in ambito domestico che contempli la verifica su presenza
di ostacoli o pericoli modificabili ed eventualmente l’installazione di dispositivi che rendano più
sicuro l’ambiente di vita. Attivare nei casi più gravi servizi di assistenza e supporti sociali atti ad
attenuare i disagi causati da povertà ed esclusione.
Si ricorda che anche se le cadute non sempre comportano conseguenze disastrose rappresentano
tuttavia eventi pericolosi per possibili quadri di:
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IMMOBILITA’: dovuta a contusione e/o lesione delle parti molli con dolore al movimento.
RIDUZIONE DELLA QUOTA MOTORIA QUOTIDIANA per l’ansia che la caduta si
ripeta.
COMPLICANZE INTERNISTICHE: ad esempio infezioni delle vie urinarie,
broncopolmonite, legate soprattutto alla sindrome da immobilizzazione che potrebbe
conseguire alla caduta.
Nell’allegato n. 2 di codesta Procedura Generale vengono descritti i principali problemi
collaborativi e le diagnosi infermieristiche, con relativi obiettivi e interventi assistenziali ad uso del
personale infermieristico.
4.3
La segnalazione dell’evento
L’infermiere e il medico, testimoni diretti o indiretti della caduta del paziente, sono tenuti a
segnalare l’evento impiegando l’apposita scheda di segnalazione evento.
La scheda di segnalazione dell’evento contiene dati relativi alla modalità della caduta, ai fattori di
rischio del paziente, alle conseguenze riportate nella caduta, agli interventi effettuati e alla
eventuale necessità di follow up. Tale scheda, in attesa di attivazione di nuove procedure definite
dalla S.S.D. Qualità e Risk Management, andrà compilata in originale + triplice copia, tutte
protocollate con DOCS PA: l’originale sarà tenuto in Cartella Clinica/Cartella Sanitaria Integrata,
una copia sarà inviata alla Direzione Sanitaria di Presidio, una copia alla S.S.D. Qualità e Risk
Management, una copia alla S.O.S. Prevenzione e Protezione. Tale segnalazione attiverà poi un
processo a sé stante finalizzato all’analisi e alla prevenzione dei rischi di cadute.
Nella pagina seguente viene riportata la SCHEDA RILEVAZIONE CADUTE – ASL CN2 ALBA
BRA
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SCHEDA RILEVAZIONE CADUTE – ASL CN2 ALBA-BRA
Cognome ____________________ Nome _______________________ Data di nascita________
Data del ricovero _____________Data evento “caduta” ____________ora caduta ________
Giorno della caduta lunedì martedì mercoledì giovedì venerdì sabato domenica
Scheda di rilevazione del rischio
presente
assente
Adozione accorgimenti per prevenire le cadute NO SI
Quali? ……………………………………………………………………………………………..
nessuno/il paziente era solo
Il paziente è in grado di fornire
altri pazienti
informazioni sulla dinamica
familiari
della caduta?
Testimoni della caduta
personale sanitario
SI
altro……………………….. NO
NO (non ricorda)
nessuna (1° caduta) 2° caduta 3° caduta
Precedenti cadute durante il precedente
ricovero
più di 3 cadute
Luogo della caduta
stanza
servizi igienici
scale
corridoio
ambulatorio
spazi esterni
altro…………………………
Illuminazione locale degenza:
buona illuminazione notturna
scarsa
assente
caduto da posizione eretta
caduto da seduto : comoda carrozzina
sedia/poltrona
caduto dal letto: con spondine
Modalità della caduta
senza spondine
caduto dalla barella
altro ………………………………………….
aperta
chiusa
calzini/scalzo
Tipo di calzatura
Meccanismo della caduta
Dinamica dell’evento e/o attività che la persona stava svolgendo
inciampato
camminava: verso il bagno in stanza in corridoio
scivolato
scendeva/saliva sul letto, sedia, carrozzina, comoda
perdita di forza/cedimento stava utilizzando la toilette
perdita di equilibrio
stava effettuando l’igiene personale/vestizione
perdita di coscienza
stava raggiungendo un oggetto
capogiro/svenimento
stava raggiungendo il campanello di chiamata
non rilevabile
stava dormendo e/o cambiando posizione a letto
aspettava in barella
non rilevabile
altro ……………………………………………………..
Data ____________
Firma infermiere___________________________
Pavimento bagnato
si no non si sa
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Sezione a cura del medico
con danno
Conseguenze caduta
Sede del danno
escoriazione
contusione
…………………………………. ematoma
ferita
senza danno
Tipo di danno
distorsione
trauma cranico
frattura femore
altre fratture ……………….
nessuno
RX …………………………………………….
Accertamenti diagnostici richiesti
TAC …………………………………………..
visita specialistica …………………………….
Trattamenti terapeutici effettuati
nessuno
sutura
steristrips
medicazione
altro ……………………………………………
a breve termine
sedativi del SNC
antistaminici per uso sistemico
Attuale terapia farmacologica
diuretici
antiaritmici
ipotensivanti
vasodilatatori per mal. cardiache
Il paziente assume più di 4 farmaci? SI NO
Altri eventuali interventi correttivi intrapresi
Specifici:…………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………..
Generali:…………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………..
Note………..……………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………..
FOLLOW UP
Necessita di follow up dopo la dimissione in seguito alla caduta?
SI
NO
Firma del medico____________________________________
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La documentazione clinica medico/infermieristica
Tra le responsabilità medico/infermieristiche rientra quella di documentare sulla Cartella Clinica/
Cartella Infermieristica/Sanitaria Integrata gli interventi preventivi/educativi/assistenziali messi in
atto.
Al fine di facilitare tale compito:
-
si presenta nell’allegato n. 3 di codesta Procedura Generale la scheda infermieristica che
descrive gli interventi preventivi e di educazione sanitaria da utilizzare e inserire nella
Cartella in uso che prevede anche la registrazione di data e firma degli operatori che li hanno
espletati
-
la parte relativa alle diagnosi infermieristiche ed i problemi collaborativi con specifici
interventi, che è stata inserita nell’allegato n.2, potrà anche essere semplificata e inserita da
ogni gruppo professionale nella propria Cartella in uso in base alle diverse esigenze
-
per ulteriori registrazioni il team multiprofessionale delle singole SS.OO.CC. individuerà la
modalità più confacente per le proprie tipologie di persone assistite e per il team stesso.
Si ricorda che la giurisprudenza amministrativa, per quanto riguarda la documentazione, ha
precisato che “in mancanza di una puntuale determinazione normativa inerente i dati assistenziali e
sanitari da riportarsi, il contenuto della cartella clinica deve ricavarsi dall’attività infermieristica,
così come oggi la intende il quadro normativo dopo le innovazioni apportate con le riforme
dell’esercizio professionale operate dalle leggi 42/1999 e 251/2000”.
“Al riguardo della suddetta normativa e dallo stesso DM739/94 possono evincersi elementi
costitutivi della cartella infermieristica, anche quale documentazione, ai fini giuridici, degli atti
assistenziali, identificabili nelle sottoelencate parti: la raccolta dei dati anamnestici; la
pianificazione degli interventi; il diario infermieristico; le schede della terapia, dei parametri vitali
e degli esami diagnostici; la valutazione dell’assistenza prestata all’utente(…)” (Tar del TrentinoAlto Adige, sentenza 75 del 14 marzo 2005).
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5. Riferimenti/Bibliografia/Sitografia
-
Codice Deontologico Infermieri Italiani, Federazione I.P.A.S.V.I. febbraio 2009
Casati M., Maricchio R. La Documentazione infermieristica: riflessioni operative e
giuridiche. I Quaderni de L’Infermiere. In L’Infermiere N°1 - 2009
Dominelli C. Anziani: meno 36% cadute grazie alla propriocezione. Il Sole 24 Ore Sanità,
20 gennaio 2009
Caldara C., Destrebecq A., Savoldi L. Determinazione del valore predittivo di una scala di
valutazione del rischio di cadute in pazienti anziani ospedalizzati. In “Assistenza
infermieristica e ricerca” Vol. 27 N°3, Il Pensiero Scientifico Editore - settembre 2008
Gestione Rischio Clinico (GRC) Regione Toscana “La prevenzione delle cadute in
ospedale” 2007
Programma nazionale per le linee guida (PNLG). “Prevenzione delle cadute da incidente
domestico negli anziani”, documento 13 - Istituto Superiore di Sanità, maggio 2007
Ministero della Salute “Protocollo sperimentale di Monitoraggio degli Eventi Sentinella 1°
Rapporto settembre 2005 - febbraio 2007” - aprile 2007 - allegato 2 - “Raccomandazioni per
la sicurezza dei pazienti: cadute dei pazienti”
NPSA - The third report from the Patient Safety Observatory “Slips, trips and falls in
hospital” – 2007
Protocollo Azienda Sanitaria Genovese “Le cadute in ospedale e nelle strutture residenziali:
gestione del paziente caduto e segnalazione dell’evento”. Revisione 2 - 2007
Barelli P. Prevenzione delle cadute nell’anziano. Dossier infad. Editore ZADIG, n. 5 2006
Oliver D. et al Strategies to prevent falls and fractures in hospitals and care homes and
effect of cognitive impairment: systematic review and meta-analyses British Medical
Journal - 2006
RNAO (Registered Nurses’ association of Ontario) Guidelines for “Prevention of Falls and
Fall Injuries in the Older Adult” -2005
WHO - World Health Organization Europe. What are the main risk factors for falls amongst
older people and what are the most effective interventions to prevent these falls? Geneve:
WHO - 2004
JCAHO “Patient safety goals” – sito Internet
NICE “Clinical practice guideline for the assessment and prevention of falls in older
people” - 2004
Oliver D. et al. “Risk factors and risk assessment tools for falls in hospital in-patients: a
systematic review” Age and Ageing 2004
P. Chiari, D. Mosci, S. Fontana. Valutazione di due strumenti di misura del rischio di cadute
dei pazienti. In Assistenza infermieristica e ricerca. Vol. 21 N°3, Il Pensiero Scientifico
Editore - 2002
Brandi A. et al “Indagine retrospettiva sulle cadute nei pazienti ricoverati in ospedale” in
AIR Vol. 2 n. 3 - 2002
D.M. 739/1994 Profilo Professionale Infermiere
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6. Indicatori/Parametri di controllo
Il Servizio Infermieristico, Tecnico, della Riabilitazione, della Prevenzione e della Professione
Ostetrica (S.I.T.P.R.O.) di Presidio, dopo specifico corso di formazione su questa P.G., indirizzato a
tutto il personale infermieristico dell’ASL CN2 (aprile-dicembre 2009), designerà gli operatori
auditor e procederà a controllare annualmente quanto messo in pratica presso le SS.OO.CC. del
P.O. attraverso l’utilizzo della check list di audit interno che avrà come oggetto di verifica:
-
-
-
-
-
la presenza e accessibilità del documento Procedura Generale specifica
l’avvenuto accertamento dell’eventuale rischio di caduta della persona assistita attraverso la
presenza della Scheda di Valutazione della Persona Assistita a Rischio di Caduta compilata
all’interno di tutte le Cartelle Infermieristiche/Cartelle Sanitarie Integrate dei pazienti
considerati a rischio di caduta secondo le indicazioni della PG aziendale 2009 “Prevenzione
e Gestione delle Cadute della Persona Assistita”
la presenza della Checklist Procedura Controllo Sicurezza Ambiente compilata, protocollata
con DOCS PA e archiviata in via Informatica o cartacea presso la S.O.C.
la presenza della Scheda di Rilevazione Cadute in originale, compilata e protocollata con
DOCS PA all’interno di tutte le Cartelle Cliniche/Cartelle Sanitarie Integrate in caso siano
presenti in reparto pazienti caduti durante il ricovero ospedaliero; tale scheda dovrà anche
riportare eventuali prescrizioni/trattamenti terapeutici prescritti dal medico nel post caduta
la presenza di registrazione, su tutte le Cartelle Cliniche/Cartelle Infermieristiche/Cartelle
Sanitarie Integrate dei pazienti considerati a rischio di caduta, dell’adozione di interventi
preventivi ed educativi per la prevenzione delle cadute con la specifica scheda (allegato n.3
PG) come indicato da PG aziendale 2009 “Prevenzione e Gestione delle Cadute della
Persona Assistita”
la presenza di registrazione a) su tutte le Cartelle Cliniche/Cartelle Infermieristiche/Cartelle
Sanitarie Integrate dei pazienti caduti, degli interventi assistenziali attuati sul paziente
caduto come indicato da PG aziendale 2009 “Prevenzione e Gestione delle Cadute della
Persona Assistita”, b) sulla seconda parte della Scheda di Rilevazione Cadute di
prescrizioni/trattamenti terapeutici medici
la presenza, presso la Direzione Sanitaria di Presidio, delle corrispondenti copie delle
Schede di Rilevazione Cadute.
Al termine dell’audit in caso di presenza di non conformità verrà redatto un rapporto di audit.
Nell’allegato n. 1 di questa P.G. vengono riportate la CHECK LIST AUDIT INTERNO - ASL CN2
ed il MODULO per il RAPPORTO DI AUDIT.
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R. Palma, e Consulenti Medici
Approvato
Diret. S.I.T.P.R.O. M.G. Brociero; Diret. Sanitario P.O.
M.C. Frigeri; Resp. Risk Management L. Vero
Emesso
Dir. Sanit.
P.O.
PROCEDURA GENERALE
PREVENZIONE E GESTIONE DELLE
CADUTE DELLA PERSONA ASSISTITA
Cod.: PG………
Data: 3 marzo 2009
Rev.: 0
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7. Lista di distribuzione
-
Tutti i Direttori SS.OO.CC. e SS.OO.SS. ASL CN2
-
Tutti gli Infermieri/Tecnici Coordinatori SS.OO.CC. ASL CN2
-
Direzione Generale ASL CN2
-
Direzione Sanitaria ASL CN 2
Gruppo di lavoro per la 1^ stesura della Procedura Generale - anno 2009:
Infermieri:
- Arnulfo Donatella
- Boarino Gabriella
- Destefanis Elena
- Giordano Anna
- Morino Stefano
- Palma Rosella
- Rainero Claudio
- Reggio Daniela
- Servetto Claudia
Bagni Laura
Fisioterapisti:
Consulenti medici: Dott. Pierangelo Pieroni
Dott. Giuseppe Amato
Consulenti tecnici: Ing. Ferruccio Gaudino
SVILUPPO FUTURO DELLA PROCEDURA GENERALE
Lo sviluppo futuro di questa Procedura Generale “Prevenzione e gestione delle cadute della persona
assistita” prevede un ampliamento nei seguenti ambiti:
1) approfondimenti relativi alla prevenzione e gestione delle cadute delle persone al loro
domicilio
2) approfondimenti relativi ai protocolli aziendali relativi ai trattamenti personalizzati
rivolti a pazienti/utenti che necessitano di recuperare/rinforzare l’equilibrio e la forza
muscolare per favorire la capacità di adattamento/interazione con l’ambiente esterno.
Preparato e verificato
Approvato
Gruppo di lavoro Inferm e Consulenti Direttore S.I.T.P.R.O.
M.G. Brociero
G.Boarino, R. Palma, S.I.T.R.P.O.
Direttore di Presidio Ospedal. M.C. Frigeri
Emesso