MF-Milano Finanza - Federazione Trentina della Cooperazione

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Oggi assemblea
Patto tra Federazione e Provincia
TRENTO - Si tiene oggi pomeriggio la centoventiduesima
assemblea dei soci della Federazione Trentina della Cooperazione. L'apertura della parte pubblica sarà affidata al
videomessaggio di saluto dell'europarlamentare Herbert
Dorfmann. Seguirà la relazione del presidente della Cooperazione Trentina Mauro Fezzi su «11 nuovo ruolo della Federazione nella Cooperazione Trentina che cambia». Concluso
il dibattito, è previsto l'intervento del presidente della Provincia Ugo Rossi.
I presidenti della Federazione e della giunta provinciale sigleranno un protocollo di intesa per il rafforzamento della
collaborazione su alcuni temi strategici di interesse del
movimento cooperativo e dell'ente pubblico provinciale.
Alla parte pubblica dell'assemblea seguirà la parte privata
di approvazione del bilancio della Federazione, la cui partecipazione è riservata ai soci.
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Soci Federcoop,
oggi l'assemblea
Si parla di futuro
S
i svolgerà oggi
pomeriggio in via
Segantini la i22esima
assemblea dei soci della
Federazione trentina della
cooperazione. L'apertura
dell'incontro sarà affidato
al videomessaggio
dell'europarlamentare
Herbert Dorfmann, a cui
seguirà la relazione del
presidente di Federcoop
Mauro Pezzi su «Il nuovo
ruolo della Federazione
nella cooperazione trentina
che cambia».
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Le Casse rurali sganciano 140 milioni
Maxi sottoscrizione per Cassa Centrale
In mappa del gruppo, dalle Alpi alla Sicilia
Le 32 Rurali trentine, pur essendo già socie, contribuiscono
per un quinto all'aumento di capitale della capogruppo
Adesioni a quota 110 anche se Chianti Banca è in forse
TRENTO - Dalla Banca di Credito Cooperativo Valdostana, che
in francese (nel bilinguismo locale) si chiama Cooperative de
Crédit Valdotaine, alla Bcc dei
Castelli e degli Iblei di Mazzarino, provincia di Caltanisetta.
Sono 110 le banche coop e Casse rurali che hanno aderito al
costituendo gruppo Cassa Centrale Banca nelle assemblee di
maggio. Il gruppo diventerà l'ottava banca italiana con 77 miliardi di euro di attivo totale.
Nella lista c'è anche Chianti
Banca, dove però la partita è
ancora aperta. E ci sono le 32
Rurali trentine, che hanno messo nella capogruppo 140 milioni
di nuovo capitale.
Il gruppo Ccb, come spiegato
dal presidente Giorgio Fracalossi
e dal direttore generale Mario
Sartori l'altro giorno all'assemblea delle Rurali, avrà un indice
di solidità Ceti ratio oltre il 17%,
e oltre il 16% anche dopo gli
«stress test» sul deterioramento
dei crediti, un indice tra i più
elevati a livello nazionale. Il
gruppo avrà 1.600 sportelli e
quasi 11 mila dipendenti. L'au-
mento di capitale lanciato nei
mesi scorsi per portare il patrimonio di Cassa Centrale oltre
il miliardo, il livello richiesto
dalla riforma del credito cooperativo, ha superato i 650 milioni,
il 21% dei quali sono trentini.
Le Bcc aderenti al gruppo comprendono, come detto, l'unica
banca coop della Val d'Aosta.
Poi ci sono 6 istituti del Piemonte: Banca di Caraglio, Bcc di Casalgrasso e Sant'Albano, Bcc di
Cherasco, Bcc di Pianfei e Rocca de' Baldi, Bene Banca, Cassa
Rurale e Artigiana di Boves. In
Lombardia sono 6 le banche
aderenti a Ccb: Banca del Territorio Lombardo, Bcc di Barlassina, Bcc di Brescia, Bcc Laudense, Cassa Padana (che prima sembrava orientata verso
la way-out, cioè la trasformazione in spa), Cassa Rurale e Artigiana di Borgo San Giacomo.
Tutte le 32 Casse rurali del Trentino hanno aderito al gruppo
Ccb. Le Rurali diventeranno 30
dal 1° luglio con la fusione tra
Mezzolombardo, Rovere della
Luna e Giovo. Ci sono anche
Si va dall'unica Bcc valdostana alle sei siciliane. Tra le
regioni di successo, Piemonte, Lombardia, Friuli, Emilia,
Lazio, Puglia. Delusione Veneto: 10 aderenti, meno di metà
due Casse Raiffeisen dell'Alto
Adige che hanno preferito Cassa
Centrale al gruppo sudtirolese:
Renon e San Martino in Passiria.
In Veneto Cassa Centrale, come
ha detto Fracalossi in assemblea, ha avuto qualche delusione: le adesioni sono 10, meno
della metà del totale, e comprendono Banca Adria, Banca
Alto Vicentino, Banca dei Colli
Euganei, Banca del Centroveneto, Banca S. Biagio, Bassano
Banca, Bcc delle Prealpi, Cassa
Rurale e Artigiana di Cortina
d'Ampezzo, Cassa Rurale e Artigiana di Vestenanova, Rovigo
Banca.
Va meglio in Friuli Venezia Giulia
con 11 aderenti: Banca di Carnia, Credito Cooperativo del
Carso (Zadruga Zadruzna Kraska Banka in sloveno), Bcc Bassa Friulana, Bcc Doberdò, Bcc
Manzano, Bcc del Friuli Centrale, Bcc di Basiliano, Bcc di Fiumicello, Bcc di Turriaco, Cassa
Rurale e Artigiana di Lucinico,
Friulovest. In Emilia Romagna le
aderenti sono 8: Banca Centro
Emilia, Banca di Bologna, Bcc
Romagna Occidentale, Bcc Alto
Reno, Bcc Felsinea, Banca Malatestiana, Credito Cooperativo
Reggiano, Romagna Banca.
Due le adesioni in Toscana,
Chianti Banca e Bcc Castagneto
Carducci. Due nelle Marche: Bcc
di Civitanova e Banca Suasa.
Una in Umbria: Bcc di Spello.
Sette nel Lazio: Banca Centro
Lazio, Bcc Castelli Romani, Bcc
del Circeo, Bcc Anagni, Bcc Ronciglione, Banca di Viterbo, Bcc
del Velino, Bcc Privernate. Due
in Abruzzo: Banca del Gran Sasso e Bcc Sangro Teatina.
In Campania le adesioni sono
tre: Bcc Aquara, Bcc Flumeri,
Bcc Monte Pruno. In Puglia otto:
Banca dell'Alta Murgia, Bcc Alberobello, Bcc Cassano delle
Murge, Bcc Conversano, Bcc
Locorotondo, Bcc Monopoli,
Bcc San Giovanni Rotondo, Bcc
San Marzano. In Calabria due:
Bcc Alto Tirreno, Credito Cooperativo Centro Calabria. In Sicilia sei: Banca del Nisseno, Bcc
Antonello da Messina, Bcc dei
Castelli, Bcc La Riscossa di Regalbuto, Bcc di Sambuca, Credito Etneo.
Lo sportello
di una Cassa
rurale
A sinistra
il direttore di
Cassa Centrale
Mario Sartori
e il presidente
Giorgio
Fracalossi
al meeting di
Milano del 31
marzo scorso
Pag. 6
ECCO L'ELENCO DEFINITIVO DEGLI ISTITUTI CHE HANNO ADERITO AL POLO ALTERNATIVO
Bcc, in 110 con Cassa Centrale
// Trentino-Alto Adige ha portato in dote 34 banche, ma le adesioni vanno dalla Valle DAosta alla
Sicilia. Il dg Sartori: oltre le più rosee previsioni. Iccrea? Mi auguro attenzione e rispetto
reciproci
e banche di credito coope- Sicilia, Bcc dei Castelli e degli perbene, che hanno a cuore il
bene dei loro territori». Quanto
rativo che hanno aderito al Iblei e Credito Etneo.
_)po promosso da Cassa «I numeri che abbiamo rag- ai due gruppi bancari, uno sarà
Centrale Banca sono 110 giunto», ha commentato Mario formato dalle raiffaisen dell'Alin totale, con il Trentino-Alto Sartori, direttore generale di to Adige e l'altro sarà Iccrea
Adige che ha fatto la parte del Cassa Centrale Banca, «vanno Banca, che all'inizio sembrava
leone e ha portato in dote 34 oltre le nostre più rosee previ- dovesse essere l'unico gruppo
istituti di credito. Ma la com- sioni. Nasce un gruppo bancario nel quale far confluire le bcc. E
posizione del nuovo polo del nazionale con 110 banche, che proprio in merito ai rapporti tra
credito cooperativo, come da tocca tutte le regioni italiane a Cassa Centrale e Iccrea Sartori
attese, ha raccolto l'adesione parte la Sardegna, con una at- ha spiegato che questa riforma
di banche provenienti da ogni tenzione fortissima al cuore del inciderà «in maniera epocale
parte d'Italia. Dalla Valle D'Ao- territorio». Adesso si tratterà di sulla vita del credito cooperatista (con la Bcc Valdostana) fino stabilire i criteri per unire queste vo e delle singole bcc ma anche
alla Sicilia, da cui provengono realtà. «In questa fase siamo im- sulle strutture di sistema». Un
6 bcc aderenti al polo di Ccb: pegnati nella definizione delle periodo di assestamento «non
Bcc del Nisseno di Sommatino aree progettuali», continua Sar- privo di tensioni» è stato forse in
e Serradifalco, Bcc la Riscossa tori, «e in quelli che sono gli in- qualche modo fisiologico, «ma
di Regalbuto, Bcc Antonello vestimenti che dovremo andare mi auguro nell'interesse di tutti
a fare per rendere la capogrup- che questa fase si risolva e che
po adeguata al proprio ruolo. Si questa polarizzazione sia gestitratta di un forte impegno, che
dovrebbe concludersi entro fi- ta con una reciproca attenzione
ne anno con la presentazione e rispetto». Il dg è poi tornato
ufficiale della domanda di au- sui numeri di Cassa Centrale,
torizzazione alla Banca d'Italia definiti «brillanti». Il 2016 ha
V * 1 « , /TBS*..
t
per diventare capogruppo». Il registrato «risultati positivi sia
dg di Ccb resta però con i piedi in termini economici sia in terper terra («Tra la speranza e il mini patrimoniali». Il profitto
fare c'è grande differenza»). I finale si è attestato a «oltre 18
viaggi fatti in giro per l'Italia milioni netti, dopo aver spesato
dell'ultimo anno hanno per- 11,5 milioni sui fondi salva banmesso al gruppo di scoprire che», mentre il dato patrimonia«ma soprattutto di toccare con le si è attestato a oltre il 24% di
mano» che c'è un'Italia fatta Cet, «nettamente superiore alla
di «tante realtà bancarie locali media del sistema bancario ita\
forti, gestite da persone serie e liano», (riproduzione riservata)
da Messina, Bcc
jadi
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TUTTE LE BCC CHE ADERISCONO AL GRUPPO CASSA CENTRALE BANCA
Regione
Abruzzo
Nome della banca aderente
Bcc Sangro Teatina-Atessa
Abruzzo
Alto Adige
Alto Adige
Calabria
Bcc Gran Sasso D'italia
C. Rurale Renon Raìffeisenkasse Ritten
C. Raiffeisen San Martino In Passiria
Credito Coop. Centro Calabria
Calabria
Bcc alto Tirreno della Calabria Verbicaro
Campania Bcc di Aquara
Campania Bcc M. Pruno di Fisciano, Roscigno e Laurino
Presidente
Regione
Pier G. di Giacomo
Giulio C. Sottanelli
Puglia
Sicilia
Sicilia
Nome della banca aderente
Bcc di Locorotondo Cra
B. del Nisseno Sommatino e Serradifalco
Sicilia
Sicilia
Bcc Antonello Da Messina
Bcc dei Castelli e Degli Iblei
Bcc La Riscossa di Regalbuto
Francesco Silvestri
Luigi Scornilo
Sicilia
Sicilia
Bcc di Sambuca di Sicilia
Credito Etneo Bcc
Anna Miscia
Maria R. di Paola
Toscana
Toscana
Bcc di Castagneto Carducci
Chianti Banca
Walter Plato
Walter Fleischmann
Giuseppe Spagnuolo
Presidente
Giovanni Fumarola
Giuseppe Di Forti
Francesco De Domenico
Carmela Rita D'Aleo
Arturo La Vignerà
Liborio Catalanotto
Agatino Rizzo
Silvano Badalassi
Lorenzo Bini Smaghi
Campania
Emilia R.
Bcc di Flumeri
Banca Centro Emilia Credito Coop.
Emilia R.
Banca di Bologna
Giuseppe Accorsi
Enzo Mengoli
Trentino
Trentino
Cassa Rurale Adamello • Brenta Bcc
Cassa Rurale Alta Vallagarina Bcc
Emilia R.
Emilia R.
Bcc Dell'alto Reno
Bcc delia Romagna Occidentale
Bruno Bartolomei
Luigi Cimatti
Trentino
Trentino
Cassa Rurale Alta Valsugana Bcc
Cassa Rurale Alto Garda Bcc
Franco Senesi
Enzo Zampiccoli
Emilia R.
Emilia R.
Credito Coop. Reggiano
Banca Malatestiana Credito Coop.
Carlo Maffei
Enrica Cavalli
Trentino
Trentino
Cassa Rurale Bassa Anaunia Bcc
Cassa Rurale Bassa Vallagarina Bcc
Cesare Cattani
Emiliano Trainotti
Emilia R.
B. C.C. Rom. Est e Sala Cesenatico
Corrado Monti
Trentino
Bcc Felsinea
B. di Carnia e Gemonese Credito Coop,
Paolo Angiolini
Trentino
Cassa Rurale Cintrofiemme-Cavalese Bcc
Cassa Rurale D'anaunia Bcc Taio
Marco Misconel
Emilia R.
Friuli V.G.
Friuli V.G.
Friuli V.G.
Bcc di Manzano (Udine)
Bcc Turrìaco
Giuseppe Varisco
Silvano Zamò
Trentino
Trentino
Trentino
Cassa Rurale Degli Altipiani Bcc
Cassa Rurale d'i Flemme Bcc
Diego Schelfi
Goffredo Zanon
Cassa Rurale di Giovo Bcc
Friuli V.G.
Friuli V.G.
Bcc del Friuli Centrale
Bcc di Basiliano
Trentino
Trentino
Cassa Rurale di Isera Bcc
Cassa Rurale di Ledro Bcc
Friuli V.G.
Friuli V.G.
Bcc di Fiumicello e Aiello del Friuli
C. Rurale di Lucinieo Farra e Capriva
Tiziano Portelli
Renzo Medeossi
Trentino
Trentino
Cassa Rurale di Lizzana Bcc
Cassa Rurale di Mezzocorona Bcc
Walter Bruni
Sandro Pancher
Friuli V.G.
Friuli V.G.
Friulovest Banca Credito Coop.
Bcc del Carso - Zadruga Zadruzna K. B.
Lino Mian
Adriano Kovacic
Trentino
Trentino
C. Rurale di Mezzolombardo e S. Michele
Cassa Rurale di Pinzolo Bcc
Mauro Mendini
Roberto Simoni
Friuli V.G.
Friuli V.G.
Lazio
Bcc della Bassa Friulana
Bcc di Doberdò e Savogna
Bcc dei Castelli Romani e del Tuscolo
Marco Gasparini
Roberto Devetta
Trentino
Trentino
Cassa Rurale di Rovere' Della Luna Bcc
Cassa Rurale di Rovereto Bcc
Arrigo Dalpiaz
Geremia Gios
Domenico Caporicci
Franco Cardinali
Trentino
Trentino
Cassa Rurale di Saone Bcc
Cassa Rurale di Tassullo e Nanno Bcc
Sandro Dipré
Antonio Filati
Roberto Tonca
Giuseppe G. Brunoro
Luca Occhialini
Monia Bonenti
Adriano Orsi
Ivo Zucal
Alessandro Lattieri
Fabiano Conzatti
Marco Baruzzi
Lazio
Bcc del Circeo
Lazio
Lazio
Bcc di Anagni
Bcc di Ronciglione e Barbarano Romano
Stefano iarzioli
Giuseppe Ginnasi
Trentino
Trentino
Cassa Rurale di Trento Bcc
Cassa Rurale di Tuenno Val di Non Bcc
Giorgio Fracalossi
Silvio Mucchi
Lazio
Lazio
Banca di Viterbo Credito Coop.
Bcc del Veiino
Vincenzo Fiorillo
Pietro Mencattini
Trentino
Trentino
C. Rurale Don Lorenzo Guetti di Quadra
C. Rurale Giudicane Valsabbia Raganella
Sandro Bella
Andrea Armanini
Lazio
Banca Centro Lazio Credito Coop.
Cassa Rurale Lavis • Valle di Cembra Bcc
Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia Bcc
Cassa Rurale Val di Fassa e Agordino Bcc
Fernando Miccoli
Lombardia Cra di Borgo San Giacomo
Lombardia Bcc di Barlassina
Lombardia Banca del Territorio Lombardo
Lombardia Bcc di Brescia
Marcello Cola
Trentino
Sergio Bonfiglio
Trentino
Stefano Meroni
Ubaldo A, Casalini
Trentino
Trentino
Trentino
Ennio Zani
Vittorio Biemmi
Maurizio Minucci
Cassa Rurale Val di Sole Bcc
Cassa Rurale Val RendenaBcc
Carlo Vadagnini
Claudio Valorz
Mirko Bonapace
Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoì Bcc
Cassa Rurale Valsugana e Tesino Bcc
Maurizio Bonelli
Arnaldo Dandrea
Lombardia
Marche
Piemonte
Piemonte
Cassa Padana Credito Coop.
Banca Suasa Credito Coop.
B. di Caraglio del Cuneese e Riviera dei Fiori
Bcc d'i Casalgrasso e Sant'albano Stura
Piemonte
Piemonte
Piemonte
Piemonte
Bcc di Cherasco
Bcc d'i Pianfei e Rocca De' Baldi
Bene B. Credito Coop. di Bene Vagienna
Cassa Rurale Ed Artigiana di Boves Bcc
Giovanni C, Olivero
Paolo Blangetti
Pier Vittorio Vietti
Sergio Marro
Veneto
Veneto
Credito Cooperativo Lozzo Atestìno
Credito Cooperativo Longare
Puglia
Banca Dell'alta Murgìa Credito Coop.
Bcc di San Giovanni Rotondo
Domenico Ardine
Giuseppe Palladino
Veneto
Veneto
Banca S. Biagio del Veneto Orientale Bcc
Puglia
Puglia
Puglia
Bcc di San Mariano di San Giuseppe
Bcc di Monopoli
Francesco Cavallo
Luigi Biasi
Veneto
Veneto
Bcc delle Prealpi
C. Rurale di Cortina d'Ampezzo e delle Dolomiti
Puglia
Bcc di Cassano delle Murge e Tolve
Paolo Piscazzi
Veneto
Puglia
Puglia
Bcc di Conversano
Bcc di Alberobello e Sammichele di Bari
Giuseppe D'Orazio
Veneto
C. Rurale e Artigiana di Vestenanova
Rovigo Banca Credito Coop.
Livio Tomatis
Alberto Osenda
Trentino
Trentino
Ermanno Villotti
Bcc di Spello e Bettona
Umbria
Val d'Aosta Bcc Valdostana Coop. De Crédit Valdòtaine
Banca Adria - Credito Coop. del Delta
Veneto
Credito Cooperativo di Schio Ped. e Roana
Veneto
Bassano Bcc di Romano e S, Caterina
Massimo Meschini
Marco Linty
Giovanni Vianello
Domenico Drago
Luciano Zanaica
Flavio Stecca
Luca De Luca
Rudy Cortese
Carlo Antiga
Alberto Lancedelli
Edo Dalla Verde
Lorenzo Liviero
Cosimo Palasciano
GRAFICA MF-MIUNO FINANZA
Pag. 8
Credito. Il business pian in Bankitalia entro l'autunno
Bcc, holding alla prova
del piano industriale
Faro del Mef sui 2 gruppi
• • La costruzione dei gruppi del quality review e stress test) le cui
credito cooperativo si trova a un modalità devono ancora essere
giro di boa cruciale. Le adesioni messe a punto, ma l'esame podeliberate dalle assemblee delle trebbe essere svolto a tappeto
3uBccalle due diverse capogrup- sulle singole banche senza limipo in corsa, per quanto ancora tarsi a valutare la solidità comscelte non definitive, hanno dise- plessiva del gruppo. La tensione,
gnato un primo profilo dei due dunque, sulle due candidate cagruppi, con circa 160 banche pogruppo ma anche sulle Bcc che
orientate verso Iccrea e uo verso devono aderire sta salendo. Il
Cassa centrale banca. Ma già sin percorso più complesso è quello
daoraleduenuoverealtàdevono che si trova difronteCcb, impeprepararsi a un importante esa- gnata inunosforzomaggioreperme: quello della tenuta del piano chè deve richiedere alle banche
industriale che dovrà essere alle- aderenti un contributo alfinedi
gato all'istanza da presentare alla raggiungereladotazioneminima
Banca d'Italiaper ottenere l'auto- di 1^ miliardi di patrimonio (Ccb
rizzazione a operare in quanto ha un patrimonio di circa 300 migruppo bancario. D documento lioni)richiestadallaleggedi rifordovrà essere presentato proba- ma del sistema. Ma c'è anche lo
bilmente già in autunno (tra otto- sforzo organizzativo che la holbre e novembre, dunque prima ding deve fare per assicurare
della scadenza del termine di di- l'adeguata capacità di controllo e
cembre). In quello stesso fran- di efficienza del gruppo. E anche
gente 0 a inizio 2018 i due sistemi per questo motivo che in queste
saranno sottoposti al com- settimane il ministero deU'Ecoprehensive assessment (asset nomiahacominciato amonitora-
re da vicino il sistema cooperativo, preoccupato del fatto che entrambi i gruppi concorrenti riescano a superare l'esame della
vigilanza europea. Per il Mef sarebbe davvero complicato, dopo
aver superato il difficile scoglio
del salvataggio di Mps e mentre si
trovainmezzoalguadodellacrisi
della banche venete, constatare
l'apertura di un altrofrontesul
credito cooperativo, se la Bce dovesse bocciare un gruppo bancario sul nascere. Non è un ministero,delresto,cheil sottosegretario
Paolo Baretta sia sempre stato favorevole alla costituzione di un
gruppo unico. In questi giorni i
sondaggi del Mefper tentare una
mediazione e riportare i due
gruppi al tavolo di una soluzione
unitaria non avrebbero dato
grandi speranze. I tempi per una
simile sterzata, del resto, sono
strettissimi proprio in vista delle
scadenze di autunno. Il ministero, d'altro canto.halaresponsabi-
lità di emettere un decreto in cui
fissare il numero minimo di banche che un gruppo cooperativo
deve avere. Un decreto che potrebbe essere o^criminante per
stabilire se possa sopravvivere
più di un gruppo (al di là della tutela del sistema altoatesino).
Il percorso di Ccb si sarebbe
complicato anche alla luce delle
adesioni da parte delle Bcc. E in
particolare dellaFederazione veneta che, contrariamente alle attese, ha aderito a Iccrea portandosi dietro lebanche locali LaFederazione veneta condivide con
Ccb il controllo di Neam, un fondo di fondi con sede in Lussemburgo, e ha quota in Assicra e Cesve, società che operano nel settore assicurativo e nei servizi
inhouse al circuito Phoenix. Ccb
puntava al loro conferimento per
accrescere il valore del proprio
patrimonio. Ma le adesioni hanno rèso più complicata questa
operazione.
Pag. 9
Fondo monetario
«Il gruppo Ccb
si mostra solido»
110
Aderenti
Gli istituti che finora
hanno scelto il
gruppo trentino
Gli occhi del Fondo monetario internazionale sono puntati su Cassa Centrale Banca.
Una delegazione del gruppo è stata ospitata
dalla Banca d'Italia nella sua sede centrale di
Roma per partecipare a un incontro con esponenti di Fmi, il cui statuto prevede delle missioni periodiche per valutare lo stato dei sistemi
economici. In questo caso, naturalmente, sotto
la lente c'era la situazione italiana. L'invito rivolto ai rappresentanti di Ccb, prima volta nella
sua storia, è legato al peso che il gruppo bancario assumerà.
Gli esponenti del fondo hanno voluto approfondire alcuni dei punti
di forza del gruppo nascente, ma anche le strategie di sviluppo programmate per affrontare
le nuove sfide. L'attenzione si è concentrata in particolare sui problemi più
rilevanti del sistema bancario nazionale, tra cui ad
esempio la gestione del
credito deteriorato e l'equilibrio reddituale prospettico. Un incontro positivo, a conclusione
del quale i rappresentanti di Fmi hanno invitato
Ccb a partecipare ai futuri appuntamenti.
Intanto ChiantiBanca si prepara ad affrontare
il tema dell'adesione a Iccrea o Ccb. Il direttore
generale Mauro Fo cardi Olmi ha spiegato che
«la discussione potrebbe iniziare entro il mese», aggiungendo di essere «contento» per l'interesse mostrato verso l'istituto da entrambi i
gruppi.
TRENTO
Pag. 10
Ccb diffonde l'elenco
delle UO basiche
LaCcbdiTrentohadiffuso
l'elenco completo di tutte le
banchedel nuovo gruppo che
stacostruendoelofa
rinviando a un sito web
apposito https://ilnuovonoi.it.
Una cartina dell'Italia riporta
perogni regione il numero
delle banche del gruppo, per
un totale di 110, coni nomi di
ciascuna banca in ciascuna
regione. Sono una in Val
d'Aosta, sei in Piemonte, sei in
Lombardia, 34 in Trentino,
dieci in veneto, 11 in Friuli
Venezia Giulia, otto in Emilia
Romagna, due in Toscana, due
nelle Marche, una in Umbria,
due in Abruzzo, otto nel Lazio,
tre in Campania,otto in Puglia,
due in Calabria e sei in Sicilia.
Pag. 11
Morso al commesso, condannato
Un anno e quattro mesi all'uomo accusato della «rapina» alla Coop
Prima ha preso una confezione di fesa di tacchino
dall'espositore e poi l'ha mangiata. Lì sul posto, all'interno
del supermercato. E quando
gli è stato chiesto di pagare il
dovuto, ha spintonato il commesso e poi lo ha morso ad
una spalla. Questo il giovedì
al punto vendita della Coop di
corso Tre Novembre. Il giorno
dopo si è presentato allo stesso punto vendita e ha preso
una bottiglia di un superalco-
lico, e ha cercato di strappare
con i denti l'antitaccheggio.
Due episodi avvenuti a distanza di poche ore l'uno dall'altro che hanno portato alla
condanna - riconosciuta la
continuazione - dell'uomo ad
u n anno e quattro mesi e al
pagamento di una multa da
300 euro. Lui è un romeno di
34 anni che da tempo vive in
città e che è un volto noto alle
forze dell'ordine. Gli ultimi
episodi di cui è stato accusa-
to, come detto, sono avvenuti
a poche ore l'uno dall'altro.
Nel primo l'uomo si era presentato al punto vendita di
corso Tre novembre poco prima dell'orario di chiusura. Si
era aggirato fra gli scaffali fino
a quando la sua attenzione
non era stata catturata dagli
affettati già imbustati. Aveva
quindi preso della fesa di tacchino e senza aspettare di essere fuori dal negozio, l'aveva
aperta e aveva iniziato a man-
giare. Come se fosse la cosa
più naturale del mondo. Invitato a saldare, aveva dato in
escandescenza spintonando
il commesso nel tentativo di
lasciare il supermercato senza pagare. Un tentativo pieno
di veemenza visto che alla fine aveva morso l'uomo. Che
era stato poi medicato al
pronto soccorso e dimesso
con una prognosi di tre giorni. Sul posto era intervenuta
una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri.
Pag. 12
' Serata con De Castro: l'Omnibus estende gli aiuti per calamità alle aziende agricole
Agricoltura, il sostegno dell'Europa
DENNO - Quali sono le sfide
dell'agricoltura, e quali le linee
delle politiche comunitarie in
materia? Se n'è discusso in una
serata dell'Upt al Magazzino
Coba di Denno, in un momento
di confronto e dibattito che ha
attirato oltre 150 persone, tra
agricoltori, imprenditori agricoli, soci di cooperative agricole e amministratori.
Ad aprire il sipario Andrea
Bonn, coordinatore dell'UpT
della Val di Non. La parola poi
è passata al sindaco di Denno,
Fabrizio Inama, seguito dal segretario politico UpT, Tiziano
Mellarini.
Relatore principale del convegno è stato l'ex ministro dell'Agricoltura Paolo De Castro,
attualmente Vicepresidente
della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo, nonché professore di Economia e Politica
Agraria dell'Università di Bologna.
«Sono a Bruxelles anche a rappresentare voi - ha esordito
l'europarlamentare -. È una fase di evoluzione positiva, questa, per l'Unione Europea, perché, dopo aver vissuto momenti drammatici, le elezioni
in Francia e Austria, che hanno
rigettato gli inconcludenti populismi, ci hanno ridato fiato».
Con la dimensione globale dei
problemi che dobbiamo affrontare oggi nel settore agroalimentare, anche con riguardo
alla food security, ha affermato, «abbiamo bisogno di più
Europa e di più azioni condivise».
De Castro ha poi seguitato delineando i nodi cruciali del Regolamento Omnibus di riforma
di medio periodo della Pac
(politica agricola comunitaria), che andrà negoziato con
. _Commissione_e _Cnnsi0lin_tra
qualche mese ed entrerà definitivamente in vigore per tutti
gli Stati membri il 1 ° gennaio
2018. «Contiene parecchie novità importanti, soprattutto di
fronte alla drammatica gelata
che ha colpito il territorio trentino e che mostra quanto sia
indispensabile intervenire attraverso una rete di robusti
strumenti di gestione del rischio, su cui questo Regolamento dispone e che sarà anche l'argomento di fondo della
Pac post 2020».
Infatti il nuovo regolamento
Omnibus prevede che venga
esteso il premio di insediamento per i giovani agricoltori,
che vengano allargate le «reti
di protezione» dal rischio di
calamità, dalla volatilità dei
prezzi dei prodotti agricoli e
lattiero-caseari e dall' instabilità dei mercati, che si fanno
via via più complessi. È anche
prevista una riduzione dal 30%
al 20% della soglia di reddito
a partire dalla quale scattano
l'assicurazione e i fondi mutualistici. Previsto, inoltre,
l'ampliamento della copertura
di fondi pubblici dal 65% al
70%.
Non ultimo poi l'allargamento
a tutti i settori del «pacchetto
latte», per dare a tutti i produttori il potere di programmare
l'immissione del prodotto sul
mercato correlata alla domanda.
De Castro ha concluso con
l'elogio della dimensione organizzativa e dello spirito collaborativo di tutto il territorio
Trentino, che sono da prendere ad esempio in Italia e in tutta l'Europa.
A tracciare le conclusioni dell'incontro ci ha pensato il consigliere provinciale Mario Tonina.
Al centro, l'ex
ministro De
Castro, relatore
della serata al
magazzino
Coba sulle
politiche
della De
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Pag. 13
L'esempio di Agri 490 fa scuola in Umbria
STORO - Anche le eccellenze della valle del Chiese in Umbria. Nella
Val Nerina si svolgerà fra domani e domenica un convegno dal titolo
«La Val Nerina riparte», per fare il punto sulla ricostruzione (anche
economica) del dopo terremoto. Porteranno le loro testimonianze
anche due trentini: Francesca Doff della Strada dei formaggi trentini
e Vigilio Giovanelli, presidente di Agri 90, la Cooperativa con sede
a Storo che commercializza la farina gialla e i prodotti annessi: polenta
cotta e gallette in testa.
Sul tavolo saranno accanto a Maria Elena Boschi (sottosegretario
del Governo Gentiloni), all'assessora all'agricoltura della Regione
Umbria Fernanda Cecchini, al presidente della Coldiretti umbra Albano Agabiti, al presidente del gruppo Agroalimentari Carlo Cattonesi
e a Roberto Canale, presidente del Consorzio di Valle Norcia. Condurrà
il giornalista Paolo Massobrio.
Per Storo una nuova ribalta nazionale, con Agri '90 invitata come
esempio virtuoso di sviluppo rurale.
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«Viticoltura, triplicare le aziende per essere competitivi
Assoenologi analizza il settore e lancia le proposte: il rilancio passa dal nome «Trentino»
Triplicare il numero
delle aziende, fondare il rilancio del sistema sul nome
«Trentino», immaginare una
diversificazione tra l'attività
industriale e quella territoriale. Sono queste le tre principali proposte avanzate da Assoenologi per il rilancio del sistema vitivinicolo trentino.
Gli enologi e gli enotecnici
membri dell'associazione presieduta da Goffredo Pascili
hanno concluso pochi giorni
fa la stesura di «Situazione e
prospettive del settore vitivinicolo trentino», un documento
ricco di spunti e riflessioni che
saranno al centro del dibattito
che si svilupperà martedì 13
nel corso di una tavola rotonda
ospitata dalla cantina Toblino
TRENTO
di Sarche a partire dalle 17.
«Se fino agli anni Novanta
era stata perseguita una politica della qualità, della tutela
dell'origine e della valorizzazione del territorio, questi valori nella realtà attuale risultano scavalcati dall'esigenza di
assicurare redditività al sistema» spiegano gli associati nel
documento. Più in particolare,
lo sviluppo del sistema è passato «da una politica di territorio a una di brand» e la domanda a questo punto è:
«Dobbiamo continuare così
oppure territorio e brand possono coesistere?». «Va naturalmente perseguita una collaborazione tra territorio e
brand» è la risposta di enologi
ed enotecnici.
Analizzati punti di forza e di
debolezza, nel documento di
Assoenologi si sostiene che
«le scelte per il futuro devono
coinvolgere prioritariamente
gli attori direttamente ancorati al territorio, ossia le cantine
sociali di primo grado e i vignaioli». Se dunque l'intenzione è quella di sviluppare una
vera e propria strategia per il
rilancio del settore, secondo
gli esperti «le scelte non sono
più dilazionabili», nonché
fondate su «chiarezza e coerenza per la necessaria credibilità agli occhi del consumatore». Ecco perché «è calda la
raccomandazione di valutare
l'opportunità di diversificare le
attività industriali (vino commodity) da quelle territoriali
(vino di sicura origine-identità) trasferendo questo modello anche in Consorzio vini»,
destinato «a essere perno centrale per il rilancio». Se dunque, ad esempio, «si decidesse
di ridurre la resa unitaria di Pinot grigio Trentino Doc, questa scelta va subito inquadrata
in un'organica revisione del
disciplinare dei vini Trentino
Doc». Una simile serie di interventi, dato inoltre il loro peso
sull'intero sistema, secondo
Assoenologi «per avere l'effetto auspicato necessitano di un
poderoso supporto promozionale indirizzato sia ai nostri
mercati tradizionali, sia alla ricerca di nuove opportunità».
A.R.T.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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LA RISPOSTA ALL'USE
Manutencoop: «Nessuna
discrimmazione in azienda»
Manutencoop Facility Management Spa risponde alle accuse del sindacato di base
Usb, che nei giorni scorsi ha
sostenuto l'esistenza di comportamenti antisindacali e discriminatori nei confronti di
due dipendenti iscritte al sindacato. Le quali avrebbero su-
bito, stando a quanto afferma
l'Usb, trasferimenti e demansionamenti immotivati dopo
la loro recente adesione al sindacato di base. «Manutencoop Facility Management Spa scrive la società in una nota ha sempre agito nel pieno rispetto delle prescrizioni in ma-
teria di sanificazione e delle
norme contrattuali. Tutte le
iniziative attuate sono assolutamente legittime, condotte
nel pieno rispetto del Contratto Collettivo Nazionale applicato e delle norme di legge, e
non sussiste alcun atteggiamento pregiudiziale nei con-
fronti delle dipendenti iscritte
all'associazione
sindacale».
Manutencoop Facility Management si riserva, pertanto, «di
tutelarsi in tutte le sedi opportune nei confronti di affermazioni diffamatorie che minano
la propria integrità e ledono
gravemente i propri interessi».
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ragni, stop ai tassi in discesa
Avanti col Qe, L'inflazione
L
a Bce lascia invariati i
tassi, esclude nuovi tagli del costo del denaro
e conferma d u r a t a ed
entità del Qe. Il piano di acquisto dei titoli proseguirà al
ritmo di 60 miliardi di euro al
mese fino a dicembre «o anche
oltre, se necessario», e in ogni
caso finché il livello dell'inflazione non tornerà vicino al
2%. Il presidente dell'istituto,
Mario Draghi, al termine del
consiglio direttivo che si è
tenuto in trasferta a Tallinn,
h a introdotto u n a sola novità
rispetto ad aprile: l'Eurotower
si aspetta che i tassi «resteranno agli attuali livelli per u n
prolungato periodo di tempo,
senza aggiungere «o anche più
in basso», cioè escludendo ulteriori tagli del costo del denaro.
E questo «perché i rischi di deflazione sono scomparsi».
Questa è l'unica concessione
che Draghi h a fatto ai falchi
tedeschi, che da tempo gli chiedono di avviare il tapering, il
ritiro dal Quantitative Easing.
«Non ne abbiamo discusso», h a
tagliato corto il presidente della Bce, «siamo qui grazie al Qe,
_che_ha sostenuto la rinresa».
cresce meno del
L'istituto di Francoforte,
a ogni modo, h a rivisto al ribasso le stime di inflazione
dell'Eurozona e h a migliorato le previsioni sulla crescit a dell'economia, precisando
che la ripresa è «solida e ben
diffusa» e confermando che i
rischi per le prospettive econ o m i c h e «sono ben equilibrati» e non più «orientati al
ribasso». Per quanto riguarda
l'inflazione, la Bce h a corretto
le stime prevedendo u n rialzo dall'1,7 all'1,5% nel 2017,
dall'1,6 all'1,3% nel 2018 e
dall'1,7 all'1,6% nel 2019. Per
quanto riguarda il pil, ora è
attesa u n a crescita dell'I,9%
quest'anno, dell'1,8% il prossimo e dell'1,7% nel 2019.
Comunque Draghi, pur
mantenendosi abbottonato
sull'avvio del tapering, alla
fine h a fatto riferimento al Qe
rispondendo a u n a domanda
sulle conseguenze che la fine
dell'operazione avrà per l'Italia: «I paesi che h a n n o u n a
posizione di bilancio debole,
scarsa crescita e sono indietro con le riforme strutturali
saranno colpiti con più forza
previsto
da u n aumento dei tassi. Ma
questa non è u n a scoperta».
Timothy Graf, responsabile
della strategia macro di State
Street Global Markets, spiega
che le parole di Draghi h a n no destato poche sorprese: «Il
trend dei dati europei è stato
chiaramente positivo quest'anno e dovrebbe sostenere la moneta unica e gli asset rischiosi
europei nella seconda metà del
2017. Tuttavia, con i tassi d'inflazione nominale che stanno
invertendo la rotta e l'inflazione core ancora modesta, la
banca centrale non h a fretta di
modificare la propria posizione
accomodante».
Charlie Diebel, head of rates
di Aviva Investors, aggiunge
che, tuttavia, «questa è solo la
prima fase di u n processo molto lungo di interruzione o rallentamento del programma di
Qe ed eventualmente di rialzo
del costo del denaro». L'esperto
si aspetta che la Bce aumenti
i tassi solo alla fine del 2018,
se non più tardi, per via delle
persistenti preoccupazioni riguardanti l'inflazione core.
©Riproduzione
riservata
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Pag. 17
Vino^ sì alle nuove etichette
modificando il disciplinare
È possibile modificare il disciplinare del vino con l'inserimento di nuove etichettature relative alle categorie di prodotti e/o agli aspetti tecnico-produttivi. Quali, per esempio,
la variazione della zona di produzione delle uve e della base
ampelografica, la riduzione resa uva/ettaro e resa uva/vino
e la variazione metodologia di elaborazione e caratteristiche
dei prodotti. Ma l'autorizzazione deve entrare in vigore antecedentemente al 1° agosto. Queste le istruzioni contenute nella
nota della politiche agricole del 5 giugno 2017 n. 44447 in merito alle autorizzazioni per l'etichettatura dei vini Dop e Igp
(articolo 72 del regolamento Uè n. 607/2009, articolo 13 del
dm 7 novembre 2012 e del dm 23 dicembre 2015). Anche per
le modifiche formali quali, per esempio, la variazione formale
diparte del nome della denominazione, l'inserimento di nuove
tipologie che possono essere elaborate dalla riclassificazione
di produzioni precedentemente rivendicate, la variazione
delle disposizioni di confezionamento I imbottigliamento ed
etichettatura, l'autorizzazione, deve entrare in vigore antecedentemente all'inizio della campagna vendemmiale, e cioè 1°
agosto 2017. Tale autorizzazione vale oltre che nei confronti
delle produzioni di detta vendemmia, anche nei confronti
delle produzioni derivanti dalle vendemmie precedenti, che
risultano compatibili dalpunto di vista tecnico-produttivo col
nuovo disciplinare, in relazione alle esigenze dei produttori
interessati. Dette esigenze devono essere espressamente indicate dall'associazione richiedente nell'ambito dell'istanza di
autorizzazione all'etichettatura transitoria. Al fine di limitare
il periodo di coesistenza sul mercato delle produzioni autorizzate con il decreto di etichettatura transitoria con quelle
ottenute nel rispetto del preesistente disciplinare, con i conseguenti rischi di confusione nei confronti dei consumatori,
sulla base di espressa istanza dell'associazione richiedente,
con lo stesso decreto di autorizzazione transitoria possono
essere stabilite disposizioni e terminiper lo smaltimento delle
giacenze di prodotti derivanti dalle vendemmie precedenti.
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POLITICA MONETARIA
Tre buoni motivi
per essere pazienti
di Donato Masciandaro
• Continua da pagina 1
L
a prima ragione per
on c'è alcuna ragione per essere
essere pazienti è
impazienti; anzi ci sono almeno
correlata alla dinamica
tre motivi robusti che possono so- dell'inflazione. Ricavare la
stenere la decisione della Banca centrale logica del funzionamento del
europea (Bce) di non modificare l'atteg- meccanismo dei prezzi nel
giamento dellapolitica monetaria, che so- ragionamento della Bce è
no legate rispettivamente alle condizioni facile. I motori dei prezzi sono
macroeconomiche nell'Unione, all'equi- essenzialmente tre, legati al
librio esistente all'interno dellaBce, ed in- profilo dei salari, a quello
fine alla necessità di non ripetere l'errore della concorrenza nei mercati
compiuto durante la presidenza Trichet. dei prodotti e dei servizi,
Ieriilpresidente Mario Draghihacon- infine al ruolo dell'incertezza.
fermato che la politica monetaria euroLa Bce considererà finita
pea continuerà ad avere un atteggial'emergenza
solo quando
mento ultra espansivo. Si può calcolare
quanto robusto sia l'impegno di Franco- l'inflazione sarà stabilmente
forte in questo senso utilizzando in mo- ed autonomamente su una
do molto semplice i due termometri che traiettoria vicina, ma inferiore
al 2%. Perché tale situazione si
misuravano la temperatura monetaria
avveri, occorrono almeno due
prima della Grande Crisi. Da un lato,
guardare alla differenza tra i tassi attuali condizioni. La prima - Draghi
e quelli allora chiamati "normali", cioè lo ha più volte sottolineato - si
èverificata: la tossina
calcolando una capacità di crescita potenziale reale del 2%; unita ad una analo- dell'incertezza, legata nello
ga crescita nominale: quella differenza è specifico al rischio deflazione,
uguale a ben 320 punti base. Dall'altro la- è stata definitivamente
eliminata. Ma la svolta
to, guardare alla crescita della moneta in
eccesso rispetto - di nuovo - ai livelli decisiva avverrà solamente
quando i salari mostreranno
"normali": l'eccesso è pari al 55%.
di essere sul sentiero della
L'impegno eccezionale della Bce ha normalizzazione.
ripreso ad essere messo in discussione È qui che il meccanismo di
soprattutto, ma non solo, in Germania nelle ultime settimane, di fronte agli in- trasmissione mostra ancora
coraggianti segnali di ripresa economi- aspetti peculiari. La crescita
ca nel continente europeo. L'impazien- dei salari dipende soprattutto
za ha di nuovo caratterizzato chi vor- da due fattori: le aspettative
rebbe appunto che della "normalizza- inflazionistiche e le
condizioni de.1 mercato del
zione" della politica monetaria si
lavoro.
Draghi ha osservato
ricominciasse almeno a parlare. Draghi
ha ripetuto gli inviti allapazienza, sotto- che entrambi i fattori hanno
lineando che gli indicatori macroeco- un comportamento «non
nomici sono ancora ben lontani dall'in- normale»: le aspettative
appaiono ancora rigide verso
dicare che la ripresa economica sia conil basso, come se gli operatori
solidata in modo irreversibile.
non avessero ancora
Continua • pagina 3
incorporato lafinedel rischio
deflazione. Allo stesso tempo,
N
la relazione tra andamento
dell'occupazione ed
andamento dei salari è ancora
molto debole: la crescita dei
secondi è molto meno che
proporzionale rispetto alla
dinamica degli occupati,
anche perché è forse la natura
della nuova occupazione meno stabile e meno
qualificata - ad essere diversa.
Quindi occorre aspettare.
Ma esiste forse anche una
seconda ragione - che Draghi
non potrebbe comunque
citare, per ragioni di
opportunità istituzionale che spiega la pazienza, ed è
legata alla dinamica interna
del consiglio della Bce. Anche
in ragione della perdurante
incertezza macroeconomica,
è più facile che la decisione di
attendere sia condivisa da un
numero molto alto di
banchieri centrali. Non è un
caso che - anche ieri - Draghi
ha segnalato come
l'orientamento del consiglio
all'attesa sia stato di fatto
unanime; anche chi non è
convinto che lo status quo
della espansione monetaria
sia la scelta migliore
preferisce oggi dissimulare il
suo dissenso.
Infine una terza ragione stavolta psicologica - può
essere correlata ad una
prudenza che nasce dalla
opportunità di evitare i danni
reputazionali che la Bce subì
quando, nel 2011, l'allora
presidente Trichet guidò il
suo consiglio verso una
decisione di
normalizzazione dei tassi che,
Pag. 19
Draghi «archivia» il taglio dei tassi
L'Eurozona si rafforza, svanisce il rischio di deflazione: la Bce prepara la svolta
MB II presidente della Banca
centrale europea, Mario Draghi,
predica pazienza. L'economia
dell'area euro si rafforza, secondo le nuove proiezioni della Bce
pubblicate ieri e, tenendo conto
della revisione al rialzo del dato
del primo trimestre allo o,6%,
può crescere del 2% quest'anno,
secondo Draghi. Ma l'inflazione, ora stimata all'1,5% per il 2017,
resta lontana dall'obiettivo e addirittura più bassa di quanto si
prevedesse tre mesi fa. Pesa il
fatto che, nonostante il calo della
disoccupazione ufficiale, i salari
non crescono.
La correzione di rotta della
Bce, quindi, procederà lentamente: «Continueremo ad accompagnare la ripresa» con lo
stimolo monetario, finché l'inflazione non risalga verso il 2%
«in modo durevole e si sostenga
da sola», ha detto il presidente
della Bce in conferenza stampa a
Tallinn, capitale dell'Estonia, in
occasione della sortita annuale
del consiglio da Francoforte.
Draghi ha però anche messo sull'avviso i Paesi con una posizione dei conti pubblici debole e
bassa crescita e in ritardo sulle
riforme strutturali: « Saranno loro i più colpiti quando arriverà
un rialzo dei tassi d'interesse»,
che peraltro non appare imminente. Un chiaro riferimento all'Italia. La priorità per questi Paesi è «resuscitare» la crescita, ha
affermato il banchiere centrale.
«Non siamo qui per sostenere i
bilanci pubblici dei Paesi», ha
commentato Draghi.
La riunione delconsiglio della
Bce si è dedicatapi^cra^'al^cp a^lemodeste correzioni, attese, alla comunicazione, spiegando
che i rischi per la crescita sono
ora «a grandi linee in equili-
brio», e non più orientati al ribasso, ed eliminando dalla
"forward guidance" (le indicazioni prospettiche sulla politica
monetaria) l'aspettativa che i
tassi, ora che è sparito il pericolo
di deflazione, vengano tagliati di
nuovo. Su queste modifiche
«non ho sentito nessun dissenso», ha detto il presidente della
Bce. Ma per ora sul fronte dell'inflazione, a parte le oscillazioni dovute agli alti e bassi dei
prezzi del petrolio, «non c'è nulla di sostanzialmente nuovo»,
ha ribadito più volte Draghi, e
quindi la discussione vera e propria sulle modifiche della politica monetaria è rimandata.
Le nuove proiezioni, secondo
cui l'inflazione si fermerà all'1,5% quest'anno, scenderà all'i,3°/o il prossimo e non andrà oltre l'i,6% nel 2019, hanno fatto da
supporto a questa posizione.
L'inflazione di fondo, depurata
dell'effetto petrolio, è stata a sua
volta ritoccata leggermente al
ribasso per il 2018 e 2019 e dovrebbe salire solo gradualmente. Solo due membri del consiglio, secondo Draghi, erano
pronti a cominciare a ragionare
da subito sulla "normalizzazione" della politica monetaria.
«Pazienza, fiducia e persistenza», ha declinato il presidente
della Bce.
È probabile che la discussione
su cosa fare nel 2018 (fino a dicembre resta l'impegno ad acquisti mensili di titoli, il Qe, per
60 miliardi, mentre i rialzi dei
tassi seguiranno "ben oltre" la
conclusione del Qe) entri nel vivo solo a settembre sul "taper)ng*,',^a riduzione g f a ^ a ^ d e gli acquisti. Ma Draghi ha voluto
rassicurare che «la Bce sarà sul
mercato per un lungo periodo»,
reinvestendo i titoli già comprati che verranno man mano a scadenza ed è comunque pronta ad
aumentare importo e durata se
ce ne sarà bisogno. Persino un
nuovo taglio dei tassi non è completamente escluso, ha detto
Draghi, nonostante le modifiche
di ieri alla dichiarazione introduttiva, se le circostanze dovessero cambiare. Ancora una volta, ha smentito che ci siano problemi di scarsità di titoli da acquistare (soprattutto tedeschi),
una convinzione diffusa sui
mercati.
Un elemento cui la Bce sembra prestare crescente attenzione è l'evoluzione del mercato
del lavoro e la mancata risalita
dei salari. Questa dipende anche
dal fatto che, dei 5 milioni di posti di lavoro creati («più che negli Stati Uniti»), molti, ha osservato Draghi, sono di bassa qualità, temporanei o part-time, e i
negoziati salariali guardano indietro, quando l'inflazione era
ancora più bassa. E ha fatto riferimento a uno studio degli economisti della Bce, secondo cui la
capacità di lavoro inutilizzata
può arrivare fino a quasi il doppio delle cifre ufficiali, che indicano la disoccupazione al 9,5%.
Laconico il commento dei
vertici dell'istituto di Francoforte sul salvataggio dello spagnolo
Banco Popular. Ci siamo limitati
a certificare che stava per fallire
a causa di una crisi di liquidità
determinata da una fuga dei depositi, ha spiegato il vicepresidente Vitor Constancio, il compito della risoluzione (compresol'azzeramento del capitale eie
perdite imposte ai detentori del
,4?M,^WÌlwifP» « S u c c e s siva cessione al Banco Santander) spettava per legge ad altri.
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Bce: basta tagli ai tassi, ma non saliranno subito
Draghi esclude altreriduzionidel costo del denaro, è il primo passo verso la conclusione del Quantitative easing
Gli acquisti di titoli continueranno però almeno fino a dicembre: "Inflazione ancora debole e legata al petrolio"
TAIXÌNK. Sulla Bce, anche gli analisti finanziari si dividono da molto tempo in "Germania contro il resto
del mondò". Ma essendo Joerg Kraemer di Gommerzbank, l'economista che una volta ha definito
l'eurozona «l'unione monetaria italiana», anche un
analista brillante, ha ben sintetizzato il senso della
seduta di ieri: «Frusta e zuccherino». D'un lato Mario Draghi ha introdotto per la prima volta un cambiamento di linguaggio che prelude alla cosiddetta
"normalizzazione'" delle politiche monetarie, che
rende felici i tedeschi e gli altri "falchi" dell'area euro. Dall'altra ha fatto capire che sarà un'uscita al rallentatore e ne ha rinviato l'avvio, intanto, regalando un gran sospiro di sollievo a Paesi come l'Italia o
la Grecia, gravati da debiti pubblici giganteschi.
Un capolavoro diplomatico.
Dopo la "guerra dei sette anni" come la chiama il
direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore
Rossi, la crisi sembra davvero alle spalle. La ripresa
«sta accelerando», l'economia dell'eurozona «va
meglio del. previsto» e la deflazione «è scongiurata», ha confermato ieri il presidente della Bce nella
conferenza stampa successiva al consiglio direttivo. Le stime di crescita sono state alzate di un decimale per ogni anno da qui al 2019: sarà 1'1,9% quest'anno, poi 1' 1,8% e infine 1' 1,7%.
Un miglioramento che ha consentito ai banchieri centrali - riuniti nella capitale estone per la "gita
fuori porta" del consiglio, l'annuale seduta in uno
dei diciannove Paesi della moneta unica - di escludere anzitutto nuovi tagli dei tassi. Dal comunicato
Le previsioni sui prezzi nell'area euro
ridotte a+1,5% per l'anno in corso
Ritoccate verso l'alto le aspettative di
crescita: "La ripresa sta accelerando"
della Bce è sparito il riferimento al fatto che i tassi,
che rimarranno al livello attuale «per un periodo
prolungato di tempo» potranno essere «più bassi».
Per un altro analista di lungo corso, Carsten Brzeski
(Ing), «è il primo baby-passo versò il tapering», la
diminuzione degli acquisti dei titoli privati e pubblici che attualmente procede al ritmo di 60 miliardi
di euro al mese. E che, ha detto il governatore, «continuerà fino alla fine di dicembre o oltre se necessario».
Draghi non ha detto una sillaba su come verrà organizzata l'uscita dagli acquisti, ma è probabile
che lo faccia alla riunione di settembre, quando verranno aggiornati i dati macroeconomici. Ed è proprio dall'altro dato aggiornato ieri che arriva la spiegazione della "frusta" (per le orecchie dei falchi),
cioè il rinvio dei passi concreti o di un linguaggio
più esplicito. L'inflazione, infatti, è ancora troppo
spinta dai prezzi «degli alimentari e degli energetici» e ha una curva generale troppo piatta, al netto
dei picchi e delle cadute del prezzo del petrolio degli ultimi mesi. Le stime sono state persino riviste
in peggio: +1,5% nel 2017 ( due decimi meno rispetto alle stime di marzo); +1,3% nel 2018 (meno tre
decimi) e+1,6% nel 2019 (meno un decimo).
Infine, Draghi ha dedicato un passaggio all'Italia. Per noi il rallentamento degli acquisti dei bond
e il rialzo dei tassi significano un problema: «Certo,
i Paesi con conti deboli, bassa crescita e mancanza
di riforme strutturali saranno più colpiti», ha sottolineato. Ma la Bce non orienta le proprie decisioni in
base alle scelte dei singoli paesi. O alle mancate scelte, come nel caso nostro.
(t mas.)
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L'emergenza sta finendo
l'Eurotower cambia strada
e la Bundesbank festeggia
H retroscena. Un miracolo
di equilibrismo tra le esigenze
diverse dell'eurozona. Da vedere
cosa si farà con i bond comprati
TALLINN. Sull'aereo che lo portava alle più recenti riunioni del
Fmi a Washington, Wolfgang
Schaeuble si è lanciato in un endorsement un po' prematuro. Il
ministro delle Finanze tedesco
ha sussurrato il nome del candidato della Germania alla successione di Mario Draghi con due anni di anticipo. Da allora, i commentatori si sono lanciati in analisi sul tasso di litigiosità del can-
Soddisfatto Weidmann,
numero uno della Buba
Ma le banche tedesche
fanno pressione
didato in questione, il governatore della Bundesbank Jens Weidmann, per misurarne la reale possibilità di conquistare il consenso
dei Paesi del Sud Europa. E hanno cominciato ad osservare con
malizia la maggiore adesione del
"falco" alla traiettoria adottata
da Draghi. Come se la tendenza
del tedesco a non esprimere più
•il proprio dissenso nel board fosse dettata soltanto dalla necessità di diventare più accomodante
per convincere Roma, Madrid o
Lisbona che sarebbe un presidente della Bce di tutti, e non solo dei
tedeschi.
Chi ragiona così perde di vista
un fatto macroscopico, emerso
anche ieri dal primo, importante
cambiamento nel linguaggio della Bce. Le politiche monetarie
stanno per abbandonare la lunghissima fase emergenziale. La
Bce sta cominciando a segnalare
che tra non molto smetterà di
comprare titoli e rialzerà i tassi.
Dunque, dal punto di vista della
Bundesbank, è arrivata la svolta
che Jens Weidmann chiede da
un pezzo. Secondo indiscrezioni,
il governatore della Buba sarebbe anche in piena sintonia con
Draghi sulla sequenza, ribadita
ieri. Prima si esce dal programma di acquisti dei bond, il Qe, poi
si comincia ad aumentare i tassi.
Pazienza se le banche tedesche
continuano il fuoco di fila contro
Draghi. Mercoledì 15 le Volksbanken hanno annunciato che
scaricheranno i tassi negativi sui
conti dei risparmiatori:un ricatto
scandaloso che ha evidentemente lo scopo di esercitare ulteriore
pressione sui politici tedeschi in
piena campagna elettorale.
Ma da quell'orecchio, la Bundesbank vuole mostrarsi sorda.
Viene in mente il detto di un vecchio presidente della Bce, l'olan-
dese Wim Duisenberg, che ricordando gli epici scontri di Francofòrte con i politici tedeschi paragonò la Buba alla panna: «Più la
sbatti, più si irrigidisce». In questa fase, Weidmann sarà sordo ai
richiami eventuali delle banche
o delle assicurazioni o dei politici
in campagna elettorale. Sa che la
fase di uscita dalle misure straordinaria va gestita con prudenza.
Chi non sembra molto contento della scelta di aspettare la fine
del Qe per ricominciare ad aumentare il costo del denaro, è invece il governatore della Banca
centrale francese, Villeroy de Galhau. Secondo una fonte dell'eurosistema, sarebbe preoccupato
per le banche francesi e ansioso
che i tassi sui depositi rientrino il
prima possibile: pesano sulla redditività. Ma a parte i dubbi del
francese, il board procede unitario verso la cosiddetta "normalizzazione". Le ipotesi in campo sono tante, una prevede che si proceda da gennaio riducendo gli acquisti di 10 miliardi al mesee che
si profili un rialzo dei tassi a partire dall'autunno del 2018. «Oltre
quell'orizzonte — come ricorda
una fonte — c'è un'altra decisione importante: cosa fare dei titoli
in pancia alla Bce». Per ora, come
ribadito ieri, quelli a scadenza
vengono reinvestiti in nuovi
bond, mantenendo lo stock invariato. Ma prima o poi la Bce dovrà
cominciare ad alleggerire il suo
colossale bilancio, cioè a scaricare i titoli che ha in pancia. Ma è
chiaro che lo farà alla fine dell'u-
Per l'Italia è una buor
notizia il fatto che la
stretta monetaria
non sia imminente
scita dal periodo emergenziale.
Anche per l'Italia i dati emersi
ieri rappresentano una buona notizia: l'inflazione è ancora troppo
bassa e l'inizio della "normalizzazione" è stato spostato più in là.
Per un Paese col 2.400 miliardi di
debito, ogni rinvio del momento
in cui i rendimenti si appesantiranno, sia per l'uscita dal Qe, sia
per l'aumento dei tassi di interesse, è oro. Ma Draghi ha ribadito
chiaramente per cosa andrebbe
sfruttato questo tempo, anche
senza citare l'Italia: per «le riforme strutturali rinviate da troppo
tempo». E il fattore chiave per abbattere il debito, ha detto rispondendo invece a una domanda sul
nostro Paese, «è la crescita».
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