Il cranio neandertaliano Guattari 1: ricostruzione

Bullettino di Paletnologia Italiana (Roma), 1995, 86, pp. 1-18
R. MACCHIARELLI*, L. BONDIOLI*, E. RASTELLI**, M. DAZZI**
Il cranio neandertaliano Guattari 1: ricostruzione
tridimensionale digitale tramite tomografia
assiale computerizzata e anatomia dell’osso
temporale
L’analisi tomografica computerizzata del cranio neandertaliano Guattari 1 fu realizzata
per la prima volta nel 1988 utilizzando scansioni assiali, coronali e sagittali di 1,5 mm di
spessore (slice thickness) ad intervalli di scansione (slice spacing) variabili da 1,5 mm a
10 mm (SILIPO et al. 1991). Ad integrazione e sviluppo della documentazione originale,
viene presentata la ricostruzione tridimensionale digitale del reperto in varie norme ottenuta nel 1995 a partire da 180 nuove scansioni tomografiche assiali di 1 mm di spessore
realizzate ad intervalli di 1 mm (figg. 1-7). L’anatomia dell’osso temporale viene altresì
dettagliata attraverso un atlante integrativo di 10 immagini selezionate (figg. 8-17).
Parole chiave: GUATTARI 1, TOMOGRAFIA ASSIALE COMPUTERIZZATA, RICOSTRUZIONE TRIDIMENSIONALE DIGITALE, OSSO TEMPORALE.
Il cranio neandertaliano Guattari 1 – già Circeo 1 (SERGI et al. 1971, pp. 237-239) –
fu rinvenuto il 25 febbraio del 1939 da A. Guattari e D. Bevilacqua in una grotta situata ai piedi del Monte Morrone, estrema propaggine orientale del Monte Circeo
(Latina). Il cunicolo di accesso alla grotta, resosi accessibile a seguito dell’avanzamento dei lavori di scasso condotti a ridosso di un’eminenza di calcare situata nel
fondo di proprietà del cav. Guattari, era stato esplorato il giorno prima da V. Ceci. Nel
pomeriggio del giorno della scoperta, di ritorno da Napoli e diretto a Roma, A.C. Blanc –
sin dal 1936 in contatto con il cav. Guattari che periodicamente gli consegnava i reperti litici e faunistici spesso rinvenuti nel suo fondo – raggiunse egli stesso quello che da
allora venne chiamato l’“Antro dell’Uomo” (BLANC 1939, p. 207) per recuperare il
fossile umano che – a detta degli scopritori – era stato ricollocato nel punto originario
di giacitura (BLANC 1938-39, 1939; per la cronaca della scoperta, vedi ASCENZI 1991).
La sera stessa il reperto fu trasportato a Roma, fotografato e consegnato da Blanc a S.
Sergi, direttore dell’Istituto di Antropologia dell’Università “La Sapienza”, che ne
curò in seguito lo studio (tra i numerosi contributi, vedi in particolare SERGI 1938-39,
1939a, b, 1944-47, 1948a, b, 1958, 1960, 1968, 1974; SERGI et al. 1972).
Il cranio neandertaliano del Monte Circeo è conservato presso il Museo Nazionale
Preistorico Etnografico “L. Pigorini” di Roma che, in occasione del cinquantenario
della scoperta, promosse un aggiornamento critico delle analisi e degli studi realizzati
* Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini”, Sezione di Antropologia. ** II Servizio di
Neuroradiologia, Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Roma “La Sapienza”.