ripartire dal capitale sociale per ricostruire il capitale

Prof. Fabrizio Pezzani
RIPARTIRE DAL CAPITALE SOCIALE
PER RICOSTRUIRE IL CAPITALE ECONOMICO
1941
" E' giunto il tempo di capire che non siamo di fronte ad una crisi ordinaria che capita più o meno ogni decennio , ma davanti a una delle grandi transizioni della storia umana , quando ad una forma di cultura ne succede un'altra . Un'adeguata comprensione delle immense dimensioni del mutamento che ora incombe su di noi è la condizione necessaria per potere individuare , in modo adeguato , i mezzi e le misure per fronteggiarlo "
Pitirim Sorokin " La crisi del nostro tempo " Ed . Arianna , 2000 , pag 276 ; Prima Edizione : " THE CRISIS OF OUR AGE " 1941 Contesto Culturale
L’implosione economica del socialismo reale (1989 la caduta del muro di Berlino) ha dato l’idea che quel modello di economia liberista fortemente orientata al mercato fosse la soluzione di tutti i problemi non solo economici ma anche sociali.
Da sapere tecnico l’economia diventa sapere morale, cioè da mezzo a fine in quanto il suo perseguimento è bene in sé, così è l’economia ad indicare i bisogni e non più l’uomo a definirli così diventa mezzo.
Le evoluzioni della società e della politica devono essere espresse in dimensioni economico‐finanziarie.
Paradossalmente l’uomo ha costruito e continua a tenere un mezzo/fine che è diventato indipendente ed autonomo da lui.
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Conseguenze
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Ricerca dell’ottimo economico e finanziario a prescindere a costo di normalizzare comportamenti illeciti.
Crescente dominio politico e sociale della finanza che non dispone ad un ordine morale (chi decide prescinde dalle conseguenze sociali).
Forte orientamento al mercato a cui si attribuisce una sua intrinseca razionalità.
Crescente spazio all’avidità genetica dell’uomo e si definiscono gerarchie di consumi che sostituiscono quelle di valori.
Quindi
Assumono rilevanza forme eccessive di individualismo e una crescente asimmetria nella distribuzione del reddito fino a quando il sistema collassa.
Cioè
La crisi ha un risvolto economico ma cause lontane legate ad una società
individualista e antiegalitaria.
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Non vi può essere sviluppo economico senza sviluppo sociale, quindi è
necessario ripensare a forme di collaborazione atte a rigenerare il sistema dei valori e delle relazioni sociali.
L’economia e la tecnica devono mantenersi dotate di senso, cioè devono avere un criterio di misura che si esprime in una gerarchia di valori,
qual è l’economia del vivere, vi deve essere un ordine perché le possibilità
dell’uomo sono sconfinate.
Come prendere la libertà dalla propria libertà? Dopo avere dominato la natura inanimata l’uomo deve potere dominare la sua natura.
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Forte interdipendenza a livello locale tra diversi attori
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Ridimensionamento della funzione della PA pressata dai vincoli sulla spesa
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Crescente ruolo di integrazione tra famiglie, PA, imprese, banche, non profit.
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Definire patti di sviluppo condivisi orientati al riequilibrio economico e sociale
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Promuovere condizioni di scambio idonea a garantire una somma maggiore di zero per le posizioni complessive delle parti.
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Conto economico sociale
Conto economico patrimoniale
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Quale sviluppo Economico e Tecnico o anche Sociale È una buona economia che favorisce una buona società?
o
• È una buona società che favorisce una buona economia?
Quindi
• In che misura sono interdipendenti?
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Lo sviluppo economico è un dogma assoluto e sovraordinato?
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La sofisticazione del modello dei consumi è rappresentativa di una civiltà evoluta?
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Il modo in cui possiamo rispondere a queste domande ci può indirizzare nel trovare risposte ai nostri interrogativi
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Come e quanto crescere
Come ridurre il debito ed arrivare al 2014 all’equilibrio di bilancio
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Distribuzione del reddito
Figura 3: Percentuale del reddito percepita dalla fascia più ricca della popolazione dal 1913 al 2004. Fonte: Pezzani 2011
Associazionismo
Tasso di associazionismo medio calcolato su 32 organizzazioni nazionali articolate in sezioni locali dal 1900 al 1997. Fonte: Pezzani 2011
Posizionamento delle regioni per PIL pro capite (2009) e Quars (2010)
Indice di Gini
Posizionamento delle regioni italiane per indice di Gini e reddito pro capite. Fonte: Direzione Sistema Statistico Regionale (ISTAT)
Capitale sociale
Mortalità infantile ogni 1000 nativi. Fonte: Michele Bacco (2011), Misurare il Veneto oltre il PIL: alcuni risultati
Donatori di sangue ogni 1000 abitanti. Fonte: Michele Bacco (2011), Misurare il Veneto oltre il PIL: alcuni risultati
Capitale sociale
Quota spesa per cultura in % spesa totale per consumi finali ‐ 2007
Diseguaglianza dei redditi per regione (Indice di concentrazione di Gini sui redditi familiari) 2007
Capitale economico
PIL pro capite (Italia = 100)
dati 2008
Individui che vivono in famiglie povere (per 100 individui residenti) dati 2008
Evoluzione della dotazione stradale
Evoluzione della accessibilità ferroviaria
Evoluzione delle dotazioni delle infrastrutture sociali
La competizione collaborativa
y Il contesto attuale e futuro obbliga gli attori locali a condividere le finalità del territorio mettendo in comune obiettivi e definendo le risorse.
y La costruzione di un sistema di competizione collaborativa è funzionale a ricostituire un sistema di relazioni sociali più forte ed in grado di resistere a modelli sociali individualisti.
y Lo sviluppo va pensato in funzione di mantenere l’equilibrio del capitale sociale e del correlato capitale economico.
y Più società e meno economia nelle scelte di sviluppo, riportare l’uomo al centro dell’economia.
Linee di sviluppo sociale
y Attivare politiche di ricentralizzazione della famiglia come nucleo portante della società; la famiglia come risorsa e non come spesa.
y Valorizzare il ruolo della donna perché in una società che richiede di ripensare al valore del “dono” la donna ha naturalmente e geneticamente questo requisito.
y Riportare i giovani vicino alle radici della nostra storia fatta di artigianato e cultura rurale; accordi con Camere di Commercio, Artigianato, Industriali, mondo agricolo e scuole è funzionale a riavvicinare i valori della Natura all’Uomo.
Linee di sviluppo economico
y Operare sulla ricerca dell’equilibrio fra partite correnti, rinunciando il più possibile ad operazioni di natura straordinaria.
y Definire le priorità degli interventi che hanno requisito strategico e concordare con gli attori locali le scelte sugli altri.
y Definire le aree strategiche per le società partecipate e preparare una politica di dismissione per le altre.
y Aumentare il livello di rendicontabilità sia all’interno delle singole amministrazioni sia verso i cittadini.
RIPENSARE IL PATTO DI STABILITÀ
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Il patto deve essere ripensato in modo da conferire elasticità gestionale e capacità programmatoria ,
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Un patto regionale è più coerente con il contesto territoriale , serve per avviare una collaborazione e preparare il federalismo ,
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La formulazione deve ridurre la distanza culturale tra amministrazioni centrali e quelle periferiche ,
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Il patto deve avere una componente di sviluppo sociale e perseguire una rendicontabilità ( accountability ) vera e evidenziare le aree di responsabilità ,
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Investire sulle competenze per ridurre due " gap " del paese : ‰
Quello culturale;
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Quello di creatività.
Conclusione
“Meno ci sforziamo di capire, meno liberamente e di buon grado potremo scegliere la sola via di salvezza aperta e più
dura sarà la coercizione (…)”
“Speriamo ci sia accordata la grazia di comprendere e poter scegliere la strada giusta, prima che sia troppo tardi; la via che non porta alla morte ma all’ulteriore compimento, da parte dell’uomo, della sua missione, creativa ed unica, su questo pianeta!”
Pitirim A. Sokorin