HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 PARTE PRIMA: GENERALITA’ E BACKGROUND §1 VISUAL BASIC FOR APPLICATIONS DIALETTO COMUNE Coloro che spesso hanno a che fare con calcoli, formule e grafici si ritrovano ad essere, si fa per dire, i migliori clienti di un applicativo come Excel che aiuta a risolvere velocemente problemi di computo anche molto complessi. Tuttavia chi utilizza spesso Excel, sa che in molti casi sarebbe necessario poter disporre di un certo grado di automazione, almeno per le procedure ripetitive di calcolo. Per rispondere alle esigenze di questo tipo di utilizzatori, che gli americani definiscono in modo colorito come “ power users “, microsoft ha introdotto nella koinè ms office il comune linguaggio “ Visual Basic for Applications ”. Nato come strumento per automatizzare modelli creati su fogli di lavoro in Excel 5.0, VBA si è presto trasformato in un vero e proprio potentissimo linguaggio di programmazione appartenente alla famiglia dei visual basic, possedendone identica struttura e sintassi. Il VBA di Excel ha costituito l’avanguardia di una strategia, che ha portato microsoft ha dotare tutti gli applicativi della famiglia ms office, di questo linguaggio di programmazione. I vantaggi dal punto di vista degli utilizzatori sono evidenti. Finalmente è ora possibile, per chiunque ne abbia necessità o semplicemente desiderio, procedere alla vera e propria programmazione di applicativi come Excel , Word, Power Point e tutti gli altri della famiglia ms office. §2 CHE TIPO DI PROGRAMMA E’ HR TRACE ? Hr Trace è un applicativo ottenuto programmando alcuni spreadsheet di Excel con microsoft visual basic for application ( VBA ). Per evitare equivoci diciamo subito che intervenire con VBA su spreadsheet di Excel non produce file direttamente eseguibili con estensione " .exe ". Uno spreadsheet programmato di Excel ha bisogno che nel computer sia presente Excel stesso per essere eseguito. Quanto appena detto potrebbe apparire come una forte limitazione, ma non è così se si pensa che l’obiettivo di partenza, nel nostro caso, era proprio quello di ottenere l’applicativo programmando spreadsheet di Excel. Volutamente Hr Trace è stato concepito in questo modo per dimostrare come un normale foglio elettronico, possa trasformarsi con l’utilizzo di VBA, in un applicativo che non ha nulla da invidiare a programmi sviluppati in modo professionale. Inoltre utilizzando VBA su Excel è possibile limitare fortemente il lavoro di programmazione, in quanto si possono usare funzioni, controlli e oggetti dotati di metodi , proprietà ed eventi tipici di Excel stesso, evitando così di dover scrivere molte righe di codice per ottenerli. Tutto questo grazie al fatto che il visual basic for application, fornito di serie da microsoft con i componenti di ms office, sfrutta tutte le librerie dei fratelli maggiori vb5 e vb6 oltre a quelle specifiche di office. §3 CHE COSA E’ HR TRACE ? Pag.1 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Hr Trace è uno strumento il cui scopo e quello di rendere disponibili, in modo semplice e rapido, dati ed informazioni significativamente validi derivanti dalle osservazioni fotometriche utilizzando, per fare questo, le stesse tecniche e procedimenti messi a punto dai professionisti. Questo applicativo copre, infatti, lo spazio esistente tra osservazioni e deduzioni, gestendo in modo totalmente automatico la riduzione e presentazione dei dati derivanti dalle osservazioni . Le tecniche, i metodi ed i concetti utilizzati da Hr Trace, sono quelli descritti nella più recente letteratura tecnica in materia di ammassi galattici aperti e coinvolgono i seguenti punti: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) colori osservati e colori intrinseci. assorbimento interstellare selettivo. assorbimento interstellare totale. reddening lines. tecniche di de-arrossamento. l'eccesso di colore. il concetto di Zams (zero age main sequence). la Zams due colori (U-B)o,(B-V)o come luogo dei colori intrinseci. il concetto di blue most envelop. l'applicazione del concetto di Zams sul piano (B-V)o, Vo. l'applicazione del concetto di Zams sul piano (U-B)o, Vo. il significato del modulo apparente della distanza (V - Mv). il significato del modulo vero della distanza (Vo - Mv). il fitting grafico del modulo della distanza . il concetto di lower envelop. il fitting matematico del modulo della distanza . la funzione di luminosità (LF). il diagramma Hr sul piano osservazionale CM. il diagramma Hr teorico log (Teff), log (L/Ls). la funzione di massa (MF). Al momento Hr Trace è operativo sulla broad band photometry UBV di Johnson e l’ampliamento ai colori " R " ed " I " è in fase di sviluppo. Il presente manuale, operativamente diviso in tre parti, vuole dare notizie ed esempi sul funzionamento dell’applicativo. Nella prima parte si tratta le generalità, i metodi e le tecniche fotometriche. Nella seconda viene mostrato l’intero svolgimento di un’analisi fotometrica utilizzando i dati di letteratura per: IC 2581, NGC 6611, Stock 2, NGC 2362, M44 (Presepe) La scelta, come vedremo, non è casuale e ci permetterà di vedere tutte le possibilità offerte da Hr Trace nel trattamento e presentazione dei dati fotometrici. Infine nella terza sezione si mostrano le utilità e i files di supporto per Hr Trace. §4 DEFINIZIONI FONDAMENTALI La quantità di energia (potenza) emessa da una stella su tutta la sua superficie nell'unità di tempo e per una determinata frequenza si dice Pag.2 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 luminosità specifica o monocromatica Lν e per una simmetria sferica si ha: Lν = 4π π R2Fν ( 1 ) dove R = raggio espresso in cm e Fν = flusso specifico ( emittanza ) ad una determinata frequenza uscente dalla superficie stellare . Integrando la precedente cioè sommando i contributi di Fν su tutto l’arco delle frequenze si ottiene la quantità totale di energia emessa dalla stella per unità di tempo che prende il nome di luminosità totale. Se la luce, durante il suo cammino dalla stella al rivelatore posto al fuoco del nostro telescopio alla distanza r non subisse perdite, potremmo definire il flusso ricevuto per unità di area come : fν = (Lν/4π π r2) = (4π πR2Fν/4π π r2 ) = (R2/r2)Fν ( 2 ) e allora in tali condizioni un rivelatore posto nel fuoco dovrebbe fornire una risposta lν misurabile e proporzionale al flusso ricevuto fν. Possiamo affermare che se il rivelatore è assistito da un amplificatore che genera una corrente proporzionale al flusso ricevuto, avremo in uscita dal nostro sistema una corrente che varia in modo proporzionale con il segnale di ingresso. Naturalmente le cose non vanno sempre così semplicemente come appena detto, poiché nello spazio interstellare è sempre presente gas molto tenue e pulviscolo distribuito irregolarmente, con densità maggiore in prossimità del piano galattico, pronto ad assorbire e modificare il segnale luminoso che il nostro apparato riceverà. Le quantità che producono assorbimento sul segnale luminoso proveniente da una stella sono : 1) aν = Assorbimento dipendente da distanza e direzione . 2) Aν = Assorbimento operato dall'atmosfera terrestre . 3) Qν = Perdite dovute al sistema ottico del telescopio . 4) Sν = Sensibilità del rivelatore al fuoco del telescopio . 5) Pi = Pupilla di ingresso ( superficie dello specchio principale ) . Dunque l’attenuazione prodotta sul flusso luminoso di una stella dipende dalla distanza e dalla direzione da cui proviene la luce, nel seguito rappresenteremo questo fattore con aν . §5 L'ASSORBIMENTO ATMOSFERICO. Anche l’atmosfera terreste produce un assorbimento sulla radiazione elettromagnetica proveniente dallo spazio e per alcune frequenze è addirittura completamente opaca. Ora poiché lo spessore dell’atmosfera terrestre è piccolo rispetto al suo raggio, è ovvio che quando si osservano stelle poste allo zenit o nelle Pag.3 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 immediate vicinanze, il raggio di luce che ci perviene attraverserà uno strato atmosferico di spessore minore rispetto ad a osservazioni di stelle poste in prossimità dell’orizzonte fig. 1. Zenit Z fig 1 Limite dell'atmosfera Limite della geosfera L’assorbimento atmosferico può essere rappresentato mediante : aν = Aν- sec Z ( 3 ) dove il coefficiente di estinzione atmosferica Aν si può determinare effettuando osservazioni a distanze zenitali diverse. §6 L'ASSORBIMENTO DOVUTO AL SISTEMA OTTICO. Anche l'ottica del nostro telescopio può introdurre delle perdite per assorbimenti o riflessioni interne, definiremo questo fattore come Qν . §7 L'ASSORBIMENTO CAUSATO DAL RIVELATORE. Finalmente arriviamo al nostro rivelatore, il quale possiederà una sua sensibilità specifica verso alcune lunghezze d’onda piuttosto che altre. Nessun rivelatore ha la proprietà di rispondere in ugual misura a tutte le lunghezze d’onda, solo i bolometri si avvicinano a questa condizione. La selettività del rivelatore è rappresentata dal fattore Sν e si assume che la risposta dello strumento rivelatore sia proporzionale al flusso ricevuto fν, in questo fattore possiamo conglobare anche l’effetto di eventuali filtri interposti volutamente. §8 LA RISPOSTA STRUMENTALE. In definitiva supponendo che le osservazioni siano sempre ridotte allo zenit, possiamo definire la risposta strumentale come : Risposta strumentale = ( Pa × aν ×Aν ×Qν ×Sν ×fν ) ( 4 ) Dove Pi rappresenta la pupilla di ingresso ovvero la superficie dello specchio principale del telescopio. Ora, poiché il fattore strumentale è composto da Pν = Aν×Qν×Sν corrispondente all'assorbimento atmosferico allo zenit e agli effetti strumentali propriamente detti che si possono determinare una volta per tutte, la risposta strumentale diventa: Pag.4 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 lν = aν×Pν×fν ( 5 ) L’equazione ( 5 ) è il fondamento della fotometria astronomica. Naturalmente poiché come abbiamo appena visto è presente nelle osservazioni il fattore strumentale Pν, la magnitudine osservata dipenderà dal fattore strumentale stesso e si avranno perciò diversi sistemi di magnitudini ciascuno caratterizzato dal proprio fattore strumentale. In astronomia sono in uso diversi sistemi di magnitudini, riassumeremo qui i più largamente utilizzati. Definiamo a questo punto la quantità magnitudine apparente m che rappresenta lo stimolo con cui il nostro cervello reagisce alla densità di flusso l proveniente da una stella come : m = - 2,5log10 l + C ( 6 ) La 6 rappresenta la formula di Pogson e C = costante di zero della scala. Definiamo anche il concetto di magnitudine assoluta M, come la magnitudine con la quale una stella apparirebbe se fosse posta alla distanza standard di 10 parsec. Premettiamo che la densità di flusso per una stella di luminosità L posta alla distanza d dall’osservatore , è percepita dal nostro occhio secondo la legge del decremento con il quadrato della distanza come : l = ( L / 4π π r2 ) ( 7 ) Ora la quantità magnitudine assoluta M dipende da L come m dipende da l e per la formula di Pogson si ha: m = - 2,5log10 l + C = - 2,5log10 ( L / r2 ) + C1 = - 2,5log10 L + 5log10 r + C1 dove la costante C1 contiene anche 2,5log10 4π π. Se la stella fosse posta a 10 parsec la costante non cambia e non cambia neppure L, solo la magnitudine apparente si trasforma in assoluta e la precedente si modifica in: M = - 2,5log10 L + 5log10 10 + C1 ( 9 ) da cui eliminando la costante si ottiene: M = m + 5 - 5log10 r ( 10 ) Osservando poi che avendo fissato per convenzione la costante in maniera che M = m quando r = 10 pc , cioè che la magnitudine assoluta di una stella è uguale alla magnitudine apparente che essa avrebbe se fosse posta alla distanza di 10 pc, si può anche scrivere impiegando la parallasse p = 1 / r : M = m + 5 - 5log10 p ( 11 ) §9 I SISTEMI FOTOMETRICI Pag.5 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 IL SISTEMA VISUALE La caratteristica di questo sistema è quella di corrispondere alla sensibilità media dell’occhio umano. E’ il sistema fotometrico più antico ed anche quello meno accurato, dove la determinazione visuale di magnitudine e generalmente affetta da un errore pari a +/- 0,1. In un primo tempo la costante di zero del sistema è stata fissata in modo tale che la magnitudine della polare ( α UMi ) risultasse 2,12. Poiché però qualche tempo dopo, la polare risultò essere in realtà una stella variabile, si ricorse come zero del sistema al valor medio delle osservazioni fotometriche contenute nel RHP Revised Harvard Photometry Catalog. IL SISTEMA FOTOGRAFICO La curva di sensibilità di questo sistema corrisponde a quella di una lastra fotografica non sensibilizzata cioè ordinaria, impiegata al fuoco di un telescopio con due specchi argentati. La precisione del sistema non è elevata raggiungendo +/- 0,03 nelle osservazioni più accurate. Una variante di questo sistema è l’uso di lastre ortocromatiche in abbinata con un filtro giallo che elimini la radiazione violetta e azzurra, ottenendo in tal modo il sistema fotovisuale, così detto perché la sua curva ha un massimo per la stessa lunghezza d’onda in cui cade il massimo del sistema visuale. Per questi due sistemi gli standard primari sono costituiti dalla polar sequence, cioè circa un centinaio di stelle prossime al polo nord celeste. I SISTEMI FOTOELETTRICI Corrispondono all’associazione di filtri isolanti opportune bande con tubi fotomoltiplicatori. Tra i sistemi di questo tipo maggiormente diffusi vi è quello UBV di Johnson e Morgan, risalente al 1953 anno della sua prima pubblicazione completa si veda (Johnson & Morgan 1953 Ap.J. 117, 313 ), è ancora oggi largamente usato. In realtà questo sistema si compone di tre sistemi diversi ciascuno con la sua particolare Pν . Il sistema V è molto vicino al sistema visuale, quello B simile al sistema fotografico e quello U corrisponde ad una lunghezza d’onda nel vicino ultravioletto. Con questo sistema si possono ottenere misure di grandissima precisione +/- 0,001, che lo rende estremamente importante per ricerche che richiedano grande accuratezza. Gli standard fotoelettrici UBV sono stati definiti da Johnson e Morgan stessi nel lavoro citato sopra e rivisti successivamente da Johnson in Basic Astronomical Data 1963 Chicago U.P. p. 204. Blanco & altri hanno poi raccolto le magnitudini UBV per circa 20000 stelle pubblicate in un catalogo dal U.S. Naval Observatory nel 1968. §10 LE MAGNITUDINI MONOCROMATICHE Pag.6 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Sono magnitudini in un sistema in cui il fattore strumentale ha valore differente da zero solo in un intervallo ben definito e molto stretto e sono realizzati con particolari filtri a banda passante molto ristretta minore di 50 A. La fotometria a banda stretta è stata sviluppata da B. Stromgren e contiene informazioni il cui valore è molto più diretto che qualsiasi altro tipo di misure fotometriche. A questa stessa categoria appartengono anche le misure spettrofotometriche che si ottengono mediante la scansione dello spettro. In pratica la funzione strumentale Pν assume in questi casi un andamento simile alla fig. 2. Fig.2 §11 SISTEMI DI MAGNITUDINI Tra tutti quelli possibili quello certamente più utilizzato è il sistema UBV di Johnson e Morgan sviluppato intorno agli anni 50 del secolo scorso. Il sistema UBV si fonda essenzialmente sulla misurazione del flusso luminoso in tre colori che sono: 1) U = ultravioletto. In questo sistema viene isolata una ristretta zona dello spettro ultravioletto la cui lunghezza d'onda di massima efficacia e centrata a λeff = 3550 A. 2) B = blu. Consente di isolare la banda intorno alla lunghezza λeff = 4350 A. 3) V = visibile. Consente di isolare la banda intorno alla lunghezza λeff = 5550 A., a cui è maggiormente sensibile l’occhio umano. L’andamento della funzione sensibilità dei filtri può essere rappresentata graficamente come si vede nella figura sottostante: Pag.7 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 La calibrazione di zero nel sistema UBV è stata definita da Johnson e Morgan come U = B = V = 0,0 per le stelle di classe spettrale AO e classe luminosità V. Il colore di una stella, che dipende dalle caratteristiche intrinseche della sua atmosfera, è quantificato da un parametro che prende il nome di indice di colore. L'indice di colore rappresenta la differenza tra la magnitudine misurata in un sistema di breve lunghezza d’onda, rispetto alla stessa misura effettuata in un sistema a lunghezza d’onda maggiore. Nel caso del sistema UBV si usano due indici di colore rispettivamente U-B e B-V. Per chiarire consideriamo una stella di colore rosso, evidentemente questa ultima emetterà maggior energia nella banda visibile V piuttosto che in quella blu B o ultravioletta U. Allora misureremo per la nostra stella rossa i seguenti: valori V = 7,65, B = 9,56, U = 11,40 così i suoi indici di colore nel sistema UBV saranno: V = 7,65 B-V = 1,91 U-B = 1,84 Ora se osserviamo gli indici B-V e U-B sono ambedue positivi segno che il colore della nostra stella è rosso. Per una stella azzurra invece la situazione potrebbe essere la seguente: V = 4,64, B = 4,05, U = 3,02 da cui V = 4,64 B-V = - 0,59 U-B = - 1,03 La situazione qui è completamente rovesciata gli indici sono negativi quindi la stella è di colore blu. Per misurare correttamente una stella in uno qualunque dei tre sistemi è necessario confrontare le nostre determinazioni con una serie di stelle standard la cui magnitudine è nota. Queste stelle standard si possono trovare sia nel catalogo compilato da Johnson e Morgang, sia in liste di confronto come quelle dedicate ad aree selezionate del cielo compilate a cura di vari autori. Pag.8 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §12 IL COLORE DELLE STELLE Anche da una osservazione superficiale si può constatare che le stelle hanno colori assai diversi tra loro Antares ( α Sco ) per esempio e rossa, mentre Rigel ( β Ori ) appare azzurra e Deneb ( α Cyg )si vede bianca. In astrofisica il colore di una stella si rappresenta come differenza tra le magnitudini in due diversi sistemi fotometrici, differenza che prende il nome di indice di colore. Inizialmente l’indice di colore è stato definito come: IC = mpg - mv ( 12 ) dove mpg = magnitudine fotografica e mv = magnitudine visuale. Lo zero della scala è stato fissato in modo che si abbia IC = 0,0 per le stelle di classe spettrale AO. Data la bassa precisione di questi sistemi si impiegano oggi le magnitudini fotoelettriche o derivate da uso di CCD. Con queste ultime si possono formare diversi indici di colore tanti quante sono le coppie di sistemi di magnitudini. In questo quadro hanno importanza particolare gli indici di colore B-V e U-B che si possono formare nel sistema UBV di Johnson e Morgan. §13 IL DIAGRAMMA A DUE COLORI O DIAGRAMMA COLORE-COLORE NEL SISTEMA UBV. Si ottiene plottando in ascisse l’indice di colore B-V ed in ordinate l’indice di colore U-B come si vede in figura 4. Fig.4 Impiegando su questo diagramma solo le stelle vicine per cui l’effetto dell’assorbimento interstellare può considerarsi nullo, si trova che le Pag.9 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 stelle si distribuiscono lungo un linea ( locus ) che ha una forma caratteristica. Proprio perché queste stelle vicine non sono affette da arrossamento interstellare questa curva prende anche il nome di luogo dei colori intrinseci, cioè non arrossati ( unreddened stars locus ). La forma del locus dipende dalla distribuzione di energia nello spettro delle stelle, in particolare si osserva un minimo in corrispondenza del colore B-V = 0,0 dovuto all’assorbimento continuo dell’ idrogeno nelle stelle di questo colore ( classe spettrale A ). C’è poi da notare che la disposizione delle stelle che si trovano nella fase evolutiva di sequenza principale cadono proprio su questa curva, che pertanto prende anche il nome di two color main sequence. Questa semplice osservazione ci porta a considerare attentamente il fatto che la dispersione dei dati fotometrici sul diagramma colore - colore è certamente indicativa dei tipi evolutivi presenti nei dati plottati e può anche fornire una indicazione, ancorché grossolana, dell’età relativa nel caso i dati si riferiscano ad un ammasso od associazione stellare. §14 ASSORBIMENTO INTERSTELLARE E SUOI EFFETTI SUL COLORE E MAGNITUDINE Furono le osservazioni apparentemente contraddittorie effettuate intorno agli anni 1920 – 1930, che diedero atto a pensare che il mezzo interstellare fosse permeato di una sostanza foto assorbente. L’osservazione fondamentale fu la scoperta dell’esistenza di alcune stelle che presentavano una temperatura di colore molto più bassa, rispetto al grado di ionizzazione mostrato dal loro spettro. La soluzione di questo puzzling problem, fu quella di ammettere l’esistenza nel mezzo interstellare di pulviscolo, che interagendo con la luce ne producesse il suo arrossamento con aumento dell’indice di colore verso valori sempre più positivi e con la corrispondente diminuzione della temperatura di colore. Finché la distanza delle stelle non è grande, l’indice di colore è praticamente indipendente dalla distanza stessa, questo perché almeno per le stelle vicine d < 100 pc il mezzo interstellare è completamente trasparente non c’è quindi assorbimento e pertanto l’indice di colore è quello intrinseco. In queste condizioni l’unico effetto che può manifestarsi sull’indice di colore è un fattore sistematico derivante dal sistema fotometrico stesso. D’altra parte se la distanza è grande risulta ovviamente impossibile trascurare l’effetto dell’assorbimento interstellare, non possiamo cioè assumere il parametro aν come uguale a 1. Possiamo quindi pensare l’assorbimento interstellare come un filtro interposto tra noi e la sorgente che stiamo osservando. Gli effetti direttamente rilevabili saranno quindi: 1) indebolimento di L e corrispondente incremento di m. 2) spostamento dell’indice di colore B-V verso valori più rossi. Dunque l’effetto dell’assorbimento intersellare è quello di farci apparire la sorgente che stiamo osservando, come apparentemente meno luminosa e più rossa. Così stando le cose, possiamo pensare l’assorbimento come un fattore A da portare a decremento nella determinazione della magnitudine assoluta come espresso nella: M = m + 5 - 5log10 r - A ( l3 ) Pag.10 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Il fatto poi che ciò che osserviamo ci appare più rosso di quello che effettivamente è, ci permette di definire il parametro eccesso di colore come: m2 - m1 = M2 - M1 + E(λ λ 1, λ 2) ( 14 ) Dove λ2 e λ1 sono le lunghezze d’onda caratteristiche della banda di colore del sistema fotometrico in cui osserviamo e avendo posto : E(λ λ 1, λ 2) = A(λ λ2) - A(λ λ 1) ( 15 ) In effetti la m2 - m1 = M2 - M1 + E (λ λ 1, λ 2) ( 16 ) ci dice che praticamente l’ indice di colore osservato m2 - m1 è uguale all’ indice di colore intrinseco M2 - M1 maggiorato di una quantità E(λ1-λ2) detta eccesso di colore . Evidentemente E(λ1-λ2) rappresenta l’effetto sul colore dell’ assorbimento interstellare e quando la stessa quantità risulta maggiore di zero la stella a cui si riferisce appare più rossa di quanto non sia in realtà, per effetto appunto dell’ assorbimento interstellare. Fig. 5 La figura ( 5 ) rappresenta la curva di assorbimento medio di A(λ) in funzione di λ. In questa figura la scala delle ordinate è stata aggiustata in modo che si abbia A(λ) = 1 magnitudine quando λ = 5000 A. Osservando la figura precedente possiamo trarre due deduzioni fondamentali, la prima che A(λ) tende a zero al crescere della lunghezza d’onda, cioè che la materia interstellare è meno opaca per la luce rossa piuttosto che per quella blu. La seconda che l’andamento della pendenza di A(λ) nella zona ottica è piuttosto costante. Sulla base di quanto appena detto possiamo quindi definire il parametro R (rapporto tra assorbimento selettivo e assorbimento totale) come : Pag.11 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 A( λ ) R (λ 1 , λ 2 ) = ( 17 ) E ( λ1, λ2 ) Questo rapporto è costante e dipende unicamente dalle lunghezze d’onda in gioco oltre che dalle proprietà della materia assorbente. Il fatto che il rapporto precedente sia costante è evidentemente molto importante, perché ci permette di ricavare l’assorbimento totale una volta noto R misurando l’eccesso di colore. Traducendo quanto sopra nel sistema UBV di Johnson e Morgan possiamo definire l’eccesso di colore come segue : E(B-V) = (mB - mV) - (MB - MV) ( 18 ) ovvero utilizzando gli indici UBV di Johnson E(B-V) = (B-V) - (B-V)o ( 19 ) e ugualmente possiamo scrivere E(U-B) = (mU - mB) - (MU - MB) ( 20 ) E(U-B) = (U-B) - (U-B)o ( 21 ) e ancora dove (B-V) e (U-B) rappresentano i colori osservati mentre (B-V)o e (U-B)o rappresentano i colori intrinseci. §15 IL RAPPORTO AV / E(B-V) Si trova empiricamente che il valore della ( 17 ), rapporto tra assorbimento totale nel sistema V e l’eccesso di colore relativo ai sistemi B e V, vale 3 cioè: Av = 3,0 ( 22 ) E(B-V) Ora per quanto detto al paragrafo precedente gli eccessi di colore e gli assorbimenti totali si possono ottenere per via fotometrica, cioè direttamente dalle osservazioni senza conoscere la distanza e la distribuzione della materia assorbente, purché non ci si trovi ad osservare oggetti immersi in zone particolarmente nebulose od oscurate. Tutto quanto detto negli ultimi due paragrafi ha un interpretazione semplice se prendiamo in considerazione il diagramma due colori. Come si è detto, le stelle che godono di assorbimento trascurabile si dispongono su di una curva che può essere ottenuta empiricamente osservando stelle molto vicine. Pag.12 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Ora le equazioni 23ab e 24ab affermano che se si tiene conto E(B - V) = ( B - V ) - ( B - V )o ( 23 )a ( B - V ) = ( B - V )o + E(B - V) E(U - B) = ( U - B ) - ( U - B )o ( 24 )a ( U - B ) = ( U - B )o + E(U - B) ( 23 )b ( 24 )b dell’assorbimento, le stelle che hanno gli stessi colori intrinseci dovranno disporsi lungo una retta la cui pendenza è data dal rapporto E(U-B)/E(B-V), che è a sua volta costante. Questa retta prende il nome di linea di arrossamento ( reddening line ) e taglia la curva nel punto corrispondente agli indici di colore intrinseci delle stelle che si trovano sulla linea stessa. Poiché la pendenza della linea di arrossamento è nota, possiamo calcolare facilmente i colori intrinseci delle stelle osservate nel sistema UBV, oltre che gli eccessi di colore e l’assorbimento totale. Fig. 6 §16 IL LOCUS DEI COLORI INTRINSECI E LA REDDENING LINE PER LE EARLY TYPE STARS. Circa il diagramma due colori Morgan , Harris e Johnson scrivevano nella Memoria del 1953 (Ap. J. 118, 92): " E’ possibile notare un andamento generale nella relazione tra i due sistemi di colore (U-B), (B-V) uno dei quali è fortemente affetto dall’assorbimento delle linee Balmer sul continuo rispetto all’altro colore. La figura ( 7 ) fornisce una descrizione schematica dei due sistemi: il primo fortemente affetto dall’assorbimento delle linee dell’idrogeno è plottato come ordinata; la posizione della main sequence non arrossata e giganti gialle e mostrata insieme al percorso seguito dalle stelle O affette da vari gradi di arrossamento interstellare. Generalmente il percorso arrossato delle stelle O e ubicato sopra la main sequence e le giganti gialle giacciono sotto la main sequence. “ Pag.13 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Reddening line O stars U-B sequenza princip. B-V Fig. 7 Sempre nello stesso articolo viene poi presentata una lunga tabella contenente misurazioni UBV di stelle vicine e non arrossate comprendente i tipi spettrali MK da O5f a K5 per varie classi di luminosità rispettivamente Ia, Ib, III e V. Plottando questi valori su un grafico che li metta in relazione, gli autori determinano il locus della main sequence ed il locus delle stelle O arrossate così come il locus delle giganti fig 8. Fig. 8 Tra breve vedremo come il diagramma due colori costituisca la base di partenza per utilizzare una tecnica sviluppata da W. Becker, applicabile fruttuosamente ai gruppi coevi di stelle come gli ammassi galattici aperti o le associazioni stellari, per la determinazione grafica del parametro E(B-V) eccesso di colore. Pag.14 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 0.72 0.81 Calibrazione due colori stelle non arrossate. I cerchi vuoti rappresentano le O type stars sottoposte a diversi gradi di arrossamento dif ferenziale. I cerchi pieni rappresentano invece le stelle di sequenza principale non arrossate. Le due reddening line hanno pendenza rispettivamente 0.72 e 0.81 ( Normal e Cygnus ). Fig. 9 L’anno seguente la memoria del 1953 Hiltner e Johnson hanno rivisto l’argomento partendo da un data base notevolmente maggiorato rispetto al lavoro precedente e utilizzando un campione di ben 262 stelle di tipo spettrale O rideterminano il valore di pendenza per la reddening line e il valore di R (rapporto tra assorbimento totale e selettivo fig 10 e eq. ( 25 ) e ( 26 )come segue: I cerchi vuoti rappresentano le stelle del great rift nel Cigno mentre i cerchi pieni le stelle nel resto della galassia. Le linea continua rappresenta la reddening line per il campione di stelle mostrato. Fig. 10 Pag.15 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Per la pendenza: E(U-B) ( 25 ) = 0,72 + 0,05E(B-V) E(B-V) e per R: Av R= = 3,0 +/- 0,2 ( 26 ) E(B-V) §17 LA SLIDING FIT TECNIQUE ( DEARROSSAMENTO DEI VALORI FOTOMETRICI ). A causa degli effetti introdotti dalla materia interstellare finemente dispersa, oggetti molto lontani ed in genere quelli arrossati, non coincideranno con il luogo dei colori intrinseci sul diagramma due colori come mostrato nella figura 11 che si riferisce all’ammasso Cr 272. Fig. 11 Osservando attentamente il diagramma vediamo che i dati fotometrici presentano l’andamento tipico, ma si trovano spostati a destra ed in basso rispetto alla linea continua che rappresenta il locus dei colori non arrossati di un valore pari a <E(B-V)> = 0,45 e se la pendenza della reddening line è assunta come pari a 0,72 allora è immediato che <E(U-B)> = 0,32. Graficamente questi risultati si ottengono semplicemente spostando di uno step alla volta la linea continua (luogo dei colori intrinseci) verso destra ed in basso, secondo la pendenza della reddenig line scelta fino Pag.16 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 ad ottenere il best fitting con i dati fotometrici osservati, vedi fig 11 e 12. Fig. 12 La tecnica di spostare idealmente il luogo dei colori intrinseci verso destra e verso il basso fino ad incontrare la distribuzione dei valori fotometrici osservati, prende il nome di " Sliding fit tecnique " . Utilizzando questa tecnica si può facilmente determinare l’eccesso di colore medio <E(B-V)>, da cui poi risalire a <E(U-B)> attraverso il valore del rapporto E(U-B)/E(B-V). A questo punto ottenuto <E(B-V)>, utilizzando le 23a o 23b, si può determinare per ogni stella della sequenza fotometrica il colore intrinseco (B-V)o. §18 LA MAGNITUDINE VISUALE Vo CORRETTA PER L'ASSORBIMENTO. Una volta determinato il valore <E(B-V)>, è possibile risalire al valore della magnitudine visuale corretta per l’assorbimento dalla seguente : Vo = V - RE(B-V) ( 27 ) e poiché per la ( 26 ) R = 3: Vo = V - 3E(B-V) ( 28 ) con questo valore e sapendo che (B-V)o = (B-V) - E(B-V) possiamo costruire il grafico Vo, (B-V)o dove(B-V)o ricordiamo è l’indice di colore (B-V) de-arrossato o intrinseco. Pag.17 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §19 IL GRAFICO Vo, (B-V)o. Sostanzialmente il grafico Vo, (B-V)o è un diagramma colore magnitudine CM, dove attraverso quanto descritto in precedenza si è provveduto ad eliminare l’effetto dell’arrossamento intergalattico sia sulla magnitudine visuale che sull’indice di colore (B-V). §20 IL GRAFICO MV, (B-V)o. Il grafico rappresenta un diagramma colore magnitudine come il precedente dove la magnitudine visuale apparente è stata sostituita da quella assoluta. I due diagrammi Vo, (B-V)o e Mv, (B-V)o differiscono ovviamente solo per la distanza poiché il colore è per entrambi privo di effetti dovuti all’arrossamento interstellare e quindi la differenza dei punti plottati con ascissa Vo e quelli con ascissa Mv risulta essere una differenza tra una magnitudine visuale ed una assoluta, ovvero il modulo della distanza (Vo - Mv). §21 IL CONCETTO DI ZAMS ( ZERO AGE MAIN SEQUENCE ) SUL PIANO MV, (B-V)o Gran parte delle nostre conoscenze sulla costituzione delle stelle è stata derivata dallo studio degli spettri e da due relazioni statistiche, la prima che mette in relazione la luminosità con la temperatura , la seconda che collega la luminosità con la massa. Se rappresentiamo graficamente la prima relazione otteniamo il ben noto diagramma HR di Hertzsprung e Russell. Anche da una osservazione superficiale si nota che in un diagramma HR i punti che rappresentano le stelle non sono distribuiti a caso, ma che certe combinazioni di luminosità e tipo spettrale sono più frequenti di altre come vediamo dalla figura 13: Fig. 13 Pag.18 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Con riferimento a questa figura, si vede che la maggior parte dei punti sono raggruppati in due fasce, la prima e più voluminosa prende il nome di sequenza principale e va dalle stelle ad elevata temperatura superficiale e luminosità fino a quelle dalla parte opposta a bassa luminosità e temperatura superficiale. La seconda fascia prende il nome di ramo delle giganti e si estende orizzontalmente ad un livello dove la luminosità superficiale e alta. Sopra la fascia delle giganti si trovano le supergiganti che attraversano tutto il diagramma a luminosità superficiali altissime. In basso a sinistra, con luminosità superficiali molto basse e temperature medio alte si trova, infine, l’area delle nane bianche. La distinzione tra stelle operata dalle denominazioni di nane, giganti e supergiganti, è spiegabile con la correlazione esistente tra la luminosità il raggio e temperatura di una stella che sono legate dalla: L = 4π R 2 σ Te4 ( 29 ) C’è poi da osservare che l’aspetto a grappoli concentrati nel diagramma HR è largamente dovuto al fatto che la variabile tipo spettrale è discontinua (quantizzata), cioè può assumere solo determinati valori e questo chiaramente contribuisce a concentrare e raggruppare le stelle per tali valori permessi. Il diagramma HR di fig.13 è quello costruito da W. Gyllenberg all’osservatorio Lund nel secolo scorso, utilizzando tutte le stelle con magnitudine assoluta e tipi spettrali allora noti. La larghezza della sequenza principale in questo diagramma è pari circa a 3 magnitudini e viene spontaneo chiedersi se tale dispersione sia reale oppure se sia dovuta, per esempio, ad errori nella determinazione della distanza e quindi della magnitudine assoluta. Cercando la risposta a questa domanda Johnson e Morgan negli anni 50 del secolo scorso, ricostruirono lo stesso diagramma rappresentando soltanto le stelle per cui si conosceva con grande precisione la distanza. Nel costruire il diagramma gli autori sostituirono l’indice di colore al tipo spettrale e poiché i valori dell’indice di colore (B-V) variamo in modo praticamente continuo rispetto al tipo spettrale, si ottiene un diagramma continuo non raggruppato con un sequenza principale molto sottile e poco dispersa, come si vede nel grafico fig 14 : Fig. 14 Pag.19 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 E’ chiaro adesso che se si interpola i punti della sequenza principale di questo grafico, con una curva utilizzando il metodo del best fitting polinomiale, si ottiene una relazione algebrica tra l’indice di colore e la magnitudine assoluta Mv = f [(B-V)o] che prende il nome di Zero Age Main Sequence (Zams). Occorre a questo punto anticipare un osservazione che risulterà in seguito fondamentale. Le stelle di sequenza principale come quelle rappresentate nel diagramma di fig 14, sono oggetti che si trovano, nello stadio evolutivo in cui nel loro nucleo avviene la trasformazione dell’idrogeno in elio attraverso le reazioni nucleari. Questa condizione garantisce l’equilibrio idrostatico della sfera gassosa tra contrazione gravitazionale e pressione gassosa. E’ questa la fase più tranquilla e duratura dell’evoluzione stellare la cui durata è condizionata solo dal rapporto massa/Luminosità e per stelle di massa solare il tempo di permanenza può raggiungere i 1010 anni. §22 DETERMINAZIONE DELLA DISTANZA CON IL METODO DELLA ZAMS FITTING . Aver stabilito una relazione tra magnitudine assoluta e indice di colore de-arrossato (B-V)o unitamente alla possibilità di ottenere il valore della magnitudine apparente corretta per l’assorbimento interstellare Vo, ci permette in ogni istante di determinare il modulo della distanza utilizzando tecniche fotometriche. La tabella (1) contiene la standard Zero age main sequence da Johnson da: - “ Basic Astronomical Data ". Standard Johnson Zero Age Main Sequence B-Vo Mv U-Bo Mv -0,25 -2,1 -0,9 -1,98 -0,2 -1,1 -0,8 -1,5 -0,15 -0,3 -0,7 -1,03 -0,1 0,5 -0,6 -0,59 -0,05 1,1 -0,5 -0,13 0 1,5 -0,4 0,27 0,05 1,74 -0,3 0,66 0,1 2 -0,2 1,02 0,2 2,45 -0,1 1,3 0,3 2,95 0 1,5 0,4 3,56 0,5 4,23 0,6 4,79 0,7 5,38 0,8 5,88 0,9 6,32 1 6,78 1,1 7,2 1,2 7,66 1,3 8,11 Pag.20 Tab. 1 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Utilizzando Hr Trace per raffigurare sullo stesso grafico la linea ideale che rappresenta la relazione tra Mv e (B-V)o della tabella ( 1 ), Zams di Johnson e i dati fotometrati e de-arrossati per l’ammasso ad esempio delle Pleiadi, abbiamo: FITTING GRAFICO & MATEMATICO PIANO Vo, (B-V)o Ammasso : Pleiadi JOHNSON 1963 Zams Selezionata : <Vo-Mv>Catturate : 0,00 Muovi Zams V+ Vx1 x 0,01 E(B-V): Correzione E(B-V) + E(B-V) - E(B-V) Ricerca Modulo (Vo-Mv) Piano (B-V)o,Vo 0,040 Valore Ricerca Grafica 0,00 Seleziona Zams (Vo-Mv): Con questi com andi si porta a coincidere la linea rossa Zam s con la distribuzione dell'am m asso . Questa diffe renza rappresenta il m odulo della dis tanza Vo - Mv -6,0 Min Qui leggiam o il valore del Fitting m oduloMatematico Vo - Mv determ inato s postando la Zam s -1,0 0 Imposta Zoom 4,0 Seleziona B-Vo Vo 9,0 Min Campo Seleziona B-Vo Max Seleziona Vo 14,0 Min Seleziona Vo 19,0 -0,4 Min -0,2 0,0 Max 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 ( B-V )o 1,4 1,6 Max Max Zoom & Fitting Seleziona Blue Turnoff (B-V)o Fig. 15 Interfaccia ricerca modulo distanza di Hr Trace. Poiché su questo grafico fig. 15 le stelle delle Pleiadi sono già state dearrossate da Hr Trace, è evidente che la differenza tra la linea rossa Zams e la distribuzione delle Pleiadi costituisce il modulo della distanza Vo-Mv. Per determinare numericamente il valore di tale modulo è sufficiente, utilizzando i comandi muovi Zams dell’interfaccia, spostare la linea rossa verso il basso fino al best fitting con le stelle delle Pleiadi e leggere nel riquadro "valore di ricerca grafica Vo-Mv" il numero così ottenuto. Riferimenti: Johnson H.L. Morgan W.W 1953 Astrophys. Journal 117, 313 Johnson H.L. 1963 “Basic Astronomical Data” Chicago U.P. Johnson H.L. & Altri 1953 Astrophys. Journal 118, 92 §23 GENERALITA’SUL PROGRAMMA HR TRACE L’idea che sta alla base di questo applicativo è quella di fornire, a chi dispone di un telescopio con un set standard di filtri UBV, un fotometro fotoelettrico od un ccd, uno strumento con cui si possano interpretare i dati fotometrati. Pag.21 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Data la premessa sembra ovvio che nelle righe seguenti ci ritroveremo a parlare, non solo di fotometria UBV, il cui sviluppo è in gran parte dovuto agli studi di Johnson e Morgan, ma anche di diagramma di Hertzsprung - Russel, sia sul piano osservativo che teorico. Vedremo anche come, utilizzando questi strumenti, sia stato possibile percorrere i primi passi verso la definizione di una scala delle distanze cosmiche. Un importantissimo contributo in questo senso proviene proprio dallo studio degli ammassi aperti, che rappresentano uno straordinario laboratorio naturale a nostra disposizione, per comprendere la storia evolutiva delle braccia della galassia e delle stelle giovani. in particolare, i punti che l’analisi e lo studio degli ammassi aperti e globulari, hanno contribuito a chiarire sono i seguenti : 1) La formulazione del concetto di Zams (zero age main sequence) ovvero la posizione iniziale di una stella sul diagramma Hr durante la fase di conversione dell’idrogeno in elio, attraverso le reazioni nucleari al suo interno. 2) La verifica della funzione iniziale di luminosità, o della funzione iniziale di massa. 3) La comprensione della storia complessiva della produzione degli elementi pesanti e della loro variazione con la distanza dal centro galattico, ed anche la misura del rapporto (Fe/H) per i vari ammassi. 4) La natura della legge di arrossamento intersellare. 5) La distribuzione delle stelle nel diagramma Hr e L'identificazione dei vari gap associati a differenti processi fisici. 6) La calibrazione di una scala galattica delle distanze. 7) L'attività stellare associata ad oggetti nebulari. 8) Lo sviluppo di una teoria evoluzionistica stellare. Dal punto di vista dell’ età in tre grandi gruppi : gli ammassi aperti possono essere suddivisi a) Ammassi vecchi con età maggiore o uguale a 109 anni (es.: M67, Ngc752) b) Età intermedia da 5 X 106 ad approssimativamente 109 anni (es.: Iadi, Coma,Pleiadi) c) Ammassi giovani eta’ minore di 5 X 106 anni (es.: Ngc2264, Ngc6530, complesso di Orione, e complesso Auriga_Toro). §24 STRUTTURA DELL’APPLICATIVO L’obiettivo che ci siamo proposti, nel tentare la costruzione di Hr Trace è importante e per raggiungerlo sarà necessario utilizzare alcune funzioni matematiche il cui formulario non è sempre così intuitivo come si vorrebbe che fosse. Tuttavia, pensando alla matematica come ad uno strumento indispensabile, ma pur sempre uno strumento non si pretende qui di addentrarsi in complesse formulazioni, ma soltanto di utilizzare le funzioni matematiche gia disponibili e pronte all’uso nel foglio elettronico. Per quanto riguarda il significato delle funzioni matematiche utilizzate si potrà sempre fare riferimento al manuale d’uso e utilizzo di "Excel". Pag.22 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 La struttura di base dell’ applicativo fa largo uso dei dati disponibili in letteratura tecnica ottenuti dal sito " Ads / Nasa ", sotto forma di copie degli articoli originali. La lista completa dei lavori consultati è presente come elenco nel file bibliografia, ottenibile premendo il relativo pulsante dal menù principale. §25 COLORI OSSERVATI E COLORI INTRINSECI Durante lo studio degli ammassi aperti, un accurata determinazione dei colori intrinseci dei membri fornisce le seguenti informazioni : 1) Posizione dei membri nel diagramma colore magnitudine. 2) Natura dell' arrossamento intra ed extra ammasso. 3) Peculiarità ultraviolette, come presenza di schell circumstellari. La natura dei colori intrinseci di ogni membro e le proprietà complessive di un ammasso, possono essere valutate solo dopo aver corretto i colori osservati per l’assorbimento interstellare, ed aver minimizzato la dispersione delle misure. Per le early type la stima dell’ arrossamento può essere ottenuta con la tecnica del " Q method "( Johnson & Morgan 1953 ), mentre per le late type si può utilizzare la " Sliding Fit Technique " sul diagramma colore_colore (U-B), (B-V) ( Johnson & Morgan 1953 ). Entrambe queste procedure assumono come punto di base il fatto, che il comportamento della legge di arrossamento interstellare sia uniforme e normale attraverso la galassia. Queste tecniche, tuttavia, possono essere applicate fruttuosamente solo alle stelle che si trovano sulla Zero Age Main Sequence, ovvero a quei membri che non presentano effetti evolutivi. Questo ultimo concetto è molto importante e dovrà essere sempre presente nei nostri ragionamenti tutte le volte che selezioneremo un intervallo (B-V) da cui ottenere il best fitting con qualsiasi calibrazione Zams . Deviazioni dal comportamento normale della legge di arrossamento esistono in alcune zone della via lattea e sono sempre associate a regioni fortemente nebulari. ( Johnson & Borgman 1963 ). La misura della pendenza di arrossamento sul diagramma due colori e’ data dal rapporto R = Av / E(B-V) e può essere ottenuta se si conoscono i tipi spettrali di un certo numero di membri nel gruppo. Da vari studi effettuati emerge che il valore di R varia da 3,1 a 7,4 e che in generale valori alti di R tendono a verificarsi in ammassi molto giovani che hanno piccoli valori di E(B-V). ( Johnson & Borgman ) . La valutazione si ottiene costruendo un grafico (V-Mv) , E(B-V) la cui pendenza di correlazione vale R. §26 COME SI COSTRUISCE UNA CURVA ZAMS DAI VALORI TABELLARI Tra le varie tecniche matematiche e statistiche utilizzate da questo applicativo, di una in particolare si è fatto largo uso e pertanto spenderemo qualche istante per spiegare il meccanismo principale con cui sono state ottenute le equazioni polinomiali interpolanti i valori tabellari, forniti nella letteratura tecnica. Pag.23 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Facciamo subito un esempio concreto prendendo i dati dalla tabella del Blaauw, in" Basic Astronomical Data ". (B-V)o -0,35 -0,30 -0,25 -0,20 -0,15 -0,10 -0,05 0,0 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 1,10 1,20 Mv -5,50 -3,30 -2,10 -1,10 -0,20 0.60 1,15 1,55 1,80 2,00 2,25 2,50 2,70 2,95 3,20 3,55 4,20 4,80 5,40 5,90 6,30 6,80 7,20 7,65 la Tab. ( A ) qui accanto, rappresenta la Zams di Blaauw così come e’ stata tabulata dall’autore. Questa tabella correla il valore dell’ indice di colore de-arrossato (B-V)o di una stella di sequenza principale, con la sua magnitudine assoluta Mv . Le cose sembrano abbastanza semplici se si prescinde da come ottenere (B-V)o, cosa che vedremo più avanti. Usando la tabella non dovrebbe essere molto difficile, ad esempio, valutare Mv per una stella che abbia indice di colore (B-V)o pari a -0,27. Cercando però nella tabella -0,27, ci accorgeremo che non sarà possibile fare altro che una valutazione grossolana di un valore che sarà compreso tra -3,3 e -2,1 e molto probabilmente vicino a -2,6. Come fare allora a calcolare il valore di Mv per (B-V)o = -0,27, secondo la calibrazione di Blaauw ? Chiediamo aiuto ad Excel, che ci mette a disposizione un metodo raffinato quale il best fitting polinomiale. Cosa significa, in pratica, realizzare il best fitting polinomiale ai dati disponibili? Significa chiedere ad Excel di analizzare la relazione funzionale della tabella, calcolare l’ equazione che meglio interpola i dati e fornendone la formulazione algebrica. La procedura è la seguente: aprite una cartella di Excel e create una tabella che contenga i dati che volete esaminare, per esempio la tabella di Blaauw seguendo le operazioni elencate di seguito: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) Cliccare sulla barra principale il comando inserisci. Si apre un menù a discesa, su cui si deve cliccare la voce grafico. Viene lanciata la procedura " creazione guidata di un grafico ". Vengono proposti per la scelta la lunga serie di grafici disponibili in Excel. Selezionare dispersione (x,y). Si apre la form di intervallo dati. in questa stessa form verrà inserita manualmente l’area contenente i dati. per la realizzazione di tale inserimento, sarà necessario premere il pulsante introduzione dati. A questo punto la form scompare liberando il foglio sottostante utilizzando il mouse, portarsi sulla prima cella dati in alto a sx cliccarla e tenendo premuto trascinare a dx e in basso fino ad evidenziare l’intera tabella. Excel interpreterà la prima colonna come variabile indipendente e la seconda colonna come variabile dipendente . Confermare la selezione. Vengono ora presentate due form di formattazione del grafico. Inserire se interessa quanto viene richiesto e procedere confermando. Pag.24 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 9) Finalmente viene creato il grafico che volevamo, come si vede in figura (16). -0,5 0 0,5 1 1,5 10 8 6 4 2 0 -2 -4 -6 -8 Sul grafico e’ ora visibile la funzione tabellare di Blaauw, così come introdotta. facciamo qualche modifica : clicchiamo con il mouse destro l’asse delle ordinate, all’apertura finestra selezioniamo formato asse, alla successiva finestra selezionare scala e l’opzione valori in ordine inverso. Avremo ottenuto in questo modo la rappresentazione usuale della Zams. Vedi fig ( 2 ). Fig. ( 16 ) Il passo successivo è quello di chiedere a Excel di fornire l’ equazione analitica della Zams come segue: cliccare con il -8 mouse dx sulla sequenza di -6 punti del grafico, -4 scegliere l’opzione -2 0 aggiungi linea di 2 tendenza, selezionare 4 tipo polinomiale portando 6 il valore dell’ordine a 6, 8 selezionare poi opzioni e 10 aggiungi equazione sul -0,5 0 0,5 1 1,5 grafico. avremo così ottenuto quanto volevamo 6 5 come si può vedere grafico Mv = -1,2121(B-V)o + 18,132(B-V)o - 46,054(B4 3 2 fig ( 17 ). V)o + 42,55(B-V)o - 14,986(B-V)o + 6,8913(B-V)o + 1,4515 Fig. ( 17 ) Cerchiamo di capire meglio che cosa abbiamo ottenuto da Excel. Abbiamo ora una funzione analitica che attraverso un polinomio di grado 6, fornisce l’equazione che lega " x " cioè (B-V)o a " y " cioè Mv secondo i dati presenti nella tabella di Blaauw. Adesso possiamo rispondere con precisione alla domanda posta prima, risolvendo la seguente equazione polinomiale: Mv = -1,2121(B-V)o6+18,132(B-V)o5-46,054(B-V)o4+42,55(B-V)o3-14,986(B-V)o2+6,8913(B-V)o+1,4515 dove, sostituendo a (B-V)o il valore -0,27 e risolvendo otterremo: Mv = -2,6104. Quello che abbiamo appena visto è uno strumento molto potente che Excel ci mette a disposizione e che una volta appreso, potrà essere usato in Pag.25 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 una infinità di situazioni, naturalmente a patto che vi sia in qualche modo correlazione matematica tra le variabili utilizzate. Maggiori informazioni e approfondimenti si possono trovare nei files di help e tutoraggio dell’applicativo. §27 IMMISSIONE DEI DATI FOTOMETRICI NEL PROGRAMMA Caricando un set dati tra quelli presenti in archivio o introducendo misure UBV effettuate al telescopio, si ottiene la ricerca, il dearrossamento e la cattura delle stelle early type presenti nella sequenza delle misure. Dopo averle isolate, tenendo conto della loro posizione relativa alla relazione 2 colori, ne viene selezionata l’ appartenenza alla classe di luminosità " V", attraverso l’analisi della dispersione intorno alla relazione due colori stessa, una volta determinata la quantità <E(B-V)>. Sul gruppo di stelle così isolato vengono calcolati : 1) 2) 3) 4) 5) 6) Eccesso di colore individuale in (B-V): E(B-V)individuale Eccesso di colore individuale in (U-B): E(U-B)individuale Eccesso di colore medio in (B-V): < E(B-V) > Il colore de-arrossato: (B-V)o individuale Il colore de-arrossato: (U-B)o individuale Il valore di magnitudine apparente corretto per l'assorbimento: Vo individuale Alle stelle che non appartengono ai primi tipi spettrali, ovvero per le classi spettrali da A3 fino alla M8, viene assegnato il valore medio dell’eccesso di colore calcolato per le early type. Dal fitting matematico, per default, con la Zams " Schmidt-Kaler 1982 utilizzando i valori appena ottenuti si determinano poi : 7) Il modulo medio apparente della distanza: < ( V - Mv ) > 8) Il modulo medio vero della distanza: < ( Vo - Mv ) > Per una corretta comparazione con i valori ottenuti nei diversi lavori e dai diversi autori, sarà sempre necessario tenere presente con quale calibrazione è stato effettuato il fitting, poiché possono esistere alcune differenze tra le curve Zams calibrate con metodi differenti. ( vedi grafico comparazione Zams in " calibrazioni " ) Oltre ai calcoli relativi alla Zams di Schmidt - Kaler 1982, l’ applicativo esegue il fitting grafico sul piano (B-V)o, Vo con le seguenti calibrazioni: 1) 2) 3) 4) 5) Zams Zams Zams Zams Zams Becker 1971 Eggen 1965 Johnson 1963 Mermilliod 1981 Turner 1976 permettendo così un confronto con le determinazioni ottenute dai vari autori. I fitting grafici sono sempre possibili sia sul piano Vo, (B-V)o che Vo, (U-B)o. In questo caso sarà necessario tenere presente che, la Zams è il luogo di minor luminosità evolutiva e pertanto, bisognerà Pag.26 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 posizionarsi sull’ inviluppo meno luminoso, con un occhio al grado di dispersione delle misure intorno al loro valor medio. §28 DESCRIZIONE DEI COMANDI DI PROCEDURA E DI ANALISI DEI DATI Una analisi dati si effettua come segue. Partendo dall'interfaccia menù principale troviamo i seguenti comandi: APRE IL FILE COMPLEMENTARE " CALIBRAZIONI " ACCEDE AL MANUALE D'USO E IMPIEGO ACCEDE ALLA ANALISI DEI DATI ACCEDE ALLA DESCRIZIONE DEI DATI IN ARCHIVIO ACCEDE ALL'ELENCO DEI RIFERIMENTI GENERALI ACCEDE ALL'ELENCO BIBLIOGRAFICO GENERALE Premere analisi dei dati e all’ interfaccia presentata comportarsi come segue: 1) Introdurre nelle colonne U,B,V i dati misurati da fotometro o ccd, alla fine premere il pulsante icona “elabora dati fotometrici” per ottenere il calcolo di (B-V) e (U-B) 2) Se i dati introdotti rappresentano nuove misurazioni,sarà opportuno salvarli in archivio premendo " salva set dati ". Verrà richiesto il nome per salvataggio del set, che sarà aggiunto automaticamente all’elenco della finestra a discesa di selezione "set dati da archivio." Pag.27 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 3) Se non si dispone di dati provenienti da misurazioni effettuate al telescopio, si possono introitare dati provenienti dalla letteratura o, in alternativa, aprendo la finestra a discesa " carica dati da archivio ", si può accedere ai dati fotometrici degli ammassi disponibili. I dati di archivio riguardano alcuni ammassi aperti più o meno noti di entrambi gli emisferi, in modo tale che l’utilizzatore, richiamandoli, possa rendersi conto dei risultati ottenibili con Hr Trace invogliandolo, si spera, ad ottenere successive elaborazioni con le proprie misure. 4) A questo punto è possibile iniziare la ricerca e determinazione di E(B-V) sia medio che individuale premendo " determina E(B-V) ". L’icona determina E(B-V) resta invisibile fintanto che non siano stati introdotti dati da misure o da archivio, attraverso la finestra seleziona set dati. 5) Viene presentata a questo punto un interfaccia grafica ( diagramma due colori ) attraverso la quale è possibile fittare il così detto " Blue Most Envelop ", spostando la main sequence due colori verso destra, secondo la pendenza selezionata per la " reddening line " fino al best fit. Ci si può aiutare in questa operazione utilizzando il comando di Zoom, che si attiva sempre sulla regione occupata dalla linea di colore rosso, che rappresenta il luogo delle unreddened early type classe V. 6) Qualora la dispersione dei dati sia confusa o di difficile interpretazione, premere user guide per aprire la finestra di help e spiegazione, dove troverete informazioni relative alla distribuzione dei dati sul diagramma due colori e tutto quanto riguarda l’uso dei comandi di interfaccia. 7) Ricordiamo che questa fase è certamente la più delicata e che dalla bontà del fitting al " Blue Most Envelop " dipende la determinazione corretta di E(B-V) quindi di (B-V)o, (U-B)o, e Vo perciò anche di < V - Mv > e < Vo – Mv >. 8) Tra i comandi disponibili in questa interfaccia troviamo: la possibilità di scegliere la pendenza della reddenig line e quella di poter utilizzare i seguenti metodi per determinare E(B-V) accuratamente: A) B) C) D) E) F) Metodo Di Metodo Di Metodo Di Metodo Di Q Method Reddening Morgan - Harris Gutierrez - Moreno Claria’ Garcia - Levato – Claria’ Lines L’applicazione di questi metodi è discussa più avanti. Pag.28 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Ottenuto il best fit, operando come appena descritto, non resta che confermare le nostre scelte premendo “ Cattura Early Type ”. Il programma esegue il de-reddening, analizza i dati e cattura le early type calcolando per queste ultime E(B-V)ind, E(U-B)ind, <E(B-V)>, (B-V)o ind, (U-B)o ind, e Vo ind per passare poi al menù principale di analisi. §29 SE NON CI SONO EARLY TYPE Può capitare in questa fase che: dopo aver introitato i dati fotometrici, non si trovi nessuna stella dei primi tipi spettrali ( early type ) da fittare lungo lo spostamento della linea rossa. Tutto ciò semplicemente perchè i dati si riferiscono ad un ammasso molto evoluto. In questo caso premendo il tasto " Diagramma Due Colori " si passa direttamente alla determinazione di E(B-V) medio fittando la parte Late Type della sequenza due colori. In entrambe le interfacce " diagramma due colori " è disponibile il comando determina δE(B-V), per la cui spiegazione ed implicazioni si rimanda a: Burki G. 1975 Astron. & Astrophys. 43, 37 (Nasa/Ads). §30 IL FITTING GRAFICO & MATEMATICO (B-V), (U-B). SUI PIANI (B-V)o, Vo; (U-B)o, Vo e Per le determinazioni di fitting sono disponibili le seguenti calibrazioni : determinazione di < E(B-V) > nel grafico due colori a) b) c) d) e) f) BECKER 1971 SCHMIDT - KALER EGGEN 1965 JOHNSON 1963 FITZGERALD 1970 MERMILLIOD 1981 (B-V), (U-B): 1982 determinazione di (Vo - Mv) : NEL GRAFICO (B-V)o , Vo NEL GRAFICO (U-B)o , Vo a) b) c) d) e) f) g) h) SCHMIDT - KALER 1982 Attenzione : il fitting matematico è ottenibile da Hr Trace per la sola calibrazione ( f ) S-K 1982. Per tutte le altre è sempre possibile il fitting grafico. BECKER 1971 BLAAUW 1963 EGGEN 1965 JOHNSON 1963 MERMILLIOD 1981 SCHMIDT - KALER 1982 TURNER 1976 §31 IL MENU' PRINCIPALE DI ANALISI DEI DATI Contiene le seguenti opzioni che possono essere richieste dopo le analisi preliminari dei dati : 1) Ottenere il grafico colori osservati B-V, V 2) Determinare il fitting grafico sul piano (B-V)o, Vo 3) Determinare il fitting grafico sul piano (U-B)o, Vo 4) Ottenere il fitting matematico con la calibrazione scelta 5) Ottenere il grafico della funzione di luminosita’ [ LF ] Pag.29 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 6) Determinare la funzione iniziale di massa [ IMF ] 7) Ottenere la tabella delle magnitudini assolute e altri dati 8) Ottenere il grafico (B-V)o , Mv 9) Ottenere la distribuzione dei valori nel piano (B-V)o, Teff. 10) Ottenere la distribuzione dei valori nel piano log Te, log L/Ls 11) Eseguire comparazioni con tracce teoriche (Isomasse) 12) Eseguire comparazioni con tracce teoriche temporali (Isocrone) 13) Ottenere il valore di metallicità 14) Aprire il file complementare " Calibrazioni " 15) Aprire e consultare il catalogo di " Janes & Adler " §32 I LINK DI COLLEGAMENTO AD ALTRI PROGRAMMI E DATABASE Sparsi all’ interno delle varie interfacce, ove necessario, sono presenti i seguenti link : ( a ) Calibrazioni ( b ) Janes & Adler Catalog ( c ) Webda Il link ( a ) apre il file complementare " Calibrazioni " dove è possibile trovare : 1) Un grafico del diagramma HR con le tracce delle classi di luminosità. 2) Una serie di immagini di sequenza spettrale. 3) Un calcolatore per il dereddenig con vari metodi applicabili. 4) Un calcolatore per ottenere Mv da (B-V)o secondo varie calibrazioni. 5) Un grafico di confronto tra diverse Zams fornite dai vari autori 6) Una pagina con tutte le Zams graficate e relative polinomiali informazioni sul calcolo di log Teff e Mb. Il link ( b ) apre il per la consultazione il catalogo di" Janes & Adler" Particolare menzione va fatta per il link ( c ), perché ci permette di effettuare il collegamento al sito dell’ Università di Ginevra, dove si può consultare il database " Webda " gestito e mantenuto da " J. C. Mermilliod " che significa info su moltissimi ammassi aperti. Possiamo trovare in questo sito : Il data base : collezione di tutti i dati aperti contenuto del database pubblicati su ammassi webda : fondamentali : coordinate - posizioni - posizioni xy - cross identification misure in diversi sistemi fotometrici : UBV - ubvy - Beta data - Geneva - Walraven - VRIc - VRIj - JHK – - UBV ccd - UBV pg spettroscopia : MK types - MK selected - HD types - mean Vr - Radial Velocity – -Vsini - Orbital Elements miscellanea : Memberschip - Lynga info - Alter bibliography - notes Star List : Ap stars - Be stars - Blue Stragglers - SB Pag.30 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Il data base contiene un tool di navigazione ed un motore di ricerca e query, le informazioni sono standardizzate come segue : 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) cluster Name A.R. e Dec. for the epoch 1950 galactic longitute and latitude L and B distance D and distance modulus M-m color eccess E(B-V) logarithm of the age log T earliest spectral type at Turnoff (ST) vertical distance from galactic plane Z cluster diameter D Ci troveremo ad utilizzare i dati provenienti da questo sito quando i punti, sul diagramma due colori, si disperderanno a forma di macchia impedendoci la determinazione grafica e analitica di <E(B-V)>. In questi particolari casi utilizzeremo il collegamento al " Webda " per la ricerca di dati spettroscopici relativamente alle stelle fotometrate. Una procedura di " spectral dereddening " disponibile in Hr Trace, potrà successivamente interpretare i dati spettroscopici e fornire <E(B-V)>. Come esempio di quanto sopra, vedere dispersione dati dell’ ammasso " STOCK 2 " . §33 EQUAZIONI POLINOMIALI piano osservazionale Possiamo trovare i dati che ci interessano relativamente ai piani (B-V)o, Mv // (U-B)o, Mv // (U-B)o,(B-V)o nei lavori sotto elencati collegandoci al sito Nasa/Ads . Per i dati che provengono dai volumi " Basic Astronomical Data " e " Landolt-Bornstein " sarà necessario consultare qualche fornita biblioteca tecnica ( istituti universitari od osservatori astronomici ). Balona J. D. Shobbrook R.R. 1984 Mon. Not. Roy. Astr. Soc. 211, 375 Balona J. D. Feast M. 1975 Mon. Not. Roy. Astr. Soc. 172, 191 Becker W. 1971 Astronomy & Astrophysics Suppl. 4, 241 Blaauw A. 1963 Basic Astronomical Data Ed. K. AA. Strand Chicago U.P. Buser R. 1978 Astronomy & Astrophysics 62, 411 Eggen O.J. 1965 Annual Review Astronomy & Astrophysics 3, 235 UP Fitzgerald M.P. 1970 Astronomy & Astrophysics 4, 234 Johnson H. L. 1963 Basic Astronomical Data Ed. K. AA. Strand Chicago Johnson H. L. 1966 Annual Review Astronomy & Astrophysics 4, 193 Mermilliod J.C. 1981 Astronomy & Astrophysics 97, 235 Schmidt - Kaler 1982 Landolt - Bornstein Vol2b Group IV - Spriger Verlag Turner D.G. 1976 Astronomical Journal 81, 97 VandenBerg D.A. & Bridges T.J. 1984 Astrophysical Journal 278, 679 VandenBerg D.A. & Poll H.E. 1989 Astronomical Journal 98, 1451 Walker R.W. 1985 Mon. Not. Roy. Astr. Soc. 213, 889 PIANO TEORICO Pag.31 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Bohm-Vitense E. 1981 Annual Review Astronomy & Astrophysics 19, 295 Code A. D., Davis R.C., Bless R.C., Hanbury Brown R. 1976 Ap. J. 203, 417 Flower P.J. 1977 Astronomy & Astrophysics 54, 31 Flower P.J. 1996 Astrophysical Journal 469, 355 Harris III D.L. 1963 Basic Astronomical Data Ed. K. AA. Strand Chicago U.P. p263 Johnson H. L. 1966 Annual Review Astronomy & Astrophysics 4, 193 Mader A. 1974 Astronomy & Astrophysics 32, 177 VandenBerg D.A. 1983 Astrophysical Journal Suppl. 51, 29 VandenBerg D.A. 1985 Astrophysical Journal Suppl. 58, 711 Di seguito vengono forniti i valori dei coefficienti e la forma delle relazioni polinomiali utilizzate dall’ applicativo. L’equazione polinomiale di 6° ordine, interpolante i valori Zams, con cui sono state costruite le curve sul grafico Mv, (B-V) è la seguente : Mv = α(B-V)6 + β(B-V)5 + χ(B-V)4 + δ(B-V)3 + ε(B-V)2 + φ(B-V) + γ ( 30 ) dove i coefficienti valgono : Tab ( 1 ) α= β= χ= δ= ε= φ= γ= Becker Blaauw Eggen Johnson Mermilliod Turner 196.54 −233.4 26.918 56.818 −20.84 6.6794 1.4838 −1.2121 18.132 −46.054 42.55 −14.986 6.8913 1.4515 −3.7306 21.132 −43.391 39.225 −15.158 7.3599 1.3999 −6.3458 31.114 −56.193 45.225 −15.639 7.113 1.5225 70.886 −108.12 14.865 41.256 −17.994 6.504 1.5854 −26.249 77.943 −90.138 48.264 −10.321 5.762 1.4555 Schmidt-K −5.446 29.491 −54.66 42.585 −13.87 7.6536 0.9086 campo di validità polinomiali : Tab ( 2 ) Becker ( B-V ) min -0.3 ( B-V ) max 0.63 Blaauw -0.35 1.2 Eggen -0.25 1.5 Johnson -0.25 1.3 Mermilliod -0.265 0.65 Turner -0.32 0.9 Schmidt-K -0.33 1.93 Mentre l’equazione polinomiale, sempre del 6° ordine interpolante i valori (U-B), (B-V) con cui sono state costruite le curve sul grafico due colori (U-B), (B-V) è la seguente : U-B = α(B-V)6 + β(B-V)5 + χ(B-V)4 + δ(B-V)3 + ε(B-V)2 + φ(B-V) + γ ( 31 ) dove i coefficienti valgono : Tab ( 3 ) Becker α = −3 5 . 6 8 β = 18.261 χ= δ= ε= φ= γ= 17.965 Eggen 7.8538 Fitzgerald 3.9095 Johnson 0 .5 9 7 9 Mermilliod 4 5 .1 1 8 −2 2 .6 5 6 1 9 .9 7 Schmidt - Kaler 1.5818 −1 4 . 0 3 8 −1 . 7 7 2 −7 4 .1 3 6 38.759 13.111 −0 . 6 4 7 2 3 6 .1 9 4 82.582 −3 . 4 7 3 4.5273 2.5279 5 .6 9 5 1 5.5641 7.392 −6 . 7 3 7 −7 . 6 7 9 7 −6 . 3 9 2 4 −4 . 4 9 6 6 −9 . 0 7 5 2 27.594 2.0805 1.8142 1.8167 1 .4 5 3 1 1.8564 6.8296 −0 . 0 6 0.0038 −0 . 0 5 4 6 −0 . 1 1 4 3 −0 . 0 0 5 1 0.8382 Pag.32 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 campo di validità polinomiali : Tab ( 4 ) Becker ( B-V ) min -0.3 ( B-V ) max 0.63 Eggen -0.25 1.1 Fitzgerald -0.32 1.68 Johnson -0.32 2 Mermilliod -0.265 0.65 Schmidt - Kaler -0.33 0.1 Equazioni Polinomiali interpolanti valori tabellari tra ( B-V )o e Log Te Le relazioni tra ( B-V )o e log Te sono costruite utilizzando la solita forma polinomiale del 6° ordine come segue : Log Te = α(B-V)6 + β(B-V)5 + χ(B-V)4 + δ(B-V)3 + ε(B-V)2 + φ(B-V) + γ ( 32 ) dove i coefficienti valgono : Tab ( 5 ) Eggen α= β= χ= δ= Johnson Cameron Reed Bohm-Vit. Arribas & Martinez Roger 1,049 0,2182 0,3501 Dati derivati dalle : Valori calcolati secondo -4,7321 -1,2102 -1,8848 Per Log ( Teff ) < 3,961 l'equazione fornita dagli 8,0742 2,572 3,8212 B-V = -3,684Log(T) + 14,551 Autori : -6,3324 Per Log ( Teff ) > 3,961 -2,6881 -3,6782 ε= φ= 2,2032 1,4922 1,795 -0,5761 -0,6937 -0,7101 γ= 3,9764 3,9808 3,9863 (B-V) = 1,938 Θeff - 1,078 0,344[Log(T)]2 - Log( T ) + Dove Θeff = 5040 / Teff 8,037 Valida nel range : 5000 < Teff < 8000 campo di validità polinomiali : Tab ( 6 ) Eggen Johnson Bohm-Vit. Cameron Arribas ( B-V ) min -0,25 -0,3 -0,31 -0,31 0,17 ( B-V ) max 1,5 2 1,6 1,6 0,92 §34 L'ARROSSAMENTO INDIVIDUALE E MEDIO L’ espressione seguente è dovuta a Johnson & Morgan Ap.J. 1953, 117, 313 e rappresenta una quantità indipendente dall’arrossamento. Q = ( U-B ) - ( Eu / Ey )( B-V ) ( 33 ) Con Ey = E(B-V) , Eu = E(U-B) e dove il rapporto Eu / Ey vale 0,72 per le O stars. Così si può scrivere la seguente: Q = ( U-B ) - 0,72( B-V ) ( 34 ) L’ indice di colore ( B-V )o è poi legato al Q secondo la seguente relazione, ottenuta da un campione di stelle dei primi tipi spettrali non arrossate: B-V o = 0,332Q Pag.33 ( 35 ) HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Poiché l’eccesso di colore Ey è la differenza tra il colore osservato e il colore intrinseco, cioè non arrossato, possiamo scrivere la seguente: Ey = ( B-V ) - 0,332Q ( 36 ) Risulta allora chiaro come sia possibile derivare dalle osservazioni un valore di Q da cui poi ottenere l’arrossamento . Il valore di arrossamento Ey(Q) è sempre presentato nel grafico due colori, per confronto, quando si esegue la ricerca grafica dell’arrossamento stesso. E’ necessario tuttavia osservare che quanto sopra è valido per i tipi spettrali B1 - B9 e per valori compresi tra : -0,80 < Q < -0,05. Una relazione tra il valore di Q e le classi spettrali comprese tra O5 e A0, è fornita nella tabella seguente : Classe Spettrale Q O5 -0,93 O6 -0,93 O8 -0,93 O9 0,9 BO 0,9 B0,5 -0,85 B1 -0,78 B2 -0,7 B3 -0,57 B5 -0,49 B6 -0,37 B7 -0,32 B8 -0,27 B9 -0,13 A0 0 Tab ( 7 ) Nello stesso modo è possibile avere una idea della classe spettrale attraverso i valori di Q secondo la tabella seguente : Pag.34 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Q Casse Sp. Tab ( 8 ) < -0,86 O - B0 -0,86 < Q < -0,74 B1 -0,74 < Q < -0,63 B2 -0,63 < Q < -0,51 B3 -0,51 < Q < -0,40 B5 -0,40 < Q < -0,29 B7 -0,29 < Q < -0,17 B8 -0,17 < Q < -0,06 B9 §35 METODI PER LA DETERMINAZIONE DI E(B-V) La determinazione di E(B-V) avviene per default utilizzando il metodo delle reddening lines. Tuttavia, per completezza, Hr Trace rende possibile la stessa operazione anche con i seguenti altri metodi di cui sono fornite le equazioni : A) METODO MORGAN-HARRIS MORGAN W. W. & HARRIS D. L. 1956 Vistas in Astronomy (B-V)o = 0,335 (U-B) - 0,241 (B-V) ( 37 ) (U-B)o = 1,242 (U-B) - 0,894 (B-V) ( 38 ) B) METODO GUTIERREZ - MORENO GUTIERREZ - MORENO A. 1975 PASP 2, 1124 87, 805 C = (U-B) - 3,71 (B-V) - 0,004 ( 39 ) 0,5 E(B-V) = 29,94 - 10 ( 8,964 + 0,2 C ) ( 40 ) valida per valori del rapporto E(U-B)/E(B-V) maggiori o uguali a 0,70 . C) METODO CLARIA’ Pag.35 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 CLARIA’ J. J. 1977 A. & AS. 27, 145 2 (U-B) - 0,7(B-V) - 0,05(B-V) (B-V)o = ( 41 ) 3,012 - 0,05(B-V) 3,712(B-V) - (U-B) E(B-V) = ( 42 ) 3,012 - 0,05(B-V) 2 E(U-B) = 0,7E(B-V) + 0,05E(B-V) ( 43 ) valida per valori di (B-V) minori o uguali a D) METODO GARCIA GARCIA B. 1994 A.J. 436, 705 0,05 classe A2 4,55(B-V) - (U-B) + 0,266 E(B-V) = ( 44 ) 3,831 - 0,05(B-V) 2 E(U-B) = 0,7E(B-V) + 0,05E(B-V) valida per valori di (B-V) minori E) "Q" METHOD JOHNSON H. L. o uguali a & MORGAN W. W. ( 45 ) 0,05 classe A2 1953 Ap.J. 117, 313 Q = ( U-B ) - ( E(U-B) / E(B-V) ) ( B-V ) ( 46 ) B-V o = 0,332Q ( 47 ) E(B-V) = ( B-V ) - 0,332Q ( 48 ) = X + 0,05 E(B-V) ( 49 ) E(U-B) E(B-V) Pag.36 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 dove il parametro " X " assume valori variabili compresi tra 0,72 e 0,65, rispettivamente per le classi spettrali da O5 ad A0 come segue dalla tabella sottostante ricavata da Gutierrez - Moreno A. 1975 Pasp 87, 805. S. T. X (B-V)o (U-B)o Q O5 0,72 -0,322 -1,15 -0,919 O6 0,72 -0,318 -1,148 -0,919 O7 0,719 -0,314 -1,142 -0,916 O8 0,717 -0,31 -1,135 -0,913 O9 0,715 -0,306 -1,125 -0,906 O9,5 0,71 -0,3 -1,109 -0,896 BO 0,704 -0,29 -1,075 -0,871 B0,5 0,696 -0,278 -1,03 -0,837 B1 0,685 -0,26 -0,963 -0,785 B1,5 0,678 -0,248 -0,919 -0,751 B2 0,67 -0,238 -0,882 -0,723 B2,5 0,655 -0,218 -0,807 -0,664 B3 0,645 -0,198 -0,733 -0,605 B5 0,625 -0,158 -0,584 -0,485 B6 0,62 -0,138 -0,51 -0,424 B7 0,618 -0,118 -0,436 -0,363 B8 0,621 -0,086 -0,317 -0,264 B9 0,63 -0,057 -0,209 -0,173 B9,5 0,64 -0,03 -0,109 -0,09 AO 0,65 0 0 0 Tab ( 9 ) La procedura del Q method è iterativa e si procede come segue: ( 1 ) Si inizia calcolando la ( 46 ) con E(U-B)/E(B-V) = 0,72 quindi determinando la ( 47 ) e successivamente la ( 48 ). ( 2 ) Si ridetermina a questo punto la ( 49 ) e si ripete il ciclo dalla ( 46 ). Sono necessarie di norma solo due iterazioni per avere il valore ricercato. F) REDDENING LINES Il metodo consiste nell’ esprimere analiticamente le due relazioni, quella relativa alla reddening line stessa e quella relativa alla parte della curva due colori che rappresenta il luogo dei colori intrinseci delle early type. Otteniamo così per la reddening line : E(U-B) = X + 0,05 E(B-V) E(B-V) Pag.37 ( 50 ) HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Molti autori preferiscono usare per " X " un valore medio pari a 0,69 nella ( 20 ). Per la curva due colori, relativamente alla classe di luminosità " V ", Hr Trace usa per Fitzgerald e Schmidt-Kaler rispettivamente le seguenti : (U-B)o = 3,6910(B-V)o + 0,023 (U-B)o = 3,7178(B-V)o + 0,0473 ( 51 ) ( 51a ) Poiché la ( 50 ) rappresenta il luogo geometrico lungo il quale sono proiettate sul piano (U-B) , (B-V) le stelle la cui luce subisce l’ arrossamento e la ( 51 ) è il luogo, sempre sullo stesso piano, dove si distribuiscono le early type non arrossate, è evidente che il punto di incontro, tra le due rette (intersezione), rappresenta le coordinate dei colori non arrossati rispetto al punto di osservazione e rispetto alla pendenza della ( 50 ) vedi fig. ( 18 ). L' INTERSEZIONE RAPPRESENTA I COLORI DEARROSSATI REDDENING LINE INDIVIDUALE DELLA STELLA ( A ). E(U-B) / E(B-V) = 0,72+0,05E(B-V) (U - B)o A (U - B)oss. EARLY TYPE ARROSSATA ZAMS 2 COLORI PARTE PARTE RELATIVA ALLE EARLY TYPE . (U-B)o = 3,691(B-V)o+0,023 Fig . ( 18 ) (B - V)o (B - V)oss. La ( 51 ) e ( 51a ) si ottengono per interpolazione lineare con i dati tabellari forniti dai diversi autori relativamente al luogo dei colori intrinseci per le early type. In particolare la ( 51 ) rappresenta il luogo dei colori intrinseci secondo la calibrazione di Fitzgerald( 1970 Astron. & Astrophys. 4, 234 ) RICAVIAMO A TITOLO DI ESEMPIO L' ESPRESSIONE ( 51 ). Prendendo i valori tabellari (U-B)o, (B-V)o da Fitzgerald limitatamente alle sole early type " O5 - A1 " classe luminosità V, possiamo, utilizzando le tecniche già ampiamente viste, richiedere ad Pag.38 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Excel di esaminare la tabella e di interpolare i dati rappresentati fornendone la relazione analitica . Creiamo il diagramma utile per stabilire graficamente la correlazione matematica tra gli indici ( B-V )o e ( U-B )o che, come si vede in fig ( 19 ), è lineare e pertanto procederemo appunto in questo senso fino ad ottenere quanto desiderato. VALORI TABELLARI (U-B)o , (B-V)o DA FITZGERALD PER LE EARLY TYPE “ O5 – A1 “ CLASSE LUMINOSITA' V ( B-V )o -0,32 ( U-B )o -1,19 Spettro O5 -0,32 -1,18 O6 -0,32 -1,17 O7 -0,31 -1,14 O8 -0,31 -1,13 O9 -1 -0,3 -1,08 B0 -0,8 -0,26 -0,95 B1 -0,6 -0,24 -0,81 B2 -0,4 -0,2 -0,68 B3 -0,2 -0,18 -0,63 B4 -0,16 -0,58 B5 -0,14 -0,49 B6 -0,13 -0,43 B7 -0,11 -0,36 B8 -0,07 -0,18 B9 -0,01 -0,02 A0 0,02 0,01 A1 Fig. ( 4 ) Fig. 19 -1,4 -1,2 (U -B ) o (U-B)o = 3,691(B-V)o + 0,0231 0 0,2 -0,4 -0,3 -0,2 -0,1 0 0,1 (B-V)o Ovviamente esisteranno una serie di espressioni come le ( 51 ) relative ad ogni classe di luminosità e ne diamo brevemente un cenno : Tab ( 10 ) Classi Luminosità SCHMIDT - KALER FITZGERALD Ia (U-B)o = 2,3675(B-V)o - 0,4821 (U-B)o = 2,0819(B-V)o - 0,5681 Iab (U-B)o = 2,4482(B-V)o - 0,4517 (U-B)o = 2,8743(B-V)o - 0,4115 Ib (U-B)o = 2,5333(B-V)o - 0,4077 (U-B)o = 3,024(B-V)o - 0,3692 II (U-B)o = 3,3478(B-V)o - 0,1092 (U-B)o = 3,0136(B-V)o - 0,2244 Le espressioni in tabella ( 10 ) sono state ricavate dalla tabulazione di Fitzgerald 1970 A&A 4, 234 & Schmidt – Kaler in Landolt-Bornstein. §36 IL DEREDDENING DELLE CLASSI DI LUMINOSITA' Ia , Iab e Ib Poiché esistono notevoli differenze tra i colori intrinseci relativamente alle classi di luminosità V, Ia, Iab e Ib, come si può constatare dalla tabella colori intrinseci di Schmidt - Kaler e Fitzgerald in Pag.39 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 “Calibrazioni“, Hr Trace effettua il dereddening utilizzando valori medi con le seguenti equazioni : Schmidt-Kaler : (U-B)o = 2,4496(B-V)o - 0,3476 Fitzgerald : (U-B)o = 2,660(B-V)o - 0,4496 Le precedenti consentono di avere un buon dereddening per queste classi, evitando errori sistematici che potrebbero tradursi in punti troppo blu sul diagramma (B-V)o , Mv . §37 RICERCA DI ( Vo-Mv ) : IL FITTING GRAFICO Il fitting grafico è possibile sui piani Vo, (B-V)o e Vo, (U-B)o in entrambi i casi, l’interfaccia è grafica ed estremamente semplice nell’utilizzo, basta infatti spostare la Zams scelta verso il basso fino ad ottenere il best fitting e leggere nella finestra Vo-Mv il valore calcolato. Durante questa operazione è necessario non scordare la definizione di Zams e tutto ciò che essa implica. Non bisogna pertanto dimenticare, che si sta cercando il luogo di minor luminosità evolutiva . §38 RICERCA DI ( Vo-Mv ) : IL FITTING MATEMATICO Per quanto riguarda il fitting matematico si tratta di determinare il valore individuale " Vo - Mv " per ogni singola stella e successivamente, il valor medio di tutte le singole determinazioni " < Vo - Mv > ". IL CALCOLO DI SEGUENTE : " Vo - Mv " INDIVIDUALE AVVIENE PER DEFAULT NEL MODO Per tutte le stelle programmate il colore intrinseco, l’eccesso di colore, la magnitudine assoluta e il modulo della distanza, sono determinati individualmente dai dati fotometrici . a questo proposito, reddening lines con pendenza ∆(U-B)/∆ ∆(B-V) = al valore impostato nella finestra a discesa " pendenza R.L. " sono costruite sul grafico 2 colori connettendo le posizioni osservate con la sequenza standard curva 2 colori vedi fig ( 3 ) . il colore intrinseco (B-V)o è letto per ogni stella al punto di intersezione tra la reddening line individuale e la curva 2 colori, mentre la magnitudine assoluta corrispondente a (B-V)o così determinata è ricavata dalla tabulazione (B-V)o , Mv della calibrazione selezionata. L’ eccesso di colore vale a questo punto : E(B-V) = (B-V) - (B-V)o ( 52 ) mentre il modulo vero della distanza (Vo-Mv) = : [V-RE(B–V)]-Mv Pag.40 ( 53 ) HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §39 I DATI FOTOMETRICI PRESENTI IN ARCHIVIO IN ARCHIVIO SONO PRESENTI I DATI FOTOMETRICI DEI SEGUENTI AMMASSI : 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10 ) 11 ) 12 ) 13 ) 14 ) 15 ) 16 ) 17 ) 18 ) 19 ) 20 ) 21 ) 22 ) 23 ) 24 ) 25 ) 26 ) 27 ) 28 ) 29 ) 30 ) 31 ) 32 ) 33 ) 34 ) 35 ) 36 ) 37 ) 38 ) 39 ) 40 ) 41 ) 42 ) Bo10 Coma Cluster Harvard20 Hogg16 Iadi Ic 2581 Ic4665 M34 M36 Ngc2232 Ngc2343 Ngc2362 Ngc2516 Ngc2571 Ngc3293 Ngc3590 Ngc4755 Ngc5460 Ngc5606 Ngc5662 Ngc5749 Ngc6025 Ngc6530 Pleiadi Praesepe Ruprecht79 Stock16 Trumpler16 Trumpler18 Feinstein A. 1981 Pasp 93, 202 Johnson H.L. & Knuckles C.F. 1955 Ap. J. 122, 209 Turner D.G. 1980 Pasp 92, 840 Vazquez R. & Altri 1991 Astron. & Astrophys.Supp. Ser. 90, 317 Johnson H.L. & Knuckles C.F. 1955 Ap. J. 122, 209 Turner D.G. 1973 A.J. 78, 597 Johnson H.L. 1954 Ap.J. 119, 181 Cester B. & Altri 1977 Astron. & Astrophys. Suppl. Ser. 30, 227 Johnson H.L. E Morgan W.W. 1953 Ap. J. 117, 313 Claria' J.J. 1972 Astron. & Astrophys.19, 303 Claria' J.J. 1972 A.J. 77, 868 Johnson H.L. E Morgan W.W. 1953 Ap. J. 117, 313 Dachs J. & Altri 1989 Astron. & Astrophys. Supp. Ser. 78, 25 Claria' J.J. 1976 Pasp 88, 225 Baume G.L. & Altri Baume_Temaiv_N3293.Html Claria' J.J. 1976 A.J. 81, 155 Dachs J. & Altri 1983 Astron. & Astrophys. Supp. Ser. 58, 411 Claria' J.J. 1993 Astron. & Astrophys. Supp. 99,1 Vazquez R. & Altri 1991 Astron. & Astrophys. Supp. Ser. 87, 383 Claria' J.J. 1991 Mnras 249, 193 Claria' J.J. & Altri 1992 Acta Astr. 42, 343 Feinstein A. 1971 Pasp 83, 800 Sagar R. & Joshi U.C. 1978 Mnras 184, 467 Johnson H. L. E Mitchell R. I. 1958 Ap. J.128, 31 Johnson H.L. 1952 Ap. J. 116, 640 Walker A.R. 1987 Mnras 229, 31 Turner D.G. 1980 Ap.J. 292, 148 Feinstein A. 1973 Astron. & Astrophys.Supp. Ser 12, 331 Vazquez R. & Altri 1990 Astron. & Astrophys.Supp. Ser. 86, 209 Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : Rif. : I dati fotometrici dei punti 43-44, si riferiscono a una zona di cielo particolarmente arrossata e sono stati inseriti per evidenziare come, un forte arrossamento disponga i valori in modo molto particolare sul diagramma due colori. 43 ) 44 ) Stock 2 Stock 2 Rif. : Rif. : Krzeminski W. & Altri 1967 Ap. J. 147, 988 Martini A. 1971 Mem. Sait. 42, 523 Pag.41 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Per ottenerne un set dati dall’archivio, basterà selezionarne la voce nella finestra a discesa. I dati saranno presentati in tabella così come desunti dai vari lavori indicati in bibliografia, a cui si rimanda per ulteriori specificazioni. Terminiamo questa breve descrizione, invitando l’ utilizzatore a collegarsi con il sito ADS della NASA per scaricare articoli di letteratura tecnica dai vari giornali disponibili, confrontandone successivamente i contenuti con le elaborazioni di Hr Trace . §40 ANALISI DEI DATI FOTOMETRICI – SCELTE INIZIALI Sostanzialmente ci sono due possibilità che dipendono dal grado di precisione che si vuole ottenere. Le possibilità sono : 1) Eseguire una analisi decidendo a priori il valore di pendenza della reddening line ed il valore di " R " che normalmente prendono valori da 0,69 a 0,75 per la " RL " e da 3 a 3,2 per “ R “ relazione alle preferenze dei vari autori. oppure 2) Prima di iniziare l’ analisi determinare, ricercando dati spettroscopici, il corretto valore di pendenza della reddening line e quello di R per l’ ammasso in esame . I dati che servono sono ottenibili utilizzando il collegamento al " WEBDA " o attraverso la letteratura tecnica " Nasa/Ads " introducendo successivamente i dati nella procedura di spectral dereddening si potrà utilizzare il Variable Extinction Diagram. La procedura ( 2 ) oltre a fornire il corretto valore di " R " e la corretta pendenza per la reddening line sul campo osservato, produce anche una determinazione del modulo apparente della distanza . §41 QUALCHE PRECISAZIONE SULLE SCELTE INIZIALI Una volta conosciuti " R " e la pendenza della reddening line, potremo impostare questi valori nella interfaccia determinazione di <E(B-V)>, come si vede nella figura seguente che rappresenta l’ interfaccia due colori. Bisogna comunque tenere in considerazione, che il risultato finale e’, ovviamente influenzato dalla scelta operata per la selezione dei valori di " RL " ed " R " . Pag.42 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 IMPOSTARE QUI LA PENDENZA DELLA R.L. M36 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - IMPOSTARE QUI VALORE DI " R " Pend. RL. Visualizza Locus Classi Luminosità ! E(B-V) 0 Imp. R Cerca Tipi Spettrali "# ! δ E(B-V) B-Vo RL + - -0,326 E(B-V) x 0,1 E(B-V) x 0,01 Spectral Dereddening Webda Tabella Spectral Dereddening + Ranging Color Eccess START δ E(B-V) Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,6 END δ E(B-V) Barre +/- δ (B-V)m -1,2 Metodo Calcolo E(B-V) -0,8 Help 0 0,4 Due Colori ( U-B ) -0,4 Cattura Early Type 0,8 1,2 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 ( B-V ) Fig.20 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI GENERALI BARBIERI C. "Lezioni di astronomia" Zanichelli Bologna CASTELLANI V. "Astrofisica stellare" Zanichelli Bologna GIACCAGLINI G. "Excel 2000 VBA" Jackson Milano GRATTON L. "Introduzione all'astrofisica" vol1 Zanichelli Bologna GUCCINI P. "Visual basic 6" McGraw Hill Milano HARRIS M. "Programmazione di Excel 2000" Apogeo & Sams Milano KEPLER S.O. & SARAIVA O.M. “Astronomia e Astrofisica” UFRGS JASCHEK C. & JASCHEK M. "The classification of stars" Cambridge U.P. MICROSOFT EXCEL "Manuale dell'utente" Microsoft Corporation ROSINO L. "Lezioni di astronomia" Cedam Padova SHANK D. "Office 2000 visual basic" Mondadori Milano STRAND KAA "Basic astronomical data" Chicago U.P. Chicago UNSOLD A. "Il nuovo cosmo" Piccin Padova Pag.43 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §42 I COMANDI DI USO GENERALE RIPETUTI NELLE INTERFACCE Alcuni comandi sono necessariamente ripetuti nelle varie interfacce e quindi lì vediamo una volta per tutte qui sotto: Il comandoIL COMANDO per uscire da ogni interfaccia è:E' : --------------------->> PER USCIRE DA OGNI INTERFACCIA Tutto l'eventuale codice necessario alla riorganizzazione dell'interfaccia appena lasciata e' contenuto nell'oggetto. Poiché molte interfacce sono grafiche e molto spesso è necessario definire dei campi di visualizzazione utente, sono sempre presenti comandi atti allo zoom sui grafici . vediamo un esempio : Imposta Zoom (X) Seleziona il valore minimo sull'asse considerato Seleziona B-Vo Min $ (X) Seleziona il valore massimo sull'asse considerato Campo Seleziona B-Vo Max (Y) Seleziona il valore minimo sull'asse considerato Seleziona Vo Min (Y) Seleziona il valore massimo sull'asse considerato Seleziona Vo Max Zoom & Fitting Va allo zoom con i valori impostati Ritorna al campo iniziale Questo tipo di comandi può assumere veste grafica diversa nelle diverse interfacce, ma la filosofia di funzionamento resta sostanzialmente identica . Il comando " Zoom & Fitting " riveste un azione particolare, che vedremo nella descrizione dell' interfaccia appropriata. Esiste poi in Hr Trace un altro tipo di selezione zoom grafica non impostabile e totalmente automatica ottenibile premendo i pulsanti : Zoom Zoom + - Comando Disabilitato Comando Abilitato Questo tipo di comando, è utilizzato da Hr Trace quando è necessario focalizzare l'attenzione dell'utilizzatore su una zona ben precisa di un grafico, dove altri comandi hanno operato una soluzione od un fitting. §43 I COMANDI DI SELEZIONE DA ELENCHI O ARCHIVI Le selezioni di dati, oggetti e quanto altro da archivi o elenchi, avviene sempre utilizzando finestre a discesa ecco alcuni esempi: Pag.44 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Seleziona Zams % & '$() * Seleziona un set dati UBV da archivio + Carica una curva Zams tra le disponibili §44 I COMANDI GENERALI DI AZIONE Tutti i comandi di azionamento procedure sono ottenuti con pulsanti, la cui dicitura ne chiarisce l’azione. - Esempio: Fitting sul Piano Vo, ( B-V )o Calibrazioni Fitting sul Piano Vo, ( U-B )o Janes & Adler Catalog Quadro Riassuntivo WEBDA A volte può essere necessario operare selezioni di preferenza, per esempio tra due diverse calibrazioni, ottenute da autori diversi per confrontarne i risultati. §45 OPZIONI DI CONFRONTO O SELEZIONE In Hr Trace le operazioni di selezione e confronto si svolgono utilizzando finestre a discesa o caselle di opzione: ! "# Seleziona Calibrazione Teff ! " ,* )-* &$ .'* * Quando spuntate impongono ad Hr Trace di effettuare il dereddening secondo la calibrazione scelta. & ) ' /) )& ) /&) ' Selezione mutamente esclusiva per l'applicazione di una calibrazione di temperatura effettiva ai dati . Visualizza Locus Classi Luminosità Pend. RL. Imp. R + Impone la pendenza della reddening line Visualizza su un grafico il luogo delle classi di luminosità selezionate . Impone la selezione del valore R Pag.45 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 PASSIAMO ORA ALLA DESCRIZIONE PUNTUALE DELLE VARIE INTERFACCE . " IL MENU' " Demo Info Generale Sul modulo delle Iadi 5,00 6,00 7,00 8,00 9,00 10,00 11,00 0,25 0, 35 0, 45 0, 55 0,65 0,75 0, 85 ( B-V )o Calibrazioni Analisi Dati Fotometrici Dati di Archivio Riferimenti Generali Riferimenti Bibliografici Fine a.w. Apre per la consultazione il Tutor file di Hr Trace . Avvia il file demo di Hr Trace Apre help file Apre per la consultazione il file Calibrazioni di Hr Trace . Passa alla elaborazione dati fotometrici con Hr Trace . Apre l'archivio dati fotometrici di Hr Trace . Apre i files " Riferimenti Generali " e " Bibliografia " di Hr Trace . Fig.21 La start page di Hr Trace Pag.46 0, 95 Vo HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §46 L’INTERFACCIA PER L’INTRODUZIONE ED ELABORAZIONE DATI FOTOMETRICI. L'INTERFACCIA ELABORAZIONE DATI FOTOMETRICI Nr. Oss. V B U (B-V) (U-B) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Fig.22 Parte della interfaccia introduzione valori fotometrici Questa interfaccia è multifunzionale e la utilizzeremo per svolgere diversi compiti . Le possibilità d'uso sono : 1) Introdurre magnitudini strumentali ed effettuare riduzione e standardizzazione. 2) Ottenere il calcolo dei colori (B-V) ed (U-B) dopo standardizzazione. 3) Introdurre dati provenienti da misurazioni effettuate al telescopio già ridotte e standardizzate. 4) Salvare in archivio fotometrico di Hr Trace un nuovo set dati fotometrici. 5) Prelevare dall'archivio fotometrico di Hr Trace un set dati fotometrici. I comandi utilizzabili per le diverse funzioni sono : Questo comando ci consentirà, una volta introdotti in tabella i dati fotometrici provenienti da misurazioni effettuate al telescopio, di ottenere i colori (B-V) e (U-B). I dati dovranno già essere stati ridotti per l'assorbimento atmosferico e standardizzati. Questo comando consente di salvare in archivio fotometrico di Hr Trace un nuovo set dati, implementandolo, così, con nuove misurazioni. Pag.47 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Inizialmente questo comando resta invisibile fino a quando non siano stati caricati dati in tabella come specificato sopra. Successivamente consentirà il passaggio alla interfaccia due colori per la ricerca e determinazione di E(B-V). Anche se al momento è ancora in fase di sviluppo, è prevista una apposita interfaccia da utilizzarsi se si dispone solo delle magnitudini strumentali e si desideri effettuarne la riduzione e standardizzazione con HR TRACE. RIDUZIONE MAGNITUDINI STRUMENTALI Longitudine Luogo di Dammi LST Adesso J.D. Adesso Osservazione Impostato 2452674,3333 h m s 2452681,4377 5 44 18 12 30 15 --------------------- Seleziona Landolt UBV Standard -------------------Gradi Primi Secondi J.D. alla Data Anno Mese Giorno Ora 2003 2 10 23 Dammi LST alla data Specificata : aa.mm.gg / hh.mm.ss Min Sec 30 15 LST alla Data h 8 m 42 s 36 Valori standard Landolt per le Std selezionate V B-V U-B Ra Dec Seleziona Std1 92 260 Std1 15,071 1,162 1,115 00 55 29 +00 37 07 Seleziona Std2 TPHE E Std2 11,63 0,443 -0,103 00 30 19 -46 24 36 Seleziona Std3 PG0029+024 Std3 15,268 0,362 -0,184 00 31 50 +02 38 26 Seleziona Std4 92 235 Std4 10,595 1,638 1,984 00 53 16 +00 36 18 Seleziona Std5 93 333 Std5 12,011 0,832 0,436 01 55 05 +00 45 44 Airmass Airmass Adesso alla Data Kv = ( 2 ) Calcola Coefficenti Estinzione ( 1 ) Calcola < Airmass> Kbv = Kub = µ = ψ = ε = Osservazioni Std 1 Osservazioni Std 2 Dv Db Du Dv Db Du USNO ( 3 ) Calcola Coefficienti Standardizz. CV = CBV = ( 5 ) Esce CUB = ( 4 ) Calcola Magnitudini Standard <X>= Osservazioni Std 3 Osservazioni Std 4 Osservazioni Std 5 Dv Db Du Dv Db Du Dv Db Fig.23 Interfaccia riduzione e standardizzazione magnitudini strumentali Introducendo in questa interfaccia magnitudini strumentali relative alle Landolt Standard ( 1992 )verranno calcolati da Hr Trace gli zero - point Kv - Kbv - Kub , i coefficienti di traformazione ε, µ, ψ , e le magnitudini strumentali corrette per l'estinzione atmosferica(airmass). Successivamente saranno ricavate le magnitudini standardizzate al sistema UBV con le seguenti : V = vo + ε( B - V ) + CV ( 54 ) ( B - V ) = µ( b - v )o + CBV ( 55 ) ( U - B ) = ψ ( u - b )o + CUB ( 56 ) Pag.48 Du HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Utilizzando la stessa procedura è anche possibile determinare, a seguito di una serie di osservazioni ben spaziate in tempo ed airmass, i valori dei coefficienti di estinzione medi per il luogo. La procedura di misura è delicata e richiede alcune precisazioni e precauzioni spiegate nel file " User Guide " relativo alla interfaccia. In mancanza di dati fotometrici provenienti da misurazioni telescopiche è possibile immettere in tabella valori desunti dalla letteratura (Nasa/Ads) dal Webda o caricare un set dati tra quelli disponibili in archivio di Hr Trace. Il comando permette di selezionare e caricare in tabella un set dati dall’archivio fotometrico di Hr Trace. L’archivio fotometrico contiene Nr. 30 ammassi 0*) galattici aperti, da usare per poter familiarizzare l’utilizzatore, con le possibilità di analisi offerte da Hr Trace . Gli ammassi in archivio sono : ** ATTENZIONE ** QUESTO FOGLIO DI LAVORO NON E' PROTETTO PER CONSENTIRE, QUALORA NECESSARIO, RETTIFICHE AI DATI REGISTRATI . PERTANTO OGNI MODIFICA DIVERRA' EFFETTIVA DOPO AVER PREMUTO INVIO. ORDINA ELENCO Elenco Nomi Ammassi Con Valori Fotometrici Disponibili in Archivio. Disponibilità Archivio nr.: 500 Posizioni. Occupate : 30 Legenda Calibrazioni : Becker = Beck Eggen = Egg Mermilliod = Merm Turner = Tur Blaauw = Blaa Jonhson = John Schmidt - Kaler = S - K EDC = Evolutionary Deviation Curve Nome Autore Fonte <E(B-V)> <Vo-Mv> 12,8 Calibr. Bo10 A. Feinstein 1981 PASP 93, 202 0,35 Com aCluster H.L. Johnson & Altri 1955 Ap. J. 122, 209 0 4,65 Harvard20 D.G. Turner Pas p 1980, 92, 840 0,26 11,22 Hogg16 R. Vazquez & Altri A & AS 1991, 90, 317 0,44 11,65 S-K 82 Iadi Johns on & Altri Ap.J. 1962, 136, 75 0 3,09 - 3,42 Vari Metodi IC4665 Johns on H.L. Ap.J. 1954, 119, 181 0,174 7,77 John. 53 M34 B. Cester & Altri A & AS 1977, 30, 227 0,11 8,35 M36 H.L. Johnson & Altri Ap.J. 1953, 117, 313 Blaa 63 John. 53 NGC2232 J.J. Clarià A & A 1972, 19, 303 0,01 7,8 Blaa. 63 NGC2343 J.J. Clarià A.J. 1972, 77, 868 0,2 9,92 S-K 65 NGC2362 Hagen G.L. Janes & Adler Cat. 0,11 11,33 NGC2516 J. Dachs & Altri A. & AS. 1989, 78,25 0,12 8,18 S-K 82 NGC2571 J.J. Clarià Pas p 1976, 88, 225 0,1 10,56 S-K 65 NGC3293 G.L. Baum e & Altri baum e_tem aiv7_n3293.htm l NGC3590 J.J. Clarià A.J. 1976, 81, 155 NGC4755 J. Dachs & Altri NGC5460 J.J. Clarià NGC5606 R. Vazquez & A. Feinstein A. & AS. 1991, 87, 383 0,51 11,6 S-K 82 NGC5662 J.J. Clarià & Altri Mnras 1991, 249, 193 0,28 9,64 S-K 82 NGC5749 J.J. Clarià & Altri Acta Astr. 1992, 42, 343 0,42 10,54 S-K 82 NGC6025 Feinstein A. PASP 1971, 83, 800 0,17 9,4 Blaa 63 NGC6530 R. Sagar & Altri Mnras 1978, 184, 467 0,35 11,3 S-K 82 Pleiadi Hagen G.L. Janes & Adler Cat. 0,04 5,62 Praesepe Hagen G.L. Janes & Adler Cat. Ruprecht79 A.R. Walker 1987 MNRAS 229, 31 Stock16 Turner D.G. 0,31var 12,1 S-K 82 0,53 11,8 S-K 65 1983 A & AS Supp. 58, 411 0,44 11,82 S-K 82 A & AS 1993, 99, 1 0,12 9,34 S-K 82 0 6 0,794 12,55 Tur 76 1985 AP.J. 292, 148 0,49 11,38 Tur 76 E(B-V), V-Mv Stock2 W. Krzem inski & Altri Ap.J. 1967, 147, 988 0,4 7,5 Trum pler16 A. Feinstein 1973, A&AS 12, 331 0 12,65 Trum pler18 R. Vazquez & A. Feinstein A & AS 1990, 86, 209 0,29 10,95 S-K 82 IC2581 TURNER D.G. 1979, JRASC 73,74 0 11,81 V.E. Pag.49 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 La tabella caricamento dati fotometrici è strutturata per accettare ed elaborare contemporaneamente 200 valori . L’archivio fotometrico è invece strutturato per salvare e mantenere 500 set di misurazioni e può essere implementato con nuovi set di misure direttamente dall'utente fino alla massima capacità . Apre l'help file relativo alla interfaccia inserimento dati fotometrici . Dopo aver inserito i dati da analizzare, si deve necessariamente passare alla determinazione del primo parametro fondamentale per poter continuare l'analisi dell'ammasso oggetto del nostro studio, che è il valor medio dell'arrossamento <E(B-V)> . Questo valore si ottiene graficamente nella interfaccia appropriata " Determinazione <E(B-V)> ",mentre in background Hr Trace determina lo stesso parametro in modo analitico, per le sole Early Type presenti nel set delle misure . §47 INTERFACCIA DETERMINAZIONE DI E(B-V) Altrimenti detta interfaccia due colori permette, utilizzando il metodo della Sliding fit Tecnique, di ottenere un valore medio dell'arrossamento per l'ammasso in esame. In fig.24 evidenza dei comandi fondamentali : IC2581 DETERMINAZIONE DI <E(B-V)> Zoom Zoom + - Pend. RL. Visualizza Locus Classi Luminosità ! E(B-V) 0 Imp. R Cerca Tipi Spettrali Webda "# ! δ E(B-V) B-Vo RL -0,332 E(B-V) x 0,1 + E(B-V) x 0,01 Spectral Dereddening Tabella Spectral Dereddening + Ranging Color Eccess START δ E(B-V) Determinazione <E(B-V)> Early Type e Selezione Classe Luminosità V -1,6 -1,2 Metodo Calcolo E(B-V) -0,8 Help -0,4 0 0,4 Distribuzione dei dati fotometrici . Barre +/- δ (B-V)m 0,8 ( U-B ) Spostano la linea rossa luogo delle Early Type verso destra e verso il basso secondo la pendeza impostata nella casella a discesa " Pend. R.L." fino ad incontrare la distribuzione dei dati . END δ E(B-V) No Early Type Cattura Early Type Esamina distribuzione Early Type 1,2 -0,6 -0,4 -0,2 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 1,4 1,6 1,8 2 2,2 ( B-V ) Fig.24 Interfaccia due colori in evidenza i comandi fondamentali Pag.50 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 Poiché l’operazione di determinazione di <E(B-V)> è abbastanza delicata, si consiglia di prendere visione dell'help file relativo, dove troverete alcuni esempi chiarificatori sull'uso corretto di questa tecnica . Altri comandi estremamente importanti di questa interfaccia sono : ! "# ! Quando spuntate impongono ad Hr Trace di effettuare il dereddening secondo la calibrazione scelta. Queste caselle di opzione impongono ad Hr Trace di effettuare la ricerca dei colori intrinseci per le Early Type, secondo le tabulazioni di Schmidt - Kaler 1982 (Sk Deredd.) o Fitzgerald 1970 (Fz Deredd.). Impone ad Hr Trace l'utilizzo del metodo selezionato per effettuare il dereddening Metodo Calcolo E(B-V) delle Early Type . Il metodo oggi più utilizzato è quello delle reddening lines anche se Hr Trace ne mette a disposizione diversi altri. Barre +/- δ (B-V)m Permette di selezionare l'intorno di cattura dalla posizione di best fit della Zams due colori per le Early Type . Cattura Early Type Esegue materialmente la cattura delle Early Type fittate dalla Zams due colori contenute nell’intorno, calcolandone individualmente i seguenti parametri : E(B-V) , E(U-B) , (B-V)o , (U-B)o , Vo . Esamina distribuzione Early Type Passa alla interfaccia che permette di tracciare sul grafico due colori una serie di reddening line, relative alle classi spettrali comprese tra O5 ed A0. Questa interfaccia fornisce indicazioni utili quando si studino le associazioni OB. Qualora i dati fotometrici si riferiscano ad un ammasso non più giovane, è possibile che nella distribuzione vengano a mancare le Early Type e pertanto l'attuale interfaccia non sarebbe più in grado di determinare il fitting ed il conseguente valore di <E(B-V)> . No Early Type Tale situazione è risolta da Hr Trace utilizzando il comando a lato che permette il passaggio alla interfaccia due colori per ammassi evoluti, dove mancano le stelle giovani( Early Type ). I metodi di ricerca per <E(B-V)> in questa interfaccia restano sostanzialmente identici ai precedenti . Nella prossima pagina (fig.25) si vede una immagine di questa interfaccia per l’ammasso evoluto del Praesepe. Pag.51 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 GRAFICO DUE COLORI ! Ammasso : E(B-V) : E(U-B) : E(B-V)calc. Seleziona Zams U-B, B-V 0 0,00 0,00 Muovi Zams (B-V) + "1 # 2 !3. Passo R. L. x0,1 Trasla R. L. E(U-B)/E(B-V) 0,16 0,72 x0,01 START δ E(B-V) FINE δ E(B-V) Grafico U-B , B-V IniCol AttCol IniCol AttCol 65 73 66 74 131 131 11 11 #RIF! #RIF! 0 0 Zoom Aree -1,60 (B-V) δ E(B-V) 0 (B-V) da : a: $ da : a: $ (U-B) U-B Zoom + -1,20 Mancano le Early Type -0,80 Muove la Zams linea rossa a destra e in basso secondo la pendenza impostata per la reddening line fino a incontrare la distribuzione dei dati . -0,40 Reddening Line per Stelle O e B Delta E(B-V) Zoom Esegue Correzioni <E(B-V)> & <E(U-B)> 0,00 Praesepe 0,40 0,80 Polinomiale Zams 1,20 -0,40 3 -0,20 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1,60 1,60 1,80 B-V Fig.25 Interfaccia due colori per ammassi evoluti La metodologia di fondo è la stessa dell’interfaccia precedente ed anche i comandi hanno identico funzionamento. Ciò che qui dobbiamo fittare è evidentemente la distribuzione delle stelle evolute Late Type e per questo motivo la qui la Zams si sposta in modo integrale, permettendo il fitting con i dati che si trovano nella parte bassa del diagramma . Ottenuto il fitting grafico trasmetteremo i valore <E(B-V)> così determinato ad Hr Trace semplicemente premendo il comando iconico: Esegue Correzioni <E(B-V)> & <E(U-B)> Pag.52 HR TRACE MANUAL Rel. 1.0 §48 IL MENU’ PRINCIPALE DI ANALISI Una volta determinato con la maggior precisione possibile il parametro <E(B-V)>, abbiamo percorso il primo step verso la ricerca del modulo vero della distanza per l'ammasso in studio, ed Hr Trace ci avrà portato, a questo punto, al seguente menu’ (fig.26): Grafico V, ( B-V ) da Osservazioni Piano Teff., ( B-V )o Fitting sul Piano Vo, ( B-V )o Comparazioni Teoriche Tracce Y, Z, a, [Fe/H] Fitting sul Piano Vo, ( U-B )o Isocrone Temporali Piano Teorico Quadro Riassuntivo Metallicità [ Fe / H ] Funzione di Luminosità Calibrazioni Tabella Magnitudini Assolute Janes & Adler Catalog Grafico Mv, ( B-V )o WEBDA Dati Finali Pubblicazione ESCE Fig.26 Interfaccia menu analisi Come potete vedere, è possibile chiedere ed ottenere da Hr Trace le procedure specificate sui pulsanti di comando. Non dovrebbe essere necessario fornire esempi o chiarimenti circa le procedure attivate dai pulsanti, in quanto i titoli dei vari comandi dovrebbero essere sufficientemente esplicativi. Focalizzeremo invece, come esempio, la nostra attenzione sulla ricerca del modulo di distanza dell'ammasso IC 2581 la cui fotometria è presente nell’archivio di Hr Trace. La scelta non è casuale in quanto l’ammasso è stato oggetto di approfonditi studi fotometrici in tempi relativamente recenti da parte di Llyod Evans T. ( 1969 MNRAS 146, 101 ) , ( 1972 QJRAS 13, 77) e Turner D.G. ( 1973 A.J. 78, 597 ). Pag.53