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Cadute.
Cadute: cause.
I fattori responsabili di una caduta si possono raggruppare in
- fattori intrinseci, correlati alla persona: dipendono in particolare dall’età e/o dalla
presenza di malattie e sono responsabili del 50% delle cadute;
- fattori estrinseci, correlati all’ambiente e/o all’assunzioni di farmaci e talora all’uso
inappropriato di ausili per il cammino, e sono responsabili dell’altro 50%.
L’analisi dei fattori correlati ad una caduta è di estrema importanza perché solo l’esatta
analisi di tutte le possibili situazioni consente la stesura di una piano di intervento e di
prevenzione adeguati.
Cause legate all’età.
I cambiamenti fisiologici età-correlati, causa di cadute, riguardano i seguenti fattori.
La vista.
L’acuità visiva declina: con l’età la pupilla reagisce in modo diverso e minore alla luce.
Entrare in una stanza buia o stare in un ambiente poco luminoso aumenta per l’anziano
il rischio di caduta perché il tempo richiesto dalla pupilla per adattarsi alle diverse condizioni di luce è maggiore. Per questo l’ambiente deve essere sempre adeguatamente
illuminato sia come intensità che come diffusione della luce.
Il cristallino, che è la lente dell’occhio, diventa più opaco e questo giustifica una minor
tolleranza alle situazioni di abbagliamento e una minor percezione della profondità. La
ridotta capacità di percepire la profondità può rendere pericoloso scendere o salire i gradini di una scala. L’ingiallimento del cristallino è responsabile di una alterazione della
percezione dei colori, in particolare della banda del verde e del blu. Questo può favorire
il mancato riconoscimento di ostacoli di questo colore oppure la capacità di riconoscere
farmaci in base al loro colore e quindi favorire errori di assunzione.
L’udito.
Con l’età c’è un declino fisiologico della funzione uditiva per varie ragioni:
- presenza di tappi di cerume,
- ridotta elasticità della membrana timpanica,
- rigidità degli ossicini dell’orecchio interno e quindi compromissione della trasmissione delle onde acustiche.
Il deficit sensoriale compromette la capacità della persona di avvertire suoni o rumori
che segnalano un pericolo.
L’equilibrio.
Il controllo dell’equilibrio è un processo complesso di integrazione delle informazioni
vestibolari con quelle propriocettive e visive. Le afferenze vestibolari sono prevalenti
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nella determinazione dell’equilibrio, mentre quelle visive lo divengono solo in certe
condizioni. Si sa che i bambini si affidano maggiormente alle afferenze propriocettive,
mentre gli anziani si affidano soprattutto alle informazioni visive, proprio nel momento
in cui la funzione visiva è compromessa per le modificazioni legate all’invecchiamento;
quindi:
- con l’età aumenta l’instabilità posturale che si esprime con la perdita dei riflessi di
raddrizzamento e con un incremento delle oscillazioni corporee;
- a questo si aggiunge una diminuita capacità di integrazione rapida dei segnali visivi,
uditivi, vestibolari e propriocettivi, fondamentali per garantire una un buon equilibrio e una buona stabilità durante la marcia e la stazione eretta.
Per la funzione equilibrio, gli indicatori correlati con un aumentato rischio di caduta sono:
- l’instabilità nel sedersi e nell’alzarsi da una sedia,
- l’instabilità nel rimanere su una gamba sola senza appoggi,
- l’instabilità nel girare di 360°.
Il cammino.
I disturbi del cammino sono frequenti negli anziani che cadono. Si tenga conto che:
- il 15% degli ultrasessantenni ha disturbi del cammino,
- nelle RSA il 50% delle persone ha disturbi del cammino,
- a 79 anni una persona su 4 usa un ausilio per il cammino;
quindi si può affermare che l’impiego di ausili per mantenere la stazione eretta e per
camminare rappresenta un predittore di caduta.
Per la funzione cammino gli indicatori di rischio sono:
- la ridotta altezza del passo,
- la ridotta lunghezza del passo,
- la discontinuità dei passi,
- l’aumentata deviazione dalla traiettoria di marcia,
- l’abbassamento della soglia di fatica ,
- l’atteggiamento del tronco ricurvo in avanti, che aumenta l’instabilità.
I muscoli
Una frequente osservazione che si associa alle cadute è il rilievo di una abnorme debolezza muscolare, specie di alcuni muscoli quali i muscoli flessori dorsali e plantari di
caviglia, i muscoli flessori ed estensori di ginocchio. La debolezza di questi muscoli è
ancora più evidente fra coloro che sono caduti più volte ed è correlata a una maggior
gravità degli insulti a seguito di una caduta. La debolezza dei muscoli dorsiflessori di
caviglia contribuisce a favorire l’inciampo del piede su barriere architettoniche.
Le malattie che più frequentemente sono correlate alle cadute sono:
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le malattie neurologiche: gli ictus cerebri e i loro esiti, il morbo di Parkinson e le
demenze (insieme ai disturbi dell’equilibrio e del cammino si associa in tali pazienti
la ridotta percezione dei pericoli ambientali, nonché l’azione dei farmaci utilizzati,
ad esempio sedativi);
le patologie osteoarticolari: l’artrosi dell’anca e del ginocchio, le deformità dei
piedi e delle dita, i calli;
la depressione che può essere responsabile di cadute per rallentamento psicomotorio, ridotta percezione dei pericoli ambientali, inappropriata risposta ai farmaci;
le patologie cardiovascolari: l’ipotensione posturale o ortostatica (una riduzione
della PA nel passaggio dalla posizione supina a quella eretta), le aritmie, l’infarto
miocardico.
Le cause di caduta correlate a fattori estrinseci riguardano fondamentalmente l’ambiente
e il consumo di farmaci. Inciampare in un ostacolo è responsabile di circa il 45% delle
cadute negli anziani.
Alcune considerazioni generali:
- più fragile è l’anziano e più è suscettibile di cadute;
- quindi il ruolo di responsabilità dei fattori ambientali nel determinare una caduta è
fortemente dipendente dallo stato di fragilità o per contro di vigore dell’anziano:
più alta è la condizione di fragilità, più è suscettibile ai rischi.
L’esperienza e il quotidiano confronto con i fattori di rischio ambientali costituiscono
un importante modificatore del rischio: un anziano che fa le scale regolarmente è a più
basso rischio di quello che lo fa raramente. Le case degli anziani e anche le case di riposo o gli ospedali sono pieni di ostacoli ambientali
Le cadute nella propria abitazione.
Al domicilio la maggior parte delle cadute avviene nelle ore diurne durante lo svolgimento di attività usuali. Gli ambienti casalinghi nei quali si cade di più sono il bagno, la
cucina, la camera da letto, le scale.
Per quanto concerne le scale, si cade soprattutto in discesa. I motivi sono il tipo di gradino, l’inclinazione, ilsistema di illuminazione, la mancanza o inadeguata lunghezza del
corrimano, il mancato riconoscimento del primo e dell’ultimo gradino.
Altre cause:
- pavimenti troppo lucidi, tappeti , fili o arredi che ostacolano la marcia, scaffali
troppo in alto o troppo in basso che richiedono manovre pericolose per essere raggiunti;
- sedie o panche inadeguate;
- calzature non ben calzate, slacciate o inadeguate per la presenza di deformità del
piede, anche il cammino a piedi nudi rappresenta un rischio di caduta per gli anziani
a causa di una ridotta capacità di flessione plantare delle dita che garantisce un adeguato contatto con la superficie di appoggio;
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l’uso di ciabatte, specie fuori dall’ambiente domestico: aumenta il rischio di inciampare.
Cause legate all’assunzione di farmaci.
Con l’aumentare dell’età aumenta il consumo di farmaci, che una volta assunti interagiscono tra loro e possono esprimere i loro effetti secondari in modo ancor più potenziato.
Gli anziani che assumono farmaci cadono di più dei loro colleghi che non li assumono
Esiste una correlazione tra numero di farmaci assunti (indipendentemente dalla qualità)
e rischio di cadere.
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