Dinamica del punto materiale 1. La meccanica classica o Newtoniana. 2. Concetto di Forza 3. Prima legge di Newton: il principio di inerzia 4. Legge di inerzia e sistemi di riferimento inerziali 5. Concetto di Massa 6. Seconda legge di Newton 7. Definizione della forza ed unità di misura 8. Esempi di forze: la forza peso 9. Terza legge di Newton: il principio di azione e reazione 10.Definizione operativa della massa 11.La forza elastica: Legge di Hooke Definizione operativa di una grandezza : quando viene specificato, in maniera univoca ed universale, il modo con cui detta grandezza viene misurata. Meccanica Newtoniana La dinamica di un punto materiale affronta lo studio delle cause del moto. L’accelerazione è causata da “qualcosa che spinge o tira”. Se tiriamo o spingiamo un corpo su di esso “applichiamo una forza”. Bisogna fare però attenzione che non sempre le forze causano un movimento. La teoria che lega le cause del moto alle variabili cinematiche che lo descrivono è detta Meccanica. Noi studiamo la meccanica classica, ovvero la teoria nella quale tutti i fenomeni di moto si possono descrivere usando soltanto tre leggi semplici dette leggi di Newton. Vengono introdotti i concetti di Forza e di Massa, tramite i quali è possibile collegare le cause del moto alle variabili cinematiche che lo descrivono. Prima legge di Newton Questa legge in realtà risale ai tempi di Galileo ( alla prima metà del 17° secolo) , è conosciuta con il nome di PRINCIPIO D’INERZIA e dice: “ Un corpo a riposo, rimane a riposo ed un corpo in movimento continua a muoversi con velocità costante se su di esso non agiscono forze esterne” Oppure nella forma espressa da Newton: Ogni corpo permane nel suo stato iniziale di quiete o di moto rettilineo uniforme, fin quando non è costretto a cambiare il suo stato da una forza che viene applicata su di esso Questo concetto ci è familiare ma va contro l’esperienza comune: se lanciamo un oggetto con una certa velocità iniziale esso non se ne andrà via lungo una traiettoria rettilinea, ma ad un certo punto si fermerà.. Perché c’è la forza gravitazionale, ma se pensiamo di fare la stessa cosa nello spazio? L’oggetto proseguirà indefinitamente il suo moto lungo la direzione della velocità iniziale. Sistema di riferimento inerziale Il principio di inerzia non è valido in tutti i sistemi di riferimento Il principio di inerzia è valido nei sistemi di riferimento INERZIALI Sistema di riferimento INERZIALE= Un qualsiasi Sistema di riferimento che si muove con velocità costante ( quindi con accelerazione nulla) Se un sistema di riferimento è inerziale, ogni altro sistema che si muove a velocità costante rispetto ad esso è ancora un riferimento inerziale. F 0a 0 La prima legge di Newton si può sintetizzare dicendo che se , cioè quando su un corpo non agisce alcuna forza, la sua accelerazione è nulla Ciò implica che vi può essere movimento ( a velocità costante) senza che agiscano forze sul corpo e che tale legge non distingue tra corpo in quiete o a velocità costante. In effetti se un corpo si trova a v=0 oppure a v0 dipende dal sistema di riferimento dal quale lo si osserva. (Se osserviamo un passeggero seduto su un treno in movimento dal sedile di fronte esso è in quiete, se lo osserviamo dalla stazione esso è in movimento) NB: possiamo provare la prima legge di newton? NO- perché non possiamo essere sicuri al 100% che il nostro sistema di riferimento sia un sistema inerziale Ma ci fidiamo??? SI- perché tale legge è consistente, all’interno dell’incertezza sperimentale, con tutti gli esperimenti che sono stati fatti finora ( metodo scientifico) Massa (Inerziale) La massa è una proprietà intrinseca di un oggetto che misura la resistenza che esso oppone a variare la sua velocità. È una delle grandezze fondamentali. Maggiore è la massa di un oggetto, minore è l’accelerazione dell’oggetto quando viene sottoposto ad una data forza La massa è indipendente da ciò che lo circonda e dal metodo adoperato per misurarla. La massa è una quantità scalare (obbedisce alle regole dell’aritmetica ordinaria) Le masse si sommano e si sottraggono in modo numericamente semplice NB: Massa e Peso sono due grandezze differenti!!!!!!!!! La massa di un corpo rimane la stessa sia qui che sulla Luna, il peso del corpo cambierà ( il peso del corpo, misurato sulla Terra, sarà maggiore del peso misurato sulla Luna) Forza Il moto di un corpo è il risultato della sua interazione con i corpi circostanti. Le interazioni di un corpo con l’ ambiente esterno sono sintetizzate (in meccanica classica) dall’azione di una grandezza fisica vettoriale detta Forza. I fisici sono riusciti a ricondurre tutti i fenomeni al manifestarsi di quattro tipi di interazioni fondamentali: Gravitazionale(originata dalla presenza di materia) Elettromagnetica (originata dalla presenza di carica elettrica) Debole (responsabile di alcuni decadimenti radioattivi) Forte (operante tra le particelle fondamentali e genera il legame tra i nuclei) L’azione simultanea di più forze su di un corpo si può sintetizzare tramite la loro somma vettoriale (detta RISULTANTE). Seconda legge di Newton(1) Abbiamo appreso dalla prima legge della dinamica che una forza netta non nulla applicata ad un corpo deve modificarne necessariamente la velocità, cioè provocare un cambiamento del modulo, della direzione o del verso del vettore velocità. L’azione di una forza produce una accelerazione. Ma qual’è la relazione esatta tra forza e accelerazione? Consideriamo una molla a riposo con un estremo fissato al muro Estendiamola di una certa lunghezza (non è importante numericamente quanto, ma solo che durante la misura che si sta per fare questa lunghezza sia sempre riproducibile) Attacchiamo all’estremo libero una massa m1 e misuriamo l’accelerazione a1 subito dopo aver rilasciato la molla A riposo Spinta Spinta Misura m1 a1 m2 a2 Facciamo la stessa cosa con diverse masse ( es m2> m1) Risultato sperimentale: a parità di forza risultante applicata, più grande è la massa minore sarà ’accelerazione osservata Cioè se m1=1/10m2 allora a1 = 10a2 m1a1=m2a2 m1 a2 m2 a1 Seconda legge di Newton(2) A parità di forza applicata l’accelerazione di un corpo è inversamente proporzionale alla sua massa (più grande è la massa minore sarà l’accelerazione osservata) m1a1=m2a2 Da semplici esperimenti è possibile verificare che applicando una forza doppia ad un certo oggetto, l’accelerazione prodotta sarà due volte più grande, applicando una forza tripla, l’accelerazione sarà tre volte più grande, e così via. Questo porta a dire che: l’accelerazione di un corpo è proporzionale alla forza risultante ad esso applicata. F a Basandosi su queste evidenze sperimentali, Newton enunciò e formalizzò matematicamente la seconda legge della dinamica: Seconda legge di Newton: L’accelerazione di un oggetto è direttamente proporzionale alla forza risultante agente su di esso ed è inversamente proporzionale alla sua massa a F m F ma F NB: è la forza risultante data dalla somma di tutte le forze agenti sull’oggetto di massa m Forza Altro modo di definire la seconda legge di Newton: “Una forza che agisce su un corpo, produce su di esso un’accelerazione stessa direzione della forza ed ha modulo (la forza) pari ad ma La forza è un vettore: Un corpo risulta in equilibrio se la somma di tutte le forze che agiscono su di esso è nulla: Ftot F ma a avente la Ftot max x Ftoty may Ftotz maz Ftot 0 x Ftot F 0 Ftoty 0 Ftotz 0 a0 Anche il secondo principio della dinamica è valido solo in sistemi di riferimento inerziali NB: possiamo provare la seconda legge di Newton? NO- perché non possiamo essere sicuri al 100% che il nostro sistema di riferimento sia un sistema inerziale Ma ci fidiamo??? SI- perché tale legge è verificata, all’interno dell’incertezza sperimentale, da tutti gli esperimenti che sono stati fatti finora ( metodo scientifico) Definizione operativa della forza La seconda legge della dinamica permette di introdurre una definizione operativa di forza: m=1kg Si consideri il chilogrammo campione, poggiato su un piano orizzontale privo di attrito ed agganciato ad una molla. m=1kg Se la molla viene allungata essa esercita una forza sulla massa campione e quindi un’accelerazione. Definiamo unitaria la forza esercitata dalla molla quando questa imprime al kg campione una accelerazione di 1 m/s2 Tale forza unitaria equivale ad 1 N (Newton) ed è legato alle grandezze fondamentali dalla seguente espressione: kg m 1N 1 2 s Definizione Operativa di massa La seconda legge della dinamica permette di introdurre anche una definizione operativa di massa: Se applichiamo una stessa forza F a corpi diversi, abbiamo visto che: F m1a1 m2 a2 e quindi m1 a2 m2 a1 In particolare se confrontiamo l’accelerazione a di un corpo di massa incognita m con quella a0 del campione di massa m0 =1kg sottoposto alla stessa forza, otteniamo una misura della massa incognita m tramite la relazione : Misurata sperimentalmente m a0 m0 a a0 m m0 a a0 m kg a Misurata sperimentalmente Esempio di Forza: Forza Gravitazionale La forza gravitazionale è la forza esercitata dalla Terra su un corpo. Tale forza è una grandezza vettoriale, la cui direzione è la direzione dell’accelerazione gravitazionale g , cioè quella dal corpo al centro della terra. Se un corpo è lasciato libero di muoversi sulla superficie terrestre, sottoposto alla sola forza gravitazionale, esso subisce l’accelerazione di gravità: F Fgrav mg g dove sia gche Fgrav sono diretti verso il centro della terra. La relazione Fgrav mg g non richiede che il corpo sia in movimento. la forza di gravità è sempre presente, anche se un corpo non si muove perché poggiato su una superficie. La massa mg ( massa gravitazionale) determina l’intensità dell’attrazione gravitazionale tra il corpo e la Terra, in linea di principio essa è diversa dalla massa inerziale ( cioè quella proprietà intrinseca dei corpi di opporsi ad una variazione della velocità dovuta all’applicazione di una forza), ma i risultati sperimentali nell’ambito della meccanica classica portano a dire che tali masse hanno stesso valore numerico Forza Gravitazonale ePeso(1) Il modulo della forza gravitazionale è detto Peso P: P mg g Poiché il peso dipende da g, esso dipende dalla posizione geografica, i corpi pesano di meno su una montagna (quindi ad altitudini elevate) che non al mare poiché l’accelerazione g diminuisce allontanandosi dalla superficie terrestre ( o per meglio dire dal centro della Terra) Il peso non è una proprietà intrinseca dei corpi ( a differenza della massa) Esempio: l’accelerazione gravitazionale sulla luna è pari a gLuna= 1.6 m/s2 Il peso di un corpo di massa 10 kg sulla Terrà è Pterra mgterra mg 98N Il suo peso sulla Luna è: Pluna mgluna 16 N Forza gravitazionale e Peso(2) Se teniamo sul palmo della mano una pallina da tennis, braccio teso, la pallina rimane ferma nel palmo della mano, non è soggetta ad accelerazione e quindi la forza risultante applicata alla pallina deve essere nulla. Sappiamo che la pallina ha una massa ( m= 58 g per la precisione) e quindi è sottoposta alla forza gravitazione mg Ma la forza totale deve essere nulla, quindi è chiaro che il palmo della mano deve “spingere verso l’alto” la pallina con un forza uguale e contraria a mg a0 Ftot ma 0 Ftot Fpalmo Fg 0 Fpalmo 0.5N m 58 g mg 0.5N Fpalmo mg NB: non c’è alcun riferimento alla velocità nella seconda legge di Newton, quindi un corpo è soggetto alla stessa forza gravitazionale, indipendentemente dalla sua velocità ( a meno che tale velocità non sia prossima a quella della luce, in questo caso infatti la meccanica newtoniana non vale più e bisogna passare alla relatività ristretta di Einstein) Terza legge di Newton Se un corpo esercita una forza F12 su un altro corpo, l’altro corpo eserciterà su di esso una forza F21uguale in modulo ma di verso opposto 3° legge di Newton F12 F21 Azione = -Reazione Non esiste una singola forza isolata, ma le forze si presentano sempre a coppia E la forza gravitazionale allora? Il cancellino lasciato libero cade sotto l’azione della forza gravitazionale della terra su di esso… E la reazione? Dove sta? In realtà anche il cancellino esercita una forza di attrazione sulla Terra identica in modulo a quella che la terra esercita sul cancellino… ma la massa della terra è talmente grande che la sua accelerazione è pressoché nulla La legge di azione e reazione vale sempre, sia che gli oggetti stiano fermi sia che risultino accelerati Esempi di Azione-Reazione Un palloncino che si sgonfia: L’aria dentro il palloncino gonfiato preme in tutte le direzioni e quando si lascia libera l’apertura, l’aria viene premuta fuori dal foro di uscita. Per reazione l’aria genera una pressione nella direzione opposta sulla superficie interna del palloncino che di conseguenza comincia a muoversi nella direzione opposta a quella della fuoriuscita di aria. Fpalloncino Faria La possibilità di muoversi camminando: la persona preme il piede spingendo indietro il terreno il terreno spinge il piede in avanti Lancio di un razzo: Il motore del razzo spinge gas verso il basso Il gas spinge il razzo verso l’alto Attenzione: Nel caso particolare in cui due forze sono applicate ad un corpo che ha accelerazione nulla la seconda legge di Newton potrebbe sembrare ingannevolmente simile alla legge di azione e reazione. In realtà la seconda legge di Newton si applica al singolo corpo mentre la terza si applica all’interazione tra due corpi Forza Normale (o reazione Vincolare)(1) Quando un corpo preme contro una superficie ( anche se apparentemente rigida) la superficie si “deforma” e spinge il corpo con una forza FN normale a tale superficie ( reazione vincolare) Esempio: Un corpo di massa m giace sulla superficie orizzontale di un tavolino: Il corpo preme sul tavolo a causa della forza gravitazionale Fg, deformandolo Il Tavolo preme il corpo verso l’alto con la forza normale FN (cioè perpendicolare alla superficie del tavolo) Corpo di massa m Sul corpo agiscono solo la forza peso e la forza normale ed entrambe sono dirette verticalmente FN y Fg mg ( prendiamo in considerazione solo le componenti lungo y). Fg mg Dalla seconda legge della dinamica otteniamo il modulo della forza normale: F ma Fn Fg F y may FN mg FN m a y g Somma delle forze che agiscono sul corpo di massa m Nel caso in cui il corpo ha accelerazione nulla ( come nel nostro caso) si ha che: ay 0 FN m g Forza Normale (2) Attenzione: la forza normale non è necessariamente uguale alla forza peso: Prendiamo di nuovo l’esempio di una scatola poggiata su un tavolo Caso (a) => identico al caso appena visto Fy FN mg 0 y FN mg Caso (b) => una mano preme sulla scatola con una forza di 40N (alla forza peso che preme sul tavolino si aggiunge la forza della mano) F Caso (c) => una mano tira la scatola verso l’alto con una forza di 40N (la forza peso e la forza della mano agiscono in versi opposti) F y FN mg 40 N 0 y FN mg 40 N y FN mg 40 N 0 FN mg 40 N y Forza Normale (3) Attenzione: la forza normale non è necessariamente Verticale FN FN È sempre perpendicolare alla superficie del vincolo Fg È sempre perpendicolare alla superficie della terra Corpo di massa m Fg Attenzione: la forza normale non sempre bilancia Fg F FN Fg FN Fx Fg sin max 0 Fy FN Fg cos 0 mg Componente lungo y di F g FN x 0 FN y FN mg cos y FN Ftot x Fg la forza normale FN bilancia solo la componente di Fg perpendicolare alla superficie vincolare y Tensione Le funi sono dispositivi che permettono di trasmettere l’ azione di una forza applicata in un dato punto ad un punto diverso. La fune viene considerata inestensibile e priva di massa ed il modulo della forza esercitata in un qualsiasi punto della fune è lo stesso in tutti i punti della fune Se quindi applico una forza a un estremo di una fune tesa, questa risponde con una forza che si trasmette lungo la fune in modo tale che ogni punto della corda abbia accelerazione nulla relativamente a tutti gli altri. le forze ai capi della corda sono uguali ed opposte Quando un corpo viene tirato mediante una fune ancorata ad esso, la fune esercita una forza T sul corpo La forza T è diretta lungo la fune nel verso di allontanamento dall’oggetto ed il modulo T di questa forza viene detta tensione della fune La fune viene concepita solo come un collegamento tra i due corpi e questo concetto vale anche se la fune passa per una carrucola (o puleggia), La fune permette di “trasportare” le forze, e di cambiare la direzione della loro retta di azione. Esempio di tensione : carrucola Un facchino utilizza una fune passante attorno a due carrucole per sollevare un pianoforte del peso di 2000 N. Quale forza deve esercitare sulla fune? NB: Per funi di massa trascurabile il modulo della tensione è lo stesso in ogni punto della fune La forza applicata da facchino è uguale in modulo alla tensione della fune T FT T Se consideriamo le forze applicate sul pianoforte avremo: F ma T T Fg ma 2T mg Per far muovere il pianoforte dovremo avere: ma 2T mg 0 E quindi: mg FT T 2 NB : per risolvere esercizi con carrucole potete immaginare di chiudere la carrucola in una scatola ed ad ogni fune uscente ed entrante associare una forza (tensione). Se il sistema è in equilibrio le forze uscenti e le forze entranti devono compensarsi sommandole come vettori. y Forze di attrito La presenza delle forze di attrito fa parte dell'esperienza quotidiana. Se si tenta di far scorrere un corpo su una superficie scabra, si sviluppa una resistenza allo scorrimento detta forza di attrito. A livello microscopico l’attrito è dovuto alle microfusioni che si formano in corrispondenza delle asperità delle due superfici a contatto La forza di attrito può essere schematizzata come una forza tangente alla superficie Attrito statico Consideriamo un oggetto poggiato sul pavimento su cui viene applicata una forza F orizzontale( per esempio verso sinistra) La forza di Attrito statico è la forza che contrasta F e che impedisce all’oggetto di muoversi, tale forza Corpo in quiete (non viene applicata alcuna forza sul corpo oltre alla forza peso ed alla reazione vincolare) quiete Viene applicata una forza F < fsmax, Il corpo continua a rimanere fermo Aumentando F, fin quando F < fsmax, Il corpo continua a rimanere fermo F = fsmax, Il corpo continua a rimanere fermo Non appena F>fsmax il corpo comincia a muoversi Attrito dinamico Quando F ha superato fsmax, il corpo ha cominciato a muoversi con un’accelerazione nel verso della forza applicata e la forza di attrito diminuisce e viene detta Forza di attrito dinamica La forza risultante Fnet=F-fd determina un’accelerazione nel suo stesso verso ( 2° legge di Newton) F > fd Se riduciamo F fino ad avere che F=fd la forza risultante sarà nulla così come l’accelerazione ed il corpo procederà di moto rettilineo uniforme F = fd Se riduciamo ancora F (fino ad avere F=0 ) la forza risultante sarà solo la forza di attrito dinamico (che si oppone al moto) => l’accelerazione avrà verso opposto alla velocità => la velocità diminuirà fino ad annullarsi Attrito Sperimentalmente si trova che: La direzione della forza d’attrito è sempre parallela alla superficie ed il verso è sempre opposto al verso del moto ( o alla forza applicata che cerca di produrre il moto) L’intensità sia della forza di attrito statico che quella di attrito dinamico sono proporzionali al modulo della forza normale esercitata dalla superficie sul corpo f s f s max s N f d d N fs fs fd fd N N Dove : s coefficien te di attrito statico d coefficien te di attrito dinamico s d I valori dei coefficienti di attrito s e d sono coefficienti adimensionali che dipendono dalla natura delle superfici a contatto ed in prima approssimazione d NON dipende dalla velocità tra le due superfici Attrito (riassunto) Grafico del modulo della forza d’attrito in funzione della forza applicata: inizialmente la forza di attrito (statico in quanto il corpo rimane fermo) cresce linearmente con la forza applicata, fin quando non raggiunge il valore fsmax =s N Quando F supera il valore di fsmax il corpo comincia a muoversi ed entra in gioco l’attrito dinamico fd< fsmax che assume velocemente il valore fd =d N indipendentemente dalla forza applicata Esempio Attrito y ESEMPIO: Scatola contro il muro x Come può una forza orizzontale impedire ad un oggetto di muoversi verticalmente? 1) Ho bisogno di attrito 2) Devo premere abbastanza Corpo fermo ma 0 max F N 0 may mg s N 0 ma F Fg N f s 0 F N s F mg s N mg Si avrà quindi che se: s F mg La scatola NON scivola giù s F mg La scatola scivola giù Esempio Piano inclinato con attrito Se un corpo di massa 10kg rimane in equilibrio senza scivolare su un piano inclinato di un angolo di 40° rispetto al piano orizzontale ne deduciamo che è soggetto ad una forza di attrito statico il cui coefficiente di attrito è maggiore o uguale a : y 1) 0.54 ma x 0 2) 0.74 F ma 0 ma 0 FN 3) 0.84 y Px mg sinα 4) 0.94 F ma P N f s ma x Px - f s mg sinα - f s 0 ma y Py N mg cosα N 0 Ma: fs s N mg sinα s mg cosα Py mg cosα f s mg sinα x N mg cosα fs P mg sinα s mg cosα s tan tan 40 0.84 Attrito viscoso Consideriamo ora l’attrito dovuto alla presenza di mezzi viscosi che interagiscono con corpi in movimento Per mezzi viscosi si intendono LIQUIDI e GAS. Il mezzo viscoso esercita una forza di attrito Fav sul corpo che si muove attraverso di esso. La forza di attrito viscoso ha verso opposto al movimento e modulo che dipende dalla velocità relativa tra corpo e mezzo , in particolare aumenta all’aumentare della velocità. F f (v) av La relazione che lega la forza di attrito viscosa alla velocità può essere complessa. Di solito si approssima il moto attraverso mezzi viscosi con due modelli semplici: Corpo di piccole dimensioni ( particelle di polvere nell’aria) a bassa velocità Fav v 2 Corpi di grandi dimensioni ad alta velocità (paracadutista, palle da tennis) Fav v Noi considereremo solo il primo modello. Attrito viscoso-corpi di piccole dimensioni e bassa velocità(1) Un corpo che si muove in un fluido (liquido o gas) con velocità non troppo elevata è sottoposto ad un forza di attrito viscoso. Tale forza si oppone al moto ed ha intensità proporzionale alla velocità del corpo: Fav bv dove b = costante che dipende dal mezzo e dalla forma e dalle dimensioni del corpo Consideriamo un corpo che si muove con velocità iniziale v0 attraverso in mezzo viscoso. Come diminuisce la velocità del corpo se esso è soggetto solo alla forza di attrito viscoso ? F ma Fav Per la 2° legge di Newton si ha: a è la derivata della velocità dv b dt v m dv ma m dt Integro entrambe i mebri dell’equazione dv v ln v0 v v0 v m ma bv dv bv dt dv b v dt m b b t b dt 0 dt t 0 0 m m m v b ln t v0 m t Attrito viscoso-corpi di piccole dimensioni e bassa velocità(2) Fav bv v b ln t v0 m ln Elevando entrambi i membri a potenza di e => v e v0 b t m v v0e v v0e t b t m e v v0e v v0 b t v e m v0 t dove m b Fav bv0e t Una particella che si muove con velocità iniziale vo in un mezzo viscoso ( acqua o aria) sottoposta alla sola forza di attrito viscoso subirà una riduzione esponenziale della velocità. Anche la forza di attrito viscoso ( proporzionale alla velocità) diminuirà nel tempo con un andamento esponenziale, fino ad arrivare asintoticamente a 0. In presenza della sola forza di attrito viscoso non si può avere una condizione di equilibrio statico perché Fav=0 solo quando v=0 ( cioè per t=∞) Velocità limite Consideriamo ora il caso di un corpo di massa m che venga lasciato cadere in un fluido. Assumiamo che le uniche forza agenti siano la forza peso e la forza di attrito viscoso Fav (es un corpo in acqua). L’equazione del moto è data (nella direzione verticale) da: F ma mg Fav may m dv mg bv dt La soluzione a questa equazione differenziale dà: v vl 1 e t dove = m/b vl = mg/b vl è la velocità limite => (quando la forza di attrito viscoso si approssima alla forza peso, l’accelerazione ay 0 ed il corpo raggiunge questa velocità limite) mg bv 0 per v mg b Fav bv y Fav Il moto circolare e la seconda legge di Newton Un corpo che si muove con velocità in modulo costante v e lungo una traiettoria circolare di raggio r subisce un’accelerazione centripeta ac =v2/r Se c’è un’accelerazione deve esserci una FORZA RISULTANTE NON NULLA che genera tale variazione del moto FORZA CENTRIPETA diretta verso il centro della circonferenza, sempre ortogonale alla velocità e di modulo pari a v2 Fc m r La forza centripeta NON è un nuovo tipo di forza, ma è una qualsiasi forza che causa un’accelerazione centripeta, imponendo al corpo un moto lungo una traiettoria circolare Esempi di forza centripeta (1) Palla trattenuta da un filo: La palla di massa m tenderebbe a mantenere il moto lungo un percorso rettilineo ( per la prima legge di Newton), c il filo però impedisce questo moto, esercitando una forza radiale sulla pallina che lo mantiene sulla traiettoria circolare Tale forza radiale è la tensione del filo che causa il moto circolare F T Se si spezza il filo, e viene a mancare la tensione la pallina procederà di moto rettilineo uniforme con direzione e velocità date dalla velocità all’istante della rottura Giostra Rotor: Quando la giostra comincia a girare, le persone all’interno (poggiate già alla parete) tenderebbero per inerzia a mantenter un moto rettilineo, ma la parete le costringe a girare ..\Materiale\rotor.htm Fc N Esercizio sul rotor Se il coefficiente di attrito statico tra i vestiti di una persona appoggiata alle pareti di un rotor e le pareti stesse è s 0,40 ed il raggio del cilindro del rotor è R=2,1m determinare la velocità minima v con cui deve ruotare il rotor (e la persona) perché il passeggero non scivoli a terra Se la massa del passeggero è di 49kg, qual è l’intensità della forza centripeta? Affinchè la persona rimanga attaccata alla parete del rotor e non scivoli giù la risultante delle forze che agiscono su di essa deve avere componente verticale nulla F y may 0 Quali sono le forze che agiscono sulla persona nel rotor: 1) Forza peso mg rivolta verticalmente verso il basso 2) La forza normale N esercitata dalla parete sulla persona che la costringe a ruotare in moto circolare uniforme v2 2 N è quindi la forza centripeta mv /r. N m R È una forza orizzontale diretta verso il centro del cilindro 3) La forza d’attrito statico fs tra i vestiti della persona e le pareti del rotor. Tale forza si oppone allo scivolamento verso il basso, è quindi diretta verticalmente verso l’alto. f smax s N Il valore massimo di tale forza è proporzionale alla forza normale La v minima è quella per cui la forza peso e la forza di attrito statico sono uguali v2 v2 f smax s N s m s m m R g R mg f s 0 f s mg max max gR s 7,2m / s 7,2 N 1210 N 1200 N v2 Fc N m 49 R 2,1 2 Se m=49 kg v NB: La velocità non dipende dalla massa del passeggero Esempi di forza centripeta (2) Satellite che orbita intorno alla terra: Forza gravitazionale: ogni particella nell’universo attrae un’altra particella con una forza che è direttamente proporzionale al prodotto delle due masse ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza e la forza è diretta lungo la congiungente le due masse m1m2 Fg G 2 rˆ r G=6,67· 10-11 Nm2 / kg2 Il satellite sarà vincolato a ruotare intorno alla Terra a causa della sua attrazione gravitazionale msatellite mterra Fc Fg G rˆ 2 Rterra h Molla e legge di Hooke Consideriamo un corpo di massa m poggiato su una superficie priva di attrito ed attaccato all’estremità libera di una molla e consideriamo che la posizione di equilibrio (F=0) sia in x=0 Se la molla viene allungata o compressa di un tratto x rispetto alla sua posizione di equilibrio essa eserciterà una forza proporzionale allo spostamento che si oppone ad esso: legge di Hooke F kx La costante di proporzionalità k è detta costante elastica della molla La forza esercitata dalla molla è sempre diretta in verso opposto a quello dello spostamento dalla posizione di equilibrio x=0 NB: la x nella formula rappresenta lo spostamento dalla posizione di equilibrio, se tale posizione fosse stata in un punto x=xo la legge di Hooke sarebbe stata scritta: F k x x0 x Moto (oscillatorio) armonico La legge di Hooke ci fornisce l’andamento della forza di un corpo soggetto ad una forza elastica. L’equazione del moto si può ora ricavare dalla seconda legge di Newton: F ma kx ma kx d 2x k a 2 x dt m Equazione differenziale di secondo grado omogenea d 2x 2 x 2 dt Dove: k m 2 La soluzione di questa equazione è una funzione trigonometrica che rappresenta una oscillazione: xt A cost k k NB: è la pulsazione dell’oscillazione, che dipende dalla m m 2 costante elastica della molla e dalla massa ad essa applicata. Moto armonico (2) xt A cost è una soluzione dell’equazione differenziale: d 2x 2 x 2 dt Se infatti deriviamo due volte x(t) otteniamo: Equazioni di un moto armonico di ampiezza A, frequenza angolare ed angolo di fase x A cost dx d A cost A sin t dt dt dx A sin t dt d 2x d A sin t 2 A cost 2 dt dt d 2x 2 A cost 2 dt d 2x 2 x 2 dt x Proprietà del moto armonico (3) Data l’equazione del moto si possono determinare alcune proprietà del moto oscillatorio: la pulsazione ed il periodo T. Il periodo T e’ pari al tempo minimo che impiega l’oscillazione a tornare alla stessa posizione con la stessa velocità. Dipende solo da k ed m 2 m T T 2 k La frequenza f è l’inverso del moto e dipende solo da k ed m: 1 1 k f T 2 2 m La frequenza angolare : f 2 2 T Le grandezze A e che compaiono nella soluzione sono l’Ampiezza e la costante di fase e dipendono dalle condizioni iniziali del moto, cioè dalla posizione e dalla velocità iniziale. t fase del moto Es: se abbiamo una molla inizialmente allungata di una quantità L e lasciata libera di oscillare all’istante t=0, essa comincerà ad oscillare tra x=L ed x=-L si dovrà avere che: xt A cost xt 0 L quindi A L cos 1 0 Proprietà del moto armonico (4) Poiché le funzioni seno e coseno oscillano tra +1 e -1: I valori estremi per x sono ±A, I valori estremi di v sono ±A I valori estremi di a sono ± 2A , quindi x A cost vx A sint ax A cost 2 vmax k A A m amax 2 A k A m Moti relativi Le leggi fisiche non dipendono sistema di riferimento scelto per descrivere il moto. Lo spazio è omogeneo ed isotropo ovvero non esistono un punto o una direzione privilegiata dello spazio. Consideriamo due osservatori: • l’osservatore O che si trova in un riferimento S (Oxy) uno posto S v • L’osservatore O’ che si trova nel riferimento S’ (O’x’y’) che si muove con velocità O 'O rispetto ad S. (il primo pedice indica cosa si sta osservando il secondo da quale osservatore) vO 'O è la velocità dell’osservatore O’ misurata dall’osservatore O Per t=0 i due sistemi coincidono e O’ si sposta rispetto a O come vO'O t Un punto Pnel piano sarà identificato dai due vettori posizione rPO e rPO ' nei sistemi S ed S’ rispettivamente Si può vedere che: rPO rPO ' vO'Ot rO 'O Derivando rispetto al tempo si ottiene la velocità di una particella posta nel punto P misurata dall’osservatore O rPO rPO ' vO'Ot Moti relativi(2) drPO d rPO ' vO 'Ot drPO ' vO 'O vPO ' vO 'O dt dt dt Deriviamo rispetto al tempo vPO vPO ' vO'O Relazione che lega la velocità del punto P rispetto all’osservatore O con la velocità dello stesso punto rispetto all’osservatore O’ La velocità di P misurata dall’osservatore O è uguale alla velocità di P misurata dall’osservatore O’ più la velocità dell’osservatore O’ misurata dall’osservattore O Caso unidimensionale: Rispetto all’osservatore O’: vPO vPO ' vO'O vPO ' vPO vO'O Velocità relativa Velocità relativa: velocità di una particella misurata da un osservato in moto rispetto ad un altro osservatore Esempio Una barca naviga in un fiume, che ha una corrente di 1 m/s. Il suo motore è in grado di produrre una velocità di 2 m/s rispetto alla corrente. Trovare la velocità della barca rispetto alla riva in tre casi : vc 1m s a) barca in favore di corrente; vbc 2 m s rispettoalla corrente b) barca contro corrente; c) barca che naviga a 90° rispetto alla corrente. br v ? a) Barca in favore di corrente (la barca si muove nello stesso verso della corrente) vbr vbc vcr 3 m s b) Barca contro corrente (la barca si muove nel verso opposto alla corrente) vbr vbc vcr 1m s x Riva vcr vbc Riva vcr vbc c) Barca che naviga a 90° rispetto alla corrente vbr x 0 vcr 1 m s 2 2 v v v br br y 5 m s x br vbr y vbc 0 2 m s Riva vcr vbc