SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L’INSEGNAMENTO SECONDARIO DELLA TOSCANA Sede di Pisa VII CICLO I ANNO AREA 2 DISCIPLINARE MACCHINE ELETTRICHE LA MACCHINA ASINCRONA Specializzando: Bernardo Murru Indirizzo: Classe di abilitazione: Scientifico Tecnologico 35/A – Elettrotecnica A.A. 2005-2006 La macchina asincrona INDICE: 1. INTRODUZIONE..................................................................................................... 1 2. L’UNITÀ DIDATTICA............................................................................................ 1 2.1 CONTESTO SCOLASTICO ......................................................................................... 1 2.2 FINALITÀ ............................................................................................................... 1 2.3 OBIETTIVI .............................................................................................................. 1 2.4 PREREQUISITI........................................................................................................ 1 2.5 CONTENUTI ........................................................................................................... 2 2.6 STRUMENTI E METODI ........................................................................................... 2 2.7 TEMPI .................................................................................................................... 2 2.8 VERIFICHE ............................................................................................................ 2 2.9 RECUPERO............................................................................................................. 3 3. SVOLGIMENTO DELL’UNITÀ DIDATTICA.................................................... 4 3.1 IL CAMPO MAGNETICO ROTANTE ........................................................................... 4 3.2 STRUTTURA DEL M.A.T. ........................................................................................ 7 3.3 ANDAMENTO DEL CAMPO MAGNETICO ROTANTE. .................................................. 9 3.4 MODI DI FUNZIONAMENTO DEL M.A.T. .............................................................. 12 3.4.1 Funzionamento a vuoto .................................................................................. 12 3.4.2 Funzionamento a carico, circuito equivalente ........................................... 13 3.4.3 Funzionamento in corto circuito .................................................................... 16 3.5 3.6 3.7 3.8 CARATTERISTICA MECCANICA ............................................................................. 18 DIAGRAMMA CIRCOLARE DELLA MACCHINA ASINCRONA ..................................... 20 PROVA A VUOTO E IN CORTO CIRCUITO DEL M.A.T. ............................................ 24 METODI DI AVVIAMENTO ..................................................................................... 27 3.8.1 Inserzione di resistenze rotoriche. ................................................................... 28 3.8.2 Rotore a doppia gabbia................................................................................. 28 3.8.3 Inserzione di resistenze statoriche. ................................................................. 29 3.8.4 Avviamento con autotrasformatore............................................................. 29 3.8.5 Avviamento stella-triangolo. .......................................................................... 30 3.8.6 Avviamento mediante soft-starter. ............................................................... 31 3.9 LA REGOLAZIONE DELLA VELOCITA’ ................................................................... 31 3.9.1 Variazione del numero di poli......................................................................... 31 3.9.2 Variazione dello scorrimento .......................................................................... 32 3.9.3 Variazione della frequenza. ............................................................................ 33 3.10 MOTORE ASINCRONO MONOFASE ........................................................................ 35 3.11 ESERCITAZIONE................................................................................................... 37 La macchina asincrona 1. INTRODUZIONE L’oggetto di questa relazione è la costituzione del modulo di macchine elettriche relativo alla macchina asincrona, al fine del raggiungimento delle competenze e degli obiettivi didattici specificati in seguito, attraverso gli strumenti didattici che sono a disposizione dell’insegnante, le prove di valutazione, le esercitazioni di gruppo e individuali in classe e in laboratorio. 2. L’UNITÀ DIDATTICA 2.1 CONTESTO SCOLASTICO L’unità didattica oggetto di questa relazione è la macchina asincrona, argomento che viene spiegato normalmente agli studenti degli istituti tecnici industriali del quinto anno, indirizzo elettrotecnica ed automazione 2.2 FINALITÀ Il modulo si propone di dare allo studente la conoscenza di base della macchina asincrona, portando l’allievo ad una competenza che gli consenta di padroneggiare in piena autonomia le problematiche connesse con l’utilizzo e la progettazione di tali macchine. 2.3 OBIETTIVI Comprendere come funziona un motore asincrono trifase, come viene realizzato e le sue particolarità costruttive, dove e come si utilizza, saper eseguire le prove e le misure fondamentali per la determinazione dei parametri interni, saper eseguire calcoli specifici. 2.4 PREREQUISITI Per questa unità didattica è necessario conoscere alcune nozioni di base di meccanica applicata alle macchine, e si presuppone che lo studente conosca già i trasformatori 1 La macchina asincrona trifase con quello che ne consegue (sistema fasoriale, fondamenti di elettromagnetismo, ecc.). 2.5 CONTENUTI Teorema di Galileo Ferraris e formazione del campo magnetico rotante, struttura del M.A.T. e circuito equivalente, prove sul M.A.T. e costruzione del diagramma circolare, estrapolazione delle proprietà del M.A.T. dal diagramma circolare, metodi di avviamento e regolazione, motore monofase. 2.6 STRUMENTI E METODI Lezione frontale dimostrativa, esercitazioni individuali e di gruppo in classe e in laboratorio, eventuale recupero in itinere in orario extracurricolare con ulteriori prove di misure in laboratorio. 2.7 TEMPI Si è stimato come tempo necessario a svolgere l’unità didattica circa 30 ore, da dividere tra lezioni frontali, esercitazioni in classe e prove di laboratorio. 2.8 VERIFICHE Durante l’esecuzione del modulo si effettueranno verifiche formative atte ad individuare in itinere il livello di apprendimento; in base ai risultati è possibile impostare attività di sostegno e consolidamento individualizzate in orario extracurricolare. Alla fine del modulo si effettuerà una verifica sommativa tramite un'esercitazione scritta in classe; in base ai criteri di conoscenza dei contenuti, capacità di applicazione delle conoscenze acquisite nella soluzione di problemi e possesso del linguaggio specifico, verrà valutato il livello di apprendimento di ogni singolo studente attraverso una scala di voti come indicato nella seguente tabella: 2 La macchina asincrona VOTO LIVELLO 1-3 4 5 Insufficiente in modo Non manifesta alcuna conoscenza dei contenuti proposti. estremamente grave Manifesta una conoscenza estremamente frammentaria e scorretta. Gravemente Manifesta conoscenze frammentarie e non sempre corrette, insufficiente con difficoltà di classificazione e di sintesi. Insufficiente Manifesta apprendimento di contenuti in maniera superficiale. Compie valutazioni in modo inesatto. 6 Sufficiente 7 Buono 8 Distinto 9 - 10 Ottimo - Eccellente 2.9 DESCRITTORI Conosce e comprende i contenuti essenziali, compie semplici applicazioni. Distingue e raggruppa i contenuti in modo elementare ma corretto. Se stimolato compie valutazioni. Possiede una conoscenza completa ma non approfondita dei contenuti, che collega tra loro ed applica con parziale autonomia. Sa esprimere semplici valutazioni. Se stimolato può intraprendere procedure di analisi-sintesi. Conosce i contenuti in modo completo e approfondito, li collega tra loro e li applica. Ordina, classifica e sintetizza i contenuti esprimendo valutazioni articolate. Ha conseguito una piena conoscenza dei contenuti che riconosce e collega in opposizione ed in analogia con altre conoscenze, applicandoli in modo autonomo e corretto a contesti diversi. Compie analisi critiche personali e sintesi corrette e originali. E’ autonomo nella valutazione. RECUPERO In base ai risultati delle verifiche formative sarà richiesta, se necessaria, un’attività di recupero da svolgersi in orario extracurricolare. 3 La macchina asincrona 3. SVOLGIMENTO DELL’UNITÀ DIDATTICA 3.1 IL CAMPO MAGNETICO ROTANTE Il funzionamento dei motori asincroni trifase si basa sulla creazione del campo magnetico rotante, scoperto da Galileo Ferraris. Partiamo dal teorema di Galileo Ferraris: Un campo magnetico alternativo di ampiezza massima pari a Hm si può scomporre nella somma istantanea di due campi di ampiezza costante pari a Hm/2 rotanti in direzioni opposte con velocità w. Consideriamo il campo H D = HS = HM sen(ωt ) rotante in senso orario e il campo 2 HM sen(ωt ) rotante in senso antiorario. La composizione dei due campi per t = 0 2 e per t = t è riportata in fig.1, da dove si evince che istantaneamente i due campi si compongono per dare luogo a un campo alternativo la cui direzione rimane costante lungo una retta, e in un istante generico t il campo risultante è H tot = H M sen(ωt ) ; ricordiamo che un campo alternativo lungo una retta può essere generato da una spira percorsa da una corrente alternata posta in un piano perpendicolare alla direzione del campo stesso. HS ω HS ω ω ωt ωt H tot HD ω t =0 H tot HD t =t Fig. 1 – Campo alternativo formato da due campi controrotanti. Consideriamo ora il campo magnetico prodotto da tre spire poste nello spazio a 120° l’una dall’altra percorse da correnti sfasate nel tempo di 120°. Le correnti passanti nelle spire e i relativi campi siano 4 La macchina asincrona ⎧ ⎪i (t ) = I sen(ωt ) M ⎪1 ⎪ 2 ⎞ ⎛ ⎨i2 (t ) = I M sen⎜ ωt − π ⎟ 3 ⎠ ⎝ ⎪ ⎪ 4 ⎞ ⎛ ⎪i3 (t ) = I M sen⎜ ωt − π ⎟ 3 ⎠ ⎝ ⎩ ⎧ ⎪h (t ) = H sen(ωt ) M ⎪ 1 ⎪ 2 ⎞ ⎛ ⇒ ⎨h2 (t ) = H M sen⎜ ωt − π ⎟ 3 ⎠ ⎝ ⎪ ⎪ 4 ⎞ ⎛ ⎪h3 (t ) = H M sen⎜ ωt − π ⎟ 3 ⎠ ⎝ ⎩ Ogni spira produce un campo hN (t ) che si può scomporre nelle sue due componenti controrotanti H D e H S . Nelle prossime figure si può vedere come si formano i singoli campi per t = 0 e la loro risultante. Spira 1: h1 (t ) = H M sen(ωt ) ω H 1S H 1D x1 ω Spira 2: H2S 2 ⎞ ⎛ h2 (t ) = H M sen⎜ ωt − π ⎟ 3 ⎠ ⎝ ω H 2D ω Il campo è in ritardo di senso di rotazione. x2 5 2 π rispetto al 3 La macchina asincrona x3 Spira 3: 4 ⎞ ⎛ h3 (t ) = H M sen⎜ ωt − π ⎟ 3 ⎠ ⎝ Il campo è in ritardo di H 3D ω 4 π rispetto al 3 senso di rotazione. ω H 3S x3 Facendo la somma dei tre campi si vede che i campi rotanti in senso antiorario si H 2S annullano, mentre i campi rotanti in senso orario hanno come risultante un campo H 1D H 2D H 3D H 1S x1 3 HM : 2 rotante di ampiezza H 1S + H 2 S + H 3 S = 0 H 3S H 1D + H 2 D + H 3 D = x2 3 HM 2 In questo modo abbiamo dimostrato che tre spire sfasate nello spazio di 120° ed attraversate da una terna simmetrica di correnti trifase generano x3 un campo magnetico rotante. Pur avendo rappresentato le linee del campo S H x1 N come vettori, in realtà bisogna considerare che abbiamo rappresentato una direzione media del campo; il campo magnetico rotante si può x2 considerare come generato istante per istante da una coppia di poli magnetici, e come tale è distribuito nello spazio. 6 La macchina asincrona 3.2 STRUTTURA DEL M.A.T. Le macchine asincrone sono costituite da una struttura fissa detta statore, e da una struttura mobile detta rotore. Il rotore costituisce il circuito indotto, dove circolano in circuiti chiusi su se stessi le correnti provocate dalle tensioni indotte sui conduttori del rotore stesso, per il fatto che questi conduttori vengono “tagliati” dal campo magnetico rotante creato dallo statore. Lo statore perciò comprende un avvolgimento trifase alimentato con correnti alternate di uguale intensità e frequenza, opportunamente sfasate tra loro per creare il campo rotante; scorrendo davanti al rotore, il campo magnetico induce sui conduttori delle forze elettromotrici che provocano una circolazione di corrente il cui verso per la legge di Lenz è tale da opporsi alla variazione del campo magnetico che l’ha generata, e obbligano il sistema indotto a seguire la rotazione del campo induttore. Il sistema indotto non può mai raggiungere la velocità del campo rotante, perché in tal caso non ci sarebbe più il moto relativo tra il campo e i conduttori del rotore, con la conseguenza che si annullerebbero le forze elettromotrici indotte e la coppia necessaria a mantenere la rotazione. Il rotore può solo inseguire la rotazione del campo rotante a velocità ridotta, e per questo motivo tali motori sono chiamati asincroni; inoltre poiché l’indotto non viene alimentato dall’esterno ma è percorso solo dalle correnti provocate dalle tensioni indotte tali motori si indicano anche con il nome di motori ad induzione. Per realizzare un campo rotante abbastanza intenso con correnti di magnetizzazione basse è necessario ridurre la riluttanza del circuito magnetico ove si richiudono le linee di forza del campo; per questo motivo lo statore viene costruito con un pacco di corone circolari di lamierino, isolate con carta al fine di minimizzare le correnti parassite, e gli avvolgimenti vengono disposti all’interno di particolari canali detti cave, paralleli all’asse dello statore. Anche il rotore è costituito da un nucleo di lamierini muniti alla periferia di cave dove vengono alloggiati dei conduttori longitudinali di rame con le estremità sporgenti opportunamente collegati in modo da formare dei circuiti chiusi; in questa maniera si ottiene una buona conducibilità elettrica nel verso assiale e la minima riluttanza magnetica in direzione radiale. Il circuito magnetico inoltre attraversa la sottile intercapedine di aria che è presente tra rotore e statore, che si chiama traferro. 7 La macchina asincrona I conduttori presenti nelle cave di statore sono collegati fra loro in modo da formare tre avvolgimenti monofase indipendenti, e possono essere collegati a stella o a triangolo. E’ opportuno che i numeri delle cave per polo e per fase del rotore e dello statore siano primi tra loro, per evitare che si verifichi la coincidenza fra molti denti del rotore con i denti contrapposti dello statore, che porterebbe il rotore a impuntarsi in questa posizione di minima riluttanza. Fig. 2 - I numeri di canali per polo e per fase sono primi tra loro. Il rotore può essere di due tipi: avvolto o in corto circuito. Fig. 3 – Schema di rotore avvolto. Il rotore avvolto (detto anche rotore ad anelli) presenta i suoi conduttori collegati in modo da formare degli avvolgimenti normalmente bifase o trifase ma dello stesso numero di poli dello statore; i morsetti di questi avvolgimenti sono riportati all’esterno tramite un sistema di anelli calettati sull’albero, in modo da poter collegare un reostato per l’avviamento del motore, come si vedrà in seguito. 8 La macchina asincrona Fig. 4 – Schema di rotore in corto circuito o a gabbia di scoiattolo. Il rotore in corto circuito invece presenta nelle cave delle sbarre di rame collegate alle estremità da un grosso anello di rame; è il tipo più semplice e robusto di rotore, chiamato anche rotore a gabbia di scoiattolo. Le sbarre di rame collegate frontalmente formano tanti circuiti chiusi di piccola resistenza ohmica dove le correnti di rotore sono libere di circolare; questo tipo di rotore non ha un proprio numero di poli ma le correnti circolano nelle sbarre in modo da generare un campo rotante avente un numero di poli quanti quelli del campo induttore. 3.3 ANDAMENTO DEL CAMPO MAGNETICO ROTANTE. Nello studio della macchina asincrona si ricorre spesso all’analogia circuitale con il trasformatore. Nel trasformatore però gli avvolgimenti si considerano concentrati, mentre nella macchina asincrona gli avvolgimenti sono distribuiti su archi di cerchio, per cui bisogna considerare il fattore di avvolgimento, poiché il flusso investe in modo diverso i conduttori relativi a una fase. La f.e.m. risultante di un avvolgimento è data dalla somma delle f.e.m. indotte nelle varie coppie di conduttori; poiché le varie coppie sono ruotate tra loro nello spazio di un angolo b, anche le f.e.m. indotte nelle varie spire sono sfasate nel tempo di un angolo β ⋅ p , e la f.e.m. risultante è la somma dei fasori istantanei. Si definisce quindi fattore di avvolgimento (o di Blondel) il rapporto tra il modulo della f.e.m. risultante e la somma dei moduli delle f.e.m. istantanee indotte nelle varie spire: K Avv = ∑a ∑a i i i i ≤ 1. 9 La macchina asincrona Fig. 5 – Andamento del campo rotante statorico. 10 La macchina asincrona Analogamente al trasformatore, lo statore può essere indicato come circuito primario, in quanto è la parte del circuito che viene alimentata, e il rotore come circuito secondario; quando lo statore è percorso dalle correnti di alimentazione e il rotore dalle correnti conseguenti alle f.e.m. indotte ad esse si associano dei flussi magnetici che si dividono in flussi utili, che si concatenano sia con il primario che con il secondario, e flussi dispersi, che si concatenano unicamente con i conduttori di statore o di rotore. Il flusso utile deve sempre attraversare il traferro tra statore e rotore, per questo motivo a parità di potenza con un trasformatore la macchina asincrona necessita di una maggiore forza magnetomotrice e quindi di una maggiore corrente di alimentazione. Vediamo l’andamento del campo magnetico rotante (Fig. 5) considerando una macchina avente lo statore trifase, quattro poli, tre cave per polo e per fase. Il disegno è stato realizzato supponendo di linearizzare il traferro, e considerando gli istanti in cui I1 raggiunge il valore massimo e l’istante in cui I2=0, corrispondente a 1/12 di periodo, cioè 30° elettrici; queste due configurazioni sono quelle tra cui si deforma il campo durante la sua rotazione, la sua forma d’onda è composta da una componente principale sinusoidale cui si sovrappongono tutta una serie di armoniche superiori. Quindi se il campo rotante ha p coppie di poli esso percorre nello spazio, ad ogni periodo, un angolo pari a 360°/p, cioè compie un giro completo in p periodi; il numero di giri che il campo compie in un secondo è f/p, quindi la velocità con cui si muove (velocità di sincronismo) si può esprimere anche in giri al minuto con n = 60 Fig. 6 – Campo rotante statorico per p=3 11 f . p La macchina asincrona 3.4 MODI DI FUNZIONAMENTO DEL M.A.T. 3.4.1 FUNZIONAMENTO A VUOTO Durante la trattazione dell’argomento contrassegneremo col pedice “1” le grandezze relativa allo statore e col pedice “2” le grandezze relative al rotore. Consideriamo il funzionamento del motore a vuoto elettrico, cioè con il rotore immobile e gli avvolgimenti rotorici aperti, nel caso di rotore avvolto. La corrente che scorre nei conduttori del rotore è nulla. Alimentando lo statore con una terna di tensioni trifase a frequenza costante si creano tre correnti statoriche equilibrate sfasate di 120° l’una dall’altra. Queste tre correnti generano un campo magnetico rotante alla velocità di sincronismo n = 60 f . p Il campo rotante induce sugli avvolgimenti del rotore delle f.e.m. E 2 aventi la stessa frequenza di quelle di rete; analogamente a quello che accade nel trasformatore, abbiamo: Tensione indotta nello statore: E1 = − j 4,44 K Avv1 N 1 f ⋅ Φ ; Tensione indotta nel rotore: E 2 = − j 4,44 K Avv 2 N 2 f ⋅ Φ ; Legge di Hopkinson: N 1 I 0 = ℜ Φ ; Rapporto di trasformazione: τ = N 1 K Avv1 ; N 2 K Avv 2 Tensione indotta nel rotore riportata allo statore: E 2' = τ ⋅ E 2 = − j 4,44 K Avv1 N 1 f ⋅ Φ ; Equazione di equilibrio: V1 = Z 1 I 0 − E1 = (R1 + jX 1d )I 0 − E1 , con Z1 impedenza di una fase di statore. In fig. 7 è riportato il diagramma vettoriale e il circuito equivalente. Nel motore ciascuna fase (sia statorica che rotorica) è caratterizzata dalla presenza della resistenza ohmica degli avvolgimenti, e dalle reattanze di dispersione date dai flussi che si concatenano singolarmente con ciascuna fase dei due avvolgimenti statorico e rotorico senza interessare l’altro; queste contribuiscono a formare le impedenze statoriche e rotoriche. 12 La macchina asincrona Im I1 ≡ I 0 V1 V1 X 1d I 0 − E1 X1 R1 R0 Xµ E1 R1 I 0 I0 Φ Re E1 ≡ E2' Fig. 7 Diagramma vettoriale e circuito equivalente nel funzionamento a vuoto. Per la presenza del traferro in aria la corrente a vuoto nella macchina asincrona è circa il 30÷50% della corrente nominale. Questa deve assorbire oltre alla corrente magnetizzante Im anche una piccola componente attiva Ia per compensare le perdite nel ferro. In questa situazione la potenza assorbita è data dalle perdite che si hanno nel ferro del rotore e dello statore in quanto sedi del flusso magnetico, e dalle perdite nel rame di statore; non si hanno perdite nel rame di rotore in quanto gli avvolgimenti sono aperti e non circola corrente: P0 = PfeS + PcuS + PfeR ; P0 = 3V1 I 0 cos ϕ 0 ; Q0 = 3V1 I 0 senϕ 0 . La potenza reattiva Q0 è dovuta alla magnetizzazione dello statore ed ai flussi dispersi. 3.4.2 FUNZIONAMENTO A CARICO, CIRCUITO EQUIVALENTE Consideriamo il funzionamento del motore a carico, alimentando lo statore a tensione nominale con una terna di tensioni trifase e cortocircuitando gli anelli del rotore; inoltre il rotore è libero di muoversi. Le correnti circolanti nello statore generano un campo magnetico rotante a velocità n1 = 60 f ; all’istante iniziale il rotore è fermo, e il campo rotante induce sui conduttori p 13 La macchina asincrona del rotore delle f.e.m.; ma i conduttori del rotore in questo caso sono chiusi in corto circuito, determinando quindi la circolazione delle correnti rotoriche e il relativo campo rotante che cerca di sovrapporsi al campo di statore. Il rotore allora istantaneamente si pone in rotazione cercando di adeguarsi alla velocità del campo magnetico di statore, ma a causa degli attriti interni la velocità n2 del rotore non raggiungerà mai la velocità n1 dello statore; se accadesse che n 2 = n1 i conduttori del rotore non taglierebbero il campo magnetico rotante, si annullerebbero le f.e.m. indotte sul rotore e di conseguenza anche il campo magnetico e la coppia utile. Si definisce scorrimento la frazione di giro che il rotore perde per ciascun giro del campo rotante, cioè il rapporto s = n1 − n 2 . La differenza n1 − n 2 rappresenta la n1 velocità con cui gli avvolgimenti del rotore tagliano le linee di forza del campo rotante di statore, per cui la frequenza f2 delle f.e.m. indotte sul rotore risulta: f 2 = p(n1 − n 2 ) = pn1 (n1 − n2 ) n1 = sf 1 Inoltre lo scorrimento è uguale a 1 nel caso di rotore fermo e uguale a 0 nel caso il rotore ruotasse alla velocità di sincronismo: Rotore fermo: n 2 = 0 ⇒ s = n1 − 0 =1 n1 Rotore in sincronismo: n 2 = n1 ⇒ s = n1 − n1 =0 n1 Quando il rotore è fermo la f.e.m. indotta risulta E 2 = − j 4,44 K Avv 2 N 2 f 2 ⋅ Φ , con f 2 = f 1 , che riportata sullo statore diviene E 2' = − j 4,44 K Avv1 N 1 f1 ⋅ Φ . Quando il rotore è in movimento, la f.e.m. indotta per un generico scorrimento s risulta E 2 (s ) = − j 4,44 K Avv 2 N 2 sf1 ⋅ Φ = sE 2 (1) , cioè la f.e.m. indotta sul rotore per un generico s è uguale al prodotto di s per la f.e.m. indotta sul rotore fermo. La reattanza del rotore è X 2 = ω 2 L2 = 2πf 2 L2 , e dipende dallo scorrimento poiché dipende da f2, quindi si può anche scrivere ricordando che lo scorrimento uguale a 1 corrisponde al rotore fermo: X 2 (s ) = 2πsf 1 L2 = sX 2 (1) . Per cui quando parte il motore e il rotore accelera, la reattanza diminuisce dal valore 2πf1 L2 al valore limite 0 corrispondente al sincronismo (s=1) che non viene mai raggiunto. 14 La macchina asincrona La resistenza e la reattanza di rotore (o secondaria), definiscono l’impedenza secondaria, che viene espressa da Z 2 (s ) = R2 + jX 2 (s ) = R2 + jsX 2 (1) . Con la legge di Ohm possiamo calcolare la corrente che circola in ciascuna fase del rotore: I 2 (s ) = E 2 (s ) sE 2 (1) E 2 (1) E 2 (1) . = = = 1− s Z 2 (s ) R2 + jsX 2 (1) R2 ( ) + + R R j X 1 + jX 2 (1) 2 2 2 s s Da qui si arriva all’importante conclusione che ciascuna fase del rotore può essere rappresentata da un circuito equivalente disegnato per il rotore fermo, e l’effetto della rotazione può essere rappresentato da una resistenza addizionale fittizia in serie. X1 R1 I1 = I 0 + I V1 X 2 (1) R2 I1' I0 ' 1 R0 Xµ E 2 (1) E1 R 2 (s ) = 1− s R2 s I 2 (s ) jX 1d I1 V1 I1' R1 I 1 − E1 I0 I1 Φ R2 I2 s I2 jX2 (1)I2 E 2 (1) E1 Fig. 8 - Diagramma vettoriale e circuito equivalente nel funzionamento a carico. 15 La macchina asincrona Per il bilancio delle potenze a carico, considerando il contributo delle tre fasi, si ha che la potenza attiva in ingresso allo statore è Pi = 3V1 I 1 cos ϕ . Per arrivare alla potenza meccanica resa bisogna sottrarre alla Pi tutte le perdite che si verificano nello statore e nel rotore. Rotore Statore Pi ⇒ Pt PfeS ⇒ ⇒ PcuR PcuS PM Pav Fig. 9 - Flussi di potenza nella macchina asincrona Si ottiene il diagramma del flusso di potenza di fig. 9, da cui si evince che: R2 2 I2 s - Potenza di traferro Pt = Pi − PfeS − PcuS = 3 - Perdite nel rame di rotore PcuR = 3R2 I 22 - Perdite per attriti e ventilazione Pav - Potenza globalmente perduta Pp = PfeS + PcuS + PfeR + PcuR + Pav Le perdite nel ferro del rotore PfeR dipendono dalla frequenza dei flussi rotorici visti dal rotore stesso, ed essendo questa frequenza molto bassa, dal momento che lo scorrimento è piccolo, è lecito trascurarle e per questo motivo non appaiono nel diagramma. Inoltre si può notare come il rapporto tra la potenza persa nel rame di rotore e la potenza di traferro sia uguale allo scorrimento s = PcuR . Pt 3.4.3 FUNZIONAMENTO IN CORTO CIRCUITO Il funzionamento in corto circuito della macchina asincrona si ottiene alimentando la macchina con una terna di tensioni trifase di valore molto inferiore alla tensione nominale, tale da far circolare negli avvolgimenti di statore la corrente nominale, e mantenendo il rotore meccanicamente bloccato con gli anelli chiusi in c.c. in modo da 16 La macchina asincrona permettere la circolazione delle correnti rotoriche. Il funzionamento è analogo a quello del trasformatore in corto circuito. Le correnti statoriche creano un campo magnetico rotante alla velocità di sincronismo. Nel rotore si sviluppano delle f.e.m. indotte ed essendo gli avvolgimenti del rotore chiusi in c.c. si generano delle correnti, che a loro volta determinano un campo magnetico rotante nello stesso verso e alla stessa velocità di quello statorico; l’interazione tra i due campi rotanti di statore e di rotore crea la coppia che tende a far ruotare il rotore, che è quello che succede normalmente appena si avvia un motore, ma in questo caso essendo bloccato rimane fermo. jX 1d I1 V1CC R1 I 1 − E1 I1 ϕ CC R2 I 2 I0 Φ I2 jX 2 I 2 E2 E1 Fig. 10 - Diagramma vettoriale nel funzionamento in corto circuito. La potenza assorbita è data dalla somma delle perdite nel ferro e le perdite nel rame, ma poiché l’alimentazione è effettuata a tensione ridotta, anche l’induzione risulta ridotta al punto che è lecito trascurare le perdite nel ferro, per cui le perdite nel rame sono date da: PCC ≅ PCuS + PCuR = 3V1CC I1n cos ϕCC 17 La macchina asincrona 3.5 CARATTERISTICA MECCANICA La caratteristica meccanica di una macchina è la curva che rappresenta la relazione tra la coppia motrice e la velocità. Nel caso del motore asincrono si può esprimere questa curva in funzione dello scorrimento. Ricordiamo che la coppia è legata alla velocità dalla relazione generale C = P . ω La coppia che lo statore esercita sul rotore per mezzo del campo rotante a velocità la coppia trasmessa detta anche coppia elettromagnetica ed è data da: C t = poiché Pt = 3 Ct = p Pt ω = R2 2 I2 , s I 2 (s ) = E 2 (1) ,τ = 2 ⎛ R2 ⎞ 2 ⎜ ⎟ + ( X 2 (1)) s ⎝ ⎠ p 3 p R2 2 3 p R2 Pt = I2 = 2πf 1 2πf1 s 2πf1 s ⎛ R2 ⎜ ⎝ s ω =p p p Pt ω è ; E1 sostituendo otteniamo: E 2 (1) E 22 (1) 2 Pt ω ⎞ 2 ⎟ + ( X 2 (1)) ⎠ = R2 ⋅ s 3 p E12 . 2 2 2πf 1 τ R2 + s 2 X 22 (1) Trascurando le c.d.t. statoriche (che significa approssimare la E1 con V1 ), e inglobando i parametri fissi in una costante k otteniamo la relazione: C t = kV12 C C MAX e bil stabile ta ins C Avv FRENO R2 ⋅ s . R + s 2 X 22 (1) 2 2 s MOTORE 1 0 GENERATORE Fig. 11 - Caratteristica meccanica della macchina asincrona 18 -1 La macchina asincrona In fig. 11 è disegnata la caratteristica meccanica in funzione dello scorrimento. Per s > 1 abbiamo il funzionamento come freno elettromagnetico, per 0 < s < 1 il funzionamento come motore, per s < 0 il funzionamento come generatore. All’avviamento a rotore fermo abbiamo s = 1 , e alimentando il motore si genera la coppia di spunto che si può calcolare ponendo s = 1 nell’espressione della coppia: C Avv = C t (1) = kV12 R2 R + X 22 (1) 2 2 Alimentando il motore all’avviamento se la coppia di spunto C Avv è maggiore della coppia resistente il rotore inizia a girare, altrimenti il rotore rimane fermo e la macchina si surriscalda sino a bruciarsi. Una volta partito, il motore accelera sino a raggiungere un punto di funzionamento nel tratto stabile, cioè quello compreso tra la coppia massima C MAX e 0. Il valore dello scorrimento per il quale il motore assume la coppia massima, si dice scorrimento critico s CR , si ottiene uguagliando a 0 la derivata della coppia rispetto allo scorrimento e vale: s CR = R2 ; X 2 (1) il valore della coppia massima si ottiene sostituendo il valore di s CR nell’espressione R2 X 2 (1) 1 = kV12 = kV12 ed è indipendente da R2 . 2 2 X 2 (1) R2 2 2 R2 + 2 X 2 (1) X 2 (1) R2 ⋅ della coppia: C MAX Aumentando la resistenza rotorica R2 , ad esempio con il reostato di avviamento nel caso di rotore avvolto, si “stira” la caratteristica meccanica verso sinistra, lasciando inalterato il valore della coppia massima, e aumentando nel contempo il valore della coppia di spunto. In fig. 12 è disegnata la variazione della coppia all’aumentare di R2 . 19 La macchina asincrona C MAX C 4R 2 2 R2 R2 s 1 0 Fig. 12 - Caratteristica meccanica per diversi valori di R2 Un valore ridotto della resistenza rotorica influisce invece sulla pendenza della caratteristica meccanica nella zona stabile: minore resistenza significa maggior ripidità della caratteristica stessa, con più limitate variazioni di velocità al variare del carico. Si definisce capacità di sovraccarico il rapporto tra la coppia massima e la coppia nominale; normalmente è un valore compreso tra 2 e 3, e dà un'indicazione sulla capacità del motore di adeguarsi a brusche variazioni del carico impresse all’albero. 3.6 DIAGRAMMA CIRCOLARE DELLA MACCHINA ASINCRONA In base al circuito equivalente della macchina asincrona, possiamo stabilire come variano le correnti nel rotore e nello statore al variare dello scorrimento. Per semplificare trascuriamo le cadute di tensione primarie, quindi la tensione applicata V1 viene interamente equilibrata dalla E1 : mantenere costante l’alimentazione implica mantenere costante anche la E1 e quindi il flusso Φ sia a vuoto che a carico. Ipotizziamo inoltre che le perdite meccaniche del rotore per attriti siano conglobate nelle perdite nel ferro di statore; in questo modo il funzionamento a vuoto del motore avviene alla esatta velocità di sincronismo, con scorrimento nullo e correnti rotoriche nulle. La f.e.m. primaria E1 è rappresentata da un vettore uguale ed opposto a V1 , mentre la f.e.m. secondaria è data da E 2 (1) = 20 E1 τ , con τ rapporto di trasformazione. La macchina asincrona Applicando all’asse una coppia resistente il rotore rallenta, ruota con uno scorrimento s<1, e negli avvolgimenti del rotore circola una corrente che è data come abbiamo visto da I 2 (s ) = E 2 (s ) sE 2 (1) E 2 (1) , = = Z 2 (s ) R2 + jsX 2 (1) R2 + jX 2 (1) s il cui modulo è dato da I 2 (s ) = E 2 (1) R2 I2 s , 2 ⎛ R2 ⎞ 2 ⎜ ⎟ + ( X 2 (1)) ⎝ s ⎠ ϕ2 E 2 (1) jX 2 I 2 I2 ed è sfasata in ritardo rispetto alla f.e.m. E 2 dell’angolo ϕ 2 tale che tan ϕ 2 (s ) = X 2 (1) X (1) =s 2 . R2 R2 s I 2 (∞ ) Per s = ∞ , situazione ideale che fisicamente significa far ϕ2 ruotare il rotore in senso opposto al campo rotante a velocità infinita, R2 tende a 0, e quindi la corrente I 2 (s ) s E2 (1) ≡ JX 2 (1)I 2 E (1) , sfasata in che circola nel rotore vale I 2 (∞ ) = 2 jX 2 (1) ritardo di 90° rispetto a E 2 , e di modulo I 2 (∞ ) = E 2 (1) . X 2 (1) L’espressione della I 2 (s ) si può anche scrivere I 2 (s ) = Ma essendo X 2 (1) 2 ⎛ R2 ⎞ 2 ⎜ ⎟ + ( X 2 (1)) ⎝ s ⎠ = senϕ 2 (s ) E 2 (1) ⋅ X 2 (1) ⎛ R ⎜ 2 ⎝ s si ottiene X 2 (1) 2 ⎞ 2 ⎟ + ( X 2 (1)) ⎠ I 2 (s ) = I 2 (∞ ) ⋅ senϕ 2 (s ) Che significa che il triangolo formato da I 2 (s ) , I 2 (∞ ) , e il lato che unisce i due vettori è rettangolo nell’estremità di I 2 (s ) , e variando s, I 2 (s ) descrive una semicirconferenza di diametro I 2 (∞ ) . Di conseguenza anche la corrente di reazione I1' (s ) = − descriverà una circonferenza a partire dall’estremità di I 0 sino a I1' (∞ ) = − 21 I 2 (∞ ) τ . I 2 (s ) τ La macchina asincrona V1 I CC I1' I1 ϕ CC I 2 (∞ ) I1' (∞ ) I0 Φ ϕ2 (s ) I 2 (s ) I 2 CC 90° ϕ 2 (s ) E 2 (1) E1 Fig. 13 - Diagramma circolare del motore asincrono. Le corde del semicerchio primario condotte da I 0 rappresentano le correnti di reazione I1' , e i vettori condotti dall’origine a I1' rappresentano le correnti primarie I1 . Quando s = 0 la corrente secondaria è nulla e la corrente primaria si riduce alla I 0 ; caricando gradualmente il motore lo scorrimento aumenta, aumenta la corrente I 2 e lo sfasamento ϕ 2 . Se il motore viene frenato sino a bloccare il rotore si ha s = 1 , e avviene il funzionamento in corto circuito visto in precedenza, la corrente secondaria di corto circuito ha come modulo I 2CC = E2 (1) (R2 )2 + ( X 2 (1))2 e come argomento ⎛ X 2 (1) ⎞ ⎟⎟ . La corrente primaria corrispondente costituisce la corrente di ⎝ R2 ⎠ ϕ 2CC = a tan⎜⎜ corto circuito primaria I CC , e il coseno dell’angolo ϕ CC con la V1 rappresenta il fattore di potenza di corto circuito del motore. Quindi variando lo scorrimento da 0 a 1 il vettore I 2 descrive un arco di cerchio che parte dall’origine fino a I 2CC , mentre la corrispondente corrente primaria descrive l’arco di cerchio compreso tra I 0 e I CC ; aumentando lo scorrimento, cioè facendo ruotare 22 La macchina asincrona sempre più velocemente il rotore nel senso opposto al campo rotante, i vettori continuano a tracciare una circonferenza tendente ai punti I 2 (∞ ) e I1' (∞ ) . Per disegnare questo diagramma abbiamo semplificato i calcoli trascurando le cadute di tensione primarie. Vediamo come varia il diagramma circolare valutando il modello semplificato del motore riportato a statore, dove consideriamo anche l’impedenza statorica del motore, ma spostando il ramo trasversale a monte in modo da lasciarlo soggetto sempre alla tensione V1 costante, per cui il flusso rimane costante. I1 X1 R1 I1' R2' s X 2' (1) I0 V1 Xµ R0 E1 R 2' R = 2 ⋅τ 2 s s I1 X 2' (1) = X 2 (1 ) ⋅ τ R1 I1' 2 X e = X1 + X ' 2 (1 ) Xe I0 ⇒ V1 R0 Xµ R2' s E1 In questo caso per la condizione s = ∞ otteniamo che I 1' (∞ ) = V1 . R1 + jX e 23 R2' s tende a 0 e La macchina asincrona Il modulo e l’argomento della corrente di reazione primaria sono dati da: I 1' (∞ ) = V1 (R1 )2 + ( X e )2 ; tan ϕ (∞ ) = Xe . R1 Per cui la corrente di reazione non si va a collocare a 90° in ritardo rispetto alla V1 come accadeva precedentemente, ma con un ritardo inferiore a 90°, tanto più quanto maggiore è la resistenza dell’avvolgimento di statore R1 . La corrente di reazione statorica a cui corrisponde lo scorrimento s = ∞ si colloca quindi più in alto sul cerchio, rispetto al diagramma circolare ricavato in precedenza. V1 I CC I1' I1' (∞ ) I1 ϕ CC I0 Φ Fig.14- Diagramma circolare del motore asincrono considerando l’impedenza statorica 3.7 PROVA A VUOTO E IN CORTO CIRCUITO DEL M.A.T. Il diagramma circolare della macchina asincrona viene limitato in pratica al tracciamento della semicirconferenza corrispondente alla corrente primaria, che definisce completamente le caratteristiche della macchina. Vediamo come costruire il diagramma circolare tramite la prova a vuoto e la prova in corto circuito della macchina. 24 La macchina asincrona Fig. 15 - Prove del motore asincrono Lo schema di collegamento per la prova a vuoto è quello di fig. 15; si alimenta lo statore a tensione nominale senza applicare alcun carico sul rotore, e il rotore ruoterà quasi alla velocità di sincronismo. Con due wattmetri in inserzione Aron si misura la potenza attiva assorbita dalla macchina, P0 = PA + PB = 3Vn I 0 cos ϕ 0 , per cui si può ricavare l’angolo ϕ 0 . In questa maniera il vettore I 0 è definito. P0 è la potenza attiva che viene completamente dissipata nel ferro e nel rame di statore nonché per gli attriti interni. Si noti che l’angolo ϕ 0 è molto alto, per cui un la P0 è data dalla differenza e non dalla somma di due potenze. Lo schema di collegamento per la prova in corto circuito è lo stesso della prova a vuoto. La prova si esegue tenendo bloccato l’asse del rotore e alimentando la macchina con una tensione tale da far circolare nello statore la corrente nominale. La potenza misurata è data dalla relazione PCC = PA + PB = 3VCC I n cos ϕ CC , da cui si ricava ϕ CC ; per calcolare la I CC reale si considera costante l’impedenza equivalente della macchina e quindi si applica la proporzione VCC V V = n ⇒ I CC = I n n . In I CC VCC Per costruire il diagramma circolare si fissano le scale per le correnti, potenze e coppie. Ad esempio: Correnti 1cm= n [A] – Potenze 1cm= 3 Vn [W,VA,VAR] – Coppie 1cm= 3 Vn/ω [J/rad] 25 La macchina asincrona Si disegnano la I 0 e la I CC . Per trovare il centro del cerchio si traccia la verticale passante per A che interseca nel punto C il vettore I CC ; tracciamo l’orizzontale passante per il punto centrale del segmento AC. Si determina poi il punto medio del segmento AB e si traccia la perpendicolare ad AB in quel punto; l’intersezione tra la perpendicolare e l’orizzontale rappresenta il centro O ' del cerchio polare. Nel punto A si ha s = 0 , nel punto B si ha s = 1 e nel punto M si ha s = ∞ . Per individuare il punto M consideriamo il punto B, che corrisponde alla corrente di corto circuito I CC e tracciamo la verticale; il segmento BD rappresenta nella scala delle correnti la componente attiva della I CC primaria, e poiché in B si ha s = 1 , tale segmento rappresenta nella scala delle potenze le perdite nel rame di rotore, di statore, e le perdite nel ferro di statore. Nella scala delle potenze si misura il segmento EF pari alla quantità 2 relativa alla potenza perduta nel rame di statore PcuS = 3R1 I CC ; il segmento BF rappresenta la potenza perduta nel rame di rotore e il segmento DE la potenza perduta nel ferro di statore. Prolungando la retta AF si traccia il punto M. lle de ta i ret util i sem tenze o p V1 P I CC B (s=1) E FR M OT E OR NO M E. ϕ CC ϕ0 I1 . I1' G' C I (∞ ) ' 1 F M (s = ∞) F' I0 E' A (s=0) O' E D' D N GE ER O AT RE Fig. 16 - Diagramma circolare del motore asincrono 26 Pt potenze ta delle semiret ppie co o delle La macchina asincrona Consideriamo un punto P nella zona di funzionamento da motore, cioè l’arco di cerchio superiore compreso tra A e B. Si individuano subito le correnti I 1 e I 1' , e i punti caratteristici E’, F’, G’. Ogni segmento rappresenta nell’opportuna scala una grandezza caratteristica del funzionamento in quel punto: PD’: Potenza attiva in ingresso allo statore. OD’: Potenza reattiva in ingresso allo statore. D’E’: Perdite nel ferro di statore. E’F’: perdite nel rame di statore. F’G’: perdite nel rame di rotore. G’P: potenza utile all’asse. Si può anche ricavare lo scorrimento, ricordando che s = PcuR , cioè lo scorrimento è Pt uguale al rapporto tra la potenza persa nel rame di rotore e la potenza di traferro, allora s= 3.8 F ' G' . F' P METODI DI AVVIAMENTO Il metodo più semplice di avviare un motore è l’inserzione diretta sulla linea di alimentazione (fig. 17). Allo statore viene applicata la tensione di targa, e dopo qualche secondo il motore raggiunge la velocità di regime; gli svantaggi sono dovuti a una bassa coppia di spunto, come si evince dalla caratteristica meccanica, e da una forte corrente assorbita, circa 5÷8 volte la I n , AB 100-C09 dato che all’istante dell’avviamento abbiamo il rotore fermo e quindi la condizione di corto circuito, con scorrimento uguale a 1. Bisogna fare attenzione quando si utilizza questo avviamento alla caduta di tensione che si ha nella linea di alimentazione a causa della forte Fig. 17 – Avviamento diretto 27 La macchina asincrona corrente statorica. D’altra parte questo tipo di avviatore è il più semplice ed economico, e viene largamente usato per motori di bassa potenza. Per ridurre la corrente statorica all’avviamento ci sono sistemi che agiscono sulla tensione di alimentazione del motore oppure che agiscono sul rotore, faremo una panoramica dei vari sistemi in uso. Se da una parte la diminuzione della tensione di alimentazione provoca la limitazione della corrente di avviamento, dall’altra provoca anche la diminuzione quadratica della coppia di spunto; ad esempio un avviamento con tensione V = 0,7Vn provoca una coppia di spunto C Avv = 0,7 2 C Avvn = 0,49C Avvn . 3.8.1 INSERZIONE DI RESISTENZE ROTORICHE Il sistema che agisce sul rotore si utilizza nei motori con rotore ad anelli avvolto, e consiste nell’inserimento in serie agli avvolgimenti del rotore di un reostato che aumentando la resistenza di rotore fa scorrere la caratteristica meccanica verso sinistra (vedi fig. 12 a pag. 21). 3.8.2 ROTORE A DOPPIA GABBIA Un sistema usato per aumentare la coppia di spunto e contemporaneamente limitare la corrente di spunto è quello di usare motori con rotore a doppia gabbia, dove sono presenti in ogni cava due barre collegate frontalmente in modo da formare una gabbia esterna e una interna. La gabbia esterna presenta una resistenza maggiore di quella interna, e la gabbia interna presenta una maggiore induttanza di dispersione. All’avviamento avviene che la frequenza delle correnti rotoriche è alta, per cui la corrente tenderà a circolare nella gabbia esterna che ha impedenza minore, ma presenta anche una resistenza maggiore, per cui aumenta la coppia di spunto e diminuisce la corrente. A regime la frequenza delle correnti rotoriche è molto bassa, per cui si abbassa l’impedenza della gabbia interna e le correnti tenderanno a percorrerla. In fig.18 è riportata la caratteristica meccanica come somma dei contributi delle caratteristiche dovute alla gabbia interna ed esterna. 28 La macchina asincrona C GA NA ER INT A I BB GA BB IA ES TE RN A s 0 1 Fig. 18 - Caratteristica meccanica del motore con rotore a doppia gabbia. 3.8.3 INSERZIONE DI RESISTENZE STATORICHE Collegando in serie a ogni fase statorica una resistenza, si ha una caduta di tensione che riduce la tensione sulle fasi del motore; con questo avviamento si riduce la corrente di avviamento a 2,5÷3,5 volte la In . Ad avviamento concluso si disinseriscono le resistenze ripristinando la tensione nominale. È un sistema poco utilizzato per le ingenti perdite Joule che si hanno all’avviamento. 3.8.4 AVVIAMENTO CON AUTOTRASFORMATORE. La riduzione della tensione di alimentazione avviene tramite un autotrasformatore trifase a stella, avente un rapporto di trasformazione commisurato alla tensione che si vuole ottenere; a regime si disinserisce l’autotrasformatore si alimenta il motore direttamente dalla rete. È un sistema che si può utilizzare per motori di elevata potenza 29 La macchina asincrona (50÷100 KW) ma presenta il grosso svantaggio di dover utilizzare un’altra macchina unicamente per il tempo dell’avviamento, ed è il più costoso tra i sistemi di avviamento. 3.8.5 AVVIAMENTO STELLA-TRIANGOLO È tra i sistemi di avviamento più diffusi ed economici, e si può applicare su motori che a regime sono alimentati a triangolo. Tramite una serie di contattori, all’avviamento vengono collegati a stella gli avvolgimenti di statore, per cui la tensione applicata sugli avvolgimenti è V/ 3 ; la coppia quindi è proporzionale al quadrato della tensione si riduce di un terzo. La corrente che circola su ogni fase si riduce di 1/ 3 rispetto alla corrente di fase nel caso di collegamento a triangolo, che era 1/ 3 della corrente di linea; poiché nel collegamento a stella la corrente di fase e quella di linea coincidono, la corrente di linea nel collegamento a stella diventa 1/3 della corrente di linea nel collegamento a triangolo. 30 La macchina asincrona 3.8.6 AVVIAMENTO MEDIANTE SOFT-STARTER. Il metodo più attuale per avviare con tensione regolabile un motore asincrono è quello di usare un avviatore elettronico, che fornisce in uscita una tensione sinusoidale regolabile in ampiezza con frequenza costante. Sono avviatori compatti e stanno diventando competitivi con gli avviatori stella-triangolo. Lo svantaggio di questi sistemi è che provocano un sensibile inquinamento armonico sulla rete di alimentazione, per cui spesso necessitano di sistemi di filtraggio. 3.9 LA REGOLAZIONE DELLA VELOCITA’ La velocità con cui ruota il rotore è data dalla relazione n2 = n1 (1 − s ) = 60 f1 (1 − s ) ; per p modificare la velocità si può quindi agire sul numero dei poli, sullo scorrimento o sulla frequenza di alimentazione dello statore. 3.9.1 VARIAZIONE DEL NUMERO DI POLI La variazione del numero di poli può essere fatta solo sui motori con rotore a gabbia, nei quali il numero dei poli di rotore non è costruttivamente definito ma si adatta all’avvolgimento statorico; in pratica si costruisce lo statore con più avvolgimenti separati (massimo 3) in maniera da poterli collegare alla rete in modo indipendente per ottenere la velocità richiesta. Un altro tipo di connessione particolare è il motore Dahlander, predisposto per ottenere due valori di p, uno il doppio dell’altro, mediante una commutazione esterna che varia i collegamenti da triangolo a doppia stella con gli avvolgimenti accoppiati in parallelo. 31 La macchina asincrona Fig. 19 Schema connessione Dahlander 3.9.2 VARIAZIONE DELLO SCORRIMENTO La variazione dello scorrimento si può ottenere variando la pendenza della caratteristica meccanica nel tratto stabile, in modo da ottenere la condizione di equilibrio tra coppia motrice e coppia resistente a un numero di giri più basso. Nel caso di rotore avvolto ciò può essere fatto inserendo il reostato in serie agli avvolgimenti di indotto. In fig. 20 è 4R2 C 2R2 R2 ia r copp ente esist n3 0.2 0.4 0.6 n2 0.8 s n1 1 Fig. 20 Variazione della velocità col reostato di rotore. 32 La macchina asincrona rappresentato un esempio, la variazione di velocità è limitata, e si ha il problema di un abbassamento del rendimento a causa dell’aumento delle perdite sul rotore. Si può variare lo scorrimento anche diminuendo la tensione di alimentazione. In fig. 21 si può vedere che in questo modo la variazione di velocità è molto limitata, e comunque C 0V 20 V 150 100V sistente coppia re 300 600 n3 n2 900 1200 n n1 1500 1800 2100 Fig. 21 Variazione della velocità tramite modifica della tensione di alimentazione non può scendere oltre il valore dello scorrimento critico che rimane costante poiché dipende dalle grandezze di rotore s CR = R2 . X 2 (1) 3.9.3 VARIAZIONE DELLA FREQUENZA. L’elettronica di potenza ha permesso di costruire apparecchiature atte ad alimentare i motori variando la frequenza, e di conseguenza variando la velocità di rotazione del rotore. La variazione della frequenza mantenendo la tensione costante provoca una variazione della caratteristica meccanica come in fig. 22. La potenza, prodotto fra le grandezze meccaniche velocità (o frequenza) che cresce e coppia che diminuisce, rimane costante 33 La macchina asincrona in questo campo di regolazione, detto perciò campo di funzionamento a potenza costante. 35 H z C 40 Hz z 45H z 50H 55Hz 60Hz n 300 600 900 1200 1500 1800 2100 Fig. 22 - Caratteristica meccanica per diversi valori di f a tensione costante Ricordando che V = KfΦ , diminuire la frequenza e mantenere la tensione di alimentazione costante implica aumentare il flusso, e di conseguenza l’aumento della corrente magnetizzante e delle perdite nel ferro. Per evitare questo, per valori di frequenza inferiori alla frequenza nominale si riduce proporzionalmente anche la tensione in modo che V = KΦ ; questo modo di f funzionamento è detto a coppia costante, poiché costante rimane il valore della coppia massima. Per valori superiori alla frequenza nominale mantenere il flusso costante implicherebbe incrementare anche la tensione a valori superiori di quello nominale, valore che non deve essere superato. Per cui per valori di frequenza superiori alla nominale si mantiene la tensione al valore nominale. La caratteristica risultante è quella di fig. 23. 34 La macchina asincrona C z 35H z 50H 55Hz 60Hz n 300 600 900 1200 1500 1800 2100 Fig. 23 - Caratteristica meccanica per funzionamento a coppia costante (tra f=0 e fn, con V/f costante) e a potenza costante (con f>fn e tensione fissa Vn). 3.10 MOTORE ASINCRONO MONOFASE I motori asincroni monofasi sono formati da un rotore a gabbia e da uno statore nelle cui cave è distribuito un avvolgimento collegato alla rete di alimentazione. Ricordiamo (vedi fig. 1 a pag. 4) che una bobina percorsa da una corrente alternata sinusoidale è sede lungo il suo asse di un campo magnetico alternativo che si può scomporre nella somma di due campi magnetici controrotanti; uno lo chiameremo campo diretto e l’altro campo inverso. Per ricavare l’andamento della caratteristica meccanica si devono sovrapporre gli effetti delle due coppie, e la coppia risultante è quella di fig.24. 35 La macchina asincrona C Cd C n 0 Ci Fig. 24- Caratteristica del motore asincrono monofase. Dalla caratteristica meccanica si evince che la coppia di spunto è nulla, quindi il motore non è in grado di autoavviarsi; una volta avviato in un dato verso, il motore continua a girare in quel senso poiché diventa prevalente la coppia dovuta al campo rotante in quel verso. Per fare in modo che il motore abbia una coppia di spunto, bisogna cercare di avvicinarsi alla configurazione del campo rotante bifase, cioè il campo prodotto da due bobine sfasate nello spazio di 90° e percorse da due correnti alternate sfasate anch’esse di 90°; per fare ciò sullo statore vengono montati due avvolgimenti a 90°, uno principale e uno ausiliario di avviamento, che può essere disinserito da un interruttore centrifugo una volta avviato il motore, e per sfasare le correnti sui due avvolgimenti si varia l’impedenza ausiliaria rispetto a quella principale, o aumentando la propria resistenza o inserendo un condensatore in serie. 36 La macchina asincrona 3.11 ESERCITAZIONE Un motore asincrono trifase con rotore avvolto ha i seguenti dati nominali: Pn=80KW, Vn=400V, fn=50Hz, Innn=150A, cosf=0,85, p=2, t=1,43. Gli avvolgimenti collegati a stella presentano i seguenti parametri rilevati alla temperatura di funzionamento: R1=0,035W, X1=0,105W, R2=0,016W, X2=0,175W. La prova a vuoto effettuata a tensione nominale ha dato i seguenti valori: I0=21A, cosf0=0,09, Pav=2,8 KW. Nel funzionamento a carico nominale determinare: 1) Il circuito equivalente della macchina. 2) La corrente rotorica, lo scorrimento, il rendimento, la coppia trasmessa e quella resa. 3) La corrente di c.c. statorica. 1) Il circuito equivalente statorico riportato al primario è disegnato in figura, e i parametri sono dati da: R1 = 0,035Ω ; X e = X 1 + τ 2 X 2 = 0,105 + 1,432 ⋅ 0,175 = 0,463Ω ; R2' = τ 2 R2 = 0,033Ω ; I1 I1' R1 Xe I0 V1 R0 R2' s Xµ I parametri trasversali si ricavano dalla corrente a vuoto: ϕ 0 = arccos 0,09 = 84,8° ; I 0= 21 ⋅ cos ϕ 0 − j 21 ⋅ senϕ 0 = 1,89 − j 20,91 Il motore è collegato a stella, per cui V1 = Z 0= Vn 3 = 230V V1 230 = = 0,986 + j10,91 = R0' + jX 0' I 0 1,89 − j 20,91 37 La macchina asincrona G0= R0' R B0= − R0= '2 0 +X '2 0 = X 0' R '2 0 +X '2 0 0,986 = 8,2 ⋅ 10 −3 S 0,986 2 + 10,912 =− 10,91 = 90,9 ⋅ 10 −3 S 2 2 0,986 + 10,91 1 1 = = 121,95Ω G 0 8,2 ⋅ 10 −3 Xµ = 1 1 = = 11Ω B0 90,9 ⋅ 10 −3 2) La corrente rotorica riportata sullo statore è data da I 1' = I 1 − I 0 . I 1 = I 1 (cos ϕ1 − jsenϕ1 ) ; ϕ1 = arccos(0,85) = 31,8° ; ⇒ I 1 = 150(0,85 − j 0,526) = 127,5 − j 79 A I 1' = I 1 − I 0 = 127,5 − j 79 − 1,89 + j 20,91 = 125,61 − j 58,09 I 1' = 125,612 + 58,09 2 = 138,39 A La corrente effettiva che circola nel rotore è I 2 = τ ⋅ I 1' = 1,43 ⋅ 138,39 = 197,9 A Lo scorrimento è dato dal rapporto tra le perdite nel rame di rotore e la potenza trasmessa s = PcuR . Pt PcuR = 3R2 I 22 = 3 ⋅ 0,016 ⋅ 197,9 2 = 1880W La potenza trasmessa è data dalla somma della potenza resa, le perdite per attrito e ventilazione e le perdite nel rame di rotore. Pt = Pn + Pav + PcuR = 80000 + 2800 + 1880 = 84680W s= 1880 = 0,022 ; s % = 2,2% 84680 Il rendimento è dato dal rapporto tra potenza nominale (che è la potenza effettivamente disponibile all’albero) e potenza assorbita dallo statore: Pa = 3Vn I n cos ϕ = 3 ⋅ 400 ⋅ 150 ⋅ 0,85 = 88334W η= Pn 80000 = = 0,905 Pa 88334 Per calcolare la coppia resa C r bisogna conoscere la velocità angolare del rotore w. ω0 = 2πf = 157,1 rad/s ; ω = ω 0 (1 − s ) = 157,1(1 − 0,022) = 153,6 rad/s p 38 La macchina asincrona Ct = Cr = Pt ω0 Pn ω = 84680 = 539 Nm 157,1 = 80000 = 521 Nm 153,6 3) La corrente di corto circuito statorica è quella a rotore bloccato, quindi a scorrimento unitario. Dal circuito equivalente abbiamo I 1'CC = V1 230 = = 71,42 − j 486,27 ' R1 + jX e + R2 0,035 + j 0,463 + 0,033 I 1CC = I 0 + I 1'CC = 1,89 − j 20,91 + 71,42 − j 486,27 = 73,31 − j 507,18 I 1CC = 73,312 + 507,18 2 = 512,45 A 39