Celestina,Solfati, prov.Sicilia scheda n 7

Museo del Liceo scientifico A. Avogadro MINERALI
a cura del Gruppo Mineralogico Basso Canavese
7
Scheda anagrafica n°:
6
Reperto:
Nome:
Celestina
Solfati
Classe:
SrSO4
Formula chimica:
Dal Latino coelestis = celeste
Etimologia:
Da 3 a 3,5 (fragile)
Durezza:
Incolore, bianca, blu, gialla, rossa
Striscia:
Trasparente, traslucida
Trasparenza:
Vitrea, madreperlacea
Lucentezza:
Eccellente secondo (001), buona secondo
Sfaldatura:
(210)
Cristalli prismatici o, piú raramente, tabulari,
Morfologia:
incolori, bianco latteo, azzurri o giallastri:
aggregati raggiati o paralleli, massicci
granulari, spatici, concrezionari
Da 3,9 a 4,0
Densità:
Sistema cristallino:
Ortorombico
I tre assi cristallografici sono tutti di
lunghezza diversa.
Due giacciono su di un piano
orizzontale, disposti
ortogonalmente, il terzo è
perpendicolare al piano dei primi
due.
La massima simmetria di questo
sistema si incontra in cristalli che
presentano tre assi binari, tre piani e
un centro di simmetria.
Il minimo si ha con la presenza di
tre assi di simmetria binari.
Forma dei cristalli:
Classe:
Tabulari, prismatici
Solfati.
Gruppo relativamente numeroso, con varie specie formatesi soprattutto
per alterazione di minerali metalliferi, pertanto vivacemente colorati, non
mancano solfati di calcio, come il comunissimo gesso.
Alcuni sono solubili in acqua e facilmente alterabili.
I solfati sono i sali dell'acido solforico.
Non hanno l'aspetto metallico e sono spesso teneri.
Si originano per deposito nelle acque marine, per esalazione dei vulcani e sotto l'azione
dell'acido solforico, che risulta dall'ossidazione dei solfuri, come la pirite e la marcasite.
Solfati, cromati, molibdati e wolframati sono circa 170 specie di minerali caratterizzate
da un gruppo anionico[XO4]—dove X è uno ione bivalente quale S,Cr,Mo,W.
I più importanti e diffusi sono, però, il gesso, già trattato, e i solfati anidri del gruppo
della barite: anidrite Ca[SO4], celestina Sr[SO4], barite Ba[SO4] e anglesite Pb[SO4].
Fra celestina e barite sono possibili serie continue di soluzioni solide, più limitate tra
barite e anidrite.
Luminescenza:
Composizione
chimica:
Proprietà chimiche e
fisiche:
Bluastra, a volte bianco-verdastra
Sr 56,4%, SO3 43,6%, presenza di Ba, Ca
Trattamenti:
Sotto forma di polvere si scioglie lentamente soltanto negli acidi concentrati ed a caldo.
Fragile e facile da fessurarsi, ha i cristalli che si staccano facilmente dalla matrice; si
deve evitare l'uso di utensili metallici; ottime sono le stecche di bambù. L'acido.
ossalico stacca le incrostazioni di ferro ma conviene prima sincerarsi che non ci sia
anche della calcite che è attaccata da quest'acido.
Calcite, baritina, gesso
Durezza, densità, colore della fiamma, solubilità negli acidi.
Primaria idrotermale nelle cavità di rocce vulcaniche, in cui costituisce un riempimento
tardivo ad opera di soluzioni, e anche in filoni, associata soprattutto a galena, blenda e
altri solfuri.
Piú frequentemente si trova disseminata in rocce carbonatiche e in arenarie, oppure in
depositi evaporatici, associata ad altri minerali quali gesso, aragonite, zolfo e cloruri
Zolfo, calcite, aragonite
I preti del Bengala la conoscevano da molto tempo e l'utilizzavano per colorare le
fiamme di una misteriosa e magnifica luce rossa che colmava di sorpresa e di terrore i
semplici credenti.
Molto più tardi i chimici hanno dimostrato che questa colorazione è dovuta allo stronzio
contenuto nella celestina, mentre il bario, che gli è simile, dà delle colorazioni giallo
verdastre.
Pertanto hanno estratto i sali volatili di questi due metalli da certi minerali e ne hanno
fabbricato, mescolandoli con potassio, carbone e solfo, i primi razzi dei fuochi
d'artificio.
La storia dello stronzio è poco diversa da quella del bario: fu scoperto per la prima
volta dallo scozzese Thomas Charles' Hope nel 1790.
Il chimico studiando alcuni minerali trovati a Strontian (Scozia) scoprì un composto
simile, sotto molti aspetti, alla witherite BaCO3, dalla quale differiva solo nel
trattamento con acido cloridrico HCl.
Egli dedusse di trovarsi di .fronte a un elemento simile al bario che formava però un
cloruro diversamente solubile in acqua rispetto al cloruro di bario e chiamò il nuovo
elemento stronzio.
Poco più tardi il chimico Davy riuscì a isolare e a studiare lo stronzio e ne mise in luce
le poche caratteristiche chimiche diverse da quelle del bario
Minerali simili:
Differenze:
Genesi:
Paragenesi:
Storia:
Località:
Solubile in H2SO4. Semidura, pesante, fragile
e perfettamente sfaldabile secondo la base:
da trasparente a traslucida, con lucentezza
da vitrea a madreperlacea.
Quando è impura per la presenza di sostanze organiche, diventa fluorescente e talora
termoluminescente.
E' debolmente solubile in acqua e acidi; fonde facilmente con decrepitazione, colorando
la fiamma di rosso carminio (stronzio) e formando una perla bianca
E' facilmente distinguibile dalla barite per il suo peso specifico minore e per il saggio
alla fiamma
Splendidi cristalli azzurrini si trovano nelle cavità dei basalti a Montecchio Maggiore
(Vicenza), delle pegmatiti della Boemia (Herrengrund) e dei Madagascar.
Di genesi sedimentaria sono i cristalli azzurri di Bristol (Inghilterra), contenuti sotto
Località italiane:
Utilizzazioni:
Dall'Ohio cristalli
record:
forma di noduli e geodi nelle marne; quelli della Sicilia (Agrigento) e della Romagna
(Perticara), nella formazione gessososolfifera; quelli eccezionali di Put~in-Bay e della
Strontian lsLand sul lago Eire (USA) e di Dornburg (DDR).
Depositi stratoidi, sfruttabili industrialmente, sono noti in Inghilterra (Bristci e altre
località dei Gloucestershire), Tunisia e URSS (Volga, Turkestan).
I piú grandi cristalli, bianchi e semiopachi, lunghi da 50 a 75 cm e pesanti 2-3 kg,
provengono da Put-in-Bay e San Bernardino (USA).
In cristalli entro vene di Calcite di una cava di calcare in comune di Monguzzo, sulle
fessure di un calcare nero di Grumo presso Lierna entrambi paesi in provincia di Como.
Celestina è segnalata a Rocca d'Anfo in provincia di Brescia, e bei cristalli bianchi e
talvolta azzurrini furono trovati al Rio Cipit nell'Alpe di Siusi (comune di Castelrotto,
Bolzano).
Pure azzurri i rari cristalli nelle geodi del Basalto di Montecchio Maggiore.
Nelle breccie basaltiche è presente la Celestina in località Boccara del comune di
Castelgomberto a Monteviale in provincia di Vicenza.
Bellissimi i cristalli incolori e trasparenti che, insieme con Aragonite e Gesso si
trovavano nelle miniere di Zolfo della Romagna a Cesena, Novafeltria, Sant'Agata
Feltria, Formignano.
In Toscana la Celestina si trova nella miniera di Zolfo di Colle Orlando in comune di
Monteriggioni e nella miniera di Pietrineri in comune di Castiglione d'Orcia (provincia
di Siena).
In Calabria la Celestina in cristalli bianchi nella miniera Comero nella miniera Santa
Domenica entrambe in comune di Strongoli.
In Sicilia la Celestina in bei cristalli incolori sempre assieme a cristalli di Zolfo si trova
nelle miniere: Falconeri Grotticelli a Cianciana.
Manganaro a Casteltermini; Cozzodisi e S. Giovannello a Campofranco; Gibisa
Ciaulotta a Favara, tutte in provincia di Agrigento; Gessolungo e Trabonella in comune
di Caltanissetta e infine, Floristella, Grottacalda in provincia di Enna.
In Sardegna si trova, in piccoli cristalli, presso Osilo (Sassari), nella cava Sa Piga, nelle
geodi di andesite pura
Principale minerale per l'estrazione dello stronzio e dei suoi sali, utilizzati in
pirotecnica e nella fabbricazione di proiettili traccianti (fiamma rosso carminio;
nell'industria nucleare e in quelle della gomma, delle vernici, delle batterie elettriche per
raffinare lo zucchero di bietola e per la preparazione di vetri speciali iridescenti e di
ceramiche.
E' un minerale molto ricercato da musei e da collezionisti.
Raramente, come gemma (taglio sfaccettato, cabochon).
La celestina è uno dei solfati più comuni e costituisce il minerale più abbondante dello
stronzio.
Spesso questa specie si presenta ben cristallizzata; il record di lunghezza dei cristalli,
che è di almeno una quarantina di centimetri, spetta forse ai magnifici esemplari
azzurrini che un tempo si trovavano a Put-In-Bay sul lago Erie, nell'Ohio, entro
un'enorme caverna nella dolomite.
Altri ottimi esemplari" ma con cristalli più piccoli, lunghi sino a cinque centimetri,
incolori, pro vengono da varie località intorno a Bristol, in Inghilterra.
Magnifici campioni azzurrini, con cristalli assai limpidi e brillanti, provengono dal
Madagascar.
Bei cristalli bianchi, lunghi sino a un paio di centimetri, provengono da Mokattam, nei
dintorni del Cairo
A Matehuala, nello stato di San Luis Potosí (Messico) qualche anno fa si trovavano
ancora grandi cristalli di colore azzurro chiaro, in genere alquanto torbidi.
Stronzio
Provenienza:
Data:
Nello stato di New York, magnifici cristalli azzurri, spesso perfettamente trasparenti e
con facce brillanti e ben formate, della lunghezza di circa un centimetro, sono presenti
nella cosiddetta dolomia di Lockport e si trovano in diverse località intorno a Syracuse e
Rochester.
Nell'Ohio, oltre alla già descritta Put-In-Bay, si hanno numerose altre località con
pregevoli esemplari (Clay Center nell'Ottawa Co., Portage nella Wood Co., ecc.).
Anche nel Texas (zona del Monte Bonnell presso Austin) si hanno ottimi cristalli,
spesso incolori o bianchi, con la cima colorata in blu violetto intenso.
In California, alle Calico Hills (San Bernardino Co.), si hanno dei magnifici cristalli
celesti, associati a stronzianite, nelle geodi di colemanite; una simile associazione si ha
anche nei giacimenti di borati turchi.
In Vestfalia (Germania), si hanno bellissimi gruppi azzurri da Gembock e da qualche
altra località.
Nelle rocce basaltiche della Scozia e anche di Montecchio Maggiore, nel Vicentino,
abbiamo pure celestina in piccoli cristallini, per lo più' associata a zeoliti.
E’ poco diffuso in natura e i suoi principali minerali sono la stronzianite SrCO3 e la
celestina SrSO4 il cui nome deriva dal colore dei cristalli.
Le sue proprietà chimiche sono analoghe a quelle del bario e a quelle del calcio: esso
infatti nel sistema periodico sta fra questi due elementi.
E’ molto attivo (quasi come il potassio) e lo si prepara scaldando il cloruro SrCl2 con
amalgama di sodio e distillando poi il mercurio formatosi.
Si può anche ridurre l'ossido con silicio secondo la reazione
3 SrO + Si = 2 Sr + SrSiO3
E un metallo lucente e giallognolo che scompone l'acqua a temperatura ordinaria, si
ossida all' aria e brucia con fiamma rossovivo.
Lo stato di ossidazione caratteristico dei suoi composti è + 2.
L'ossido SrO e l'idrato Sr (OH)2 hanno le stesse proprietà dei composti analoghi del
bario, mentre il cloruro SrCl2 è meno solubile di quello di bario.
Il solfato di stronzio SrSO4, si trova in natura come celestina ed è isomorfo con la
baritina BaSO4.
È però un poco più solubile di quest'ultima.
Il carbonato SrCO3 (stronzianite) è invece isomorfo con l'argonite CaCO3 ed è poco
solubile in acqua.
I sali di stronzio a differenza di quelli di bario non sono tossici, ma non risulta che essi
siano indispensabili alla vita animale.
Si attribuisce però allo stronzio effetti antifermentativi nel tubo digerente; è dotato di
buon potere diuretico, analgesico e sedativo.,
I sali di bario sono invece, come detto, molto tossici e lo sono ancor di più quando
contengono impurezze di arsenico.
Gli avvelenamenti, anche se rari, si verificano quando vi sono composti di bario
solubili, contenuti come impurità, nel solfato di bario usato in radiologia.
I sintomi dell'avvelenamento sono nausea, vomito, scosse muscolari, cardiopalma,
aumento della pressione sanguigna e convulsioni.
La morte avviene in piena coscienza per paralisi respiratoria.
Liceo scientifico A. Avogadro
28/11/01--05/01/2007