Oggi assemblea Patto tra Federazione e Provincia TRENTO - Si tiene oggi pomeriggio la centoventiduesima assemblea dei soci della Federazione Trentina della Cooperazione. L'apertura della parte pubblica sarà affidata al videomessaggio di saluto dell'europarlamentare Herbert Dorfmann. Seguirà la relazione del presidente della Cooperazione Trentina Mauro Fezzi su «11 nuovo ruolo della Federazione nella Cooperazione Trentina che cambia». Concluso il dibattito, è previsto l'intervento del presidente della Provincia Ugo Rossi. I presidenti della Federazione e della giunta provinciale sigleranno un protocollo di intesa per il rafforzamento della collaborazione su alcuni temi strategici di interesse del movimento cooperativo e dell'ente pubblico provinciale. Alla parte pubblica dell'assemblea seguirà la parte privata di approvazione del bilancio della Federazione, la cui partecipazione è riservata ai soci. Pag. 4 Soci Federcoop, oggi l'assemblea Si parla di futuro S i svolgerà oggi pomeriggio in via Segantini la i22esima assemblea dei soci della Federazione trentina della cooperazione. L'apertura dell'incontro sarà affidato al videomessaggio dell'europarlamentare Herbert Dorfmann, a cui seguirà la relazione del presidente di Federcoop Mauro Pezzi su «Il nuovo ruolo della Federazione nella cooperazione trentina che cambia». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 5 Le Casse rurali sganciano 140 milioni Maxi sottoscrizione per Cassa Centrale In mappa del gruppo, dalle Alpi alla Sicilia Le 32 Rurali trentine, pur essendo già socie, contribuiscono per un quinto all'aumento di capitale della capogruppo Adesioni a quota 110 anche se Chianti Banca è in forse TRENTO - Dalla Banca di Credito Cooperativo Valdostana, che in francese (nel bilinguismo locale) si chiama Cooperative de Crédit Valdotaine, alla Bcc dei Castelli e degli Iblei di Mazzarino, provincia di Caltanisetta. Sono 110 le banche coop e Casse rurali che hanno aderito al costituendo gruppo Cassa Centrale Banca nelle assemblee di maggio. Il gruppo diventerà l'ottava banca italiana con 77 miliardi di euro di attivo totale. Nella lista c'è anche Chianti Banca, dove però la partita è ancora aperta. E ci sono le 32 Rurali trentine, che hanno messo nella capogruppo 140 milioni di nuovo capitale. Il gruppo Ccb, come spiegato dal presidente Giorgio Fracalossi e dal direttore generale Mario Sartori l'altro giorno all'assemblea delle Rurali, avrà un indice di solidità Ceti ratio oltre il 17%, e oltre il 16% anche dopo gli «stress test» sul deterioramento dei crediti, un indice tra i più elevati a livello nazionale. Il gruppo avrà 1.600 sportelli e quasi 11 mila dipendenti. L'au- mento di capitale lanciato nei mesi scorsi per portare il patrimonio di Cassa Centrale oltre il miliardo, il livello richiesto dalla riforma del credito cooperativo, ha superato i 650 milioni, il 21% dei quali sono trentini. Le Bcc aderenti al gruppo comprendono, come detto, l'unica banca coop della Val d'Aosta. Poi ci sono 6 istituti del Piemonte: Banca di Caraglio, Bcc di Casalgrasso e Sant'Albano, Bcc di Cherasco, Bcc di Pianfei e Rocca de' Baldi, Bene Banca, Cassa Rurale e Artigiana di Boves. In Lombardia sono 6 le banche aderenti a Ccb: Banca del Territorio Lombardo, Bcc di Barlassina, Bcc di Brescia, Bcc Laudense, Cassa Padana (che prima sembrava orientata verso la way-out, cioè la trasformazione in spa), Cassa Rurale e Artigiana di Borgo San Giacomo. Tutte le 32 Casse rurali del Trentino hanno aderito al gruppo Ccb. Le Rurali diventeranno 30 dal 1° luglio con la fusione tra Mezzolombardo, Rovere della Luna e Giovo. Ci sono anche Si va dall'unica Bcc valdostana alle sei siciliane. Tra le regioni di successo, Piemonte, Lombardia, Friuli, Emilia, Lazio, Puglia. Delusione Veneto: 10 aderenti, meno di metà due Casse Raiffeisen dell'Alto Adige che hanno preferito Cassa Centrale al gruppo sudtirolese: Renon e San Martino in Passiria. In Veneto Cassa Centrale, come ha detto Fracalossi in assemblea, ha avuto qualche delusione: le adesioni sono 10, meno della metà del totale, e comprendono Banca Adria, Banca Alto Vicentino, Banca dei Colli Euganei, Banca del Centroveneto, Banca S. Biagio, Bassano Banca, Bcc delle Prealpi, Cassa Rurale e Artigiana di Cortina d'Ampezzo, Cassa Rurale e Artigiana di Vestenanova, Rovigo Banca. Va meglio in Friuli Venezia Giulia con 11 aderenti: Banca di Carnia, Credito Cooperativo del Carso (Zadruga Zadruzna Kraska Banka in sloveno), Bcc Bassa Friulana, Bcc Doberdò, Bcc Manzano, Bcc del Friuli Centrale, Bcc di Basiliano, Bcc di Fiumicello, Bcc di Turriaco, Cassa Rurale e Artigiana di Lucinico, Friulovest. In Emilia Romagna le aderenti sono 8: Banca Centro Emilia, Banca di Bologna, Bcc Romagna Occidentale, Bcc Alto Reno, Bcc Felsinea, Banca Malatestiana, Credito Cooperativo Reggiano, Romagna Banca. Due le adesioni in Toscana, Chianti Banca e Bcc Castagneto Carducci. Due nelle Marche: Bcc di Civitanova e Banca Suasa. Una in Umbria: Bcc di Spello. Sette nel Lazio: Banca Centro Lazio, Bcc Castelli Romani, Bcc del Circeo, Bcc Anagni, Bcc Ronciglione, Banca di Viterbo, Bcc del Velino, Bcc Privernate. Due in Abruzzo: Banca del Gran Sasso e Bcc Sangro Teatina. In Campania le adesioni sono tre: Bcc Aquara, Bcc Flumeri, Bcc Monte Pruno. In Puglia otto: Banca dell'Alta Murgia, Bcc Alberobello, Bcc Cassano delle Murge, Bcc Conversano, Bcc Locorotondo, Bcc Monopoli, Bcc San Giovanni Rotondo, Bcc San Marzano. In Calabria due: Bcc Alto Tirreno, Credito Cooperativo Centro Calabria. In Sicilia sei: Banca del Nisseno, Bcc Antonello da Messina, Bcc dei Castelli, Bcc La Riscossa di Regalbuto, Bcc di Sambuca, Credito Etneo. Lo sportello di una Cassa rurale A sinistra il direttore di Cassa Centrale Mario Sartori e il presidente Giorgio Fracalossi al meeting di Milano del 31 marzo scorso Pag. 6 ECCO L'ELENCO DEFINITIVO DEGLI ISTITUTI CHE HANNO ADERITO AL POLO ALTERNATIVO Bcc, in 110 con Cassa Centrale // Trentino-Alto Adige ha portato in dote 34 banche, ma le adesioni vanno dalla Valle DAosta alla Sicilia. Il dg Sartori: oltre le più rosee previsioni. Iccrea? Mi auguro attenzione e rispetto reciproci e banche di credito coope- Sicilia, Bcc dei Castelli e degli perbene, che hanno a cuore il bene dei loro territori». Quanto rativo che hanno aderito al Iblei e Credito Etneo. _)po promosso da Cassa «I numeri che abbiamo rag- ai due gruppi bancari, uno sarà Centrale Banca sono 110 giunto», ha commentato Mario formato dalle raiffaisen dell'Alin totale, con il Trentino-Alto Sartori, direttore generale di to Adige e l'altro sarà Iccrea Adige che ha fatto la parte del Cassa Centrale Banca, «vanno Banca, che all'inizio sembrava leone e ha portato in dote 34 oltre le nostre più rosee previ- dovesse essere l'unico gruppo istituti di credito. Ma la com- sioni. Nasce un gruppo bancario nel quale far confluire le bcc. E posizione del nuovo polo del nazionale con 110 banche, che proprio in merito ai rapporti tra credito cooperativo, come da tocca tutte le regioni italiane a Cassa Centrale e Iccrea Sartori attese, ha raccolto l'adesione parte la Sardegna, con una at- ha spiegato che questa riforma di banche provenienti da ogni tenzione fortissima al cuore del inciderà «in maniera epocale parte d'Italia. Dalla Valle D'Ao- territorio». Adesso si tratterà di sulla vita del credito cooperatista (con la Bcc Valdostana) fino stabilire i criteri per unire queste vo e delle singole bcc ma anche alla Sicilia, da cui provengono realtà. «In questa fase siamo im- sulle strutture di sistema». Un 6 bcc aderenti al polo di Ccb: pegnati nella definizione delle periodo di assestamento «non Bcc del Nisseno di Sommatino aree progettuali», continua Sar- privo di tensioni» è stato forse in e Serradifalco, Bcc la Riscossa tori, «e in quelli che sono gli in- qualche modo fisiologico, «ma di Regalbuto, Bcc Antonello vestimenti che dovremo andare mi auguro nell'interesse di tutti a fare per rendere la capogrup- che questa fase si risolva e che po adeguata al proprio ruolo. Si questa polarizzazione sia gestitratta di un forte impegno, che dovrebbe concludersi entro fi- ta con una reciproca attenzione ne anno con la presentazione e rispetto». Il dg è poi tornato ufficiale della domanda di au- sui numeri di Cassa Centrale, torizzazione alla Banca d'Italia definiti «brillanti». Il 2016 ha V * 1 « , /TBS*.. t per diventare capogruppo». Il registrato «risultati positivi sia dg di Ccb resta però con i piedi in termini economici sia in terper terra («Tra la speranza e il mini patrimoniali». Il profitto fare c'è grande differenza»). I finale si è attestato a «oltre 18 viaggi fatti in giro per l'Italia milioni netti, dopo aver spesato dell'ultimo anno hanno per- 11,5 milioni sui fondi salva banmesso al gruppo di scoprire che», mentre il dato patrimonia«ma soprattutto di toccare con le si è attestato a oltre il 24% di mano» che c'è un'Italia fatta Cet, «nettamente superiore alla di «tante realtà bancarie locali media del sistema bancario ita\ forti, gestite da persone serie e liano», (riproduzione riservata) da Messina, Bcc jadi Pag. 7 TUTTE LE BCC CHE ADERISCONO AL GRUPPO CASSA CENTRALE BANCA Regione Abruzzo Nome della banca aderente Bcc Sangro Teatina-Atessa Abruzzo Alto Adige Alto Adige Calabria Bcc Gran Sasso D'italia C. Rurale Renon Raìffeisenkasse Ritten C. Raiffeisen San Martino In Passiria Credito Coop. Centro Calabria Calabria Bcc alto Tirreno della Calabria Verbicaro Campania Bcc di Aquara Campania Bcc M. Pruno di Fisciano, Roscigno e Laurino Presidente Regione Pier G. di Giacomo Giulio C. Sottanelli Puglia Sicilia Sicilia Nome della banca aderente Bcc di Locorotondo Cra B. del Nisseno Sommatino e Serradifalco Sicilia Sicilia Bcc Antonello Da Messina Bcc dei Castelli e Degli Iblei Bcc La Riscossa di Regalbuto Francesco Silvestri Luigi Scornilo Sicilia Sicilia Bcc di Sambuca di Sicilia Credito Etneo Bcc Anna Miscia Maria R. di Paola Toscana Toscana Bcc di Castagneto Carducci Chianti Banca Walter Plato Walter Fleischmann Giuseppe Spagnuolo Presidente Giovanni Fumarola Giuseppe Di Forti Francesco De Domenico Carmela Rita D'Aleo Arturo La Vignerà Liborio Catalanotto Agatino Rizzo Silvano Badalassi Lorenzo Bini Smaghi Campania Emilia R. Bcc di Flumeri Banca Centro Emilia Credito Coop. Emilia R. Banca di Bologna Giuseppe Accorsi Enzo Mengoli Trentino Trentino Cassa Rurale Adamello • Brenta Bcc Cassa Rurale Alta Vallagarina Bcc Emilia R. Emilia R. Bcc Dell'alto Reno Bcc delia Romagna Occidentale Bruno Bartolomei Luigi Cimatti Trentino Trentino Cassa Rurale Alta Valsugana Bcc Cassa Rurale Alto Garda Bcc Franco Senesi Enzo Zampiccoli Emilia R. Emilia R. Credito Coop. Reggiano Banca Malatestiana Credito Coop. Carlo Maffei Enrica Cavalli Trentino Trentino Cassa Rurale Bassa Anaunia Bcc Cassa Rurale Bassa Vallagarina Bcc Cesare Cattani Emiliano Trainotti Emilia R. B. C.C. Rom. Est e Sala Cesenatico Corrado Monti Trentino Bcc Felsinea B. di Carnia e Gemonese Credito Coop, Paolo Angiolini Trentino Cassa Rurale Cintrofiemme-Cavalese Bcc Cassa Rurale D'anaunia Bcc Taio Marco Misconel Emilia R. Friuli V.G. Friuli V.G. Friuli V.G. Bcc di Manzano (Udine) Bcc Turrìaco Giuseppe Varisco Silvano Zamò Trentino Trentino Trentino Cassa Rurale Degli Altipiani Bcc Cassa Rurale d'i Flemme Bcc Diego Schelfi Goffredo Zanon Cassa Rurale di Giovo Bcc Friuli V.G. Friuli V.G. Bcc del Friuli Centrale Bcc di Basiliano Trentino Trentino Cassa Rurale di Isera Bcc Cassa Rurale di Ledro Bcc Friuli V.G. Friuli V.G. Bcc di Fiumicello e Aiello del Friuli C. Rurale di Lucinieo Farra e Capriva Tiziano Portelli Renzo Medeossi Trentino Trentino Cassa Rurale di Lizzana Bcc Cassa Rurale di Mezzocorona Bcc Walter Bruni Sandro Pancher Friuli V.G. Friuli V.G. Friulovest Banca Credito Coop. Bcc del Carso - Zadruga Zadruzna K. B. Lino Mian Adriano Kovacic Trentino Trentino C. Rurale di Mezzolombardo e S. Michele Cassa Rurale di Pinzolo Bcc Mauro Mendini Roberto Simoni Friuli V.G. Friuli V.G. Lazio Bcc della Bassa Friulana Bcc di Doberdò e Savogna Bcc dei Castelli Romani e del Tuscolo Marco Gasparini Roberto Devetta Trentino Trentino Cassa Rurale di Rovere' Della Luna Bcc Cassa Rurale di Rovereto Bcc Arrigo Dalpiaz Geremia Gios Domenico Caporicci Franco Cardinali Trentino Trentino Cassa Rurale di Saone Bcc Cassa Rurale di Tassullo e Nanno Bcc Sandro Dipré Antonio Filati Roberto Tonca Giuseppe G. Brunoro Luca Occhialini Monia Bonenti Adriano Orsi Ivo Zucal Alessandro Lattieri Fabiano Conzatti Marco Baruzzi Lazio Bcc del Circeo Lazio Lazio Bcc di Anagni Bcc di Ronciglione e Barbarano Romano Stefano iarzioli Giuseppe Ginnasi Trentino Trentino Cassa Rurale di Trento Bcc Cassa Rurale di Tuenno Val di Non Bcc Giorgio Fracalossi Silvio Mucchi Lazio Lazio Banca di Viterbo Credito Coop. Bcc del Veiino Vincenzo Fiorillo Pietro Mencattini Trentino Trentino C. Rurale Don Lorenzo Guetti di Quadra C. Rurale Giudicane Valsabbia Raganella Sandro Bella Andrea Armanini Lazio Banca Centro Lazio Credito Coop. Cassa Rurale Lavis • Valle di Cembra Bcc Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia Bcc Cassa Rurale Val di Fassa e Agordino Bcc Fernando Miccoli Lombardia Cra di Borgo San Giacomo Lombardia Bcc di Barlassina Lombardia Banca del Territorio Lombardo Lombardia Bcc di Brescia Marcello Cola Trentino Sergio Bonfiglio Trentino Stefano Meroni Ubaldo A, Casalini Trentino Trentino Trentino Ennio Zani Vittorio Biemmi Maurizio Minucci Cassa Rurale Val di Sole Bcc Cassa Rurale Val RendenaBcc Carlo Vadagnini Claudio Valorz Mirko Bonapace Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoì Bcc Cassa Rurale Valsugana e Tesino Bcc Maurizio Bonelli Arnaldo Dandrea Lombardia Marche Piemonte Piemonte Cassa Padana Credito Coop. Banca Suasa Credito Coop. B. di Caraglio del Cuneese e Riviera dei Fiori Bcc d'i Casalgrasso e Sant'albano Stura Piemonte Piemonte Piemonte Piemonte Bcc di Cherasco Bcc d'i Pianfei e Rocca De' Baldi Bene B. Credito Coop. di Bene Vagienna Cassa Rurale Ed Artigiana di Boves Bcc Giovanni C, Olivero Paolo Blangetti Pier Vittorio Vietti Sergio Marro Veneto Veneto Credito Cooperativo Lozzo Atestìno Credito Cooperativo Longare Puglia Banca Dell'alta Murgìa Credito Coop. Bcc di San Giovanni Rotondo Domenico Ardine Giuseppe Palladino Veneto Veneto Banca S. Biagio del Veneto Orientale Bcc Puglia Puglia Puglia Bcc di San Mariano di San Giuseppe Bcc di Monopoli Francesco Cavallo Luigi Biasi Veneto Veneto Bcc delle Prealpi C. Rurale di Cortina d'Ampezzo e delle Dolomiti Puglia Bcc di Cassano delle Murge e Tolve Paolo Piscazzi Veneto Puglia Puglia Bcc di Conversano Bcc di Alberobello e Sammichele di Bari Giuseppe D'Orazio Veneto C. Rurale e Artigiana di Vestenanova Rovigo Banca Credito Coop. Livio Tomatis Alberto Osenda Trentino Trentino Ermanno Villotti Bcc di Spello e Bettona Umbria Val d'Aosta Bcc Valdostana Coop. De Crédit Valdòtaine Banca Adria - Credito Coop. del Delta Veneto Credito Cooperativo di Schio Ped. e Roana Veneto Bassano Bcc di Romano e S, Caterina Massimo Meschini Marco Linty Giovanni Vianello Domenico Drago Luciano Zanaica Flavio Stecca Luca De Luca Rudy Cortese Carlo Antiga Alberto Lancedelli Edo Dalla Verde Lorenzo Liviero Cosimo Palasciano GRAFICA MF-MIUNO FINANZA Pag. 8 Credito. Il business pian in Bankitalia entro l'autunno Bcc, holding alla prova del piano industriale Faro del Mef sui 2 gruppi • • La costruzione dei gruppi del quality review e stress test) le cui credito cooperativo si trova a un modalità devono ancora essere giro di boa cruciale. Le adesioni messe a punto, ma l'esame podeliberate dalle assemblee delle trebbe essere svolto a tappeto 3uBccalle due diverse capogrup- sulle singole banche senza limipo in corsa, per quanto ancora tarsi a valutare la solidità comscelte non definitive, hanno dise- plessiva del gruppo. La tensione, gnato un primo profilo dei due dunque, sulle due candidate cagruppi, con circa 160 banche pogruppo ma anche sulle Bcc che orientate verso Iccrea e uo verso devono aderire sta salendo. Il Cassa centrale banca. Ma già sin percorso più complesso è quello daoraleduenuoverealtàdevono che si trova difronteCcb, impeprepararsi a un importante esa- gnata inunosforzomaggioreperme: quello della tenuta del piano chè deve richiedere alle banche industriale che dovrà essere alle- aderenti un contributo alfinedi gato all'istanza da presentare alla raggiungereladotazioneminima Banca d'Italiaper ottenere l'auto- di 1^ miliardi di patrimonio (Ccb rizzazione a operare in quanto ha un patrimonio di circa 300 migruppo bancario. D documento lioni)richiestadallaleggedi rifordovrà essere presentato proba- ma del sistema. Ma c'è anche lo bilmente già in autunno (tra otto- sforzo organizzativo che la holbre e novembre, dunque prima ding deve fare per assicurare della scadenza del termine di di- l'adeguata capacità di controllo e cembre). In quello stesso fran- di efficienza del gruppo. E anche gente 0 a inizio 2018 i due sistemi per questo motivo che in queste saranno sottoposti al com- settimane il ministero deU'Ecoprehensive assessment (asset nomiahacominciato amonitora- re da vicino il sistema cooperativo, preoccupato del fatto che entrambi i gruppi concorrenti riescano a superare l'esame della vigilanza europea. Per il Mef sarebbe davvero complicato, dopo aver superato il difficile scoglio del salvataggio di Mps e mentre si trovainmezzoalguadodellacrisi della banche venete, constatare l'apertura di un altrofrontesul credito cooperativo, se la Bce dovesse bocciare un gruppo bancario sul nascere. Non è un ministero,delresto,cheil sottosegretario Paolo Baretta sia sempre stato favorevole alla costituzione di un gruppo unico. In questi giorni i sondaggi del Mefper tentare una mediazione e riportare i due gruppi al tavolo di una soluzione unitaria non avrebbero dato grandi speranze. I tempi per una simile sterzata, del resto, sono strettissimi proprio in vista delle scadenze di autunno. Il ministero, d'altro canto.halaresponsabi- lità di emettere un decreto in cui fissare il numero minimo di banche che un gruppo cooperativo deve avere. Un decreto che potrebbe essere o^criminante per stabilire se possa sopravvivere più di un gruppo (al di là della tutela del sistema altoatesino). Il percorso di Ccb si sarebbe complicato anche alla luce delle adesioni da parte delle Bcc. E in particolare dellaFederazione veneta che, contrariamente alle attese, ha aderito a Iccrea portandosi dietro lebanche locali LaFederazione veneta condivide con Ccb il controllo di Neam, un fondo di fondi con sede in Lussemburgo, e ha quota in Assicra e Cesve, società che operano nel settore assicurativo e nei servizi inhouse al circuito Phoenix. Ccb puntava al loro conferimento per accrescere il valore del proprio patrimonio. Ma le adesioni hanno rèso più complicata questa operazione. Pag. 9 Fondo monetario «Il gruppo Ccb si mostra solido» 110 Aderenti Gli istituti che finora hanno scelto il gruppo trentino Gli occhi del Fondo monetario internazionale sono puntati su Cassa Centrale Banca. Una delegazione del gruppo è stata ospitata dalla Banca d'Italia nella sua sede centrale di Roma per partecipare a un incontro con esponenti di Fmi, il cui statuto prevede delle missioni periodiche per valutare lo stato dei sistemi economici. In questo caso, naturalmente, sotto la lente c'era la situazione italiana. L'invito rivolto ai rappresentanti di Ccb, prima volta nella sua storia, è legato al peso che il gruppo bancario assumerà. Gli esponenti del fondo hanno voluto approfondire alcuni dei punti di forza del gruppo nascente, ma anche le strategie di sviluppo programmate per affrontare le nuove sfide. L'attenzione si è concentrata in particolare sui problemi più rilevanti del sistema bancario nazionale, tra cui ad esempio la gestione del credito deteriorato e l'equilibrio reddituale prospettico. Un incontro positivo, a conclusione del quale i rappresentanti di Fmi hanno invitato Ccb a partecipare ai futuri appuntamenti. Intanto ChiantiBanca si prepara ad affrontare il tema dell'adesione a Iccrea o Ccb. Il direttore generale Mauro Fo cardi Olmi ha spiegato che «la discussione potrebbe iniziare entro il mese», aggiungendo di essere «contento» per l'interesse mostrato verso l'istituto da entrambi i gruppi. TRENTO Pag. 10 Ccb diffonde l'elenco delle UO basiche LaCcbdiTrentohadiffuso l'elenco completo di tutte le banchedel nuovo gruppo che stacostruendoelofa rinviando a un sito web apposito https://ilnuovonoi.it. Una cartina dell'Italia riporta perogni regione il numero delle banche del gruppo, per un totale di 110, coni nomi di ciascuna banca in ciascuna regione. Sono una in Val d'Aosta, sei in Piemonte, sei in Lombardia, 34 in Trentino, dieci in veneto, 11 in Friuli Venezia Giulia, otto in Emilia Romagna, due in Toscana, due nelle Marche, una in Umbria, due in Abruzzo, otto nel Lazio, tre in Campania,otto in Puglia, due in Calabria e sei in Sicilia. Pag. 11 Morso al commesso, condannato Un anno e quattro mesi all'uomo accusato della «rapina» alla Coop Prima ha preso una confezione di fesa di tacchino dall'espositore e poi l'ha mangiata. Lì sul posto, all'interno del supermercato. E quando gli è stato chiesto di pagare il dovuto, ha spintonato il commesso e poi lo ha morso ad una spalla. Questo il giovedì al punto vendita della Coop di corso Tre Novembre. Il giorno dopo si è presentato allo stesso punto vendita e ha preso una bottiglia di un superalco- lico, e ha cercato di strappare con i denti l'antitaccheggio. Due episodi avvenuti a distanza di poche ore l'uno dall'altro che hanno portato alla condanna - riconosciuta la continuazione - dell'uomo ad u n anno e quattro mesi e al pagamento di una multa da 300 euro. Lui è un romeno di 34 anni che da tempo vive in città e che è un volto noto alle forze dell'ordine. Gli ultimi episodi di cui è stato accusa- to, come detto, sono avvenuti a poche ore l'uno dall'altro. Nel primo l'uomo si era presentato al punto vendita di corso Tre novembre poco prima dell'orario di chiusura. Si era aggirato fra gli scaffali fino a quando la sua attenzione non era stata catturata dagli affettati già imbustati. Aveva quindi preso della fesa di tacchino e senza aspettare di essere fuori dal negozio, l'aveva aperta e aveva iniziato a man- giare. Come se fosse la cosa più naturale del mondo. Invitato a saldare, aveva dato in escandescenza spintonando il commesso nel tentativo di lasciare il supermercato senza pagare. Un tentativo pieno di veemenza visto che alla fine aveva morso l'uomo. Che era stato poi medicato al pronto soccorso e dimesso con una prognosi di tre giorni. Sul posto era intervenuta una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri. Pag. 12 ' Serata con De Castro: l'Omnibus estende gli aiuti per calamità alle aziende agricole Agricoltura, il sostegno dell'Europa DENNO - Quali sono le sfide dell'agricoltura, e quali le linee delle politiche comunitarie in materia? Se n'è discusso in una serata dell'Upt al Magazzino Coba di Denno, in un momento di confronto e dibattito che ha attirato oltre 150 persone, tra agricoltori, imprenditori agricoli, soci di cooperative agricole e amministratori. Ad aprire il sipario Andrea Bonn, coordinatore dell'UpT della Val di Non. La parola poi è passata al sindaco di Denno, Fabrizio Inama, seguito dal segretario politico UpT, Tiziano Mellarini. Relatore principale del convegno è stato l'ex ministro dell'Agricoltura Paolo De Castro, attualmente Vicepresidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo, nonché professore di Economia e Politica Agraria dell'Università di Bologna. «Sono a Bruxelles anche a rappresentare voi - ha esordito l'europarlamentare -. È una fase di evoluzione positiva, questa, per l'Unione Europea, perché, dopo aver vissuto momenti drammatici, le elezioni in Francia e Austria, che hanno rigettato gli inconcludenti populismi, ci hanno ridato fiato». Con la dimensione globale dei problemi che dobbiamo affrontare oggi nel settore agroalimentare, anche con riguardo alla food security, ha affermato, «abbiamo bisogno di più Europa e di più azioni condivise». De Castro ha poi seguitato delineando i nodi cruciali del Regolamento Omnibus di riforma di medio periodo della Pac (politica agricola comunitaria), che andrà negoziato con . _Commissione_e _Cnnsi0lin_tra qualche mese ed entrerà definitivamente in vigore per tutti gli Stati membri il 1 ° gennaio 2018. «Contiene parecchie novità importanti, soprattutto di fronte alla drammatica gelata che ha colpito il territorio trentino e che mostra quanto sia indispensabile intervenire attraverso una rete di robusti strumenti di gestione del rischio, su cui questo Regolamento dispone e che sarà anche l'argomento di fondo della Pac post 2020». Infatti il nuovo regolamento Omnibus prevede che venga esteso il premio di insediamento per i giovani agricoltori, che vengano allargate le «reti di protezione» dal rischio di calamità, dalla volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli e lattiero-caseari e dall' instabilità dei mercati, che si fanno via via più complessi. È anche prevista una riduzione dal 30% al 20% della soglia di reddito a partire dalla quale scattano l'assicurazione e i fondi mutualistici. Previsto, inoltre, l'ampliamento della copertura di fondi pubblici dal 65% al 70%. Non ultimo poi l'allargamento a tutti i settori del «pacchetto latte», per dare a tutti i produttori il potere di programmare l'immissione del prodotto sul mercato correlata alla domanda. De Castro ha concluso con l'elogio della dimensione organizzativa e dello spirito collaborativo di tutto il territorio Trentino, che sono da prendere ad esempio in Italia e in tutta l'Europa. A tracciare le conclusioni dell'incontro ci ha pensato il consigliere provinciale Mario Tonina. Al centro, l'ex ministro De Castro, relatore della serata al magazzino Coba sulle politiche della De •ì Ef :'..' '* Ì •- 'Ì-.:"iTalTi^y Pag. 13 L'esempio di Agri 490 fa scuola in Umbria STORO - Anche le eccellenze della valle del Chiese in Umbria. Nella Val Nerina si svolgerà fra domani e domenica un convegno dal titolo «La Val Nerina riparte», per fare il punto sulla ricostruzione (anche economica) del dopo terremoto. Porteranno le loro testimonianze anche due trentini: Francesca Doff della Strada dei formaggi trentini e Vigilio Giovanelli, presidente di Agri 90, la Cooperativa con sede a Storo che commercializza la farina gialla e i prodotti annessi: polenta cotta e gallette in testa. Sul tavolo saranno accanto a Maria Elena Boschi (sottosegretario del Governo Gentiloni), all'assessora all'agricoltura della Regione Umbria Fernanda Cecchini, al presidente della Coldiretti umbra Albano Agabiti, al presidente del gruppo Agroalimentari Carlo Cattonesi e a Roberto Canale, presidente del Consorzio di Valle Norcia. Condurrà il giornalista Paolo Massobrio. Per Storo una nuova ribalta nazionale, con Agri '90 invitata come esempio virtuoso di sviluppo rurale. Pag. 14 «Viticoltura, triplicare le aziende per essere competitivi Assoenologi analizza il settore e lancia le proposte: il rilancio passa dal nome «Trentino» Triplicare il numero delle aziende, fondare il rilancio del sistema sul nome «Trentino», immaginare una diversificazione tra l'attività industriale e quella territoriale. Sono queste le tre principali proposte avanzate da Assoenologi per il rilancio del sistema vitivinicolo trentino. Gli enologi e gli enotecnici membri dell'associazione presieduta da Goffredo Pascili hanno concluso pochi giorni fa la stesura di «Situazione e prospettive del settore vitivinicolo trentino», un documento ricco di spunti e riflessioni che saranno al centro del dibattito che si svilupperà martedì 13 nel corso di una tavola rotonda ospitata dalla cantina Toblino TRENTO di Sarche a partire dalle 17. «Se fino agli anni Novanta era stata perseguita una politica della qualità, della tutela dell'origine e della valorizzazione del territorio, questi valori nella realtà attuale risultano scavalcati dall'esigenza di assicurare redditività al sistema» spiegano gli associati nel documento. Più in particolare, lo sviluppo del sistema è passato «da una politica di territorio a una di brand» e la domanda a questo punto è: «Dobbiamo continuare così oppure territorio e brand possono coesistere?». «Va naturalmente perseguita una collaborazione tra territorio e brand» è la risposta di enologi ed enotecnici. Analizzati punti di forza e di debolezza, nel documento di Assoenologi si sostiene che «le scelte per il futuro devono coinvolgere prioritariamente gli attori direttamente ancorati al territorio, ossia le cantine sociali di primo grado e i vignaioli». Se dunque l'intenzione è quella di sviluppare una vera e propria strategia per il rilancio del settore, secondo gli esperti «le scelte non sono più dilazionabili», nonché fondate su «chiarezza e coerenza per la necessaria credibilità agli occhi del consumatore». Ecco perché «è calda la raccomandazione di valutare l'opportunità di diversificare le attività industriali (vino commodity) da quelle territoriali (vino di sicura origine-identità) trasferendo questo modello anche in Consorzio vini», destinato «a essere perno centrale per il rilancio». Se dunque, ad esempio, «si decidesse di ridurre la resa unitaria di Pinot grigio Trentino Doc, questa scelta va subito inquadrata in un'organica revisione del disciplinare dei vini Trentino Doc». Una simile serie di interventi, dato inoltre il loro peso sull'intero sistema, secondo Assoenologi «per avere l'effetto auspicato necessitano di un poderoso supporto promozionale indirizzato sia ai nostri mercati tradizionali, sia alla ricerca di nuove opportunità». A.R.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pag. 15 LA RISPOSTA ALL'USE Manutencoop: «Nessuna discrimmazione in azienda» Manutencoop Facility Management Spa risponde alle accuse del sindacato di base Usb, che nei giorni scorsi ha sostenuto l'esistenza di comportamenti antisindacali e discriminatori nei confronti di due dipendenti iscritte al sindacato. Le quali avrebbero su- bito, stando a quanto afferma l'Usb, trasferimenti e demansionamenti immotivati dopo la loro recente adesione al sindacato di base. «Manutencoop Facility Management Spa scrive la società in una nota ha sempre agito nel pieno rispetto delle prescrizioni in ma- teria di sanificazione e delle norme contrattuali. Tutte le iniziative attuate sono assolutamente legittime, condotte nel pieno rispetto del Contratto Collettivo Nazionale applicato e delle norme di legge, e non sussiste alcun atteggiamento pregiudiziale nei con- fronti delle dipendenti iscritte all'associazione sindacale». Manutencoop Facility Management si riserva, pertanto, «di tutelarsi in tutte le sedi opportune nei confronti di affermazioni diffamatorie che minano la propria integrità e ledono gravemente i propri interessi». Pag. 16 ragni, stop ai tassi in discesa Avanti col Qe, L'inflazione L a Bce lascia invariati i tassi, esclude nuovi tagli del costo del denaro e conferma d u r a t a ed entità del Qe. Il piano di acquisto dei titoli proseguirà al ritmo di 60 miliardi di euro al mese fino a dicembre «o anche oltre, se necessario», e in ogni caso finché il livello dell'inflazione non tornerà vicino al 2%. Il presidente dell'istituto, Mario Draghi, al termine del consiglio direttivo che si è tenuto in trasferta a Tallinn, h a introdotto u n a sola novità rispetto ad aprile: l'Eurotower si aspetta che i tassi «resteranno agli attuali livelli per u n prolungato periodo di tempo, senza aggiungere «o anche più in basso», cioè escludendo ulteriori tagli del costo del denaro. E questo «perché i rischi di deflazione sono scomparsi». Questa è l'unica concessione che Draghi h a fatto ai falchi tedeschi, che da tempo gli chiedono di avviare il tapering, il ritiro dal Quantitative Easing. «Non ne abbiamo discusso», h a tagliato corto il presidente della Bce, «siamo qui grazie al Qe, _che_ha sostenuto la rinresa». cresce meno del L'istituto di Francoforte, a ogni modo, h a rivisto al ribasso le stime di inflazione dell'Eurozona e h a migliorato le previsioni sulla crescit a dell'economia, precisando che la ripresa è «solida e ben diffusa» e confermando che i rischi per le prospettive econ o m i c h e «sono ben equilibrati» e non più «orientati al ribasso». Per quanto riguarda l'inflazione, la Bce h a corretto le stime prevedendo u n rialzo dall'1,7 all'1,5% nel 2017, dall'1,6 all'1,3% nel 2018 e dall'1,7 all'1,6% nel 2019. Per quanto riguarda il pil, ora è attesa u n a crescita dell'I,9% quest'anno, dell'1,8% il prossimo e dell'1,7% nel 2019. Comunque Draghi, pur mantenendosi abbottonato sull'avvio del tapering, alla fine h a fatto riferimento al Qe rispondendo a u n a domanda sulle conseguenze che la fine dell'operazione avrà per l'Italia: «I paesi che h a n n o u n a posizione di bilancio debole, scarsa crescita e sono indietro con le riforme strutturali saranno colpiti con più forza previsto da u n aumento dei tassi. Ma questa non è u n a scoperta». Timothy Graf, responsabile della strategia macro di State Street Global Markets, spiega che le parole di Draghi h a n no destato poche sorprese: «Il trend dei dati europei è stato chiaramente positivo quest'anno e dovrebbe sostenere la moneta unica e gli asset rischiosi europei nella seconda metà del 2017. Tuttavia, con i tassi d'inflazione nominale che stanno invertendo la rotta e l'inflazione core ancora modesta, la banca centrale non h a fretta di modificare la propria posizione accomodante». Charlie Diebel, head of rates di Aviva Investors, aggiunge che, tuttavia, «questa è solo la prima fase di u n processo molto lungo di interruzione o rallentamento del programma di Qe ed eventualmente di rialzo del costo del denaro». L'esperto si aspetta che la Bce aumenti i tassi solo alla fine del 2018, se non più tardi, per via delle persistenti preoccupazioni riguardanti l'inflazione core. ©Riproduzione riservata H • .:>,-. p p i l r~ 'ANTE §r&m 3^f',hL Pag. 17 Vino^ sì alle nuove etichette modificando il disciplinare È possibile modificare il disciplinare del vino con l'inserimento di nuove etichettature relative alle categorie di prodotti e/o agli aspetti tecnico-produttivi. Quali, per esempio, la variazione della zona di produzione delle uve e della base ampelografica, la riduzione resa uva/ettaro e resa uva/vino e la variazione metodologia di elaborazione e caratteristiche dei prodotti. Ma l'autorizzazione deve entrare in vigore antecedentemente al 1° agosto. Queste le istruzioni contenute nella nota della politiche agricole del 5 giugno 2017 n. 44447 in merito alle autorizzazioni per l'etichettatura dei vini Dop e Igp (articolo 72 del regolamento Uè n. 607/2009, articolo 13 del dm 7 novembre 2012 e del dm 23 dicembre 2015). Anche per le modifiche formali quali, per esempio, la variazione formale diparte del nome della denominazione, l'inserimento di nuove tipologie che possono essere elaborate dalla riclassificazione di produzioni precedentemente rivendicate, la variazione delle disposizioni di confezionamento I imbottigliamento ed etichettatura, l'autorizzazione, deve entrare in vigore antecedentemente all'inizio della campagna vendemmiale, e cioè 1° agosto 2017. Tale autorizzazione vale oltre che nei confronti delle produzioni di detta vendemmia, anche nei confronti delle produzioni derivanti dalle vendemmie precedenti, che risultano compatibili dalpunto di vista tecnico-produttivo col nuovo disciplinare, in relazione alle esigenze dei produttori interessati. Dette esigenze devono essere espressamente indicate dall'associazione richiedente nell'ambito dell'istanza di autorizzazione all'etichettatura transitoria. Al fine di limitare il periodo di coesistenza sul mercato delle produzioni autorizzate con il decreto di etichettatura transitoria con quelle ottenute nel rispetto del preesistente disciplinare, con i conseguenti rischi di confusione nei confronti dei consumatori, sulla base di espressa istanza dell'associazione richiedente, con lo stesso decreto di autorizzazione transitoria possono essere stabilite disposizioni e terminiper lo smaltimento delle giacenze di prodotti derivanti dalle vendemmie precedenti. Pag. 18 POLITICA MONETARIA Tre buoni motivi per essere pazienti di Donato Masciandaro • Continua da pagina 1 L a prima ragione per on c'è alcuna ragione per essere essere pazienti è impazienti; anzi ci sono almeno correlata alla dinamica tre motivi robusti che possono so- dell'inflazione. Ricavare la stenere la decisione della Banca centrale logica del funzionamento del europea (Bce) di non modificare l'atteg- meccanismo dei prezzi nel giamento dellapolitica monetaria, che so- ragionamento della Bce è no legate rispettivamente alle condizioni facile. I motori dei prezzi sono macroeconomiche nell'Unione, all'equi- essenzialmente tre, legati al librio esistente all'interno dellaBce, ed in- profilo dei salari, a quello fine alla necessità di non ripetere l'errore della concorrenza nei mercati compiuto durante la presidenza Trichet. dei prodotti e dei servizi, Ieriilpresidente Mario Draghihacon- infine al ruolo dell'incertezza. fermato che la politica monetaria euroLa Bce considererà finita pea continuerà ad avere un atteggial'emergenza solo quando mento ultra espansivo. Si può calcolare quanto robusto sia l'impegno di Franco- l'inflazione sarà stabilmente forte in questo senso utilizzando in mo- ed autonomamente su una do molto semplice i due termometri che traiettoria vicina, ma inferiore al 2%. Perché tale situazione si misuravano la temperatura monetaria avveri, occorrono almeno due prima della Grande Crisi. Da un lato, guardare alla differenza tra i tassi attuali condizioni. La prima - Draghi e quelli allora chiamati "normali", cioè lo ha più volte sottolineato - si èverificata: la tossina calcolando una capacità di crescita potenziale reale del 2%; unita ad una analo- dell'incertezza, legata nello ga crescita nominale: quella differenza è specifico al rischio deflazione, uguale a ben 320 punti base. Dall'altro la- è stata definitivamente eliminata. Ma la svolta to, guardare alla crescita della moneta in eccesso rispetto - di nuovo - ai livelli decisiva avverrà solamente quando i salari mostreranno "normali": l'eccesso è pari al 55%. di essere sul sentiero della L'impegno eccezionale della Bce ha normalizzazione. ripreso ad essere messo in discussione È qui che il meccanismo di soprattutto, ma non solo, in Germania nelle ultime settimane, di fronte agli in- trasmissione mostra ancora coraggianti segnali di ripresa economi- aspetti peculiari. La crescita ca nel continente europeo. L'impazien- dei salari dipende soprattutto za ha di nuovo caratterizzato chi vor- da due fattori: le aspettative rebbe appunto che della "normalizza- inflazionistiche e le condizioni de.1 mercato del zione" della politica monetaria si lavoro. Draghi ha osservato ricominciasse almeno a parlare. Draghi ha ripetuto gli inviti allapazienza, sotto- che entrambi i fattori hanno lineando che gli indicatori macroeco- un comportamento «non nomici sono ancora ben lontani dall'in- normale»: le aspettative appaiono ancora rigide verso dicare che la ripresa economica sia conil basso, come se gli operatori solidata in modo irreversibile. non avessero ancora Continua • pagina 3 incorporato lafinedel rischio deflazione. Allo stesso tempo, N la relazione tra andamento dell'occupazione ed andamento dei salari è ancora molto debole: la crescita dei secondi è molto meno che proporzionale rispetto alla dinamica degli occupati, anche perché è forse la natura della nuova occupazione meno stabile e meno qualificata - ad essere diversa. Quindi occorre aspettare. Ma esiste forse anche una seconda ragione - che Draghi non potrebbe comunque citare, per ragioni di opportunità istituzionale che spiega la pazienza, ed è legata alla dinamica interna del consiglio della Bce. Anche in ragione della perdurante incertezza macroeconomica, è più facile che la decisione di attendere sia condivisa da un numero molto alto di banchieri centrali. Non è un caso che - anche ieri - Draghi ha segnalato come l'orientamento del consiglio all'attesa sia stato di fatto unanime; anche chi non è convinto che lo status quo della espansione monetaria sia la scelta migliore preferisce oggi dissimulare il suo dissenso. Infine una terza ragione stavolta psicologica - può essere correlata ad una prudenza che nasce dalla opportunità di evitare i danni reputazionali che la Bce subì quando, nel 2011, l'allora presidente Trichet guidò il suo consiglio verso una decisione di normalizzazione dei tassi che, Pag. 19 Draghi «archivia» il taglio dei tassi L'Eurozona si rafforza, svanisce il rischio di deflazione: la Bce prepara la svolta MB II presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, predica pazienza. L'economia dell'area euro si rafforza, secondo le nuove proiezioni della Bce pubblicate ieri e, tenendo conto della revisione al rialzo del dato del primo trimestre allo o,6%, può crescere del 2% quest'anno, secondo Draghi. Ma l'inflazione, ora stimata all'1,5% per il 2017, resta lontana dall'obiettivo e addirittura più bassa di quanto si prevedesse tre mesi fa. Pesa il fatto che, nonostante il calo della disoccupazione ufficiale, i salari non crescono. La correzione di rotta della Bce, quindi, procederà lentamente: «Continueremo ad accompagnare la ripresa» con lo stimolo monetario, finché l'inflazione non risalga verso il 2% «in modo durevole e si sostenga da sola», ha detto il presidente della Bce in conferenza stampa a Tallinn, capitale dell'Estonia, in occasione della sortita annuale del consiglio da Francoforte. Draghi ha però anche messo sull'avviso i Paesi con una posizione dei conti pubblici debole e bassa crescita e in ritardo sulle riforme strutturali: « Saranno loro i più colpiti quando arriverà un rialzo dei tassi d'interesse», che peraltro non appare imminente. Un chiaro riferimento all'Italia. La priorità per questi Paesi è «resuscitare» la crescita, ha affermato il banchiere centrale. «Non siamo qui per sostenere i bilanci pubblici dei Paesi», ha commentato Draghi. La riunione delconsiglio della Bce si è dedicatapi^cra^'al^cp a^lemodeste correzioni, attese, alla comunicazione, spiegando che i rischi per la crescita sono ora «a grandi linee in equili- brio», e non più orientati al ribasso, ed eliminando dalla "forward guidance" (le indicazioni prospettiche sulla politica monetaria) l'aspettativa che i tassi, ora che è sparito il pericolo di deflazione, vengano tagliati di nuovo. Su queste modifiche «non ho sentito nessun dissenso», ha detto il presidente della Bce. Ma per ora sul fronte dell'inflazione, a parte le oscillazioni dovute agli alti e bassi dei prezzi del petrolio, «non c'è nulla di sostanzialmente nuovo», ha ribadito più volte Draghi, e quindi la discussione vera e propria sulle modifiche della politica monetaria è rimandata. Le nuove proiezioni, secondo cui l'inflazione si fermerà all'1,5% quest'anno, scenderà all'i,3°/o il prossimo e non andrà oltre l'i,6% nel 2019, hanno fatto da supporto a questa posizione. L'inflazione di fondo, depurata dell'effetto petrolio, è stata a sua volta ritoccata leggermente al ribasso per il 2018 e 2019 e dovrebbe salire solo gradualmente. Solo due membri del consiglio, secondo Draghi, erano pronti a cominciare a ragionare da subito sulla "normalizzazione" della politica monetaria. «Pazienza, fiducia e persistenza», ha declinato il presidente della Bce. È probabile che la discussione su cosa fare nel 2018 (fino a dicembre resta l'impegno ad acquisti mensili di titoli, il Qe, per 60 miliardi, mentre i rialzi dei tassi seguiranno "ben oltre" la conclusione del Qe) entri nel vivo solo a settembre sul "taper)ng*,',^a riduzione g f a ^ a ^ d e gli acquisti. Ma Draghi ha voluto rassicurare che «la Bce sarà sul mercato per un lungo periodo», reinvestendo i titoli già comprati che verranno man mano a scadenza ed è comunque pronta ad aumentare importo e durata se ce ne sarà bisogno. Persino un nuovo taglio dei tassi non è completamente escluso, ha detto Draghi, nonostante le modifiche di ieri alla dichiarazione introduttiva, se le circostanze dovessero cambiare. Ancora una volta, ha smentito che ci siano problemi di scarsità di titoli da acquistare (soprattutto tedeschi), una convinzione diffusa sui mercati. Un elemento cui la Bce sembra prestare crescente attenzione è l'evoluzione del mercato del lavoro e la mancata risalita dei salari. Questa dipende anche dal fatto che, dei 5 milioni di posti di lavoro creati («più che negli Stati Uniti»), molti, ha osservato Draghi, sono di bassa qualità, temporanei o part-time, e i negoziati salariali guardano indietro, quando l'inflazione era ancora più bassa. E ha fatto riferimento a uno studio degli economisti della Bce, secondo cui la capacità di lavoro inutilizzata può arrivare fino a quasi il doppio delle cifre ufficiali, che indicano la disoccupazione al 9,5%. Laconico il commento dei vertici dell'istituto di Francoforte sul salvataggio dello spagnolo Banco Popular. Ci siamo limitati a certificare che stava per fallire a causa di una crisi di liquidità determinata da una fuga dei depositi, ha spiegato il vicepresidente Vitor Constancio, il compito della risoluzione (compresol'azzeramento del capitale eie perdite imposte ai detentori del ,4?M,^WÌlwifP» « S u c c e s siva cessione al Banco Santander) spettava per legge ad altri. Pag. 20 Bce: basta tagli ai tassi, ma non saliranno subito Draghi esclude altreriduzionidel costo del denaro, è il primo passo verso la conclusione del Quantitative easing Gli acquisti di titoli continueranno però almeno fino a dicembre: "Inflazione ancora debole e legata al petrolio" TAIXÌNK. Sulla Bce, anche gli analisti finanziari si dividono da molto tempo in "Germania contro il resto del mondò". Ma essendo Joerg Kraemer di Gommerzbank, l'economista che una volta ha definito l'eurozona «l'unione monetaria italiana», anche un analista brillante, ha ben sintetizzato il senso della seduta di ieri: «Frusta e zuccherino». D'un lato Mario Draghi ha introdotto per la prima volta un cambiamento di linguaggio che prelude alla cosiddetta "normalizzazione'" delle politiche monetarie, che rende felici i tedeschi e gli altri "falchi" dell'area euro. Dall'altra ha fatto capire che sarà un'uscita al rallentatore e ne ha rinviato l'avvio, intanto, regalando un gran sospiro di sollievo a Paesi come l'Italia o la Grecia, gravati da debiti pubblici giganteschi. Un capolavoro diplomatico. Dopo la "guerra dei sette anni" come la chiama il direttore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi, la crisi sembra davvero alle spalle. La ripresa «sta accelerando», l'economia dell'eurozona «va meglio del. previsto» e la deflazione «è scongiurata», ha confermato ieri il presidente della Bce nella conferenza stampa successiva al consiglio direttivo. Le stime di crescita sono state alzate di un decimale per ogni anno da qui al 2019: sarà 1'1,9% quest'anno, poi 1' 1,8% e infine 1' 1,7%. Un miglioramento che ha consentito ai banchieri centrali - riuniti nella capitale estone per la "gita fuori porta" del consiglio, l'annuale seduta in uno dei diciannove Paesi della moneta unica - di escludere anzitutto nuovi tagli dei tassi. Dal comunicato Le previsioni sui prezzi nell'area euro ridotte a+1,5% per l'anno in corso Ritoccate verso l'alto le aspettative di crescita: "La ripresa sta accelerando" della Bce è sparito il riferimento al fatto che i tassi, che rimarranno al livello attuale «per un periodo prolungato di tempo» potranno essere «più bassi». Per un altro analista di lungo corso, Carsten Brzeski (Ing), «è il primo baby-passo versò il tapering», la diminuzione degli acquisti dei titoli privati e pubblici che attualmente procede al ritmo di 60 miliardi di euro al mese. E che, ha detto il governatore, «continuerà fino alla fine di dicembre o oltre se necessario». Draghi non ha detto una sillaba su come verrà organizzata l'uscita dagli acquisti, ma è probabile che lo faccia alla riunione di settembre, quando verranno aggiornati i dati macroeconomici. Ed è proprio dall'altro dato aggiornato ieri che arriva la spiegazione della "frusta" (per le orecchie dei falchi), cioè il rinvio dei passi concreti o di un linguaggio più esplicito. L'inflazione, infatti, è ancora troppo spinta dai prezzi «degli alimentari e degli energetici» e ha una curva generale troppo piatta, al netto dei picchi e delle cadute del prezzo del petrolio degli ultimi mesi. Le stime sono state persino riviste in peggio: +1,5% nel 2017 ( due decimi meno rispetto alle stime di marzo); +1,3% nel 2018 (meno tre decimi) e+1,6% nel 2019 (meno un decimo). Infine, Draghi ha dedicato un passaggio all'Italia. Per noi il rallentamento degli acquisti dei bond e il rialzo dei tassi significano un problema: «Certo, i Paesi con conti deboli, bassa crescita e mancanza di riforme strutturali saranno più colpiti», ha sottolineato. Ma la Bce non orienta le proprie decisioni in base alle scelte dei singoli paesi. O alle mancate scelte, come nel caso nostro. (t mas.) Pag. 21 L'emergenza sta finendo l'Eurotower cambia strada e la Bundesbank festeggia H retroscena. Un miracolo di equilibrismo tra le esigenze diverse dell'eurozona. Da vedere cosa si farà con i bond comprati TALLINN. Sull'aereo che lo portava alle più recenti riunioni del Fmi a Washington, Wolfgang Schaeuble si è lanciato in un endorsement un po' prematuro. Il ministro delle Finanze tedesco ha sussurrato il nome del candidato della Germania alla successione di Mario Draghi con due anni di anticipo. Da allora, i commentatori si sono lanciati in analisi sul tasso di litigiosità del can- Soddisfatto Weidmann, numero uno della Buba Ma le banche tedesche fanno pressione didato in questione, il governatore della Bundesbank Jens Weidmann, per misurarne la reale possibilità di conquistare il consenso dei Paesi del Sud Europa. E hanno cominciato ad osservare con malizia la maggiore adesione del "falco" alla traiettoria adottata da Draghi. Come se la tendenza del tedesco a non esprimere più •il proprio dissenso nel board fosse dettata soltanto dalla necessità di diventare più accomodante per convincere Roma, Madrid o Lisbona che sarebbe un presidente della Bce di tutti, e non solo dei tedeschi. Chi ragiona così perde di vista un fatto macroscopico, emerso anche ieri dal primo, importante cambiamento nel linguaggio della Bce. Le politiche monetarie stanno per abbandonare la lunghissima fase emergenziale. La Bce sta cominciando a segnalare che tra non molto smetterà di comprare titoli e rialzerà i tassi. Dunque, dal punto di vista della Bundesbank, è arrivata la svolta che Jens Weidmann chiede da un pezzo. Secondo indiscrezioni, il governatore della Buba sarebbe anche in piena sintonia con Draghi sulla sequenza, ribadita ieri. Prima si esce dal programma di acquisti dei bond, il Qe, poi si comincia ad aumentare i tassi. Pazienza se le banche tedesche continuano il fuoco di fila contro Draghi. Mercoledì 15 le Volksbanken hanno annunciato che scaricheranno i tassi negativi sui conti dei risparmiatori:un ricatto scandaloso che ha evidentemente lo scopo di esercitare ulteriore pressione sui politici tedeschi in piena campagna elettorale. Ma da quell'orecchio, la Bundesbank vuole mostrarsi sorda. Viene in mente il detto di un vecchio presidente della Bce, l'olan- dese Wim Duisenberg, che ricordando gli epici scontri di Francofòrte con i politici tedeschi paragonò la Buba alla panna: «Più la sbatti, più si irrigidisce». In questa fase, Weidmann sarà sordo ai richiami eventuali delle banche o delle assicurazioni o dei politici in campagna elettorale. Sa che la fase di uscita dalle misure straordinaria va gestita con prudenza. Chi non sembra molto contento della scelta di aspettare la fine del Qe per ricominciare ad aumentare il costo del denaro, è invece il governatore della Banca centrale francese, Villeroy de Galhau. Secondo una fonte dell'eurosistema, sarebbe preoccupato per le banche francesi e ansioso che i tassi sui depositi rientrino il prima possibile: pesano sulla redditività. Ma a parte i dubbi del francese, il board procede unitario verso la cosiddetta "normalizzazione". Le ipotesi in campo sono tante, una prevede che si proceda da gennaio riducendo gli acquisti di 10 miliardi al mesee che si profili un rialzo dei tassi a partire dall'autunno del 2018. «Oltre quell'orizzonte — come ricorda una fonte — c'è un'altra decisione importante: cosa fare dei titoli in pancia alla Bce». Per ora, come ribadito ieri, quelli a scadenza vengono reinvestiti in nuovi bond, mantenendo lo stock invariato. Ma prima o poi la Bce dovrà cominciare ad alleggerire il suo colossale bilancio, cioè a scaricare i titoli che ha in pancia. Ma è chiaro che lo farà alla fine dell'u- Per l'Italia è una buor notizia il fatto che la stretta monetaria non sia imminente scita dal periodo emergenziale. Anche per l'Italia i dati emersi ieri rappresentano una buona notizia: l'inflazione è ancora troppo bassa e l'inizio della "normalizzazione" è stato spostato più in là. Per un Paese col 2.400 miliardi di debito, ogni rinvio del momento in cui i rendimenti si appesantiranno, sia per l'uscita dal Qe, sia per l'aumento dei tassi di interesse, è oro. Ma Draghi ha ribadito chiaramente per cosa andrebbe sfruttato questo tempo, anche senza citare l'Italia: per «le riforme strutturali rinviate da troppo tempo». E il fattore chiave per abbattere il debito, ha detto rispondendo invece a una domanda sul nostro Paese, «è la crescita». Pag. 22