Le Tv locali della Sardegna dopo l’avvento del digitale terrestre Comitato Regionale Sardo per il Servizio Radiotelevisivo Presentazione Alla fine di settembre del 2009, il Comitato Regionale per il servizio radiotelevisivo ha deciso, all'unanimità, di sottoporre ad un’attenta analisi lo stato di salute delle aziende televisive locali. All'origine dell'iniziativa i molti segnali di sofferenza che si percepivano, da tempo, per via di una crisi economica generalizzata alla quale, peraltro, si erano sovrapposte, nel settore radio-tv, ulteriori e più pesanti difficoltà riconducibili all'avvento del digitale terrestre. Le speranze legate alla rivoluzione tecnologica, nel cui ambito la Sardegna, unitamente alla Valle d'Aosta, aveva assunto il ruolo di laboratorio sperimentale, si sono, infatti, rivelate mal riposte ed i risultati ottenuti per niente incoraggianti. Preso atto del dilagante malessere, il CoReRat Sardegna ha, pertanto, avviato un'attenta verifica dello status quo attraverso la consultazione di tutte le realtà televisive dell'Isola. A grande maggioranza, le aziende hanno aderito all'iniziativa ed hanno fornito, seppure, talvolta, con qualche ritardo, delle risposte documentate ai quesiti formulati dal Comitato. Il quadro d'insieme, come è facilmente comprensibile dalle risposte degli interessati e dai dati che pubblichiamo, si è rivelato, a dir poco, allarmante. L'aumentato numero di canali resi disponibili dal digitale ha moltiplicato le spese, che già avevano subito un'impennata notevole in ragione degli indispensabili rinnovamenti degli impianti, sostenuti solo in minima parte dagli incentivi erogati. E con la proliferazione dei canali si è anche allargata la concorrenza pubblicitaria, soprattutto a vantaggio dei grandi network nazionali. Come se ciò non bastasse, si è registrato un calo degli ascolti che ha aggravato ancora di più la perdita subita nei ricavi pubblicitari, con l'ovvia conseguenza di introiti ridotti all'osso. Secondo le aziende, tale fenomeno è da collegare alla mancanza di flessibilità dei decoder ed alla numerazione dei canali, problema che ha sollevato un'infinità di polemiche e resta tutt'ora aperto. È ben vero che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, di recente, ha provveduto ad emanare la relativa regolamentazione (Tv nazionali dal numero 1 al 9 e dal 20 in poi, emittenti regionali dal 10 al 19 e dal 71 in su), ma è altrettanto vero che le aziende locali non si sentono assolutamente soddisfatte, perché in quei dieci numeri non tutte possono trovare posto. C'è poi da considerare che gran parte dei telespettatori, soprattutto quelli anziani, non ha dimestichezza con l'uso eccessivamente sofisticato dei telecomandi e che non pochi, pur non essendo anziani, non sanno né vogliono destreggiarsi fra i tanti numeri a doppia e tripla cifra, non facili da ricordare. La controprova viene, appunto, dalla perdita notevolissima di ascolti con caduta verticale degli incassi pubblicitari, già come si è detto - decurtati, abbondantemente, dal più generale stato di crisi. Da qui l'urgenza di un intervento della Regione Sardegna per salvaguardare l'esistente e garantire incentivi tesi al superamento di una fase in cui sono messi a rischio non meno di 300 posti di lavoro ed un consistente indotto. Cagliari marzo 2011 Antonio Ghiani - Presidente CoReRat Sardegna Giorgio Atzori - Vicepresidente CoReRat Sardegna Paolo Baggiani, Paolo Campana, Fabio Meloni, Valter Bruno Pallavisini – Componenti CoReRat Sardegna con la collaborazione della dr.ssa Giancarla Marras Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Introduzione L’indagine è stata deliberata nella seduta del Comitato del 16 settembre 2009 e nella successiva seduta del 23 è stata messa a punto la metodologia con cui condurre la medesima, attraverso incontri con i rappresentanti delle singole aziende televisive, con inizio nel mese di ottobre, e mediante la formulazione di una serie di quesiti, volti ad acquisire le loro valutazioni in merito agli effetti determinati dal passaggio al digitale. Nonostante l’intento di consentire la partecipazione a detti incontri arrecando il minimo disagio ai rappresentanti delle Società che gestiscono le Tv locali, ed in particolare a quelle operanti nella Sardegna centro-settentrionale, a causa delle difficoltà organizzative manifestatesi, gli incontri medesimi si sono dovuti tenere a Cagliari, presso gli uffici del CoReRat. 1 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Hanno aderito all’invito le Tv locali sotto indicate: - Antenna 1 (Sassari) - Canale 40 (Carbonia) - 5 Stelle (Olbia) - Infochannel Tv (Sestu) - Sardegna1 (Cagliari) - Super Tv Oristano (Oristano) - Telesardegna (Nuoro) - Videolina (Cagliari) - TCS (Cagliari) Di seguito vengono riportati sinteticamente - ed in maniera impersonale - gli elementi più significativi che sono emersi nel corso dei colloqui con i rappresentanti delle Tv locali. È opportuno premettere che, nella maggior parte dei casi, i pareri negativi, sulla situazione venutasi a creare con l’avvento del digitale, sono 2 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre stati pressoché coincidenti e che, da parte nostra, per quanto ci è stato possibile – si è tentato di mettere l’accento sulle criticità più rilevanti e cercando di evitare inutili ripetizioni. 3 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre g Solamente due dei soggetti sentiti dal Comitato, i quali rappresentavano altrettante Società esercenti, attualmente, l’attività di fornitore di contenuti (oggi: fornitori di servizi di media audiovisivi, ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 177/05, nel testo così come sostituito dall’art. 4 del D.Lgs n. 44/10), si sono dichiarati moderatamente soddisfatti dei risultati conseguiti in seguito all’avvento del digitale terrestre, pur non mancando di evidenziare la necessità di risolvere i diversi problemi di ordine tecnico, insiti nell’utilizzo della nuova tecnologia; In un caso è stato, altresì, rilevato, in controtendenza rispetto alla totalità degli intervistati, un aumento del fatturato rispetto agli anni - sette precedenti. Comunque, l’opinione prevalente emittenti su nove - emersa dal contesto di quelle manifestate nel corso degli incontri, è stata che il 4 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre digitale abbia comportato vantaggi di natura più teorica che reale, per le emittenti locali. Infatti le maggiori e nuove opportunità legate all’utilizzo della più avanzata tecnologia sono state, di fatto, annullate dai notevoli investimenti che si sono resi necessari, dalla maggiore concorrenza venutasi a creare e dalla consistente diminuzione degli apporti economici derivanti dagli introiti pubblicitari, che, per un motivo o per l’altro, le imprese televisive hanno subito in seguito al passaggio al digitale. Inoltre, la possibilità di indirizzare una parte della programmazione su canali monotematici specializzati ha incontrato grosse difficoltà, in considerazione del fatto che le Tv nazionali hanno, in buona parte, occupato gli spazi appetibili, avendo dedicato la programmazione di interi canali, ad esempio, ai documentari, ai cartoni animati o alle televendite. 5 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Alla maggiore disponibilità di canali, insita nel digitale, non è corrisposto un beneficio in termini economici e le diverse potenzialità offerte dall’impiego della nuova tecnologia sono rimaste sulla carta, essendo risultata pressoché inesistente la richiesta di utilizzo delle risorse tecniche delle emittenti, sia da parte di terzi che da parte delle istituzioni. Necessità di controlli Con l’avvento del digitale è aumentata la concorrenza, che, spesso, viene esercitata in maniera non del tutto leale - e ciò anche per quanto concerne l’offerta pubblicitaria -, soprattutto per il proliferare di nuove realtà, sovente prive delle autorizzazioni necessarie in base alla vigente normativa, le quali possono operare liberamente in considerazione del fatto che non vengono esercitati gli opportuni controlli. 6 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Le difficoltà di ricezione verificatesi e, in Calo degli ascolti alcune zone, la persistente assenza del segnale hanno comportato una perdita di circa la metà degli ascolti, con il conseguente minore introito per pubblicità e televendite, i cui effetti sono stati amplificati dal concomitante sopraggiungere della crisi economica generale e dalla mancanza di introiti da parte degli Enti pubblici, che ormai da diversi anni sono venuti a mancare. Inoltre, la tecnologia digitale, non permette di effettuare lo splittaggio della pubblicità e ciò, unitamente ai problemi legati alla diffusione del segnale, ha comportato che le richieste di parte della clientela si siano orientate sulla Tv satellitare. Il tutto è stato aggravato dagli effetti legati al problema della numerazione dei canali e da quello del differente funzionamento commercio. 7 dei decoder in Numerazione dei canali Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre A questo proposito, è stata evidenziata la necessità che venga stabilita una regolamentazione, alla quale le case produttrici debbano attenersi, che preveda criteri omogenei per la costruzione ed il funzionamento di decoder e telecomandi. Alcune emittenti, infatti, non vengono più ricevute dagli utenti che possiedono vecchi decoder e con un limitato numero di canali. Per quanto, pur in assenza di rilevazione Auditel, su diversi programmi messi in onda dalle emittenti, si abbia avuto modo di constatare un elevato gradimento del pubblico, tuttavia, è stato registrato un consistente calo degli ascolti determinato non tanto da una disaffezione degli utenti, nei confronti della singola emittente, quanto dal fatto che, come già detto, sopratutto i più anziani incontrano difficoltà nella sintonizzazione dei canali, che mutano in continuazione. 8 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Inoltre, l’aumento del numero di canali - che in alcune realtà territoriali è più che raddoppiato - a Sassari, ad esempio, è passato da venti a cinquanta ha contribuito a determinare una parcellizzazione degli ascolti ed un disorientamento degli utenti. Gli editori lamentano di aver profuso un consistente impegno finanziario sia per mantenere i livelli occupazionali esistenti - anche se qualche azienda ha dovuto ricorrere, per la prima volta, alla Cassa integrazione - sia, altresì, per essere in regola con le necessarie autorizzazioni amministrative, senza che tutto ciò abbia avuto una positiva ricaduta sul fatturato delle aziende. Inoltre, è stato rimarcato il fatto che la regione Sardegna, al contrario di altre, non sia intervenuta per contribuire a finanziare gli ingenti investimenti andati, peraltro, oltre ogni aspettativa - che è stato 9 Segnali di crisi Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre necessario effettuare per l’adeguamento degli impianti trasmissivi. In fase di realizzazione pratica, l’originario progetto della rete ha comportato un aggravio di spesa (in media, 300/400 mila euro) di circa il 40% in più rispetto alla previsione iniziale, per cui il contributo erogato dello Stato, sotto forma di compensi per la campagna pubblicitaria sul digitale, non è stato sufficiente a coprire le spese affrontate. Inizialmente, le aziende televisive avevano ritenuto di poter compensare i minori introiti e le ingenti spese sostenute mediante la concessione in affitto di alcuni dei canali assegnati a ciascuna di esse ma non utilizzati; tuttavia, ciò non si è realizzato sia per l’esiguità della domanda da parte di terzi, sia a causa dei prezzi irrisori praticati dalla concorrenza, soprattutto di imprese aventi sede nella Penisola che non sostengono alcun costo nel territorio isolano. 10 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Anche la possibilità di abbattere l’entità delle spese di adeguamento, mediante l’utilizzo in comune degli impianti tecnici da parte di più emittenti, si è scontrata con il problema oggettivo costituito dalla localizzazione delle emittenti medesime. Per superare, quantomeno in parte, le numerose e gravi difficoltà in cui si sono imbattute le Tv locali, alcune hanno manifestato l’esigenza di un intervento pubblico consistente in aiuti agli investimenti e in attività di sostegno alle produzioni locali, che, attualmente, costano notevolmente più di quanto rendono, in quanto con i ricavi pubblicitari non si riesce, assolutamente, a coprirne le spese. È stato evidenziato che la previsione di contributi regionali per la realizzazione di produzioni locali potrebbe rappresentare un valido sostegno, nei confronti delle emittenti che si sono trovate a dover 11 Aiuti alle produzioni locali Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre affrontare un rilevante impegno, sia in termini economici che di personale. Inoltre, con riferimento all’assegnazione dei contributi ai sensi dell’art. 45 della legge n. 448/98, erogati annualmente dal Ministero per lo Sviluppo Economico, è stata sottolineata l’opportunità che vengano modificate le disposizioni regolamentari, che disciplinano graduatorie, la redazione secondo un’ottica delle relative maggiormente premiante nei confronti delle emittenti che, per fare informazione, si avvalgono dell’apporto di personale qualificato, in quanto è stato rilevato come alcune di esse usufruiscano, comunque, di tali contributi pur senza avere alle proprie dipendenze neppure un giornalista. Lacune legislative Si tratta, per usare un eufemismo, di lacune legislative di cui ci si è resi conto in occasione della redazione, da parte nostra, delle graduatorie in base 12 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre alle quali vengono erogati i contributi ministeriali alle “emittenti locali”e che, come CoReRat abbiamo, da tempo, portato all'attenzione del Ministero. E, sempre al Ministero, abbiamo anche fatto presente che aziende televisive della Penisola attraverso società costituite in Sardegna sono in grado di attuare una programmazione televisiva, anche di carattere informativo, con un minimo impiego di mezzi e, soprattutto, di personale a livello locale e presentano richiesta di accedere alla graduatoria ed ai relativi finanziamenti, per poi - come è già accaduto ed accade - regolarmente ottenerli. A ben vedere, un beneficio palesemente ingiusto, perché a fronte di spese irrisorie si ottengono consistenti vantaggi economici e si sottraggono risorse finanziarie che dovrebbero essere destinate alle Tv sarde. Tutto ciò - come puntualmente denunciato dal CoReRat, in varie occasioni - è reso possibile da 13 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre alcune carenze contenute nelle disposizioni e nei Bandi annuali per l’assegnazione dei contributi, redatti dal Ministero per lo Sviluppo Economico, spesso nebulosi nella loro formulazione. Si rammenta, altresì, che, ad oggi, il ritardo degli organi regionali nell’approntare una normativa che dia attuazione ai poteri conferiti dal Titolo V della Costituzione, nelle materie dell’informazione e della comunicazione, nonché alle previsioni contenute nel T.U. per la radiotelevisione, in ordine al rilascio delle autorizzazioni di carattere locale, sta comportando l’ingresso nel mercato dei media di soggetti del tutto estranei alla realtà isolana, e perciò poco sensibili al perseguimento delle finalità tipiche dell’emittenza locale. Tali soggetti, oltretutto, con un minimo impiego di mezzi riescono ad effettuare una spietata concorrenza nei confronti delle imprese televisive locali, assicurandosi - praticando prezzi fuori dal 14 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre mercato - anche buona parte della pubblicità e delle televendite. Da parte delle emittenti più piccole - per intendersi quelle che vengono definite dagli economisti “imprese marginali”, perché il totale dei loro ricavi risulta minimo e per intaccare il “margine” di guadagno e metterle in crisi è sufficiente un aumento dei costi, anche lieve - è stata sottolineata l’assenza di qualunque sostegno da parte della Regione, necessario per affrontare le numerose difficoltà legate al passaggio al digitale, con la precisazione che ci si riferisce non tanto alla mancanza di eventuali finanziamenti regionali a fondo perduto, quanto al fatto che, a differenza che in passato, la Regione, se si esclude l’isolata iniziativa di un assessorato, non ha fornito, alle 15 Le TV provinciali e locali Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre emittenti locali più piccole, alcuna opportunità economica, rivolgendosi, per le proprie attività di comunicazione e pubblicità istituzionale, esclusivamente, alle Tv a diffusione regionale. Il periodo di transizione determinato dal passaggio al DTT avrebbe, invece, comportato la necessità, da parte degli organi della Regione, di predisporre strumenti che permettessero anche alle imprese più piccole presenti sul mercato di poter continuare ad operare, superando le numerose difficoltà venutesi a creare. Infine, con riferimento all’eventuale possibilità di effettuare produzioni in service, sono state manifestate notevoli perplessità, in quanto sul mercato sono presenti diversi soggetti - free lance e agenzie di stampa - che, con ridottissimi costi sono in grado di realizzare prodotti che vengono venduti a prezzi irrisori. 16 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre La negativa ricaduta, in termini economici, che gli effetti prodotti dal passaggio alla nuova tecnologia digitale terrestre hanno determinato nei confronti delle aziende televisive locali della Sardegna, può essere desunta dal grafici che seguono, costruiti sulla base dei dati acquisiti dal Comitato ai fini della redazione delle graduatorie annuali per l’assegnazione dei contributi ex art. 45 della legge n. 448/98. Si può constatare come, nel 2009, unico dato significativo successivo allo swich off - in quanto nel 2008 l’apparente aumento del fatturato è influenzato, in maniera determinante, dai contributi statali corrisposti a tutte le emittenti a titolo di compensi per la campagna pubblicitaria sul digitale - il fatturato riferibile all’attività televisiva abbia subito una consistente contrazione. 17 Gli effetti del DTT sul fatturato delle imprese televisive locali Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre 18 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Gli incontri con le emittenti si sono conclusi alla fine del mese di giugno del 2010 ed il Comitato, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, ha ritenuto opportuno procedere ad una nuova serie di audizioni, sia per verificare se da parte delle Tv locali potesse intravedersi un qualche segnale di ripresa, sia per sentire anche il parere dei soggetti che non avevano partecipato alla prima tornata di incontri e altresì acquisire ulteriori elementi conoscitivi in relazione al panorama dell’emittenza televisiva locale sarda. Nelle sedute del 10 e 17 novembre il Comitato ha deciso di sottoporre a tutti rappresentanti delle Tv locali una serie di quesiti concernenti gli aspetti di carattere tecnico, la programmazione giornaliera, con particolare riferimento al tempo dedicato alla fascia informativa ed ai programmi prodotti in loco, l’affollamento pubblicitario nell’arco delle 24 ore, 19 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre nonché la disponibilità ad utilizzare un sistema di misurazione degli ascolti. Tra il 1° dicembre 2010 ed il 12 gennaio 2011, il Comitato ha incontrato i rappresentanti delle seguenti Tv locali: - Nova Tv (Oristano) - Sardegna Tv (Cagliari) - Antenna 1 (Sassari) - Telegolfo (Olbia) - Teletirreno (Olbia) - Gallura Tv Channel (Olbia) - Telegì (Sassari) - Telemaristella (Carloforte) Come si è detto, a ciascuna di esse sono stati sottoposti gli stessi quesiti e le relative risposte vengono riassunte nei prospetti che seguono, sostituendo, per ovvie ragioni di riservatezza, i nomi con altrettante lettere dell’alfabeto. 20 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Per quanto concerne le valutazioni in merito agli effetti prodotti, sull’andamento dei conti delle aziende, con il passaggio al digitale, sono state confermate quelle già espresse in precedenza. 21 Emittente Tv Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Area di copertura del segnale Canali gestiti in proprio Canali affittati a terzi Impianti trasmissivi di proprietà Manutenzione degli impianti A Provinciale 4 No In parte in affitto Affidata a terzi B Locale 5 1 Sì Affidata a terzi C Nord Sardegna 6 No Sì Affidata a terzi D Locale 1 No Sì Affidata a terzi quella straordinaria E Sardegna 6 1 Sì Affidata a terzi F Sardegna 6 No Sì Affidata a terzi G Sardegna 1 H Sardegna 4 No 1 22 Sì Affidata a terzi Emittente Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Tg in diretta Tg in replica Tempi fascia informativa Tempi informativi sulla realtà locale 20 ore settimanali Programmi in lingua e/o sulla cultura sarda Qualche spazio nelle trasmissioni di intrattenimento 6 ore settimanali A 2 7/8 7 ore al giorno B NO 8 10/12 ore al giorno 90% circa C SI 5 ore al giorno tra dirette e repliche 5 ore al giorno 70% della programmazione giornaliera D 1 4 repliche circa 11 ore al giorno Almeno 2 ore al giorno 1 ora alla settimana E News alle 14:00 2 ore al mattino, 3 al pomeriggio, 2 la sera e dalle 6:00 alle 8:30, aggiornamenti dalle 23:00 alle 24:00 Circa 8/9 ore al giorno Circa 1 ora al giorno di approfondimenti ed alcuni settimanali di ½ ora ciascuno NO F Solo strisce di news, ogni 15 minuti Prevalgono le trasmissioni di intrattenimento ed approfondimento culturale Blocchi di 3 quarti d’ora G 2 9 al giorno con eventuali aggiornamenti Circa 4 ore al giorno Circa 10 ore al giorno H 4 (in media) 14 repliche Circa 11 ore al giorno Circa 2 ore al giorno 23 Attualmente no, è previsto tra breve un programma trisettimanale della durata di ½ ora, con 9 repliche Attualmente no Emittente Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre Tempi di intrattenimento prodotti in loco Diffusione programmi prodotti da terzi Programmi in diretta Pubblicità Affollamento nell’arco delle 24 ore Rilevamento ascolti/ disponibilità A Alcune ore al giorno 3 ore circa di televendite e ½ ora per produzioni frutto di accordi a titolo gratuito Attualmente solo il Tg 3 minuti durante il Tg Poche televendite No/ Sì se non comporta costi aggiuntivi B 2 ore alla settimana 8 ore alla settimana Dalle 4 alle 20 ore alla settimana Solo la notte La maggior parte 12 minuti all’ora Poche televendite Ridotto 4/5 minuti all’inizio ed al termine del Tg No/ Si, dopo vagliati i costi Attualmente no, dati confusi/ Sì se generalizzato Negli spazi liberi le trasmissioni di un’altra rete Un Tg ed alcune cronache giornaliere nessuno No/ Sì Circa 3 ore alla settimana Il 15/18 % circa Ridotto 4/5 minuti all’inizio ed al termine del Tg Attualmente no / Sì, se generalizzato Solo la notte Tutte differite tranne le riprese di determinati eventi ridotto No/ Sì, se generalizzato C D E F 2 ore alla settimana Circa 3 ore al mese 24 Emittente Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre G H Tempi di intrattenimento prodotti in loco In media, 1 ora al giorno Circa 6 ore alla settimana Diffusione programmi prodotti da terzi Programmi in diretta Pubblicità Affollamento nell’arco delle 24 ore Rilevamento ascolti/ disponibilità No Circa 2 ore al giorno 9 ore televendite 10 minuti di spot nelle fasce orarie di punta No/ Sì purché attuato con metodi attendibili 1 ora alla settimana Tutti i programmi autoprodotti trasmessi in prima serata Poche televendite Attualmente no/Sì 25 Le Tv locali e la nuova tecnologia digitale terrestre SOMMARIO Presentazione ..........................................................1 Introduzione ............................................................1 • Quadro generale delle criticità ................................. 4 • Necessità di controlli ................................................ 6 • Calo degli ascolti ...................................................... 7 • Numerazione dei canali ............................................ 7 • Segnali di crisi.......................................................... 9 • Aiuti alle produzioni locali .................................... 11 • Lacune legislative .................................................. 12 • Le TV provinciali e locali ...................................... 15 • Gli effetti del DTT sul fatturato delle imprese televisive locali ...................................................... 17