Quartetto TAAG Tommaso Fracaro, primo violino Alessandra Deut, secondo violino Alessandro Curtoni, viola Giulio Sanna, violoncello PROGRAMMA J.Haydn: Quartetto op. 76 n. 3 in do mag. “L’Imperatore” Allegro Poco adagio; cantabile Menuett, allegro Trio Finale, presto G.Puccini: Crisantemi Alla memoria di Amedeo di Savoia Duca d'Aosta D. Shostakovich: Quartetto op.110 n. 8 Largo Allegro molto Allegretto Largo Largo Il quartetto per archi op.76 n.3, Kaiserquartett, è una deliziosa parentesi musicale il cui secondo movimento riprende la melodia dell’inno “Gott erhalte Franz den Kaiser” (Dio salvi l’imperatore Francesco), scritto dallo stesso Haydn per il compleanno dell’imperatore Francesco II e presentato a Vienna il 12 febbraio 1797. L’inno oggi è conosciuto come l’inno nazionale tedesco, “Deutschland, Deutschland über alles”, adottato dalla Germania nel 1922.Dei quattro movimenti in cui si sviluppa il quartetto, il secondo, Poco adagio – cantabile, è il più accattivante per la melodia e il più interessante sotto il profilo tecnico, poiché composto da 4 variazioni sull’inno che si alternano e si sovrappongono fino diventare esse stesse il tema. L’importanza e la popolarità del secondo movimento hanno indotto numerosi critici a sottovalutare il primo movimento Allegro, che costituisce invece una meravigliosa apertura e al cui interno troviamo una lunga parentesi in stile popolaresco, quasi a tracciare una linea interna al quartetto capace di unire idealmente il popolo all’imperatore. Il secondo movimento, come si diceva, si compone di una serie di variazioni sull’inno imperiale. Queste variazioni sono un campionario di soluzioni davvero sorprendente: dopo la prima variazione, la seconda si sviluppa come un duetto per i soli violini con il primo che accompagna il tema affidato al secondo. La variazioni successiva è un raffinato dialogo a tre con la viola che interviene a riscaldare il discorso con pennellate leggere. L’elaborazione contrappuntistica fa capolino dalla terza variazione mentre l’ultima variazione (la numero 4) invade il tema di dolcezza rinunciando a qualsiasi forma di spettacolarizzazione dell’inno. Dopo il Minuetto, il Finale si apre con drammatici accordi nella tonalità di do minore, ma è soltanto un’iniziale impressione di seriosità destinata a stemperarsi nel ritorno alla luminosa e conclusiva tonalità di do maggiore. G.Puccini: Crisantemi, elegia per quartetto d'archi Quartetto “Crisantemi”, composto da G. PUCCINI nella notte in cui ebbe notizia della morte di Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta (1890).E' una pagina brevissima e quasi sconosciuta, ma va tenuta presente se non altro per la popolarità del suo autore, che rappresenta, malgrado varie critiche, una delle figure-cardine del suo tempo. Il suo catalogo di musica da camera, ripetiamo, annovera pochissimi lavori: uno Scherzo in la minore, un Quartetto in re maggiore, alcune Fughe e 3 Minuetti, sempre per la formazione classica di quattro archi. Si tratta - esclusi i 3 Minuetti, riutilizzati in Manon Lescaut - di lavori scolastici composti tra il 1880 e il 1883 al Conservatorio di Milano, dove Puccini studiò sotto la guida di Bazzini e Ponchielli."Crisantemi", è una pagina garbata e commossa, segnata da una mestizia un poco esteriore. Lo svolgimento è in forma ternaria. Risalta una più controllata e raccolta sezione centrale, che peraltro non contraddice il clima complessivo. La pagina confluì in Manon 3 anni più tardi. D. Shostakovich: Quartettoop.110 n. 8 Questo quartetto, riflette gli anni tragici del totalitarismo comunista, quando il compositore sovietico, in balia di un potere occhiuto, si trova costretto ad aderire al Partito. Lo stesso Shostakovich considerava questo quartetto alla stregua di un necrologio del suo compositore. La tradizione riferisce anche che Shostakovich lo abbia scritto in tre giorni, parallelamente alla stesura della colonna sonora di un film sui bombardamenti di Dresda. La maggior parte del pezzo, in cinque movimenti, ritaglia citazioni dai precedenti lavori (Sinfonia n.1 op. 10, Concerto n.1 op. 107 per violoncello) e ricorre al motivo, tanto spesso utilizzato, delle sue iniziali DSCH, secondo la trascrizione delle note per lettera alfabetica. “Nonostante la struttura a collage, si tratta di un pezzo di grandissimo potere e forza emotiva, oggi uno dei pezzi di Shostakovich più apprezzati dal pubblico di tutto il mondo. È stato usato tante volte all’interno di colonne sonore di film, come musica di accompagnamento teatrale, ed è stato arrangiato per altre formazioni strumentali. Tra gli arrangiamenti il più famoso è quello del direttore Rudolf Barshai, che ha intitolato la sua fortunata versione Chamber Symphony. In questa forma, le è di solito attribuito il numero op. 110” (Gerard McBurney) Sono stato nella città di Gorhisch e anche alle terme di Gorhisch, che si trovano nei dintorni della cittadina di Königstein, a quaranta chilometri da Dresda. E’ un posto di una bellezza indescrivibile. Tra l’altro, è ovvio che sia così: questo posto è chiamato la Svizzera sassone.